Oggetto del Consiglio n. 2803 del 11 ottobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2803/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno del Presidente della Commissione consiliare competente a programmare un'apposita seduta per la valutazione del Piano strategico-industriale 2023-2027 di C.V.A.".
Bertin (Presidente) - Punto n. 6. Per illustrare la mozione, si è prenotata la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Questa mozione è stata presentata il 14 luglio scorso, quindi slittata più volte, ma oggi finalmente arriva all'esame del Consiglio.
Io spero che il tempo trascorso, circa tre mesi, abbia consentito a ogni gruppo e a ogni Consigliere di approfondire la questione perché si tratta di un tema di straordinaria rilevanza per l'intera comunità valdostana.
La politica energetica della Valle d'Aosta e il ruolo di CVA hanno una valenza strategica, sono una questione decisiva per l'economia e anche per l'autonomia.
Per impostare la questione occorre tornare indietro di oltre 23 anni, alla fine degli anni '90, quando la Regione decide d'intervenire per acquisire prima le centrali della Cogne, che allora era azienda di Stato, e poi quelle dell'Enel presenti in Valle d'Aosta.
Bisogna ritornare soprattutto alle motivazioni di quell'operazione, che trovò la sua attuazione nella legge regionale 20/2000, legge che contiene appunto le finalità che si volevano perseguire.
Che cosa prevedeva tale legge? L'articolo 1, che ha come titolo "Finalità", al comma 1 dice in sostanza tutto, cioè che l'operazione di acquisizione delle centrali idroelettriche viene fatta per perseguire gli obiettivi del PEAR, Piano energetico ambientale regionale, cioè gli obiettivi della politica energetica regionale.
Si afferma inoltre, in quelle finalità, che l'attività produttiva deve essere rivolta a impieghi dell'energia nel territorio regionale, per migliorare la qualità della vita dei Valdostani e favorire lo sviluppo sociale ed economico della Valle. Inoltre viene indicato lo scopo di puntare sulle energie rinnovabili e superare l'utilizzo di quelle fossili.
Sono passati 23 anni ma le finalità che erano state previste in quella legge rimangono quanto mai valide ed attuali.
È del tutto chiara ed esplicita nel testo di legge, e nella volontà credo di chi allora l'approvò, che l'operazione che avrebbe portato alla nascita di CVA aveva come scopo dotare la Regione di uno strumento efficace per arrivare a un'autonomia energetica e a perseguire delle finalità sociali, economiche e ambientali.
Dalla metà del decennio scorso sono poi stati messi in atto dei tentativi e delle azioni d'interventi anche sul piano normativo che, a nostro avviso, allontanano CVA dalle finalità per cui è stata costituita. Dapprima c'è stato - lo ricordo - il tentativo di quotare in borsa la società, con tutte le conseguenze che questo avrebbe comportato sull'assetto proprietario, ne abbiamo discusso a lungo anche nella passata legislatura. Poi ci sono stati altri interventi e si è arrivati all'operazione dei bond quotati in borsa, e con altre azioni legislative si è cercato di allentare, forse anche di annullare, il potere di controllo e d'indirizzo della Regione sulla CVA, con l'idea in buona sostanza di farne una società che agisce con una logica di società privata, aggressiva sul mercato - questo è il termine che abbiamo sentito ripetere più volte - e in grado di fare dei grandi utili.
L'ultimo capitolo di questa - a nostro avviso - maldestra azione di privatizzazione è l'approvazione del Piano strategico 2023-2027, che poi è il tema specificatamente affrontato dalla mozione
Noi Consiglieri siamo venuti a conoscenza dell'approvazione di tale Piano da un comunicato stampa della società del 27 giugno 2023. Non c'è stato alcun confronto per la definizione di tale Piano con la Regione, con questo Consiglio, con Finaosta, cioè il Piano è stato redatto e approvato a prescindere dalle intenzioni di chi detiene il 100% della proprietà di questa società.
Allora che senso ha che la Regione e la Finaosta, che sono proprietarie di CVA, non abbiano voce in capitolo sul Piano strategico? Chi definisce gli indirizzi strategici di CVA se non lo fa la Regione che, per legge, l'ha istituita? E poi che senso ha scrivere ogni anno nel DEFR un elenco di ben nove indirizzi strategici che CVA deve seguire se poi, nel momento in cui la società definisce il suo Piano strategico, non si verifica la coerenza di tale Piano con quegli indirizzi che sono stati approvati nel DEFR?
Ho letto velocemente la bozza di DEFR che è arrivata qualche giorno fa e ho visto che nella parte sulla CVA non ci sono più i vari indirizzi ma ci si richiama a quelli precedenti...
Poniamo questi interrogativi con particolare forza anche perché il Piano strategico 23-27 delinea una radicale svolta strategica nell'assetto storicamente definito della CVA in termini di dimensioni dell'azienda, di potenza installata, di capacità produttiva, di dislocazione territoriale degli impianti; una svolta che richiederebbe un'attenta valutazione e una condivisione da parte degli organi politici che sono espressione della comunità valdostana. Questa cosa non è avvenuta.
Nelle premesse della mozione abbiamo indicato alcune caratteristiche notevoli del Piano strategico, ci sono delle modificazioni di produzione e di dislocazione geografica degli impianti.
Il Piano prevede, nell'arco di cinque anni, un raddoppio della potenza installata, determinata in gran parte dall'incremento nella produzione dei settori fotovoltaico, eolico e agrivoltaico.
Al termine del Piano, la produzione idroelettrica dovrebbe rappresentare - dai dati che abbiamo visto anche in quella presentazione a Gressan - il 48% del totale, mentre quella fotovoltaica, eolica e agrivoltaica, rappresenterebbero il 52%.
L'espansione di capacità produttiva avverrà quindi fuori dal territorio regionale, fuori dalla Valle d'Aosta, proseguendo e incrementando delle acquisizioni e degli accordi come quelli che sono stati conclusi da poco con la società Sistemi Rinnovabili di Milano e la società Bonifiche Ferraresi.
Il Piano strategico pone molta cura nel sottolineare il contributo che nei prossimi anni la società darà alla transizione energetica nazionale, però non si dice nulla sulla transizione energetica della Valle d'Aosta, pur avendo la nostra Regione un obiettivo sfidante, che prevede l'abbandono dell'utilizzo dei combustibili fossili al 2040 e quindi va da sé la necessità di una massiccia e diffusa elettrificazione di tutta la società valdostana.
Non si dice nulla sul Piano energetico regionale, sul PEAR, che per ora è a livello di bozza, in corso di definizione, Piano che affronta proprio il tema della transizione energetica della Valle.
A me sembra che qui siamo davanti a un rovesciamento dell'impostazione della legge 20/2000. Allora in quella legge CVA - è descritto - serviva per dare applicazione al PEAR; oggi PEAR e CVA sono due realtà che procedono separatamente, quasi s'ignorano l'una con l'altra, tant'è vero che nel Piano strategico di CVA non c'è nessun riferimento alla bozza di PEAR che è già stato sottoposto alla procedura di VAS, e viceversa, nella bozza di PEAR - su cui come gruppo consiliare, anche su quest'aspetto del rapporto con CVA abbiamo presentato delle osservazioni depositate in VAS - non c'è nessun riferimento al ruolo di CVA.
Nel Piano poi non si dice nulla rispetto alle politiche tariffarie che s'intendono praticare nel quinquennio e nemmeno se s'intende agire per consentire alle imprese e alle famiglie valdostane di utilizzare l'energia elettrica a prezzi adeguati e quindi non distanti da quelli dei costi di produzione.
Non abbiamo trovato nulla rispetto poi alla questione cruciale delle concessioni per l'utilizzo delle grandi derivazioni d'acqua e in particolare sulla volontà della Regione di puntare al percorso che preveda la norma di attuazione dello Statuto speciale con successiva legge regionale.
In sintesi, questo Piano strategico ci sembra lontano dalle finalità della legge istitutiva di CVA del 2000, ma anche lontana dagli indirizzi del DEFR approvati in Consiglio regionale.
Ci pare evidente che di fronte a questa situazione non si possa rimanere silenti e che il tema del Piano strategico debba essere oggetto di valutazione da parte del Consiglio, della sua Commissione competente e, naturalmente, della Giunta. Da qui la richiesta d'impegno al Presidente della Commissione competente a programmare un'apposita seduta per esaminare e valutare i contenuti del Piano strategico. É una richiesta mi sembra abbastanza minimale e crediamo che almeno quest'aspetto non venga negato.
Prima di concludere voglio aggiungere alcune informazioni su una questione che abbiamo voluto approfondire anche sul piano normativo e giuridico.
Quando abbiamo presentato delle interpellanze e delle mozioni - e sono state tante perché ho qui i vari resoconti, a novembre del 2022, a dicembre del 2022, ad aprile ancora dell'anno scorso e poi altre interrogazioni - in varie occasioni ci è stato risposto che la Giunta e la Regione non possono interloquire con CVA sulle scelte di politica tariffaria ma anche sulle scelte di carattere strategico.
Dai banchi della maggioranza, ma anche dai banchi dell'opposizione, si è spesso levato un coro per sottolineare l'autonomia decisionale di CVA, dicendo addirittura in sostanza: "No, è vietato suggerire, è vietato proporre, è vietato interloquire".
A noi pareva una posizione assurda e anche dannosa per il ruolo della Regione, neppure ci pareva fondata sul piano giuridico, però il dubbio ci è venuto perché è normale mettersi in discussione. Abbiamo voluto approfondire la questione e come gruppo consiliare abbiamo affidato una consulenza al professor Caruso, docente universitario di diritto amministrativo, autore di un importante volume, "Il Socio pubblico"; è un'autorità in materia, e gli abbiamo chiesto un parere pro veritate, ponendo delle precise domande.
La nostra richiesta è stata formulata nei seguenti termini: "Premesso che CVA è una società pubblica, interamente di proprietà di Finaosta, a sua volta società totalmente di proprietà della Regione, in che misura è facoltà della Regione Autonoma Valle d'Aosta indirizzare e controllare l'operato di CVA direttamente o tramite Finaosta? In particolare in che misura la Regione e Finaosta possono interloquire con CVA nella definizione del Piano strategico industriale pluriennale e nei suoi aggiornamenti? Infine, in particolare in che misura la Regione e Finaosta possono interloquire con CVA nel rappresentare l'opportunità di eventuali sconti per le famiglie e le imprese residenti in Valle d'Aosta".
Il professor Caruso in un parere di diciotto pagine - che i Consiglieri hanno in mano, perché lo abbiamo trasmesso lunedì - ha analizzato i vari aspetti della questione ed è giunto a delle precise conclusioni. Faccio il punto su due di queste conclusioni:
"La riconducibilità di CVA S.p.A., al novero delle cosiddette società quotate di cui all'articolo 2 comma 1 lettera B del Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, benché determini una significativa riduzione degli oneri pubblicistici, altrimenti prescritti per le altre società a partecipazione pubblica, non interferisce né sui vincoli direttamente posti in capo alla Regione, né sui poteri d'indirizzo e controllo ricavabili dall'ordinaria disciplina civilistica o comunque discendenti dalla legislazione di diritto singolare che ha stabilito il controllo regionale necessario sulla società. La Regione può indirizzare l'attività della società sia indirettamente per il tramite della propria società in house Finaosta S.p.A., cui è formalmente imputato l'esercizio delle facoltà di socio, che direttamente in forza delle prerogative speciali accordate dagli interventi della legislazione singolare che riguardano CVA S.p.A.".
A me sembrano due considerazioni molto chiare, io non ho alcuna competenza di tipo giuridico o legislativo ma, dalla lettura di queste due risposte, a me sembra che sia abbastanza chiaro. Per evitare ogni equivoco, cito anche le ultimissime righe del parere del professor Caruso che dice: "Conclusivamente, per chiarezza espositiva, possono ora richiamarsi i quesiti posti nella richiesta di parere. É facoltà della Regione indirizzare e controllare l'operato di CVA direttamente o tramite Finaosta, la Regione e Finaosta possono interloquire con CVA nella definizione del Piano strategico industriale pluriennale nei suoi aggiornamenti, la Regione e Finaosta possono interloquire con CVA nel rappresentare l'opportunità di eventuali sconti per le imprese e imprese residenti in Valle d'Aosta. La risposta alle tre domande è positiva. La regione, anche a mezzo della propria società in house, Finaosta, è vincolata al controllo societario su CVA S.p.A. e nell'esercizio delle proprie attività direttive di coordinamento, per quanto non possa imporre specifiche condotte, può legittimamente interloquire con la società per garantire la salvaguardia degli interessi regionali".
Nel suo parere il professor Caruso poi ci dice che non solo la Regione può controllare e indirizzare, ma lo deve fare in virtù del suo ruolo.
In conclusione, se il Consiglio regionale esamina il Piano strategico 2023-2027 di CVA e svolge le sue valutazioni, non solo compie un atto che è - a mio avviso - di puro buon senso da parte di chi è il proprietario dell'azienda, ma è anche un comportamento doveroso, ai sensi di legge e del Codice civile, come è affermato in quello che è, credo, un autorevole parere giuridico.
Noi contiamo quindi su un'approvazione della mozione e su un utile approfondimento di questa materia in sede di commissione.
Presidente - La mozione è stata illustrata. Apriamo la discussione generale, la discussione generale è aperta. Si è prenotato il consigliere Aggravi a cui passo la parola.
Aggravi (RV) - Volevo portare da parte del mio gruppo, Rassemblement Valdôtain, alcuni elementi che nascono sia dalla lettura del testo presentato dalle colleghe, sia anche da alcuni passaggi che la collega Minelli ha voluto sottolineare e anche, in parte, dall'interessante parere che le colleghe hanno voluto mettere a disposizione di tutto il Consiglio.
Senza dubbio i rapporti tra socio e azienda sono sempre complessi, non soltanto nell'atto pubblico ma anche nel privato, chi fa azienda lo sa, e guardo sempre con grande simpatia l'assessore Caveri, con il quale sul punto più di una volta ci siamo trovati a discutere e a parlare, perché come spesso succede, è una questione prima di tutto di ruoli e di confini. Giustamente il socio certe cose non le può fare, il management dell'azienda alcune cose non le può fare o altre le deve fare; nel nostro caso abbiamo un problema ulteriore, nel senso che il socio è anche potenzialmente regolatore, ma cercherò di fornire alcuni elementi in più.
In questo senso ci sono due ruoli se vogliamo che sono molto importanti, capitali, e in cui spesso i confini sono molto, molto sottili e vengono invasi da una parte e dall'altra, che è il discorso e la funzione di gestione da quella di indirizzo.
Giustamente la collega Minelli, ma devo dire anche il parere che ci hanno fornito, cita in tutta una serie di passaggi questi due termini - gestione forse più indirettamente, comunque c'è questo passaggio - e ce n'è un altro che è quello del controllo. Sono tre termini estremamente importanti ed estremamente delicati.
Sul ruolo dell'indirizzo, sicuramente al di là della materia di questa mozione, penso che il parere debba essere, e mi auguro che venga esaminato, se non in Commissione, anche da chi tecnicamente si occupa di legislazione regionale e anche da parte delle aziende non soltanto, perché ci sono alcuni elementi, soprattutto dal punto legislativo, che possono essere di interesse per fare un fine tuning o comunque decidere o segnare meglio i confini del ruolo tra socio e azienda, perché - lo sappiamo e semplifico - dallo stop al processo di quotazione in avanti, ci sono stati tutta una serie d'interventi che forse necessitano di una rivalutazione complessiva, ma solo per mettere i puntini sulle I e per non creare dei problemi né al socio né all'azienda ma, ripeto, la mia è stata una lettura purtroppo rapida per ragioni di tempo, ma penso che questo passaggio sia particolarmente importante.
Quello che è gestione e indirizzo io penso che debba anche interessare altri due elementi, quello che è degli indirizzi strategici, perché ci sono degli indirizzi che sono più alti nelle leggi, degli indirizzi nei vari piani, si cita spesso il PEAR (e poi torno), gli indirizzi del DEFR e gli indirizzi che possono essere dati da linee guida da parte della Regione e il Piano strategico.
Il Piano strategico io lo vedo - almeno così l'ho sempre inteso anche nella mia professione - non essere un indirizzo, ma essere una parte e un documento soprattutto gestionale, perché non sono soltanto le fatture: l'azienda emette un documento gestionale, ma soprattutto il Piano strategico, perché il Piano strategico è come il management dell'azienda e mette in pratica quelli che sono appunto gli indirizzi strategici.
Penso che giustamente - e qui arrivo a un altro passaggio - anche il socio indiretto, o per il tramite, debba fare una valutazione, come tra l'altro si è poi previsto anche rispetto agli indirizzi che sono indicati nel DEFR, e come dovrebbe fare l'azienda: un'autovalutazione, del raggiungimento o il mantenimento, ovvero il rispetto di questi indirizzi strategici.
Perché dico che questo passaggio non è banale? Perché un conto è il termine e il controllo, quello che viene citato nel parere - quindi sappiamo che i Consiglieri hanno anche il ruolo degli accessi agli atti - così come Finaosta e il Governo hanno una serie di attività di controllo che possono fare, quindi quello di indirizzo; un altro è quello di influenza e quello di entrare nel merito della gestione; poi qui si può anche fare dell'ideologia ma almeno, per quello che riguarda il sottoscritto e il mio gruppo, è bene che il socio faccia il socio, l'azienda faccia l'azienda, il management faccia il management.
Se il management sbaglia o non raggiunge gli indirizzi è giusto che venga cambiato, se l'azienda non funziona è giusto che il socio e gli stessi organi di controllo dell'azienda facciano il loro mestiere, se il socio (perdonatemi un termine non tecnico) sbarella, quello è il vero problema, perché alla fine è la proprietà in ultimo che si prende le sue responsabilità.
Io penso che questi confini debbano essere mantenuti e ben rafforzati, anche per potenziare il ruolo del socio controllore o del controllo, perché il socio, o comunque chi controlla, deve essere tale ed è efficace se non gestisce ovviamente, perché altrimenti svolge un ruolo differente.
Altra cosa che mi ha molto incuriosito - perché è un messaggio che si dà quasi per scontato ma in realtà, quando lo si mette poi nero su bianco non lo è - è un altro termine che è l'interlocuzione. Nel parere che avete portato, in realtà è il fil rouge che c'è all'interno anche delle premesse di questa mozione, l'interlocuzione avviene spesso.
L'interlocuzione è giusto che ci sia e che sia fatta, è necessaria, ma come già si diceva ieri con un collega che interverrà dopo di me, ci sono tanti modi per interloquire, perché si può parlare informalmente, si può parlare nella sede opportuna, il socio può anche intervenire in assemblea, oppure, se si parla di ente pubblico, l'ente pubblico parla per atti o parla per documenti, anche se ogni tanto poi non si trovano ma se l'interlocuzione è fattiva - mi perdoneranno questa battuta visto il discorso che abbiamo fatto prima - l'interlocuzione dipende come avviene. C'è il modo di fare le cose e su questo forse, come è già stato fatto - adesso non ricordo il numero, l'assessore Caveri sicuramente se lo ricorda - con la deliberazione che metteva nero su bianco la formalizzazione di quelli che erano i rapporti tra le società partecipate e la Regione.
C'è un passaggio che- e qui cerco di concludere e poi mi riservo di ascoltare con interesse chi interverrà dopo e anche la posizione del Governo sul punto - vorrei sottolineare. Spesso e volentieri, e giustamente, anche le colleghe hanno parlato del fatto che nel Piano strategico nulla si dice sul Piano energetico ambientale regionale e si parla anche dell'annosa questione delle norme di attuazione.
Io spero e mi auguro - proprio perché le due cose siano separate, cioè il ruolo di gestore dal ruolo d'indirizzo - che non sia la società che fa riferimento diretto a indirizzi del Piano energetico ambientale regionale, perché nel Piano energetico ambientale regionale non devono essere dati degli indirizzi puntuali a una società ancorché di natura pubblica (Mi correggo subito collega Minelli, non si preoccupi). Può CVA far riferimento, come può fare anche riferimento la Società Aggravi Energie che dice "Siccome operiamo in un mercato in cui ci sono uno o più piani energetici ambientali" - perché magari ho delle centrali che non sono solo in Valle d'Aosta - si può fare riferimento, ma sinceramente mi preoccupa meno questo passaggio rispetto al fatto che invece, nel Piano di CVA, nulla si dica per assurdo rispetto agli indirizzi che vengono dati ad esempio a livello di DEFR e a livello di legislazione, se la riguardano.
Per quello che riguarda le concessioni, sinceramente a me non stupisce assolutamente che il Piano di CVA nulla dica; io mi auguro che CVA abbia un Piano di Work case nel caso in cui ci siano delle situazioni che nessuno si augura non favorevoli ai rinnovi o alla riassegnazione delle concessioni, ma questa è un'altra cosa, questo è un fatto aziendale e per questo ogni azienda ha dei piani di emergenza per capire che cosa fare. Sinceramente non è il gestore che deve dire qualcosa, ancorché formalmente, perché può dirlo in determinati tavoli ma nel suo piano strategico oggettivamente io non mi aspetto e mi auguro che non ci siano questi passaggi. E lì forse è il vero punto che più di una volta ci ha trovato in posizioni divergenti e ci troverà sempre: un conto è quello che devono fare i regolatori, un altro conto è quello che invece deve fare l'azienda, quindi non mi stupisce assolutamente, anzi, sono contento che non si vada, anche in questo caso, a invadere un campo.
Mi preoccupa che non se ne sappia più niente ma su questo penso che ci sarà modo di tornare e di parlare.
Su questo punto io penso che sia fondamentale oggi e da qui in avanti fare un ragionamento, sia per prendere spunto eventualmente - io me lo auguro - di alcuni passaggi che sono fatti all'interno del parere, tra l'altro uno non banale che ho molto apprezzato che riguarda quello dell'opportunità di rappresentare eventuali sconti per le famiglie e le imprese residenti in Valle d'Aosta o ovunque. Quello che è stato scritto e che è un passaggio non da poco è che noi qui facciamo sempre facili i conti in casa, però poi non bisogna mai andare - perché altrimenti saremmo dei pessimi soci - a toccare l'equilibrio finanziario non soltanto dell'azienda in sé ma anche poi dello stesso socio che si perde dei ritorni che poi può utilizzare in altre maniere. Quello dell'equilibrio economico-finanziario è il grande mistero della politica, perché spesso facciamo dei grandi piani ma ci dimentichiamo che poi i bilanci si chiudono sempre a consuntivo, ma questa è più una battuta, però l'ho apprezzato perché giustamente anche gli indirizzi che vengono dati, ancorché non puntuali e definiti - perché altrimenti si sta facendo gestione - è giusto che tengano conto di questa misteriosa parolina che, spesso nella politica e non solo, ci si dimentica che è l'equilibrio economico-finanziario. Questo lo dico perché è ben rappresentato all'interno del parere.
Io ricordo che era già stata oggetto di discussione nell'ambito delle possibili audizioni sul Piano energetico ambientale la possibilità di avere un'audizione nella Commissione deputata con CVA, e anche con DEVAL e quant'altro, anche perché legata - se vogliamo - più che a un interesse diretto alle due realtà, a quello che era il contesto anche dei prezzi energetici e quant'altro, e purtroppo devo dire che forse è ancora più impellente, visto quello che sta succedendo nell'area di quella che veniva chiamato Asia minore o comunque del Mediterraneo in generale.
Ricordo che comunque il Governo si era già dato disponibile a fare questo passaggio, quindi io mi auguro e penso che poste le questioni che ho detto, che secondo me sono fondamentali e capitali, io penso che un'audizione, al di là della natura e dei contenuti del Piano strategico industriale di CVA, si possa anche fare per fare una mise au point rispetto a quello che era già stato fatto e da parte del Governo, c'era già disponibilità.
Un ultimo appunto, anche qui visto che i termini sono importanti, nell'impegnativa ci sono anche due termini che, sapendo chi ha scritto, perché la prima firmataria è molto precisa... un conto è l'esame, l'altro è la valutazione.
Sulla valutazione non vorrei superare i confini di cui ho parlato, ma questo sta poi anche alla Commissione, perché giustamente le Commissioni devono anche valutare tutto quello che gli viene proposto, perché altrimenti sarebbero soltanto dei luoghi di ascolto, invece abbiamo un mandato ben diverso.
Sinceramente questo è il contributo che volevo dare al dibattito e soprattutto io mi auguro che ci sia la possibilità anche di approfondire di più i contenuti dell'interessante parere che le colleghe hanno reso disponibile nella giornata di ieri.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Ringrazio anche io, come ha fatto il collega che ha preceduto le colleghe, per aver portato all'attenzione del Consiglio quest'argomento che è molto significativo e pregnante per l'attività della Regione e anche per aver messo a disposizione il parere del professor Caruso, che è ricco di spunti.
È noto che a livello ideologico anche su questo argomento abbiamo distanza di visione con le colleghe di PCP, tuttavia credo che ci possano essere delle riflessioni da fare in questa fase perché è noto che dal 2016-2017 ci siamo spesi in tutti i modi e con tante energie per cercare di rendere l'azione della società più agile, per far sì che possa lavorare meglio nel libero mercato. Si è superato il discorso della legge Madia con la questione del Bond che ha consentito alla società di poter essere sicuramente più performante nel percorso di crescita. Tuttavia questo parere, che è molto articolato, credo che evidenzi bene qual è la situazione della società. Da una parte c'è una società che deve operare nel libero mercato con il rispetto delle regole previste dal Codice civile, che danno una grossa autonomia gestionale, dall'altra invece c'è il contenuto pubblicistico, che discende dal fatto che la società è 100% pubblica, controllata direttamente da Finaosta che, a sua volta, è controllata dalla Regione, quindi s'innestano tutta una serie di ragionamenti sulla singolarità di questa società rispetto a molte altre.
Abbiamo potuto apprezzare delle considerazioni che sono state esplicitate in questo parere che sicuramente danno conto della difficoltà che c'è, anche interpretativa dei ruoli di tutti i soggetti interessati, a partire dalla Regione e Finaosta e poi la medesima società e i suoi amministratori; ne discende un quadro che sicuramente offre degli spunti e sarà da verificare con attenzione, perché abbiamo ricevuto questo parere due giorni fa e non è sicuramente stato facile da parte nostra prenderne coscienza con la dovuta attenzione.
Tuttavia ci sono alcuni spunti che sostanzialmente, come dicevo, evidenziano questo duplice aspetto, e anche chiariscono quelli che sono anche delle necessità e dei doveri da parte del socio controllante, dare degli indirizzi che poi devono essere sostanzialmente in qualche modo recepiti nella gestione, anche se viene ben evidenziato che gli amministratori restano gli unici responsabili della gestione.
C'è un passaggio interessante dove si dice: "Tuttavia tale attività, per sua natura, non si traduce in un assetto procedimentalizzato di poteri né in meccanismi che sottendono in qualche potere sostitutivo, perché gli amministratori, quali unici responsabili della gestione, sono formalmente abilitati a disattendere ogni direttiva della Regione o del socio Finaosta".
Questo credo che sia un passaggio importante da sottolineare e sul quale occorrerà soffermarsi poi con attenzione.
Al di là di questo, vengono anche esplicitate - e l'ho trovato molto curioso anch'io - le modalità con le quali ci si può rapportare tra socio e società, addirittura vengono richiamate delle modalità informali d'interlocuzione; probabilmente, anche sotto quest'aspetto, bisognerà fare qualche riflessione, perché siamo un ente pubblico e il colloquio informale forse è l'ultima delle modalità che si può adoperare, sarebbe bene trovare dei metodi che sono proceduralizzati sotto questo profilo.
Pertanto riteniamo che, al di là della condivisione delle premesse su cui ognuno rimane con delle proprie idee, - perché vengono esplicitate anche delle considerazioni che non sempre si possono condividere -, quello che è l'obiettivo dell'impegnativa è un obiettivo che, secondo noi, può essere condivisibile nella misura in cui si chiama la società per dare nella dovuta sede, che può essere anche la Commissione consiliare, illustrazione delle strategie gestionali adottate, delle quali è stata data ampia comunicazione esterna all'istituzione della Regione.
Questa crediamo che sia una cosa che deve essere fatta per dare anche al Consiglio regionale, nella sua qualità di controllante indiretto, di poter avere piena contezza delle strategie di un piano strategico 2023-2027 che è stato adottato.
Presidente - Siamo in discussione generale della mozione al punto n. 6 dell'ordine del giorno. Chi vuole intervenire nella discussione generale è pregato di prenotarsi. Non vedo richieste d'intervento, chiudo pertanto la discussione... Consigliere Rollandin vuole intervenire? Ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Le osservazioni fatte su questo tema di fatto segnalano che il tema è molto difficile, per le ragioni che sono state esplicitate. L'esigenza di capire in che termini si può mantenere una continuità della presenza e soprattutto del modo con cui viene utilizzato e utilizzabile dalle società che poi ne occupano.
Non è banale, e ancor meno facile, trovare il modo che il tutto sia equilibrato. Purtroppo ci sono state fino a oggi delle situazioni con delle varietà molto esigenti e penso che, per poter validamente indirizzare il tema, ci debba essere una situazione che, in un tempo previsto, possa dire i termini con i quali si lavora e come si può arrivare a una definizione.
Oggi noi abbiamo sentito che ci sono ancora una serie di temi che non hanno ancora trovato la loro conclusione. Questo è essenziale, perché il tempo su questo tema è difficile, perché si toccano tutte le processioni che noi abbiamo visto fino adesso dalle società come l'hanno proposto e soprattutto sono ancora in fase di modificazione, tenendo conto delle prospettive a livello nazionale, di che cosa succede per mantenere questa possibilità per gli enti della nostra Regione, in più con le esigenze che stanno venendo anche dalle zone che sono vicine alla Valle d'Aosta, e lo abbiamo già sentito e visto, questo.
Ora noi dobbiamo trovare un metodo che permetta di non dissipare questa possibilità.
Noi abbiamo sicuramente oggi la possibilità di riprendere questo tema in poco tempo e dare la possibilità di valutare un anno o due su questi temi per riuscire a capire fino a dove si potrà continuare. É una delle risorse importanti della nostra regione che può dare e può completare alcuni elementi che già esistono, dando la possibilità di ottenere delle risorse per quanto riguarda le nostre zone, dalle più difficili alle più facili.
Io credo che su questo vada fatto un riesame di quelli che sono i conteggi fino ad oggi fatti per capire in che termini l'aspetto economico troverà una risorsa e in quanto potrà attivare, nelle valli laterali in particolare, delle soluzioni che sono attese ormai da tanto tempo.
Molto è già stato detto, quindi non ripeto delle osservazioni che vanno nella giusta direzione, bisogna dare la possibilità di capire in che termini, con questo problema, noi diamo la possibilità a tutti di essere compatibili con le risorse che per fortuna abbiamo in tutta la Valle.
Non credo che siano da ripetere molti degli aspetti che sono già stati enunciati e che noi approviamo.
Presidente - Vuole intervenire ancora qualcuno in discussione generale? Non vedo richieste, chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, replica il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - Una replica molto breve. Abbiamo ascoltato la collega Minelli che ha chiarito la presentazione della mozione anche con il lavoro del professore di Cosenza che ha fornito una disamina in merito alla tematica che il gruppo della collega ha voluto sottoporgli, dando anche delle risposte a interpellanze, anticipando anche che l'interpellanza verrà discussa in questa sede durante questi due giorni di Consiglio.
Al netto di queste considerazioni che, come direbbe il mio collega Marguerettaz, denotano ancora una volta delle convinzioni scolpite sulla pietra, noi in merito alla mozione siamo assolutamente d'accordo che possano essere auditi in Commissione il CDA, il Presidente o l'amministratore delegato della CVA, in modo che ci sia una disamina e una valutazione in merito al Piano strategico, che poi è l'oggetto dell'impegnativa, quindi voteremo a favore della mozione.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Ringrazio i colleghi che sono intervenuti e che hanno portato le loro considerazioni anche con delle osservazioni sicuramente importanti e che credo ci sarà poi il modo di approfondire anche successivamente.
Riguardo all'intervento del collega Aggravi, che ha posto l'accento in modo particolare sui termini e il valore della terminologia, lo condivido assolutamente; ricordo che nelle iniziative precedenti, che noi avevamo depositato e che sono state discusse nel corso di oltre due anni in questo Consiglio, noi avevamo sempre parlato di necessità d'interlocuzione con la società, ben inteso portando la nostra posizione e le richieste che, secondo noi, potevano essere formulate, ma a fronte anche dell'utilizzo di quella terminologia, la risposta era sempre stata: "No, perché c'è questa autonomia e quindi noi non interferiamo in qualche maniera".
Poi è chiaro che la situazione del controllo è un'altra, ma ciò che emerge dal parere - e mi sembra anche dalle considerazioni dei colleghi - è che questa funzione d'indirizzo, che è peraltro prevista dalla legge istitutiva della società, viene messa in luce in maniera molto evidente dal parere e viene anche riconosciuta; quindi quando si parla d'indirizzo, ovviamente non si parla di gestione, sono due cose diverse, ma noi non abbiamo mai parlato di gestione, abbiamo chiesto di poter intervenire sugli indirizzi. Ben inteso, sono degli indirizzi che hanno una rilevanza strategica.
Ho poi capito dal collega Aggravi che non bisogna pensare di poter intervenire su un Piano di gestione, il Piano strategico gestisce tutta la politica della società, però io rilevo che si chiama Piano strategico, quindi quando parliamo di strategie, credo che queste debbano discendere anche da indirizzi.
Sulla questione della politica tariffaria, anche qui sappiamo benissimo che ci sono delle regole, che ci sono delle condizioni, che ci sono degli istituti statali da cui non si può prescindere nel momento in cui si arriva alla determinazione del prezzo dell'energia, ci è stato spiegato bene, ma è una cosa che anch'io che non ho delle competenze ho capito; quello che rilevo però è che anche in occasione dell'ultima comunicazione che c'è stata riguardo alle bollette, e parlo di questo prezzo bloccato per i sette anni con una modifica unilaterale del contratto che chi non vuole accettare deve in qualche modo dirlo, anche su questo io rilevo che noi - non so gli altri - lo abbiamo saputo da un comunicato stampa.
A me sembra che una questione di così grande importanza per tutta la comunità, per la comunità valdostana, riguardo al prezzo delle sue bollette, forse non si può esaurire in una conferenza stampa a cui hanno partecipato gli operatori dell'informazione. Io credo che su quello, quantomeno un'informativa, una spiegazione, una discussione, per capire le posizioni che ci sono, poteva esserci.
Su questo, e lo avevamo già detto in passato, a noi è parso che ci sia stato, da parte della Regione, che sicuramente ha voluto con gli interventi legislativi - come diceva il collega Marquis - assicurare velocità, capacità di gestione più semplice per permettere a CVA di agire sul mercato in modo rapido e incisivo, un abdicare a quello che, invece, per legge istitutiva di CVA, dovrebbe essere il ruolo della Regione.
Sull'intervento del collega Marquis che ha citato un passaggio importante del parere del professor Caruso, cioè quello secondo cui gli amministratori possono disattendere gli indirizzi della Regione, direttamente o per il tramite di Finaosta, forse non ha letto tutto il pezzo del parere perché non ce n'era neanche il tempo, ma si dice anche che questi amministratori, qualora disattendano gli indirizzi della Regione, possono essere revocati.
Il fatto stesso che ci sia questa designazione di nomina e di revoca, significa che la Regione ha questo ruolo che le è stato dato inizialmente, che è un ruolo anche di controllo.
Ringrazio anche il collega Rollandin che ha messo in luce che il tema è complesso, questo lo sappiamo, il tema è complicato, non abbiamo mai avuto la certezza granitica e la presunzione di credere che cosa fosse giusto e vero, tant'è vero che abbiamo chiesto un parere.
Devo dire in maniera molto tranquilla e serena che con la collega Guichardaz poi ne abbiamo parlato. Ho insistito particolarmente per chiedere questo parere, perché a fronte di tutto quello che io ho sentito e ho ascoltato - perché ho l'abitudine di ascoltare quello che viene detto e non soltanto di alzare gli scudi - mi è venuto il dubbio che stessimo dicendo cose che non poggiavano su dei fondamenti solidi, su delle basi giuridiche esistenti, e per essere sicure che non ci stessimo inventando niente; il parere, come avete visto, è articolato e mette in luce tutti gli aspetti che hanno portato ad avere un carattere privatistico di questa società, ma sono anche stati sottolineati gli aspetti pubblicistici.
Sarà interessante esaminarlo con cura; è stato inviato a voi, è stato inviato alla società CVA. Io credo che anche i tecnici che in Regione si occupano di legislazione possano poterlo utilizzare. A noi se viene utilizzato e viene esaminato ovviamente fa piacere perché da una parte volevamo un conforto, se c'era, alle nostre tesi, dall'altra è un contributo che si dà alla discussione, come mi sembra che sia logico se si vuole lavorare in un'ottica costruttiva.
Il Presidente Testolin mi ha confusa con la collega Morelli, ma per me è quasi un onore. Io ho grande stima della collega Morelli, quindi il lapsus è assolutamente scusato, un po' meno la battuta successiva, cioè l'auspicio della sostituzione, ma tant'è sappiamo da che parte stiamo, gli uni e gli altri. Poi ho già avuto modo di essere paragonata ad altre figure, in diminutio: alla Viglino, alla Morelli, vedremo la prossima volta quale sarà il paragone.
Il Presidente ha detto: "Al netto delle considerazioni che denotano certezze scolpite sulla pietra". Io certezze scolpite sulla pietra, riguardo a tutte queste materie in particolare, non ne ho. Ne ho altre che discendono invece da questioni valoriali, ma su questo non aprirei un dibattito.
Mi sembra di aver capito dalle parole del Presidente - me le sono segnate - che si possa audire in Commissione la società sul Piano strategico per una disamina e una valutazione, quindi se la direzione del Governo e della maggioranza è quella, noi ringraziamo per l'accoglimento della mozione che peraltro, come ho detto, ha un impegno abbastanza blando, che è proprio quello di potersi confrontare.
Presidente - Si è prenotato il Consigliere Aggravi per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Sì, Presidente, per confermare il voto favorevole all'impegnativa. Sulle premesse io non chiederò nessun tipo di sistemazione di contenuti per il semplice fatto che quello che conta è l'impegno e sull'impegno ci eravamo già espressi a favore.
Voglio soltanto puntualizzare ancora un passaggio rispetto a quello che ha detto la collega Minelli, ma solo per dovizia di particolari. Io essendomi occupato più di banche, ho una deformazione, però nelle banche l'organo con supervisione strategica, quindi chi si occupa di strategia, non è il socio è il CDA, l'organo che si occupa di gestione sono gli amministratori delegati o i direttori generali. Gli organi che si occupano di controllo, sono quelli previsti dalla struttura sia regolamentare sia quelli aziendali perché oggi l'Internal Audit in Italia è sì regolamentata ma in maniera molto blanda ...il Collegio sindacale, e guardo il collega Marguerettaz che ne sa sicuramente più di me.
Gli indirizzi del socio possono essere dati sia al gestore, sia allo stratega, sia al controllore, perché il socio si augura che gli organi di controllo facciano il loro mestiere per salvaguardare l'azienda e il patrimonio aziendale, che lo stratega, anche nominando i suoi membri, metta in campo delle strategie corrette e opportune, sempre per salvaguardare gli obiettivi aziendali e l'equilibrio economico-finanziario, ma non è il socio lo stratega, c'è una delega indiretta e diretta che il socio dà nominando gli amministratori, e sul gestore ancora di più ci può essere un'ulteriore delega perché il CDA ovviamente a sua volta controlla e indirizza la gestione.
Gli indirizzi devono stare alti, gli indirizzi non sono la strategia, è come se io le dicessi: "Andiamo a Fontainemore". Per andare a Fontainemore ci sono tanti metodi, possiamo andare in auto, possiamo andare a piedi, possiamo andare con l'elicottero.
Quella è la strategia, poi il pilota ci farà la gestione o ci dirà come definire le cose e ci sarà chi controlla che andiamo alle velocità consentite e che rispettiamo la normativa.
Adesso l'ho banalizzato per renderlo più comprensivo, però ognuno, à chacun son rôle, e soprattutto est modus in rebus, perché altrimenti se usciamo dai perimetri, anche dal punto di vista formale - perché comunque nei documenti aziendali la forma è sostanza, come anche in amministrazione - le cose possono anche essere pericolose, nel senso che rischiamo ognuno, non soltanto noi soci, ma tutti.
Poi è vero che noi siamo dei soci strani, perché all'interno del Consiglio possiamo quasi dire che c'è una tutela delle minoranze che oggi, in una società non quotata, non c'è. Le società quotate hanno anche amministratori di minoranza.
Forse gli accessi agli atti, perdonatemi il paragone, possono essere quasi visti come una sorta di azioni fatte da dei soci di minoranza, non è previsto, perché la normativa delle società quotate e l'amministrazione e la politica sono cose diverse, però se vogliamo il controllo ulteriore che possiamo dire che hanno le società partecipate - può anche essere, visto questo - ma deve essere un controllo, non un indirizzo e non un'influenza su quello che fanno gli strateghi, i gestori, e neanche i controllori, perché il Collegio sindacale non deve essere influenzato dall'azione dei soci di minoranza che possono essere anche alcuni Consiglieri, in senso ovviamente lato, non voglio assolutamente cambiare il diritto commerciale, ho altre cose da fare.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, possiamo mettere in votazione la mozione al punto 6 all'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
La mozione è approvata all'unanimità.
Con questa mozione sospendiamo brevemente il Consiglio per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 11:11 alle ore 11:31.