Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2651 del 13 luglio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2651/XVI - Interrogazione: "Tipologie di dispositivi sanitari in dotazione alle strutture dell'Azienda USL distinti in "monouso" e "riutilizzabili"".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 43 all'ordine del giorno. Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - L'Azienda USL ad oggi non utilizza dispositivi riutilizzabili: i dispositivi utilizzati nelle sale operatorie ed in dotazione presso le strutture dell'Azienda USL appartengono alla categoria "monouso".

I materiali di fabbricazione variano a seconda del dispositivo, come segue: materiale sterile in TNT (Tessuto Non Tessuto) per le diverse tipologie di vestiari o di teli utilizzati nelle sale operatorie e nelle situazioni che richiedono questa caratteristica; materiale non sterile in TNT per altre tipologie di teli (ad esempio i teli termici), di camici, di cuffie, di altro materiale specifico; per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, i DPI, oltre a quelli in TNT, si utilizzano in diversi casi anche dispositivi in vinile, nitrile e polipropilene.

L'ipotesi di sostituire gli attuali dispositivi tessili di sala operatoria in TNT con prodotti in pluriuso in TTR, cioè tessuto tecnico riutilizzabile, è stata valutata in sede di specifica riunione dedicata all'argomento, in presenza dei referenti tecnici e dei rappresentanti che si occupano degli acquisti.

In tale sede, a seguito di un'opportuna analisi costi-benefici circa un eventuale passaggio e materiali realizzati in tessuto tecnico riutilizzabile, sono state rilevate problematiche sia di tipo tecnico sanitaria, sia di natura economica.

L'ipotesi di soluzioni diverse dal TNT, già considerate in passato, hanno visto gli specialisti sanitari del settore esprimersi sempre con un parere negativo.

L'Azienda riferisce che l'utilizzo e la distribuzione dei dispositivi nelle strutture della stessa avvengono attraverso l'approccio basato sul rischio su cui si fondano le valutazioni e le attività degli uffici competenti.

La struttura medicina preventiva e risk management dell'Azienda controlla, anche tramite il sistema telematico, in collaborazione con l'ingegneria clinica aziendale, che i dispositivi siano adeguati al rischio di prevenire e alle condizioni dei luoghi di lavoro.

Attraverso infatti la sorveglianza sanitaria, viene valutata l'esigenza ergonomica e di salute del lavoratore, prescrivendo eventuali adattamenti e modifiche dei dispositivi stessi sino al cambio degli stessi qualora sia opportuno adattarli alle necessità dell'utilizzatore.

L'identificazione dei rischi, l'analisi e la valutazione degli stessi, la loro riduzione e il loro monitoraggio, garantiscono anche le procedure di gestione dei rischi in temi di dispositivi e di protezione individuale.

Sono questi i temi che lei in altri ambiti sicuramente è in grado di valutare almeno, se non meglio, di me.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Diciamo che sulla gestione del rischio qualcosa potrei anche dire - che poi, alla fine, nell'ambito di alcune misurazioni e di alcune tecniche, non è tanto il settore che incide -, ma sto parlando non di questioni di materiali o di ingegneria del prodotto o del servizio, ma in realtà delle logiche sottostanti a quella che, appunto, è la misurazione della prevenzione, dell'eventuale anche probabilità, impatto o quant'altro.

Questa è un'interrogazione che è il combinato disposto di un ordine del giorno presentato nell'ambito del piano regionale per la salute e il benessere sociale, ed è anche la dimostrazione del lavoro fatto nell'ambito della discussione del piano regionale per la salute e il benessere sociale: non è stata una discussione dove abbiamo presentato degli ordini del giorno senza un senso. E questo lo dico anche a beneficio di chi segue il Consiglio e si occupa di giornalismo.

È un'iniziativa che, in realtà, le avevo già sostanzialmente preannunciato nella replica rispetto alla volontà di non discutere l'ordine del giorno. Prendiamo anche atto di quelle che sono state le valutazioni fatte nel tempo rispetto all'utilizzo di altri materiali rispetto a quelli che lei ha elencato e soprattutto prendiamo anche atto di quello che è, in sintesi, il processo di gestione dei rischi e di come l'Azienda USL li esegue.

Le chiederei magari poi copia solo della risposta, perché mi sono appuntato un paio di cose ma volevo andare più a fondo.

Quello che mi sento di dire è che sul discorso e sull'utilizzo in comparazione in particolare del TTR più che di quello del materiale in cotone, si stanno facendo numerose valutazioni e numerose considerazioni sul fatto che - come capita nell'ambito tecnologico e nell'ambito anche delle fibre - la tecnologia si sta sviluppando e tra l'altro, come avevo già detto nell'ambito della discussione del piano, soprattutto per quello che è di determinate fibre, c'è una tecnologia che viene sviluppata per una volta più in ambito europeo, rispetto al dipendere dall'importazione da realtà estere, in particolare, in questo caso, dalla Cina; il Covid ce lo ha dimostrato.

Poi è ovvio che anche la scelta dei materiali deve essere fatta sulla base, appunto, di un approccio basato sul rischio di quello che si fa. Lei ha parlato anche di vinile e di altri materiali - ovviamente il materiale scelto dipende anche da quello che si va a fare -: ci sono. E vedremo quella che sarà l'evoluzione tecnologica e delle scelte. Io penso che, però, considerato anche il trattamento finale di questi prodotti e soprattutto - ripeto - l'evoluzione tecnologica delle fibre, qualcosa cambierà e forse anche i chiamiamoli "pluriuso", ma ricondotti e non lasciati come una volta; anche la tecnologia dell'igienizzazione, dell'eliminazione comunque di agenti batterici, è molto diversa e non si basa poi soltanto sulla parte di temperatura o chimica, ma anche su altri mezzi e altre tecnologie che si stanno sviluppando e - ripeto - che ci potrebbero anche consentire, per una volta, non dico di battere, ma competere con realtà che hanno fatto appunto della produzione in massa ed economia di scala la loro forza. E lo abbiamo visto anche nell'ambito pandemico: noi avevamo una debolezza notevole su dei dispositivi che sottovalutiamo, che sono di utilizzo comune, ma che sono fondamentali per impedire o mitigare, come si dice nell'ambito del rischio, dei rischi e soprattutto, in quel caso, il rischio di contagio.