Oggetto del Consiglio n. 2786 del 28 settembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2786/XVI - Interpellanza: "Valutazione in ordine all'apposizione del divieto di balneazione per alcuni laghi della regione".
Bertin (Presidente) - Punto n. 44. Illustra l'interpellanza il consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - L'estate per la maggior parte degli Italiani è sinonimo di vacanze, relax e finalmente qualche giorno di ferie, ma non solo, le vacanze rappresentano anche un buon motivo per poter fuggire dalle città, sempre meno vivibili a causa di quest'ondata di caldo anomalo percepito nei mesi estivi. Ricordo che a livello globale l'estate 2023, e non me ne voglia il collega Perron, si è rivelata come la stagione più torrida mai registrata negli ultimi anni, con una temperatura media di oltre i 16 e i 17 gradi. Un caldo anomalo che aumenta ogni estate, causato in gran parte dal riscaldamento globale e dalla crisi climatica in corso e che porterà, secondo gli studiosi, a temperature medie sempre più alte, a maggiori ondate di calore e a maggiore siccità. Appare chiaro ed evidente che per chi vive e abita nelle grandi città il mare o, meglio ancora, la montagna rappresenta il luogo adatto per fuggire dal caldo e dalla canicola. La montagna rappresenta così il posto adatto per respirare aria pura, per fare delle attività all'aperto e per fare delle gite alla scoperta dei laghi di montagna. Per questi motivi e in questi ultimi anni i laghi di montagna sono stati presi d'assalto da numerosi turisti, e non solo, nella speranza di poter trovare un po' di refrigerio e - perché no? - in alcuni casi anche quello di fare un tuffo rinfrescante.
Vorrei ricordare che il catasto dei laghi valdostani consta di due insiemi: quello ARPA di 707 laghi e quello RAVA, che è sovrapponibile al precedente, per 418 laghi. I laghi alpini con le loro acque cristalline sono diventati una destinazione per un rigenerante weekend. Va evidenziato che i laghi di montagna non sono molto adatti alla balneazione, in particolar modo perché questi specchi d'acqua ospitano habitat e biodiversità differenti; un patrimonio naturale da conservare e da tutelare come previsto dal piano di tutela delle acque. Per queste ragioni ed evidenziato che alcuni laghi alpini presenti in altre regioni, come in Trentino, risultano balneabili, si interpella il Governo regionale per conoscere se i laghi presenti nella nostra regione sono balneabili e se si intende procedere a una valutazione dei casi in cui sia necessario segnalare il divieto di balneazione a tutela dei fruitori della nostra montagna e dell'ecosistema.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie collega, la ringrazio per quest'iniziativa. Il fatto che sia stata posta ci dimostra che la montagna stia cambiando per una maggior frequentazione, per le condizioni climatiche mutate, quindi un aumento della temperatura che spinge le persone a trovare refrigerio laddove è presente l'acqua e anche i laghi non sfuggono a questa situazione, specie in questi anni di temperature elevate ad alta quota. Inizierò dal quesito 2 per una questione di comprensibilità, quindi quale sia la normativa di riferimento. Da un punto di vista normativo, l'acqua per poter essere utilizzata deve possedere determinate caratteristiche. Le norme che a livello nazionale disciplinano la tematica delle acque destinate alla balneazione sono il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006: "Norme in materia ambientale", il decreto legislativo n. 116 del 30 maggio 2008 recante: "Attuazione della direttiva 2006/7 CE" relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e abrogazione della direttiva 76/160 CE. A livello generale, affinché un corpo idrico possa essere considerato balneabile, occorre che la Regione ne definisca appositamente tale destinazione, quindi acque a specifica destinazione, ai sensi dell'articolo 83 del decreto legislativo 152/2006, quindi che svolga i controlli periodici, soprattutto di tipo batteriologico, affinché le acque utilizzate per la balneazione non generino problemi alla salute umana.
In Valle d'Aosta il Consiglio regionale con la deliberazione n. 1788 dell'8 febbraio 2006 ha provveduto ad approvare il piano regionale di tutela delle acque, noto come PTA, andando, tra l'altro, a definire i differenti corpi idrici anche in funzione della loro specifica destinazione. A tal proposito si evidenzia che il Consiglio con tale atto pianificatorio non ha espressamente voluto definire precisi e definiti corpi idrici destinati alla balneazione in quanto le condizioni climatiche della Regione, il regime idraulico dei torrenti e l'ubicazione geografica in relazione alla loro quota media, le basse temperature medie delle acque stesse sono tali da non ritenere necessaria una loro classificazione in tal senso. Lo stesso aggiornamento del PTA in corso di predisposizione si è mantenuto sulla stessa linea.
Riguardo al primo quesito: "se sono balneabili i laghi della nostra regione", da quanto sopra evidenziato ne discende che nel territorio regionale, poiché è prevista una specifica procedura di individuazione delle aree balneabili, questo porterebbe a ritenere tutte le altre non balneabili. Questo non perché non in possesso dei requisiti di balneabilità previsti dalla norma, ma solo perché le stesse non sono mai state oggetto di una classificazione e di una verifica dei requisiti previsti dalla normativa. Divieti di balneazione specifici ed espressi possono però essere previsti per alcune tipologie di specchi d'acqua da disposizioni specifiche: ad esempio, il calendario ittico, annualmente approvato con deliberazione della Giunta regionale, prevede il divieto di balneazione, ma anche le immersioni subacquee, il transito con barche o altri natanti nelle riserve di pesca senza ovviamente la preventiva autorizzazione dei soggetti preposti alla gestione. Nel 2023 nessuna riserva di pesca gestita dal Consorzio regionale pesca interessa i laghi, mentre sono presenti le seguenti riserve a gestione privata: il lago Layet a Saint-Marcel, il lago Gover a Gressoney-Saint-Jean e il lago Vargno nel comune di Fontainemore. Per gli specchi d'acqua all'interno delle aree protette può essere però previsto il divieto di balneazione dai rispettivi piani di gestione o dalle norme di istituzione di tali aree naturali protette, così come è effettivamente previsto dagli enti di gestione del Parco nazionale del Gran Paradiso e dal Parco naturale del Monte Avic e dalla struttura Biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette dell'Amministrazione regionale per le riserve naturali regionali. Per i casi specifici ulteriori divieti di balneazione potrebbero essere previsti dalle località di autorità di pubblica sicurezza, ovvero dai Sindaci, per motivi di sicurezza non sempre legati a problemi sanitari ma anche a causa di dissesti gravanti sul corpo idrico. Come detto, attualmente il divieto dove è previsto è basato più su questioni ambientali o di biodiversità che su ragioni sanitarie in quanto, per rendere balneabili i laghi, è necessario che la Regione individui formalmente i corpi idrici volti a tale specifica destinazione e quindi li sottoponga a periodici controlli riguardanti i requisiti igienico-sanitari delle acque.
In merito all'insediamento di eventuali attività turistiche che presuppongono anche il requisito di balneabilità delle acque: ad esempio, stabilimenti balneari lacustri, occorre inoltre che siano assicurati i necessari requisiti di sicurezza per gli utenti e garantito il servizio di vigilanza e di assistenza ai bagnanti. Tali aspetti autorizzativi tuttavia sono di competenza del Sindaco del Comune dove l'attività deve essere insediata. È quindi questa l'autorità competente, previa valutazione dei requisiti igienico-sanitari delle acque, che potrebbe eventualmente avanzare richiesta alla Regione affinché possa procedere alla classificazione del corpo idrico quale ambiente espressamente destinato la balneazione, quindi, in caso affermativo, assumendosi le responsabilità relative sulla sicurezza e sulla vigilanza delle attività turistiche e commerciali ivi insediate. Si evidenzia infine che sempre al Comune in cui ricadono le acque destinate alla balneazione spetterebbe il compito di apporre l'apposita segnaletica.
Terzo quesito: "se si intende procedere a una valutazione dei casi in cui sia necessario segnalare il divieto di balneazione a tutela dei fruitori della nostra montagna e dell'ecosistema". Con riferimento quindi allo specifico quesito: se si intende procedere in questa direzione, bisogna procedere a una valutazione dei casi in cui sia necessario segnalare il divieto di balneazione a tutela dei fruitori della nostra montagna e dell'ecosistema. Già adesso per determinati casi questo avviene sia attraverso il calendario ittico, sia da parte degli enti gestori delle aree protette come detto poc'anzi. Il Comune potrebbe attivare la procedura prima esposta onerosa per classificare e quindi ammettere e vietare la balneazione, ma nessun Ente locale - capiamo bene il perché in un contesto dove la balneazione sarebbe comunque limitata a pochissimi giorni all'anno - ha intrapreso questo percorso. I prossimi anni ci potranno dire, a fronte dei cambiamenti climatici e del possibile aumento della pressione sui nostri territori da parte delle persone, se intraprendere questi percorsi autorizzativi. Per il momento certamente dobbiamo puntare più a una corretta informazione del turista e delle persone che frequentano la montagna piuttosto che a una moltiplicazione della segnaletica, che, di fatto nel nostro caso, andrebbe posta a tappeto e in modo quanto meno invasivo e poco efficace.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta e per aver fatto un po' di chiarezza in merito alla balneabilità dei laghi di montagna. Vorrei far presente che dal sito Internet, il Lago Blu di Cervinia è inserito come lago balneabile e anche il lago di Arpy, quindi se le informazioni non sono corrette, a mio avviso, andrebbero rimosse. Il fatto di classificare i laghi di montagna come balneabili oppure no, secondo noi, ha due aspetti importanti: il primo è quello, come ha detto anche lei, giustamente di tutelare questi specchi d'acqua che ospitano biodiversità e habitat differenti; il secondo invece è che si potrebbe creare attorno a questi laghi di montagna, dove possibile, un tipo di turismo lacustre, un turismo che da anni è in crescita nel nostro Paese, che consenta magari di fare escursioni a piedi, in mountain bike, quindi nel rispetto più totale dell'habitat circostante. Ricordo inoltre che spesso, in prossimità dei laghi di montagna mancano i divieti di balneazione e il personale preposto a vigilare.
Mi auguro che quest'iniziativa abbia fatto un po' di chiarezza su questo tema. L'ambiente naturale che ci circonda va conosciuto, amato e rispettato.
Presidente - Dopo quest'interpellanza sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per permettere di arieggiare i locali. I lavori riprenderanno tra una decina di minuti.
La seduta è sospesa dalle ore 17:15 alle ore 17:44.