Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2367 del 20 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2367/XVI - Interpellanza: "Avvio di interlocuzioni con gli enti competenti per adeguare il bivio autostradale, tra l'uscita di Aosta Est e prosecuzione per il Monte bianco, ad un corretto effetto luminoso".

Bertin (Presidente) - Punto n. 45. Ha chiesto la parola il consigliere Distort per l'illustrazione, ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Ci sono questioni che rientrano semplicemente nella dimensione del dettaglio, tra l'altro, però i dettagli fanno la differenza. Questa è una situazione sicuramente di dettaglio.

È indubbio che esistono tanti problemi prioritari per la Valle d'Aosta rispetto all'illuminazione di un bivio autostradale, questo è del tutto evidente, però è altrettanto evidente che da parecchi anni il capoluogo regionale mostra un sistema di illuminazione che potremmo definire critico come biglietto da visita, è questo l'elemento importante, è come il biglietto da visita a chi lo raggiunge in autostrada e, tra l'altro, è la maggioranza assoluta in attesa che la linea ferroviaria permetta di guadagnare 30 secondi sulla tratta... comunque, al di là di questa divagazione, sta di fatto che l'autostrada rimane ancora la via di accesso prioritaria al nostro territorio e, quando ci troviamo al bivio tra l'uscita di Aosta Est e la prosecuzione verso il Monte Bianco, ci imbattiamo in un sistema di illuminazione del bivio e dei cartelli indicatori consistente in una torre faro, che non solo iper illumina il tratto, ma lo illumina pure male, creando una sorta di ombra sui pannelli indicatori delle direzioni. Tra l'altro, in altre occasioni avevamo già evidenziato in quest'aula attraverso la mia voce, a nome del mio gruppo, che l'iper illuminazione è un elemento che definisce la cattiva illuminazione, e questo è un esempio iconico.

Questo biglietto da visita con cui noi presentiamo la via di accesso da Aosta Est al capoluogo, se lo poniamo in confronto con la nostra storia e con il modo nel quale la nostra storia ha scritto e ha disegnato l'importanza delle vie di ingresso agli spazi insediati, ci accorgiamo di una distanza infinita non solo in termini cronologici, ma veramente dal punto di vista del significato, dal punto di vista della sensibilità. Se noi, senza voler fare delle divagazioni storiche, immaginiamo soltanto l'accesso all'Augusta Praetoria che avveniva dal susseguirsi di elementi, di costruzioni, che rivelavano l'immagine, rivelavano il senso, rivelavano il significato dell'approccio all'insediamento, Ponte romano, Arco, ultimi tratti di accesso e la Porta Praetoria. Se noi immaginiamo come in antichità si sia costruita una semantica della percezione del paesaggio e poi la mettiamo in confronto con quello che succede oggi... tra l'altro, l'excursus storico può essere anche arricchito da quello che è successo nel Medioevo, dove le diverse figure, sia nobili, sia appartenenti a ordini religiosi, gareggiavano a conferire al territorio proprio un aspetto gerarchico, un aspetto comunicativo e noi oggi ci troviamo invece ad avere delle disponibilità decisamente superiori a quelle del passato e poi a essere ostaggio di una tecnologia che non risponde esattamente ai requisiti, qualcosa evidentemente è andato storto.

Noi quindi ci ritroviamo ad assegnare un modello comunicativo, perché questo è quello che fa, un elemento di illuminazione, un bivio, un'indicazione di uscita, la prima nomenclatura del capoluogo, a chi percorre la strada; tutto questo, che sembra un fatto puramente teorico, in realtà sta comunicando, sta raccontando esattamente la percezione del paesaggio, la percezione del capoluogo, la sensibilità con cui noi stiamo vendendo e proponendo il nostro territorio. Sempre in tema sicuramente teorico, ma una teoria che racconta in che modo essere pratici... Dostoevskij diceva: "la bellezza salverà il mondo", quindi il tema dell'estetica non è un fatto così secondario, un orpello, l'estetica e l'apparenza rivelano la sostanza delle cose.

Il pensare quindi che questo sistema di illuminazione, che da anni e anni esiste nel suo ruolo, sia di sicurezza per la percorrenza stradale... perché chiaramente è un elemento di sicurezza poter avere la chiarezza immediata, la distanza... di qual è l'indicazione da prendere per imboccare l'uscita Aosta Est, piuttosto che per proseguire verso il Monte Bianco, quindi la capacità con cui i pannelli indicatori possono essere comunicativi a distanza diventa un elemento importante, importante per la sicurezza, oltre che dal punto di vista dell'immagine.

Io ribadisco che quest'aspetto dell'immagine è un aspetto che non è assolutamente secondario, soprattutto in un territorio come il nostro che vive di turismo e il turismo è costruito sulla base dell'attrattività e l'aspetto estetico, l'aspetto di apparenza incide tantissimo sull'attrattività di un territorio. Saper gestire quindi questi elementi, soprattutto laddove soltanto una certa scelta tecnologica tecnica può andare a costruire la differenza tra una soluzione non adeguata e una buona soluzione. Questo rivela semplicemente la nostra volontà di analizzare il territorio, di esaminare, riconoscere sicuramente le priorità, ma nello stesso tempo rendersi conto che, ribadisco come ho detto in apertura, i dettagli sanno fare la differenza e attraverso i dettagli noi comunichiamo una sensibilità che è estremamente importante.

Noi, tra l'altro, come residenti, tendiamo ad abituarci, noi ci assuefiamo, c'è questo concetto di assuefazione, lo ripeto in quest'altra forma per non incorrere nella conflittualità formale del termine, però il fatto che noi ci abituiamo a delle situazioni che non sono esteticamente di buon livello e comunicativamente soprattutto di buon livello non vuol dire che dobbiamo perdere attenzione a questi dettagli e non vuol dire assolutamente che dobbiamo passarli in secondo piano.

Alla luce di queste riflessioni, a nome del gruppo Lega Vallée d'Aoste, quindi interpelliamo il Governo regionale per sapere se è noto e condiviso l'inadeguato effetto di illuminazione del bivio autostradale in questione e se l'Amministrazione regionale, a fronte delle criticità illuminotecniche prodotte dal sistema torre faro descritto, ha dato corso a interlocuzioni con gli enti competenti per adeguare il bivio autostradale a un corretto effetto luminoso, comprendendo anche l'ipotesi di una sostituzione del corpo illuminante con un nuovo dispositivo, con ottiche più idonee e in caso con quali termini e con quali intenzioni future. Grazie per l'attenzione e per la risposta.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione.

Testolin (UV) - Non sapevo se dirlo in fondo o iniziare con una piccola premessa, nel dire che apprezzo la sua capacità quasi poetica di rappresentare una problematica molto semplice ma di coinvolgere comunque ambiti, situazioni e periodi storici differenti, è stato comunque piacevole ascoltarla. Io mi scuso in anticipo se la mia risposta sarà molto più tecnica e un po' fredda, come le luci del faro di cui parliamo, però vado dritto al punto, però ci tenevo a sottolineare questa cosa e non lo faccio con secondi fini, lo provo veramente.

Non faccio fatica però neanche a rispondere che non era noto al Governo regionale che l'illuminazione del bivio autostradale in questione fosse inadeguata; peraltro questa criticità non era nota neanche alla società Autostrade Valdostane a cui, ovviamente, abbiamo chiesto lumi. La SAV ci ha comunicato che l'impianto in argomento è stato realizzato nel 2003 sulla scorta di un progetto conforme alle normative stradali e illuminotecniche vigenti, garantendo un'illuminazione omogenea dell'intera ampia area di separazione delle due direttrici e tenendo conto che si tratta di un'area già fortemente infrastrutturata e urbanizzata, nonché dei vincoli derivanti dalla vicinanza dell'aeroporto. Nel corso dei vent'anni di esercizio dell'impianto lo stesso è stato correttamente manutenuto e si è dimostrato idoneo in termini di corretta e omogenea illuminazione della sede autostradale e della conseguente prevenzione di incidenti in corrispondenza della cuspide che separa le due direttrici.

La SAV aggiunge inoltre che non sono mai state riscontrate criticità agli effetti della sicurezza della circolazione né da parte del concedente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel corso di diverse visite ispettive effettuate, né da parte della sezione di Polizia stradale che opera sulla tratta; soprattutto non risulta in quel tratto alcun incidente occorso durante l'orario notturno di attivazione, che era una delle cose che mi premeva effettivamente verificare e attestare nel suddetto impianto, né segnalazioni di criticità per l'eventuale ridotta visibilità della segnaletica stradale.

Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Grazie presidente Testolin per la risposta, la ringrazio anche per i complimenti che colgo con sincerità. Le posso anticipare che, se vuole, io posso adottare questo tipo di espressione formale un po' per tutto, d'altronde la retorica fa parte dell'arte del persuadere. È chiaro che l'elemento principale per persuadere è la bellezza, o comunque il concepimento di qualcosa che riesca ad affascinare. Fortunatamente ho avuto degli ottimi insegnanti nella mia vita, che ringrazio formalmente e questo è quanto succede.

Comunque, detto questo, io immagino invece che cosa sarà successo nel momento in cui quest'interpellanza è stata condivisa con il personale di dirigenza, o funzionari, o comunque operanti nella SAV, secondo me, si stanno chiedendo che cosa sta animando la mia mente, probabilmente si stanno chiedendo se c'è della genialità o della follia.

Siccome io ho un dispositivo Telepass, immagino che in qualche modo possano attuare una sorta di indagine per capire quando passo, quando non passo, per attuare gli opportuni scongiuri, comunque io non volevo drammatizzare le cose, e so perfettamente che in ambito illuminotecnico c'è un piano normativo che dà tutta una serie di indicazioni e che non metto in dubbio che sia stato rispettato l'aspetto normativo; quello che però è importante è che qualcuno dovrà prendersi la responsabilità per capire, per interloquire sulla gestione dell'ambito illuminotecnico per quanto riguarda soprattutto la tecnica di illuminazione del paesaggio, perché l'illuminazione del paesaggio è il modo attraverso il quale noi presentiamo il nostro territorio in fase notturna. Immaginate quindi un tecnico dell'illuminazione in un teatro, è fondamentale; il tecnico di illuminazione in un film è fondamentale, perché c'è il rapporto tra capacità di comunicazione dell'immagine, della scena, e l'illuminazione è fondamentale, e noi dobbiamo porcelo. È nostra competenza, vogliamo prenderlo in considerazione, non ce la sentiamo? Qualche decisione però la dobbiamo mettere in atto, perché se noi accettiamo supini solo ed esclusivamente un piano normativo, noi saremo sempre e solo vittime di questa dimensione normativa, che è una pura questione ingegneristica, di calcolo, ma che non prenderà in considerazione tutto il resto del mondo dell'illuminotecnica, della disciplina dell'illuminotecnica, che parla di ottiche, di fasci, di individuazione, di gradazione dell'illuminazione, oltre che di temperatura dei corpi illuminanti, ma non entro nell'aspetto della temperatura, mi limito alle ottiche.

Ribadisco però che suggerirei di andare a effettuare un sopralluogo notturno per rendersi conto della diversa intensità luminosa che si verifica sul bivio, quindi sulla sede stradale, e non sui pannelli di indicazione delle direzioni.

Io mi ricordo quando una volta esisteva un nastro neon al di sopra dei pannelli indicatori che illuminavano con il metodo Wall Washing i pannelli stessi, era sicuramente rudimentale ma li illuminava in maniera indiscussa.

Ora, un'iper illuminazione data da una torre faro, dà la possibilità di illuminare uno stadio ma sicuramente non permette una gerarchia di illuminazione degna di un territorio che ripone nella sua immagine un elemento della sua capacità attrattiva.