Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2693 del 25 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2693/XVI - Interpellanza: "Azioni da realizzare entro il 2040 per raggiungere l'obiettivo dell'abbandono dell'uso del metano in Valle d'Aosta".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 43 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola alla collega Minelli.

Minelli (PCP) - L'interpellanza intende affrontare una grossa contraddizione nella programmazione energetica in Valle d'Aosta: da un lato, sappiamo tutti che sono in corso importanti opere per estendere la rete di distribuzione del metano e per raggiungere l'intera Alta Valle, le vallate di Ayas e di Gressoney, ed altri progetti ancora; dall'altro lato, sappiamo tutti che il metano, nell'arco di diciassette anni - quindi non chissà fra quali epoche geologiche - dovrebbe scomparire dall'utilizzo in Valle d'Aosta come prevede la Road Map Fossil Fuel Free.

Quindi da una parte si programmano, si realizzano, opere che comportano notevoli investimenti, spese ingenti, che vengono giustificati come un miglioramento nell'uso dell'energia per vari decenni, ma dall'altra, in realtà, per il metano e le sue condutture, non c'è un futuro. Allora quello che ci si chiede è se si voglia fare i conti con questa realtà oppure no.

La contraddizione che ho descritto è sotto gli occhi di tutti, ma ci sono anche degli altri aspetti che sono meno noti e che riguardano gli indirizzi europei in materia di uso del metano; orientamenti che sono fortemente restrittivi come per tutti i combustibili fossili.

Nella recente bozza di revisione del Regolamento Ecodesign, in discussione a livello europeo, viene richiesto un indice di efficienza delle caldaie a gas talmente elevato da escludere praticamente la possibilità di produrre e di vendere in futuro tali caldaie. Questo, a partire dal 2029.

In questa bozza che ho citato, vengono infatti introdotti dei nuovi parametri che prevedono che gli apparecchi in commercio dovranno soddisfare un indice di efficienza pari al 115% per le caldaie a gas. Le linee guida poi sul risparmio energetico, pubblicate dalla Commissione europea, prevedono un abbandono graduale delle caldaie a combustibili fossili autonome da concludere entro il 2029.

Di fatto, che cosa implica questo? Implica che per il riscaldamento si dovrà favorire la graduale eliminazione di tutte le caldaie a gas con il divieto di immissione sul mercato, anche di quelle alimentate con gas rinnovabili, a partire appunto dal 2029, e un anno dopo il divieto sarà esteso anche all'installazione.

L'obiettivo che si pone la Comunità europea è di eliminare tutti i sistemi di riscaldamento alimentati da fonti fossili, al fine di abbattere le emissioni di CO2. La scelta europea, in sostanza, è quella di puntare sull'elettricità nel riscaldamento e nel raffrescamento degli edifici e nei consumi domestici.

Dal momento che queste sono le prospettive che abbiamo davanti, che senso ha - ci chiediamo - continuare ad ampliare la rete dei metanodotti? A volte a questa domanda si risponde affermando che i metanodotti potrebbero servire in futuro a trasportare idrogeno, ma trasportare l'idrogeno dove e per farne che cosa? Non è chiara questa questione, mentre è chiaro che l'idrogeno non potrebbe comunque viaggiare negli attuali metanodotti; infatti, come è correttamente spiegato nelle linee guida per lo sviluppo dell'idrogeno in Valle d'Aosta, l'allegato al PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) del 2030, gli studi effettuati hanno appurato che nelle condutture del metano al massimo si può inserire un 15-20% di idrogeno e che, oltre tale quota, occorre rifare l'infrastruttura. Questo è nell'allegato idrogeno al PEAR a pag. 14, il punto 3.2.1.

Anche la prospettiva di un futuro utilizzo dei metanodotti per il trasporto dei combustibili green appare impraticabile.

Partendo da queste premesse, abbiamo chiesto di sapere quali sono le nuove tratte di metanodotto in corso di realizzazione in Valle d'Aosta e quale impegno finanziario comportano; se ci sono anche dei progetti per altre tratte di cui è in corso l'iter autorizzativo; se c'è una valutazione sull'opportunità di estendere ulteriormente la rete di distribuzione del metano e se non si intenda invece investire in altre tecnologie a carattere elettrico; infine, quali azioni si intendono programmare e realizzare nei prossimi diciassette anni, cioè il tempo che ci separa al 2040, per abbandonare l'uso del metano in Valle d'Aosta, come previsto dall'obiettivo della Valle d'Aosta Fossil Fuel Free entro il 2040, cioè l'ordine del giorno che abbiamo votato nel 2018.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Avremo tempo in autunno di fare un ampio confronto su tutti questi temi, perché - come tutti sappiamo - avremo la possibilità di lavorare sul Piano energetico ambientale regionale e questi saranno temi centrali nella discussione politica. Quindi io mi limiterò a dare qualche veloce risposta, visti i tempi che abbiamo.

Per venire al primo tema: la rete di trasporto si divide fra metanodotti, ovvero condotte di trasporto e la rete di distribuzione esistente all'interno dei Comuni. I due grandi metanodotti li ha citati lei: il metanodotto a Verrès/Ayas e, in fase di costruzione, il metanodotto a Pont-Saint-Martin/Gressoney.

Per quanto riguarda invece la rete di distribuzione, che è a gestione degli Enti locali attraverso gli ATEM (Ambiti Territoriali Ottimali) che sono stati definiti (ce ne sono centosettantasette in Italia), per quello che riguarda la Valle d'Aosta l'ATEM è stato costituito in Comune di Aosta, con apposita convenzione, e il Comune di Aosta, per tutti i Comuni, è la stazione appaltante del contratto. Il contratto è stato realizzato attraverso una gara che ha visto assegnare a Italgas Reti S.p.A. per dodici anni il servizio di gestione e sviluppo delle reti di distribuzione a partire dal primo settembre 2021.

Nell'ambito di tale periodo contrattuale, il piano di sviluppo del servizio prevede la realizzazione di circa 275 km di rete di distribuzione, suddivisi tra interventi di nuova metanizzazione, di estensione, interconnessione e potenziamento.

Sempre per andare un po' velocemente alle risposte, in questo Piano si prevede di completare l'estensione della rete nei Comuni già metanizzati con interventi volti a risolvere problematiche di forniture esistenti e a contemplare i possibili sviluppi del territorio in base ai piani urbanistici comunali, ad efficientare la rete esistente, ampliare la rete nei Comuni di Aymavilles, Arvier, Avise, Champdepraz, Courmayeur, Jovençan, La Salle, Montjovet, Morgex, Pré-Saint-Didier, Saint-Marcel, Valtournenche, Antey-Saint-André, Gignod, Roisan, Torgnon e Saint-Oyen.

Da settembre la gestione operativa di Italgas è entrata nel pieno della sua attuazione.

Rispetto a questi contratti, come è ben chiaro a tutti, si tratta di iniziative private e quindi di progettualità che non richiedono impegno finanziario da parte della Regione o degli Enti locali.

Sul punto 2, cioè se ci sono progetti anche per altri tratti in cui è in corso l'iter autorizzativo: non risultano ulteriori progettualità al momento.

Punto 3, se è in corso una valutazione sull'opportunità di estendere ulteriormente la rete: le valutazioni sono state effettuate nell'ambito della gara d'appalto e quindi quello che è previsto è quello che è stabilito nei dodici anni di assegnazione all'Italgas.

Per quanto riguarda il servizio di distribuzione, il Comune di Aosta, in qualità di soggetto delegato da tutti i Comuni valdostani come stazione appaltante, ha fatto presente che vi è un vincolo contrattuale tra il medesimo e la società Italgas Reti S.p.A. che non può essere sciolta senza una motivazione particolarmente forte; quindi questo attiene a chi ha il contratto.

Rispetto alla semplificazione "togliamo il metano", noi in questo momento siamo già molto soddisfatti di agire per gradi e, se potremo fare molto di più, lo faremo molto volentieri, nel senso che la rete di metano permette di smantellare tutta la rete di GPL, gasolio, oli combustibili e tutta una serie di energie e combustibili fossili molto più inquinanti di quello che non sia il metano attualmente ma, ripeto, se si possono fare doppi salti, sarà ben interessante valutarli, senza però poi lasciare la gente al freddo o senza servizi.

Ovviamente, tutto questo se riusciamo a farlo con il metano, ci permettiamo di avere minori emissioni e, se riusciamo a farlo con doppio salto, sarà ancora meglio. Vero è che la rete del gas potrà veicolare progressivamente quote crescenti di gas di origine non fossile, green gas, quali miscele contenenti biometano e idrogeno, così come già attualmente prospettato dai piani strutturali dei principali player del settore.

Quali azioni si intendono programmare e realizzare nei prossimi diciassette anni? Intanto, la riduzione del fabbisogno di energia degli edifici attraverso interventi di efficientamento, ove tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile, per la sostituzione con fonti rinnovabili ed elettrificazione dei consumi, in particolare con pompe di calore o integrazione con sistemi ibridi.

Non si ritiene, al momento, ragionevole ipotizzare un completo abbandono del gas metano, in particolare nel settore industriale, ove le altre tecnologie non sono ancora efficacemente utilizzabili.

Si ritiene infine proiettare e concentrare le azioni principalmente sull'abbandono progressivo dell'utilizzo di prodotti petroliferi e liquidi a seguire nei prossimi anni.

Vorrei solo ricordare, e vado a chiudere, che la Road Map Fossil Fuel Free prevede di ridurre i livelli, non di azzerarli, e ridurre i livelli a 2,20 tonnellate pro capite, cosa che, con le compensazioni degli assorbimenti forestali, ci mette in condizioni di rispettare la mappa.

Detto questo, ripeto, nel Piano energetico ambientale avremo il tempo di valutare tutti questi aspetti e anche di entrare nel merito dei rapporti privati e dei rapporti con gli Enti locali rispetto alla metanizzazione in corso.

Presidente - Per la replica, la parola alla collega Minelli.

Minelli (PCP) - Assessore, inizio replicando prendendo in prestito il titolo di un articolo che è comparso qualche tempo fa su "La Repubblica", il titolo è questo: "Il metano è un killer dell'ambiente" ed è a firma di uno scienziato; leggo un breve passaggio: "Finora il metano ha contribuito a circa il 30% dell'aumento globale delle temperature e contenere queste emissioni è il mezzo più efficace disponibile per limitare il riscaldamento globale nel breve termine. Intervenire sulle emissioni derivanti dalle operazioni di combustibili fossili rappresenta una grande opportunità in questo senso, dal momento che i percorsi per la riduzione sono sia chiari, sia economici".

Su "La Stampa" del 18 luglio c'è un'intervista a Luca Mercalli che, ragionando sull'ondata di calore che ci ha colpiti, ha scritto: "Non è più tempo di aspettare, se vogliamo essere efficaci, dobbiamo intervenire entro il 2030. É come una malattia, non si può più perdere tempo sennò condanniamo i nostri figli".

Adesso io rileggerò i dati, ma lei in pratica ha detto che è prevista una costruzione di reti, oltre che nelle vallate che avevo citato in Alta Valle, praticamente in mezza Valle d'Aosta; non ci sono nuove progettazioni ma c'è questo contratto - chiamiamolo così - per cui l'Associazione dei Comuni ha fatto sì che il Comune di Aosta sia la stazione appaltante e lei mi ha detto che c'è un vincolo che non si può sciogliere senza una motivazione particolarmente forte, mentre invece io credo che di motivazioni particolarmente forti qui ce ne sia una grossa come una casa.

Sulla questione dell'idrogeno, lei dice che si potrà utilizzare biometano e idrogeno nella rete e veicolare questi combustibili alternativi, ma non sono io che dico che il metanodotto potrà essere utilizzato per l'immissione soltanto di un 15-20% di idrogeno. Questo perché la molecola è talmente volatile e la pressione è tale per cui quelle infrastrutture, soprattutto quelle che sono già state realizzate, non sono utilizzabili. Noi andremo ad aggiungere e a farne delle altre in virtù del fatto che c'è un contratto, e questo lo capisco. Però so anche che ci sono delle motivazioni fortissime che ci dovrebbero portare a rivedere le scelte che sono state fatte in passato, scelte che - concordo, Assessore - sono state fatte perché il metano è comunque un combustibile che potenzialmente, almeno nel momento in cui erano state fatte le prime valutazioni, era meno nocivo - diciamo così - degli altri, ma il 30% delle emissioni sono comunque imputabili al metano.

Io credo che occorra veramente mettersi a tavolino. Lei dice: "In autunno ci sarà una riflessione politica da fare a proposito di quello che è il PEAR" e questo è un tema centrale della discussione sul quale concordo; credo però che l'ampliamento, a cui si dà attuazione - perché questo è quello che si sta facendo -, della rete dei metanodotti è ormai da considerarsi come un retaggio di un passato che deve essere abbandonato al più presto perché, altrimenti davvero, non avremo un futuro per quello che riguarda tutta la questione delle emissioni, ma anche la questione del calore, dell'aumento delle temperature.

In ultimo, lei dice che la Road Map non prevede questo. La Road Map - ne abbiamo già discusso altre volte - segue un ordine del giorno che è stato approvato nel dicembre del 2018 ed era chiarissimo. Quell'ordine del giorno dice che entro il 2040 non bisogna "limitare", ma bisogna liberarsi dall'utilizzo dei combustibili fossili; mentre noi che cosa facciamo? In virtù del rispetto di un contratto, eccetera, eccetera, non proviamo a fare una marcia indietro e non facciamo una riflessione, seria e approfondita, sul fatto che potremmo essere addirittura la prima regione in Italia ad essere veramente Fossil Fuel Free.

Io mi chiedo, ogni tanto, se tutte le persone che hanno votato all'epoca quell'ordine del giorno erano e sono coscienti di quello che c'era scritto e della portata di quel provvedimento.

Presidente - Telegraficamente, Assessore.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Il collega Grosjacques mi dice che ho detto che sono partiti i lavori dei due metanodotti; ebbene, non era riferito a quello che ha detto lei collega Minelli, Verrès/Ayas e Pont-Saint-Martin/Gressoney. Si tratta di metanodotti che hanno ottenuto l'autorizzazione unica e hanno il VIA (Valutazione Impatto Ambientale) con esito positivo.

Era solo per chiarire questo, grazie.