Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2836 del 12 ottobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2836/XVI - Interpellanza: "Notizie in merito al fondo integrato straordinario concesso alle aziende agricole".

Bertin (Presidente) - Punto n. 35. Per illustrare l'interpellanza, il consigliere Planaz ne ha facoltà.

Planaz (RV) - Con quest'iniziativa vogliamo portare all'attenzione dell'Aula gli aiuti integrativi per i pascoli estivi esclusivamente d'alpeggio. Tengo a precisare che noi non siamo assolutamente contrari a questo tipo d'intervento, anche perché, in vista di questa nuova programmazione, vi sono incertezze tra tutti quelli che gestiscono le aziende agricole, non solo valdostane ma anche italiane ed europee; logicamente tutti i conduttori e allevatori vivono con sospetto, perché non si sa con gli impegni di nuova programmazione quali saranno le evoluzioni dei finanziamenti, importantissimi per il mantenimento delle nostre aziende e non solo.

Capisco anche, e continuo a sottolineare, che noi siamo obbligati ad appoggiarci a delle direttive europee che non sempre si applicano bene sul nostro territorio ma anche quando noi dovremo intervenire per quanto riguarda le nostre aziende... tengo anche a precisare su questo punto che non è assolutamente facile non solo per l'agricoltura ma anche per tutta un'altra ampia fascia di altri settori, perché ci sono molte tipologie, molte diversità.

Faccio un banale esempio: non possiamo confrontare un alpeggio di 50 capi con un altro alpeggio di 50 capi perché magari uno è servito da una strada poderale, l'altro non è servito, e questo fa già immaginare quali siano le difficoltà. Magari sulla carta le tipologie di alpeggio come numeri, come capi, come produzioni sono equivalenti però poi nell'effettuare le mansioni di servizio e nel portare a termine tutto quello che consegue per gestire sia un alpeggio che un'azienda di fondovalle possono variare di molto, anche se la Regione è piccola e le attività sono tutte similari, però io capisco che, quando si va a mettere a terra un documento come quello, non è così semplice.

Sottolineo il fatto che non avevamo neanche votato in assestamento questa misura. La ratio di questa misura è completamente condivisibile, ma non condividiamo per un semplice fatto che cercherò di spiegare: secondo noi non è giusto partire da una vecchia programmazione del PSR per costruire una nuova misura, e le spiego il perché.

Adesso in questo caso c'è l'eccezione, perché c'è stata l'epidemia e tutta una serie di conseguenze che hanno ritardato questa programmazione, ma se ogni 7-8-9-10 anni ci sono queste riprogrammazioni, anche da parte di Bruxelles, è per correggere gli errori fatti nella precedente programmazione; non sono sempre errori: quando si va a intervenire con dei finanziamenti in qualunque attività, è normale che si cambi l'orientamento di queste attività per cui le conseguenze - sia positive che negative - e le ricadute si vedono solo alla fine della programmazione.

È per questo che a volte, non sempre, anche da parte dell'Unione Europea - anche se devo dire che non è che non tenga conto delle aree marginali, rurali, montane e quant'altro, perché nelle programmazioni sono ben sottolineate tutte queste tipologie di aree rurali -soprattutto quando, a volte, si trascurano dei settori, tipo zootecnia e viticoltura si deve intervenire per favorire questi settori - perché magari hanno perso aderenza perché non hanno perso sul prezzo del prodotto o per avversioni climatiche - e succede che, se non si fa una riprogrammazione, si rischia di cambiare proprio l'effetto positivo che hanno questi aiuti, che dovrebbero mirare a ottenere un prodotto migliore, a mantenere il territorio e a realizzare tutta una serie di cose che tutti noi sappiamo benissimo.

Adesso andrò al centro di quest'iniziativa per far capire che, a mio avviso, non si è tenuto conto delle aziende di fondovalle. Secondo me è stato un errore perché già nella scorsa programmazione queste aziende erano state più sottovalutate dal punto di vista dei finanziamenti.

Infatti nel documento dove è stato definito quest'aiuto si parla di aziende di una certa dimensione, però, se andiamo a vedere la realtà dei fatti, la nostra Regione ha molte aziende con superfici molto più basse, perché quando si parla di superficie di centinaia di ettari da noi ci sono poche aziende che rientrino dentro questa fascia. Ci sono molte più aziende che sono con una superficie molto esigua, aziende che hanno delle superfici minori perché sono collocate in zone più marginali. Lei Assessore viene dalla Valtournanche che, come per la Valle di Gressoney, non può essere messa a paragone con altre valli, magari collocate nelle vicinanze ma in cui si ha più facilità a intervenire per tutte le colture necessarie per portare avanti le attività agricole.

Una grossa differenza c'è tra le attività agricole portate avanti con la meccanizzazione e tra le aziende che resistono - e qui faccio i complimenti - dove molti lavori devono effettuarli manualmente, sia tra le aziende di fondovalle che in alpeggio. Ci sono aziende in alpeggio che devono ancora fare dei ruscelli a mano per spargere letame, come ci sono ancora delle aziende di fondovalle che devono usare il rastrello per raccogliere i foraggi, sia per mantenere il territorio, sia per l'approvvigionamento per la stagione invernale.

Quando si va a dare un aiuto su tutte le attività agricole nella nostra regione, bisogna fare bene attenzione di non dimenticare tutta questa serie di piccole attività che sono molto importanti, perché se dall'altra parte l'Unione Europea stava spingendo e sta spingendo delle aziende che sono in grado di evolversi e di aumentare le loro produzioni, noi qui nel nostro territorio non riusciamo sempre con le nostre piccole aziende a garantire con il prodotto un fatturato che permetta di portare bene avanti l'azienda; essendo molto piccole e a fronte di misure date a superficie, a queste aziende viene ridotto quello che dovrebbe essere il loro reddito, perché su questa proposta si parla di aiuti diretti, gli aiuti diretti dovrebbero essere il minimo che consenta al conduttore di un'azienda di avere un minimo di reddito, e non sono misure che vanno a sopperire alla perdita del prodotto.

Al di là di questo, lasciar fuori tutte le aziende di fondovalle da quest'aiuto, secondo me è un grandissimo errore, perché quando noi interveniamo con soldi della nostra Regione, dovremmo intervenire su tutte le aziende, non a partire da quello che si percepiva nelle altre programmazioni, ma avendo di fronte un futuro, incentivando le produzioni e il mantenimento del territorio e non su una perdita di un sostegno.

Quest'iniziativa non è che vuole essere una critica, ma è per far capire che se si prendeva una decisione inversa, si poteva fornire un aiuto equo e non si creava questa divisione (e penso che lo saprà anche lei) tra chi conduce l'alpeggio e chi conduce l'allevamento nel fondovalle, che si vede lasciato da parte e dimenticato.

Lei mi dice che non è vero ma quando interveniamo con delle risorse nostre, bisogna fare attenzione che questo non accada.

Non le leggo la domanda, che tanto l'ha a disposizione, e attendo la sua risposta.

Presidente - Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (PA) - Grazie consigliere Planaz, per quest'interpellanza. Non ho ancora risposto, quindi mi lasci rispondere prima della replica, semplicemente per dire che ha ben inquadrato il tema: è l'incertezza il problema, perché è vero che oggi siamo in un momento in cui la vecchia programmazione sta terminando - terminerà ufficialmente con le liquidazioni entro il 31 dicembre del 2025 - e siamo a inizio della nuova programmazione con tutta una serie di dati che, purtroppo, ancora oggi ci mancano e con cui è difficile iniziare a lavorare. Ecco il perché di quest'iniziativa, ecco il motivo per cui abbiamo utilizzato il quadro temporaneo della guerra Russia-Ucraina per andare a finanziare le aziende di alpeggio.

Questo è sicuramente frutto della delibera 1067/2023 ma che posa delle basi, come lei ha ben ricordato, nell'articolo 63 della legge regionale 12/2023, cioè era già definito nell'articolo che queste risorse sarebbero state destinate all'alpeggio, ma perché all'alpeggio e non a tutte le aziende? Perché ovviamente in primis le risorse sono limitate, quindi quando bisogna far fronte a delle scelte con delle risorse limitate, bisogna cercare in qualche modo di dare le risposte laddove si ritiene più giusto farlo. In base ai dati che abbiamo di confronto tra la vecchia misura M13 PSR 2014-2022 e le prospettive dell'attuale SRB 01 del CSR 2023-2027, con una riduzione complessiva che passa da 8,3 milioni di euro nel M13 a 6,18 milioni, quindi una riduzione di circa 2 milioni e 100 mila euro all'anno, ben 1.874.000 euro sono le perdite per le aziende d'alpeggio, con una riduzione del 39%.

È ovvio che avessimo oggi una situazione chiara di tutte le misure che possiamo mettere in atto con la programmazione CSR 2023-2027, avremmo anche delle possibilità di mettere in piedi delle operazioni che vadano a compensare questa distinzione che è una scelta politica che abbiamo fatto. Abbiamo fatto in questo CSR la scelta politica di andare a correggere, come lei ha ben detto, il tiro rispetto alla programmazione precedente, andando ad avvantaggiare il Fondovalle. Ciò però non ci può far dimenticare che abbiamo delle aziende d'alpeggio che mantengono il nostro territorio e che in questa situazione, in quest'anno, avrebbero visto una riduzione senza questa misura di ben il 39% delle loro entrate, con il rischio, oggi stanno demonticando praticamente tutti, di non sostenere poi il costo complessivo della stagione estiva e quindi per il prossimo anno prendere altre scelte.

Tengo a sottolineare che questa misura di 1 milione e 700 mila è una misura che vale esclusivamente per quest'anno; insieme alle associazioni di categoria e insieme a tutti gli stakeholder del settore, ovviamente andremo a valutare le misure, sperando di avere le risposte dal Ministero e da AGEA, che a oggi ci mancano.

Io capisco bene quello che lei intende, che bisognerebbe andare ad agevolare tutti, e da un certo punto di vista lo comprendo, il Fondovalle però in questo momento perde il 3%, dall'altra parte abbiamo una perdita del 39%.

Capite bene che in questo momento dunque era opportuno dare una risposta a un determinato settore perché è fondamentale riuscire a mantenere l'equilibrio economico di queste imprese che sono fondamentali per questo settore rilevante per la nostra economia.

Sottolineo - perché quello che ha detto lo condivido appieno - che ci saranno poi tutte le misure che andranno - come lei ben sa - a distinguere i capi produttivi dai capi improduttivi; stiamo parlando di altre misure, di altri fondi, quelli vanno a capo e non a ettaro, e sicuramente lì avremo modo di confrontarci sia sul quantum sia sul come definire gli animali produttivi e non produttivi, ma quello è un altro capitolo.

Oggi era fondamentale, dal nostro punto di vista, dare una risposta agli alpeggi, perché quest'anno - che comunque è stato un anno buono ma con una perdita del 40% - non avrebbero retto economicamente e quindi avremmo avuto il rischio di perdere importanti attività sul nostro territorio.

Presidente - Per la replica, il consigliere Planaz.

Planaz (RV) - Capisco, non è facile, l'ho già ben spiegato prima, che quando si va a intervenire in fase di nuove programmazioni non si sappia bene quale sia poi l'evoluzione di queste. Non è facile, però io avrei fatto - e continuo a sottolinearlo - un passo diverso. Io sono sempre dell'ipotesi che qualsiasi attività dovrebbe partire prima dalle produzioni e poi, se non ce la fa con la produzione, bisognerebbe intervenire con altri aiuti e investimenti che fanno sì - come ha detto lei in chiusura - di non perdere nessuna azienda perché sono importantissime e sono molte, oggi purtroppo dettate da tutti questi fattori di crisi, anche dall'evoluzione dell'età delle aziende che sono condotte da persone che sono di una certa età, logicamente bisogna fare attenzione a non perdere nessuna azienda.

È proprio per questo che qui, in questa misura, e già l'anno scorso con il bonus zootecnia (non voglio fare un'accusa) si erano dimenticate tutta una serie di piccole aziende e oggi - non voglio essere ripetitivo - ma facciamo di nuovo lo stesso errore.

Lei mi fa segno di no, ma le garantisco che è così perché il premio che lei dice sulle piccole aziende non è mai stato incisivo prima né lo sarà neanche in futuro.

È per questo che bisogna intervenire dove ci sono quei piccoli problemi e andare ad aiutare chi oggi è più in difficoltà e forse - non me ne voglia - chi ha avuto la fortuna di avere grandi superfici oggi vede una decurtazione dei premi che potrà essere sostituita con tutta una serie di misure sui premi a Uba, però le piccole aziende resteranno sempre in difficoltà nella nostra regione, perché non hanno oggi come premialità un premio adeguato che consenta, in base alla superficie, di continuare l'attività.

Molte aziende, quando noi mettiamo dei paletti, come quello che c'è su questa misura di 8 ettari... io le vorrei ricordare che 8 ettari nella nostra regione sono tantissimi.

Dispiace che sia così, io avrei fatto un'altra scelta, come l'anno scorso abbiamo escluso chi non aveva almeno 2 Uba. Io avrei fatto un'altra scelta, perché ci sono piccoli allevatori che nascono, che magari hanno solo 2 Uba, e che sarebbe importante aiutare come aiutiamo tutte le altre aziende; si dovrebbe fare in modo di sostenere anche queste piccole aziende, che sono quelle che alla fine che svolgono attività utili -vediamo dei terreni che sono inaccessibili con i macchinari ma che sono tenuti bene, in cui si fanno tutte le lavorazioni a mano - ma queste aziende non possono effettuare lavorazioni di ettari. Fanno lavorazioni di piccoli appezzamenti per mantenere il territorio attorno al villaggio, attorno alla casa, dal punto di vista estetico e anche territoriale. Non possono fare un calcolo sulle misure a superficie, perché sarebbe insostenibile, e neanche sul ricavo, perché alla fine, lo sappiamo tutti, quando si lavora con la meccanizzazione e si lavora ancora manualmente, c'è un abisso di diversità di conduzione di queste tipologie di aziende.

Io farei molta attenzione a queste piccole aziende perché le piccole aziende, se lavorano bene, sicuramente hanno più possibilità di aver cura di piccole cose ma possono crescere ed essere delle aziende competitive per il nostro futuro con una base di lavoro che sia sano e che sia un valore aggiunto per tutti gli altri allevatori. Non dimentichiamo i piccoli allevamenti che sono poi quelli che mandano le mucche nei nostri alpeggi, che servono per la produzione della Fontina o di altri formaggi tipici. Se non ci sono anche questi piccoli allevamenti, manca un tassello fondamentale per la nostra regione.