Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2371 del 20 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2371/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla predisposizione di un progetto di valorizzazione complessivo dei siti preistorici e notizie sulla necropoli di Vollein".

Bertin (Presidente) - Punto n. 49. Illustra la consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Recentemente è stato presentato al pubblico il nuovo percorso di valorizzazione del sito preistorico di Vollein, inserito nel circuito della Preistoria della Valle d'Aosta facente parte del progetto "Scoprire per promuovere, découvrir pour promouvoir" del Piano integrato tematico Patrimonio Cultura ed Economia. Il sito archeologico di Vollein è noto sin dal 1968, quando la Soprintendenza ai beni culturali, su segnalazione di D. D., fondatore della Société Valdôtaine de Préhistoire et Archéologie e Chevalier de l'Autonomie 2023, iniziò una serie di scavi che portarono alla luce un sito di oltre 6.000 anni fa con un'ampia necropoli, con delle incisioni rupestri che sono ritenute dagli esperti del settore un ritrovamento di grande importanza. Per tanti anni quei reperti sono stati sostanzialmente esposti agli agenti atmosferici, poi la scelta è stata quella di ricoprire tutte le tombe e di predisporre un percorso di visita guidato attraverso una serie di pannelli che hanno delle fotografie e delle descrizioni delle varie tombe e poi sono stati inseriti dei QR Code che consentono di accedere a dei video e a delle immagini, a modelli tridimensionali, eccetera.

Dopo la presentazione di quel percorso che, come dicevo, è avvenuta a metà marzo, abbiamo ricevuto alcune segnalazioni, che poi mi dicono essere apparse anche sui social, segnalazioni di perplessità per il tipo di allestimento che si è scelto. In particolare quello che a noi è stato evidenziato è che il sito archeologico non consente una visita vera e propria, una visita effettiva, ma si configura come un percorso di tipo virtuale che sarebbe possibile anche attraverso l'utilizzo di un link al sito web, ciò che quindi in qualche modo può rendere poco attrattiva una visita in presenza.

Noi siamo consapevoli che in molte situazioni, per accedere, per fruire di questi monumenti e di varie opere d'arte, ci si deve affidare alla cosiddetta "realtà aumentata" o alla "realtà mediata" dall'elaboratore e questo può, come dicevo, essere utile in situazioni particolari, dove, per esempio, non è possibile accedere proprio perché i monumenti e i reperti sono in zone che non possono accogliere i visitatori. Però questa modalità, a nostro avviso, non può sostituire, non può essere uguale a un'esperienza di visita diretta in tante situazioni, questo per la conoscenza anche del territorio circostante, che trae beneficio da un'attrattività che è nella zona. Sappiamo poi anche che i costi di allestimento per queste realtà virtuali aumentate sono notevoli, ma il riscontro in termini di numero di visitatori e soprattutto di gradimento è incerto rispetto alle visite in presenza.

La Regione Valle d'Aosta è ricca di reperti preistorici che io credo spesso non conosciamo bene neppure noi che ci viviamo e che meriterebbero una maggiore valorizzazione, soprattutto ai fini di proporre una meta turistica di eccellenza fruibile 365 giorni all'anno o comunque per molti, molti mesi all'anno.

Per queste ragioni vorremmo capire innanzitutto quali sono state le valutazioni alla base della scelta di interrare tutte le tombe della necropoli di Vollein, se sono previsti degli allestimenti di realtà aumentata riguardo ad altri siti e monumenti sul territorio regionale e con quali modalità e soprattutto se è nelle intenzioni del Governo pensare e predisporre un progetto globale di valorizzazione dei siti preistorici sul territorio e anche una promozione degli stessi attraverso una proposta non inserita genericamente nelle proposte che la Regione offre, ma una proposta mirata e strutturata soprattutto che non sia soltanto di tipo virtuale.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - "Quali sono le principali valutazioni e motivazioni alla base delle scelte di interrare tutte le tombe della necropoli di Vollein". La decisione di interrare le tombe della necropoli di Vollein risale agli anni Ottanta del secolo scorso, al termine delle campagne di scavo dell'epoca. Dal termine delle ricerche archeologiche anzidette sino ai nostri giorni, ovvero per circa 40 anni, le numerose tombe, oltre cinquanta, non sono mai state esposte agli agenti atmosferici o presentate complessivamente senza gli strati di terra che ricoprono attualmente e che le hanno protette e preservate nel tempo. Solamente alcune tombe, precisamente la 57, la 28 e la 20 su oltre 50, sono state lasciate scoperte dagli anni Ottanta con il tentativo di poter offrire al visitatore la possibilità di apprezzare la tipologia di sepoltura caratterizzante la necropoli di Vollein. Purtroppo il tentativo, seppur preceduto da attenta valutazione di metodo, non ha sortito l'effetto desiderato, sicché le tre sepolture sono andate incontro a un degrado inesorabile e doloroso; questo anche per le cose che sono state scritte sui social, non è sempre così veritiero ciò che viene riportato. Nel caso del sito in oggetto è stata applicata una forma di tutela preventiva in diretta, atta a proteggere il sito da cause esterne di degrado o distruzione. La copertura sotto la coltre terrosa è il solo metodo corrente adeguato alla salvaguardia di struttura a secco. Sono da considerare diversi fattori di pericolosità che espongono a rischio di distruzione il complesso archeologico, a partire dagli animali selvatici, quali, ad esempio, i cinghiali, che vivono in quell'ambiente naturale e hanno l'abitudine di rivoltare profondamente il terreno. Anche la presenza umana è un fattore di pericolosità per i beni culturali presenti nell'area. Nelle zone circostanti sono state realizzate palestre di roccia che vedono una presenza abbastanza continua di scalatori. Alcuni fruitori di tale aree non hanno dimostrato rispetto per le vestigia, come testimonia l'intervento recente di piantare chiodi da scalata bucando le rocce adiacenti a gruppi di coppelle che erano state lasciate visibili ai visitatori, confidando ovviamente nel rispetto e nel buon senso di tutti i frequentatori.

La necropoli, come noto, è costituita da tombe costruite con pietre accostate a secco, senza uso di malte leganti. I materiali utilizzati si rivelano nel tempo fragili e deperibili, in quanto le lastre, pur essendo di pietra, sono comunque deteriorabili sia per la struttura rocciosa di cui sono composte, sia per le condizioni meteoclimatiche a cui sono esposte. Per tale fragilità l'unico sistema ipotizzabile per poter mostrare e allo stesso tempo salvaguardare le strutture sarebbe la creazione di un ambiente protettivo, ossia una musealizzazione rispettosa del sito e del paesaggio ma che risulterebbe negativamente impattante nel contesto paesaggistico di assoluta preziosità e bellezza. Inoltre si verrebbe a negare lo spirito architettonico e il contesto concettuale che furono alla base del sito stesso perché chiudendolo, si condannerebbe il rapporto virtuale con il paesaggio e il panorama circostante. Consiglio a tutti di andare a vedere il sito e ci si rende conto di come tirar su anche una musealizzazione, modello area megalitica sarebbe qualcosa che contaminerebbe anche il significato stesso del sito. Nell'ambito del progetto "PITEM Pa.C.E." in argomento si è posto rimedio a tale degrado mettendo le tre tombe in sicurezza e ricoprendole con strati di inerti protettivi, dopo aver cercato comunque una soluzione alternativa sostenibile e a basso impatto per la valorizzazione del sito e per consentire una più adeguata conoscenza dello stesso. Spero di aver fornito sufficienti elementi anche per i fruitori dei social network che ho letto delle volte con un certo disappunto anche rispetto a certe considerazioni.

Punto 2: "se sono previsti allestimenti di realtà aumentata riguardo a siti e monumenti sul territorio regionale e con quale modalità. La possibilità di utilizzare sistemi di realtà aumentata è già in atto in ambito regionale. Oltre a quanto realizzato per il sito di Vollein attraverso la sinergia tra il nostro Assessorato e l'Assessorato del collega Bertschy, per quanto riguarda la struttura Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, è stata creata l'App "Aosta Digitale" attualmente in fase di sperimentazione per permettere una visita virtuale dei monumenti della città basata su un concetto di gaming. La "App" sarà scaricabile sul cellulare o tablet. Unicamente per i visitatori che fisicamente andranno all'area megalitica sarà disponibile un'esclusiva esperienza di realtà virtuale. L'utente, tramite l'utilizzo di appositi oculi per la realtà virtuale, sarà proiettato in un viaggio nell'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans da cui potrà tornare indietro nel tempo in tre fasi diverse riconosciute nel sito: il neolitico, quello delle arature e pozzi con macine; l'eneolitico, relativo agli allineamenti di pali linee e di stele litiche, e l'età del bronzo: dolmen, piattaforme più le tombe. Il visitatore potrà vivere in modalità totalmente immersiva azioni rituali e momenti di vita vissuta in ambientazioni preistoriche attentamente ricostruite.

Il MAR (Museo Archeologico Regionale) di Aosta è sulla piattaforma di valorizzazione culturale e turistica MuseOn, si tratta di una App in tre lingue: italiano, francese e inglese, semplice e funzionale che accompagna il pubblico anche laddove non vi sia una connessione Internet grazie al brevetto "Poste Internet Era". Il Museo archeologico regionale e i siti aostani, quindi Criptoportico forense, il Teatro Romano, la Chiesa paleocristiana di San Lorenzo, la Villa della Consolata, l'area funeraria fuori Porta Decumana, il Giardino dei ragazzi entrano oggi in un dialogo ancora più stretto con la città e con i suoi ospiti per mezzo di una piattaforma innovativa progettata per essere sostenibile nel tempo e per contenere i consumi energetici e anche per difendere il diritto d'autore e la privacy.

Domanda n. 3: "se è nell'intenzione del Governo predisporre un progetto di valorizzazione complessivo dei siti preistorici sul territorio e una promozione degli stessi attraverso una proposta mirata e strutturata non solo virtuale", il circuito della preistoria in Valle d'Aosta, prodotto nel progetto "PITEM PA.C.E." in argomento, rappresenta il primo tassello di un processo che porterà alla valorizzazione e alla promozione dei principali siti preistorici presenti sul territorio valdostano. Al di là dell'importante sito rappresentato dall'area megalitica, che da diversi anni è oggetto di valorizzazione e promozione da parte dell'Amministrazione regionale, è utile annoverare, tra i principali siti preistorici valdostani le due necropoli neolitiche di Vollein, Quart e Champrotard a Villeneuve, l'importante sito di Chenal caratterizzato da centinaia di incisioni che raccontano oltre 6 mila anni di storia, il sito mesolitico d'alta quota del Mont Fallère e il sito pluristratificato di Barma Cotze a Donnas, identificato nel 2019 e attualmente oggetto di studio e di ricerca da parte dell'Amministrazione regionale, in collaborazione con l'Università di Ferrara e il Comune di Donnas, che attesta due principali fasi di occupazione riferibili al mesolitico: cacciatori raccoglitori di circa 9 mila anni fa e al neolitico, agricoltori e pastori, circa 6.500 anni fa. Sono questi i siti selezionati per dare vita al circuito della Preistoria in Valle d'Aosta. È doveroso sottolineare che tale circuito rappresenta l'inizio di un processo di valorizzazione e promozione che la Soprintendenza ha avviato circa quindici anni fa in collaborazione con le principali Università che studiano la Preistoria in Europa e non solo, con l'intento di aggiornare e talvolta rivedere la cronologia relativa ai siti archeologici sopraindicati. Con tali modalità si è giunti a parlare con certezza scientifica dei cacciatori e raccoglitori del Mont Fallère, delle necropoli Chamblandes di Vollein e Champrotard, del riparo inciso CHN3 di Chenal e dell'importante sito BC2 di Donnas, attualmente in fase di studio. La certezza scientifica di ciò che si afferma e si scrive in archeologia rappresenta la regola, motivo per cui ritengo che sia un traguardo per nulla trascurabile essere riusciti a indicare sei siti archeologici nell'ambito del circuito della Preistoria della Valle d'Aosta.

Presidente - Replica la consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Ringrazio anche l'Assessore per la risposta, io non ho letto i commenti sui social ma le segnalazioni che io ho ricevuto sono di persone che hanno visitato, e in un caso anche di una persona che è esperta, perché di professione svolge proprio il mestiere di archeologo. Lei diceva che non sono mai state esposte agli agenti atmosferici, però poi ha fatto riferimento al periodo dagli anni Ottanta ad oggi e sono effettivamente 40 anni. Io facevo riferimento a un primo ritrovamento per cui erano stati fatti gli scavi fin dal 1968, quindi c'è stato effettivamente un periodo in cui le tombe sono state esposte e poi è stato scelto di interrarle. Successivamente, in tempi più recenti, con il progetto a cui lei ha fatto riferimento si è scelto di effettuare quel percorso, quindi mi sembra che sia stato chiarito.

Quello che lei ha spiegato - e che, secondo me, va a beneficio anche di chi ha chiesto informazioni - è la questione più tecnica e cioè della conservazione delle tombe. Quello che però ci appare poco comprensibile è la scelta di interrare tutte e cinquanta le tombe, lei ha detto che ce n'erano tre che sono state lasciate aperte e c'è stato un degrado nel tempo. Poi ci ha citato i cinghiali, gli arrampicatori, eccetera... Ora io mi chiedo se altre realtà sul nostro territorio nazionale, senza andare più lontano, ma penso anche a siti importanti, sono comunque visitabili, aperti ed è possibile adottare degli accorgimenti che sicuramente saranno costosi ma almeno che alcuni esempi di quelle tombe possano rimanere, possano essere visibili.

Per quello che riguarda la questione della realtà aumentata e degli allestimenti che sono previsti, è stata citata questa "App" per "Aosta Digitale", sappiamo che questa è la scelta che in questo momento, per vari motivi, alcuni condivisibili altri a mio avviso meno, va per la maggiore. Io credo però che bisognerebbe contemperare le due esigenze, cioè la possibilità di effettuare le visite in presenza con invece la possibilità di accedere in maniera diversa.

Per quello che riguarda poi il "pacchetto preistoria", chiamiamolo così, che ha nell'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans il suo punto più importante, ancorché chiusa ormai da tanto tempo, lei ha citato la necropoli di Vollein e altri siti. Credo sia importante ricordare anche che ci sono numerosissime testimonianze sul territorio che non sono sufficientemente valorizzate, io penso, ad esempio, al Cromlech del Piccolo San Bernardo, che è uno dei pochissimi che sono stati ritrovati in Italia, ce ne sono veramente pochi; ma penso anche, per esempio, al geosito di Bard, che ora è praticamente abbandonato a sé stesso e facilmente visitabile, ci sono delle splendide marmitte dei giganti, c'è lo "scivolo delle donne", che non sono in questo momento visitabili perché ci vuole comunque un minimo di messa in sicurezza. Lei ha citato la necropoli di Champrotard a Villeneuve, mi vengono in mente anche altri luoghi, per esempio: i ritrovamenti dell'età del rame a Saint-Pierre, nella zona di Verdjouan, a Leverogne di Arvier e a Rapy di Verrayes, dove è stata addirittura ipotizzata l'esistenza di un intero villaggio dell'età del rame, il recente ritrovamento di Barma Cotze di cui lei ha parlato, però poi ce ne sono tanti altri che sono sicuramente meno conosciuti, minori. Penso solo alla Valle da cui provengo: il Plan des Sorcières a Lillianes con le sue coppelle è facilmente accessibile, è una camminata ovviamente, però sono tutti anche piccoli siti che dovrebbero essere inseriti in quella che, a mio avviso, dovrebbe essere una specifica offerta sostenuta dalla Regione, perché se vogliamo continuare a essere una Regione turistica e a mettere nel contempo in campo delle strategie anche di adattamento ai cambiamenti climatici e a una reale diversificazione, bisogna lavorare con lungimiranza, bisogna mettere in campo anche la creatività e l'impegno per valorizzare tutte le risorse che abbiamo. C'è un patrimonio culturale che ha delle potenzialità, su cui bisogna mettere delle risorse finanziarie che non possono andare in modo massiccio tutte in un'unica direzione: quella del turismo della neve.

Presidente - Ci fermiamo brevemente per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 17:01 alle ore 17:20.