Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2450 del 11 maggio 2023 - Resoconto

OGGETTO N.2450/XVI - Interpellanza: "Intendimenti del Governo regionale, in quanto ente patrocinante, in merito alle modalità di celebrazione della Festa della Liberazione".

Bertin (Presidente) - Riprendiamo, siamo al punto n. 31. Presenta l'interpellanza il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Auguro a chi mi ascolta un momento di serenità e di discussione e a chi si aspetta la polemica, anticipo già che rimarrà deluso, interessa il rigore storico istituzionale.

Parliamo della recente celebrazione della Festa di Liberazione tenutasi ad Aosta, ovviamente il recente 25 aprile, celebrazione che era stata patrocinata dall'Esercito, dalla Regione Valle d'Aosta, dalla città di Aosta e dall'A.N.P.I..

Questa è una prima considerazione, una festività nazionale con organismi istituzionali che hanno dato il loro patrocinio.

Seconda considerazione rafforzativa: la data del 25 aprile si connota come festa nazionale della Repubblica italiana per commemorare la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista e tale ricorrenza si celebra dal 1946, su proposta dell'allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, poi attraverso un decreto legislativo luogotenenziale emanato da Umberto II di Savoia e poi avanti finché nel 1949 la ricorrenza venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo, insieme con la festa nazionale italiana del 2 giugno.

Queste informazioni storiche ci fanno capire che la Festa della Liberazione costituisce un simbolo celebrativo, che riveste il carattere di rappresentazione dell'intera Nazione, delle sue istituzioni, dei corpi sociali che la compongono sino a ogni cittadino che si riconosce nella volontà di opporsi a ogni forma di totalitarismo e d'ingerenza nella sovranità di uno Stato, ricordiamo che allora era in atto l'occupazione tedesca.

Quindi la celebrazione deve, per sua natura - non perché piace a me, non perché lo dice Distort, no perché lo pensa la Lega - possedere il carattere di universalità, di rappresentazione di un'intera Nazione e dei suoi valori.

Alla luce di queste considerazioni, riporto l'analisi dei fatti, chiamiamolo "Casus belli"; preciso: utilizzo questo termine in modo ironico, perché in realtà è la volontà di trovare delle formule, le migliori formule possibili da assegnare agli eventi che rappresentano l'istituzionalità di una festa nazionale.

Il momento celebrativo tra la deposizione della corona al Giardino della rimembranza in Via Festaz e il trasferimento in corteo in Piazza Chanoux si è svolto, in accompagnamento musicale da parte della banda municipale che ovviamente a nome di tutti ringrazio, però esclusivamente sul tema, ripetuto a più riprese, di "Bella ciao".

Abbiamo utilizzato questo termine "Esclusivamente". Questo avverbio è il cuore dell'interpellanza.

Per la durata del corteo, si è intonata quindi esclusivamente a più riprese una canzone, - tra l'altro, e lo posso dire tranquillamente come figlio di un ufficiale delle Brigate Garibaldine, ma posso dirlo soprattutto a nome dell'evidenza istituzionale e dell'evidenza storica -, una canzone introdotta artificialmente nel repertorio partigiano, con vari passaggi cronologici tra il 1953 e il 1964.

Ora ci sono fior di testimonianze, ma questa notizia che do è del tutto evidente.

Durante il corteo, al quale erano presenti tutti gli organismi e le figure istituzionali che rappresentavano il senso della festa nazionale, non si è quindi dato spazio ad altre intonazioni di ambito tematico; ovviamente questo è stato, senza dubbio, frutto di una scelta organizzativa.

Allora la riflessione, dal punto di vista proprio dell'obiettivo di quest'interpellanza, è che una logica normale di protocollo, di cerimoniale, prevede che l'accompagnamento musicale di un corteo a carattere istituzionale merita una selezione di temi coerente all'istituzionalità della cerimonia, rappresentando per il particolare evento del 25 aprile l'universale carattere patriottico.

Questi termini, l'universale carattere patriottico, potrei fare anche una disquisizione filosofica che risparmio all'aula sul senso degli universali, sul concetto dell'universale, però è proprio questo, l'universale carattere patriottico, in onore a quell'attività militare che ha condotto alla liberazione del 25 aprile del 1945.

Ricordo, appunto, per il fatto che dove si può attingere a un repertorio più corretto per questo senso di universalità della celebrazione, che tra gli attori della liberazione compaiono in primis i reparti dell'Esercito Italiano, affiancati in particolare nel Nord Italia, da formazioni partigiane di matrice monarchica, liberale, cattolica, oltre che socialista e comunista.

In Valle d'Aosta, in particolare, le formazioni partigiane hanno beneficiato del contributo dato dall'addestramento proveniente dalla Scuola militare alpina e dai reparti del Battaglione Aosta, questa è storia della nostra comunità.

Ora alla luce di queste considerazioni storiche e istituzionali di cerimoniale, di protocollo, e non di carattere politico, chiediamo al Governo regionale: "Se la scelta dell'intonazione esclusiva e a più riprese della canzone "Bella ciao" sia stata condivisa con gli enti patrocinanti" e "Se si ritiene che la scelta di tale tema esclusivo ripetuto costituisca la formula più corretta per rendere onore all'universalità degli attori della liberazione, tra cui compaiono, come detto, in primis l'Esercito Italiano con la partecipazione delle formazioni di matrice monarchica, liberale, cattolica, socialista e comunista".

Terzo quesito: "Quali siano le intenzioni in merito ai suggerimenti da esprimere, in quanto patrocinante, per le scelte future della celebrazione della Festa della Liberazione".

Ringrazio per l'attenzione e ascolto, con particolare senso d'istituzionalità, la risposta.

Presidente - Si è prenotato il Presidente della Regione per la risposta, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Innanzitutto, in premessa alla risposta, mi permetto di sottolineare come quest'anno - in maniera particolare - la commemorazione sia stata partecipata da una popolazione interessata, attenta e l'intervento e il coinvolgimento di molti giovani - che hanno partecipato attivamente con alcuni interventi e con la lettura dei primi articoli della Costituzione - abbiano fatto in modo di creare intorno a questo momento un'attenzione, io ho trovato, più profonda rispetto a quelli che erano gli stessi momenti vissuti in anni precedenti.

Probabilmente il fatto che si sia tornati a una piena possibilità di avvicinarsi a questo tipo di manifestazione ha contribuito positivamente affinché la popolazione potesse apprezzare e meditare questo momento particolare di ricordo e di commemorazione in maniera più attenta e più profonda. Questa è la sensazione generale.

Riguardo alle tre domande, io mi limiterò a dare una risposta il più puntuale possibile rispetto ai quesiti posti dall'interpellante: in primo luogo va ricordato che la cerimonia del 25 aprile è ufficialmente organizzata dall'Esercito con la collaborazione in primis del Comune di Aosta e della Regione e dell'A.N.P.I..

In secondo luogo potrebbe essere interessante, dopo quasi 80 anni, rimuovere e placare le diatribe ed evitare anche i travestimenti storici come il fatto che la Liberazione sia stata esclusivo merito dell'Esercito Italiano oppure le polemiche pretestuose, come l'identificazione errata tra Resistenza e Comunismo.

Quindi per rispondere alle domande, il programma musicale delle celebrazioni del 25 aprile è stato condiviso tra tutti i soggetti richiamati in precedenza, oltretutto identico a quello degli anni scorsi. Detto programma ha comportato il trasferimento della banda municipale dalla sede al Giardino della Rimembranza con l'utilizzo del solo tamburo per cadenzare il passo.

Al Giardino della Rimembranza sono stati eseguiti "Il Piave" e "Il Silenzio", a seguire, da fermi e poi durante il tragitto fino in Piazza Chanoux, è stata eseguita "Bella ciao". In Piazza Chanoux sono stati eseguiti "l'Inno di Mameli, il Piave, il Silenzio, Montagnes Valdôtaines" e solo a manifestazione ufficiale conclusa è stata eseguita nuovamente "Bella ciao", quindi non si può dire eseguita in maniera esclusiva e a più riprese.

Si potrebbe osservare, peraltro, che nella stessa misura è stato eseguito l'altro brano, "Il Piave" che è stato adottato per un breve periodo come inno italiano, dopo l'istituzione del 1943, in sostituzione della "Marcia reale", ma ricorda fatti storici del giugno del 1918.

Allo stesso modo, anche se lo è diventato negli anni '50, oggi "Bella ciao" è considerata unitamente l'inno della Resistenza e della Liberazione e contestarne l'esecuzione non serve a spostare l'attenzione dal fatto che il 25 aprile del 1945 l'Italia è stata liberata dal nazismo e dal fascismo che come scriveva Roberto Bobbio: "nonostante vent'anni di governo stabile, non ha risolto nessuno dei grandi problemi nazionali. In più, dopo aver cacciato il Paese in una guerra tremenda e ingiusta, l'ha portato di disastri in disastri alla sconfitta finale, lasciando il Paese devastato, sconvolto, percorso da due eserciti stranieri che se lo sono conteso palmo a palmo.

Presidente - Per la replica, consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Innanzitutto solo una chiarezza: minimamente io intendo contestare l'esecuzione di questo canto, minimamente; quello che io osservo è fondamentalmente il fatto che durante una marcia, durante un corteo, sia stato intonato esclusivamente questo canto. Tra l'altro chi comunque ha svolto un'attività militare, conosce perfettamente il ruolo semantico della marcia. Momento dinamico della marcia accompagnato da un tema musicale ha un significato molto forte e il fatto che ci sia stata un'esclusività, ribadisco, esclusività, per conto mio è riduttivo.

Non è contestazione, è analisi, semplicemente.

Poi lo spirito che anima, quindi non è minimamente di contestazione, non è di polemica, assolutamente, ma è un desiderio di miglioramento delle formule. Probabilmente si potrebbe anche pensare che io abbia un'ossessione di perfezionismo - liberi di pensare, anche i giornalisti di poter diffondere questa notizia - però è questo l'obiettivo.

Io, tra l'altro, per quanto riguarda la sua risposta, Presidente Testolin, noto una certa abilità nell'evitare di turbare una parte politica che, tra l'altro, compone la sua maggioranza, così come anche di evitare la gogna mediatica che, probabilmente, una certa stampa tenderà a riportare.

Comunque, ribadisco, la nostra posizione è una posizione che riconosce nella forma la sostanza; l'abbiamo detto in tanti casi in quest'aula e quindi il modo in cui viene celebrata, il modo in cui viene gestita una ricorrenza è estremamente importante nella forma.

Rimane la domanda a cui però non mi ha risposto: "È stata condivisa questa scaletta con chi ha patrocinato?" Perché il patrocinio prevede tutta una serie di opere e di attività che sono conseguenti e sicuramente è fondamentale ovviamente la condivisione dei dettagli.

Io ho la sensazione che questo non sia avvenuto.

Allora, a pro futuro, magari un lavoro più d'équipe, più condiviso, sarebbe auspicabile.

Lascio lo spazio al collega Perron per un'ulteriore replica.

Presidente - Per il minuto restante, consigliere Perron ne ha facoltà.

Perron (LEGA VDA) - Solo per una brevissima post fazione a quanto ha già detto chiaramente il collega Distort, volevo solo fare un'annotazione e un'esortazione anche ai colleghi, in particolare alla Giunta. La scorsa settimana, o dieci giorni fa, proprio con il collega Distort sono stato al Comune di Pont-Saint-Martin che ha fatto una lodevole iniziativa di tipo storico, in particolare è stato chiamato il professor Gianni Oliva, che è uno storico professore universitario, sul tema proprio del periodo che si è succeduto al 25 aprile e anche prima, dall'8 settembre in poi, il titolo del suo libro è "Il purgatorio dei vinti, la storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano", io avevo già di suo "La bella morte - Gli uomini e le donne che scelsero la Repubblica sociale".

È stata una bella serata e, tra l'altro, questo professore piemontese, invito anche l'assessore alla cultura Guichardaz... su questo anche per i prossimi anni tenga a mente, tra l'altro quello è un uomo di Sinistra, ho guardato adesso un attimo il suo curriculum, credo che nel 75-80 fu Assessore in un Comune proprio nel partito comunista. Non è nemmeno della nostra parte ma posso dire che la sua disamina storica, io già lo conoscevo, è inappuntabile e ha sollevato dei temi che spesso vengono dibattuti, ovviamente sono temi caldi per tutto il Paese, perché ci fu una guerra civile nel frattempo in quel periodo, posso dire - senza aver nulla da guadagnare nella mia parte politica, ma per rigore storico - che è un professore che sarebbe interessante sentire, tenetelo a mente per le prossime iniziative culturali perché c'è un rigore storico che è inappuntabile, inconfutabile e credo che potrebbe dare degli ulteriori spunti su un periodo dibattuto, caldo e che è stato anche oggetto di tante appropriazioni culturali.