Oggetto del Consiglio n. 2522 del 25 maggio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2522/XVI - Interpellanza: "Valutazioni relative ai dati del PIL regionale degli ultimi anni in rapporto alle aree territoriali del Nord d'Italia".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 38 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Marquis.
Marquis (FI) - Abbiamo presentato quest'iniziativa a seguito del Question Time che è stato discusso su nostra proposta nello scorso Consiglio regionale e che si riferiva sostanzialmente agli annunciati dati, da parte dell'Associazione Confartigianato di Trieste, che attraverso uno studio ha fatto l'aggiornamento delle previsioni rispetto al 2023 del prodotto interno lordo di tutte le Regioni e in particolare dell'aggregato delle aree territoriali.
Si evinceva da quella pubblicazione che il prodotto interno lordo della Valle d'Aosta nel 2023 è molto più basso rispetto a quello che era stato previsto nel Documento di economia e finanza regionale che avevamo approvato lo scorso anno.
In quella circostanza era stato evidenziato, come risposta, il raffronto con l'anno precedente, con il 2022, ed era stato detto: "Va bene, però nel 2022 invece c'era stata una crescita" e quindi era come dire "Le cose si compensano".
Avevamo presentato quell'istanza in realtà perché avevamo già fatto una valutazione di tipo strutturale: il dato 2023 era un'evidenza ulteriore rispetto a una situazione strutturale in essere; per questa ragione, e proprio perché siamo anche nel periodo in cui si affronta il nuovo Documento di economia e finanza regionale, vogliamo ritornare sull'argomento con un'interpellanza che sostanzialmente chiede i dati riferiti all'ultimo decennio, per avere un arco temporale più lungo per verificare l'andamento strutturale dei dati perché effettivamente i dati sono poi la sintesi delle politiche che sostanzialmente vengono attuate.
Con l'interpellanza, al di là di chiedere quali sono i dati relativi all'ultimo decennio relativamente alla media italiana e delle altre aree territoriali in rapporto a quelli della Valle d'Aosta, chiediamo qual è il giudizio interpretativo che viene dato a questi dati e come questi dati possono essere utili per stimolare la futura programmazione.
Président - Pour la réponse, la parole au president de la Région Testolin.
Testolin (UV) - Intanto spero che il collega Marquis stia un po' meglio, perché ho saputo che ha avuto dei problemi di salute nel pomeriggio, quindi sono contento di vederlo in aula.
Per il resto farò una breve analisi e poi una conclusione con delle valutazioni aggiuntive e integrative di una disamina squisitamente sull'andamento percentuale, perché penso che questo sia un argomento dove i numeri si fanno leggere, ma bisogna anche concepirli nella loro totalità.
Riguardo le due domande, variazione del prodotto interno lordo, PIL, complessiva in termini di percentuali e giudizio interpretativo dei dati, in premessa è utile un richiamo metodologico: va infatti ricordato che i dati di contabilità nazionale, disaggregati territorialmente, sono diffusi annualmente dall'Istat, normalmente con un lag temporale di oltre un anno.
Per chiarezza, alla fine del 2023, così come forse è evidenziato anche all'interno dell'interpellanza, saranno diffusi i dati relativi al 2022; al momento dell'uscita del dato, l'istituto rivede però i valori degli ultimi due anni precedenti all'ultimo dato diffuso, peraltro nel 2023 saranno rivisti i valori aggregati economici del 2020 e del 2021; ciò comporta che normalmente i valori commentati differiscano da quelli analizzati e che pertanto i dati possano considerarsi effettivamente stabilizzati solo dopo un triennio.
Venendo al commento dei trend, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2021 il PIL regionale registrerebbe una crescita del + 5,2 in volume al netto degli effetti dei prezzi, che, pur essendo positiva, risulta inferiore a quella degli altri paesi presi in esame, ovvero la media italiana della zona Nord-Ovest, uno del 6,7, l'altro del 7,5 e della zona Nord-Est pari al 7,1%
Per gli altri dati puntuali richiesti, gli uffici competenti hanno fornito una tabella che posso eventualmente poi consegnarle.
Riguardo al giudizio interpretativo invece occorre considerare che il 2021, seppure in un quadro di complessivo miglioramento, sconta ancora le conseguenze dell'emergenza sanitaria ed è sufficiente ricordare, ad esempio, come la stagione turistica invernale di fatto sia stata fortemente penalizzata, pertanto il quadro economico è stato certamente ancora condizionato dagli impatti della pandemia.
D'altro canto non va dimenticato che la recessione, sebbene abbia avuto un carattere globale, è stata particolarmente violenta per il sistema economico valdostano in quanto, come è noto, è caratterizzato da specializzazioni settoriali e aspetti dimensionali che lo hanno reso più vulnerabile di altri territori alle conseguenze della pandemia, perché gran parte dell'economia, ruotando sul discorso turistico, ha ovviamente risentito dell'impossibilità degli spostamenti.
Dunque nel 2021 il prodotto regionale avrebbe comunque recuperato una buona parte della caduta registrata nel 2020, che risulta essere pari al meno 9,8 e, secondo i dati previsionali -e anche secondo i segnali dell'economia reale - questo processo si sarebbe completato nel 2022, conseguentemente il PIL si dovrebbe pertanto riportare sui livelli pre-pandemia.
Va peraltro ricordato, come già evocato nelle note di accompagnamento del DEFR e nelle relazioni socio-economiche, che l'economia regionale, oltre a recuperare la caduta generatasi in conseguenza della crisi pandemica, doveva ancora colmare il gap di crescita determinatosi a livello della crisi finanziaria che ha preso avvio nel 2009.
Nel triennio immediatamente precedente all'insorgere dell'emergenza sanitaria, l'economia valdostana procedeva dunque con un lento recupero dopo aver attraversato sei anni consecutivi di contrazione, quindi siamo un periodo abbastanza lungo con dati in regresso percentualmente.
La ripresa, seppur debole, è stata poi bruscamente interrotta dall'insorgere della pandemia e, a partire dal 2021, sembrerebbe essere ripartito un nuovo percorso di crescita che, tuttavia, non ha ancora portato il prodotto ai livelli massimi registrati tra il 2007 e il 2008.
Il protrarsi della crisi finanziaria più a lungo rispetto alle altre realtà è anche in ragione degli impatti prodotti dalle stringenti politiche di contenimento della spesa pubblica che hanno caratterizzato un periodo che anche lei ha vissuto qualche volta dai banchi del Governo; si sono registrate delle mancate e molto minori disponibilità per poter sviluppare delle iniziative di sostegno all'economia e anche di incentivo all'infrastrutturazione.
Detto questo quindi, arrivando a valutazioni più puntuali che vedono un andamento altalenante per quanto riguarda l'andamento del PIL complessivo della Valle d'Aosta: meno 5,3 nel 2013, una sostanziale stabilità per i tre anni successivi, una piccola ripresa dal 2017 al 2018 e un sostanziale assestamento nel 2019, un calo appunto, come detto prima, di oltre il 9% nel 2020, così come in linea con le altre indicazioni sugli altri territori, e una ripresa del 5,2 nel 2021.
Al di là degli andamenti percentuali che fotografano una dinamica che assolutamente va presa in considerazione, io penso che i valori assoluti qualche volta ci aiutino a capire anche lo stato di salute del nostro territorio, uno stato di salute che ci permette d'individuare nel PIL pro-capite un dato che dà effettivamente la sensazione di quello che un Valdostano è in grado di produrre in termini di prodotto interno lordo ed esso ci pone sostanzialmente oggi come si poneva nel 2009 - da quando sono riuscito a raccogliere dei dati statistici - al terzo posto in Italia dopo le Province di Trento e di Bolzano, con 37 mila euro circa di prodotto interno lordo pro capite, contro il minimo registrato da alcune Regioni del Sud, intorno ai 17.500 euro e una media del Nord che si attesta sui 32-33 mila euro pro-capite; quindi una situazione che pur con un andamento molto discontinuo, dimostra come la nostra comunità sia in grado di produrre reddito grazie a una serie di situazioni, di interventi, di iniziative che nel tempo si sono comunque messe a disposizione del territorio.
Iniziative che dovranno continuare, come impulso da parte della Regione verso le infrastrutturazioni, il sostegno all'economia, il lavoro, all'occupazione, che sono i punti focali per poter garantire una gestione corretta e proficua di quelle che sono le attività sul nostro territorio.
Le indicazioni evidentemente ci dimostrano come la stabilità del prodotto interno lordo e del prodotto interno lordo pro capite possano continuare a essere sostenute con progetti che fanno parte del nostro percorso di Governo nell'ultimo decennio, con attenzione a quelle che potranno essere le iniziative di rilancio in alcuni settori che devono essere attenzionati e che evidentemente si sono dimostrati comunque positivi per i numeri che ancora oggi questi dati ci consegnano.
Presidente - Per la replica, il collega Marquis.
Marquis (FI) - Da quando ho presentato l'iniziativa, ho avuto modo anch'io di fare una visura sul sito dell'Istat, un'interrogazione, e in realtà la mia domanda verteva in questo senso, si diceva: diamo il valore 100 nel 2013 del PIL ...a quanto ammonta oggi.
Allora i dati sono questi: per l'Italia è andato a 110, per il Nord Ovest a 113, per il Nord Est a 113, la Valle d'Aosta è rimasta 100.
La Valle d'Aosta è il fanalino di coda di tutte le regioni italiane al di sotto della Calabria, della Sicilia, della Sardegna, della Basilicata, di tutte le altre regioni.
Questo è un dato significativo, poi se vogliamo fare un'analisi sul 2019 pre-pandemia, già dire che anche gli altri hanno subito la pandemia... ma al di là di questo il prodotto interno lordo della Valle d'Aosta del 2019 rispetto al 2013 è aumentato del 4%, quindi significa che siamo molto indietro, non è che siamo avanti.
Allora questi dati servono, a nostro avviso, per fare una valutazione complessiva.
La valutazione credo che sia un po' questa: troppo spesso facciamo degli investimenti di tipo assistenzialista, non sono degli investimenti che creano economia, perché se si creasse economia il prodotto interno lordo salirebbe e la cosa che è preoccupante è che, rispetto alle altre Regioni italiane, si sta aprendo un gap, sta aumentando la distanza, anno per anno, quindi questo significa che bisogna cercare d'intervenire in qualche modo, con qualche intervento lungimirante sotto il profilo del rilancio dell'economia della Valle d'Aosta, perché, tenuto conto dell'inflazione che c'è stata in questi anni, se guadagnavo 100 nel 2013, il 100 di oggi vale solo più 80; vuol dire che si sono fatti dei passi indietro rispetto allo status quo che c'era nel 2013.
Non è colpa di nessuno, è colpa di un sistema, bisogna provare a cambiare modello.
Lo stimolo che si vuole dare a quest'Aula attraverso quest'iniziativa, in questo periodo, nel periodo in cui si mette mano al documento di economia e finanza regionale, vuole essere quello d'innescare dei ragionamenti di questo tipo: perché non si prova a individuare degli interventi infrastrutturali dove si prova a fare una quantificazione economica, dove si dice "Se facciamo questo investimento che vale 100 milioni, si incrementa il prodotto interno lordo della Valle d'Aosta di una cifra X"?
Fino adesso non abbiamo mai fatto noi questi ragionamenti. L'altro giorno il professor Billotti ci ha detto che le altre Regioni sono molto più avanti di noi; le altre Regioni, se andiamo a vedere il Documento di economia e finanza regionale, evidenziano nei loro documenti qual è la previsione di crescita, quali sono le aspettative che si creano da ogni singolo intervento d'investimento. Dopo si verifica se la cosa è andata bene, se la cosa non è andata bene, se poteva andare meglio, ma se non ci poniamo neanche il problema di capire cosa può dare un intervento alla realtà valdostana... il problema diventa quando poi, a posteriori, andiamo a leggere i numeri, ma quando leggiamo i numeri, non possiamo più che prenderne atto, non riusciamo più a controvertire la situazione in essere.
Pertanto, a nostro avviso, lo sforzo che bisogna fare è quello di entrare a fare delle valutazioni diverse, delle valutazioni dove nella programmazione si facciano dei ragionamenti economici, perché non è che un investimento vale l'altro nel creare economia. Noi siamo abituati a dire: spesa corrente e spesa d'investimento, ma quanti investimenti sono improduttivi? Forse tanti rispetto a quelli che facciamo.
Ci potrebbero essere degli investimenti più produttivi? Ma questo lo vive qualsiasi azienda, un'azienda non basta che investa dei soldi, se li investe bene, alla fine dell'anno hanno prodotto dei ricavi, se sono investiti male non hanno influito niente per creare dell'utile, della marginalità. Il prodotto interno lordo è l'utile, è la quantificazione del ritorno degli investimenti.
È questa la cosa che volevamo evidenziare e confidiamo che ci si avvicini piano piano a un approccio di questo tipo per cercare di risollevare la Valle d'Aosta e non lasciarla scivolare lentamente rispetto alle altre regioni.