Oggetto del Consiglio n. 2577 del 8 giugno 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2577/XVI - Interpellanza: "Notizie in merito alle ricadute sul mercato del lavoro del documento "Alleanza per il lavoro di qualità"".
Bertin (Presidente) - Punto n. 47. Illustra l'interpellanza il consigliere Marquis.
Marquis (FI) - L'iniziativa nasce a seguito dell'approvazione con la delibera 402 del 26 aprile del piano che costituisce "l'Alleanza per un lavoro di qualità". Il titolo ha stimolato in me delle riflessioni e delle valutazioni relativamente a quest'argomento, che sicuramente è un argomento di grande attualità, molto sentito in Valle d'Aosta.
Parlare di lavoro di qualità mi sono chiesto cosa significa in fin dei conti, io credo che immedesimandomi nell'opinione diffusa, per lavoro di qualità si intenda un lavoro stabile, un lavoro che dia una sicurezza per affrontare il proprio percorso di vita e che abbia una giusta remunerazione perché io credo ancora che la gente cerchi il lavoro a tempo indeterminato.
Prima lei ha fatto cenno su una considerazione dicendo: "i giovani a volte hanno anche la voglia di cambiare". Io credo che i giovani sì, hanno la voglia di cambiare perché non hanno basta remunerazione o basta sicurezza nel lavoro di cui poter beneficiare.
È anche di questi giorni l'articolo che è uscito sulla stampa contenente delle riflessioni dove sono intervenute le parti sociali, le parti anche che rappresentano il sistema Valle d'Aosta, ad esempio, il Presidente della Camera di commercio; sono state fatte delle analisi dove si parla in termini di remunerazione della Valle d'Aosta come fanalino di coda italiano, che, a sua volta, è il fanalino di coda europeo, quindi ci sono dei problemi seri da affrontare su queste tematiche.
Condivido le osservazioni che sono state fatte dal presidente Sapia della Camera dove dice che forse un'analisi va fatta sulla caratterizzazione del nostro sistema produttivo, che è un sistema produttivo a scarso valore aggiunto perché si parla prettamente, al di là di quello che è il comparto pubblico, ma di lavori nell'ambito di settori a bassa redditività: quello delle costruzioni, dell'agricoltura, del turismo e dei servizi. C'è quindi un problema, come dice lui, di bassi salari per una produttività inferiore del lavoro in Valle d'Aosta perché abbiamo dei lavori a basso contenuto tecnologico che hanno un basso valore aggiunto.
Questo per dire cosa? Che va bene fare dei documenti e mettere gli operatori e le parti interessate attorno a un tavolo, però in definitiva noi crediamo che il lavoro di qualità lo determina il mercato, lo determina l'economia, lo determina la salute di un territorio perché abbiamo visto o si può vedere in altre Regioni, ad esempio, che oggi hanno un po' meno problemi rispetto a quelli che viviamo noi, anche se ci sono dei problemi di carattere trasversale che preoccupano e interessano tutti; faccio degli esempi: l'Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, la Provincia di Bolzano, la qualità migliore del lavoro in quelle realtà è dettata dal mercato, c'è un mercato che determina delle condizioni migliori. Questo per arrivare a dire cosa? Che ci sono forse due livelli: quelli delle azioni dirette e quelli delle azioni indirette. Forse in questo documento c'è l'aspettativa di affrontare le cose contingenti, che danno poi luogo, attraverso il confronto tra le parti, a delle azioni dirette per risolvere dei problemi che sono sul tavolo in questo momento, però, secondo noi, bisognerebbe provare a sforzarsi per superare anche un pochettino quest'approccio e intervenire sui fatti strutturali, perché se andiamo a fare una ricognizione nel tempo delle azioni che sono state fatte e quelli che à tour de rôle hanno messo in campo tutti coloro che si sono avvicendati nella gestione di queste deleghe, sono state delle azioni sempre mirate a risolvere dei problemi contingenti, ma se noi andassimo ad analizzare poi i singoli indicatori, vediamo che, una volta cessata la misura, la situazione più o meno non è che ha subito delle grosse migliorie. Pertanto con quest'interpellanza si vuole un po' chiedere qual è da parte del Governo l'aspettativa da questo documento, da questo percorso che è stato intrapreso e se, a differenza del passato, si pensa anche di agire a livello di indicatori, di darsi degli obiettivi numerici da raggiungere per capire se poi le azioni sono state soddisfacenti rispetto alle aspettative e che possono essere utili nel caso poi in corso d'opera vadano rintracciate per migliorarle e per renderle più aderenti rispetto alle aspettative dei lavoratori o dei potenziali lavoratori.
Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Grazie collega Marquis. Parto dal dato che poi è finito sui giornali gli scorsi giorni: "siamo la Regione fanalino di coda per stipendi e per crescita del reddito pro-capite" e devo dire che ho estremamente apprezzato la franchezza con la quale la Chambre ha presentato questi dati e si è autocriticata, perché poi è vero che l'azienda pubblica fa le sue attività e possiamo migliorare il nostro contratto di comparto, ma devo dire che la Chambre ha presentato dei dati attraverso i quali si è detta: dobbiamo fare delle cose nuove perché gli stipendi... alla fine il reddito pro capite chi è che lo dà oltre al servizio pubblico? Le imprese private.
Presentare quindi quel dato in maniera così critica e anche in maniera molto trasparente io l'ho trovato molto coraggioso da parte della Chambre, dell'associazione di categoria, perché questo vuol dire anche per loro uno stimolo per ripensare il loro modello di lavoro, la loro organizzazione insieme al settore pubblico.
Partendo da questo, come tutti i dati, andranno poi interpretati, perché se è vero che siamo cresciuti meno, siamo ancora ottavi in classifica e probabilmente avevamo anche uno spazio di crescita diverso da quegli altri territori, il problema è che alcuni territori sono continuati a crescere, quindi dobbiamo interrogarci per capire dove non siamo cresciuti, magari in quali settori non siamo cresciuti. "Tutto dipende dal pubblico" forse è più facile, ci verrà poi detto che aumentiamo la spesa corrente perché poi quando si aumentano i contratti, aumenta la spesa corrente, però può incidere. Se dipende dal settore privato, dovrei andare ad analizzare dove questi stipendi sono non sufficienti, dove la redditività delle imprese non è sufficiente, perché poi nel reddito pro capite ci siamo tutti, cittadini e imprese.
Ripeto quindi che è un dato di partenza che ho apprezzato, allo stesso tempo immagino che se la Chambre e il sistema delle imprese si è proposto con questi dati è perché sta convintamente al tavolo di lavoro con in questo caso il Governo ma non solo con noi.
Vengo al tema della "Alleanza per il lavoro di qualità". Personalmente ho sentito l'esigenza di portare avanti questo documento non pensando che sarà la soluzione del problema ma immaginando che, per intervenire in maniera importante e anche in maniera verticale sui settori e su tutto il mondo del lavoro, era necessario dotarci di uno strumento di pianificazione che coinvolgesse tutti gli attori del lavoro, dai rappresentanti di impresa ai rappresentanti dei lavoratori al terzo settore, a tutti quelli che hanno un ruolo, non per firmare la prima parte del documento ma per firmare i prossimi progetti, perché con l'avvio di questo documento che è a cavallo dei due piani del lavoro, quello che scadrà quest'anno e quello che stiamo costruendo per un altr'anno, dovremmo andare a interrogarci per cercare tutti di capire dove migliorare le condizioni di lavoro, dove creare quel lavoro di qualità che domani, per esempio, che saremo con (omissis)... lui chiama "Il bel lavoro".
Oggi i giovani cercano qualche cosa di diverso, ma non solo i giovani, le persone, perché poi siamo tutti un po' così e, quando io parlo di lavoro stabile, fra l'altro, mutuo questa definizione perché l'ho sentita e la condivido... oggi difficilmente avremo lavoratori che per una buona parte della loro vita, come abbiamo fatto noi, faranno per 30-40 lo stesso lavoro, ma quello che cercano i lavoratori è un lavoro stabile, che vuol dire condizioni di lavoro che ti permettono di costruirti la tua vita, quindi non precario, non part-time, non a gettone, non a chiamata; la stabilità sta in altre condizioni, in un contesto lavorativo che ti permetta anche di vivere il resto della tua vita. È questo che io intendo, non il fatto che non vogliono il posto a tempo indeterminato, però è ovvio che sono concetti diversi.
L'Alleanza del lavoro potrà aiutarci, se saremo bravi a sostenerla e a riprenderci delle responsabilità e intervenire sui vari settori, perché tutti potranno giocarsi un ruolo e assumersi una responsabilità. Per esempio, è stato citato più volte in Valle d'Aosta il tema dei contratti di secondo livello, vi ricordate l'anno scorso voi avevate proposto in un'iniziativa analoga un voucher per le imprese per andare a cercare i lavoratori; oggi il tema non è mica più quello, oggi se noi ci limitassimo a parlare di disoccupazione... in Valle d'Aosta abbiamo dei dati sufficientemente buoni, ma quel dato non è qualitativo, è un dato quantitativo. Noi dobbiamo cercare di superare quell'atteggiamento rispetto al mercato del lavoro, perché altrimenti non affrontiamo i veri problemi che ci sono da affrontare e, quando parlo di lavoro di qualità, io parlo anche di tutto il resto del mondo del lavoro. C'è un'osservazione da parte sua sull'attività produttiva, per me il lavoro di qualità è anche una comunità del lavoro che sappia essere inclusiva.
Negli scorsi giorni abbiamo presentato il tema dell'inclusione del lavoro delle persone disabili, fra l'altro, ringrazio in aula il ministro Locatelli per la disponibilità che ha dato a dare il via a questa comunicazione per cercare di sensibilizzare tutti su questo tema: il tema dell'alleanza per il lavoro di qualità si propone di entrare nelle dinamiche di tutto il mondo del lavoro, quindi dall'inclusione, dalla conciliazione, ai contratti di secondo livello, alla rete dei trasporti e dei servizi che ci deve essere per migliorare il nostro modello di lavoro che deve tenere il passo con i tempi.
Sul tema dell'attrattività condivido o non condivido. Io dico che in Valle d'Aosta abbiamo delle buone aziende e ce ne sono altre che stanno arrivando e che, come in tutti i territori, fanno fatica a trovare i lavoratori. Quando ci concentriamo sulla nostra Regione, sembra che i problemi siano qua, ma guardate che basta aprire un giornale tutti i giorni per sentire l'osservazione di qualsiasi mondo delle imprese che dice che non si trovano competenze. Dappertutto è così, quindi il tema è intervenire oggi cercando di migliorare la nostra situazione, i lavori stagionali probabilmente gli imprenditori si stanno interrogando su come creare le condizioni affinché gli stagionali di tutti questi anni possano diventare tempi indeterminati.
Abbiamo messo i primi tre milioni sugli incentivi delle assunzioni per le trasformazioni di contratto, nel giro di due ore abbiamo raggiunto 356 contratti, che sono diventati contratti a tempo pieno nelle varie categorie, è positivo che questa volta sono stati comunque contratti maggiormente di assunzioni di donne, tanti giovani, il 21-24% di tutte le età, per dire che se avessimo anche più risorse per andare ad aiutare le imprese a stabilizzare il lavoro ne faremmo anche di più di queste attività, ma non è sufficiente se non c'è un lavoro di insieme da parte di tutti gli attori. In questi giorni si sta studiando, per esempio, e sono sicuro che intorno al tavolo verrà fuori del lavoro, un primo progetto sull'Alleanza per il lavoro di qualità nel settore del turismo, ne stiamo studiando uno nel settore dell'inclusione e con tutte le categorie cercheremo di andare a intervenire su tavoli tematici o tavoli settoriali, perché anche la Valle d'Aosta, seppur piccola, ha differenze nel suo mercato del lavoro tra la Bassa Valle, la Media Valle, l'Alta Valle e ci sono condizioni di arrivo al lavoro differenti. In più si farà, e questo lo stiamo facendo da tempo, lo facevamo prima con l'assessore Caveri e lo faremo con l'assessore Guichardaz, un progetto sempre più importante sulla riorganizzazione del percorso della filiera formativa.
Il ministro Valditara ha presentato agli Assessori all'istruzione e alla formazione l'altro giorno una sua idea di riforma sperimentale che addirittura introduce un 4 + 2 come progetto, bisognerà seguirlo, bisognerà esserci anche noi su questi temi perché la formazione professionale, per esempio, per quello che riguarda l'attività delle nostre imprese, è di fondamentale importanza e noi dobbiamo creare le condizioni perché, seppur con una popolazione più piccola di altre, si possono cogliere queste occasioni per cambiare ancora l'organizzazione dei percorsi che costruiscono le condizioni per formare i nostri giovani e far loro acquisire delle competenze.
"L'Alleanza per il lavoro di qualità" quindi per oggi è un progetto e una visione politica, si deve trasformare in qualcosa di concreto e questa è un po' la scommessa che ovviamente io spero si possa vincere nell'interesse della comunità del mondo produttivo, della comunità lavorativa valdostana e della comunità tutta.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Grazie Assessore per la risposta dalla quale si è capito in effetti qual è la finalità che al momento è più una finalità politica di mettere in contatto le parti per cercare di individuare delle soluzioni a dei problemi. Non sono entrato prima nel merito di aspetti particolari come l'inclusione, effettivamente queste sono tutte tematiche che hanno un certo rilievo, così come ce ne sono anche altre quando si tocca l'aspetto del mondo del lavoro, però, secondo noi c'è una questione di approccio su questo tema per poter dare delle risposte concrete che vanno oltre alle finalità di questo tavolo, perché siamo profondamente convinti che il lavoro lo crea solo l'impresa, il lavoro di qualità lo può solo creare l'impresa; quando lo crea l'impresa un lavoro di qualità? Quando è messa nelle condizioni di poter lavorare. Se non è messa nelle condizioni di poter lavorare, possiamo fare tutte le discussioni che vogliamo ai tavoli ma non ci sarà nessuno disponibile ad aumentare degli stipendi, assumere più persone a creare nuove opportunità o dare dei lavori stabili. Questo è un problema grande che vive oggi la Valle d'Aosta e probabilmente bisogna ragionare su leve che non sono mai state utilizzate che abbiamo cercato già in qualche modo in aula di evidenziare, le leve fiscali.
La Valle d'Aosta ha dello spazio per intervenire nell'agevolare le imprese a lavorare e non abbiamo mai provato a costituire dei tavoli per trovare delle soluzioni per ridurre per quanto ci compete in qualche misura la pressione fiscale laddove abbiamo delle competenze, così come uno dei problemi più grandi è quello di raggiungere il posto di lavoro in Valle d'Aosta perché il lavoro non è sotto casa nella maggior parte delle volte, quindi "qualità del lavoro" significa che se io devo fare 20 chilometri per andare sul posto di lavoro, in Valle d'Aosta mi sono già mangiato lo stipendio, perché non posso utilizzare dei mezzi pubblici che mal si conciliano sia per gli orari, sia per le tempistiche di percorrenza. Questo vale anche per l'attrattività da fuori Valle, delle persone che potrebbero essere interessate a venire a lavorare in Valle, come fanno con degli stipendi da 1.400-1.500 euro? Si sono già giocati lo stipendio per la strada. Questo per dire cosa? Che i veri temi sono quelli della mobilità, sono quelli delle politiche fiscali, ma finché non li affronteremo, secondo me, lo dico in modo molto sommessa, possiamo fare tutti i tavoli che vogliamo ma da quei tavoli non usciranno dei risultati che rafforzano l'economia valdostana, tant'è che una delle considerazioni, e forse la più pregnante che ha fatto Sapia nell'articolo, è stata quando ha raffrontato la Valle d'Aosta alle altre realtà e ha detto: "anche altri vivono questo problema, persino la Svizzera, ma in Svizzera vanno meglio, perché? Perché l'economia funziona, perché il PIL funziona". Allora il problema è sempre lo stesso: quello che abbiamo posto sovente all'attenzione di quest'Aula quando viene magari sottovalutato, sembra di tediare quando si parla di PIL, è quello il problema, è di creare economia.
Finché non creiamo economia dal valore aggiunto... anche se volessimo fare un'analisi sull'industrializzazione della Valle d'Aosta, non è vero che l'industria è cresciuta, c'è un processo di perdita di peso nell'economia valdostana dell'industria nell'ultimo decennio.
Questa è la realtà, lo dice anche Sapia quando si parla di valore aggiunto dei settori tecnologici, è il risultato praticamente dell'industria che manca un po' in questa direzione in Valle d'Aosta, poi mi rendo conto che ci sono mille difficoltà per andare in quella direzione che non è sicuramente semplice, però se non si affrontano i nodi strutturali, possiamo risolvere le contingenze del momento, cioè creare il voucher nella condizione di emergenza quando si presenta un problema quest'estate e allora bisogna trovare una misura per far fronte al fatto che abbiamo sul tavolo, però se non entriamo nel merito e partiamo da più lontano, dalle politiche della natalità, dei percorsi scolastici, delle politiche per la famiglia, delle politiche infrastrutturali, noi saremo sempre qui a leggere dei risultati e a piangerci un pochettino addosso. Pertanto sollecito nuovamente di andare in questa direzione, per quanto riguarda le risultanze concrete di questo tavolo, rimango molto scettico.