Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2467 del 11 maggio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2467/XVI - Interpellanza: "Modificazione della deliberazione della Giunta regionale concernente l'aumento delle tariffe giornaliere per la frequenza del centro diurno "Myosotis"".

Bertin (Presidente) - Punto n. 48. Illustra l'interpellanza il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Come abbiamo anche voluto inserire all'interno di quest'interpellanza, questo testo non riguarda soltanto le persone che sono ospiti del centro diurno "Myosotis" ma da lì arrivano le segnalazioni e, secondo me, sono applicabili anche in molti altri casi.

Come è noto a questo Consiglio, il Centro diurno "Myosotis" è un servizio di accoglienza e assistenza diurna che è rivolto a persone con disturbo dello spettro autistico, in età compresa dai 14 anni fino ai 65 e probabilmente adesso, dopo la modifica della norma, anche di più, finalizzata all'incremento e al mantenimento delle autonomie delle persone affette da questo disturbo, alla socializzazione e infine alla gestione del comportamento problema.

Come gruppo Lega, ci eravamo già occupati in passato del centro diurno soffermandoci sulle problematiche emerse rispetto ai progetti terapeutico-riabilitativi, penso e immagino che i vari Assessori che si sono succeduti se lo ricordino molto bene. Oggi invece vogliamo portare all'attenzione di questo Consiglio le problematiche che ci sono state segnalate dai parenti delle persone che frequentano la struttura relativa alle tariffe che gli utenti devono corrispondere al centro. Come è noto, i pazienti ospiti della struttura hanno perlopiù ISEE zero e la loro unica fonte di reddito consiste, come potete immaginare, nell'assegno di invalidità che percepiscono ogni mese. L'assegno di invalidità che, grazie all'azione dell'attuale Governo nazionale, è stato recentemente innalzato. In questo stesso periodo però la Regione autonoma Valle d'Aosta ha adeguato le tariffe giornaliere per la frequenza del centro diurno e anche qui le tariffe sono state conseguentemente alzate da 10,89 a 25 euro al giorno.

Considerato dunque che l'assegno di invalidità e di accompagnamento corrisponde al momento a circa 500 euro, con l'applicazione della nuova tariffa per il centro diurno, per un utente che frequenta il centro regolarmente tutti i giorni la tariffa mensile, facendo appunto calcoli spicci, corrisponderebbe proprio a 500 euro, quindi esattamente l'importo dell'assegno di invalidità che essi percepiscono. Un fatto che parrebbe essere a un esaminatore attento tutt'altro che casuale, tanto più che dalle segnalazioni appunto che ci sono giunte da parenti degli utenti del centro diurno, in un primo momento, a una prima domanda che è stata rivolta direttamente all'Assessorato della sanità e politiche sociali in merito alle motivazioni di questi aumenti, la risposta è stata: "negli anni passati abbiamo commesso un errore nei conteggi, per questo motivo adesso la tariffa è quella effettiva", cosa che obiettivamente, se fosse confermata, sarebbe abbastanza imbarazzante, quindi quello che è stato riferito è che c'era un errore di calcolo negli anni passati. Dopo queste dichiarazioni si è arrivati a un'altra versione e cioè che, siccome le indennità nazionali sono state aumentate, è stato aumentato di concerto anche il costo della struttura.

Occorre ribadire però - e qui penso che possiamo saperlo tutti quanti - che l'assegno di invalidità costituisce per questi utenti la principale fonte di reddito e che pagando la retta mensile, ovviamente pagandola nel suo intero, si rischia concretamente di intaccare il minimo vitale necessario per le altre spese: spese mediche, le spese alimentari, di compartecipazione alle spese famigliari, eccetera.

Ora il punto su cui vorrei richiamare l'attenzione di questo Consiglio è che se dal Governo nazionale si è reputato che ci fosse la necessità di aumentare le cifre delle indennità, significa che è stato fatto un ragionamento, cioè le cifre che attualmente vengono erogate non sono sufficienti per far fronte ai costi. Se le cifre che attualmente vengono erogate non sono sufficienti a far fronte al costo della vita, quindi è giusto aumentarle, poi una persona può giudicare che l'aumento sia sufficiente, sia insufficiente, ma l'aumento c'è stato. Se però io ti aumento la cifra che tu percepisci mensilmente, perché quella di prima è insufficiente, e conseguentemente aumentano anche le tariffe, a questo punto significa che io praticamente è come se non avessi avuto alcun aumento. I servizi che ricevevo rimangono identici, invariati, la cifra che percepisco va completamente a coprire quei costi e in tasca non mi rimane niente, questo credo sia un grave problema.

Ebbene, abbiamo esordito dicendo: non è soltanto un problema del centro "Myosotis" e lo abbiamo inserito nel testo, perché di questi abbiamo avuto la segnalazione diretta, allora io non vorrei che questi aumenti avessero avuto delle ripercussioni anche su altre strutture e su altri servizi; sarebbe molto grave evidentemente perché a questo punto si annullerebbe l'aumento. È come se domani in busta paga arrivasse giustamente, come è stato deliberato, il taglio del cuneo fiscale, quindi percepissi molti più soldi in busta paga, ma i prezzi aumentassero conseguentemente. A quel punto tanto valeva stare con lo stipendio di prima, non cambia niente, in tasca non mi rimane nulla. Quello che quindi potevo comprare prima lo posso comprare dopo, allora tanto vale, posso anche guadagnare un milione di euro, se però una pagnotta mi costa 200 mila euro, non è che ho fatto un grosso salto in avanti.

Per tramite di quest'interpellanza, Assessore, quindi le chiediamo se le segnalazioni che abbiamo riportato e che abbiamo ricevuto corrispondono al vero, se gli aumenti segnalati, oltre agli utenti del centro diurno, si siano registrati per altre fattispecie di prestazioni erogate per persone con disabilità e a questo punto, se tutto questo ovviamente ritorna, e quindi se effettivamente queste segnalazioni corrispondono e se effettivamente quest'aumento c'è stato ed è stato conseguente rispetto all'aumento che è stato erogato a livello nazionale, se sia intenzione del Governo regionale modificare la deliberazione di Giunta che ha adeguato le tariffe del centro diurno e, se è successo anche per altri, ovviamente anche per le altre fattispecie, per non costringere gli utenti a rimanere con il minimo vitale.

Presidente - Risponde l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Io non sono solito ringraziare i colleghi della minoranza per le iniziative, nel caso specifico invece ringrazio il collega Manfrin perché ci darà modo di spiegare con chiarezza alcuni passaggi amministrativi, che non è detto che diano soddisfazione al collega stesso, però credo che possano essere strumento per cogliere il livello di interventi a cui la Regione autonoma Valle d'Aosta è arrivata per venire incontro a chi si trova in difficoltà. La risposta assistenziale erogata dalla struttura semiresidenziale "Myosotis" di Nus era di prima natura prettamente socio-assistenziale ed è oggi a carattere socio-sanitario, per cui già questo rende evidente come ci sia stato un passaggio a favore sia della struttura che degli utenti della struttura stessa. La struttura ospita un centro diurno per soggetti adolescenti e adulti affetti da autismo, un risultato che deriva da un importante ed efficace lavoro che in passato ha visto attivamente impegnato il Tavolo tecnico autismo sotto la regia e il coordinamento delle competenti strutture dell'Assessorato. Del tavolo fanno parte inoltre, oltre alle suddette strutture regionali, quelle competenti in materia di sistema educativo, le politiche per l'inclusione lavorativa, l'Associazione familiare dei soggetti affetti da autismo, l'ANGSA VdA, l'Università della Valle d'Aosta e i referenti competenti dell'Azienda USL, quali il Dipartimento di salute mentale di psicologia, neuropsichiatria infantile, l'area territoriale, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Il lavoro svolto in questo percorso partecipato ha trovato la sua sintesi nella DGR 1051 del 16 ottobre 2020. Questa deliberazione ha definito i requisiti strutturali, generali e organizzativi delle strutture socio-sanitarie semiresidenziali per trattamenti socio-riabilitativi di recupero e mantenimento delle abilità funzionali residue per persone con disabilità, come appunto il centro diurno "Myosotis".

Partendo dalle necessità di soddisfare appieno le esigenze degli utenti, si è lavorato nell'ottica di implementare le prestazioni del centro a seguito di preziosi confronti svolti con l'Associazione dei familiari che sono diventati sempre più frequenti e regolari nel tempo. L'attività interdipartimentale dell'Assessorato ha portato all'evoluzione del setting assistenziale del centro diurno; si è passati quindi da una presa in carico prettamente socio-assistenziale a una risposta socio-sanitaria che vede l'intervento di figure professionali sociali e sanitarie qualificate, oltre naturalmente al personale già presente e ciò in adempimento della disciplina dei LEA, medici specialisti, neuropsichiatria infantile, psicologi professionisti della riabilitazione, terapisti occupazionali, esperti nelle attività espressive, assistenti sociali. Tale evoluzione del centro ha richiesto quindi un attento monitoraggio e un dialogo costante con i familiari degli utenti con il gestore del centro medesimo, con il Dipartimento di salute mentale dell'Azienda USL. Il fatto che una struttura passi da socio-sanitaria a socio-assistenziale appunto prevede l'intervento dei LEA e di tutte quante queste figure professionali di matrice sanitaria. Il monitoraggio e i conseguenti miglioramenti adottati hanno permesso ad oggi di disporre di un servizio efficace per il quale l'Assessorato ha ricevuto ritorni sempre più positivi e un apprezzamento anche da parte dell'Associazione ANGSA nazionale.

Veniamo agli aspetti legati anche alle parti più finanziarie. Il percorso partecipato con i familiari è stato anche volto all'introduzione e alla condivisione di una tariffa per il servizio del centro, che, secondo le disposizioni che normano i LEA, deve essere posta in capo al servizio sanitario regionale per il 70 percento e all'utenza per il 30. Le tariffe, che sono state definite nella DGR 1051/2020, sono state quantificate a seguito di specifici confronti con i referenti competenti del Ministero della salute e a seguito di un attento confronto con i modelli organizzativi e le tariffe adottate da parte di altre Regioni. Le tariffe deliberate sono le seguenti: giornata intera euro 118, mezza giornata con pasto euro 70, mezza giornata senza pasto euro 47. Il 30 percento in carico agli utenti è pertanto pari a giornata intera euro 35, mezza giornata con pasto euro 21, mezza giornata senza pasto euro 14.

Veniamo alla parte che, secondo me, è da capire in maniera più chiara per far comprendere come io abbia risposto assolutamente no rispetto al fatto che le tariffe sono aumentate. Per quanto riguarda la quota assistenziale del 30 percento, che sarebbe a carico dell'utente, la Regione riconosce un contributo, ai sensi dell'articolo 19 della legge 23/2010, a sostegno del pagamento della retta applicata dalla struttura semiresidenziale, così come già avviene per tutte le strutture socio-assistenziali, socio-sanitarie e riabilitative. Tale contributo tiene conto dell'ISEE, l'importo dell'assegno di invalidità e dell'indennità di accompagnamento percepita dalla persona inserita nella struttura. L'importo del contributo è pertanto variabile in funzione dell'importo complessivo dei sostegni finanziari percepiti dagli utenti nel corso dell'annualità precedente. Nel caso di riconoscimento di arretrati o conguagli per queste indennità citate, l'assegno di invalidità e indennità di accompagnamento, l'importo del contributo può subire modifiche, che, in alcuni casi, possono essere anche rilevanti.

Quanto descritto ha comportato... collega Manfrin, io capisco, però lei poi dopo avrà la possibilità di replicare, è possibile che dica che quanto ho detto non è così, ma siccome, per fortuna, invece c'è la possibilità, perché adesso arriviamo alla parte più interessante, di capire che in realtà stiamo parlando del fatto che il 30 percento a carico delle famiglie è suscettibile di un ulteriore contributo che arriva da un'altra legge e questa legge deve tener conto, come previsto, tra l'altro, di tutti quanti gli altri contributi che in una qualche maniera una famiglia in difficoltà ottiene. Tra l'altro, come adesso evidenzierò, anche con una serie di franchigie che comunque vengono prese in considerazione.

Quanto descritto ha comportato che sull'annualità 2023 vi sia stata una rideterminazione annuale dell'importo del contributo in funzione dell'ammontare degli assegni percepiti dagli utenti nel 2022. Per alcuni di loro infatti nel 2022 ci sono state altre somme a conguaglio, quindi in più, per gli assegni di invalidità e per l'indennità di accompagnamento, l'importo del contributo regionale erogato direttamente al centro "Myosotis" si è ridotto, quindi se nel 2022 si sono ricevute altre somme, è possibile che il contributo per la "Myosotis" si sia ridotto ma perché si sono ricevute altre somme. Questo ha determinato, di fatto, una maggiore quota per il servizio posto a carico dell'utente, a tale maggior costo ha corrisposto però, come poc'anzi detto, un incremento dei sostegni percepiti dall'utente nell'anno precedente, quindi se nel 2022 si sono ricevuti più fondi, è possibile che nel 2023 ci sia la parte a carico dell'utente più bassa.

Non si è trattato pertanto di un incremento tariffario, ma di una diminuzione del contributo per il pagamento della retta che è stato determinato da una maggiore capacità contributiva dell'utente perché nel 2022 aveva ricevuto più fondi. Adesso arriviamo a un altro dato che rende ancora più forte quanto le sto rappresentando: è bene precisare che, per determinare tale capacità contributiva, al beneficiario viene riconosciuta una franchigia annua variabile da euro 1.500 a euro 9.500 per provvedere alle esigenze personali. Per alcuni utenti la Struttura competente del Dipartimento politiche sociali sta appurando la rispondenza del calcolo del contributo spettante rispetto alle indennità percepite nel 2022, mentre per il 2023 sono già stati confermati i conteggi relativi agli importi concessi. Il tema, tra l'altro, è già stato affrontato nel corso dell'interlocuzione con l'Associazione dei familiari AGNSA VdA e sarà iscritto all'ordine del giorno del prossimo - che, tra l'altro, si sta convocando - tavolo tecnico autismo, che sarà convocato a breve.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per il quale anche adottare delle espressioni facciali è un'interruzione rispetto al suo intervento, io rivendico questo diritto, perlomeno l'espressione facciale di poterla fare.

Mi sono reso conto che l'intervento dell'assessore Marzi avrebbe detto qualcosa di importante, ovviamente l'assessore Marzi mi ha contestato le mie espressioni facciali, poi non considera quello che dico io dandomi le spalle, quindi va bene, prenderò atto e farò la stessa cosa quando poi interverrà lui nelle prossime iniziative, però dicevo che il preludio a quel suo intervento era il richiamo e quella frase rivolta al Presidente: "ascolta ascolta", come se dicessi: guarda che sto per dire una cosa importante, non farti gli affari tuoi come al solito, non ignorarmi, come io faccio adesso con il collega Manfrin", quindi immaginavo che quello che dovesse dire fosse una cosa importante, peraltro lei mi ha fatto preventivamente i complimenti, complimenti all'opposizione ovviamente perché lei non fa mai i nomi delle persone, giusto così ma rientra nel suo stile, e quando lei fa dei complimenti, io so benissimo che non sono gratis ma, anzi, nascondono un pedaggio abbastanza alto e il pedaggio che lei richiede era sostanzialmente quello di dire: "va beh, ma tutto quello che avete detto non è vero".

In realtà non è così, Assessore, perché quando lei ha contestato il fatto che io le avessi fatto un cenno quando parlava, è perché lei effettivamente ha confermato quello che io ho esposto, ma banalmente mi collego e mi attacco a un'unica cosa che ha detto, cioè che in questo momento ci sono dei conteggi in atto per verificare le franchigie, quindi mi dice che le cifre che sono state calcolate e preconizzate probabilmente potrebbero non essere quelle. Io mi attacco solo a questo dispositivo rispetto a quella che è stata la sua esposizione, per il resto lei, Assessore, ha confermato esattamente in toto quello che io ho esposto e cioè che ovviamente una persona con disabilità, se percepisce un'indennità e quell'indennità aumenta, gli viene fatto pagare di più in base all'indennità. A questo punto si va a plafonare completamente l'indennità che prende e l'aumento che percepisce e questo è un problema, perché noi, come le ho detto, parliamo ovviamente di persone che hanno una disabilità ma ha spesso anche ISEE zero, quindi parliamo di persone che sono sotto la soglia economica di sussistenza che mi pare la delibera di Giunta che deve essere fatta annualmente stabilisca in circa fra i 400 e i 500 euro al mese, questa più o meno è la cifra del cosiddetto "minimo vitale". Il problema quindi è questo, Assessore, quindi io capisco che lei dica: "c'è un meccanismo che lo collega all'ISEE, c'è un meccanismo che lo collega all'indennità", però questo meccanismo non va bene perché se io percepisco e recepisco un aumento rispetto a quello che percepisco, in questo caso... guardi, assessore Sapinet, mi rivolgo a lei, così almeno l'assessore Marzi può fare quello che ritiene più opportuno, quindi nel caso in cui io percepissi questa parte di indennità superiore, evidentemente mi troverei a pagare di più. Se io quindi prendo 100 euro in più e la retta mi viene aumentata di 100 euro, io non ho nessun beneficio, ma se viene deliberato che io debba percepire 100 euro in più, è perché io con quello che attualmente mi danno non riesco ad arrivare alla fine del mese, non percepisco una cifra sufficiente. Capisce, assessore Sapinet, quello che le sto dicendo? Si rende conto? Ecco. A fronte di questo quindi è evidente che se io recepisco un aumento e poi questi soldi mi vengono tolti, allora è chiaro che il meccanismo non funziona, perché ci dovrebbe essere una percentuale che mi rimane in tasca e che io posso utilizzare a mio beneficio. Se il meccanismo invece all'aumentare dell'indennità mi aumenta la retta, a quel punto non mi avanza niente e a quel punto tanto vale che io abbia un aumento. A fronte di questo quindi obiettivamente le chiedo, assessore Sapinet, di far sapere all'assessore Marzi che, quando ci sarà la prima opportunità disponibile, quando se ne parlerà in Giunta, si possa considerare che il meccanismo così come congegnato non funziona e che quello che si chiede alle persone che frequentano i centri diurni, e a questo punto mi par di capire che questo meccanismo è esteso a tutte le persone con disabilità, evidentemente non va bene e non è calibrato sulle loro necessità.