Oggetto del Consiglio n. 2562 del 7 giugno 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2562/XVI - Interpellanza: "Motivi della scelta del governo regionale di non resistere in giudizio a difesa del requisito della residenza quinquennale per l'accesso ai mutui agevolati per la prima abitazione".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 32 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Come il presidente Testolin ricorderà, siamo già passati due volte su questa vexata quaestio dei mutui e dei requisiti da applicare a chi vi vuole arrivare.
Ora, se lei ha buona memoria, Presidente, ricorderà che io le avevo detto che l'impostazione che la Giunta aveva dato trovava l'accordo del nostro gruppo, quindi mettere un vincolo di cinque anni per accedere ai mutui regionali trovava l'accordo del nostro gruppo, eravamo perfettamente d'accordo.
A fronte però del ricorso che è stato esplicitato da parte di un'associazione che non ha niente di meglio da fare che fare i ricorsi in favore degli stranieri contro i diritti degli Italiani, lei giustamente rispondeva motivando il perché di quella scelta, ed è una motivazione che, per quanto sia condivisibile o meno, lei ha esposto.
Io ho voluto estrarre il succo di queste motivazioni e lei dice: "La finalità della norma è volta a sostenere l'industria edilizia e non già a garantire il godimento di prestazioni e servizi che dovrebbero essere invece garantiti con carattere di generalità e uniformità". Tale ultima affermazione è avvalorata da quanto segue: "Non tutte le Regioni italiane erogano mutui agevolati a favore della prima abitazione e per il recupero dei fabbricati situati nei centri storici, a evidenza che tale misura non costituisce soddisfacimento dei diritti fondamentali che debbono essere garantiti con uniformità a tutti gli aventi diritto".
Quindi lei dice che la finalità della norma è volta a sostenere l'industria edilizia e non l'utilizzatore finale che è colui che accede al mutuo, quindi in sostanza si dice con questo: "Stimoliamo le imprese" e poi aggiunge: "Ai sensi del comma 1 dell'articolo 74 della legge regionale 3/2013, la Giunta regionale ha previsto che i mutui agevolati a favore della prima abitazione siano concessi a favore di richiedenti che alla data di presentazione della domanda abbiano un'anzianità di residenza nella Regione di almeno cinque anni, anche non consecutivi. Tale requisito è stato previsto in continuità con i bandi precedenti, nei quali l'anzianità di residenza è sempre stata richiesta ai fini del beneficio, in analogia a numerose altre iniziative regionali, magari non tutte ma molte".
Come non ritrovarsi anche in questa definizione? Cioè l'abbiamo sempre fatto, ma probabilmente l'ASGI era impegnata in tutt'altre faccende se non ha avuto niente da fare se non arrivare in questo momento.
E ancora: "Il requisito di residenza protratta nel territorio della Regione è necessario per garantire un radicamento territoriale e continuativo in capo ai richiedenti, in quanto la proprietà di un'abitazione si colloca a conclusione di un percorso d'integrazione della persona presso la comunità locale e richiede garanzie di stabilità che scongiurino ripensamenti che aggraverebbero l'azione amministrativa e ne ridurrebbero l'efficacia, ad esempio il trasferimento della residenza o l'alienazione dell'immobile, con conseguente obbligo di estinzione anticipata del mutuo. Il contenuto intrinseco della misura consistente in un mutuo di durata fino a 30 anni per l'acquisto di una casa è ovviamente destinato a chi non intenda spostarsi frequentemente o a breve termine, bensì stabilirsi per un periodo di tempo prolungato sul territorio regionale".
Anche su questo io condivido, Presidente, perché evidentemente chi prende la residenza domani, dopodomani potrebbe andarsene, quindi bene mettere un limite di residenza per accedere ai mutui.
"In ultimo", aggiungeva sempre lei, sto citando sempre le sue parole: "Ma, non meno rilevante, è necessario tenere presente che le risorse per il finanziamento dell'iniziativa sono limitate e la previsione dei requisiti di accesso meno restrittivi porterebbe con sé l'ampliamento della platea dei potenziali richiedenti, quindi maggiori costi da sostenere. In particolare, indigenza delle attuali disposizioni, sono previsti nel 2023 domande per circa 60 milioni di euro a fronte di disponibilità sul fondo di rotazione pari a circa 35 milioni di euro. L'eliminazione del requisito dell'anzianità di residenza determinerebbe un ampliamento di tale gap e la necessità di ulteriori risorse che al momento non si potrebbero individuare".
Quindi si individuano diverse criticità nel merito, Presidente.
Lei dice: "La norma è fatta per le aziende che costruiscono e non per quelli che usufruiscono del mutuo, quindi non ha senso farlo utilizzare erga omnes" e poi ancora dice che: "Il requisito della residenza protratta serve per premiare, per affermare, per essere sicuri che le persone che usufruiscono di mutui agevolati siano stabilmente residenti in Valle d'Aosta e non rischino invece di andare via con l'estinzione anticipata del mutuo".
Infine lei solleva in prima persona la criticità della mancanza di disponibilità sul fondo di rotazione, lo dice lei.
A fronte di tutte queste criticità che individua, vedendola soccombente in primo grado, lei decide di non fare appello, e questa decisione e questa scelta è particolarmente sbagliata, perché se lei ha motivato le sue scelte con queste, che mi paiono delle motivazioni ben c'entrate, è incomprensibile la scelta di decidere di non continuare il ricorso e di cedere al ricatto che è stato posto.
Ma non solo, Presidente, lo ha evidenziato lei stesso nel suo intervento, la Valle d'Aosta non è l'unica Regione che applica il requisito della residenza per l'accesso ai mutui, sono tante le Regioni!
Allora per quale motivo una Regione dovrebbe dire: "Noi chiediamo la residenza" e l'altra: è particolarmente discriminante, razzista, nazista, omofoba e qualsiasi altra caratteristica gli vogliamo attribuire se decide di dire: "No, nei mutui i nostri cittadini devono essere residenti da almeno 5 anni nel nostro territorio"?
Io credo che motivazione più solida di questa non ci sia.
E ancora, Presidente, lei aveva di fronte due strade: da una parte ha qualcuno che ha definito discriminatrice la sua azione e quella della sua Giunta, e quindi la porta in Tribunale, dicendo: "Le contesto quello che ha fatto perché lei ha discriminato le persone in questa maniera". Lei resiste dicendo: "No, io non ho discriminato nessuno", il Tribunale la vede soccombere e lei aveva due scelte: resistere, dicendo: "No, guardate che nonostante questa sentenza io ritengo di non aver discriminato nessuno, e abbiamo solide motivazioni al pari delle altre Regioni" oppure dire: "Sì, lo ammetto, abbiamo discriminato".
Lei Presidente con quest'azione l'ha ammesso, lo ha ammesso lei, lo ha ammesso la sua Giunta e, per estensione, tutta la sua maggioranza.
Quindi io guardo ovviamente il discriminatore assessore Guichardaz, guardo il discriminatore collega Padovani, il discriminatore collega Malacrinò, il discriminatore collega Cretier, tutta la vostra maggioranza ha discriminato, siete stati condannati, giusto? Questo è.
Quindi a fronte di questo io sinceramente, Presidente, le ho presentato quest'interpellanza, ma io ritengo che difficilmente lei possa sostenere le motivazioni con le quali ha ritenuto di dover portare in votazione una modifica, anche perché, davvero, siamo all'assurdo, cioè io arrivo domani, prendo la residenza e ottengo un mutuo prima casa. Ma stiamo scherzando? Cioè arrivo domani, prendo la residenza e io posso accedere a un mutuo? Questa è una follia, e lei non ha spiegato, e lo dice lei stesso, come andrà a sostenere un ulteriore costo.
Sa cosa significa questo, Presidente? Lo dico per i Valdostani che ci ascoltano: visto che vogliamo fare grossi discorsi e grosse affermazioni di amore universale, significa che chi è residente qui da 5-10-20-50 anni e vuole comprare una casa, probabilmente non avrà accesso ai mutui prima casa, perché uno che è arrivato ieri e ha preso la residenza qui potrà accedere prima di lui e toglierà i fondi a disposizione.
Questo significa e questa è una grave discriminazione dei nostri cittadini, ed è una discriminazione che imputiamo a lei, Presidente, nella scelta di non aver voluto resistere in secondo grado.
Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin.
Testolin (UV) - Prima di rispondere ai tre quesiti posti dal collega, credo che valga la pena, vista l'attenzione che ho messo per ascoltare la disamina del collega Manfrin, dare alcuni spunti per poi valutare nel complesso le risposte puntuali.
Intanto, mi dispiace che lei non abbia partecipato alla presentazione della delibera alcuni giorni fa in III Commissione dove erano presenti i suoi colleghi Lucianaz e Distort, perché vi è stata una discussione a mio parere costruttiva, dove ci siamo scambiati delle idee ed abbiamo esplicitato le motivazioni per cui si è tornati per certi versi sui nostri passi e su quello che vuole poter dire ampliare questa fascia di concessione dei mutui, a beneficio da un lato di quelle che possono essere le iniziative di costruzione, perché possono continuare una serie di attività in ambito edile. Le opportunità che questa situazione potrebbe portare come positivo all'interno delle esigenze del nostro territorio che sono cambiate in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi in maniera particolare e che sono state sottolineate in maniera importante anche dalle associazioni di categoria, da chi cerca personale per le proprie aziende, da chi necessita di avere anche degli elementi di attrattività che possano essere spesi a favore di chi viene a lavorare in Valle d'Aosta.
Queste motivazioni sono state dibattute e condivise poi all'interno del Governo regionale e con la maggioranza tutta, trovando un percorso che vuole provare a trasformare una criticità in un'opportunità.
Molte volte si vedono certi aspetti che possono essere soggettivamente condivisi più di altri, ma si perde magari la possibilità di avere una visione più complessiva che emerge anche da confronti all'interno dei propri movimenti, della propria maggioranza, del proprio governo, che danno dei risultati che poi si spera possano essere interessanti.
È stato peraltro interessante il dibattito con il collega Distort, che chiedeva quali benefici può avere la comunità valdostana da questo passaggio.
Li abbiamo elencati: il primo è aumentare le potenzialità del settore edile.
Il secondo è che chi verrà a prendere la residenza in Valle d'Aosta dovrà essere fornito di un lavoro e avere una redditività che gli consenta di accedere ad un mutuo.
Il terzo: trovare sicuramente delle persone che possano essere disponibili, anche grazie a questo agrément, a quest'opportunità di rimanere in pianta stabile in Valle d'Aosta e garantire forza lavoro per le nostre aziende, per la nostra comunità.
Questo però senza dimenticarci che il fatto di stabilizzare la presenza di questa gente in Valle d'Aosta deve essere primario, non deve essere una toccata e fuga, e in effetti non è stato l'unico cambiamento che abbiamo apportato alla delibera, ma abbiamo inserito nel percorso di sottoscrizione del mutuo anche il vincolo di rimanere residente in quella situazione fino alla fine del percorso di ammortamento del mutuo stesso, il che altrimenti comporterebbe una penale di uscita che, se disposto a pagare, potrebbe giustificare un cambiamento di opportunità da parte di chi lo ha richiesto.
Entrando invece nel dettaglio delle domande: "Per quale motivo l'Amministrazione regionale abbia scelto di non resistere in giudizio rispetto alle decisioni del Tribunale di Torino summenzionate" e "Per quale ragione abbia deciso di cancellare qualsiasi riferimento rispetto al requisito di residenza": la Regione non ha ritenuto di appellare l'ordinanza del Tribunale di Torino in esito alle valutazioni effettuate anche relativamente alla giurisprudenza in materia, che non è affatto favorevole.
Vi è un'opportunità di positività del ricorso intorno al 20%; basti guardare le plurime pronunce che l'ASGI ha citato nel proprio ricorso e richiamate dallo stesso giudice torinese che si è totalmente allineato.
Altra questione invece è la legittimità costituzionale della legge regionale 13/2003, di cui non ha però parlato, rispetto alla quale vi sono precedenti sentenze contrastanti.
Nella sentenza 432/2003, per esempio, la Corte aveva affermato in termini generali che la residenza rispetto a una provvidenza regionale appare un criterio non irragionevole per l'attribuzione del beneficio, ma, allo stesso tempo, in occasione della pronuncia di incostituzionalità della legge regionale 3/2013, sentenza 178/2014, la Corte aveva dichiarato irragionevole e sproporzionato il requisito della residenza protratta per otto anni sul territorio regionale, ma con riferimento a un beneficio, l'accesso all'ERP, che evidentemente ha natura ben diversa rispetto al mutuo agevolato per la ristrutturazione di un immobile di particolare pregio storico, artistico e architettonico, il quale certo non può ricondursi al novero delle prestazioni assistenziali finalizzate al sostegno di un bisogno abitativo.
In conclusione, se vi sono margini per una difesa della ragionevolezza della limitazione all'accesso essi riguardano più che altro la disciplina contenuta nella legge regionale 3/2013 sui mutui per il recupero dei fabbisogni situati nei centri nuclei abitati e ritengo che meritano quindi di essere spesi nell'ambito del giudizio avanti alla Corte costituzionale, più che in sede di appello dell'ordinanza del Tribunale di Torino.
Detto questo, è chiaro che poi bisognerà fare delle valutazioni di coerenza sulle scelte che si faranno, perché giustamente in Commissione è emerso anche il fatto che se si vuole incentivare un certo tipo di percorso, un certo tipo di attività, la stessa sarebbe da rivalutare alla luce della sentenza, ma saremmo noi a decidere se togliere gli otto anni o mantenerli, non qualcuno che ce lo impone.
Per quanto riguarda il secondo punto rispetto alla seconda domanda, esiste - come spesso accade - una differenza tra titoli delle notizie e il contenuto delle stesse.
Il Governo regionale, riguardo alla decisione di non ricorrere quanto alla decisione del Tribunale di Torino, ha anche considerato il potenziale effetto che l'esistenza del requisito della residenza quinquennale potrebbe avere nell'attrarre persone che potrebbero decidere di trasferirsi per una scelta di vita, anche lavorativa, ugualmente considerando che con la stessa deliberazione del 22 maggio scorso sono stati allungati i vincoli di residenza connessi ai mutui concessi.
La valutazione discende anche dal fatto che i mutui sono concessi dal sistema in funzione delle capacità reddituali e delle conseguenti capacità di rimborso dei richiedenti e questo è garanzia di poter rendere un servizio a persone che possono portare un valore aggiunto e positivo alla nostra collettività.
L'obiettivo quindi non sono lavoratori migranti, o comunque non esclusivamente, ma piuttosto lavoratori che possono considerare anche la possibilità di accedere a un mutuo per la prima casa nel novero dei motivi per trasferirsi in Valle d'Aosta in pianta stabile, quali operatori e operatrici delle Forze dell'ordine, tecnici specializzati assunti dalle nostre aziende valdostane, lavoratori nel campo del turismo e della sanità, solo per citarne alcuni, e comunque lavoratori che a diverso titolo possono fermarsi nel nostro territorio.
A tal proposito, a margine della risposta, rilevo come sono stato favorevolmente colpito quando, in occasione della celebrazione del 2 giugno, festa della Repubblica, fermandomi a parlare con un giovane operatore di Polizia, nel proporgli di rimanere in Valle d'Aosta nel caso vi fosse la possibilità di accedere a un mutuo, mi ha risposto come effettivamente possa essere un'opportunità interessante al fine di aiutare un giovane a mantenere e stabilizzarsi con la propria famiglia in questa regione.
Per quanto riguarda il terzo quesito, l'impatto al momento non risulta evidentemente calcolabile, ma sarà sicuramente interessante da analizzare a un anno dal varo della deliberazione per verificare se le aspettative, soprattutto a favore dell'aspetto economico, siano state positive, con la stabilizzazione sul territorio di operatori, lavoratori utili, quando non indispensabili, ai nostri settori produttivi, e anche questo è stato motivo di confronto con i suoi colleghi e, così come spiegato in Commissione, sarà sicuramente attenzionato e monitorato per darne contezza anche in quest'aula.
Presidente - Per la replica, la parola al collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Vede, Presidente, io le ho posto una serie di domande a cui lei ha puntualmente risposto.
Io potrei controbattere rispetto a quello che ha detto semplicemente rileggendo quello che lei stessa aveva dichiarato in quest'aula, perché su questo, per esempio, lei risposte non ne ha fornite.
Lei ha iniziato il suo intervento stigmatizzando la mia assenza dalla Commissione che non è la mia Commissione - ma ho capito in che senso lo diceva, non si preoccupi, non sono polemico in questo caso - però lei deve sapere che noi siamo organizzati in maniera tale per cui alla fine di ogni Commissione viene fatto un puntuale report di quello che viene discusso e quindi ero perfettamente a conoscenza di quello che è stato discusso e so, per esempio, che la questione delle coperture è stata sollevata e non vi sono state date spiegazioni, quindi non si è detto sulla questione delle coperture quello che lei diceva, non si è spiegato.
Lei diceva questo: "È necessario tener presente che le risorse per i finanziamenti di iniziative sono limitate e la previsione dei requisiti di accesso meno restrittivi porterebbe con sé l'ampliamento della platea dei potenziali richiedenti, quindi maggiori costi da sostenere". Su questo non ha spiegato com'è possibile che si ampli la platea e però non ci siano le risorse disponibili, su questo non ha detto come si andrà a fare.
Nel suo intervento invece lei ha detto una cosa, innanzitutto sgomberiamo il campo, e la ringrazio di questo Presidente, lo dico ai colleghi che ascoltano questo dibattito da sopra e i colleghi che ascoltano questo dibattito da casa o dall'ufficio: possiamo togliere la definizione di "Lavoratori migranti" perché questa non è la definizione giusta. So che è un piacere fare i titoli con il click-baiting ma non è così, la questione è che qui i lavoratori migranti ai mutui casa non potranno accedervi.
Quindi se vogliamo prendere uno spunto ed evitare di fare titoli click-baiting ma riportare fedelmente quello che è stato detto, è stato chiarito che evidentemente queste tipologie di lavoratori non potranno accedere a queste disposizioni.
Però lei ha detto, Presidente, del fatto che lei ha parlato con le categorie che rappresentano il mondo del lavoro e che erano favorevolmente colpite, però da quello che lei ci ha riportato, Presidente, in queste categorie pare che lei voglia ricomprendere i lavoratori stagionali: tendenzialmente queste categorie sono alla ricerca di lavoratori stagionali, noi le vediamo passare le offerte di lavoro che arrivano in questo momento e, al netto dei sanitari, la richiesta è spesso appunto di persone che fanno lavori stagionali. Non credo che questi possano rientrare nei parametri della richiesta dei mutui, quindi queste sono categorie di persone a cui sicuramente non si daranno delle risposte, però si è detto, e quasi evocato, che ci fosse la possibilità.
Ha raccontato prima, anche con un tratto emozionale, che questo giovane agente di Polizia le ha detto che, a fronte della possibilità di ampliare... avrebbe considerato la possibilità di accedere un mutuo; in realtà - e in questo mi sono appunto fatto confortare - queste disposizioni erano già presenti, non vengono introdotte con questa delibera ma erano già preesistenti le disposizioni che permettevano a militari e alle Forze di Polizia di poter accedere a questa tipologia di sostegno, quindi diciamo che con questo non si arriva.
Ancora giustamente ha fatto riferimento alla 3/2013 che ha ricevuto una decurtazione, ricordo che mi sono confrontato con il collega Baccega su questo, sugli otto anni, e poi si è deciso di scendere a due. Ci sono Regioni che ancora attualmente oggi, come limite per l'accesso all'ERP la mettono a cinque anni, e nessuno gli ha detto niente, quindi è una cosa che si può fare.
Noi rimaniamo persuasi di una cosa, che mettere al primo posto i nostri cittadini, mettere al primo posto chi vive su questo territorio da più tempo, sia una necessità da perseguire, perché è logico se io vivo qui da 10-20-30 anni, se sono nato qui e vivo qui da tutta la vita, è normale che io abbia un vantaggio rispetto a chi qui ci arriva domani, è normale, è esattamente il principio della fila, ero prima in fila, arriva uno dopo e non mi può passare davanti, si metterà in fila anche lui, prima o poi arriverà anche il suo turno. Questo è un principio, è il principio che perseguiremo e che voi non avete difeso.
Presidente - Come segnalato giustamente dal consigliere segretario Distort, semplicemente per dare evidenza, vista la temperatura, è autorizzata l'assenza della giacca durante i lavori. Quando ovviamente si interviene, è meglio tenerla.