Oggetto del Consiglio n. 245 del 12 maggio 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 245/VII - NOTIZIE CONCERNENTI IL RITROVAMENTO IN DISCARICHE NELLE VICINANZE DI MILANO DI FLACONI DI SANGUE UMANO, RECANTI LA SCRITTA "AOSTA" (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Péaquin, Bajocco e Carral:
INTERPELLANZA
Dopo alcuni anni di notevoli difficoltà per la raccolta e la conservazione del sangue umano, finalmente la situazione nella nostra valle sembrava essersi normalizzata, quando dagli organi di informazione si è venuti a conoscenza di ritrovamenti di flaconi di sangue umano in discariche nelle vicinanze di Milano, recanti la scritta "Aosta ".
I sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale per sapere:
1) quale fondamento hanno dette notizie;
2) se è a conoscenza delle cause di un così deplorevole spreco di risorse preziose dal punto di vista sanitario.
PRESIDENTE: Illustra l'interpellanza il Consigliere Péaquin; ne ha facoltà.
PEAQUIN - (PCI): Dopo gli anni 1979/ 1980, anni difficili per la raccolta e la conservazione del sangue umano, sembrava che tutta la questione si fosse normalizzata, anche se, per la verità, nell'ultimo anno non tutto ha funzionato perfettamente: alcune sezioni hanno fatto delle convenzioni con dei centri esterni alla Valle d'Aosta.
Dicevo che, dopo questi anni abbastanza difficili, sembrava che le cose funzionassero meglio, ma, all'improvviso, dagli organi di stampa, siamo stati informati che in una discarica, nei pressi di Milano, erano stati trovati dei flaconi di sangue con la scritta "Aosta" insieme ad altri di diversa provenienza.
Sembra un po' il destino del sangue raccolto in valle. Già negli anni passati, nella nostra regione, erano stati trovati, lungo la Dora, dei flaconi di questa insostituibile sostanza.
Noi chiediamo con questa interpellanza all'Assessore alla Sanità ed Assistenza sociale: quale fondamento hanno queste notizie? E' a conoscenza delle cause che hanno portato a questa situazione?
Abbiamo letto negli organi di informazione che si tratterebbe di sangue raccolto nelle sezioni della bassa valle. Crediamo che questa vicenda getti di nuovo un velo oscuro su tutta la situazione. Certamente i donatori di sangue non possono essere contenti 'e soddisfatti di una situazione di questo tipo nella nostra regione. Chiediamo all'Assessore se è a conoscenza del problema, se può darci dei chiarimenti.
PRESIDENTE: L'interpellato è l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale Rollandin che ha la parola.
ROLLANDIN - (UV): Il problema del dono del sangue, e quindi della soddisfazione dei donatori, penso che vada visto e considerato a parte.
La possibilità di dare il sangue e la credibilità che ha potuto avere e che ha raggiunto l'AVIS in valle penso siano dovute alla saggia amministrazione che è stata portata avanti, in modo disinteressato, dagli amministratori e da chi ha gestito l'AVIS in questi tempi. Proprio questa credibilità chiaramente non deve essere offuscata e non può essere soggetta a polemiche per un fatto di cronaca.
Penso che sia da tutti risaputo che la Valle d'Aosta è la prima in quanto a donazione di sangue, poiché notoriamente è quella che ha la maggior possibilità di incremento annuale, in quanto dobbiamo tener conto che ogni anno c'è qualche donatore che, per questioni di salute o per età, non può più dare il sangue. Quindi, è giusto che ci sia il ricambio, che ci siano nuove leve e, grazie all'attività che viene svolta dalle singole sezioni a livello promozionale per la donazione del sangue, l'AVIS ha questa grossa presa.
Questo importante lavoro non può essere vanificato e offuscato dalle polemiche derivanti da questa notizia di stampa, e tengo a precisare che anch'io ho appreso l'episodio da questa fonte in quanto non sono stato interessato da nessun organismo in particolare.
Quello che voglio dire, però, in modo chiaro, è che con la legge regionale sulla raccolta del sangue si era previsto un certo quadro di organizzazione che doveva essere applicato progressivamente, tenendo conto del momento consultivo della Commissione prevista dalla legge.
Le riunioni si sono succedute proprio in questi ultimi tempi per vedere questo tipo di impostazione, che deve portare a due sbocchi fondamentali.
In primo luogo deve esservi la possibilità di raccogliere nelle singole sezioni tutto il sangue che è possibile reperire. Tutti i donatori devono avere la possibilità di dare il sangue nel punto più vicino possibile, per evitare inutili trasferimenti e con il massimo di garanzia.
In secondo luogo, occorre fare in modo che il sangue raccolto in tutta la valle possa essere innanzi tutto utilizzato per le necessità dell'Ospedale, e questo aspetto mi sembra che rientri nello spirito del donatore, che chiaramente offre il sangue in modo anonimo e disinteressato.
Noi sappiamo, però, che ci sono dei gruppi sanguigni rari e, quindi, in valle non possiamo toglierci la possibilità di avere a disposizione determinati gruppi particolari. Quindi, la raccolta deve avere come perno il Centro trasfusionale, mentre le eccedenze dovranno essere trasferite ai Centri esterni. A questo proposito, nelle intenzioni del cosiddetto piano sangue, che sta per essere elaborato a livello nazionale - che tra l'altro prevede anche, nella fase di raccolta, il coinvolgimento, lungimirante, dei militari con organizzazioni parallele che possano essere interessate ad agevolare proprio questo tipo di raccolta - prevede l'utilizzo del sangue in eccedenza, rispetto a quella che è la trasfusione immediata a livello di ospedale, in Centri particolari di emoderivati, che diano tutte le garanzie per un pieno utilizzo del sangue.
A questo proposito, nella zona nord funziona il Centro emoderivati di Milano. Sappiamo che un Centro di emoderivati deve avere un certo bacino di utenza per poter avere un minimo di funzionalità e un'organizzazione di raccolta adeguata.
Abbiamo già avuto, in bozza, una convenzione che altri enti hanno già siglato: la stiamo discutendo con la AVIS.
Sono già previste delle riunioni per arrivare poi ad una convenzione definitiva che preveda l'utilizzo di tutto il sangue in eccedenza. Al momento esistevano delle convenzioni con ospedali e con alcune ditte, tra le quali (tanto per non far nomi) la Cabillan che sembra essere coinvolta in questo fatto di cronaca; pare che ritirasse un determinato quantitativo di sangue e dando in contropartita un determinato quantitativo di emoderivati. Sono convenzioni molto vecchie che risalgono al 1969 - 1972, quindi largamente superate dalle esigenze attuali: occorre fissare un principio informatore che assicuri il donatore sulla destinazione del sangue e sulla sua utilizzazione e finalizzazione.
Stiamo lavorando perché siano rispettati i criteri di "economicità" ed in questo senso, già nella legge 592, tuttora vigente, si teneva conto della spesa per la raccolta e per il trattamento del sangue, prima della sua utilizzazione. In questa ottica stiamo elaborando la convenzione con il Centro emoderivati.
A quanto mi è stato detto, lo stesso tipo di convenzione è stato fatto proprio da tutti gli enti e, in particolare, da tutte le AVIS a livello regionale che hanno già adottato questa convenzione. In essa si prevede di dare un determinato quantitativo di sangue intero o lavorato, contro gli emoderivati, in un quantitativo già determinato. Io penso che con questa impostazione possa essere finalmente superato il discorso dell'eccedenza di sangue.
Per quanto riguarda il ritrovamento dei flaconi, penso di poter escludere che questo episodio sia da addebitare alla raccolta che attualmente viene fatta dal Centro di Milano in bassa valle. Va tenuto conto che in questo momento le difficoltà incontrate nella raccolta effettuata dai Centri di bassa valle sono legate essenzialmente alla fase transitoria della prima applicazione della legge. Il Centro di Milano ha offerto la sua collaborazione, che è stata utilissima e che ci ha permesso di finalizzare l'utilizzazione del sangue regolarmente raccolto.
Non so a quale causa addebitare il ritrovamento dei flaconi; penso che sia valida un'ipotesi già avanzata, e cioè che tutto sia avvenuto in un momento successivo alla fase della raccolta e dello scambio del sangue.
Come regione siamo amareggiati nell'apprendere questo fatto di cronaca cui è stato dato un così ampio risalto, senza che siano state appurate le cause reali dell'episodio.
Penso di poter escludere che sia la regione sia i suoi organismi siano coinvolti in questo piccolo scandalo, se lo vogliamo chiamare così. Quello che è deplorevole è che il sangue raccolto faccia questa fine, quando sappiamo che in certe zone è carente.
Sappiamo anche che sul sangue c'è una grossa speculazione, perché abbiamo avuto delle esperienze in proposito: qualche valdostano, che ha avuto bisogno di trasfusioni mentre si trovava fuori valle, non ha potuto usufruire delle normali convenzioni, cioè della prassi normale per il donatore per avere il sangue donato; addirittura non è stato possibile usufruire del sangue del donatore perché bisognava passare attraverso determinati "giri" che facevano pagare il flacone da 300.000-350.000 fino a 550.000 lire. Queste sono cose che succedono ancora in certi ospedali fuori valle, ma, in ogni caso, sono fatti che non ci riguardano.
Escludo, ripeto, che nella questione in esame vi siano motivi di disservizio che vedono coinvolta la regione, anche se ci amareggia sapere che sui flaconi c'è l'indicazione "Aosta".
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Péaquin per la risposta; ne ha facoltà.
PEAQUIN (PCI): Noi prendiamo atto di quanto l'Assessore ci dice. Anche lui è venuto a conoscenza dagli organi di stampa di questo ritrovamento. Viene escluso che vi siano responsabilità delle sezioni della bassa valle e che questo ritrovamento possa essere legato alla fornitura di sangue da parte delle sezioni della bassa valle a Milano.
Ci pare, però, che l'azione della regione dovrebbe essere più incisiva, perché se è vero che si sta studiando il convenzionamento con il Centro emoderivati di Milano e che alcune AVIS hanno già fatto propria questa convenzione, è anche vero che c'è un certo ritardo, probabilmente da parte nostra.
Pertanto, rivolgo l'invito che si faccia tutto il possibile, ma in modo deciso, perché venga a normalizzarsi questa situazione. Sicuramente non è una situazione piacevole, non è una situazione che ci fa onore, né alle sezioni della bassa valle, né al Centro di Aosta che raccoglie il sangue.
Anche in questo senso mi sembra che ci sia una specie di scaricabile; però il fatto c'è, i flaconi sono stati ritrovati e da qualche parte sono arrivati, sempre ché si dimostri che non è sangue raccolto in Valle d'Aosta e che sia stata messa una scritta sul flacone per confondere le idee, per nascondere chissà quali interessi che gravitano attorno a questo problema.