Oggetto del Consiglio n. 2403 del 21 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2403/XVI - Interpellanza: "Interventi a tutela delle famiglie assegnatarie di alloggi ERP oggetto di sfratto".
Bertin (Presidente) - Punto n. 73. Per illustrare l'interpellanza, il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Ritorniamo sul tema del disagio abitativo e delle criticità legate appunto a questo problema.
Quest'interpellanza prende spunto dalle risposte che l'Assessore ha fornito nello scorso Consiglio a un'iniziativa di una collega relativamente al pericolo che si mettessero in atto e si portassero a termine degli sgomberi forzosi, dove è stato dichiarato, senza tema di smentita - ho recuperato anche il resoconto - l'Assessore dichiarava: "Attualmente sono stati sospesi gli sgomberi forzosi già notificati ai nuclei assegnati che mostrano problematiche di disagio sociale".
Questa frase lascia aperte alcune interpretazioni, cioè che cos'è il disagio sociale?
Il disagio sociale è, per esempio, quando una persona non guadagna abbastanza per poter pagare l'affitto? Perché quello potrebbe essere disagio sociale, per esempio, o il disagio sociale è quando una famiglia attraversa un momento di particolare difficoltà? Non si sa. Secondo me qualsiasi famiglia che, non volontariamente ma per mancanza di disponibilità, non riesca a pagare l'affitto evidentemente mostra un disagio sociale. Ho fatto l'esempio mille volte, lo faccio la milleeunesima.
Una persona con disabilità che guadagna 350-400 euro al mese di pensione e deve pagare un affitto di 450 euro, non potrà pagare l'affitto non perché non vuole ma perché non può, perché materialmente quei soldi nel portafoglio non li ha, quindi evidentemente una persona che si trova in questa condizione si trova a non poter pagare non perché non vuole ma perché ha un disagio sociale che gli impedisce di pagare.
Lei ci dice - almeno diceva e l'ha detto lo scorso Consiglio - che, in accordo con i nuclei familiari, le assistenti sociali hanno predisposto un progetto sociale di presa in carico che ha consentito di evitare lo sgombero mantenendo l'alloggio assegnato.
E poi ha fatto un excursus su dodici sgomberi forzosi per morosità di cui due sgomberi erano stati revocati, quattro erano stati sospesi perché presi in carico da parte del servizio sociale, quindi - siccome lei lo incentrava proprio sulla morosità di cui all'articolo 44, quindi morosità appunto che riguarda le quattro bollette non pagate - lei dice che quattro di questi sgomberi, dovuti alle morosità per quattro bollette non pagate, sono stati sospesi a seguito della presa in carico di nuclei da parte del servizio sociale, che ha provveduto a redigere un progetto sociale con gli stessi.
Quindi qui ci viene svelata una piccola strategia, una piccola modalità, che è stata utilizzata, cioè la legge regionale dice: dopo quattro bollette non pagate, vieni sbattuto fuori di casa. Questo dice la legge. Non dice: però se c'è la relazione, se c'è questo, se c'è quello, se si aggiunge, se l'Assessore sospende gli sgombri, no, la legge regionale dice questo.
Lei ci dice che quattro sgomberi sono stati sospesi a seguito della presa in carico dei nuclei da parte del servizio sociale, questo significa che gli sgomberi eseguiti... lei dice una situazione si è conclusa con il rilascio volontario dell'alloggio, poi sappiamo che alcuni sgomberi sono stati eseguiti - ho qui l'elenco degli sgomberi che sono stati eseguiti - quindi vuol dire che quelli che sono stati eseguiti in qualche maniera non sono stati presi in carico dall'assistente sociale, quelli a norma dell'articolo 44, o gli occupanti non hanno voluto.
Qui però c'è un problema, l'abbiamo detto prima, la legge regionale dice: dopo quattro bollette non pagate tu vieni sbattuto fuori di casa. Punto. Non c'è grossa alternativa, cioè puoi sottoscrivere un piano di rientro ma per i piani di rientro io ricordo una volta che un piano di rientro era sostanzialmente dire: io pago 5 euro in più e pago le vecchie bollette e poi pago quelle nuove, perché di più non posso pagare, perché lei immagini un nucleo familiare che deve pagare 500 euro al mese di bollette e ne ha soltanto 450 in tasca. Ammettiamo che riescano a mangiare, a vestirsi e a fare tutto il resto con 50 euro, diciamo che dedicano quei 450 a pagare gli affitti successivi. Ovviamente c'è un pregresso, come faranno a pagare quel pregresso se le bollette si accumulano? Questo è un problema.
Quindi sottoscrivere un piano di rientro evidentemente non è possibile, o è possibile ma non lo si rispetta.
Tutto questo dicevo però si scontra con una questione: io ho guardato l'elenco degli sgomberi eseguiti e vedo, per esempio, che a giugno 2022, in base all'articolo 44, è stata sgomberata una famiglia che aveva accumulato una morosità di 6.721 euro per un totale di ventinove bollette insolute. Quindi questo ci dice che c'è una famiglia che non riusciva a pagare per ventinove mesi consecutivi; non ha potuto pagare la bolletta ed è stata sgomberata.
Poi prendo l'elenco di quelli che ancora attualmente sono morosi e ce n'è uno che assomma a tutt'oggi 135.000 euro di morosità e non paga da 164 mesi e lui mantiene però l'alloggio, lui non l'hanno sgomberato.
Allora uno dice: ma come mai questa persona che ha 6 mila euro di morosità e 29 bollette insolute l'hanno buttata fuori di casa e questo che ha 135 mila euro invece è ancora lì? Non lo so. Ci sono vari casi.
C'è questo, c'è questo qui che per esempio ha un numero di bollette non scoperte che arriva a 199 mesi, da qui risulta che abbia un contratto dal primo novembre 2001, io credo che non abbia mai pagato l'affitto, eppure la legge regionale dice che, se non paghi l'affitto per quattro mesi, vieni sbattuto fuori di casa.
Questo qui non ha pagato 6 mila euro ed è stato sbattuto fuori di casa, questo qui non lo paga da 199 mesi ed è ancora qui!
Fino ad arrivare a casi limite, tipo questo, che ha 215 bollette scoperte, è nell'alloggio di ERP dal 1993, ha 41 mila euro di morosità e risulta ancora nell'alloggio; non ha aderito ad alcun piano di rientro - per inciso, questo è l'elenco delle persone che hanno più di quattro bollette e sono 280 persone - mi chiedo come mai 280 nuclei sono ancora negli alloggi e questi dodici invece sono stati sbattuti fuori? Perché, a rigor di logica, o tutti vengono sbattuti fuori dagli alloggi o tutti ci rimangono, ci deve essere una discriminante. Se la legge dice: dopo quattro bollette non pagate vai fuori di casa, o si applica per tutti il fatto di dire: bene, tu non puoi pagare perché non ce l'hai nel portafoglio? 280 persone? Tutte e 280 più i 12 che avete buttato fuori rimangono tutti a casa, perché non ce li avete!
Se invece mi dite che la legge va applicata in maniera draconiana e quindi arrivo con la Polizia, con l'Ufficiale giudiziario e gli dico: "Maledetto"... tipo questa persona qui che ha quattro bollette non pagate per un totale di morosità di 726 euro ed è stato mandato via di casa.
O facciamo una norma che si applica su tutti oppure che non si applica a nessuno.
Sono questi due i casi. Quindi io questo non riesco a capire.
Dopodiché, Assessore, lei ha detto che ha sospeso gli sgomberi forzosi... mi fa molto piacere, ma lei ha sospeso gli sgomberi forzosi in forza di che cosa? Perché io ho cercato di capirlo, ma - giustamente ce lo spiegherà, lo spiegherà - a fronte del blocco degli sgomberi, a questo punto c'è un pre e un post, c'è un prima di Marzi e un dopo di Marzi: le persone prima di Marzi sono state buttate fuori, e quelle post Marzi invece hanno usufruito dello sblocco degli sgomberi... cosa che peraltro non è vera, perché esattamente il giorno dopo in cui lei ha parlato e ha detto questa cosa, che aveva sbloccato gli sgomberi, è stata buttata fuori un'altra persona.
Quindi io sinceramente non ho capito che cosa è stato bloccato, che cosa non è stato bloccato, per quale motivo alcune persone vengono buttate fuori di casa dopo quattro bollette non pagate e altre dopo duecentoquindici bollette sono ancora al loro posto e oggettivamente sulla base di che cosa e come venga gestito il settore degli sgomberi.
La prego di farci chiarezza.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Cominciamo con il mettere un po' di ordine, lo dico soprattutto a chi ha voglia di ascoltare.
Nell'ambito del continuo confronto tra il servizio sociale e l'ARER, si sono individuate possibili azioni per risolvere le problematiche di fragilità dei nuclei che hanno consentito a oggi di poter sospendere, non bloccare. Sospendere.
L'italiano, in tal senso - soprattutto quando si prepara una risposta così come una domanda, in una sede come questa - ha dei significati che vanno oltre il semplice eloquio che si può utilizzare al bar.
Gli sgomberi forzosi, quindi "sospendere" gli sgomberi forzosi.
È stata quindi disposta la sospensione dello sgombero rispettivamente di trenta giorni per due nuclei, di novanta giorni per un nucleo e di centoventi giorni per un altro nucleo; in tali casi, come già riferito in sede di risposta a una precedente iniziativa, a seguito della presa in carico dei nuclei da parte del servizio sociale.
Sarà fondamentale che, nei termini di sospensione sopra citati, i nuclei stessi rispettino gli impegni assunti al fine di superare le cause che hanno condotto alla decadenza.
Veniamo a quello che avevo risposto, quindi creiamo una sospensione nella risposta in occasione del Consiglio di marzo.
ARER ha comunicato che delle 181 decadenze oggetto di determina già adottata dai suoi competenti uffici sono 130 quelle che riguardano situazione di morosità di cui all'articolo 44 della 44/2022, mentre sono 51 quelle inerenti a situazioni non riconducibili alla morosità, ma alle cause di decadenza individuate dall'articolo 42 della 3.
Rispetto alle 130 decadenze per morosità, sono 12 gli sgomberi forzosi superiori alle quattro bollette ai sensi dell'articolo 44 della legge regionale 3/2013 per i quali non sono ancora decorsi i termini previsti per l'esecuzione degli stessi.
Due sgomberi sono stati revocati in quanto il debito è stato saldato o è stato sottoscritto un piano di rientro; quattro sgomberi sono stati sospesi a seguito della presa in carico dei nuclei da parte del servizio sociale, che ha provveduto a redigere un progetto sociale con gli stessi; una situazione si è conclusa e per cinque casi di sgombero già notificati non sono ancora decorsi i termini per il rilascio volontario, che di fatto hanno avuto delle conseguenze nei giorni successivi.
Come già riferito, previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione politiche abitative, la decadenza verrà quindi revocata o confermata a secondo del rispetto di tali impegni.
Il confronto - e riprendo la risposta all'iniziativa 73 di oggi 21 aprile 2023 - tra servizio sociale e ARER ha anche sempre una finalità preventiva, nell'ottica di preferire gli sgomberi; quando si tratta infatti di nuclei fragili, è assolutamente necessario, ove possibile, evitare la perdita dell'abitazione, fatto che riporta inevitabilmente a un'emergenza sociale, con soluzioni che vanno comunque trovate, soprattutto quando all'interno del nucleo sono presenti minori o anziani o persone non autosufficienti.
Tutti i nuclei in passato già oggetto di sgombero forzoso sono quindi stati sottoposti alla medesima attenta valutazione senza che tuttavia venisse evidenziata la sussistenza di condizioni per intraprendere un percorso di sostegno.
Tutto ciò dove avviene? All'interno della Commissione politiche abitative che è prevista dalla 3/2013 e presieduta da un magistrato.
Per cui quello che secondo me va in una qualche maniera rappresentato è quanto segue: io ho risposto in Consiglio regionale secondo quanto prevede la legge, di fatto evidenziando delle difficoltà che esistono.
Io non ho dato comunicazione a nessuna delle persone che in una qualche maniera nei giorni successivi sono state oggetto di sgombero rispetto al fatto che ci fossero stati, anche perché io non ho facoltà, possibilità di sospendere o meno gli sgomberi.
Qualcuno dei nuclei familiari che nei giorni successivi purtroppo sono stati comunque sgomberati - perché la Commissione di riferimento non aveva previsto la sospensione degli sgomberi - ha ricevuto comunicazioni invece che in una qualche maniera si potevano sospendere o meno gli sgomberi.
Questo è quanto è stato riferito all'azienda di riferimento e, tra l'altro, non è stato fatto da me, perché al momento non ho ancora avuto la possibilità di incontrare i nuclei di riferimento.
Veniamo invece a un'analisi che, secondo me, è opportuno fare: nel momento in cui un nucleo familiare sottoscrive un piano di rientro - ce ne sono alcuni che addirittura sono più lunghi di cento anni, quindi credo che questi nuclei familiari non avranno la possibilità, per tutta la loro vita, di rientrare - e lo rispetta, la legge prevede che questo, di fatto, si sospenda, che si revochi lo sfratto di riferimento.
Questa è un'applicazione che oggi ha a che fare con la 974, cioè la deliberazione della Giunta regionale valdostana del 2022 che, come abbiamo avuto occasione di analizzare durante l'analisi della mozione 96, ha un limite a oggi: si applica solo ed esclusivamente agli assegnatari di edilizia residenziale pubblica, non al mercato privato.
Abbiamo però anche avuto modo di dire, durante i primi confronti su questo tema - che ci vedranno, speriamo, accompagnare il Consiglio per i prossimi ulteriori due anni, per tanti motivi anche politici, perché vorrà dire che in una qualche maniera continueremo a star qui a cercare di fare, in assoluta oggettività e rispetto delle difficoltà, il meglio che possiamo - abbiamo avuto già modo di dire che non è intervenendo su una deliberazione di riferimento che fa una fotografia su quattro bollette degli ultimi due anni che noi riusciremo a intervenire sui nuclei familiari che si trovano in difficoltà e che già lo erano a reddito zero, anche perché nel corso di questi anni - e chi si è occupato di edilizia residenziale pubblica, di emergenza abitativa e di disagio socio abitativo lo sa - come le fisarmoniche, ci sono state delle forze politiche che, a seconda del caso - e naturalmente non sto parlando della forza politica per forza di cose del collega Manfrin - o hanno spinto perché si diventasse violentissimi nella gestione del pregresso non pagato dei nuclei familiari in edilizia residenziale pubblica, oppure, a seconda del caso, - e anche in questo caso non sto per forza parlando della forza politica del collega Manfrin - hanno detto: "Fermi tutti, cerchiamo di capire, perché, nel momento in cui cominciamo a parlare di quello che bisognava che si pagasse ma non si è ancora pagato, potremmo arrivare a degli sgomberi".
Mentre invece tutte le volte che si interviene amministrativamente, si devono mettere dei paletti e quei paletti creano un "Ti con zero", quindi da quel momento in poi, anche chi non se lo merita perché magari è già in difficoltà e non riesce a uscirne, si trova a dover vivere situazioni drammatiche come quella degli sgomberi.
Ecco che forse quindi, se vogliamo ragionare di questi casi specifici, non è continuando ad attaccare la 974/2022 - tra l'altro, ha visto, a fronte di 181, che poi nel frattempo sono diventate 187 richieste di sgomberi per pregressi non pagati, al momento 12 poi diventati 21 sfratti di riferimento... - ma forse dovremmo cominciare seriamente a ragionare, ed è il motivo per il quale questa mattina ci siamo interessati di strumenti diversificati per intervenire su tutti quanti coloro che non potevano pagare prima e, siccome erano a reddito zero, non possono pagare neanche adesso.
Cercheremo di fare il meglio possibile in tal senso ma sono casi diversi, non è la morosità che riesce a risolvere questo tipo di problema; morosità che io ricordo, perché purtroppo frequento aule che hanno a che fare con la politica dal 2013, e che ho sentito spesso richiamare da tanti colleghi come se fossero ai tempi il diavolo e oggi sono diventati dei santi.
Presidente - Per la replica consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Lei è sempre molto preciso nel suo eloquio, quando risponde, soprattutto quando si scalda, e quando si scalda noi sappiamo di averla in qualche maniera stimolata su un settore che per lei è tendenzialmente difficile, perché vede, lei con il suo eloquio così forbito e aulico, lei solleva e ipotizza, senza ovviamente fare alcun riferimento, una cosa che ha stigmatizzato anche il collega Marguerettaz in alcune occasioni: qualcuno avrebbe potuto - di riferimento come dice lei - aver fatto o aver detto o aver posto in essere dei comportamenti e degli atteggiamenti differenti rispetto a quelli che oggi vengono tenuti. C'è un problema, assessore Marzi, che io non le ho detto di sgomberare tutti e io non le ho detto di non sgomberare tutti.
Io le ho fatto una domanda precisa a cui lei, Assessore, non è riuscito a dare una risposta, cioè le ho detto: "A fronte del fatto che ci sono una marea e mezza di persone che a oggi assommano una morosità superiore alle quattro bollette, che non vengono sbattute fuori come dice la legge, e a fronte di questa ce ne sono delle altre che assommano a delle bollette non pagate, sempre oltre le quattro, che invece vengono sbattute fuori, per quale motivo non c'è un'applicazione univoca della legge?"
Questa è la domanda a cui lei non è riuscito a dare risposta, perché l'unica risposta che lei ha dato è: "No, qualcuno ha diritto a un piano di rientro che può essere anche centenario e quindi non è stato sbattuto fuori".
Benissimo, se questa fosse la risposta e se l'interessasse ascoltare la risposta - e non parlare con il collega Carrel - potrebbe capire che se invece io vado a vedere qui l'elenco delle persone, troverò, su 280, 90 che hanno più di quattro bollette non pagate che non hanno aderito ad alcun piano di rientro, eppure rientrano tra quelli che sono ancora negli alloggi, 90 nuclei su 280, tra cui quello che ha 91 bollette non pagate per una morosità di 50 mila euro.
Io la domanda che mi faccio è: "Ma nel momento in cui questa persona o questa persona che ha 215 bollette non pagate, quando è arrivata alla quinta, ed era il 1993 o forse il 1995 o forse il 2000 o forse il 2015, quando è arrivato a quel momento, per quale motivo nessuno ha detto niente visto che la legge prevedeva che venisse sbattuto fuori di casa e non ha un piano di rientro? Lei mi ha risposto a questo? Non mi ha risposto.
E poi lei dice che bisogna fare attenzione alle parole e dice che gli sgomberi non sono stati bloccati, sono stati sospesi a trenta, sessanta, novanta giorni.
Quella non è una sospensione Assessore, quella è una proroga del termine nel quale avverrà lo sgombero, e quando lei dice "Sospensione", non dice la verità, perché lei ha detto che sono state avviate tutte le operazioni del caso per valutare che nuclei che hanno delle fragilità venissero tutelati.
Allora io le faccio due casi concreti: un caso di una persona over 65, visto che lei ha citato le persone anziane, che è stata sbattuta fuori di casa, le è stato dato un giorno per liberare delle sue cose l'alloggio che aveva, adesso è in un residence, un assistente sociale le ha pagato questo residence per venti giorni e le ha detto: "Sai che c'è? Dopo venti giorni trovati un posto tu, perché io non ti pago più niente!".
Questo è un caso concreto in cui lei e l'Assessorato che lei gestisce non siete riusciti a tutelare una persona che ha bisogno di sostegno, e un'altra persona che - dopo che lei ha fatto questo annuncio, dopo che ha detto che c'erano le sospensioni possibili - è stata sgomberata con le forze di Polizia che sono entrate in casa mentre lei era a lavorare, l'hanno buttata fuori e nessuno le ha detto che poteva prorogare, fare delle valutazioni, fare dei piani e quant'altro. Nessuno gliel'ha detto perché le ho parlato, perché abbiamo visto le carte insieme, e nessuno gliel'ha detto!
Allora ci deve essere un problema, Assessore, o lei parla in maniera eloquente, aulica e molto chiara qui in aula e poi non si fa capire fuori quando parla con gli altri, oppure c'è un problema di comprensione in generale, capisce?
Allora lei continua a parlare della DGR 974, il problema è uno: le leggi o si applicano o non si applicano. Allora, se le leggi si applicano, 280 persone vanno buttate fuori di casa, se le leggi invece si applicano considerando che ci sono persone che non pagano, hanno i soldi ma non pagano perché non vogliono, e ce ne sono, e persone che non hanno i soldi e non pagano perché non possono, allora questa è un'altra valutazione che può essere applicata. Si guarda l'Isee della persona, si guarda il suo lavoro, si guarda la pensione di invalidità o di anzianità che percepisce e si dice: "Quanto può pagare questa persona? X. Quant'è il suo guadagno? Y. Non può, bene, allora non può pagare". Questa è una valutazione.
Tutto il resto, Assessore, è fuffa, è un calcio al pallone per dire che lei non ha responsabilità, ma le responsabilità lei ce le ha, se lo metta bene in testa!