Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2572 del 8 giugno 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2572/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla creazione di un centro unificato di ricerca scientifica previsto nel DEFR 2021-2023".

Bertin (Presidente) - Punto n. 42. Illustra l'interpellanza il consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Parliamo di un punto che fa riferimento al DEFR, Documento di Economia e Finanza del 2021-2023 che fu approvato il 9 aprile del 2021 al capo "Istruzione e Università". Questo punto prevedeva testualmente che nel contesto regionale, essendo presenti diverse fondazioni ed enti dediti alla ricerca scientifica di base, si provvedesse alla creazione di un centro unificato di ricerca scientifica che potrebbe rappresentare, diceva appunto il DEFR, vantaggi in ordine sia a un maggiore sviluppo dei campi applicativi compresi nella S3, strategia regionale di specializzazione intelligente, sia riguardo all'opportunità di declinazione dei progetti di trasferimento tecnologico. L'ipotesi di realizzazione del polo di innovazione rappresenterebbe un'economia di scala rispetto al carico amministrativo e gestionale oggi a carico di ciascun ente e ciò potrebbe consentire di indirizzare maggiori risorse di sviluppo nella ricerca e nella specializzazione del personale riguardo ai processi di progettazione e rendicontazione della spesa, soprattutto negli ambiti dei cofinanziamenti comunitari con ricadute più generali sul tessuto produttivo e amministrativo regionale, sicuramente un intento ragionevole e condivisibile.

Ricordiamo che con una nostra interpellanza sul tema che fu discussa nella seduta del 7 di ottobre 2021, dello stesso anno, interpellavamo il Governo per sapere se fossero già state messe in atto queste azioni concrete per dare attuazione a quest'intendimento, come abbiamo già detto, condivisibile del DEFR. Rammentiamo anche che l'assessore Bertschy all'epoca nel ringraziarci appunto per l'iniziativa - qui nell'iniziativa avevo riportato testualmente una buona parte del suo intervento, ne farò un riassunto per velocizzare - diceva chiaramente che era intendimento del Governo perseguire e raggiungere quest'obiettivo, che era un obiettivo sfidante, perché era la possibilità di far fare un salto in avanti alla nostra Regione nell'ambito della riorganizzazione del territorio, ma anche della competitività del sistema Valle d'Aosta. "Cosa stiamo facendo - diceva l'assessore Bertschy - stiamo preparando in termini politici un percorso che ci porti nei prossimi mesi a condividere, insieme agli attuali enti, un documento e un progetto di lavoro, che, tra l'altro, sicuramente condivideremo con voi - questa era una delle promesse - non va creata un'azione confusa - si diceva correttamente - ma va creata un'azione ordinata e un percorso chiaro che ci porti in quella direzione".

Poi c'era una parte un pochino più politichese, se mi permette, assessore Bertschy, perché si diceva appunto: "di concreto c'è l'obiettivo politico, rimane concreto e di concreto sul campo c'è il lavoro che stiamo facendo per arrivare a un primo atto di indirizzo, che ci permetta anche di aprire un confronto politico con i gruppi in Consiglio regionale perché il limite della nostra Regione a volte è che, quando si sfidano i progetti ambiziosi, poi nascono delle resistenze... ma sono resistenze a volte un po' di sistema, un po' di territorio", un po' criptica questa parte, anche se si può abbastanza capire e devo dire che effettivamente condivido che qualche volta ci sono queste dinamiche sul nostro territorio ma forse sono dovute anche alla nostra natura, alle nostre dimensioni anche di grande Paese piuttosto che sicuramente di metropoli.

Concludeva l'assessore Bertschy dicendo che forse la risposta ci avrebbe un po' deluso non essendoci ancora niente di essenzialmente concreto ma che appunto si sarebbe provveduto, come si diceva nella parte precedente che ho citato, ad avviare questi lavori e a condividere anche queste fasi con un po' tutto il Consiglio.

Io naturalmente rispondevo che avremmo vigilato su questo stato di attuazione, anche per il fatto che nel frattempo - per carità, la normativa è antecedente perché il codice del terzo settore risale al 2017 - sono sorte delle criticità, come abbiamo visto anche da notizie di stampa o altre notizie, che fanno riferimento alle fondazioni e quindi c'è un problema anche di natura tecnica, interpelliamo l'Assessore competente per sapere se sia stato realizzato e in quali modalità l'intendimento previsto dal DEFR di cui parliamo, in caso di mancata totale o parziale realizzazione di quest'obiettivo quali siano stati gli ostacoli incontrati dal Governo e quali siano i tempi e gli intendimenti della Giunta per raggiungerlo e quali siano ancora gli intendimenti del Governo per superare le problematiche riguardanti gli enti rientranti nella disciplina prevista, come dicevo prima, dal codice del terzo settore.

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Grazie collega Sammaritani. Il bello di rispondere anche a nome di altri colleghi è prendersi la responsabilità un po' anche dei settori non di propria competenza, ma con il fine di procedere appunto con quest'obiettivo che è molto ambizioso.

La mia delega già allora riguardava in particolare l'S3, il settore della ricerca industriale, con l'obiettivo di migliorare il sistema e l'organizzazione della ricerca e soprattutto legato al fatto di poter poi riuscire a dare sia all'attività che si fa con la ricerca che poi alla possibilità di applicarla sul campo, una migliore efficienza del sistema per costruire una Regione sempre più competitiva e capace di raccogliere le sfide che questo comunque mercato ci presenta.

Unirei le due risposte, le faccio vedere un documento, che poi le consegnerò, che non ha ancora nulla di ufficiale però credo che sia utile per continuare l'attività di "vigilanza" ma direi di confronto politico in particolare rispetto a questo tema. Tra quella risposta e questa c'è stata anche, come tutti sappiamo, una crisi politica, una riorganizzazione politica e la necessità di ripensare e ripresentare anche il lavoro fatto e di aggiornarlo.

Nelle scorse settimane abbiamo invitato in maniera informale in Giunta il gruppo che informalmente ha lavorato a questo documento proprio per presentare una prima attività con l'obiettivo di arrivare, e vado alle conclusioni per poi raccontare quello che stiamo facendo, a quel famoso atto di indirizzo che prevederei in una delibera ma soprattutto la costituzione di un gruppo interdisciplinare che ci permetta di affrontare tutte le tematiche, comprese quelle che propone con la quarta domanda, anche le ricadute rispetto alle modifiche intervenute rispetto al codice del terzo settore.

"Se sia stato realizzato e con quali modalità l'intendimento previsto dal DEFR 2021-2023 sopracitato; in mancanza totale o parziale realizzazione di tale obiettivo, quali siano stati gli ostacoli incontrati dal Governo e quali siano i tempi e gli intendimenti della Giunta per raggiungerlo", unirei le due risposte facendo una veloce presentazione del lavoro che è stato fatto. Da parte nostra quello che abbiamo messo in campo è cercare, attraverso il coordinamento del Dipartimento sviluppo economico, che appunto è quello sul quale ho la delega, di costruire una fotografia rispetto alle condizioni dei nostri centri di ricerca, con l'obiettivo di lavorare su qualche cosa di concreto alla fine di questa prima parte di lavoro. Abbiamo interpellato quattordici enti, in questa fase non hanno risposto tutti gli enti anche per motivi che poi avranno modo di dirci nelle prossime riunioni e nelle quali poi coinvolgeremo, come avevamo poi immaginato di fare già allora, anche ARPA, che è un soggetto importante e che in questa seconda fase sicuramente va coinvolto per l'analisi di un lavoro da fare insieme. Quello che è venuto fuori è quello che più o meno si conosceva ma adesso lo abbiamo fotografato in maniera ancora più chiara, da un lato abbiamo enti che stanno ottenendo risultati di grande eccellenza, anche riconosciuti in ambito internazionale. Questo vuol dire che abbiamo nei centri un capitale umano di grande valore che sa costruire anche collaborazioni e sinergie consolidate con altri Enti; allo stesso tempo lo studio però ha evidenziato che gli Enti operano - e questa volta certificandolo - un quadro fortemente frammentato che ne indebolisce la capacità di ricerca, ne limita la possibilità di partecipare a bandi nazionali e internazionali e genera duplicazioni di costi di attività amministrative, perché è evidente che, per tutta una serie di attività, non lavorando insieme si rischia questa frammentazione che produce difficoltà. C'è la necessità per continuare a crescere di stabilizzare una parte di personale e quindi anche di dotarsi di una struttura finanziaria maggiormente consolidata. Il trasferimento di tecnologie avviene in maniera non così importante, la difficoltà è nel coniugare le attività di ricerca e applicarla con gli ambiti di interesse delle imprese. Abbiamo fatto un approfondimento su un modello di governance cercando di verificare come si poteva cominciare a immaginare eventualmente un passaggio successivo al fine di favorire la circolazione di competenza, sfruttare le conseguenti economie di scala, avere una massa critica adeguata a sostenere in modo efficiente il sistema della ricerca. Sono stati analizzati, ovviamente in maniera un po' ambiziosa, l'Eurac di Bolzano, il CIRM di Losanna e anche altri centri. In esito a quest'analisi sono emerse tre proposte: il primo modello ha proposto la costruzione di un ente unico di ricerca regionale mediante la fusione degli attuali centri di ricerca che confluirebbero in un unico nuovo ente composto da più dipartimenti. Se da un lato questo modello porta al consolidamento del sistema, dall'altro, lo svantaggio collegato all'implementazione di questo modello riguarda la difficoltà a integrare in un unico ente soggetti molto diversi sia come dimensioni, sia come modello giuridico e organizzativo, sia come finalità e compiti, perché tra le cose da sottolineare, e lo sappiamo... sicuramente condividiamo tutti che è vero che abbiamo tanti enti che dobbiamo cercare di unire, è vero che portano avanti tutti progettazioni e in settori diversi, questo da un lato va raccolto ad oggi come una ricchezza del territorio e un domani non va ridotto come attività di intervento. Si diceva ancora che alcuni centri svolgono, oltre all'attività di ricerca, anche attività istituzionale, commerciale e didattica, quindi anche per attività assegnate dalla Regione, quindi si prospettano potenziali problemi di natura giuridica relativi alle deleghe di attuazione di servizi da parte della Regione, nonché problemi legati alla stabilizzazione del personale.

Per quanto riguarda il secondo modello, quello di un ente di ricerca regionale costituito dalla fusione di alcuni centri di ricerca, permangono le ricadute positive delineate al punto precedente sebbene limitate a un perimetro più ristretto ma potenzialmente espandibile in futuro; l'attuazione di questo modello è realizzabile in tempi più rapidi prevedendo il trasferimento del personale di ricerca e dell'attività istituzionale da parte di enti che vi convergono.

Il terzo modello è il modello consortile, che consiste in una creazione di un nuovo ente che coordina quelli esistenti, ciascuno dei quali mantiene la sua autonomia funzionale ma opera appunto in maniera consortile. Questo modello potrebbe essere implementato in tempi rapidi e con modalità snelle di gestione, tuttavia non sembra essere la soluzione adatta a risolvere il problema dell'ottimizzazione dei costi e della frammentazione tra enti ai quali andrebbe infatti ad aggiungersi il consorzio. Si prospettano anche problemi nella rendicontazione del personale degli enti nell'attività dell'ente consortile e nel coordinamento esterno dell'attività.

In conclusione di questa prima parte di lavoro il percorso maggiormente efficace continua a essere quello della creazione di un unico ente di ricerca, che potrebbe essere limitato a una prima fase federativa ad alcuni enti di ricerca, partendo da qualcuno, senza immaginare di lavorare su tutti gli attuali enti e le fondazioni, caratterizzati nell'interesse della collaborazione e della compatibilità di strutture organizzative e attività, che potrebbero statutariamente convergere verso una struttura unificata in tempi un po' più rapidi. Qualora vi fosse una condivisione politica della proposta, sarà necessario individuare una struttura regionale e continuare il tavolo di lavoro.

Vengo alla domanda 3, si può condividere questo documento perché appunto è utile a continuare il confronto politico, l'obiettivo è passare da questa fase di lavoro non formalizzata a una fase di lavoro formalizzata attraverso un tavolo che intervenga su tutto il lavoro che si dovrà fare e anche, ripeto, rispetto alla questione, per esempio, del codice di terzo settore, che è uno degli altri elementi da andare a valutare. Mi scuso per la lunghezza della risposta ma è un tema piuttosto ampio.

Presidente - La parola al consigliere Restano per mozione d'ordine.

Restano (GM) - Chiedo cortesemente, Presidente, se può chiamare un po' di Consiglieri in aula, sennò dobbiamo chiedere la verifica del numero legale.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Sammaritani.

Sammaritani (LEGA VDA) - Grazie assessore Bertschy, mi riservo naturalmente poi di valutare il documento che lei gentilmente mi fornirà e la ringrazio.

Devo dire, così in linea generale, che mi sembra che siamo ancora un po' indietro, lei ha astutamente messo le mani avanti facendo anche cenno al problema della riorganizzazione politica che abbiamo vissuto qualche mese fa, va bene, io osservo che grossomodo poi la struttura del Governo è abbastanza simile a quella precedente, tanto che è sempre lei che mi risponde, quindi devo dire che, bene o male, l'interlocutore è lo stesso, ma, al di là di questo, capisco che ci siano delle difficoltà, sono il primo a capire l'esistenza di eventuali problemi giuridici quando si vanno a fondere o a cercare di mettere assieme pezzi che poi alla fine non sono i pezzi di un puzzle ma sono tessere che a volte non si incastrano l'una con l'altra, quindi non è sempre così facile, anzi, però visto che l'intento del DEFR era un intento, come dicevo, condivisibile e sicuramente che andava nella direzione della semplificazione e dell'efficientamento di questi enti, che sono appunto un po' disomogenei, anche se giustamente, come osservava lei, trattano e fanno cose diverse molto spesso, quindi non è sempre facile mettere insieme pezzi di questo genere... però dobbiamo assolutamente andare in quella direzione. Credo che sia opportuno cercare di accelerare, tanto che in ordine a quelle tre soluzioni, quei tre modelli ipotetici che lei ci ha esposto, direi che uno degli elementi fondamentali forse per andare nella linea giusta è quello anche di considerare la velocità con la quale si possono realizzare. Forse la soluzione due, quella del centro di ricerca regionale che pare essere la più veloce, e forse anche quella che, dal punto di vista tecnico, probabilmente potrebbe dare meno difficoltà per quanto riguarda l'assemblamento, io credo che una delle priorità in questi casi diventi anche il tempo, perché altrimenti davvero noi politici non diamo risposte in tempi ragionevoli e nemmeno le legislature bastano più, figuriamoci se poi ci sono dei cambiamenti in corsa.

Noi possiamo dire in questo momento che continueremo a vigilare come abbiamo già fatto, magari con delle tempistiche un pochino più brevi, quindi spero che questa iniziativa comunque serva anche a lei nel suo piccolo a incentivare quest'azione tecnica, ma anche politica, e che comunque, ribadisco, come era stato promesso fin dall'altra risposta all'altra iniziativa, poi ci sia un'ampia condivisione con il Consiglio e con la Commissione competente.