Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 257 del 12 maggio 1982 - Resoconto

OGGETTO N. 257/VII - INIZIATIVE NEL CAMPO DELL'ASSISTENZA PSICHIATRICA IN VALLE D'AOSTA. Interpellanza e approvazione di mozione.

PRESIDENTE: Do lettura della mozione presentata dal Consigliere Carlassare.

MOZIONE

CONSTATATO che l'Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale (ULCES) continua, con sempre maggiore insistenza a denunciare pubblicamente la drammatica situazione vissuta da tutti coloro che sono toccati, direttamente o come familiari o parenti, dal grave problema della "malattia di mente";

VERIFICATO che continuano a manifestarsi ritardi e storture nell'intervento dell'U. S. L. e dell'Assessorato regionale della Sanità;

IL CONSIGLIO REGIONALE

DELLA VALLE D'AOSTA

IMPEGNA

l'Assessore regionale alla Sanità al fine di:

1) dare immediato avvio alla realizzazione di quanto richiesto dal documento allegato, presentato dalla ULCES, e portato a conoscenza della Assemblea regionale con le comunicazioni del Presidente del Consiglio nella seduta del 29 arile 1982;

2) relazionare al Consiglio, entro 3 mesi, in merito a quanto realizzato e sulla situazione esistente in seguito all'avvio di questi primi interventi.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare per l'illustrazione della mozione; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin. ): Prima di illustrare questa mozione, e penso di essere perfettamente in argomento, voglio brevemente raccontare alcune impressioni che ho ricavato l'altro giorno, quando ho avuto l'occasione di partecipare alla visita effettuata dalla Commissione sanità al reparto psichiatrico dell'ospedale di Aosta. Dico francamente che ad un'occhiata superficiale questo reparto appare bello, lustro, pulito, con i servizi funzionanti: insomma un buon colpo d'occhio.

Il problema, secondo me, è che non ci si può fermare alle apparenze e che ci siano alcune cose che si vedono e poi sia necessario rifletterci.

Intanto, entriamo in una cameretta, anche questa tutta bella, lustra, pulita; c'è una ragazzina legata al letto da lacci con manopole di spugna sulla mani che le impediscono di graffiarsi il viso. Il primario dice che è una ragazzina che presenta delle grosse turbe; io non sono uno psichiatra, non sono in grado di dare una definizione psichiatrica della malattia di questa ragazzina; il primario spiega che se non la legano si graffia, e infatti ha il viso graffiato.

Io non sono uno specialista, a parte il fatto che per quanto riguarda la psichiatria ci sono famosi studiosi nel mondo che mettono in discussione che esista la malattia psichiatrica, se non

determinata da trauma. Queste cose le conosci bene; poi le disquisizioni su "turba" e "malattia" le andiamo a fare da un'altra parte. Resta il fatto che c'era questa ragazzina nelle condizioni che ho descritto.

Ci sono degli esperti che mettono in dubbio che sia necessario adottare sistemi di questo genere; io non lo so. Comunque, la cameretta era lustra e pulita.

C'è un altro aspetto che mi ha colpito, molto negativo.

Erano le 9,30 del mattino e ci siamo trovati in un salone ampio con delle comode poltrone, dove c'era una ventina di persone adulte, con un'espressione che mi pareva abbastanza normale, che stavano guardando la televisione. Ora, la cosa non sembrerà scandalosa, ma se noi riflettiamo un po' vediamo che è una cosa decisamente negativa che un gruppo di pazienti alle 9,30 del mattino non abbiano assolutamente niente altro da fare che stare seduti a guardare la televisione.

Il primario del reparto ha sostenuto che queste erano tutte persone in grado tranquillamente di deambulare per conto proprio, cioè avrebbero potuto, invece di guardare la televisione, fare delle passeggiate, oppure, se ci fosse stato un servizio che lo consentisse, svolgere anche delle attività, dei piccoli servizi, delle mansioni semplici ma utili per altri ammalati o per altre persone.

E' stato ammesso da tutti, dall'Assessore al Primario, che la cosa era già stata segnalata varie volte; manca la possibilità di sfogo, diciamo, di questo reparto, perché è un reparto chiuso dove non si può fare una passeggiata all'aperto.

Con poca spesa si sarebbe potuta sistemare una parte del prato che circonda la maternità er realizzare una specie di parco dove queste persone, invece di guardare la televisione, possano stare all'aria aperta, ora che c'è bel tempo, sotto gli alberi, magari giocare a bocce, o fare la maglia sedute su una panchina.

Il fatto è che con un minimo di buona volontà si può aprire questo varco verso l'esterno. Forse non era necessario che ci fosse una visita da parte della Commissione consiliare per dare questa indicazione; forse ci si poteva arrivare prima. Pare che questo impegno sia stato assunto, speriamo che si realizzi rapidamente.

Detto questo, io voglio ricordare che il problema della malattia di mente, un problema dell'emarginazione totale in molti casi, riguarda, secondo cifre fornite dall'Assessorato il 31.1. 1981, 150 persone, più o meno, ricoverate in strutture psichiatriche, 13 minori ricoverati in strutture psichiatriche, 450 inabili, soprattutto anziani, ricoverati in ospizi, dentro e fuori valle.

Sto parando anche dell'emarginazione sociale che è un problema che ha molti punti di attinenza.

Va tenuto presente che questo problema è stato sollevato da un'associazione che ha il merito, per lo meno, di cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica. Si può discutere sul fatto che a volte abbiano ragione e a volte invece torto, però bisogna riconoscere a questa associazione la volontà di portare questo drammatico problema a conoscenza della popolazione.

L'U.L.C.E.S. che ha fatto la mostra che abbiamo avuto a possibilità di vedere in piazza Chanoux, ha presentato anche una piattaforma rivendicativa, che vi leggerò.

Voglio semplicemente precisare che le richieste fatte sono tutte all'interno delle normative o nazionali o regionali vigenti.

"In sintesi la situazione si presenta in questo modo:

- ricoveri obbligatori, attuati (dopo la legge 180) presso vari manicomi in contrasto con le norme di legge.

Difatti ci sono i ricoveri che, per lo meno dal punto di vista teorico, non dovrebbero più esserci.

- ricoveri attuati presso il locale reparto ospedaliero ove l'intervento prevalente è in termini di isolamento e di contenzione farmacologia sino ad arrivare in alcuni casi alla tensione fisica.

Abbiamo visto che magari in un caso solo, ma abbiamo modo di vederlo con i nostri occhi, corrisponde al vero.

- il cosiddetto servizio di tutela della salute mentale, che dovrebbe espletare su tutto il territorio regionale la propria attività, è invece organizzato in forma di reparto ospedaliero e per di più con un numero di letti superiore a quello consentito dalla legge.

- i dimessi dai manicomi non hanno assistenza, se non sporadicamente, e si trovano nelle condizioni di diventare pendolari dell'ospedale di Aosta o di ricorrere alle cliniche private.

In seguito ad una serie di dibattiti che ha sconfinato dalla buona educazione, in alcuni casi, abbiamo avuto modo di appurare che queste dichiarazioni sono profondamente vere.

- i valdostani ancora ospedalizzati fuori regione, in attesa di essere diessere dimessi, continuano la loro degenza perché non vengono create le condizioni per il loro reinserimento umano e sociale.

Sappiamo che fuori valle continuano ad esserci degli ospedalizzati.

- esistono persone con disturbi psichici che vivono nell'ambito familiare senza alcun aiuto, sia per loro stessi che per i loro familiari; altre che, non trovando risposta in valle alle loro richieste di assistenza, sono costrette a ricoveri in cliniche private pagando dalla 350 alle 500 mila al mese e talvolta anche recarsi all'estero pagando cifre che si aggirano sui diversi milioni mensili.

Non so se le cifre rispondono al vero; so che corrisponde al vero il fatto che ci sono dei soggetti che hanno una malattia di mente, che hanno delle turbe, che sono costretti ad andare fuori valle, perché vengono dimessi e qui mancano le strutture che consentano al nucleo familiare di poterli assistere, tenendo conto che in molti oasi è necessario intervenire anche in favore del nucleo familiare.

- rifiuto da parte dell'ospedale di accettare nei propri reparti persone bisognose di cure mediche o chirurgiche che hanno precedenti di ricovero psichiatrico.

E' questo un altro dato purtroppo vero.

Ora, questa associazione, fatta questa fotografia, per sommi capi, della realtà che riguarda la malattia psichiatrica in valle fa una serie di richieste precise che ora leggo:

1) organizzazione del servizio secondo un modello non ospedaliero con indicazione precisa dei distretti in cui dovranno stabilmente operare i singoli psichiatri e paramedici.

Tali operatori provvederanno in via prioritaria a collegarsi con l'équipe di zona e unitariamente provvedere sia all'assistenza dei pazienti del territorio e, in prospettiva, al reinserimento dei pazienti ancora ricoverati in manicomio.

Provvederanno, inoltre, in base alle esigenze locali a realizzare soluzioni alternative al ricovero ospedaliero (assistenza domiciliare, economica, centri diurni, comunità alloggio, ecc.).

2) potenziamento delle équipes di base di zona per rendere possibile un adeguato intervento globale.

3) riqualificazione e aggiornamento professionale sia del personale presente nel servizio ospedaliero che di quello operante sul territorio. I corsi dovranno essere finalizzati al superamento del ricovero ospedaliero e in previsione dei nuovi compiti di assistenza psichiatrica che saranno richiesti sul territorio.

4) chiusura dell'ambulatorio psichiatrico del reparto di Aosta e trasferimento degli operatori presso le équipes territoriali.

5) utilizzo della donazione di Talapé (comune di Aosta) come comunità alloggio per dimessi e dimissibili dagli ospedali psichiatrici.

6) riduzione dei posti letto a 15 - di cui 2 posti letto psichiatrici nel dipartimento di emergenza che già esistono ma non utilizzati - e anche questo è veritiero - per i ricoveri di urgenza. I restanti 13 posti letto devono essere inseriti presso i vari reparti dell'ospedale generale, come previsto dalla legge di riforma sanitaria, dalla delibera regionale in data 23.6.1978, n. 3222 e dalla legge regionale sulla salute mentale del 23 marzo 1981, n. 18, articolo 5."

Qui c'è da fare semplicemente una scelta, anzi una duplice scelta, se si ritiene che le cose richieste da questa associazione siano giuste e corrette; bisogna avere il coraggio di dirlo; se si ritiene che siano sbagliate, si dice no. Vanno rifiutate per questi o per questi altri motivi.

Nel caso si ritengano queste richieste corrette, è necessario, da parte dell'Assessore, da parte della Giunta, di assumersi un preciso impegno per iniziare subito ad operare per soddisfare queste richieste.

Con la mia mozione richiedo che si avvii immediatamente l'attuazione di questi interventi e che l'Assessore relazioni, fra tre mesi, su quanto si è realizzato, concretamente, in modo da avere un quadro preciso di cosa si sta modificando in meglio rispetto a questa realtà.

Ormai è passato parecchio tempo, più di un anno, da quando è stata formulata la legge regionale; mi pare che la situazione, al di là di dichiarazioni di buona volontà o di impossibilità di agire, o di difficoltà di agire, non si sia modificata, in meglio, in niente; qui si tratta di passare alla realizzazione di cose precise e concrete.

Un'ultima domanda voglio fare all'Assessore e riguarda una dichiarazione da lui fatta quando abbiamo effettuato questa visita nel reparto psichiatrico della Maternità. L'Assessore ha detto che non si potevano fare certi lavori, per dare la possibilità di avere un parco più funzionale, in quanto nel frattempo si sarebbe spostato il servizio dalla Maternità nel vecchio corpo dell'ospedale Mauriziano, ristrutturato.

Io chiedo se può delinearmi, con molta precisione, come dovrebbe realizzarsi questo servizio all'interno dell'ospedale Mauriziano, tenuto conto anche di una precisa richiesta avanzata da parte di questa associazione, che secondo quanto previsto dalla legge regionale e nazionale, non dovrebbe assolutamente essere predisposto un altro reparto che sia la trasposizione, magari in meglio, magari più lucida, magari più spaziosa, dell'attuale reparto presente nella Maternità.

PRESIDENTE: Era abbinata all'oggetto n. 25 dell'ordine del giorno l'interpellanza isoritta al punto 9, firmata dai Consiglieri Mafrica, Péaquin, Bajocco.

Do lettura di tale interpellanza:

INTERPELLANZA

Nonostante le ottimistiche previsioni e affermazioni dell'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale, poche, per non dire nessuna, sono le iniziative giunte a buon fine nel settore dell'assistenza psichiatrica.

Dagli incontri avvenuti tra la Commissione consiliare per la Sicurezza Sociale ed i responsabili dell'Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale, non sono purtroppo emersi elementi tali da chiarire le reali ragioni delle difficoltà esistenti nel campo dell'assistenza psichiatrica in valle.

Da tali incontri è invece emersa in modo sufficientemente chiaro la sfiducia dei cittadini verso la politica e gli stessi atteggiamenti dei pubblici amministratori, in articolare dell'Assessore alla Sanità.

Per questi motivi, i sottoscritti

Consiglieri regionali

INTERPELLANO

l'Assessore alla Sanità per avere precise informazioni sui seguenti punti:

1) quali sono gli ambulatori che funzionano in valle, con quali servizi e con quali orari;

2) cosa prevedono i progetti presentati dai vari distretti;

3) quando entrerà finalmente in funzione il Centro di via Cerise;

4) quali sono gli ostacoli che impediscono ancora l'utilizzo della Casa Talapé e come si prevede di superarli;

5) qual è la situazione attuale del personale socio-sanitario impiegato in questo campo e quali sono le necessità più urgenti.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Péaquin; ne ha facoltà.

PEAQUIN - (PCI): Credo che questa sia una materia sulla quale esistono ancora dei notevoli punti da chiarire.

Si sente dire sovente dall'Assessore che le cose sono state organizzate, che i servizi cominciano a funzionare, che c'è della volontà per risolvere i problemi dell'assistenza psichiatrica nella nostra regione. Si sente dire dall'altra parte, dal Comitato dell'ULCES, dai cittadini, dalle medesime persone interessate a questo servizio, che è molto difficile avere un'assistenza adeguata nella nostra regione.

Ci sono stati alcuni incontri da parte della Commissione Sicurezza Sociale per chiarire questo problema; è stata convocata, appositamente per un confronto su quanto è stato realizzato nella nostra regione, su quanto deve essere ancora realizzato e sui punti per i quali siamo fermi. Purtroppo, da questi incontri non è nato niente di positivo, anzi sono nate discussioni di cattivo gusto che potrebbero anche lasciare degli strascichi giudiziari e non si è chiarita qual è la situazione nella nostra regione.

Per questi motivi abbiamo creduto di presentare un'interpellanza all'Assessorato, per avere dei chiarimenti in questo senso. Viene detto dall'Assessore e dal Primario in psichiatria che ci sono degli ambulatori in Valle d'Aosta che funzionano, che svolgono quello che è chiamato il servizio sul territorio. Noi vogliamo chiedere, con questa interpellanza, quali sono gli ambulatori che funzionano in questo senso in valle,quali servizi espletano e con quali orari.

Ricordiamo che nella legge n. 18 dell'anno scorso nell'allegato era prevista la suddivisione del territorio della Valle d'Aosta in 5 distretti, con 20 ore settimanali di presenze, ma ci siamo accorti che le cose non funzionano in questo modo. Per questo motivo chiediamo chiarimenti.

C'è stato detto, in alcune occasioni, dall'Assessore che 13 distretti hanno presentato dei progetti tendenti alla costruzione di strutture che possano ospitare persone anziane,inabili, persone con difficoltà di diverso tipo. Ecco, noi intendiamo chiede con l'interpellanza, cosa prevedono questi distretti. Perché è un conto prevedere di fare una struttura, di costruire delle case, di costruire dei centri di ricovero, ma è un punto molto più importante quello di vedere cosa all'interno di questi centri si attua, anche per capire come i vari rappresentanti dei distretti affrontano il problema della psichiatria e degli inabili, in genere.

Si è, inoltre, molto parlato in varie occasioni in questo Consiglio dell'utilizzo della casa Talapé, nel Comune di Aosta; vi erano difficoltà di diverso tipo per l'utilizzazione completa di questa struttura. Anche su questo punto noi chiediamo delle informazioni. Chiediamo se è stato informato il distretto n. 5, perché la legge n. 18 del 1981 prevede che questo servizio decentrato venga svolto in collaborazione con i distretti di base.

Chiediamo, inoltre, qual è a situazione attuale del personale socio-sanitario impiegato in questo campo, perché sovente si dice che ci sono grosse difficoltà per la mancanza di questo personale.

Si parla da tempo del Centro di via Cerise; sono state, in continuazione, fornite delle date di prossima apertura ma non hanno trovato riscontro per varie difficoltà. In merito a questo centro vorrei chiedere se è stato interpellato il distretto n. 5, quali saranno i criteri di ammissione a questo centro e quali saranno i limiti di età, cosa viene previsto per attuare questo servizio.

Per quanto riguarda la mozione presentata dal Consigliere Carlassare, che ha avuto la bontà di leggerci, ma che avevamo allegata ai nostri atti, io credo di aver potuto vedere che l'ULCES non avanza delle richieste straordinarie. C'è una richiesta di applicazione di quanto è previsto dalla legge n. 18 e dal relativo regolamento. L'importante è che queste cose vengano realizzate, che i distretti vengano coinvolti, che con questo Comitato di persone ci possa essere un discorso che porti a delle conclusioni, che porti a poter verificare concretamente, a toccare con mano le iniziative.

Le posizioni continuano ad essere quelle di sempre, cioè di rottura completa di distacco, per cui credo che si allontanerà la soluzione dei problemi dei quali stiamo trattando.

Credo debba essere dato atto che questo Comitato, al di là di posizioni momentanee, più o meno valide, si impegna profondamente per la soluzione di un problema che è altamente umanitario e di stretta attualità.

Sarei grato all'Assessore se potesse fornire delle spiegazioni su quanto richiesto, in modo chiaro, in modo che si possa, almeno da parte nostra, come Consiglieri, sapere cosa realmente si sta facendo, come realmente ci si dovrà muovere nel prossimo futuro su questi problemi.

PRESIDENTE: E' aperta la discussione sulla mozione.

La parola al Consigliere Nebbia; ne ha facoltà.

NEBBIA - (PSI): Il nostra partito ha in ogni sede, particolarmente in sede nazionale, sostenuto quanto poi è stato concretizzato nella legge n. 180 e, successivamente, nella 833 relativa alla riforma sanitaria. E' un tema molto sentito che in Valle d'Aosta non ha ancora trovato una piena attuazione.

La mozione che ha presentato il Consigliere Carlassare fa riferimento ad una richiesta presentata dall'ULCES che, in buona parte, il nostro partito condivide, specialmente per la parte propositiva, ma che dovrà essere inquadrata in una situazione generale. Ci sembra che alcune di queste richieste siano settoriali, cioè non collegate con una organizzazione generale del servizio, e che devono invece essere viste secondo questo quadro che deve, appunto, tener conto delle possibilità, delle capacità della regione e dei servizi che devono essere creati e che oggi mancano.

Quindi, noi, unitamente al Consigliere De Grandis del partito repubblicano, presentiamo un emendamento alla mozione che suonerebbe in questo modo. Dopo le premesse il deliberato verrebbe così modificato: "L'Assessore alla Sanità e il Consiglio regionale", il quale manca nel testo, "impegna l'Assessore alla Sanità a presentare entro due mesi al Consiglio un piano di intervento regionale nel settore della salute mentale, in applicazione delle leggi n. 180 e 833; della legge regionale 23 marzo 1981, n. 18 e tenendo in considerazione le richieste in proposito avanzate dall'Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale - (U.L. C.E.S.) il 26 aprile scorso".

In tal modo queste richieste troverebbero una verifica e una loro applicazione in questo quadro più generale che si chiede venga presentato all'esame del Consiglio entro due mesi, quindi prima delle ferie estive.

Noi riteniamo che in questo modo si possa esaminare globalmente tutto il problema dell'assistenza nel campo della salute mentale, per poter valutare a fondo le richieste e per poter, nello stesso tempo, finalmente, dare applicazione a leggi che hanno comportato un modo diverso di affrontare il problema.

PRESIDENTE: L'emendamento a cui ha accennato il Consigliere Nebbia è stato distribuito adesso.

Devo far notare, così, per puro scrupolo, che la firma del Consigliere Nebbia è quasi svanita perché era stata firmata con biro bleu che non viene evidenziata in fotocopia, mentre quella di De Grandis era vergata con penna stilografica e quindi si vede. Comunque, come è scritto nell'intestazione, l'emendamento è presentato dal P.S.I. e dal P.R.I., firmato Nebbia e De Grandis.

La parola al Consigliere Bajocco; ne ha facoltà.

BAJOCCO - (PCI): Io penso che questo è un problema veramente delicato e importante.

Le richieste del Comitato contro a emarginazione ritengo siano giustissime, ma quando vedo accennare alla casa Talapé, ecco, io non lo considero un problema urgente. Per Talapé vi sono ancora delle pratiche da portare avanti per diventare proprietari, e poi bisognerà fare tutta una serie di lavori. Bisogna andare avanti per risolvere il problema Talapé in un modo diverso.

Ho fatto anch'io l'altro giorno a visita al reparto del Dr. Vletti; mi ha molto colpito, immediatamente, il fatto che all'ingresso si vede quel gruppo di persone al mattino presto, ancora in pigiama, davanti alla televisione. Manca il personale? Bisogna fare una verifica in quella direzione, poiché è un problema urgente e che deve essere evidenziato nel più breve tempo possibile.

Io sono dell'avviso che gli ammalati diventano sempre più malati se non si dà loro la possibilità già al mattino, per esempio, di vestirsi degnamente. Non si tratta dell'ammalato di appendicite che deve rimanere a letto a tutti i costi, si tratta di ammalati che girano, che camminano. Per prima cosa bisognerebbe dare a questa gente la possibilità di fare qualcosa già al mattino.

L'altro problema, a mio avviso, è quello che si è visto direttamente in loco con l'Assessore; è il problema della zona verde, che non può aspettare. L'Assessore ci ha dato a garanzia che nel giro di poco tempo a zona verde può essere messa a posto; avvicinandosi la stagione buona, queste persone, malate di mente, si rovinano gli occhi, la vista, guardando a televisione; invece avrebbero la possibilità di poter uscire da quei pochi metri quadri, perché la zona di soggiorno non è una sala e, inoltre, è per metà occupata da letti. Insomma, bisogna andare avanti nella direzione che ho detto prima.

L'emendamento proposto dai socialisti e dai repubblicani è simile, nei contenuti, alla mozione di Carlassare. Non vedo molta differenza tra l'uno e l'altra. Anche a mozione di Carassare rispecchia le stesse cose dette dai Consiglieri della maggioranza.

PRESIDENTE: La parola all'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN - (UV): Parte delle risposte saranno allegate sia a quanto è stato richiesto con l'interpellanza, sia alle osservazioni fatte da Carlassare nell'illustrazione della mozione.

Il problema dell'"infermo di mente", che è all'attenzione di tutti, specialmente dopo la 180, penso che vada visto e considerato alla luce dell'esperienza di questi anni. A questo proposito, penso non si debba dimenticare che è stata approvata una legge che modifica la 180. E' una legge nazionale presentata dal sottosegretario Rossini e che è stata approvata pochi giorni fa.

Non ho sentito, da parte di nessuno, accennare a questa nuova legge che cambia sostanzialmente, per certi punti, quelli che erano alcuni impegni previsti nella 180. Questa è una legge, fino a prova contraria, e come tale dovrà essere rispettata; naturalmente cambia determinati punti e parametri che riguardano le previsioni dei posti letto, che riguardano le lunghe degenze e che riguardano le possibilità di ricovero. Nessuno ha fatto cenno a questo impegno, che è un impegno nazionale. Non penso che sia una novità, o si fa finta di non saperlo, ma è una legge approvata.

... INTERRUZIONE ... No. E' una legge approvata!

Veniamo ora al fatto sostanziale, senza dover ripetere le cose che ho già avuto occasione di dire in questo Consiglio: vi è la necessità di attuare alcuni principi che erano contenuti nella 180, mi sta bene; che si voglia speculare su questi fatti non mi sta bene. Come mi sta poco bene che in certe riunioni, a livello di certe mostre, si facciano determinate affermazioni, o si speculi su determinati fatti che assolutamente sono di cattivo gusto. Non sto nemmeno a commentarli, perché questi fatti si commentano da soli.

Posso condividere nella mozione il punto "constatato che l'Unione per la Lotta ..."; non condivido, invece, il punto: "verificato che continuano a manifestarsi ritardi e storture...". Le "storture" non penso che dipendano da nessuna parte, né dall'U.S.L., né dall'Assessorato regionale della Sanità.

Questo non mi sento assolutamente di condividerlo e lo spiego anche tenendo conto di qual è l'illustrazione della situazione. Si parla di "ricoveri obbligatori attuati (dopo la legge 180) presso vari manicomi in contrasto con le norme di legge". Sfido chiunque a dirmi quale sia stato il "contrasto contro la legge" in relazione ai ricoveri, pochissimi, che ci sono stati nei cosiddetti "manicomi".

Mi piace che venga usato ancora questo termine, con questa insistenza, da parte di un organismo che lotta, che fa molta distinzione anche in queste terminologie; comunque io sfido a dirmi dove sono stati fatti questi ricoveri contro legge. I ricoveri obbligatori sono previsti dalla legge 180; ci vuole l'autorizzazione del sanitario, unitamente alla firma del Sindaco: questi sono i ricoveri previsti dalla legge! Non sono ricoveri contro la legge. Quindi, è un'affermazione veramente impropria.

La stessa cosa vale per i "ricoveri attuati presso il locale reparto ospedaliero ove l'intervento prevalente è in termini di isolamento." Non è veno! I pazienti hanno la possibilità di uscire; quello che posso condividere è l'aspetto che ricordava Bajocco, cioè la possibilità di realizzare l'area esterna. Tale area, in un primo tempo, non era stata attrezzata perché si pensava di spostarla completamente per un discorso di areabilità. Se si vuol fare quel tipo di operazione non c'è preclusione alcuna, quindi è possibile, con una spesa relativamente ridotta, realizzare questo parco.

Non condivido il discorso del "numero di letti superiore a quello consentito dalla legge". Bisogna tener conto di quanto ho detto prima: la nuova legge cambia e modifica sostanzialmente il discorso dei posti letto, però già solo in applicazione della 180 il numero dei posti letto è quello previsto dalla legge ed è stato approvato e finanziato in questi termini.

"I dimessi dai manicomi non hanno assistenza": non è vero, in quanto la assistenza è data a livello di distretti. Qui mi riferisco a quanto chiesto nell'interpellanza, dove si chiedono quali sono i distretti in cui si è presenti, in cui ci sono i laboratori. Gli ambulatori sono presenti a Pont-Saint-Martin, a Verrès, a Châtillon, ad Aosta, a La Thuile. Questi sono esattamente i distretti indicati dalla legge e ai quali si è data attuazione.

Sfido chiunque a dire che questo tipo di assistenza non abbia dato i suoi frutti. I distretti sono presenti, c'è stata la piena disponibilità dei sanitari ad accettare l'impostazione del servizio proiettato sul territorio per avvicinare l'assistenza all'ammalato. Tutto questo è stato attuato dopo una serie di incontri con i distretti e con le Unità Sanitarie Locali del Piemonte, per verificare quali erano i problemi del reinserimento.

Tutto questo penso costituisca l'applicazione concreta dei dettati di legge, contro tutte le affermazioni fatte e che sono veramente improprie, perché qui si continua a voler far di tutto un fascio: quando si dice che ci sono dei ricoverati ancora fuori valle, sono perfettamente d'accordo, le strutture, infatti, non ci sono ancora.

Le strutture del piano che verrà presentato in Consiglio riguardano i singoli distretti e sono il frutto della collaborazione instaurata con i comuni e con i distretti; questo va dimenticato o si ritornava al discorso che la regione agiva per conto proprio, contro quella che è la volontà dei comuni e dei distretti, oppure si lavorava in collaborazione con essi.

Verrà presentato un piano, e mi sta bene in tale senso quanto è stato chiesto dai Consiglieri Nebbia e De Grandis: questo piano fa parte integrante del piano regionale. Si tratta di attuare determinate strutture per ospitare anche i dimessi dagli ospedali psichiatrici. E' un discorso di attuazione e di applicazione di una legge che prevede centri, come avevo già detto e anticipato a Péaquin in una illustrazione della legge 47, in tutti i distretti: sono presenti La-Thuile e Pré-Saint-Didier, nel distretto n. l; Arvier nel distretto n. 2; nel distretto n. 3 Cogne e Saint-Pierre; nel distretto n. 4 Gignod sia con la comunità già istituita che nella comunità di Variney; ad Aosta con le due comunità funzionanti più i progetti che sono in attuazione.

Faccio una parentesi per la casa Talapé. In relazione alle richieste fatte sulla casa Talapé, e che sono state portate anche in Commissione, avevo risposto che il provvedimento non era definitivo in quanto la proprietà non è ancora completamente regionale. Ho fatto due lettere proprio per avere conferma di questo, all'Ufficio legale che il 26 aprile ha così risposto:

"Legato dei beni immobili siti in regione Champlan, Casa Talapé.

Il Consiglio regionale con delibera n. 601 in data 26.11.1981 ha deliberato di accettare l'offerta di legato dei beni immobili in argomento, delegando alla Giunta l'adozione di ogni successivo provvedimento. La Presidente del Consiglio dei Ministri, con circolare in data 27.4.1979, ha precisato che anche le Regioni a Statuto speciale devono richiedere l'autorizzazione ad accettare la donazione.

Per quanto sopra precisato l'ufficio scrivente sta predisponendo gli atti relativi alla richiesta della prevista autorizzazione governativa secondo le procedure previste dalla legge 5.6. 1950, n. 1037 dell'art. 17 C.C. e dell'art. 57 (norme detrazioni) del Codice Civile."

Questa la situazione ad oggi. Quindi, per la casa Talapé, malgrado gli incontri che ci sono stati e l'interessamento a questo proposito del distretto n. 5, e in particolare del Comune di Aosta, che deve presentare il suo piano, la situazione al momento è nei termini in cui ho detto.

Non posso dire di più, perché non c'è la possibilità materiale di aggiungere altro.

Per il distretto n. 6 c'è il problema di trovare l'accordo tra le proposte che erano state formulate, in particolare tra Saint-Marcel e Nus. A questo proposito faccio presente che è stata fatta una riunione nel distretto, ma non si è trovato un accordo; è stato sollecitato un incontro congiunto per definire quale di queste due iniziative possa trovare adempimento rispetto alle richieste del distretto.

Per il distretto n. 7 c'è Valtournenche funzionante, più la richiesta al progetto per Torgnon.

L'unico che non ha ancora presentato progetti è il distretto n. 8, e di questo avevo già accennato in precedenza.

Nel distretto n. 9 ci sono Châtillon e Pontey.

Nel distretto n. 10 c'è Brusson dove c'è la proprietà regionale che verrà ristrutturata con un progetto esecutivo e, quindi, vi sarà la possibilità di istituire questa comunità, in più c'è a Challant-Saint-Anselme una comunità-alloggio che è già funzionante.

Nel distretto n. 11 c'è il progetto per Verrès.

Nel distretto n. 12 c'è una richiesta di Hône, però il progetto è allo studio.

Nel distretto n. 13 c'è la revisione del progetto di Perloz; quel progetto prevedeva anziani dimessi da 0.P.

Nel distretto n. 14 c'è la casa, già funzionante, a Gressoney, dove sono già presenti dimessi da ospedali psichiatrici; in più c'è la previsione di un acquisto di un immobile nel Comune di Gaby che potrebbe risolvere il problema socio-assistenziale; lì si potrebbe fare attività consultoriale e attività per anziani dimessi da ospedali psichiatrici.

Questo è il piano che verrà presentato prossimamente in Consiglio frutto di un lavoro di attuazione di una legge e di un comune accordo con i Comuni. Questo mi sembra che non vada dimenticato, se non si vogliono fare sempre affermazioni gratuite.

"I dimessi dai manicomi non hanno assistenza": i dimessi dai manicomi, come ho detto prima, con ambulatori funzionanti, hanno tutta l'assistenza che devono avere. Il grave è che non tutti quelli che erano dimissibili hanno potuto trovare una sistemazione perché mancano determinate strutture. Questo è quello che ho sempre ammesso e che ha determinato questa insistenza nell'avere le strutture.

Poi "esistono persone con disturbi psichici che vivono nell'ambito familiare senza alcun aiuto"; non è assolutamente vero, perché ci sono previdenze economiche e la possibilità di interventi a livello di personale. E' il discorso delle rette. Per questi casi è previsto un intervento regionale che tiene conto di ogni singola situazione in rapporto alle condizioni economiche della famiglia. Quindi, anche questo non è assolutamente vero.

Per quanto riguarda poi "le soluzioni alternative al ricovero ospedaliero" penso che il programma che è stato letto costituisca già la soluzione a questo problema. Queste soluzioni sono collegate alle équipes di zona, nei limiti del personale presente e di quello che sarà possibile assumere in base alla pianta organica.

"Riqualificazione e aggiornamento professionale sia del personale presente nel servizio ospedaliero e sia di quello operante sul territorio": stiamo facendo dei corsi specifici per prevedere l'inserimento di questi operatori sanitari o parasanitari in questo discorso di riqualificazione.

"L'ambulatorio psichiatrico": è uno degli ambulatori previsti anche dalla legge, quindi è assolutamente da chiudere.

"Casa Talapé": ho spiegato prima quali sono i motivi dei ritardi. La riduzione dei posti letto ritengo che sia anacronistica e superata dal discorso della legge già approvata e che, comunque, in quanto esistente, non è contro la legge 180.

Per quanto riguarda poi i posti letto, che sono previsti nel dipartimento di emergenza, il mancato utilizzo, come per l'altra parte del dipartimento di emergenza, è legato alla indisponibilità di personale infermieristico. Con il termine dei corsi per infermieri professionali, al mese di giugno, già è stato previsto l'inserimento di queste persone. E' già stata discussa coi sindacati la possibilità del reinserimento delle 19 infermiere che usciranno dalla Scuola Infermieri Professionali.

Quindi, questo è quanto dovevo precisare per quello che è stato richiesto. Sulle richieste specifiche dell'interpellanza presentata da Mafrica, Péaquin e Bajocco, voglio ancora dire che il Centro di via Cerise è ultimato; sta per essere predisposto il regolamento per rispondere anche a quei problemi che venivano giustamente sollevati per prevedere quale doveva essere il personale che accederà a questo Centro: i limiti di età, l'organizzazione del lavoro. Il regolamento è stato studiato dall'équipe di zona in collaborazione con gli operatori che già lavorano in questo Centro.

Voglio solo fare alcune precisazioni. Chiaramente il problema non può essere risolto a colpi di proclami o a colpi di ordini del giorno. E' un problema estremamente complesso che può vedere la sua soluzione solo se organicamente si sviluppa un piano, piano che ha già trovato il suo punto di appoggio nella legge approvata dal Consiglio e che, come ho dimostrato, sta trovando la sua applicazione puntuale per quello che è nelle possibilità attuali.

Per il resto, ricordo che anche le altre regioni, per non andar tanto distante la regione Piemonte, nel loro piano hanno predisposto un piano di reinserimento che riguarda la tutela della salute mentale, che ho qui presente, e che prevede un organico che da parte nostra, rispetto a quelli che sono gli standards della regione Piemonte, sarebbe già sufficiente e quasi eccedente rispetto al programma dei medici.

In Piemonte si prevede un organico a livello di medici, psicologi e infermieri; noi non abbiamo naturalmente gli infermieri psichiatrici da riqualificare non avendo gli ex manicomi, quindi non abbiamo nemmeno la possibilità di riciclare questo personale, mentre in Piemonte hanno trasformato queste strutture in strutture aperte.

Non penso di entrare in polemica alcuna dicendo che l'attuazione del piano previsto dalla legge può essere dimostrato con gli elementi che ho illustrato in precedenza. Chiaramente in questo campo non si fanno miracoli, soprattutto perché non si tratta solo di strutture di personale ma si tratta di cambiare una determinata mentalità, un determinato modo di avvicinarsi a questo tipo di patologia.

E' lo stesso discorso dell'handicap nel senso più lato, questo sarà un handicap mentale, ma è lo stesso esatto problema. Non possiamo scindere una determinata patologia in mille problemi diversi.

Qui si tratta di prendere in considerazione che ci sono determinati fattori. E' sperabile che risolvendo certi problemi, anche a carattere sociale, si possano eliminare quelle che sono le cause che portano a questo tipo di scompensi.

Rinnovo l'impegno della Giunta a risolvere e portare avanti la soluzione dei problemi che con varie leggi già sono stati esaminati.

Per il resto ritengo che il reparto, come è organizzato, possa dare adeguata soluzione ad alcuni problemi. Chiaramente il reparto non ha la presunzione di risolvere problemi di lunga degenza. Se troverà attuazione, la nuova legge cambierà sostanzialmente l'impostazione precedente e amplierà molto i locali precedentemente destinati per questo tipo di attività.

Quindi, non penso di poter accettare le affermazioni che sono contenute in questo volantino, come non ho difficoltà a ritenere che tutti quelli che si adoperano per cercare di far capire in che termini ci si può avvicinare a questo problema svolgano un'azione encomiabile.

Ritengo che chi ha l'occasione di avvicinarsi a questi drammatici problemi possa capire come non sempre la soluzione, che a livello teorico può sembrare ideale, poi a livello pratico trova pronta attuazione, perché anche le dimissioni protette sappiamo quante e quali difficoltà abbiano trovato.

Spero che con questo possa essere chiarita la posizione del Consiglio e penso di poter accettare quello che è l'invito a presentare un piano entro due mesi e che in parte ho già illustrato, perché già si sta operando in questa direzione e riteniamo di dover continuare.

PRESIDENTE: Ci sono altri che intendono prendere la parola?

Allora, è stato presentato un emendamento sostitutivo. Faccio presente che prima della parola "impegna" sia nel testo presentato dal collega Carlassare, sia nell'emendamento sostitutivo, bisogna aggiungere "il Consiglio regionale".

Poi c'è il testo Carlassare e il testo Nebbia e De Grandis. Giunti a questo punto penso sia da mettere in discussione l'emendamento.

La parola all'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN - (UV): Per un chiarimento sull'emendamento presentato. Penso che la cosa sia accettabile; nella mozione il discorso del "constatato", anche se a denti stretti, può anche starmi bene. Ci sarebbe molto da eccepire su questa affermazione molto pomposa, ma l'aggettivo "verificato" dove essere tolto, perché quelle "storture", ripeto, saranno storture mentali di qualcuno, ma non sono storture né dell'U.S.L. né dell'Assessorato.

PRESIDENTE: Prima di dare la parola al Consigliere Carlassare, voglio chiarire che stiamo discutendo, per quanto è stato detto dall'Assessore, un'ipotesi di mozione concordata. Questa potrebbe essere costituita dal testo presentato dal collega Carassare con l'eliminazione del secondo comma e con la aggiunta (questo lo dico io per la forma) delle parole "il Consiglio regionale impegna" con la parte sostitutiva proposta dai Consiglieri De Grandis e Nebbia.

Questo sarebbe il testo su cui mi sembra possa esserci un certo accordo.

La parola al Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin. ): C'è una serie di affermazioni che mi sento di dover respingere. Qui non c'è nessuno che strumentalizza, perché mi pare che il problema esista e se c'è qualcuno che dà delle soluzioni teoriche, questo è l'Assessore che continua a proporci delle cose che sarebbe bello fossero realizzate e funzionanti e invece non lo sono.

Stando alle cose dette dall'Assessore, noi dovremmo andare dalle persone che hanno questo problema e dovremmo dire loro: "No guarda, tu il problema non ce l'hai, hai tutta l'assistenza di questo mondo". Il che non è vero!

Io ritengo che il senso della mozione che ho presentato possa essere modificato solo in un senso, ossia aggiungendo ai due punti presenti nella mozione l'emendamento presentato dal PSI e dal PRI. Diversamente non mi sento di ritirare la mozione così come è stata formulata, e chiedo di andare alla votazione così come è.

PRESIDENTE: Colleghi Consiglieri, chiedo la vostra collaborazione. Noi, di solito, votiamo i dispositivi. Mi sembra che se l'emendamento soppressivo chiesto dall'Assessore è formalizzato, non c'è altra soluzione che prendere la mozione originale e apportare, con le votazioni, gli emendamenti che sono presentati dai vari Consiglieri, anche quelli che non riguardano, visto che non c'è un accordo, la parte dispositiva.

Il Consiglio concorda nell'interpretazione del Regolamento? Mi sembra che sia la cosa più normale. Ci sono degli emendamenti, sia per la parte descrittiva, sia per la parte dispositiva. Sono emendamenti soppressivi, o sostitutivi. Io li porterei all'approvazione del Consiglio.

Il Consiglio è sovrano con la votazione.

Cominciamo con la proposta di sopprimere il "verificato che continuano a manifestarsi ritardi e storture nell'intervento dell'U.S.L. e dell'Assessorato regionale alla Sanità".

Metto in approvazione l'emendamento soppressivo di questo secondo comma che vi ho letto.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 27; votanti: 19; astenuti: 8 (Bajocco, Carral, Cout, Dolchi, Mafrica, Minuzzo, Péaquin, Tonino); favorevoli: 18; contrari: 1

L'emendamento soppressivo è approvato.

Arriviamo alle parole: "il Consiglio regionale". Credo che su questo non ci siano dubbi, è indiscusso che questo va inserito, quindi la Presidenza si arroga il diritto di imporlo.

La parola all'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin; ne ha facoltà.

ROLLANDIN - (UV): Solo una precisazione. Nel deliberato proposto su cui concordiamo "impegna a presentare (...) un piano di intervento regionale nel settore (...) in applicazione della legge 180": è chiaro, al momento della pubblicazione di questa legge di cui dicevamo. Solo per intenderci, che si tenga conto anche dei dettagli.

PRESIDENTE: Arriviamo alla parte del dispositivo. C'è un emendamento che è sostitutivo e che riguarda il dispositivo, cioè "impegna l'Assessore alla Sanità" ecc., con l'aggiunta "e successive modificazioni."

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26;

votanti: 19;

astenuti: 7 (Bajocco, Carral, Cout, Dolchi, Mafrica, Péaquin, Tonino);

favorevoli: 18;

contrari: 1

Il Consiglio approva l'emendamento sostitutivo della fase deliberativa.

Colleghi Consiglieri, la mozione è stata emendata. La metto in approvazione con gli emendamenti che ha subito, anche perché mi viene fatto notare che sul primo comma non si è votato. Il secondo comma è stato soppresso; il dispositivo è stato sostituito, per cui la mozione adesso ha assunto una caratteristica diversa.

Metto in approvazione il testo emendato.

La parola al Consigliere Péaquin per la dichiarazione di voto; ne ha facoltà.

PEAQUIN - (PCI): Una dichiarazione di voto e una risposta a quanto affermato dall'Assessore nell'interpellanza.

Io credo che esista ancora una notevole confusione, perché dalle risposte dell'Assessore, su alcuni punti dell'interpellanza, non sono emerse con chiarezza le scelte della Giunta.

Per esempio, si chiedeva: cosa prevedono i progetti dei vari distretti?

E' stato fatto un elenco relativo ai progetti, dove questi sono stati fatti? Risulta anche un'illustrazione sommaria, però risulta che alcuni distretti non hanno ancora espresso la volontà di intervenire verso le persone malate di mente. Io vorrei sapere se è vero, o non è vero? Questo dalle risposte non l'ho sentito.

Per quanto riguarda il primo punto: quali sono gli ambulatori che funzionano in valle? Con quali servizi e con quali orari? E' stato detto che il servizio funziona a Pont-Saint-Martin, a Verrès, Châtilon, Aosta e La-Thuile. Domattina vorrei farmi visitare: sono curioso, non so a che ora andare.

Poi, non riesco a capire il perché delle risposte date alla mozione del Consigliere Carlassare, quando si fa la sintesi delle richieste fatte dall'ULCES, l'Assessore ha risposto cercando di chiarire che tutte queste cose si stanno facendo. Però non riesco capire che senso ha approvare l'emendamento presentato dal PSI e dal PRI dove si dice di predisporre "entro due mesi un piano di intervento regionale (...) in applicazione della 180 e della 18.

Se tutte queste cose sono fatte, il piano sarà già predisposto! Il fatto è che ci sono degli interventi sul territorio molto sporadici anche per le difficoltà che ci sono di personale, di personale medico e paramedico.

Per finire, mi pare di poter dire con molta chiarezza che forse l'Assessore nella sua testa ha un'idea di cosa vuol fare, ma i cittadini che devono usufruire del servizio non hanno ancora la possibilità di sapere in modo chiaro dove possono rivolgersi.

Per quanto riguarda la nostra dichiarazione di voto sulla mozione presentata, noi preferivamo a mozione presentata dal Consigliere Carlassare, ma visto che a forza di emendamenti è stata resa inutilizzabile, votiamo a favore della mozione presentata dal PSI e dal PRI.

PRESIDENTE: La parola al Consigliere Carlassare per dichiarazione di voto.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin. ): Il discorso mi pare sia questo: si risponde a delle richieste di realizzazione immediata di un intervento con tanto bei pezzi di carta e, mi pare, che quando si para di strutture s'intendano i muri, mentre il problema principe per affrontare correttamente un problema come quello che stiamo discutendo è quello di parlare e di aver ben chiaro in mente che si tratta di strutture come servizi.

Quindi, si tratta soprattutto di formare uomini e donne che abbiano a capacità di un approccio corretto con il sistema; per cui il discorso non è tanto quello degli ambulatori, quanto, invece, soprattutto un discorso di uomini, di operatori, di persone, del tessuto sociale che sia in grado di affrontare questa problematica.

Io voterò contro, anche se potrà sembrare un assurdo a questo punto votare contro la mia mozione, però mi pare che il senso della mozione che ho presentato fosse quello di dare immediata attuazione ad alcune misure, anche se minime, anche se ridotte, che andassero incontro alla risoluzione di problemi che sono riconosciuti da tutti.

Questa mozione teoricamente non mi vede contrario, però, nel caso specifico, sì. Si chiede di presentare un piano e non si chiede, invece, di relazionare con precisione su quelle piccole cose che bisogna cominciare ad attuare concretamente se si vuole veramente affrontare il problema della salute mentale, non con dei piani, non con la teoria e neanche con dei grossi investimenti in strutture che saranno belle, lucide e piene di servizi igienici, ma che non affrontano assolutamente il problema che questa gente si trova a dover vivere pesantemente tutti i giorni.

PRESIDENTE: Metto in approvazione, per alzata di mano, la mozione come è stata emendata con le precedenti votazioni sugli emendamenti.

Do lettura della mozione emendata:

MOZIONE

CONSTATATO che l'Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale (ULCES) continua, con sempre maggiore insistenza, a denunciare pubblicamente la drammatica situazione vissuta da tutti coloro che sono toccati, direttamente o come familiari o parenti, dal, grave problema della "malattia di mente";

IL CONSIGLIO REGIONALE

IMPEGNA

l'Assessore alla Sanità a presentare, entro due mesi, al Consiglio un piano di intervento regionale nel settore della salute mentale, in applicazione delle leggi n. 180 e n. 833 e successive modificazioni, nonché della l.r. 23 marzo 1981, n. 18 e tenendo in considerazione le richieste in proposito avanzate dall'Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale - (ULCES) il 26 aprile scorso.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti e votanti: 27; favorevoli: 26; contrari: 1

Il Consiglio approva.

I lavori sono sospesi e riprenderanno domattina alle ore 9,30.

La seduta è sospesa.

La seduta termina alle ore venti e minuti trentadue.