Oggetto del Consiglio n. 2657 del 13 luglio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2657/XVI - Interpellanza: "Ritardi di alcuni Comuni nell'approvazione del rendiconto e relativi riflessi sulla riforma della normativa regionale in materia di enti locali".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 49 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Quest'interpellanza, presentata con il collega Lavy, prende spunto da una notizia di un quotidiano on-line locale ma che, in realtà, è stata riportata da più parti. É un po' datata - nel senso che l'abbiamo presentata il 9 giugno rispetto alle evoluzioni che forse ci sono state - e riguarda il ritardo nell'approvazione dei rendiconti da parte di alcuni Enti locali e la diffida che il Presidente della Regione ha inviato.
Le quattro domande vogliono cercare di far chiarezza ovviamente non tanto sul caso in sé, ma su una serie di punti, che sono tra l'altro stati esplicitati da una serie di dichiarazioni che amministratori di questi Comuni hanno rilasciato sulla stampa e riguardano in particolare: se vi siano state delle interlocuzioni da parte del Presidente della Regione con i Comuni interessati sulle motivazioni che hanno rispettivamente determinato la non approvazione dei rendiconti entro i termini di legge e, in caso positivo, quali ne siano state le evidenze e le conclusioni; se, con riferimento all'ultimo decennio, i Comuni oggi diffidati siano già stati interessati da provvedimenti similari (il decennio non è un numero tirato a caso, ma è un lungo periodo nel quale andare soprattutto a mettere da parte - se vogliamo - il periodo Covid e quindi cercare di capire effettivamente se c'erano stati chiamiamoli così "dei problemi" in tal senso con un più ampio respiro); se i Comuni in oggetto prospettino una situazione di avanzo nell'ambito della chiusura dei conti che devono chiudere e se quota parte di questo sia riferibile a risorse trasferite dalla Regione all'Ente locale interessato. Questa seconda parte immagino che sia un po' più complicata però noi abbiamo provato a chiedere qual è la ratio che sta dietro a questa domanda?
Noi non avevamo ancora il testo del secondo assestamento, dove ci sono ingenti risorse che vengono messe sul tavolo e, in più di un'occasione, sono state messe notevoli risorse.
È un po' passata e sta un po' passando anche a livello di ente regionale l'idea che l'avanzo sia buona cosa; sì, l'avanzo è una buona cosa perché lo posso poi utilizzare, ma in termini di buona programmazione l'avanzo non è una buona cosa, nel senso che sicuramente è meglio di un disavanzo, però vuol dire che qualcosa, o nella programmazione, o nell'esecuzione, non è funzionata.
Gli avanzi monstre del periodo Covid avevano tutti un minimo comune denominatore che veniva citato; in casi di questo genere il fatto che degli Enti più piccoli generino continuamente avanzi e magari anche ritardo nell'approvazione dei rendiconti, è uno degli indicatori che dovrebbe far fare dei ragionamenti che non sono soltanto quelli di dire: "Abbiamo bisogno di personale", perché, va bene, quella è la soluzione a tutti i problemi, però vuol dire che, o anche in quel caso c'è una programmazione che non ha funzionato, o magari c'è un grande progetto. Questo perché in alcuni casi accade che non si riesca a concretizzare un progetto e quindi porto le risorse in avanzo e lo faccio dopo, oppure c'è qualcosa che non va, perché non c'è un ente e non c'è un'azienda che non abbia bisogno di finanziamenti e di risorse. Bisogna però capire alcune cose. Avremo anche occasione di parlarne al prossimo Consiglio e su questo abbiamo provato a chiedere di capire se alcune delle risorse che sono finite in avanzo arrivino dalla Regione, perché noi abbiamo dato delle risorse all'ente; noi non è che ce l'abbiamo con i Comuni, ma il Comune è l'ente sottostante; in un meccanismo di finanza derivata, la Regione sta sopra e il Comune sta sotto. E vorremmo capire se, alla luce di questa situazione, il Governo regionale intenda promuovere specifici interventi o modifiche nell'ambito della prossima riforma della normativa di riferimento degli Enti locali e, in caso positivo, quali siano.
Lo so che questa domanda sembra un po' "Vogliamo la pace nel mondo", però è una domanda alla quale, ancorché retorica, speriamo abbia una risposta per poter eventualmente anche dare degli spunti rispetto a quella che è - l'ho già detto ieri e lo ripeto - almeno per quello che mi riguarda, una delle riforme più importanti che la Regione dovrebbe avere. Lo dico perché non soltanto il Comune è il primo ente con cui il cittadino si interfaccia, ma è il primo ente anche impositore: è il primo ente di riferimento e messo insieme fa una parte davvero importante nel nostro bilancio e, messi tutti insieme, i Comuni e il sistema degli Enti locali, fanno una notevole parte del nostro bilancio.
Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - Prima di entrare nel vivo delle quattro questioni che sono state poste dal Consigliere, mi permetto di fare una considerazione in funzione di alcune riflessioni che lo stesso Consigliere ha fatto nel dire che la carenza di personale può inficiare ma non è basilare rispetto all'avanzo.
Io su questo mi permetto di non vederla esattamente nello stesso modo, in quanto anche l'importante flusso di finanziamenti, che in questi due anni fortunatamente ha caratterizzato molte Amministrazioni locali, ha permesso di sviluppare anche delle attività di investimento sul territorio e situazioni amministrative, sia in ambito finanziario che in ambito tecnico, all'interno del comparto dell'Amministrazione comunale possono aver inficiato molte volte una spesa più snella e lineare di quella che avrebbe potuto essere se invece le dotazioni di organico fossero state più importanti. È un po' la cosa che accade qualche volta anche all'Amministrazione regionale quando, in certi contesti, dove ti trovi a gestire magari, adesso come adesso, delle risorse importanti che arrivano dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e devi rincorrere anche con le assunzioni per poter dare corso a questi stessi investimenti.
Questa è una parentesi rispetto a quello che mi veniva chiesto.
Per quanto riguarda la prima domanda, preciso che, per l'anno 2023, il termine per l'approvazione del rendiconto della gestione 2022 da parte del Consiglio comunale era fissato al 30 aprile 2023 dall'articolo 151, comma 7, del Decreto legislativo 18 agosto del 2000 n. 267, Testo Unico delle leggi dell'ordinamento degli Enti locali, TUEL.
La struttura Enti locali, come di consueto, ha richiesto formalmente in data 2 maggio 2023 agli Enti locali di comunicare la data di approvazione del rendiconto 2022.
Nelle risposte, in alcuni casi, gli Enti hanno specificato i motivi del ritardo dell'approvazione del documento contabile; si sono dunque contattati i suddetti Comuni ed è emerso che i motivi principali del ritardo sono da imputarsi alle difficoltà operative emerse a causa dell'installazione di un nuovo programma informatico nonché, appunto, della carenza di personale negli uffici di ragioneria.
Le conclusioni cui si è giunti sono che, trattandosi di problemi prettamente tecnici, gli stessi dovrebbero comunque essere risolti entro un tempo ragionevole.
Alla data odierna, sono ancora cinque i Comuni che devono approvare il rendiconto 2022 in Consiglio comunale e, rispetto a tali Enti, è stato avviato un intervento formale da parte della Presidenza della Regione.
Dalle informazioni acquisite, risulta che tutti e cinque gli Enti approveranno il documento contabile entro il 31 di questo mese.
"Con riferimento all'ultimo decennio, se i Comuni oggi diffidati siano già stati interessati da provvedimenti similari": dei nove Comuni diffidati complessivamente, prima che alcuni normalizzassero la loro situazione, nel rendiconto 2022 sono stati interessati da provvedimenti similari relativi all'approvazione del rendiconto quattro Comuni nel 2015 e nel 2016, tre Comuni nel 2017 e due Comuni nel 2021.
"Se i Comuni in oggetto prospettino una situazione di avanzo nell'ambito della chiusura dei conti relativi all'esercizio 2022 e se la quota parte di questo sia riferibile a risorse trasferite dalla Regione all'Ente locale interessato": ad oggi i dati richiesti non sono disponibili, in quanto, come è noto, i dati concernenti l'ammontare dell'eventuale avanzo o disavanzo di Amministrazione, nonché la composizione dello stesso, saranno a disposizione solo dopo l'approvazione del rendiconto da parte dei Consigli comunali.
Gli stessi saranno successivamente reperibili sul sito istituzionale dell'Ente nella sezione "Amministrazione trasparente" e sul sito della banca dati dell'Amministrazione pubblica, BDAP, nella quale gli stessi dovranno essere inseriti entro i trenta giorni successivi all'approvazione del rendiconto da parte dei Consigli comunali.
Per quanto riguarda la quarta questione, la disciplina del controllo sostitutivo, contenuta all'articolo 70 della legge regionale 7 dicembre 1998 n. 54, "Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta" è analoga a quella statale, prevista all'articolo 141 del Decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali.
Dal punto di vista normativo, infine, la Regione non ha competenze in materia di termini riferiti agli adempimenti contabili né sulle modalità di redazione dei documenti contabili stessi, riservato oggi in via esclusiva allo Stato, come anche confermato dalla sentenza n. 250/2020 della Corte costituzionale.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Vede Presidente, io so che l'occasione è ghiotta per passare dalla parte del buono che dice: "Manca personale" e qualcuno invece cattivo dice: "C'è troppo personale". Io questo lo accetto, e accetto anche di passare per cattivo, ma il problema è questo: noi abbiamo degli Enti locali - e cerco di sommare gli elementi - che hanno delle difficoltà perché, come lei giustamente ha detto, ci sono delle evoluzioni tecnologiche, ci sono nuovi fattori di spesa, ci sono progetti complessi come il PNRR e hanno bisogno di personale.
Abbiamo - e ne abbiamo parlato ieri - una Regione che, con uno studio che sta facendo, ha evidenziato che ci sono più operativi che soggetti "pluriqualificati" (mettiamo così per non utilizzare termini che possono dare adito ad altre considerazioni).
A questo punto, però, dobbiamo capire: o l'Ente Regione fa troppe cose, o meno cose, rispetto alla grandezza di un Comune che ha un sacco di incombenze, di scadenze e che però ha una struttura risicata.
Tra l'altro, un discorso che è molto complesso e che non si può risolvere in tre minuti è quello che oggi noi continuiamo a dire per semplificazione il Comune, quando poi sappiamo che ci sono delle gestioni associate dove in realtà, per più di un Comune, c'è poi sempre il solito nome e cognome, perché il soggetto che gira è sempre lo stesso.
Quindi delle due l'una: o l'Ente più piccolo è troppo piccolo e l'Ente grande è troppo grande, oppure c'è qualcosa che non funziona.
È vero che oggi il modello, se vogliamo semplificarlo, è quello della famosa e famigerata, forse, legge 6. Su questo un piccolo contributo, anche con il collega Restano, si provò a darlo nella scorsa Legislatura, quindi non sono certo io che dico che dobbiamo tagliare il personale ai Comuni. Dico che c'è una serie di considerazioni da fare e soprattutto dico che bisogna prendere le misure della coperta, perché la coperta, laddove si tira, è ovviamente corta. Io non dico che bisogna fondere tra di loro i Comuni, ma ci sono delle realtà che stanno facendo delle valutazioni proprio per questo motivo. La gestione di determinati servizi, di determinate procedure e di determinati finanziamenti, di progetti che sono troppo complessi per essere gestiti in una maniera vecchia o comunque semplificata, richiede un'attenta valutazione proprio per il fatto che - come dicevo - il nome e cognome poi è sempre lo stesso e costui, o deve avere anche dei poteri sovraumani perché non si deve ammalare, altrimenti è ancora peggio e questo è un problema di tutte le strutture piccole. Quindi, necessariamente, una valutazione deve essere fatta.
Poi io capisco che diminuire i seggi in determinati Consigli permanenti possa essere una questione che, politicamente, non va a vantaggio di determinate visioni, però, dal punto di vista organizzativo, ci sono dei problemi ai quali bisognerà mettere mano.
Lo so che è un argomento spinoso, che ha dei risvolti politici particolari, però è un argomento che costa, perché la spesa c'è; sicuramente, sul discorso degli avanzi la Regione deve farsi anche forse protagonista di una miglior gestione. Questo noi lo diciamo tutte le volte che parliamo dei rendiconti, però anche a livello di Enti locali la battuta che ho fatto all'inizio, e che forse non è stata completamente colta, è che non è che problemi complessi hanno sempre la solita soluzione "Non abbiamo personale", oppure "quando avevamo il Covid c'era la crisi". Non voglio citare il film dei Blues Brothers e richiamare anche le piaghe d'Egitto però, ogni tanto, magari anche un minimo di autocritica sarebbe opportuna e in primis io cerco di farla sulla mia persona, anche di più di quella che a volte uno si dovrebbe fare, però è giusto farsela. Nelle proposte, lo dico - lo dico soprattutto agli Enti locali -, bisogna cercare una maggiore efficienza, magari perdendo anche qualche seggio importante all'interno - ripeto - di organi che hanno comunque un peso politico oggi notevole.