Oggetto del Consiglio n. 2534 del 7 giugno 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2534/XVI - Ritiro di mozione: "Impegno del Presidente della III Commissione consiliare ad audire l'Assessore competente in merito alla visione politica relativa al processo di riconsiderazione del Piano Territoriale Paesistico".
Bertin (Presidente) - Possiamo ora passare al punto n. 6 dell'ordine del giorno. Per l'illustrazione, consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - L'argomento contenuto in questa mozione è già stato trattato nell'interpellanza discussa in una precedente sessione del Consiglio avente per titolo: "Indirizzi politici del Governo regionale in merito alla revisione del Piano Territoriale Paesaggistico della Valle d'Aosta".
Siccome la risposta non ci ha convinti, come gruppi di Lega e Forza Italia abbiamo riproposto l'argomento per sollecitare l'Assessore competente a manifestare la propria visione politica da assegnare al gruppo di lavoro che avvierà la revisione della legge urbanistica regionale e del Piano Territoriale Paesistico
È noto infatti che, con la deliberazione n. 1067 del settembre 2022, la Giunta regionale ha espresso la determinazione circa l'avvio del processo di riconsiderazione del Piano Territoriale Paesistico della Valle d'Aosta, approvato con legge regionale 13/98 e di revisione della legge regionale 11/98, "Normative urbanistiche di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta".
Nei contenuti della deliberazione di Giunta non si riscontrano indirizzi di scelta politica quali obiettivi da fissare al gruppo di lavoro costituito, ma solo adempimenti tecnici, mentre è del tutto evidente che il Governo regionale, come ogni Governo del territorio, deve avere una propria visione politica o, comunque, dei lineamenti di visione per dare corso a un lavoro di queste proporzioni, a meno che gli intendimenti della delibera di Giunta non siano solamente un mero avvio di una pura azione amministrativa, una sorta di adempimento procedurale o addirittura una sorta di "Armiamoci e partite", ma partire senza sapere dove andare e come arrivarci, non rappresenta un cammino, un percorso, ma un vagabondare.
E allora la domanda rivolta al Governo è: "Ma voi che intenzioni avete? Avete intenzione di percorrere un cammino o di gironzolare? Dove volete arrivare? Quale strada volete scegliere? Quali obiettivi intendete raggiungere? Come intendete arrivare a questi obiettivi?". Sono queste le domande cruciali a cui la politica deve rispondere.
L'organo politico per eccellenza di un territorio non può non avere una visione urbanistica; immagino che voi diciate: "Beh, è chiaro, Distort, in quanto professionista del settore, idealizza il ruolo dell'urbanistica, o per lo meno tende a idealizzare".
Allora permettetemi di svolgere un cammino di accompagnamento, proprio per sviluppare insieme una visione, poi direte liberamente se l'accettate o no, se ci state o no, se preferite andare da un'altra direzione o prenderla in considerazione.
Non nego che ci siano persone che ritengano l'urbanistica una tecnica arida, pensate che ci sono anche tra i miei colleghi coloro che hanno questa visione dell'urbanistica come tecnica arida, lontana dalla vita quotidiana delle persone.
A queste persone mi verrebbe da dire, come diceva un mio vecchio docente di Teorie dell'urbanistica: "A questo punto vi consiglio di non occuparvi di due campi: uno di urbanistica, l'altro di politica"; questo lo diceva un docente di Teoria dell'urbanistica alla Facoltà di architettura al Politecnico di Torino.
Le condizioni del territorio in cui viviamo sono fisiche, economiche e culturali, questo è un dato appurato, penso che siamo tutti d'accordo.
Queste condizioni evidenziano che rispetto a ognuna di queste condizioni ci sono situazioni di crisi e difficoltà che vanno ovviamente gestite quotidianamente nel tempo e queste condizioni di crisi si superano attraverso le risposte che vengono adottate attraverso le scelte.
Quindi le scelte sono proposte per il futuro e al tempo stesso di natura politica e urbanistica, sicuramente più politica che urbanistica, di sicuro non meramente tecnica.
Un interprete contemporaneo dell'urbanistica, un tal professor Alberto Magnaghi, sostiene che il territorio - sentite queste parole e riflettete quanto si adattano alla politica, al ruolo che spetta a voi Giunta regionale, in particolare all'Assessore che ha la delega per l'urbanistica - è il bene comune per eccellenza, che non è solo nostro, nostro nel senso della società che temporaneamente lo abita, ma un immenso patrimonio culturale collettivo intergenerazionale vivente denso di sapere, di arte, di scienze, dotato d'identità, percepibile con i sensi attraverso i suoi paesaggi, che appartiene a tutti gli esseri viventi e alle future generazioni.
Se mi permette, Assessore, questa citazione gliela regalo, se vuole mettiamoci d'accordo e gliela faccio incorniciare, ma questa è veramente una pietra miliare, un obiettivo che sintetizza tutta l'attività politica nel settore.
Se dovessimo dare una descrizione sintetica di urbanistica, di che cos'è l'urbanistica, diremo che è la disciplina che determina il Governo del territorio e delle sue dinamiche ambientali, economiche, sociali e culturali, e adesso proviamo a dare invece una definizione sintetica di quale sarebbe, nell'ambito del territorio, l'attività della Giunta. Diremmo che elabora e attua le scelte che determinano il Governo del territorio e delle sue dinamiche ambientali, economiche, sociali e culturali.
Sentite che diretto collegamento esiste tra la descrizione dell'urbanistica e la descrizione dell'attività di un Governo del territorio? C'è una corrispondenza fortissima.
Tale attività quindi, comune della Giunta e dell'urbanistica, non consiste quindi in adempimenti e meccanismi tecnici, in un semplice esercizio normativo, nulla di tutto questo; l'esercizio normativo e l'attività normativa è tutto a posteriori, cioè qualcosa che segue.
Quello che è importante è saper affrontare gli scenari che sono la conseguenza di altrettante scelte politiche, di questo tratta.
Adesso permettetemi di fare una divagazione perché vorrei raccogliere veramente tutta l'attenzione e la visione completa della situazione: quando si formano gli architetti, nel piano di studi si affronta un tema nell'ambito della storia dell'urbanistica, che è uno degli esami nel piano di studi, e a un certo punto si tratta un argomento - tra l'altro un argomento di cui trattano probabilmente anche gli studenti di Scienze politiche, probabilmente gli studenti di Economia, probabilmente anche altre discipline - si parla delle cosiddette utopie e degli utopisti: Owen, Saint-Simon, Fourier e termini come il "Falansterio", progetti di queste utopie, New Lanark e poi Broadacre City con Frank Lloyd Wright.
Questo excursus è semplicemente per capire che quello che è stato frutto dell'esposizione e dello studio di queste visioni utopistiche non è semplicemente per costruire una sorta di cultura del settore e basta ma perché, attraverso le visioni utopistiche nell'ambito urbanistico non si è arrivati all'attuazione, nessuna di queste visioni è stata attuata, però la cosa fondamentale è che questa visione, anche così ardita, anche così lontana dalla realtà, è stata fondamentale per aprire gli orizzonti del dibattito accademico e politico. Questo è quanto è successo.
Allora ecco che questa è la missione della politica nell'ambito dell'urbanistica, anzi questa è la missione politica, questa è veramente espressione, il cuore dell'attività politica.
Si fa politica anche nell'immaginare, e anche qui di nuovo una citazione, una comunità territoriale così sapiente e solidale da mutare in ricchezza durevole il proprio patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico e da sapersi riappropriare dell'innovazione tecnologica per riprodurre il metabolismo delle proprie città e curare sistemi ambientali malati e reti ecologiche.
Guardate che qua c'è la sintesi di tutto il dibattito politico contemporaneo.
Si fa politica inoltre nell'auspicare un ritorno alla terra, innanzitutto come via primaria di ritorno al territorio, restituendo ai nuovi agricoltori - in particolare, nel nostro territorio ai nuovi montanari - il ruolo di protagonisti di una nuova civilizzazione agro-ecologica; questo è frutto di scelta politica, non di esercizio normativo, non di adempimento tecnico, è frutto della visione politica.
Potrei continuare, ma vi risparmio l'attenzione, perché voglio che rimanga desta fino all'ultimo, però ribadisco il fatto che è indispensabile quindi che l'avvio della revisione della legge urbanistica regionale e del PTP sia sostenuto da una chiarezza d'idee che la politica non può delegare ad altri organi.
Questo è fondamentale, è fondamentale che il Governo regionale, avviando questa revisione urbanistica, abbia le idee chiare, e chiediamo quindi che venga a illustrarle nella Commissione consiliare competente per svolgere, tra l'altro, quello che è nella natura, nel meccanismo dell'attività consiliare (guardo il Presidente di Commissione, lo vedo sorridente e quindi, probabilmente, stimolato) perché si sviluppi questo meccanismo virtuoso di una sana collaborazione tra le varie forze politiche e tra i vari organi che compongono l'attività del Consiglio e della Giunta.
In sintesi, con questa mozione chiediamo che il Consiglio regionale impegni il Presidente della III Commissione consiliare... il quale immagino dirà: "Ma potevi anche chiedermelo direttamente tu, come membro della Commissione", poi devo dire e devo spendere una lancia a favore del presidente Chatrian che si rivela abbastanza disponibile, per cui so che avrei sfondato una porta aperta, ma è opportuno questo passaggio in Consiglio proprio per esprimere la solidarietà, cioè il fatto che si possa attuare una scelta condivisa, fin da questo momento, dall'intera Assise.
Quindi che il Consiglio regionale impegni il Presidente della III Commissione consiliare a convocare quanto prima l'Assessore competente a relazionare alla Commissione stessa la visione politica che intende trasmettere al gruppo di lavoro incaricato per la revisione della legge urbanistica regionale e del Piano Territoriale Paesistico.
Presidente - La mozione è stata illustrata, apriamo la discussione generale. Interventi in discussione generale? Non vedo richieste d'intervento, chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, l'assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Le premesse della delibera 1067/2022 chiariscono i presupposti alla base del processo che viene avviato dalla delibera stessa, richiamando numerosi e precisi documenti d'indirizzo e programmatici europei, nazionali e regionali.
Questi documenti sono chiaramente l'espressione di precise volontà politiche anche regionali, la delibera specifica l'opportunità di favorire la revisione del PTP al fine di aggiornare il documento di Piano e il quadro normativo a esso collegato alle problematiche emerse e, in considerazione dei nuovi orientamenti, definito il livello europeo e nazionale in materia di governo del territorio e tutela del paesaggio.
La delibera avvia un processo di riconsiderazione del PTP e della legge 11 basato su ben definite fasi, alla cui realizzazione provvede il gruppo di lavoro, all'insegna anche di un'analisi tecnica condivisa.
Il gruppo di lavoro potrà avvalersi della collaborazione di altri coordinatori dirigenti, e funzionari delle diverse Amministrazioni interessate, nonché raccogliere i suggerimenti e le indicazioni direttamente dagli stakeholder attraverso la partecipazione a tavoli già istituiti per l'attuazione di altre politiche regionali o con l'organizzazione di specifici tavoli tecnici di confronto finalizzato a individuare elementi di forza e di criticità dell'attuale PTP e della legge 11, così come recita il punto 5 del deliberato dove c'è un passaggio che dice: "All'insegna della massima condivisione".
Nel punto 4 del deliberato stabiliamo i contenuti della relazione finale che deve essere presentata dal gruppo di lavoro dal quale emerge chiaramente un mandato prettamente di analisi tecnica dello stato di pianificazione territoriale sul territorio regionale e del livello di recepimento delle linee programmatiche del PTP, gruppo di lavoro che ha quindi un mandato di analisi tecnica e che, sempre nella delibera, è indicato: "...stabilire che il gruppo di lavoro terminerà i propri lavori (scusate il gioco di parole) entro dodici mesi, con la predisposizione di elaborati i cui contenuti dovranno comprendere poi tutta una serie di passaggi tecnici".
L'ambito di analisi previsto intende consultare i portatori d'interesse tecnici, rinviando il passaggio degli amministratori regionali al secondo punto, quando avremo il documento tecnico: ecco che si aprirà il confronto quando saranno appunto presentati i risultati delle indagini e delle analisi condotte.
In questo modo si ritiene che il coinvolgimento sarà più efficace, più proficuo, perché saranno resi disponibili i dati e tutte le informazioni necessarie, tutte le criticità segnalate dai diversi portatori d'interesse e potrà essere anche illustrata l'evoluzione metodologica che si è avuta in questi anni sul tema della pianificazione territoriale.
In altre parole, in questo momento si stanno raccogliendo dati e indicazioni utili, elaborati, scenari, quadri di riferimento necessari per la definizione di quelle che saranno le strategie per una nuova fase di pianificazione territoriale, le quali dovranno essere oggetto di valutazione e condivisione da parte degli organi politici.
Quindi non è assolutamente un "Armiamoci e partite" ma c'è un percorso, un cammino anche abbastanza lungo, che è fatto di tappe ben definite e di passaggi, tappe che vanno percorse una dopo l'altra nell'ordine che la delibera e quella visione ha prefissato e che ovviamente vogliamo continuare.
Come già ho avuto modo d'illustrare in varie iniziative, abbiamo programmato varie fasi d'intervento sull'assetto pianificatorio e normativo riguardanti gli aspetti urbanistici e gli aspetti territoriali della nostra regione, quindi un primo momento, con alcune modifiche con la legge omnibus sui piccoli bacini, sulle canne fumarie - tra l'altro iniziative che sono arrivate dall'opposizione - e un secondo momento - la cui conclusione è prevista per la fine dell'anno - di manutenzione della legge 11/1998 relativamente alle varie tematiche, tra cui le serre, le varianti urbanistiche, il procedimento del permesso di costruire, la disciplina dei centri storici, certamente l'articolo 95 nel suo complesso.
Poi un terzo momento, un momento di revisione complessiva della legge, che sarà coordinato con la riconsiderazione del PTP, un lavoro iniziato - come detto - con la delibera di Giunta regionale 1067/2022, che proseguirà con i successivi passaggi anche politici che prevedranno le varie analisi, tra cui quella della Commissione competente.
Ciò detto, ricordo che è compito comunque dell'Amministrazione regionale intervenire su atti programmatori e generali, come il PTP e la legge 11, nel rispetto delle competenze degli enti locali e con un confronto continuo.
Quindi, come detto, al termine dei lavori del gruppo di lavoro, sarà tempo di confronto politico, sicuramente la Commissione è il luogo preposto per confrontarsi sulle visioni, e io credo che sia corretto assolutamente che la minoranza faccia una certa pressione anche costruttiva positiva e non ritengo che idealizzi ma, anzi, sarà un piacere: è decisamente costruttivo il confronto in Commissione, così come già lo è stato su altre tematiche.
Quello che diciamo è che bisogna fare i passi con le giuste tempistiche, quindi aspettiamo l'esito del gruppo di lavoro e poi saremo sicuramente operativi.
Pertanto io alla luce di questo, chiederei il ritiro della mozione, in alternativa ci asterremo.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Abbiamo sottoscritto convintamente quest'iniziativa che è stata avanzata dal collega Distort come primo firmatario, perché avevamo già presentato un'interpellanza su questo argomento proprio perché ritenevamo che questo processo ricognitivo di riconsiderazione del Piano Territoriale Paesistico valdostano regionale e della legge 11/1998 devono essere anticipati da delle valutazioni di tipo politico rispetto alle valutazioni tecniche.
Ho ascoltato con attenzione il suo intervento da cui si evince... e viene rafforzata in noi la convinzione dell'esigenza di andare in Commissione a capire quali sono gli orientamenti del Governo regionale.
Già il collega che è intervenuto in precedenza ha cercato di esplicitare all'Aula qual è il rapporto tra politica, territorio e pianificazione urbanistica e territoriale; ha evidenziato molto questo aspetto.
Noi siamo convinti che la politica debba prendersi cura del Governo del territorio, questa non è solo una nostra convinzione, è anche scritto sul Piano Territoriale Paesaggistico.
L'articolo 1 delle norme di attuazione recita: "Il PTP orienta l'attività della Regione, delle Comunità montane e dei Comuni per il governo del territorio, nell'ambito delle rispettive competenze".
Queste parole sono tutto meno che delle questioni tecniche, sono delle questioni prettamente politiche.
Dalle sue parole è emerso che bisogna fare un'analisi ricognitiva di dati alla quale poi, conseguentemente, saranno fatte delle valutazioni politiche, però noi riteniamo che la raccolta dei dati sia anche in funzione degli obiettivi politici, perché diversamente si raccolgono dei dati che poi possono servire a poco rispetto alle valutazioni politiche che vogliamo fare e che non sono aderenti ai desiderata.
Dalla delibera di Giunta di riconsiderazione della normativa che è stata predisposta, si evince chiaramente che trattasi di avviare un percorso di recepimento degli indirizzi di natura europea e sovra regionale, ma, nell'ambito di questi indirizzi, c'era già tutto lo spazio di fare dei ragionamenti di tipo politico.
Faccio degli esempi molto semplici per capire: se la politica decide che l'indirizzo è conservare il patrimonio edilizio, architettonico e culturale presente sul territorio ci sarà un approccio di un determinato tipo nella raccolta dei dati e nelle analisi tecniche; qualora l'indirizzo fosse che ci si rivolge alla nuova edificazione, c'è un approccio diverso da affrontare anche sotto il profilo tecnico.
Questo per fare degli esempi molto semplici, così come ci si poteva aspettare che, tra le linee d'indirizzo generali offerte dal Governo, ci poteva stare un indirizzo a perseguire la semplificazione, un indirizzo a velocizzare le procedure.
Queste sono tutte questioni che, secondo noi, andavano considerate e sarebbe bene capire se stiano a cuore anche a chi ha la responsabilità di governare la Regione.
È questa la ragione per cui è stato chiesto di venire in Commissione a esplicitare quali sono gli indirizzi, a grandi linee, su questo settore per comprendere, qual è l'orientamento che ci sarà a questa riconsiderazione della normativa, perché riteniamo che sia fondamentale.
Proprio in questo periodo qualche mese fa a livello nazionale c'è stata la riconsiderazione del codice degli appalti: la politica ha detto ai tecnici quali sono gli indirizzi e, di conseguenza, i tecnici hanno elaborato le modifiche al codice degli appalti, non è avvenuto il contrario che la politica ha detto ai tecnici: "Provate a vedere cosa c'è che funziona o cosa c'è che non funziona del codice degli appalti, poi ci portate il risultato e poi dopo conseguentemente faremo delle valutazioni di tipo politico".
La politica ha detto in modo chiaro che bisogna semplificare, bisogna andare in una direzione e così è stato fatto, ma questo dovrebbe avvenire anche in Valle d'Aosta nell'ambito della disciplina di governo del territorio, è questa la ragione per cui crediamo che sia fondamentale un confronto sull'argomento e siamo molto curiosi di capire, da parte dell'Assessore, se vorrà essere disponibile a venire in Commissione a fornire gli indirizzi di approccio del Governo regionale sulla materia.
Presidente - Consigliere Distort a lei la parola.
Distort (LEGA VDA) - Mi permetto di farle presente, e lo prenda in termini collaborativi, che lei si sta mettendo in una situazione difficile, perché noi con questa deliberazione della Giunta che s'intitola: "Determinazioni circa all'avvio del processo", in realtà vogliamo soltanto avviare un'attività di ricognizione, di informazione sulle diverse esigenze del territorio e poi effettueremo, sulla base di questa documentazione e di queste informazioni, le considerazioni politiche.
Guardi che è debolissimo, è espressione di una totale debolezza, una totale mancanza di gestione del tema.
La delibera è di settembre scorso, quindi non erano ancora trascorsi 25 anni, il quarto di secolo dall'emanazione delle leggi relative al PTP e alla legge urbanistica regionale, il quarto di secolo, però ci eravamo quasi. Vuol dire che in un quarto di secolo non è stata fatta nessuna attività di ricognizione, nessuna attività di monitoraggio, di dove stava andando, come si stava muovendo l'adempimento dell'indicazione della legge urbanistica.
Vuol dire che arriviamo oggi o a settembre a far partire un'iniziativa relativa alla ricognizione. È questa la difficoltà, poi, per carità, a settembre era un altro l'Assessore, per cui lei, assessore Marzi, non sorrida troppo, perché c'è di mezzo anche lei e ha lasciato il badò, la gestione di questo tema incandescente, al suo successore Sapinet.
Però, vede, in questa sorta di gioco delle tre carte, la politica sta facendo la figura di non avere la minima idea di dove andare.
Guardate, portate pazienza, io non voglio così esprimere giudizi, perché comunque le prediche sono importanti ma dipende da quale pulpito vengono le prediche e io cerco sempre con umiltà di non dispensare prediche, però cerco, per collaborazione, di dispensare consigli. Quando la politica non sa assolutamente dove andare, che cosa fa? Ditemi se sbaglio, ci sono due azioni fondamentali: apre un percorso di ricognizione o apre un tavolo, sono le due azioni che la politica, come in questo caso l'esecutivo, fa quando non ha minimamente idea di dove andare a parare.
Potete non rispondermi però sapete che stiamo parlando di argomenti che conosciamo bene tutti quanti, quindi il fatto di rinunciare a venire in Commissione, nella III Commissione consiliare, assetto del territorio, se non ne parliamo noi, presidente Chatrian, se non ne parliamo noi in Commissione, ma dov'è che se ne deve parlare? Nel chiuso degli uffici?
Ho visto che lei ha chiesto la parola, infatti le sto già facendo delle domande su cui poi ho piacere di sentire la risposta. A questo punto noi arriviamo sempre in seconda istanza quando un compito è stato sviluppato, bene o male, compitone o compitino, e poi andiamo a esprimerci.
Vero, questo potrebbe essere un percorso, ma quale effetto avrebbe se noi potessimo avere un primo incontro d'individuazione degli obiettivi e della visione politica in III Commissione?
Sarebbe tutto diverso, sarebbe la prima puntata, ascoltiamo, audiamo l'Assessore, lui racconterà la visione politica, racconterà anche lo stato dell'arte e poi noi potremmo, da parte nostra, cominciare a riflettere, se già abbiamo delle indicazioni le diamo sul momento e sennò comunque cominciamo a metterci in movimento per esprimerci, anche da parte nostra, in modo tale che i tempi si restringono, che avvenga questa collaborazione virtuosa tra i vari organismi che compongono l'attività di noi trentacinque eletti.
Questo è lo spirito e io, ripeto, assessore Sapinet - con una particolare simpatia personale che mi lega a lei - che però gliel'avevo già detto l'altra volta, lei con queste soluzioni, con queste prese di posizione attraverso cui dice: "No, o ritirate o sennò ci asteniamo", dando una sorta di giustificazione che suona più come scusa che come linea politica, lei ci fa una figura di chi perde un'occasione, è proprio di chi perde un'occasione!
Queste sono occasioni d'oro attraverso cui lei, come figura politica che svolge un ruolo con determinate competenze, possa esprimere la sua personale, e di movimento e di partito, ideologica visione politica.
La differenza è questa, cioè il suo ruolo di Assessore è esprimere e comunicare la sua visione politica o essere un attento esecutore delle disposizioni di una delibera?
Ma la delibera è lo strumento che vi viene messo a incanalare la vostra azione politica o è la vostra azione politica che definisce i contenuti e i lineamenti delle delibere?
Quindi questo, mi permetta, ma è un richiamo, anzi, un assist, a uscire forte con una chiarezza e una consapevolezza politica e dire: "Distort, accetto, ci sto, la sfida è accettata" piuttosto strategicamente, tatticamente di lunghi tempi, ma l'accetti, non la rifiuti a priori, perché l'effetto che si manifesta, è un effetto di debolezza.
Ribadisco, non per fare una pressione personale, non per quindi sfruttare l'ambito puramente umano, però mi sembra che lei non meriti, personalmente.
È giovane, ha tutta la vita davanti, faccia vedere quello che è capace a fare.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Chatrian, Presidente della III Commissione, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche piccola considerazione, anche a seguito delle sollecitazioni del collega Distort, e soprattutto a seguito invece degli elementi che ha messo in evidenza l'Assessore delegato.
Indubbiamente per noi la tematica più importante è quella della gestione del territorio e la parte forse ancora più delicata è legata alla sua pianificazione, quindi il percorso che noi intendiamo mettere in campo.
Farò qualche piccolo ragionamento non di natura tecnica ma di natura più politica.
È normale che per poter riadattare, integrare e rivedere il Piano Territoriale Paesaggistico piuttosto che la 11/98, che sono i due elementi principali, ci va innanzitutto una visione di natura politica, e su questo penso che concordiamo tutti.
La seconda, forse la più delicata: quali sono gli obiettivi che gradiremmo raggiungere. In quest'Aula più volte abbiamo parlato di consumo del suolo, più volte in quest'Aula abbiamo messo anche in evidenza - perché ogni tanto siamo anche bravi a farci del male da soli - che anche negli ultimi 20 anni la nostra è la Regione che ha utilizzato meno suolo rispetto alle altre Regioni e siamo stati più bravi rispetto ad altre Regioni a ristrutturare quello che è il patrimonio già esistente.
Sono già tre elementi direi fondamentali, perché poi in tutto questo c'è invece la gestione del territorio legato all'environnement, alla parte forse più importante che è quella delle nostre vallate laterali, quindi della conformazione della nostra regione, dove il pubblico interviene in maniera robusta, sia a livello regionale che a livello dei Comuni.
Oltre a questi due fattori principali, indubbiamente poi ci sta la parte invece più tecnica: come raggiungere quegli obiettivi, e lì è la sfida penso di natura politica dove dovremo andare a riscrivere le regole o a modificarle o a integrarle.
Apro solo una parentesi, l'Assessore, sia nelle altre deleghe che in queste deleghe, si è sempre reso disponibile a venire nella nostra Commissione e mi sembra che la nostra Commissione sia una Commissione dove tutti i Commissari e i Consiglieri interessati hanno la possibilità di approfondire, se c'è la volontà come sempre, ma dato che da parte di tanti di voi c'è la volontà di approfondire, avremo la possibilità tranquillamente di creare delle condizioni per poter a questo punto non approfondire, ma fare un dibattito più politico, per poi approfondirlo sul piano di natura più tecnico.
Termino facendo ancora due considerazioni: la prima è che nel momento in cui l'Assessore - le sue strutture, il percorso che si sta facendo a livello amministrativo e politico all'interno dei due Dipartimenti - deve essere anche pronto per poter fare una discussione di natura politica e riempirla di visioni e di obiettivi, e poi parleremo eventualmente di regole, penso che questo anche a livello di metodo sia importante, quindi avremo modo di organizzare un incontro proprio sulla pianificazione e sul come eventualmente integrare il Piano che oggi vige da quasi 25 anni.
La seconda sfida, sempre del legislatore, penso sia legata - non so se lo condividete -a cercare di armonizzare, razionalizzare e semplificare il percorso.
Noi pensiamo che questa seconda sfida sia veramente non facile ma non impossibile.
Quindi io dividerei in due l'impegno che l'Assessore - e la maggioranza - si è preso: primo, organizzare una bella seduta di Commissione dove affronteremo la questione di visione e successivamente di obiettivi per poi entrare nel merito delle regole e secondo, legato invece ai percorsi, collega Distort, procedurali che io penso lì, noi come legislatori, insieme ai dirigenti - ogni tanto, magari forzando anche la mano come legislatori - dovremmo provare, una volta decisi gli obiettivi, una volta decise le regole del gioco, anche ad armonizzare - e oserei dire anche a semplificare e rendere più facile - il percorso di natura più amministrativa.
Queste erano le due o tre considerazioni che volevo fare con voi e penso che ci sarà lo spazio appena il Dipartimento e l'Assessorato avranno anche gli elementi corretti per poter invece confrontarci sull'aspetto di natura politica che è prioritario, e condivido questo; in seconda battuta non dimentichiamocelo anche - e termino, Presidente -quello invece delle procedure, quindi dell'armonizzazione ma anche della semplificazione del percorso.
Presidente - Consigliere Distort, a lei la parola per dichiarazione di voto.
Distort (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto, che comunque presuppone solo un chiarimento per il quale ho bisogno di una risposta per capire in che modo agire.
Da quanto mi è parso di capire dall'intervento dell'Assessore, si è espressa una considerazione piuttosto chiara, richiesta di ritiro della mozione altrimenti astensione, in nome del fatto che deve essere svolto questo percorso ricognitivo e poi se ne parlerà.
Dall'intervento del Presidente di Commissione, Chatrian, ho percepito una disponibilità già operativa, ovviamente non specificando i tempi, però la disponibilità a voler andare in questa direzione.
Non è che io adesso sto cercando di utilizzare una sorta di gioco di prestigio per farvi dire quello che voglio io, assolutamente, ho bisogno di chiarimento.
Siccome nell'impegnativa è "Convocare quanto prima", questo "Quanto prima" racconta una condizione reale, realistica.
C'è bisogno di eseguire una ricognizione ma veloce e in modo da avere gli argomenti per poi arrivare quanto prima in Commissione e c'è questa disponibilità?
Allora a questo punto io ho già ricevuto una risposta, ho già ottenuto una risposta all'impegnativa senza bisogno di metterla al voto e a questo punto ha senso anche ritirarla, perché c'è già una disponibilità, perché l'obiettivo è questo, non è andare a far vedere i muscoli tra chi prende più voti e chi ne prende meno, a me interessa che ci sia un percorso, perché interessa alla Valle d'Aosta.
Questo è il ruolo di ognuno di noi dentro quest'aula.
Allora mi potete chiarire in questi termini se questo quanto prima è la condizione che permette di trovare una via comune, un comune obiettivo, oppure c'è un rinvio indefinito a "Non si sa bene cosa", perché in questo secondo caso, la mozione io non la ritirerei, ma la porterei in voto per dimostrare che non siete in grado di gestire un tema così importante, ma - ve lo dico - altrimenti ci fate capire se invece lo volete gestire e intendete gestirlo attraverso questo ruolo virtuoso di collaborazione con la Commissione.
A questo punto io la ritirerei.
Presidente - Consigliere Chatrian per rispondere al quesito del consigliere Distort, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Per rispondere nel merito, quindi la seconda, quello che lei ci ha citato, noi l'impegno non solo lo manteniamo ma lo organizzeremo, previo indubbiamente gli elementi che il Dipartimento e l'Assessorato devono avere, quindi l'impegno noi lo manteniamo, anzi, lo organizzeremo insieme per entrare nel merito, soprattutto sul piano politico.
Presidente - Assessore Sapinet ne ha facoltà, sempre in merito a questo.
Sapinet (UV) - Solo per confermare: come detto, avevamo parlato di un percorso fatto di tappe e in III Commissione, come ha ricordato prima il Presidente, sempre abbiamo lavorato bene e sicuramente sempre continueremo a lavorare.
È chiaro che sui tempi bisogna capire anche il gruppo di lavoro quando trasmetterà, comunque assolutamente siamo d'accordo.
Presidente - Se ho ben capito la mozione è ritirata.
Distort (LEGA VDA) - Ho finito gli argomenti ma chiedo 30 secondi, vediamola anche come mozione d'ordine, so che ho esaurito gli interventi, però proprio per chiarire.
A questo punto, in seguito alle informazioni e a quanto espresso in aula a microfono da parte del Presidente della III Commissione e da parte dell'assessore Sapinet, io ritengo che ci sia stata un'accoglienza dell'impegnativa della mozione.
A questo punto la mozione è ritirata e continueremo ovviamente a vigilare perché questo si compia.
Presidente - La mozione è ritirata. Sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per arieggiare i locali.
La seduta è sospesa dalle ore 11:33 alle ore 11:48.