Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2824 del 11 ottobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2824/XVI - Interrogazione: "Azioni messe in atto per prevenire il rischio di contaminazione del virus della peste suina africana attraverso la fauna selvatica".

Bertin (Presidente) - Punto n. 32 dell'ordine del giorno. Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Collega Planaz, sono diciassette pagine, quindi non se la prenda con me, ma la domanda tende ad essere ampia e quindi anche la risposta.

Comincio con il fare i complimenti agli uffici, in particolar modo al dottor Ruffier, per il tema di riferimento.

La malattia è comparsa il 7 gennaio del 2022, inizialmente con alcuni casi di positività di Peste Suina Africana - d'ora in poi la chiamo PSA - riscontrata in alcuni cinghiali in regione Piemonte e ha visto l'istituzione di una zona infetta nelle Province di Alessandria, Genova e Savona.

La situazione epidemiologica si è poi aggravata e ad oggi prevede complessivamente 1.071 casi di malattia notificata nei cinghiali da inizio epidemia sino al 3 ottobre 2023. Di questi, 288 casi sono del 2022 e 783 attengono al 2023.

Nello specifico, la suddivisione territoriale è la seguente Piemonte: 150 casi nel 2022 e 342 nel 2023; Liguria: 78 casi nel 2022 e 353 nel 2023; Lazio: 48 casi nel 2022 e 43 nel 2023; Calabria: 16 casi nel 2023, Campania: 26 casi nel 2023, Lombardia: 3 casi nel 2023, Sardegna: 8 casi nel 2022.

I focolai nel domestico notificati da inizio epidemia al 3 ottobre 2023 sono in totale 21, di cui 1 nel 2022 e 20 nel 2023.

Nello specifico, nel Lazio 1 focolaio nel 2022, Calabria 6 focolai nel 2023, Lombardia 9 focolai nel 2023, Sardegna 5 focolai nel 2023.

Per quanto concerne le attività intraprese nella nostra regione, già il 27 gennaio 2022 si è costituito un gruppo tecnico operativo composto da dirigenti e rappresentanti della Struttura Igiene e sanità pubblica e veterinaria dell'Assessorato sanità, salute e politiche sociali, delle Strutture complesse di Sanità animali, igiene degli alimenti di origine animale e igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell'Azienda USL, delle Strutture Flora e fauna del Dipartimento risorse naturali e Corpo forestale dell'Assessorato agricoltura e risorse naturali, del Corpo forestale della Valle d'Aosta, del Dipartimento agricoltura dell'Assessorato agricoltura e risorse naturali, del CERMAS (cioè l'Istituto zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta), del Comitato regionale di gestione venatoria, del Parco nazionale del Gran Paradiso e del Parco regionale del Monte Avic.

Da allora, tale gruppo si riunisce periodicamente, mettendo in atto diverse azioni per evitare l'introduzione e il diffondersi del virus nella nostra Regione.

Le azioni poste in atto sono: il rafforzamento della sorveglianza passiva nel settore del selvatico e del domestico del virus su tutti i cinghiali rinvenuti morti (ad oggi i suini domestici analizzati sono stati inoltre 11 nel 2022 e 7 nel 2023, tutti negativi, mentre i cinghiali analizzati sono stati 21 nel 2022 e 18 nel 2023, tutti negativi); la ricognizione della consistenza della specie allevata di cinghiali e di suini all'interno del territorio (l'esito del censimento dei suini allevati è su 88 allevamenti con capi che variano da 120 a circa 200 in totale e due allevamenti semi-bradi); la vigilanza effettuata negli allevamenti da parte dei servizi veterinari sul rispetto delle misure di bio-sicurezza nel settore domestico (il calcolo della stima della popolazione del cinghiale che in Valle d'Aosta è pari ad almeno 1.500 esemplari).

Con deliberazione di Giunta 337 dello scorso 28 marzo, la Giunta ha inoltre approvato il Piano 2022-2024 di misure urgenti di prevenzione e contenimento della diffusione della Peste Suina Africana sul territorio regionale. Il Piano definisce gli obiettivi specifici e le misure da intraprendere per cercare di evitare l'ingresso e il diffondersi del virus nella regione, oltre che la procedura da attuare in caso di comparsa di un focolaio nella nostra regione.

Nello specifico, per quanto riguarda il Piano di depopolamento della specie cinghiale, al fine di raggiungere il massimo sforzo di prelievo ottenibile dal 2022 è stato incrementato il numero delle uscite del personale forestale per l'attività di controllo per la quale è stato chiesto l'ausilio dei cacciatori che hanno affiancato l'attività del personale del Corpo forestale.

Oltre a ciò, è stato prolungato il periodo venatorio 2022-2023 nei mesi di marzo e aprile per la caccia di selezione che ha portato ad un aumento del 10% del numero di cinghiali abbattuti, fra attività venatoria e di controllo, rispetto al 2021 e un aumento del 30% del prelievo nelle giurisdizioni forestali di Châtillon, Verrès e Pont-Saint-Martin al confine con il Piemonte, maggiormente esposte all'ingresso degli animali stessi.

Nel calendario venatorio 2023-2024, il periodo venatorio per la caccia di selezione al cinghiale è stato ulteriormente prolungato fino al mese di giugno e sarà sospeso soltanto nei mesi estivi di luglio e agosto per non avere impatto sulla stagione turistica, mentre l'attività di controllo è prevista anche nei mesi estivi.

Nel mese di settembre 2023, su proposta del Commissario straordinario, è stato inoltre approvato in Conferenza Stato-Regioni il Piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento di cinghiali e le azioni strategiche per l'elaborazione dei piani di eradicazione nelle isole di restrizione della PSA.

Il Piano ha valenza quinquennale 2023-2028 e incarica le Regioni di monitorare le attività di cattura e abbattimento e di redigere con cadenza bimestrale la rendicontazione al Commissario.

Si tratta di un Piano con azioni da rimodulare annualmente in ragione dei risultati previsti rispetto agli obiettivi previsti.

Il Piano si articola in sei azioni strategiche:

- la ricerca attiva di carcasse e il monitoraggio epidemiologico per verificare la distribuzione e l'andamento dell'epidemia di PSA;

- il depopolamento della specie cinghiale tramite cattura e abbattimento;

- l'applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti suini;

- l'installazione di barriere fisiche che delimitino le zone infette e limitino la circolazione degli animali potenzialmente infetti;

- la corretta gestione dei rifiuti finalizzata ad impedire ai suini selvatici di trovare fonti di sostentamento nei pressi di centri urbani degli allevamenti di suini;

- metodi alternativi di contenimento della specie.

Durante l'incontro del gruppo tecnico operativo regionale svoltosi il 29 settembre del 2023, in linea con quanto richiesto nel Piano straordinario di cui sopra, si è proposto di aumentare anche al periodo venatorio l'attività dei controlli con l'ausilio dei cacciatori, che ringraziamo, autorizzando tutte le tecniche possibili, quali ad esempio la caccia alla posta con foraggiamento, l'utilizzo delle termocamere. Tutte le azioni previste saranno coordinate dal Corpo forestale con l'ausilio dei cacciatori stessi.

Il gruppo tecnico ha inoltre valutato favorevolmente la previsione contenuta nel Piano straordinario di erogazione di incentivi ai cacciatori per l'abbattimento di femmine e piccoli da gestire con la modalità più percorribile, tra cui ad esempio i punteggi di merito piuttosto che i contributi economici.

Per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli, al fine di impedire il contatto tra la fauna selvatica allevata e l'ingresso del virus nelle aziende suinicole di piano, la Struttura complessa Sanità alimentare del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda USL ha verificato sia nel 2022 che nei primi mesi del 2023 il rispetto delle misure di biosicurezza degli alpeggi che detengono suini e negli allevamenti ad alto rischio attraverso la compilazione di apposite checklist.

Durante l'incontro del 29 di settembre, in linea con quanto richiesto dall'ordinanza n. 5 del 24 agosto 2023 del Commissario per la PSA, dalle note ministeriali che non cito - ma se vuole poi dopo le lascio tutto - si è deciso di incrementare il livello di sorveglianza negli allevamenti suini attraverso la programmazione su base mensile dell'esecuzione da parte del Servizio della Sanità alimentare del Dipartimento di prevenzione della nostra USL, di visite cliniche degli allevamenti suinicoli, inclusa una verifica sull'andamento della mortalità.

Inoltre, verrà riprogrammata la verifica dei livelli di biosicurezza degli allevamenti di cui al decreto del Ministro di cui sopra.

Infine, in merito alla registrazione delle informazioni inerenti alla morte degli animali entro sette giorni dall'evento, eventuali aumenti di mortalità superiore alla media dovranno essere immediatamente segnalati al servizio veterinario localmente competente.

Per quanto concerne le strutture che detengono suini non DPA (Destinabili alla Produzione di Alimenti), la Struttura complessa Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche del Dipartimento della nostra USL, nella procedura di valutazione dell'idoneità a determinare tali suini, fornisce al detentore le indicazioni sulla corretta gestione degli animali.

Venendo alla domanda n. 2, nel periodo gennaio 2022-giugno 2023, la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale ha interessato tutto il territorio regionale, sebbene sia stata intensificata nelle aree a maggiore densità.

L'attività è stata svolta dal personale del Corpo forestale della Valle d'Aosta che ha percorso 672 volte i 32 transetti previsti. Questo ha portato ad un aumento del 50% delle carcasse rinvenute sul territorio regionale rispetto all'anno precedente, di cui il 76% nei territori a maggiore densità di cinghiali. Tutte le carcasse sono state geolocalizzate e trasportate al CERMAS per le indagini di competenza.

La ricerca del virus della PSA ha dato in tutti i casi esito negativo.

La ricerca passiva delle carcasse di cinghiale ha coinvolto anche i cacciatori che, presenti assiduamente sul territorio, sono stati opportunamente informati sulle procedure da seguire in caso di ritrovamento.

Infine, nel mese di maggio 2023, è stata diffusa una locandina contenente le indicazioni da seguire in caso di ritrovamento di una carcassa da parte di escursionisti e frequentatori della montagna in generale.

Al momento, sul territorio regionale non sono disponibili cani addestrati alla ricerca delle carcasse.

Ho voluto essere così lungo e preciso sul tema perché la sua iniziativa è un'iniziativa importante, il tema è assolutamente attenzionato e importante ed era giusto dare merito e maggior numero di informazioni possibili su tutto quello che il Governo regionale e le strutture regionali stanno facendo. Grazie.

Presidente - Per la replica, il consigliere Planaz ne ha facoltà.

Planaz (RV) - Ringrazio l'Assessore per la risposta molto esaustiva e anche gli uffici per la risposta che ha preparato, però capisce anche lei che l'attenzione su questa malattia è da mantenere molto alta e mi fa piacere che siano state attivate tutte queste precauzioni, sia da parte di tutti gli enti preposti per il contenimento della malattia e anche da parte dei cacciatori.

Abbiamo una posizione geografica, per una volta, di vantaggio perché forse è solo nella parte di Bassa Valle... dico "forse" perché quando si parla di fauna selvatica, le probabilità che animali selvatici si introducano nel nostro territorio senza purtroppo un controllo, che logicamente non è possibile, mentre per la parte di animali domestici c'è tutto un disciplinare da rispettare, ci sono.

Mi fa piacere che si siano attuate tutte le misure del caso, onde evitare che la nostra regione perda la qualifica di "ufficialmente indenne" da questa malattia, perché vediamo che le regioni colpite oggi hanno degli svantaggi non indifferenti (teniamo anche conto della ricaduta negativa che ci potrebbe essere nel turismo).

Mi fa veramente piacere e la ringrazio nuovamente.