Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2584 del 8 giugno 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2584/XVI - Interpellanza: "Intendimenti per evitare la crescita dei costi relativi al servizio di conferimento rifiuti urbani presso il centro di Brissogne".

Bertin (Presidente) - Punto n. 54. La parola al consigliere Marquis per illustrare l'interpellanza.

Marquis (FI) - La delibera che è stata presa, la n. 473/2023 della Giunta regionale che ha definito le tariffe da applicare ai sub-ATO per il conferimento dei rifiuti urbani presso il centro regionale di trattamento dei rifiuti di Brissogne, ci ha dato lo stimolo per fare un ragionamento complessivo sul servizio di raccolta, trasporto e gestione dei rifiuti urbani su tutta la nostra regione. Crediamo sia un argomento che ha recepito le direttive comunitarie e nazionali di differenziare maggiormente i rifiuti, quindi di ridurre la frazione di rifiuto che viene definitivamente messa a discarica e in questo percorso sono state recepite tutta una serie di indicazioni e di indirizzi che, applicati al modello valdostano insediativo, portano un sacco di problemi, problemi che poi si riverberano innanzitutto sulla tariffazione che viene applicata a tutte le famiglie valdostane. In particolare, il modello insediativo diffuso sul nostro territorio fa sì che mal ci si adatti al principio della differenziazione, perché più si differenzia più vuol dire che bisogna girare con dei mezzi sul territorio, più aumentano i costi del servizio di raccolta e trasporto e più in definitiva i cittadini devono spendere, per diventare virtuosi, bisogna spendere dei soldi. Questo è il problema principale: spendere dei soldi ma spenderne anche tanti.

Vediamo che gli obiettivi che ci si era dati erano che al 2030 si dovrebbe arrivare al 90% della differenziazione, oggi siamo al 65% con delle situazioni sul territorio di alcune realtà che sono ancora lontane da raggiungerlo, ci sono delle realtà in cui c'è una differenziazione ancora inferiore del 13% rispetto all'obiettivo del 65 e altre del 5%, mi riferisco in particolare ai casi della Valdigne e della Grand-Paradis. Questo sta a dimostrare che ci sono delle difficoltà ma difficoltà che sono anche dettate non solo dal modello insediativo diffuso ma anche dalla stagionalità, dall'essere di uso delle abitazioni ma anche dalle realtà di alta montagna dove raccogliere i rifiuti è sempre più difficile. Vediamo anche nei piccoli paesi dove la gente, quando si trova in difficoltà economica, ha degli alloggi che sono sempre più piccoli, i piccoli balconi sono occupati ormai tutti da mastelli dell'immondizia. È diventato un lavoro per la gente, basta andare a vedere quando vanno a conferire alle isole, ieri mi è capitato di vedere una signora che arrivava con il sacchetto sotto la spalla, sembrava che avesse la borsa della spesa, tirava fuori pezzo per pezzo, un residuo di bottiglia di plastica, tutti pezzettini e ha fatto un grande lavoro. Ma poi qual è il risultato di questo lavoro di differenziazione? È che per la valorizzazione di questi rifiuti, dobbiamo ancora pagare per portarli via perché non sono nella purezza necessaria per chi deve poi fare le operazioni di raccolta, quindi siamo cornuti e mazziati sostanzialmente.

Allora qual è il ragionamento complessivo? È di capire qual è innanzitutto la spesa totale che viene sostenuta sul territorio, monitorare se c'è un crescendo o il costo del servizio sta calando, quindi vediamo quali sono gli effetti, e poi fare un ragionamento per vedere se si ritiene che il procedere in questa direzione sia sostenibile anche sotto il profilo finanziario, a meno che non ci si ponga questo problema, che i costi lievitino pure, l'importante è che incrementiamo anno per anno la differenziazione, però noi crediamo invece che sia anche importante monitorare il costo che deve sostenere il cittadino perché ci sembra che si stia arrivando a dei livelli che sono veramente pesanti da sostenere per le famiglie valdostane. Dopodiché, anche sotto il profilo ambientale, non credo che sia un grande spettacolo da vedere, basta andare a vedere anche qui attorno a Palazzo regionale, ci sono le isole, spesso e volentieri c'è di tutto che vola nelle giornate di vento, si vedono sacchi e sacchettini poggiati, le isole ecologiche non sono un grande spettacolo da vedere, si può andare a vedere questo in tutto il resto del territorio valdostano dove ci sono le isole ecologiche, dove viene fatto il servizio del porta a porta. C'è un grande dispendio di energia da parte di tutti, grandi costi, però i risultati tribolano a essere riscontrati.

Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Sì, non solo quantità di differenziata ma anche qualità di differenziata, ma soprattutto su questo servizio abbiamo i numeri e le percentuali che ci dicono come stiamo andando, se stiamo migliorando, quello che ovviamente si sta continuando a fare, dove ci sono delle zone magari dove si fa più fatica, dove la collaborazione con gli Enti locali deve essere magari ulteriormente rafforzata ma comunque lo dico anche a lei che è stato Presidente di Unités e che da amministratore comunale ha sicuramente seguito in passato questo servizio. Sappiamo che la legge 31/2017 dà in capo alle Unités la gestione per le fasi di organizzazione di raccolta e trasporto, in capo alla Regione la parte dello smaltimento. Con la legge n. 6/2014: "Nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali" si parlava di soppressione delle Comunità montane e all'articolo 16 (Funzioni e servizi comunali da svolgere in ambito territoriale sovracomunale per il tramite delle Unités), comma 1, punto d)) si prevede appunto quanto segue: "servizi connessi al ciclo dei rifiuti...", individuando le Unités come l'ente proposto. Con la legge 22/2015 abbiamo approvato l'aggiornamento poi del piano regionale della gestione dei rifiuti per il quinquennio 2016-2020 e poi con la deliberazione 1372 del 9 ottobre del 2017: "Attuazione del piano regionale di gestione dei rifiuti" si prevedeva la riaggregazione delle nove Unités in cinque sub-ATO, che è l'attuale suddivisione, un passaggio probabilmente intermedio che ci porterà facilmente a un sub-ATO unico, ma comunque è un passaggio questo dei cinque sub-ATO particolarmente interessante per alcuni aspetti che tra poco le illustrerò. La legge poi n. 4 del maggio del 2022, con la quale abbiamo approvato l'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti per il quinquennio 2022-2026, ha confermato per la prima fase il modello organizzativo gestionale precedente, ovvero dei cinque sub-ATO dove abbiamo comunque all'interno delle situazioni diverse che vanno dal moloch al porta a porta, come lei conosce bene. I cinque sub-ATO, ma immagino che lo sappia, sono: il sub-ATO A Valdigne, Mont-Blanc e Grand-Paradis, il sub-ATO B Grand-Combin e Mont-Emilius, il sub-ATO C Aosta, il D Monte Cervino e Evançon e il sub-ATO E Mont-Rose e Walser.

Per la definizione della spesa relativa alla raccolta, trasporto, conferimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani e stradali, disaggregata rispetto ai cinque sub-ATO, allo stato attuale lei mi chiedeva i dati del 2019 e del 2022, purtroppo possiamo avere i dati del 2019, quelli del 2022 non sono ancora stati tutti caricati da parte degli attori coinvolti, si chiarisce però che i costi totali, raccolta e trattamento, sottoriportati, glieli elencherò, sono stati inseriti nell'applicativo utilizzato per la gestione dei flussi dei costi direttamente dai sub-ATO. Comunque si fa presente che dal 2019 al 2021 si è assistito a un aumento medio complessivo di tutti e cinque di circa il 5%, un recente articolo poi evidenzia che la Valle d'Aosta è uno dei contesti territoriali per i quali vi è stato il minor aumento della TARI. Per quel che riguarda i costi del 2019, abbiamo 3.231.764 euro per la Valdigne, 2.443.000 euro per la Grand-Paradis, 971 mila euro per la Grand-Combin, 3.200 mila euro per la Mont-Emilius, poi su Aosta 4.900 mila euro, 7.247 mila euro la Monte Cervino, 1.517 mila euro Mont-Rose, 554 mila euro per la Walser, ma questi dati potrò fornirglieli insieme poi appena avremo anche quelli del 2022.

Secondo quesito: "se ritiene che il regime sanzionatorio sia equo averlo stabilito a livello di sub-ATO", il regime sanzionatorio previsto è stabilito a livello di quei cinque sub-ATO in quanto il servizio di raccolta è gestito così. Su questa suddivisione si è discusso e ci siamo confrontati anche con i sindaci dove da una parte sappiamo si arriverà a un sub-ATO unico, ma l'attuale suddivisione 5 permette veramente di avere sott'occhio l'andamento regionale ed è anche uno stimolo per quei Comuni e per quelle realtà, come lei ha citato, che devono assolutamente migliorare. In riferimento al 90% di frazioni differenziate al 2030, ricordo che il raggiungimento di tale obiettivo a livello nazionale è previsto per l'anno 2035, attualmente però la programmazione regionale, assumendo quale scenario di riferimento per il quinquennio 2022-2026... quello avanzato, ha come obiettivo, tra gli altri, il raggiungimento dell'80% di raccolta differenziata per il 2026. Il traguardo è molto ambizioso, si ritiene realizzabile attuando quanto previsto dal piano stesso e dovrebbe quindi permettere entro il 2035 di ridurre del 10% la quantità dei rifiuti urbani da collocare in discarica; il perseguimento di tali obiettivi dipende ovviamente da molteplici fattori, dall'impegno e dal coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti nel servizio.

"Se ritiene che il costo dei cittadini sia destinato a crescere o meno": sappiamo che sfida è anche quella di contenere il più possibile gli aumenti perché non si può non ricordare che il contesto generale è fortemente condizionato da quella che è stata la recente pandemia, il conflitto tra la Russia e Ucraina, la crisi dell'economia cinese, ha indotto un marcato aumento generale del costo della vita, tale congiuntura, che ha comportato un aumento medio del paniere Istat superiore al 10%, quindi non può non riflettersi anche su questi costi di servizio in questione. Si ricorda che sui costi vanno a incidere poi anche gli investimenti che sono stati fatti dai vari enti. Si ricorda inoltre che nel 2020, per stabilire le somme che ogni cittadino deve versare per la TARI, ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha individuato un nuovo metodo tariffario del servizio integrato della gestione dei rifiuti da applicarsi sull'intero territorio nazionale. Tale metodo impone la redazione del piano economico-finanziario inserendo al posto dei corrispettivi dovuti ai gestori affidatari i costi operativi di capitali sostenuti da questi ultimi e desunti dai relativi bilanci ai quali vengono poi applicati dei correttivi in base al perseguimento di obiettivi qualitativi. L'applicazione obbligatoria di tale metodo tariffario ha causato nel 2020 un aumento della tariffa indipendentemente dalle azioni condotte a livello locale. ARERA ha successivamente deliberato nel 2021 l'avvio di un secondo periodo di regolazione tariffaria a completamento del progetto di regolazione avviato con il metodo precedente; se con quest'ultimo si introduceva il riconoscimento dei costi efficienti di servizio e di investimento per le fasi della filiera dei rifiuti fino al conferimento, con il nuovo metodo introdotto si regolano anche le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani che premiano e premieranno il ricorso a impianti di trattamento che valorizzano i rifiuti e penalizzano il conferimento in discarica. Il sistema prevede poi un meccanismo perequativo in grado di garantire un beneficio maggiore ai fruitori di un servizio che siano attivi in contesti soddisfacenti a livello di raccolta differenziata, introduce quindi una regolazione di accesso agli impianti che definisce un limite di crescita annuale dei corrispettivi che implica un vincolo di crescita del ricavo per i gestori degli impianti.

Sulla base di quanto sopra, quindi è evidente come il costo che i cittadini dovranno sostenere sarà regolamentato per tutto il territorio nazionale da un sistema unico rispetto al quale i margini saranno sicuramente limitati. È chiaro che quello che va fatto e la grande sfida è quella di lavorare, così come si è fatto e come si farà, fianco a fianco con gli Enti locali, Enti locali che hanno votato favorevolmente in merito alla delibera da lei citata, Enti locali con i quali abbiamo ufficializzato un gruppo di lavoro che già precedentemente era attivo, Enti locali che ci insegnano che non è sempre... lei citava le differenze territoriali, è vero, abbiamo dei territori dove la raccolta è più difficile ma abbiamo anche esempi concreti che si può fare, si può fare bene: ad esempio, l'Unité Monte Cervino che ha al suo interno Comuni fortemente turistici, penso a Torgnon e a Valtournenche dove i dati sono sicuramente incoraggianti. Da qui la volontà sicuramente di lavorare con questi cinque sub-ATO tenendo veramente una lente di ingrandimento e andando a intensificare il lavoro dove oggi abbiamo dei dati che non sono confortanti perché abbiamo dei risultati da raggiungere, li monitoreremo anno dopo anno, su questo servizio ecco che le percentuali ci diranno come stiamo andando e ce l'hanno già detto: in molte zone anche difficili siamo migliorati, ecco che dobbiamo intensificare lavoro laddove siamo più deboli.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Della risposta che lei ha letto che le hanno preparato si evince chiaramente qual è il problema: che un conto sono i ragionamenti che si fanno a livello teorico e un altro discorso è poi l'applicazione delle teorie. La cosa più preoccupante che ho percepito dalla sua risposta è che siamo a giugno del 2023 e non si conoscono i dati del 2022, questo significa l'attenzione che si pone sotto il profilo finanziario alla gestione di un servizio. Secondo lei, un'impresa a giugno 2023 non saprebbe i risultati del dicembre 2022 delle sue aziende? Non c'è nessuna impresa valdostana che a giugno 2023 non sa quali sono i risultati delle sue aziende al 31 dicembre dell'anno prima, questo sta a significare che non si seguono le questioni. Parlo con cognizione di causa perché, come lei ha richiamato nel suo intervento, ho ricoperto anche il ruolo di Presidente dell'Unité Mont-Cervin ed eravamo insieme con il collega Lavevaz e stavamo molto dietro a queste questioni, per tre anni abbiamo ridotto il costo del servizio negli anni 2011, 2012 e 2013, perché sa qual è il problema di questi servizi gestiti a livello sovracomunale? Che quando il Comune passa la pratica all'ente soprastante, viene meno la conoscenza del problema. Chi la prende in mano non ha la conoscenza del territorio dei singoli Comuni che compongono i sub-ATO e le Unités e spesso è proprio in quella situazione che sfuggono di mano le situazioni. Poi se ci aggiungiamo che la legge dice, come ha detto lei, che si prendono i piani finanziari, alla fine dell'anno si fa la somma di quello che è stato speso per un servizio e si divide, diventa semplicissimo fare il totale a Pantalone.

Dai conti che lei mi ha dato, ho fatto due somme molto rapidamente, sa qual è il dato significativo? Che più o meno si spendono 24 milioni di euro per questo servizio, diviso il numero di abitanti valdostani, siamo a 200 a persona, ma c'è qualcuno che controlla l'evoluzione di questi costi? Certo che se aspettiamo l'anno dopo a iniziare a prendere in mano la questione e dire: "Il 2022 lo valuteremo nel 2024", nel 2023 facciamo gli stessi danni che abbiamo fatto magari nel 2022 al posto di intervenire immediatamente per correggere magari una situazione che ci sta scappando di mano. Il minimo quindi che si può fare è cercare di mettere insieme i dati in tempo zero, in tempo reale, bisogna avere delle piattaforme che man mano che le fatture si pagano siano a conoscenza di chi deve dare le direttive politiche dal piano soprastante, perché diversamente le assicuro che i Valdostani saranno chiamati tutti gli anni a vedere delle bollette che aumentano del 4, del 5, del 6%, perché qua si dividono solo i totali! "Quanto avete speso" si chiede alle singole Unités? "Io un milione", l'altro 5 milioni, l'altro 6 milioni e 400, "Fai il totale che dividiamo e mandiamo le bollette", ma non è questo il modo di gestire un servizio nell'interesse di una comunità, nell'interesse di una comunità bisogna cercare di ottimizzare la gestione del servizio e anche interrogarsi se forse abbiamo sbagliato qualcosa e cercare di raddrizzare il tiro, perché credo che andando avanti su questa strada, è difficile che andremo a perseguire gli obiettivi che sono dati dalle norme da una parte e, dall'altra, lieviteranno i costi in una maniera pazzesca. I Valdostani hanno fatto una scelta, non hanno voluto il pirogassificatore, adesso vediamo la situazione sotto gli occhi di tutti, è stato messo in piedi un servizio che durerà 17 anni ancora, quindi bisogna avere anche il coraggio che se si è sbagliato, o c'è qualcosa che può essere da prendere in considerazione per migliorare la situazione per i Valdostani, si può anche dire: "abbiamo sbagliato, bisogna correggere il tiro", cerchiamo di trovare una soluzione che possa contemperare di più anche la sostenibilità economica e non lasciare questo momento come momento di pura ripartizione delle tariffe, perché così non si riesce ad andare da nessuna parte e le sorprese saranno ogni anno più elevate.