Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2369 del 20 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2369/XVI - Interpellanza: "Potenziamento delle misure preventive di tutela del patrimonio culturale a seguito di azioni sistemiche di vandalismo".

Bertin (Presidente - Punto n. 47. Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Il titolo di quest'interpellanza, senza voler contraddire chi nell'ambito degli uffici ha assegnato questo titolo, che giustamente sintetizza il contenuto, ma, dal punto di vista semantico, dovrebbe essere: "prevenire è meglio che curare". Infatti, scopo di quest'interpellanza è verificare la capacità di prevenzione dell'attuale Governo regionale per garantire un'efficace tutela dei nostri beni culturali. Questa necessità di tutela è a fronte di una nuova frontiera a cui assistiamo, una frontiera della demenza umana, che è altrettanto nuova frontiera di una delinquenza sistematica di matrice ambientalista.

Ovviamente non intendo demonizzare una sana lotta per l'ambiente, nella quale credo assolutamente, più che lotta la chiamerei battaglia da militare in congedo ha un'assonanza migliore, tuttavia mi riferisco ai danneggiamenti che vengono messi in atto da militanti "ambientalisti" - lascio tra virgolette ambientalisti - a carico di opere d'arte e di beni culturali in genere, un esempio è l'imbrattamento di Palazzo Madama a gennaio, di Palazzo Vecchio a marzo e anche altre follie simili compiute in altri contesti. Il pensiero unico dominante è riuscito in un'operazione insperata: mettere in piedi un conflitto delirante tra la tutela ambientale e la tutela dei beni culturali, un conflitto che una mente normale, non dico sana, normale, non avrebbe mai messo in discussione, però ci sono anche dei proverbi relativi alla madre di certi soggetti che ha particolari predisposizioni, però sta di fatto che esistono persone che sono riuscite a superare questo limite, ma il fatto non è legato a persone, quindi non è una situazione psichiatrica, benché tanta letteratura psichiatrica avrebbe tanto da dire su questo, ma questo lo si fa in nome di una battaglia ideologica, quindi rappresenta un corpo sociale. Questo ha una sua matrice ideologica che discende da una serie di argomentazioni malate, tra le quali si colloca un sillogismo perverso che recita: "l'attività umana è nemica dell'ambiente. I beni culturali sono frutto dell'attività umana, i beni culturali sono i concorrenti dell'ambiente". Ora, per chi conosce le regole del sillogismo scopre quanto non funzioni come sillogismo, però questa è una delle argomentazioni che vanno ad animare questa patologia di gruppo.

L'altra visione è "se non vi curate della tutela dell'ambiente, non meritate nemmeno la tutela dei beni culturali". Bene, un delirio è eretto a sistema e lascia sicuramente tempo che trova, mentre però diventa un po' preoccupante che ci siano testate giornalistiche che abbiano derubricato a "gretinate" queste iniziative, queste attività di danneggiamento delle opere d'arte con queste presunte vernici lavabili, che poi, in realtà, si sono dimostrate non lavabili, perché il livello di permeabilità di tante opere d'arte non è compatibile anche a tipi di vernici cosiddette "lavabili". Pensiamo che "Il Fatto Quotidiano", "Domani", "l'Espresso", per citare alcune testate giornalistiche, le hanno rubricate in una sorta di goliardata, o comunque di battaglia in cui c'è comunque un anelito forte, una componente positiva, i metodi sono sbagliati ma la battaglia è corretta. Addirittura commentatori come Orfini, Berizzi, Stefano Feltri hanno riservato parole di spiegazione a queste iniziative.

Ora, però, lasciando alla disciplina psichiatra e alla materia penale perché fortunatamente il Governo si è espresso recentemente anche in termini penali... lasciamo quindi questi fatti, lasciamo chi complice li descrive come semplici bravate, voglio invece riportare l'attenzione ai nostri beni culturali e alla loro tutela, intesa come esercizio, esercizio di un mandato ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto e che ci impegna per quelle future. Tra le sottovoci relative alla sostenibilità, probabilmente, se non a livello principale, potremmo dire che sicuramente tra gli elementi più determinanti dell'esercizio della sostenibilità si colloca la tutela dei beni culturali perché la sostenibilità è proprio l'attività di poter fare in modo che si consegnino alle generazioni future le ricchezze di cui noi possiamo beneficiare oggi. Tutelare è qualcosa che ha a che fare con il custodire, a questo punto quale attività di tutela è stata posta in atto per proteggere i nostri beni culturali da eventuali azioni simili, preso atto che la tutela dei beni culturali purtroppo non si può esercitare solo attraverso attività normative o repressive, ma con attività anticipatorie?

Interpelliamo quindi il Governo regionale per sapere: 1) se si sono adottate misure preventive di tutela dei beni culturali in sinergia con i vari organismi regionali e statali; 2) se si ritengano sufficienti le misure attualmente poste in atto o se si intendano ampliarne le dimensioni e l'efficacia nell'ottica di prevenire le iniziative di delinquenza ideologica nei confronti del nostro patrimonio culturale.

Presidente - Risponde l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - Per fortuna che sono pochissimi gli ambientalisti che vandalizzano beni culturali, che peraltro sono beni comuni, quindi sono anche di loro, quindi c'è qualcosa che mi sfugge.

I recenti casi di vandalismo sui beni culturali che lei ha citato nella sua interpellanza sono stati documentati dai mezzi di comunicazione e dai canali social di tutto il mondo e hanno suscitato profonde reazioni di sdegno nell'opinione pubblica internazionale. A differenza del semplice atto vandalico, che in genere ha come prerogativa il fatto di essere fine a sé stesso, cioè compiuto per il gusto di farlo, per ignoranza e per inciviltà, senza un'idea delle conseguenze, l'obiettivo di tali gesti estremi è stato consapevole e premeditato, proprio con l'obiettivo di lanciare un appello sull'importanza delle tematiche ambientali, sacrosante, ma non per questo meno pericolose e diciamo pure incivili, in quanto hanno messo seriamente a rischio l'integrità del nostro patrimonio culturale, provocando ulteriori e forti preoccupazioni negli operatori del settore che ogni giorno si occupano con dedizione e con passione alla tutela dello stesso.

Le strategie per un'efficiente soluzione del problema, soprattutto per quanto riguarda le implicazioni conservative sul patrimonio storico - è l'oggetto della sua prima domanda -, vanno tuttora definendosi in un'azione combinata, che si rivolge tanto alla ricerca scientifica, per la messa a punto di prodotti e tecnologie di intervento sempre più perfezionati e mirati, quanto alla capacità di prevenzione, finalizzata alla sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni, ma non solo delle giovani generazioni.

La coscienza civile - e con questo si intende anche l'apprezzamento e il rispetto per il patrimonio culturale - si forma e si radica in ogni individuo attraverso la scuola, e soprattutto attraverso la scuola, il compito educativo che essa svolge; un compito condiviso a tutti i livelli, sia regionali che statali e che nel nostro piccolo portiamo avanti con mirate azioni di didattica rivolte alla conoscenza e all'apprezzamento del nostro patrimonio culturale all'interno della scuola ma non solo. La prevenzione degli atti di vandalismo è molto importante, prestare attenzione anche al rapporto con le famiglie, al modo in cui ai ragazzi vengono trasmessi i valori del rispetto proprio dei beni pubblici, come le dicevo prima. Ecco quindi che anche azioni di sensibilizzazione dei nuclei familiari sull'importanza del patrimonio attraverso eventi, laboratori, manifestazioni, che si svolgono nei nostri siti e nei nostri castelli intendono proprio smuovere le coscienze in questa direzione. Da pochissimo - avrà visto dai volantini - è stata proprio organizzata, per esempio: "Pasqua d'arte", che aveva come obiettivo principale, come target principale proprio le famiglie e i ragazzi e l'obiettivo era quello di fidelizzarli in modo positivo ai nostri siti culturali e ai nostri castelli.

I castelli, i siti archeologici e le sedi espositive più significativi sono generalmente dotati comunque, per venire anche alle questioni più tecnologiche, di sistema di videosorveglianza e negli orari di apertura al pubblico sono presidiati da operatori di vigilanza e custodia. I siti sono inoltre dotati di allarme antintrusione e vengono sorvegliati mediante passaggi da parte di società di vigilanza. Tuttavia, per ragioni logistiche e soprattutto anche di privacy, sembra di complessa attuazione l'ipotesi di implementare sistemi di controllo e videosorveglianza attivi 24 ore al giorno, sette giorni su sette, per sorvegliare tutti i siti di interesse culturale regionale, quali le evidenze archeologiche non inserite, questo sì, in aree definite circoscritte oppure localizzate in zone defilate, come la maggior parte del circuito murario romano. In questo caso continua a essere fondamentale la collaborazione con le Forze dell'ordine, che, grazie a un assiduo controllo del territorio, garantiscono, soprattutto nelle ore notturne, una significativa azione di prevenzione e controllo, che ha finora contributo, unitamente agli interventi appena descritti, a evitare danni al patrimonio culturale regionale.

Come le dicevo, finora il patrimonio culturale della nostra Regione non è stato oggetto di significativi atti vandalici e spero che questa discussione non contribuisca a dare ulteriore pubblicità a tali comportamenti assolutamente scorretti e stigmatizzabili, utilizzano i propri beni culturali per ottenere poi quella cassa di risonanza internazionale che abbiamo visto, purtroppo, ottenere. Malgrado ciò, proprio in ragione dell'aumento degli atti di vandalismo ideologico, la tematica è all'attenzione dei competenti uffici dell'Assessorato, che devono contemperare le esigenze di tutela dei beni culturali con quella della valorizzazione e della fruizione pubblica degli stessi. Diceva qualche anno fa Salvatore Settis, che è un noto archeologo e storico dell'arte: "non si può transennare il mondo, è orrenda l'idea di erigere muri per proteggersi, bisogna educare le persone, trovare altri modi. Se veramente pensassimo di evitare gli atti vandalici con protezioni fisiche ai monumenti, l'Italia diventerebbe tutta un cancello", perché, come sappiamo, l'Italia è un enorme monumento e se pensiamo ad Aosta e dovessimo transennare e mettere cancelli dappertutto, probabilmente sarebbero più i cancelli che le pietre. In quest'ottica quindi, per concludere, gli uffici si stanno orientando verso un'implementazione dei sistemi di allarme e videosorveglianza valutando tecnologie più performanti per i nuovi impianti, parallelamente a quanto operato dai diversi Comuni della Regione e delle Forze dell'ordine, che in ogni caso tengono in debita considerazione - questo glielo posso assicurare - la vulnerabilità dei siti culturali.

Presidente - Replica il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie assessore Guichardaz. Sono perfettamente consapevole che il tema e la problematica che ho messo in atto su che cosa è stato pensato per la protezione preventiva delle nostre opere d'arte sia qualcosa di assolutamente imponente, perché, per fortuna, buona parte del nostro territorio è comunque contenitore di opere d'arte, quindi io sapevo, mentre redigevo quest'interpellanza, che in realtà una risposta sarebbe stata in ogni caso: "cerchiamo di fare quello che possiamo". Questo non vuol dire giustificare qualunque attività, perché non è qualunque cosa che automaticamente si colloca nel buon risultato di un Governo, sicuramente questo fa capire quanto il suo ruolo sia particolarmente delicato in questo ambito, per cui da parte nostra una sorta di augurio, di tifo per lei è sicuramente motivato dalla volontà comune di conservare la bellezza dei nostri monumenti.

È chiaro che comunque alla base di tutto è estremamente importante che si riveli un atteggiamento di fondo. Quando si ama, si difende e se non si sente l'esigenza di difendere, è perché non si ama. Questo è un sillogismo corretto, ma il difendere presuppone mettere in atto strategia di strumenti idonei, non solo strategie, non solo mettere in atto iniziative, ma le strategie e gli strumenti devono essere idonei e mirati.

È per quello che l'idea di transennare e inserire cancelli e mura non è una soluzione, fortunatamente la tecnologia, come lei ha accennato, per quanto riguarda il discorso di videosorveglianza ci viene incontro con la possibilità di mettere in atto sistemi di presidio che rimangono attivi 24 ore su 24 o laddove il presidio umano non è presente. Questo è già un elemento importante. Sicuramente agire sulla cultura è fondamentale, però è chiaro che, quando ci sono persone tra gli attivisti che si sono rese interpreti di queste iniziative deliranti, non è che manchi la cultura, o perlomeno non è che manchi la formazione intellettuale. La cultura poi è tutt'altra cosa, perché la cultura attiene anche alla sensibilità, è anche un senso di saggezza e di scala di valori, in questo caso il sillogismo non è immediato fra istruzione e cultura, sicuramente.

Vero è che comunque, ad esempio, per il restauro della statua equestre in Duomo, con la cosiddetta "vernice lavabile" è stata preventivata una spesa di 200 mila euro. A Firenze per gli interventi di pulitura dei monumenti danneggiati sono state utilizzate 5 tonnellate d'acqua, tra l'altro, di acqua pura perché non si doveva utilizzare un'acqua purificata per lavorare. È chiaro quindi che sono delle situazioni dove il delirio veramente esprime - e condivido anche l'incipit nella risposta - come si possa arrivare a pensieri e ad atteggiamenti di questo genere veramente fuori da ogni logica, assolutamente è paradossale.

Sotto questo punto di vista, da parte nostra veramente le facciamo un augurio di buon lavoro e speriamo, visto che tra le sue competenze c'è l'istruzione, che si sappia poter trasmettere alle nuove generazioni una visione sana e quel buon senso che le generazioni che ci hanno preceduto con molta meno istruzione rispetto a quelle che abbiamo noi non avrebbero mai mai raggiunto livelli paradossali di ragionamento come quelli a cui assistiamo.