Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 261 del 13 maggio 1982 - Resoconto

OGGETTO N. 261/VII - SALVAGUARDIA DEI POSTI DI LAVORO ESISTENTI PRESSO LA SOCIETA' CENDA CHE GESTISCE L'AUTOPORTO DI AOSTA. (Approvazione di mozione).'

PRESIDENTE: Do lettura del testo della mozione presentata dal Consigliere Minuzzo.

MOZIONE

CONSIDERATO che da più parti viene ventilato lo scioglimento della società CENDA che gestisce l'Autoporto di Aosta;

PRESO ATTO che tale azione della società ONDA inevitabilmente va ad aumentare in modo considerevole la disoccupazione in Valle in quanto sembra che con la costituzione di una nuova società verranno assunte parti delle unità lavorative licenziate in quanto ben 20/25 non troveranno occupazione nella nuova società,

DELIBERA

di impegnare:

- la Giunta regionale ad assumere tutte quelle iniziative necessarie al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei lavoratori della soc. CENDA;

- il Presidente della Giunta a riferire al Consiglio, nella prossima adunanza, le risultanze delle iniziative.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Minuzzo; ne ha facoltà.

MINUZZO - (PSDI): Questa mozione è nata dall'esigenza di salvare i posti di lavoro che sembrano essere messi in discussione con lo scioglimento della società CENDA.

Praticamente qui si verifica a stessa situazione creata dalla Ditta Follioley, in quanto queste società non trovano di meglio che sciogliersi, licenziare e poi riassumere il personale che secondo i titolari delle aziende ritengono sia più meritevole di essere occupato.

La cosa crea viva preoccupazione perché si mettono in discussione circa 20/25 posti di lavoro. Se a questi aggiungiamo i 7/8 posti della ditta BACS che sembra sia in procinto di chiudere, anche se per motivi diversi da quelli della CENDA, vediamo che nel breve volgere di alcuni mesi la diminuzione dei posti di lavoro sale a 35 unità.

Dagli organi locali di informazione abbiamo appreso che forse domani ci sarà un incontro per risolvere il problema, comunque è necessario che la Giunta regionale, nella persona del Presidente, si adoperi per salvaguardare questi posti di lavoro.

In un ordine del giorno, votato dal direttivo FILTAT-CISL in data 6 maggio 1982, di cui penso abbiano avuto copia il Presidente della Giunta e l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, viene chiesto esplicitamente l'impegno da parte della Giunta per salvaguardare questi posti di lavoro.

Questo documento è successivo alla data di presentazione di questa mozione e quindi può essere che ci siano delle nuove situazioni. Comunque, con questa delibera, si chiede l'impegno della Giunta regionale ad assumere tutte quelle iniziative necessarie, al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei lavoratori della società CENDA, e qui si potrebbe aggiungere, anche della ditta BACS, e di impegnare il Presidente della Giunta a riferire al Consiglio regionale nella prossima adunanza sulle risultanze delle iniziative che andrà ad intraprendere.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parare il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA - (PCI): Il contratto di lavoro dei dipendenti della CENDA è un contratto biennale. Ad ogni rinnovo del contratto gli azionisti della società hanno minacciato lo scioglimento della stessa. Queste minacce, in passato, sono rimaste tali e hanno influito ovviamente sulla trattativa, ma non sono mai state condotte a termine.

Questa volta si sono già fatti dei passi verso lo scioglimento della società che occupa una sessantina di persone. Io credo che ci si possa chiedere come mai si vuole andare realmente allo scioglimento della CENDA ed alla sua sostituzione con quelli che vengono chiamati "studi professionali".

L'ipotesi che si può fare è che si voglia, in questo caso - come già nella nostra regione ha cominciato a fare una grossa impresa in bassa valle - tentare di dare un colpo alle organizzazioni sindacali.

Nelle società con meno di 15 dipendenti non è applicabile lo statuto dei lavoratori, è possibile licenziare senza dare tutte le garanzie previste dallo statuto, non è ammessa una certa partecipazione di delegati sindacali alla vita dell'azienda; ovviamente, per l'imprenditore ci sono condizioni di maggiore libertà d'azione.

La società giustifica questa sua trasformazione dicendo che sarebbe in grado di garantire i servizi anche in questa forma: spezzettandosi in tre o più studi professionali.

Io credo che noi, come regione, abbiamo il dovere di verificare se questo è vero, perché i servizi fatti dalla CENDA sono direttamente collegati agli introiti della regione. La CENDA è la società che ha l'esclusiva delle operazioni di sdoganamento e se esistono altri spedizionieri di società estranee alla valle essi però passano attraverso la CENDA.

Come tutti sapranno, sono circa 15 miliardi al mese di IVA che vengono versati e di cui noi come regione, quest'anno, percepiamo i 7/10 e dall'anno prossimo i 9/10; il giro di entrate che arriverà alla regione attraverso questa struttura è rilevante.

Abbiamo quindi il dovere di occuparci di queste cose, sia per quello che noi riteniamo essere il giusto tentativo di salvaguardia dei livelli di occupazione (complessivamente all'autoporto ci sono ben 300 persone, in questa sola azienda 60), sia perché da come funzionano i servizi dipende anche il gettito delle imposte che la regione ha come ritorno. Se questi servizi fossero fatti male, se i camionisti fossero sottoposti a lunghe attese, probabilmente invece di sdoganare ad Aosta potrebbero essere invogliati a sdoganare in qualche altro autoporto, a Orbassano per esempio, se per le loro direttrici di traffico la cosa è possibile.

E' quindi interesse regionale che i servizi siano garantiti nel modo più efficiente possibile. E, per garantire questi servizi, io credo che sia più utile avere una società unica come controparte, una società che abbia il personale in numero adeguato, piuttosto che avere a che fare con più società più difficili da contattare e più difficili anche da verificare.

In questo senso, chiediamo che ci sia una mediazione, un intervento del Presidente della Giunta nei confronti di questi azionisti perché recedano da questa volontà.

Se, come penso, il Presidente della Giunta ci dirà ancora una volta che sono società private e abbiamo scarse possibilità di intervento, io ribadisco che invece c'è un altro aspetto del problema su cui invito la Giunta a riflettere. Abbiamo costituito recentemente la finanziaria; la finanziaria ha dei capitali che possono essere impiegati anche per migliorare i servizi dell'autoporto; è quindi possibile per la Giunta prospettare possibilità di questo tipo per garantirsi una maggiore capacità di contrattazione al fine di salvaguardare l'occupazione in questa azienda e nel complesso dell'auto-porto.

Io non escluderei anche la possibilità che attraverso la finanziaria si riesca ad introdursi in questo tipo di attività e quindi si potrebbe studiare un intervento regionale che in qualche modo condizioni quello che oggi è un monopolio.

Ma questa, per ora, è un'ipotesi da valutare.

Voglio solo sostenere la tesi che la mediazione del Presidente della Giunta è necessaria e opportuna a diretta connessione con quelle che sono le entrate regionali. Quindi noi ci preoccupiamo dei posti di lavoro che possono essere perduti e ci preoccupiamo anche degli introiti della regione.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Pedrini; ne ha facoltà.

PEDRINI - (Ind. - PLI): Sono d'accordo con quanto hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, quindi sono anch'io favorevole a delegare il Presidente della Giunta al fine di trovare una soluzione il più possibile equa per tutti su questo problema.

Ho preso a parola per dire che ritengo pericolosissimo quanto ha detto adesso il collega Mafrica, andrei con i piedi di piombo, senza escludere questa ipotesi, ma studiando a fondo il problema.

La finanziaria è una cosa estremamente seria, l'abbiamo detto tutti, non vorrei che si cominciasse tout court a dire: ma noi introduciamo... Cosa diventiamo, azionisti? Operiamo noi al posto della società CENDA? Mi preoccupa questa proposta dato che già se ne sentiva parlare non da parte comunista ma da parte di qualche altro, di far introdurre la finanziaria, e sarebbe il primo problema che la finanziaria dovrebbe impostare.

A parte il fatto che prima che la finanziaria funzioni passerà ancora parecchio tempo, direi che dobbiamo usare cautela, studiando a fondo a questione, perché non è così semplice come si vuole proporre.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Carassare; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin. ): Questa è una storia che, secondo me, va molto al di là, per importanza, dell'aspetto, pur importantissimo, che riguarda i posti di lavoro messi in discussione.

Noi ci troviamo da una parte di fronte ad un'operazione che può portare a perdere dai 20/25 posti di lavoro, dall'altra però ci troviamo di fronte ad un'attività che dà il massimo contributo alle finanze regionali, perché i bilanci dei primi tre mesi dell'82 danno, come diceva prima Mafrica, circa 45 miliardi di affari di IVA versata all'interno dell'autoporto di Pollein e, quindi, è presto calcolato il beneficio che la finanza regionale ricava dalla presenza di questa struttura.

L'altro aspetto è la sproporzione tra il livello di occupazione e il reddito effettivo che la Valle d'Aosta ricava da questa struttura. D'altra parte noi abbiamo una situazione che è di monopolio reale, anche se non formalizzato, non solo da parte della CENDA, ma anche da parte della società che sta sopra la CENDA che è la società dell'autoporto, dove esiste una interconnessione di persone che ci fanno dire che praticamente ci troviamo di fronte a delle società gemelle, in quanto noi troviamo quasi le stesse persone nel consiglio di amministrazione di una ditta e le stesse persone nel consiglio di amministrazione dell'altra. Si invertono un pochino le cariche all'interno dei consigli di amministrazione, per cui il vero monopolio viene esercitato da quella che è la società che sta sopra a tutte ed è la società dell'Autoporto, non tanto la CENDA.

Ora mi sembra del tutto pretestuosa la motivazione con cui il consiglio di amministrazione della CENDA chiede di sciogliersi, pretestuosa perché in pratica sono loro che si autodenunciano indicando la CENDA come unica abilitata all'espletamento delle operazioni doganali nell'ambito dell'Autoporto della Valle d'Aosta.

Dice: noi non vogliamo più essere l'unico monopolio che esercita tutto questo e decidiamo di formare tre società che a loro volta avranno il monopolio. Una, specializzata, per esempio, per l'importazione; l'altra, specializzata per l'esportazione e una terza società di servizi, che sarà l'unica autorizzata ad esercitare servizi all'interno dell'autoporto.

Mi pare che questo dia la possibilità non solo di ridurre il numero degli occupati, ma dia, con ogni probabilità, la possibilità di fare una serie di operazioni che portino ad un giro di fatturazioni tra le varie ditte all'interno dell'autoporto che è poco chiaro, perché, in ultima analisi, se si escludono gli spedizionieri esterni, le varie ditte che sono partecipi in qualche misura, anche dal punto di vista azionario, in effetti, non vengono modificate.

Ora io starei molto attento, e da parte dell'amministrazione regionale dev'esserci la massima attenzione, proprio per le motivazioni che dicevo prima, dove, se da una parte dobbiamo garantire che i posti di lavoro aumentino e non diminuiscano, dall'altra è necessario evitare che questa situazione di monopolio reale finisca col far sì che i titolari, i maggiori azionisti di queste società, facciano delle scelte che vadano tutte nel loro interesse e che si trasformino in un danno reale pesantissimo per l'economia della Valle d'Aosta.

Faccio presente che, anche se formalmente staccate, noi abbiamo, attraverso persone presenti nei vari consigli di amministrazione, collegata anche la società svizzera di spedizioni del Gran San Bernardo. Quindi, noi ci troviamo, di fatto, in una ragnatela che tenne a controllare tutto lo sdoganamento delle merci che passano per la Valle d'Aosta ed è necessario che ci sia un intervento molto preciso, molto attento da parte dell'amministrazione regionale, per cui mi va molto bene l'invito che viene fatto dalla mozione presentata da Minuzzo, e pregherei il Presidente della Giunta di essere molto preciso e puntuale nel riferire al Consiglio sulla situazione che andrà trovando, in seguito agli incontri che avrà.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta; ne ha facoltà.

ANDRIONE - (UV): Ho già avuto cinque incontri con le parti. Per la comprensione della vertenza bisogna premettere che la professione di spedizioniere doganale è regolata da una legge apposita e assomiglia un po' a quella di procuratore legale, prima che fossero separati avvocati e procuratori; consiste cioè nell'attribuzione, in seguito a certe prove di concorso, di una capacità di certificazione relativa alle merci sottoposte a dogana.

Questo tipo di professione "deve" esercitarsi in clima di libera concorrenza, per ovvi motivi, e, di conseguenza, non vi potrebbero (qui il condizionale è di rigore) essere società che di fatto, attraverso altre società, costituiscono un monopolio. Questo è il motivo giuridico per il quale credo che il 30 aprile la CENDA è stata messa in liquidazione.

Noi, evidentemente, potremmo metterci d'accordo con una persona che abbia la qualifica di spedizioniere e costituire una società, ma per motivi più che evidenti lo spedizioniere in questione, tale società, non la costituirà con noi.

Tornando la problema, sono 56 i posti di lavoro; è stato garantito che verranno mantenuti tutti.

Nella prima parte del suo intervento il Consigliere Mafrica ha detto cose giuste, perché lì è il nocciolo del problema in quanto non vi è stata nessuna possibilità di accordo.

I sindacati dicono: volete arrivare alla liquidazione della CENDA? Fatelo, però create una delle nuove società che abbia almeno 16 dipendenti. Si tratterebbe della famosa società di servizi che collegherebbe le varie aziende che raggrupperebbero due-tre spedizionieri, quindi formalmente rispetterebbero in pieno il dettato della legge sulla concorrenza degli spedizionieri. Ma la società CENDA non accetta questo, per cui la prima cosa da fare era di garantire il tempo sufficiente alla trattativa; e abbiamo ottenuto che la liquidazione della società sia rinviata, cioè l'atto definitivo di morte sia rinviato nel tempo per permettere alle parti di continuare gli incontri sotto la calma e oculata attenzione del Comm. Scollica, dirigente dell'Ufficio del Lavoro, che di tanto in tanto verrà a riferire.

Ho il dovere di dire al Consiglio che non sarà facile ottenere una società che abbia le caratteristiche che noi desideriamo, in quanto credo che il Consigliere Mafrica abbia ragione: lo scioglimento sarà forse fatto per altre ragioni, ma è dovuto effettivamente, a mio avviso, in gran parte, al motivo che il Consigliere Mafrica sottolineava. E' evidente che in una trattativa di questo genere, dove non si è, come regione, così disinteressati come negli altri casi, le possibilità di pressione sono quelle che sono. Il Consigliere Mafrica sa benissimo che quando c'è stato quel piccolo scandalo a Ponte S. Luigi, il numero dei TIR che è passato dalla Valle d'Aosta è aumentato del 50% nei giorni in cui laggiù non riuscivano a passare. Inoltre, i camionisti prendono delle abitudini e non c'è niente di peggio che dare dei dispiaceri a dei camionisti che cambiano. Non sarà comunque Orbassano che ci potrà disturbare, perché dalla Valle d'Aosta l'80% del traffico va verso Milano, ma potrebbe essere Concorezzo.

Quindi, noi seguiamo con attenzione la trattativa in corso; c'è stato garantito il mantenimento dei posti di lavoro, lo stesso tipo di retribuzione in atto in questo momento attraverso i superminimi, ma i sindacati non accettano queste garanzie perché vogliono quell'altro tipo di risoluzione, e non appena avrò notizie le riferirò al Consiglio.

Non abbiamo niente in contrario a votare la mozione, precisando però ancora che lo scontro tra CENDA e sindacati non è per la salvaguardia specifica dei posti di lavoro.

PRESIDENTE: Se non vi sono interventi o dichiarazioni di voto, metto in votazione la mozione testé discussa.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti, votanti e favorevoli: 22

Il Consiglio approva all'unanimità.