Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2512 del 25 maggio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2512/XVI - Interrogazione: "Riduzione dei volumi irrigui assentiti ai Consorzi di Miglioramento Fondiario in sede di rinnovo delle concessioni".

Bertin (Presidente) - Punto n. 28. Risponde l'assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Grazie, colleghi, che mi date l'occasione e l'opportunità di parlare di questo mondo dei Consorzi di Miglioramento Fondiario, che conosciamo e che cerchiamo in tutti i modi di supportare.

Sarebbe interessante, nel rispondere, riepilogare quelle vicende storiche relative alle domande di riconoscimento del diritto di derivazione, ma purtroppo il tempo è limitato e omettiamo il percorso storico.

Negli anni scorsi si è proceduto a istruire gli antichi diritti di rilevazione, affinché l'esercizio di ogni punto di prelievo fosse autorizzato sulla base di apposita e formale concessione rilasciata dall'Amministrazione regionale, sulla base della vigente legislazione e dei conseguenti atti pianificatori adottati a livello regionale, sovraregionale, nazionale e eurocomunitario.

Tale decisione si è resa oltremodo necessaria per dotare i Consorzi di apposito atto concessorio formale da poter allegare alle istanze di finanziamento degli interventi nel settore irriguo, da includere nei programmi appositamente predisposti sia a livello nazionale che a livello eurocomunitario.

Alla data odierna, 118 Consorzi di Miglioramento Fondiario risultano già in possesso di almeno una concessione di derivazione d'acqua rilasciata dall'Amministrazione regionale. Trentaquattro istanze di rinnovo degli antichi diritti di derivazione sono in istruttoria da parte dell'ufficio gestione e demanio idrico, di concerto con i competenti uffici dell'Assessorato all'agricoltura e risorse naturali, mentre soltanto una decina, fra quelle ad oggi presentate, sono in attesa di iniziare l'iter istruttorio.

Diversi tra questi, tra l'altro, possiedono un comprensorio irriguo in quota e a causa della presenza di neve al suolo finora non è stato possibile effettuare i necessari sopralluoghi di verifica. In alcuni casi, inoltre, l'istruttoria di rito è stata sospesa dagli uffici dell'Amministrazione regionale in quanto in attesa d'integrazione da parte degli stessi Consorzi.

Per venire ai quesiti, quindi al primo, "Qual è stata per ognuno di essi" - da intendersi quindi per ogni Consorzio di miglioramento fondiario -"la riduzione dei volumi irrigui imposta ai Consorzi che sono stati oggetti di rinnovo delle loro storiche concessioni":

Le istruttorie riguardanti gli antichi diritti di derivazione effettuate dall'ufficio gestione di demanio idrico, di concerto, come detto, con gli uffici dell'Assessorato all'agricoltura risorse naturali, si svolgono sulla base delle vigenti disposizioni, quindi disposizioni regionali, nazionali ed eurocomunitarie in materia di razionale utilizzo delle risorse idriche; in particolare vengono osservati i principi pianificatori e le relative norme attuative contenute nel vigente Piano regionale di tutela delle acque, noto come PTA, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 1788 in data 8 febbraio 2006.

In particolare il PTA prevede espressamente, per il comparto irriguo, che il prelievo idrico, associabile a modalità di irrigazione a scorrimento, sia fissato in 2 litri al secondo per ettaro di superficie effettivamente irrigata e in un litro al secondo per ettaro in caso di adacquamento per aspersione.

L'ufficio gestione demanio idrico, sulla base della documentazione cartografica trasmessa dai Consorzi e di quella rilevata tramite appositi sopralluoghi, nonché mediante attività di foto interpretazione, provvede a verificare l'attuale estensione delle superfici irrigue afferenti ai differenti comprensori dei Consorzi stessi e, sulla base della modalità d'irrigazione adottata, a determinare le relative dotazioni irrigue.

Premesso che è trascorso ormai un secolo dalla presentazione delle domande di riconoscimento del prelievo idrico afferente agli antichi diritti di derivazione, la fotografia della situazione attuale della realtà agricola della Regione autonoma Valle d'Aosta si presenta ben diversa da quella degli anni 20 dello scorso secolo.

In base a quanto sopra indicato pertanto si evidenzia che la riduzione delle portate prelevabili risulta differente per ciascun consorzio in quanto dipende fortemente dalla trasformazione del territorio agricolo intervenuta dal 1920 sino ad oggi. Esiste quindi un metodo, in particolare le differenze tra i quantitativi indicati dagli antichi diritti di derivazione e i quantitativi attualmente assentiti dipendono strettamente dai seguenti fattori: quindi è cambiata la modalità di adacquamento, molti comprensori dei consorzi sono ora irrigati per aspersione, in differenti casi è diminuita la superficie dei terreni agricoli, in alcuni casi sono state accorpate più opere di presa e il prelievo effettuato da un singolo consorzio che rifornisce anche il territorio di altri consorzi e i prelievi idrici indicati negli antichi diritti di derivazione connessa agli usi civici sono stati nel tempo soppressi in quanto l'approvvigionamento è stato sostituito con il collegamento degli abitati agli acquedotti comunali, determinando la riduzione di esigenze idriche.

Va infine ricordato che molti dei quantitativi riportati dagli antichi diritti di derivazione erano puramente indicativi, in quanto riportati su domande di riconoscimento del diritto di derivazione non istruite dagli uffici del Genio Civile afferenti alla massima capacità del trasporto del canale irriguo utilizzato.

La domanda n. 2, "Quanti di questi consorzi, e per quali motivi, non hanno ancora sottoscritto il disciplinare contenente gli obblighi e le condizioni cui dovrà essere vincolato il rinnovo": i Consorzi di miglioramento fondiario che non hanno ancora sottoscritto il disciplinare sono due, il consorzio di miglioramento fondiario Baise Pierre - Lo Lair e Plan Rafort e il consorzio di miglioramento fondiario Ru de Ponton.

Il primo, ometto anche qui le varie premesse, in data 13 ottobre 2022 ha presentato le proprie osservazioni circa i quantitativi assegnati sulla Dora di Valgrisenche; nelle osservazioni formulate non si sollevano obiezioni sulle valutazioni effettuate dall'ufficio gestione demanio idrico, tuttavia si evidenzia che la rimodulazione dei quantitativi di prelievo incide in maniera negativa nei rapporti economici in essere con la società idroelettrica Arvier S.r.l., in relazione a una convenzione stipulata dalle parti sulla base di portate indicate appunto negli antichi diritti.

A tale osservazione la struttura demanio idrico, dopo l'effettuazione di diversi incontri, ha ufficialmente risposto in data 25 marzo 2023, evidenziando che i prelievi in questione sono stati adeguati alle attuali estensioni delle aree irrigate da parte del Consorzio e che anche a fronte di ulteriori verifiche di confronti, non sono emerse soluzioni praticabili per soddisfare le esigenze del suddetto Consorzio, in merito appunto alla convenzione stipulata.

Per quel che riguarda il Ru de Ponton, in data 8 ottobre 2022 esso ha presentato le proprie osservazioni sulla diminuzione dei prelievi assegnati sulla Dora di Rhêmes segnalando che le infrastrutture idrauliche erano state progettate per prelievi superiori.

A tali osservazioni, dopo vari incontri, la struttura dell'Assessorato ha risposto il 28 ottobre del 2022, evidenziando che, in base alle valutazioni condotte, molte superfici indicate dal consorzio sono attualmente invase da vegetazione boschiva e pertanto non necessitano di fabbisogno d'acqua.

Anche in questo caso la situazione attuale si presenta nettamente diversa rispetto al periodo in cui sono stati assentiti gli antichi diritti.

La terza domanda, "Quali saranno le conseguenze di tale inosservanza?": ce n'è una più drastica ma che definirei teorica, perché ovviamente non si vuole arrivare a quello, è la revoca del diritto, ma, come detto, è una conseguenza molto teorica, ma la seconda - che è quella caldeggiata e che che stiamo perseguendo con gli uffici regionali - prevede l'adozione del decreto di concessione anche in assenza della sottoscrizione del disciplinare da parte del Consorzio beneficiario, essendo la concessione un provvedimento amministrativo altamente discrezionale, mediante il quale viene conferita da una superiore autorità la facoltà a un soggetto beneficiario di utilizzare un bene demaniale altrimenti indisponibile.

In questo caso la concessione sarebbe rilasciata nel rispetto delle condizioni indicate dal provvedimento concessorio, anche in assenza di accettazione formale del concessionario e contro alla quale quest'ultimo si può opporre nelle sedi giurisdizionali competenti.

In ogni caso - fino alla scadenza del 31 gennaio 2025 fissata dal provvedimento dirigenziale del 12 marzo 2019 richiamato in precedenza - in assenza di ulteriori specificazioni in merito, l'esercizio delle derivazioni è ancora consentito sulla base dei precedenti titoli assentiti.

Occorre comunque osservare che le argomentazioni riportate hanno carattere puramente astratto, in quanto i suddetti Consorzi già ora prelevano esclusivamente i quantitativi d'acqua strettamente necessari a soddisfare le loro esigenze.

Per l'ultima domanda, direi che riconosco assolutamente il ruolo fondamentale dei consorzi di miglioramento fondiario, ci mancherebbe, li conosciamo bene, li supportiamo e continuiamo a supportarli anche insieme al collega Carrel; questo Assessorato inoltre riconosce l'importanza di questi consorzi quali primi attori per la gestione capillare del territorio rurale della nostra regione ed è altresì consapevole delle difficoltà che attraversano i consorzi nella gestione del sistema irriguo, tant'è che gli uffici di questo Assessorato sono impegnati in diversi tavoli di lavoro e con altri assessorati proprio per cercare di trovare delle soluzioni a queste difficoltà finanziarie, giuridiche e gestionali, tuttavia, per consentire gli utilizzi appunto della risorsa idrica, l'operato degli uffici stessi nelle istruttorie deve necessariamente essere volto al rispetto delle vigenti normative e degli atti pianificatori in materia, tra questi, in particolare, le disposizioni contenute nel vigente PTA, volte a un utilizzo razionale delle risorse idriche.

Si evidenzia inoltre che gli accordi che vengono stipulati tra i consorzi e i concessionari idroelettrici sono negozi giuridici di tipo privato che vertono su aspetti che esulano dalle competenze dell'Amministrazione regionale, sui quali l'Amministrazione regionale non può e non deve intervenire in quanto potrebbe causare l'instaurarsi di eventuali contenziosi amministrativi per la non avvenuta adozione di atti gravati da vizi di illegittimità per eccesso di potere.

Presidente - Per replica, Consigliere Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Assessore, mi conforta la sua risposta, nel senso della considerazione che dimostra nei confronti di quest'istituto ormai secolare che sono i consorzi di miglioramento fondiario preesistenti alla Regione autonoma Valle d'Aosta, fortemente ed eccezionalmente funzionanti già prima che i funzionari regionali, che ora li stanno organizzando, fossero ancora nati, quindi il massimo rispetto si chiede alle strutture regionali per questi istituti che da un secolo ormai hanno saputo gestire un territorio difficile come il nostro.

Io, prima di fare delle fotografie dall'alto con un drone, mi sincererei con ogni consiglio direttivo e mi confronterei in modo più approfondito con i vertici di questi consorzi, mi ha parlato di 118 già in possesso di concessioni, più altri, arriviamo a circa 160, se non sbaglio, consorzi ancora esistenti che gestiscono la più importante risorsa del nostro territorio, cioè l'acqua.

Quindi chiedo un approccio diverso: se ci sono delle contestazioni, sicuramente ci sono dei motivi. Per quanto riguarda Arvier e Ponton, mi sono informato, ho avuto delle informazioni interessanti, tipo il fatto che quest'acqua sicuramente i Consorzi la sanno sfruttare in modo razionale e adeguato: quello che avanza ritorna in Dora, ritorna nella Dora di Rhêmes e immagino che in questi assi laterali, non ci sia mai stata una penuria di acqua, in modo da razionare in modo direi certosino, le capacità di irrigazione.

Questi, ripeto, sanno razionare l'acqua, sanno sfruttarla, quello che avanza non lo mettono in tasca, anzi, viene sicuramente restituita.

Non si capisce bene a chi giovi il fatto di ridurre il quantitativo di acqua dalla Dora.

Tra l'altro questi Consorzi hanno richiesto un co-utilizzo con delle possibili turbine che andrebbe solamente a beneficio dei bilanci così magri di questi consorzi, sappiamo di consorzi che sono in difficoltà economica: i lavori di manutenzione non mancano, abbiamo sentito prima riguardo a Vallée d'Aoste Structure quanto costa avere degli immobili, delle strutture, quindi anche loro hanno spese.

Sicuramente la Regione interviene in conto contributo, però direi che le loro richieste di poter sfruttare anche in modo economico quest'acqua, potrebbero ricevere da parte dell'Amministrazione regionale un'attenzione diversa.

Rimane il problema del quantitativo agricolo, lo tesadzo, nel senso che io mi chiedo le nuove costruzioni, che non risultano più agricole, comunque hanno del verde, hanno la pelouse, hanno il prato, hanno i fiori. Lei mi ha parlato di utilizzo dell'acquedotto comunale, mi chiedo: "Ma come? Utilizzano acqua potabile per irrigare il verde mentre ne togliamo ai Consorzi?" Credo che anche loro si allaccino all'impianto del consorzio, almeno lo spero, se andiamo nella direzione di non bagnare i prati con acqua potabile dell'acquedotto.

Quindi io chiedo al suo Assessorato, alla sua struttura, di confrontarsi in modo più importante con ognuno di questi consorzi che, ripeto, sono a salvaguardia del nostro territorio e hanno un ruolo che spero che l'Amministrazione regionale non ridimensioni.

Le chiedo, sicuramente, se si può avere copia della sua risposta, che è molto articolata.

Presidente - Per precisazione, assessore Sapinet.

Sapinet (UV) - Solo una precisazione, poi le darò la copia.

I prelievi idrici, indicati negli antichi diritti di derivazione connessi a usi civici, sono stati nel tempo soppressi, in quanto l'approvvigionamento è stato sostituito con il collegamento degli abitati agli acquedotti comunali, determinando la riduzione delle esigenze idriche; era questo: non è che ci colleghiamo all'acquedotto, era per quello che era ridotto, comunque le darò una copia.