Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2764 del 28 settembre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2764/XVI - Interrogazione: "Conferma dell'autorizzazione alla caccia della lepre variabile e della pernice bianca nel periodo stabilito dal calendario venatorio 2022/2023".

Bertin (Presidente) - Punto n. 22. Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (AV-VdA Unie) - Nell'interrogazione si chiede se la bozza del Piano faunistico, con le valutazioni sulla pernice bianca, è stata approvata e quando lo sarà.

La predisposizione della bozza del nuovo Piano regionale faunistico venatorio è ultimata e nelle prossime settimane si procederà all'avvio in VAS (Valutazione Ambientale Strategica), per poi procedere con l'iter amministrativo che arriverà e culminerà con l'approvazione in Consiglio regionale.

"Se lo studio sopracitato sulla lepre variabile è concluso e sono quindi disponibili i relativi dati": in merito alla lepre variabile, sono stati presi degli indici di abbondanza della specie in undici aree in tutta la regione. In queste undici aree, si sono rilevati 315 indici di presenza con un dato ICA (Indice Cinegetico di Abbondanza) che è superiore alla media. Quindi, questo ci permette di dire che vi è, in tutto il territorio regionale, un'abbondanza della specie.

Ciò significa che il nostro ufficio regionale competente ha, di fatto, autorizzato, o meglio, ha ritenuto di poter autorizzare, il prelievo, compatibilmente ovviamente con la conservazione della popolazione.

I dati sono sicuramente bassi, sono inferiori alla decina, sia per la lepre che per la pernice bianca, e questo Piano di prelievo è già stato presentato ad ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha presentato un parere favorevole. Quindi, in questi giorni verrà comunicato il tutto al Comitato venatorio per poi procedere con questi abbattimenti, proprio alla luce dei dati raccolti e degli studi fatti.

Presidente - Per la replica ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Grazie Assessore delle risposte, poi le chiederò qualche delucidazione nel merito, perché non mi è tutto chiaro.

Sulla questione della riapertura della caccia alla lepre e alla pernice, in spregio alla mozione del 2019 che la sospendeva per almeno cinque stagioni venatorie, e comunque non prima di aver ricevuto i risultati degli studi scientifici previsti, siamo intervenute più volte. L'interrogazione era stata formulata a seguito della documentazione che ho ricevuto durante l'estate con accesso agli atti, e proprio perché lì si faceva riferimento a questa bozza, se ne citavano delle parti e non era del tutto chiaro quello che sarebbe successo. Ora, dalle risposte abbiamo appreso che la bozza del Piano è ultimata e andrà in VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Ricordo che il Piano precedente era quello che aveva durata fino al 2012, quindi siamo in ritardo di ben undici anni: è una cosa da sottolineare perché mi sembra una data significativa.

Riguardo allo studio sulla lepre, lei ha detto che sono stati presentati questi indici in undici aree, trecentoquindici indici di presenza, dato superiore alla media, eccetera... e che l'ufficio ha richiesto la possibilità del prelievo. Un piano di prelievo inviato a ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha dato parere favorevole.

Io non ho capito bene dalla sua risposta, ma le chiederò magari di avere il testo, quella che è invece la situazione della pernice bianca, perché lei ha fatto riferimento solo agli indici della lepre.

La mia quarta domanda chiedeva se il calendario venatorio, che è già stato pubblicato con le date stabilite per la caccia alle due specie citate, sarà confermato o annullato. Lo chiedo perché la data è il primo ottobre; oggi è il 28 di settembre, la comunicazione non so quando arriverà, forse nel weekend, però per ora di comunicazioni ufficiali non se ne sono viste.

Al di là però di queste risposte, quello che voglio far notare è che nello studio sulle proposte gestionali per i galliformi alpini che ho avuto modo di leggere, perché ho ricevuto questa bozza, c'è un'affermazione dei colleghi francesi che è molto significativa. Non la sto a leggere, ma invito chi vuole farlo, e dice proprio che gli sforzi che sono stati messi in campo devono essere mantenuti. Poi è importante quello che scrivono i nostri responsabili regionali, che dicono: "La gestione venatoria dei galliformi alpini in Valle d'Aosta, intesa come parte attiva della conservazione, potrà prevedere l'utilizzo di questa risorsa rinnovabile attraverso il prelievo venatorio solo nel caso in cui i dati di popolazione abbiamo rilevato parametri che permettano di definire un piano di abbattimento, contrariamente dovrà essere prevista la sospensione annuale". Poi però c'è scritto: "Considerato il valore biologico delle specie in oggetto, le impostazioni delle linee guida per la gestione dei galliformi alpini, sono dirette verso forme di prelievo venatorio prudenziali e compatibili con le esigenze di conservazione delle popolazioni. Per queste ragioni viene proposto di non sottoporre a prelievo popolazioni con densità primaverili inferiori ad una soglia specie specifica e comunque solo dopo aver verificato che il successo riproduttivo annuale abbia un valore considerato favorevole. Quindi, il prelievo non potrà essere adottato in annate sfavorevoli, ovvero nel caso in cui non siano verificate o non si verifichino le due condizioni riportate".

Dalla lettura di questo documento, emerge in maniera chiara quello che è l'atteggiamento fortemente prudenziale da parte di chi conosce - e lo esplicita anche bene - il valore biologico della specie ed il rischio di farla sparire dalla Valle d'Aosta.

Io mi chiedo questo: come decisori politici, non ci rendiamo conto che, a fronte di quelle che sono le dichiarazioni di chi si occupa in maniera specifica di questo, ci rendiamo ridicoli? Mi sembra che traspaia un'ignoranza, rispetto a queste scelte, di quello che invece viene detto da chi monitora costantemente la situazione.

Allora mi chiedo: ma lo prescrive il medico il fatto che a tutti i costi bisogna fare un sacrificio galliforme per piacere alla volontà di una limitatissima lobby di elettori che influisce così pesantemente su quelle che sono delle logiche di buon senso, condivise dalla stragrande maggioranza degli altri cittadini, che sono contrari alla caccia, pur non essendo degli ambientalisti convinti? Soprattutto quando si propone questa tipologia di caccia quale attività di solo divertimento, a discapito di un bene indisponibile dello Stato, cioè di tutti.

Al museo di Saint-Pierre c'è una sala che è dedicata proprio alla pernice, alla lepre variabile e al loro rischio di estinzione e poi facciamo la riapertura alla caccia!

Mi sembra un esempio di schizofrenia non da poco.