Oggetto del Consiglio n. 2834 del 12 ottobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2834/XVI - Interpellanza: "Dati relativi alla richiesta di ripetizioni private da parte delle famiglie degli studenti valdostani".
Bertin (Presidente) - Punto n. 33. Per l'illustrazione, il consigliere Perron ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Veniamo a un tema ancora scolastico, parliamo delle ripetizioni ma, in realtà, partirò con un preambolo generale, con alcune considerazioni su quella che è la scuola valdostana, in particolare su alcuni problemi che la affliggono; alcuni problemi sono già nazionali, altri magari più tipicamente nostri.
Abbiamo ad esempio un'elevata dispersione scolastica, abbiamo il problema di elevato numero di alunni che si iscrivono ai licei, spesso non orientati nel modo corretto, questo è un problema anche italiano, però più del 50% degli alunni oggi s'iscrivono ai licei e poi assistiamo alle varie bocciature, cambi di scuola eccetera.
Abbiamo purtroppo un ruolo a volte subalterno degli istituti professionali, e qui guardo chi amministra; adesso questo DEFR sulla parte specifica non l'ho ancora guardato nel dettaglio ma nei vecchi DEFR era sempre segnalata la riforma degli istituti professionali e ancora non mi pare si sia visto niente. A livello italiano ci si sta muovendo proprio per potenziarli; ricordo che l'Italia è un paese manifatturiero, quindi abbiamo bisogno di ragazzi che lavorino o studino su quel settore lì e poi di far coincidere i due settori.
La mentalità che ha dominato la scuola negli ultimi 60 anni circa, a partire dal 63, l'epoca del varo della nuova scuola media unica, quando ci fu l'abolizione dell'avviamento, prima c'erano due strade da prendere... la mentalità che abbiamo avuto in Italia è certamente quella progressista, con tutta una serie di visioni. Ad esempio, abbiamo avuto un'asticella sempre più bassa, i professori spesso hanno dovuto abbassare l'asticella per favorire quello che viene chiamato il "Successo formativo", che è un termine già di per sé a mio avviso assurdo ma ormai entrato nel lessico comune, Non si può garantire il successo in nulla a nessuno, si possono garantire le opportunità, poi il successo dipende dagli individui!
L'obbligo scolastico è passato a 16 anni dalla finanziaria del 27 dicembre 2006, anche qui con il ministro Fioroni; io ricordo la mia generazione ancora, quando alcuni non riuscivano a studiare bene alle medie, magari facevano qualche anno in più alle medie e poi alla fine uscivano a 14-15 anni e andavano a lavorare, entravano subito nel settore produttivo. Oggi invece noi abbiamo delle classi con dei ragazzi che anni fa non sarebbero stati a scuola, che non sono magari portati per la scuola, ce li abbiamo, li mettiamo nelle classi di prima e seconda superiore dove poi vanno invece con ragazzi più motivati e quindi abbiamo dei problemi enormi di disciplina, ma non perché siano cambiati i tempi nel dire che i ragazzi sono peggiori di una volta, probabilmente non è così, è che abbiamo dei ragazzi che non dovrebbero essere lì.
Poi abbiamo tutta la questione dei metodi innovativi per evitare la lezione frontale, che viene quasi demonizzata oggi, mentre ha funzionato per centinaia di anni. Metodi innovativi sulla didattica digitale... a mio avviso i cari vecchi libri e una matita per sottolineare vincono ancora. Ci sono nuovi studi al riguardo, anche i paesi nordici all'avanguardia su questo tipo di tecnologie e utilizzo nella scuola stanno tornando indietro, ma noi spesso andiamo dietro a dei dogmi, come succede nel PNRR, ci adeguiamo e andiamo avanti.
Sull'Università invece ci sono le lauree triennali. Ci fu la riforma di Berlinguer del 3 novembre 1999, al posto del vecchio ordinamento, per voler più laureati e far felici anche gli apparati dell'UE che si nutrono di dati. Quindi dovevamo avere più laureati, abbiamo spezzettato in crediti, quindi reso gli esami in qualche modo più abbordabili a tutti ma chiaramente saltare due metri con il salto in alto è un conto, saltare due volte un metro è un altro discorso. Anche lì abbiamo abbassato in qualche modo l'asticella e reso più facile, così abbiamo più laureati ma probabilmente il livello rispetto alle vecchie lauree che spesso per una tesi di laurea ci si metteva un anno... quelle triennali sono un'altra cosa.
È tutta una visione, il mantra progressista del "Tutti possono fare tutto" è un qualcosa di folle. Oggi almeno le cose stanno cambiando con questo Governo, quantomeno ci si prova con l'idea della scuola del merito.
In Valle abbiamo - non so se sia fenomeno anche nazionale, penso di sì ma forse particolarmente esacerbato qua - l'esplosione delle certificazioni DSA, dei PEI, BES, che fa parte di una tendenza della nostra società a voler certificare ogni cosa; 50 anni fa queste cose non si vedevano e quindi non c'erano. Non è che il mondo sia peggiorato, si va con il microscopio a vedere le situazioni che una volta non si vedevano.
Mi dicono molti colleghi che si stanno aggiungendo dei problemi psicologici diffusi nelle scuole. Mi parlano di attacchi di panico; io onestamente non ne avevo visti fino a qualche anno fa, ansie generalizzate, soprattutto negli istituti liceali, non negli istituti tecnici professionali, soprattutto nei licei. Per paradosso le classi più abbienti dimostrano un maggior malessere. Questa è una spia decisamente preoccupante in una società.
Quale ruolo hanno le ripetizioni private in tutto questo? Generalmente si può dire che fanno sì che le classi più abbienti mediamente possano portare i figli ad avere buoni risultati anche quando sbagliano l'indirizzo scolastico, cosa che purtroppo sappiamo, dato che l'orientamento è difficile, nessuno dice che sia facile, ma abbiamo dei problemi lì.
Le cifre sulle ripetizioni sono piuttosto impressionanti. Io sono andato a cercare un po' di dati e l'ultimo che ho trovato è uno studio della Fondazione Einaudi che nel 2016 parlava di uno studente su due alle superiori che prendeva delle ripetizioni, le cifre, considerando circa una media di ? 27 l'ora, arrivano - per le famiglie che facevano seguire i figli dalle ripetizioni private - fino a 324 euro mensili.
Il giro di affari superava, sempre nel 2016, gli 800 milioni di euro l'anno in Italia e gli studenti italiani risultavano tra i più impegnati al mondo per il tempo extrascolastico, mi pare secondi solo dopo i russi. Impegniamo i nostri ragazzi molto più tempo extrascolastico rispetto alle altre nazioni.
Tralasciando l'aspetto fiscale, che non compete direttamente alla Regione, sempre lo studio citato parlava del 90% che veniva fatto di queste ripetizioni senza ricevuta fiscale, tralasciando che ci sono dei professori pronti a inveire contro la piccola imprenditoria privata che evade quando poi si costituiscono imperi di ripetizioni, magari dati nella stessa scuola dove c'è il collega dell'altra sezione che fa lo stesso. Sono storture queste, che rimangono lì, sotto traccia, sono tabù, ma i tabù vanno anche sfidati.
Tralasciando questo fattore che non ci coinvolge direttamente, nel senso che è una questione fiscale che riguarda lo Stato, ci siamo chiesti:
1) se siano mai stati fatti dei censimenti in Valle, o questionari da parte dell'ente regionale, su questo tema delle ripetizioni;
2) se gli interventi di sportello e altre modalità di recupero, già addotate dalle varie istituzioni scolastiche - ricordo che ci sono delle forme di questo tipo che io reputo positive di interventi di questo tipo fatto dai professori della stessa classe in maniera trasparente a scuola, quindi con risorse interne - siano sufficienti o possano essere ulteriormente implementati;
3) quali intendimenti si abbiano per avere ulteriori dati sul tema e se si intenda pensare a delle soluzioni innovative per rendere più facile ed equo l'accesso di ogni ceto sociale a eventuali ripetizioni o didattiche specializzate per bisogni educativi.
È chiaro che se anche qua da noi, come è assai probabile - non abbiamo degli studi puntuali ma non credo che differiamo tanto dal livello italiano - vediamo che abbiamo bisogno di dare molte ripetizioni, cioè di puntellare i ragazzi su varie situazioni, questo ha un costo molto alto fino ad arrivare a oltre 300 euro al mese, è chiaro che non tutti se lo possono permettere.
Allora in un'ottica di equità e di opportunità, non di risultato - poi dopo l'alunno può essere bocciato lo stesso anche se prende tutte le ripetizioni del mondo se non studia - ma in un'ottica di uguaglianza di opportunità, se si possa pensare e prevedere un qualcosa che possa risolvere in parte questo problema o comunque essere valutato.
Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie, collega Perron, per l'introduzione estremamente interessante, anche in un'ottica di confronto mi piacerebbe ragionare con lei su alcune "Suggestioni" che ha lanciato oggi e che ha descritto, secondo me, con competenza anche dovuta al fatto che lei ha esercitato per anni il mestiere d'insegnante.
Io non sono d'accordo sulla ricostruzione, forse storica, che punta il dito sempre sull'area progressista come quella che ha creato i danni di un modello scolastico che oggi viene recuperato, da quello che ho capito, dalle sue considerazioni legittime e assolutamente rispettabili che, questo glielo devo dire, mi fanno anche molto riflettere; io ho un'idea diversa, anche perché essendo figlio d'insegnante, avendo una moglie insegnante da 35 anni, ho seguito tutte le riforme che si sono succedute negli anni. Tra l'altro mia moglie ha fatto proprio una tesi sulle riforme che si sono succedute negli ultimi 40 anni con riferimento, tra l'altro, agli esordi e all'origine del cosiddetto "Sistema scolastico moderno". Credo che tutti abbiano tentato, ogni volta che si sono insediati, di riformare il sistema scuola, alle volte in maniera troppo radicale; ciascuno che si è affacciato sul mondo della scuola - almeno da quello che riferiscono gli operatori, poi magari lei non ha avuto questa sensazione - ha sempre l'idea che chi arriva voglia rivoluzionare un sistema che è complesso e che richiede, secondo me, anche degli elementi di continuità che non possono essere del tutto abbattuti.
Così come il concetto di merito potrebbe essere corretto se non fosse - come altri concetti, che lei ha citato all'opposto - un totem ideologico sul quale poi costruire tutto il modello della scuola.
Riguardo all'orientamento, visto che lei ha citato questo tema, ha ragione. Il problema del corretto orientamento è un problema che stiamo affrontando, tra l'altro, con il collega Bertschy, perché è un tema che tocca anche le persone nel profondo. Un corretto orientamento crea motivazione; quando le persone sono malamente orientate, vuoi perché la famiglia le indirizza con dei ragionamenti che non sono legati alle predisposizioni della persona o alla scuola, alle volte interpreta anche la carriera scolastica precedente come un avvio verso altre carriere che non sono poi quelle che il ragazzo desidera, delle volte si creano situazioni di frustrazione, addirittura di fallimento, di abbandono, e poi, come dice lei, si creano e si costruiscono anche delle situazioni che richiedono addirittura degli approcci patologici. Noi vediamo anche solo il centro sui disturbi alimentari, con il quale ci interfacciamo, vediamo quanti ragazzi cominciano questo calvario proprio a scuola, magari perché si sentono inadeguati e l'inadeguatezza poi si sfoga.
È un tema assolutamente interessante sul quale mi trova d'accordo anche in termini di approfondimento.
Io rispondo puntualmente alle domande che mi ha fatto, che sono domande, tra l'altro, interessanti e che mi hanno dato anche modo di approfondire.
La domanda n. 1, "Se siano mai stati fatti censimenti o questionari da parte dell'ente regionale su questo tema in Valle d'Aosta": non mi risulta che siano stati fatti censimenti o questionari da parte dell'Amministrazione sul tema delle ripetizioni private. Tra l'altro mi sembra che il 15 ottobre venga in Valle d'Aosta proprio Andrea Cangini, che è il Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi che parlerà proprio del tema del digitale, del web, cioè degli eccessi di tecnologia nelle scuole, con riferimento al recupero della carta e della penna, come diceva lei, anche come modalità di ritorno a situazioni che oggi sono effettivamente iper-tecnologizzate. Questo non lo dice lui ma lo dicono anche tanti insegnanti che probabilmente hanno, come lei, l'idea di una giusta mediazione tra la tecnologia e probabilmente il ritorno a modalità più collaudate.
Tengo a sottolineare che, a differenza di quanto segnalato nelle premesse, ovvero non essendoci nulla di strutturato né di fruibile a tutti, spesso ci si basa sul passaparola e non vi è la possibilità di operare in una vera scelta di professionisti. In realtà tutti gli studenti delle scuole secondarie possono usufruire di attività di recupero, così come disciplinato dall'ordinanza ministeriale 92/2007 a firma del ministro Fioroni.
Le suddette attività costituiscono parte ordinaria permanente del Piano dell'offerta formativa che ogni istituzione scolastica predispone annualmente. Esse sono programmate e attuate dai Consigli di classe sulla base di criteri didattico metodologici definiti dal Collegio docenti e dalle indicazioni organizzative approvate dal Consiglio d'Istituto.
Nell'attività di recupero rientrano gli interventi di sostegno che hanno lo scopo fondamentale di prevenire l'insuccesso scolastico e si realizzano pertanto in ogni periodo dell'anno scolastico, a cominciare dalle fasi iniziali. Essi sono tendenzialmente finalizzati alla progressiva riduzione delle attività di recupero dei debiti e si concentrano sulle discipline e sulle aree disciplinari per le quali si registri nella scuola un più elevato numero di valutazioni insufficienti.
Ricordo che le istituzioni scolastiche hanno l'obbligo di attivare gli interventi di recupero e nell'ambito della propria autonomia individuano le discipline e le aree disciplinari che necessitano degli interventi.
Esse determinano altresì le modalità di organizzazione e realizzazione precisandone tempi, durata, modelli didattico-metodologici, forme di verifica dei risultati conseguiti dagli studenti, criteri di valutazione, nonché modalità di comunicazione alle famiglie.
La domanda 2: le attività di recupero-sostegno, così come intese nella OM 92/07, interessano tutte le discipline sulle quali i Consigli di classe accertano carenze; possono svolgersi adottando una o più tra le seguenti modalità: con studio individuale, svolto autonomamente, eventualmente guidato con opportune indicazioni dal docente, contestualmente al normale svolgimento delle lezioni, con opportuni adattamenti dell'attività didattica, quindi pausa didattica durante la quale lo svolgimento delle lezioni comprenderà il ripasso degli argomenti in vista del loro recupero o approfondimenti per gruppi classe, attraverso corsi e lezioni di recupero generalmente pomeridiane, attraverso azioni di sostegno sotto forma di sportelli didattici in corso d'anno ed eventualmente anche on-line.
Le istituzioni scolastiche organizzano i corsi in argomento, utilizzando il fondo d'istituto e le risorse finanziarie aggiuntive specificamente destinate a tale scopo.
A livello regionale, al fine di ottemperare a quanto previsto dall'ordinanza ministeriale 92/2007, per il pagamento dei corsi di recupero, di sostegno, non coperti con il fondo d'istituto, la Regione provvede con un apposito stanziamento di fondi vincolati, in analogia a quanto avviene a livello nazionale da parte del Ministero competente.
Il fatto che i fondi concessi per l'attivazione dei corsi abbiano carattere vincolato sta a significare che non possono essere utilizzati per altre finalità.
Il finanziamento dal 2008 viene calcolato sulla quota degli alunni iscritti al biennio (per un importo ad alunno di euro 51,63) e degli alunni iscritti al triennio (per un importo ad alunno di euro 11,54), sulla base di una verifica effettuata a livello nazionale, in relazione alla determinazione del fondo. A livello regionale emerge, da un'analisi effettuata negli ultimi dieci anni, che le scuole nel complesso hanno sostenuto una spesa inferiore rispetto al finanziamento spettante.
Punto 3: "Quali intendimenti si abbiano per avere ulteriori dati sul tema e se s'intende pensare a soluzioni innovative per rendere più facile ed equo l'accesso di ogni ceto sociale a eventuali ripetizioni o didattiche specializzate per bisogni educativi speciali. A seguito di un confronto con i dirigenti scolastici si può valutare - si valuta e si è valutato - se effettuare un monitoraggio presso le famiglie e gli studenti per capire le eventuali motivazioni che li portano a rivolgersi in alcuni casi a professionisti privati per le ripetizioni, nonostante le diverse possibilità di recupero che sono state precedentemente descritte e che non comportano costi per le famiglie.
Va inoltre sottolineato che a partire dallo scorso anno, le scuole secondarie, comprese quelle di primo grado, possono usufruire di ulteriori finanziamenti legati al PNRR per attività di recupero, sostegno e anche personalizzate, tutoring mentoring, indirizzati in particolare agli studenti più fragili.
Presidente - Per la replica, consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Ovviamente su questi temi il confronto ci mancherebbe che non ci possa essere, il contrasto più ideologico può certamente in parte venire a meno quando si parla di soluzioni che riguardano ragazzi e famiglie.
Sul mio preambolo in generale, a questo punto io le consiglierei il libro da cui ho tratto vari dati che è il "Danno scolastico" di Luca Ricolfi e della moglie, Paola Mastrocola. Tra l'altro Ricolfi, sociologo che è di origine di Sinistra, in questo libro dimostra come una scuola che ha avuto questa matrice progressista - perché questo è certo, con quest'idea di facilitare - abbia in realtà - e lui lo dimostra nel libro con dei dati - penalizzato di più l'ascensore sociale, perché una scuola più selettiva invece favorisce anche quelli delle classi sociali meno fortunate ma che hanno capacità.
Io ne ho visti molti a scuola, non è sempre detto che i figli di quelli che hanno le lauree per forza devono essere... No, se invece si è più selettivi, l'ascensore sociale si attiva di più perché poi con le borse di studio e con mille altre opportunità, che giustamente qualcuno che ha capacità ma ha meno soldi, banalmente, ...potendo accedere lì con una scuola molto meritocratica, chi è capace riesce a salire.
Questo è un concetto fondamentale perché con una possibilità di muoversi in società, capisce che quelle sì sono opportunità per tutti, che spingono le persone a fare meglio, a impegnarsi e che valorizzano poi gli individui.
Da noi a monte ovviamente c'è questa visione che è più conservatrice rispetto a quella più progressista, ma nel libro l'autore dimostra come negli anni questo tipo di mentalità progressista abbia invece danneggiato coloro che invece si volevano portare su; si porta più facilmente quando si è più selettivi. Comunque è un libro che le consiglio, così vedrà anche la critica da quella parte.
Per il resto, da quello che lei mi dice, il sunto è che le scuole facciano già abbastanza, che ci sia già abbastanza.
Io qualche approfondimento in più lo farei, perché sul tema delle ripetizioni sappiamo che comunque vengono fatte anche in Valle d'Aosta. Ce ne sono e va bene, non è quello il problema, però, probabilmente, se fossero già sufficienti quelle che vengono fatte a scuola, non ci sarebbero queste altre ripetizioni. Io onestamente un'altra riflessione su questo tema lo farei.
Per adesso prendo per buona la sua risposta, poi me l'ascolto meglio in dettaglio.
Si dice che ci sono fondi, anche fondi ulteriori del PNRR - a quel punto ben spesi - per il recupero o eventuale potenziamento, perché anche lì c'è l'altra parte; se lei mi dice così, poi prenderò ulteriori approfondimenti ma per adesso grazie.