Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2689 del 25 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2689/XVI - Interpellanza: "Intendimenti per migliorare gli ambiti degli indicatori alla base dello studio su "Aosta, la Città più triste d'Italia"".

Bertin (Presidente) - Interpellanza n. 30. Illustra il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Dal 2012 vengono periodicamente condotte delle analisi sul grado di felicità degli utenti italiani attivi su Twitter.

Esiste infatti un vero e proprio coefficiente chiamato "iHappy" che misura la felicità dei tweet pubblicati dalla gente. Attraverso tale indice, è stato possibile stilare una classifica delle località con più alta concentrazione di utenti scontenti, malinconici ed angosciati.

I risultati raccolti da tali studi hanno fornito indicazioni inattese, o almeno apparentemente inattese. Il 30 giugno 2023 ho presentato questa interpellanza che si riferisce agli articoli di stampa della settimana precedente, riportanti la notizia del 2023 che Aosta è la città più triste d'Italia. Oltre agli organi di stampa, quali Gazzetta Matin, Informazione.it, Lastampa.it, Italy24 Press, La prima linea.it, Volo scontato, la notizia è stata ripresa anche da numerose agenzie turistiche, Turismo.it, Travel 365, Wine & Food Tour, Nano Press, solo per citarne alcune, e anche da un sindacato, la CGIL. Quindi, ha avuto un notevole rilievo.

Da una rapida ricerca ho potuto appurare che la notizia era già apparsa nel mese di marzo 2023 - per la precisione il 23 marzo 2023, alcuni mesi prima del 30 giugno - e quindi non può non essere considerata l'ampia diffusione della notizia e l'impatto che ha avuto sulla popolazione locale e soprattutto sui potenziali turisti che hanno avuto modo di apprendere questo triste primato, che coinvolge in termini di immagine non solo la città di Aosta ma l'intera regione. Dico questo perché su un motore di ricerca si legge "Infine la città più triste d'Italia si rivela essere Aosta" e ancora prosegue "Questo capoluogo di provincia (a parte l'errore) che coinvolge l'intera Valle d'Aosta è famoso per il Parco nazionale del Gran Paradiso e le molteplici località sciistiche" - quindi viene coinvolto l'intero territorio - "vince il primo posto della classifica, smentendo la convinzione che la bellezza paesaggistica possa fare felice".

Come si può ben capire, queste pubblicazioni a nostro modo di vedere recano dei danni di immagine al nostro territorio e quindi volevamo sapere se il Governo regionale era a conoscenza dello studio o degli studi svolti in merito alla questione e, in caso di risposta affermativa, se nel corso degli ultimi tre mesi siano state poste in essere azioni per contrastare tale fenomeno; vorremo anche sapere cosa si intende porre in essere per migliorare la situazione, in particolare negli ambiti presi a riferimento nello studio quali indicatori.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Ringraziamo il consigliere Restano per aver voluto approfondire questa notizia e i suoi fondamenti perché non è stato facile per noi reperire informazioni attendibili sul fatto che Aosta sarebbe la città più triste d'Italia.

A fronte di una tale dichiarazione apparsa nei meandri dell'universo internettiano più che su vere e proprie testate, c'è stata la curiosità di capire perché saremmo così tristi ad Aosta e non, peraltro, nel resto dei Comuni, al di là della valutazione ora espressa. Preoccupazioni particolari non ne abbiamo trovate inizialmente perché, al di là di questo non proprio lodevole label che vorrebbero attribuirci, la nostra pretesa tristezza non ha impattato sulle presenze turistiche registrate in Valle d'Aosta, né credo abbia impattato sulla nostra generale qualità della vita che, ricordo, molti ci invidiano. Dico questo perché, anche in periodo Covid, molti hanno cercato di raggiungere i nostri paesi per stabilizzarvisi.

Premesso ciò, qualche preoccupazione invece ci è sorta dal momento che non si riusciva a capire cosa ci fosse alla base dell'affermazione "Tristezza aostana": ebbene, uno studio vero e proprio non l'abbiamo trovato, e nemmeno parametri, analisi, statistiche, interviste, niente di tutto questo; e nemmeno il nome di una persona reale o di una vera testata a cui far riferimento per chiedere spiegazioni.

Internet ci ha restituito un po' di storia di "iHappy", citato dal Consigliere, un'applicazione di iPhone e per Android legata a Twitter, che mirava a monitorare la felicità giornaliera per 110 Province italiane ma che, dal 2018, non produce più alcuna classifica. Vero è che dal 2013 al 2018 siamo sempre stati agli ultimi posti e in buonissima compagnia peraltro di realtà che, ad esempio, nelle statistiche curate dal Sole 24 Ore, risultavano e risultano nei primissimi posti per qualità della vita, come d'altronde la Valle d'Aosta.

Abbiamo poi smesso di cercare quando l'autore dei testi più recenti pubblicati dalla rete, nei quali tra i più tristi citava anche Venezia, Padova, Imperia, Oristano, è risultato essere lo stesso autore di alcune interessantissime notizie tra le quali do un paio di titoli: "Sportello del forno, non appendere per nessun motivo lo strofinaccio, il perché". "Aggiungi una bustina di the nel latte bollente, rimarrai sorpreso del risultato". "Sai dove vanno buttati i gusci delle cozze? Sicuramente hai sempre sbagliato". "Mescola detersivo e sale, dopo pochi minuti accade l'impensabile, utilissimo".

Non avendo trovato nulla sui dati raccolti, su chi li avrebbe lavorati, su dove sarebbero conservati, nulla di rilevante insomma, ci siamo rassegnati e ci siamo consolati con le migliaia di turisti che continuano a venirci a trovare, con coloro che amano la nostra Valle e scelgono addirittura di venirci a vivere.

Ci siamo confrontati con le statistiche recenti del Sole 24 Ore che collocano la Valle d'Aosta in una posizione di rilievo e, comunque, ai primi posti per diversi ambiti: al secondo posto per la qualità della vita dei bambini, al sesto posto per l'indice di sportività, al nono posto per la qualità della vita femminile e al 92esimo posto per l'indice di criminalità.

Sulla base di queste premesse, rispondiamo quindi alle due domande poste dall'interpellanza: conoscere se il Governo regionale era a conoscenza dello studio e, in caso di risposta affermativa, se nel corso degli ultimi tre mesi siano state poste in essere azioni per contrastare tale fenomeno, oppure conoscere cosa si intende porre in essere per migliorare la situazione, in particolare negli ambiti presi a riferimento dallo studio (difficile poter parlare di studio).

In carenza di notizie attendibili, non è stato possibile fare alcun approfondimento né attivare misure specifiche.

Presidente - Per la replica, consigliere Restano.

Restano (GM) - Grazie della risposta e anche dell'onestà nel riportare che è dal 2013 che siamo in fondo a queste classifiche, se di classifiche si può parlare.

A dire il vero già il 19 luglio 2022 era stata postata la classifica a seguito di una domanda di un utente, areasosta.com rispondeva che la città più triste d'Italia, non lasciava dubbi d'interpretazione, era la città di Aosta.

Questo ci preoccupa, mi rallegra la serie di certezze che lei ha dimostrato.

Purtroppo mi permetta una prima battuta: quanto scritto e riportato poco fa dal collega su Gimbe non mi rende tanto felice, ma probabilmente sono un inguaribile pessimista e quindi non merito di essere ascoltato. Certo è che alcuni giornalisti, anche l'addetto stampa dell'Union, si è cimentato in una risposta su alcuni giornali locali dicendo che sono delle fake news.

Allora se tali possono essere considerate, probabilmente lei che è il legale rappresentante della nostra Regione, potrebbe anche proporre una querela contro ignoti perché i danni sono notevoli, per lo meno i danni di immagine, perché vede, noi non abbiamo la controprova. In effetti in Valle d'Aosta abbiamo tantissima gente, ha ragione lei, ma forse ne potremmo avere di più, quindi non possiamo sapere qual è il danno arrecato, perché sappiamo tutti che la gente frequenta la Valle d'Aosta senza bisogno di grosse promozioni turistiche per le sue bellezze naturali.

Avremo sicuramente comunque tanta gente, al di là delle fake news da voi citate, però una riflessione uno la può fare e chiedersi: ma perché hanno scritto questo?

Qualche motivo magari l'hanno: forse qualcuno era scontento perché non acquistavamo il castello di Introd ma domani provvederemo ad acquistarlo e non ci saranno problemi. Qualcosa di cui preoccuparsi c'è; mi sono informato negli uffici l'altro giorno e parlando con la gente ho sentito che c'è chi si lamenta della chiusura del Cral Cogne e della mancanza delle sale da ballo. Se andiamo a verificare il metodo utilizzato che è quello dei tweet, ci reniamo conto di alcuni problemi: trasporti ferroviari, la chiusura della ferrovia per tanto tempo, la chiusura del parcheggio di Piazza Plouves, le erbacce lungo la nuova ciclabile, i dubbi sugli intervallivi, l'elevato numero di persone che abbandonano gli studi - tanto per richiamare quello che di cui abbiamo discusso oggi - la mancanza di palestre, il ritardo nella realizzazione dell'ospedale, la non completa applicazione della legge "Aosta capitale" e così via. Potrei fare un elenco lunghissimo, però ho cercato, Presidente, di approfondire un pochino anch'io la questione, per dare una spiegazione diversa a quello che stiamo vivendo, a queste sedicenti fake news.

Allora che cosa ho potuto riscontrare? Che Wired ha predisposto un indice che misura la volontà di innovare, la voglia di ripartire e di farcela attraverso un modello matematico sulla cui base ci sono cinque indicatori tradizionali: occupazione, nuove imprese, fiducia nei consumatori e delle imprese, che analizza milioni di tweet, restituendo un valore in centesimi che esprime la voglia di fare degli italiani.

Da quest'analisi si rileva che la voglia di cambiamento e di rinnovamento sembra aver prodotto una netta crescita della felicità. Allora, se abbiniamo quest'affermazione, questo dato che non è scientifico, è basato sui tweet, però è un richiamo al cambiamento e al rinnovamento, vediamo che tutto l'elenco che le ho fatto prima un pochino potrebbe centrare. Brevemente...

Presidente - Venti secondi.

Restano (GM) - C'è uno studio dell'Università della Svizzera italiana, che abbina il PIL e lo stato di felicità - è pubblicato nel 2019 se volesse cercarlo - che afferma che non è solo il PIL, il prodotto interno lordo, a dare la felicità, ma sono altre cose. Se lo vada a leggere Presidente e ci rifletta.