Oggetto del Consiglio n. 2831 del 11 ottobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2831/XVI - Interpellanza: "Strategie per la riduzione del problema della crisi demografica della regione".
Bertin (Presidente) - Punto n. 30. Consigliere Ganis per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Il tema del calo demografico e della diminuzione del tasso di fecondità è ormai all'ordine del giorno, i numeri parlano chiaro. Secondo i dati Istat, in Italia i residenti sono scesi a 58.850.717 persone, un calo di 179 mila unità rispetto all'inizio dell'anno.
Le cause sono molteplici: i fattori legati all'economia, alla politica, al lavoro, alle aspettative di vita, alla mortalità, ma la causa principale rimane quella del crollo delle nascite. Una situazione allarmante, che gli osservatori definiscono un vero e proprio "inverno demografico", nel quale il tasso di mortalità crolla, l'età media della popolazione aumenta e il numero dei decessi supera quello dei nati, con una popolazione che continua ad invecchiare. Sono destinati a diventare insostenibili il sistema sociale, quello previdenziale e sanitario, ma non solo: le ricadute sono anche di tipo economico, visto il calo demografico che impatta sul PIL e sul debito pubblico.
Ecco l'importanza di intervenire prontamente per arginare il crollo demografico.
Come ho evidenziato, questo è un problema nazionale e che riguarda anche la nostra regione: infatti l'Istat, che ha curato il censimento permanente della popolazione, ha stimato che gli abitanti in Valle d'Aosta ammontano a 123.360 residenti al 31.12.2021, contro i 124.089 al 31.12.2020, con un calo dello 0,6%, pari a 729 individui.
Questo a dimostrare che la crisi demografica non rappresenta più una novità e che gli scenari futuri non sono così rosei.
Secondo un'ipotesi del dottor Dario Ceccarelli, capo dell'Osservatorio economico sociale, nel 2050 nella nostra regione potremmo ridurci a circa 100 mila residenti.
Le cause da attribuire a questo problema, come abbiamo già evidenziato, sono molteplici, e vanno anche sommate alla poca attrattività della nostra Regione.
Oltre ai dati Istat, un'analisi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore evidenzia che la Valle d'Aosta ha anticipato il crollo delle nascite rispetto al resto del Paese. Il numero medio di figli per donna è sceso sotto la media nazionale.
Ricordo che oggi nessuno Stato europeo ha un tasso di fecondità superiore al cosiddetto tasso di ricambio, fissato a 2.1, e che permetterebbe di mantenere le dimensioni della popolazione costanti nel tempo, ma ci sono paesi avanzati come la Francia, la Germania e la Svezia che, dopo aver sperimentato un calo di fecondità simile a quello italiano, 1.24, oggi hanno invertito questo trend: Francia 1,86, Svezia 1,71, Germania 1,58.
Occorre chiedersi il perché. Sicuramente l'esistenza di fattori esterni hanno cambiato certe dinamiche, come l'introduzione massiva di politiche pubbliche a sostegno delle famiglie, elementi fondamentali per favorire il rilancio della natalità.
In Italia qualcosa si sta muovendo e prendo spunto dalla relazione del collega Manfrin in merito alla proposta di legge 120 volta alla realizzazione del fattore famiglia in Valle d'Aosta e che riguarda un progetto pilota, realizzato a Castelnuovo del Garda. Questo Comune, dopo una serie di interventi mirati, e prima Amministrazione a dotarsi del fattore famiglia, ha visto crescere il numero di abitanti negli ultimi anni, questo a dimostrare che esistono misure efficaci ad arginare il crollo demografico.
Tenuto conto di queste considerazioni, si interpella il Governo regionale per conoscere quali strategie intenda mettere in atto l'Amministrazione regionale per limitare o ridurre il problema della crisi demografica nella nostra Regione.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - L'interpellanza del collega Ganis apre un mondo dal punto di vista generale di quelle che possono essere le risposte.
Iniziamo a sfangare il campo dal fatto che non ci possono essere delle iniziative spot che rilancino questo tipo di sensibilità e approccino le nuove generazioni a creare una famiglia che possa crescere in maniera dignitosa i propri figli. Per cui le iniziative che sono state segnalate adesso dal fattore famiglia e tutte le iniziative di welfare che sono all'attenzione del Governo nazionale come del Governo regionale, evidentemente possono e devono avere un impatto di un certo tipo sulla psicologia anche delle nuove generazioni, così come l'aspetto di poter garantire ai giovani una solidità ed una capacità reddituale di un certo tipo; quindi tutti gli sforzi che vengono fatti nel cercare di garantire un lavoro il più possibile stabile, o di dare delle opportunità di inserimento all'interno di contesti che possono essere fidelizzati anche dal punto di vista geografico - quindi anche nei piccoli paesini che, oggi come oggi, sono quelli che lamentano magari di più lo spopolamento e il rischio di abbandono da parte delle nuove generazioni -, hanno e vanno nell'ottica di incentivare e di sostenere quello che è il nucleo familiare soprattutto giovane. Così la certezza di un'abitazione può essere qualcosa che, all'interno della stabilità socio-economica di una famiglia, può aiutare a stabilizzarsi o ad attrarre sul nostro territorio delle situazioni familiari che, altrimenti, non potrebbero avvicinarsi.
I due fattori sicuramente possono essere importanti, così come tutta una serie di attenzioni rispetto a quelli che sono i costi che una famiglia deve sostenere per accompagnare il proprio figlio nel suo percorso di crescita, dai costi della scuola, a quelli del trasporto, della mensa o dell'Università. Tutta una serie di iniziative che possono assicurare il collega Ganis ma che sono percepibili anche all'interno del DEFR (Documento di Economia e Finanza Regionale) in una serie di situazioni, che sono di attenzione verso quest'aspetto che non può tradursi in una coscienza dall'oggi al domani, ma che è un approccio che deve dare garanzie occupazionali, deve dare garanzie di servizi, deve dare garanzie di stabilità nel lavoro e anche nella possibilità di abitare e di creare dei percorsi di vita che siano stabili.
Questa è l'intenzione, sicuramente non è quella di creare una norma che possa pensare con un contributo spot di poter incentivare delle dinamiche che, come diceva giustamente lei e come anche abbiamo rappresentato all'interno del DEFR, durano ormai da decenni e che solo delle politiche forti e continuative possono pensare di modificare.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Presidente Testolin per la risposta.
Le cause sono molteplici e lo abbiamo evidenziato nella relazione. Condivido le sue riflessioni sulle difficoltà che una famiglia può avere.
È vero che oggi una famiglia ha tante difficoltà; soprattutto crescere e accudire i figli diventa sempre di più una vera e propria impresa, per questo io dico che serve intervenire con delle politiche inclusive, e non parlo di spot, ma delle politiche importanti, su una popolazione che è già in età lavorativa.
Il tema della famiglia, della natalità e del lavoro va messo al primo posto e va supportato attraverso delle misure importanti, come ha anche detto lei giustamente: incrementare le strutture pubbliche per la prima infanzia con misure a prezzi sovvenzionati, maggiori aiuti per le famiglie con figli. Io parlo del fattore famiglia perché questo è importante e non è uno spot. Sostegno alle donne e ai padri separati, di conciliare lavoro e figli, rafforzare magari il congedo parentale ed incentivare quelle politiche per l'occupazione femminile, perché molte donne sono costrette ad abbandonare il lavoro perché non riescono a conciliare vita lavorativa e quella privata.
Termino ricordando che, a mio avviso, introdurre in Valle d'Aosta il fattore famiglia... sarà uno spot, però, come ho avuto modo di evidenziare nella relazione, può rappresentare uno strumento utile al fine di arginare il calo demografico, come poteva esserlo il Bon chauffage, il Naître valdôtain: tutte misure a sostegno della famiglia finalizzate a contrastare il calo demografico.