Oggetto del Consiglio n. 2843 del 12 ottobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2843/XVI - Interpellanza: "Eventuale aggiornamento del Piano regionale delle attività estrattive".
Bertin (Presidente) - Punto n. 42. Illustra il consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Faccio immediatamente una precisazione all'Assessore che mi risponderà: con quest'interpellanza non vogliamo iniziare a scavare o aprire nuove miniere, visto che parliamo di nuovo Piano minerario nazionale all'interno della prima risposta, ma abbiamo voluto collegare due grandi temi che in realtà sono à la une, o meglio stanno tornando à la une, della gestione del suolo nazionale e non soltanto, io direi anche europeo.
Si sta riparlando di un possibile Piano nazionale minerario, o meglio, di una revisione degli strumenti oggi perché, come ben sappiamo, tutti i grandi paroloni legati a politiche di decarbonizzazione, politiche di sviluppo tecnologico, green o quant'altro, alla fine hanno però una realtà, ovvero una necessità e soprattutto una fame di tutta una serie di materiali per delle tecnologie: alcune sono datate - perché la tecnologia elettrica non è sicuramente una novità - ma comunque hanno la necessità di materiali particolari.
Un dato interessante, e cito un Paper elaborato, tra il 2020 e il 2021 dalla Luiss, da Gianclaudio Torlizzi, che è tra l'altro uno dei massimi esperti a livello nazionale della materia: il consumo italiano di magnesio e di argento è quasi raddoppiato, se non di più, cosa abbastanza, se vogliamo, particolare per le cifre singole. Sono due materiali che hanno un peso notevole all'interno dell'utilizzo della nostra industria manifatturiera e non soltanto.
All'interno di questo, c'è anche un interessante passaggio che si sta facendo: il Ministero dell'ambiente e altri Ministeri si stanno interrogando invece su materiali inerti o comunque cave e non soltanto miniere, per un discorso di utilizzo e sfruttamento. Sicuramente io continuo a dirlo, la piaga del 110 - perché di fatto è tutto bellissimo, ma un contributo che ti dà di più della cifra iniziale, diciamo che già in partenza non era il massimo, questo settore è drogato da tutta una serie di cose -ha dato, potrebbe dare e darà ancora un impulso sulla gestione, non tanto del nuovo ma di quello che è tutto un materiale che è risultante da attività connesse a questo o comunque connesse a quel settore che spesso si dice che se sta bene, fa star bene tutta l'economia, che è appunto l'edilizia.
Noi abbiamo un piano delle attività estrattive, quindi piano inerti, piano pietrame, piano dei giacimenti di marmo e delle pietre affini a uso ornamentale che ormai è piuttosto datato. Sul sito lo abbiamo recuperato e di fatto è quello approvato al marzo 2013. C'è un aggiornamento ma comunque è lì, anche per capire che cosa si intenda fare di queste cave e che cosa si voglia fare perché in più - ma di questo però discuterò nell'interpellanza successiva - bisogna anche capire l'eventuale riutilizzo di determinati materiali, perché sappiamo che le miniere del futuro in realtà sono il riutilizzo di tutta una serie di materiali; nell'economia del ferro si dice che la prima miniera di materiale ferroso in realtà è il rottame, non si parte da un'attività estrattiva.
Per queste motivazioni, con il collega Lucianaz, chiediamo se, nell'ambito delle valutazioni delle attività propedeutiche alla definizione di un nuovo piano minerario nazionale, le strutture della Regione Autonoma siano state interessate da interlocuzioni o confronti con le autorità nazionali competenti in materia - noi abbiamo delle miniere che stanno diventando dei parchi, tra l'altro questo fine settimana siamo stati invitati anche al Parco della miniera di Ollomont e di Valpelline, due realtà che si presentano... e - alla luce del fatto che il vigente Piano, quello che citavo, il Piano delle attività estrattive, è datato - se sia intenzione del Governo dar corso a un suo aggiornamento e, in caso positivo in che termini e con quali tempistiche e definizioni.
È il secondo Piano di cui mi occupo oggi, questo addirittura è forse più un piano di governo che un piano di prospettiva, visto che tratta di governo del suolo e del territorio e di determinate attività molto importanti.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie collega Aggravi per questa iniziativa che ci permette d'informare in merito ai due quesiti, ma anche di promuovere l'evento che sabato prossimo vedrà le comunità di Ollomont e Valpelline protagoniste, quindi siti che hanno rappresentato parte della storia dei nostri territori che oggi vengono rilanciati e che diventeranno sicuramente siti di importante richiamo turistico.
In merito al primo quesito, attualmente non è previsto un piano minerario nazionale. Non ci risultano decisioni ufficiali del Governo in tal senso, anche in base alle ultime interlocuzioni che abbiamo avuto, ma va detto che la redazione di un tale piano è stata auspicata da alcune forze politiche nazionali in relazione alla necessità di ridurre la dipendenza da altri paesi extraeuropei nell'approvvigionamento di materie prime.
La struttura regionale competente in materia di attività estrattive a oggi non è stata interessata da interlocuzioni né ha avuto un confronto con il Ministero competente in materia - interlocuzioni ufficiali ovviamente - ma va anche precisato che il PRAE concerne la programmazione dello sfruttamento dei minerali di seconda categoria, ovverosia le cave.
Un eventuale Piano minerario nazionale riguarderebbe una pianificazione nazionale per le estrazioni di minerali di prima categoria, ovvero le miniere, ragionata in termini di sfruttamento di riserve strategiche nazionali con ben poco coinvolgimento delle Regioni, si veda ad esempio il caso degli impianti offshore.
Sul quesito 2, parlando del Piano regionale datato marzo 2013, la struttura competente procederà sicuramente con l'aggiornamento del Piano - si ipotizza nel corso dell'anno 2024 - compatibilmente con la dotazione organica e con le risorse economiche disponibili.
L'aggiornamento del Piano comporta l'esecuzione di una procedura di gara per l'assegnazione del servizio di redazione del Piano stesso e poi una fase di confronto con gli stakeholder interessati.
Va ricordato che le recenti normative europee, per quanto concerne i minerali di seconda categoria, spingono - e lo diceva anche lei - verso logiche di recupero o di riutilizzo dei materiali da costruzione, minimizzando il ricorso alle cave, vedi la tipologia degli inerti da costruzione.
La costruzione del Piano sarà quindi improntata a una riduzione e a un'ottimizzazione delle aree. Il tempo stimato per l'iter procedurale e per la revisione del Piano per giungere a una formulazione finale, si può quantificare all'incirca in un anno.
Presidente - Replica il consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Ovvio che la prima domanda era una sorta di provocazione, anche per portare all'attenzione dell'Aula una tematica che non è banale e non è di secondo rango, soprattutto - e lei lo citava - i minerali di prima categoria hanno un interesse superiore rispetto all'interesse regionale o locale, perché una volta individuati, nel caso in cui si dovesse ripartire con lo sfruttamento di potenziali giacimenti... l'abbiamo visto anche in altre realtà: la scoperta di un grande giacimento in Svezia di materiali rari sostanzialmente sta facendo spostare interi Comuni.
Quello che volevamo portare all'attenzione dell'Aula era il fatto che questi materiali saranno sempre più necessari e quindi la loro ricerca, al di là di tutto, si dovrà comunque fare non soltanto legata a paesi produttori esteri che comunque, in un modo o nell'altro, anche loro dovranno gestire il loro interesse e quindi gestiranno anche i flussi in uscita.
Per quello che riguarda il Piano delle attività estrattive, ovviamente un pezzo delle domande è nelle altre interpellanze per quello che riguarda il riutilizzo o gli impianti collegati a quest'attività, quello che volevamo capire è se dal 2013 qualcosa era cambiato e quindi possiamo riaggiornare al 2024.
La procedura ovviamente la seguiremo e vedremo poi che cosa verrà prodotto.
È ovvio che strumenti di governo del territorio in questo caso - o comunque di altre tematiche - vedono passare quasi un'era geologica dal 2013, sono dieci anni; c'è tanto da fare e soprattutto c'è anche bisogno di riprogrammare le necessità del 2013 rispetto alla situazione attuale, anche collegata a degli eventi, vedi, ad esempio, delle situazioni particolari come quello che è stato il 110% o quella che sarà l'evoluzione dell'industria edilizia locale.