Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2294 del 6 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2294/XVI - Reiezione di mozione: "Definizione delle iniziative da intraprendere per evitare la realizzazione del condominio di enormi dimensioni nel centro di Valtournenche e per ricondurlo a dimensioni più rispettose del contesto edilizio".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 68 all'ordine del giorno. Per la presentazione della mozione, ha chiesto la parola la collega Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Con questa mozione interveniamo sulla questione dell'ipotizzata costruzione al Breuil del palazzo denominato The Stone, che è al centro dell'attenzione di molti in queste settimane. La III Commissione ha effettuato sull'argomento alcune audizioni degli assessori e dei dirigenti di strutture regionali competenti in materia, dalle quali è emerso, tra le altre cose, che il parere positivo rilasciato dalla Soprintendenza tiene conto, oltre che della normativa vigente, anche del contesto in cui l'opera sarebbe inserita e dell'opportunità di valutare architetture orientate al futuro in un'area che è già stata oggetto di sperimentazioni architettoniche. Ci è stato rappresentato in particolare che l'edificio non sarebbe in contrasto con il paesaggio, anche perché la sua sagoma non coprirebbe la visuale del Cervino; un'argomentazione che poi è stata sostanzialmente quella che è stata espressa con maggiore chiarezza, che ci ha però lasciati un po' perplessi. È stato anche affermato che probabilmente il tipo di intervento che si prospetta non resterebbe un unicum, ma che potremo trovarci a breve a doverci confrontare con altre soluzioni simili, con ampliamenti e sviluppi di edifici in verticale. Su questo passaggio naturalmente entrano in gioco delle considerazioni che sono anche di tipo soggettivo, da cui possono emergere delle posizioni contrastanti, considerato che c'è sicuramente una diversa visione personale, quasi direi di gusto, oppure politica della questione.

Per quanto riguarda invece la normativa, in particolare la legge n. 24 del 2009, la cosiddetta "Legge casa", e la legge n. 14 del 2020 con l'articolo 88bis, ciò che non è stato esplicitato con chiarezza durante quell'approfondimento, a mio avviso, è il fatto che gli incentivi volumetrici eventualmente riconosciuti per un intervento come quello di cui stiamo discutendo, possono, e sottolineo "possono", essere realizzati con ampliamenti fuori sagoma e con il superamento dell'altezza massima dell'edificio demolito. Inoltre, che l'incremento volumetrico non è automatico: la legge dice infatti che è ammesso ampliare fino a raggiungere il 35 percento, e sottolineo "fino a raggiungere il 35 percento". Questa possibilità che è prevista dalla normativa di aumentare l'altezza e di accrescere la volumetria, viene però spesso interpretata come un diritto assoluto, cioè quello è l'ampliamento e quello si può fare, mentre mi realtà è soltanto una possibilità che deve essere valutata adeguatamente dai soggetti competenti. Pertanto, noi crediamo che in ordine alle proporzioni di quest'edificio, andrebbero fatte delle valutazioni più approfondite. Valutazioni che certamente farà il Comune di Valtournenche, mi risulta che lo stesso abbia affidato la redazione di un parere legale a un professionista, con particolare riferimento a incentivi volumetrici, distanze ed equilibri funzionali, come si può leggere nella determina n. 67 del 16 marzo 2023, che è sul sito del Comune di Valtournenche. Inoltre, mi risulta che è in atto una verifica al riguardo delle conseguenze del cambiamento di destinazione d'uso dell'edificio.

Questi approfondimenti hanno determinato la sospensione dell'istruttoria di autorizzazione alla costruzione e al rilascio del parere da parte del Comune, quindi il termine dei 90 giorni canonici è rimandato oltre la data di scadenza che era prevista per il 23 aprile, ma se il Comune, molto opportunamente direi, ha deciso di approfondire, una riflessione secondo noi dovrebbe farla anche la Regione a livello amministrativo di Governo e di Consiglio. Per quanto riguarda quest'ultimo, il Consiglio, non crediamo che siano state sufficienti le audizioni effettuate due settimane fa per fugare tutti i dubbi, che non sono solo e strettamente tecnico-urbanistici ma anche paesaggistici.

Abbiamo visto, anche dalle cose che ci sono state presentate, che l'edificio progettato al posto dell'ex Hotel Fosson, una struttura attualmente di quattro piani che dovrà essere demolita, avrà un'altezza di ben 30 metri per nove piani; forse addirittura, se ho capito bene dalla presentazione, ci è stato detto dieci piani più due interrati, quindi una struttura che obiettivamente è impattante.

È poi stato richiesto il cambio di destinazione d'uso da albergo a edificio a utilizzo abitativo, ciò che è consentito dalla legge, ma che, a nostro avviso, rientra poco in un'ottica di sviluppo adeguato da un punto di vista ambientale, economico e turistico di una località che è già stata fortemente toccata da un'urbanizzazione pesante realizzatasi nel corso del tempo. In audizione abbiamo poi appurato che la Regione aveva concesso dei contributi in conto capitale alla società proprietaria dell'Hotel Fosson, ai sensi della legge n. 19 del 2001, la legge sugli interventi a sostegno delle attività turistico-ricettive e commerciali. All'articolo 23, comma 2 di questa legge, si dispone che i beneficiari dei contributi devono mantenere la destinazione d'uso e non possono cedere o alienare i beni finanziati per un certo numero di anni, cinque o quindici, a seconda della tipologia di finanziamento; quindi sanzioni, che saranno ovviamente previste, o restituzioni delle somme ottenute a parte.

Si pone però un ragionamento circa le scelte che non solo i privati, ma anche la Regione vuole fare in tema di turismo. Dal nostro punto di vista, è preoccupante l'abbandono di un'attività alberghiera a conduzione locale a favore di un investimento in appartamenti che, probabilmente, saranno destinati a un'utilizzazione temporalmente limitata, secondo quello che emerge anche dalle notizie di stampa, che fanno immaginare una tipologia, e poi li abbiamo anche visti, di alloggi costosi accessibili a una clientela che difficilmente si stabilirà al Breuil.

Al di là però di queste considerazioni, l'edificio progettato costituisce un volume di dimensioni che sono fuori scala rispetto al contesto in cui si intende realizzarlo, perché non stiamo parlando della piana o delle pendici del Breuil, come c'è stato ricordato anche in Commissione, luoghi dove in passato c'è già stata tutta una serie di interventi molto importanti, ma stiamo parlando del centro della località. La posizione di questo palazzone e le sue caratteristiche hanno suscitato, lo sappiamo, numerose proteste sia di abitanti che di ospiti e turisti di Valtournenche riguardo a un progetto che è sproporzionato come dimensione, proteste che vanno tenute in considerazione credo tanto quanto le richieste di chi invece ha progettato l'intervento.

Vale la pena qui di ricordare anche che la Regione Valle d'Aosta ha competenza primaria in materia urbanistica e di tutela del paesaggio e deve quindi svolgere un ruolo che si potrebbe dire di vigilanza attiva nei confronti degli interventi sul territorio, in particolare in località che rivestono un grande valore turistico. Quindi ci sembra del tutto evidente la necessità di una stretta collaborazione con il Comune di Valtournenche, per affrontare la delicata situazione che si è determinata.

L'altra riflessione, secondo noi, è che bisogna aprire un dibattito, un approfondimento, sulla "Legge casa" risalente al lontano 2009 che, se da una parte ha sicuramente permesso in passato degli interventi comprensibili e corretti, dall'altra ne ha consentiti altri che non lo erano affatto. Oggi questa legge deve essere rivista, perché può eccedere in permissività e permettere un proliferare di progetti che possono avere dimensioni e caratteristiche simili a quello in oggetto; progetti per i quali vengono emessi dei pareri che francamente a volte lasciano anche un po' stupiti.

C'è poi ancora considerazione che vorrei fare. Ci è stato ricordato in Commissione che ci sono più strutture che si occupano di queste richieste e di questi interventi: c'è una struttura che si occupa del vincolo di destinazione, un'altra che si occupa dell'aspetto paesaggistico, un'altra della normativa urbanistica. Quello che io ho ricavato come impressione è che non ci sia stata una reale comunicazione tra le varie strutture, perché ci è stato detto: "Ma non compete a noi, questo pezzo compete agli altri, quest'altro agli altri", però poi alla fine le strutture credo che dovrebbero parlarsi tra di loro. Non dico che questa concertazione si debba fare sempre, perché altrimenti diventerebbe un iter mastodontico, ma quando ci sono dei casi come questo che viene fuori in tutta la sua delicatezza, o anche altri casi che sono presenti in altri Comuni, noi crediamo che bisognerebbe fermarsi e ragionare un momento tutti insieme. Lo dico soprattutto alla luce del fatto che proprio durante quell'incontro in Commissione, è emerso che l'intervento del Breuil potrebbe addirittura, ci è proprio stato detto, fare scuola. E ci è stato anche evidenziato che c'è un problema notevole di rigenerazione urbana al Breuil.

Se si parte, nell'ambito di un problema di rigenerazione urbana, con un modello che potrebbe essere come questo, a noi la cosa preoccupa abbastanza.

Per questo, la mozione che abbiamo presentato impegna la Giunta regionale a condurre un esame minuzioso delle caratteristiche del progetto citato in premessa, che una società costruttrice intende realizzare al Breuil e in, secondo luogo, a definire rapidamente, anche di intesa con il Comune di Valtournenche, tutte le iniziative opportune a evitare la realizzazione dell'opera nei termini del progetto attuale e a ricondurla a dimensioni più rispettose e attente a un migliore inserimento nel contesto edilizio. Infine, a riferire, riguardo queste interlocuzioni, entro quindici giorni alla Commissione competente gli esiti di questi impegni.

Presidente - La discussione generale è aperta. Collega Distort ne ha facoltà.

Distort (LEGA VDA) - Mi sarebbe piaciuto capire alcuni indirizzi del Governo in discussione generale, non in replica, però il mistero rimane e si infittisce.

Trentamila firme contro il progetto di realizzazione del condominio The Stone al Breuil non passano inosservate. L'utilizzo combinato dei contenuti legislativi della legge regionale n. 14 del 2020, articolo 2, in particolare il nuovo articolo 88bis che modifica la legge n. 11 del 1998, (vede che gli interventi puntuali avvengono), con i contenuti della legge regionale n. 24 del 2009 - l'utilizzo combinato! - era una bomba a orologeria, e la bomba è esplosa. Questa bomba ha una carica detonante che si chiama conflittualità! In teoria dell'urbanistica, la conflittualità si chiama anche tensione ambientale, dove in questo caso l'ambiente si ritiene l'ambiente antropico, vale a dire la tensione tra gli interessi delle persone; poi anche la tensione paesaggistica, che quindi va a interessare la fisionomia di un paesaggio.

È chiaro che per quest'intervento, come per tutti gli interventi: normalmente un edificio ha un ciclo vitale che, secondo i casi, può tranquillamente attestarsi in 150 anni. La scienza della costruzione dice che dopo 80 anni bisogna poter cominciare ad attuare tutta una serie di verifiche statiche.

Io ho richiamato i due dispositivi legislativi. In particolare richiamo l'88bis della legge n. 14 del 2020. É questo che crea il corto circuito, perché intanto i due dispositivi, la 14/2020 e la "Legge casa", automaticamente definiscono che l'istanza è motivata, senza che il responsabile del procedimento abbia particolari argomenti per opporsi. L'unica possibilità di diniego o di limitazione dell'istanza poteva essere rappresentata dal ruolo della Soprintendenza ai beni culturali nella formulazione del parere paesaggistico, previsto dal decreto legislativo n. 42, articoli 136 e 142, però questo parere, com'è emerso in Commissione, è stato favorevole senza alcuna obiezione, in quanto, così è stato declinato, Breuil Cervinia come prodotto urbanistico è considerato un laboratorio per l'architettura di montagna a sviluppo intensivo e, quale città di montagna, il progetto è ritenuto compatibile con il contesto.

Alla luce di questo, viene da dire: ma il Consiglio regionale non è un organismo che interviene in un iter amministrativo e non lo è neanche la Giunta regionale che interviene nell'iter amministrativo, neanche la Giunta comunale. Allora però perché ne parliamo? Perché noi siamo l'organismo politico e la politica deve dare la visione e le linee strategiche alle leggi che emana. Se la politica deve saper dare la visione e le linee strategiche, diamo un po' un'occhiata a che cosa è successo, da cosa dipende questa situazione?

Abbiamo detto di due dispositivi legislativi. La "Legge casa" è stata subito demonizzata dalla collega Minelli. Porti pazienza ma io invece l'assolvo totalmente la Legge casa. Con la Legge casa non si sarebbe arrivati a questo corto circuito, perché comunque la Legge casa, con la previsione dell'articolo 3 dell'adozione di un implemento fino al 35 percento, permette e rende leciti questi interventi a condizione che però siano rispettati i principi e quanto contenuto nel Codice civile. Quindi, lì con le distanze saremmo messi male, con la Legge casa da sola non si sarebbe potuto operare in questi termini, perché il Codice civile sarebbe intervenuto. E allora che cos'è che ha generato il corto circuito? È l'applicazione scriteriata del nuovo 88bis che era contenuto nel collegato al bilancio. È lui che, associandosi alla Legge casa, ha mandato in tilt le dinamiche del Breuil.

Dirò di più a favore della Legge casa: studiata in maniera molto intelligente e molto saggia, prevedeva all'articolo 19 un'azione di monitoraggio; è questo che deve fare. Intanto, ottimo lavoro da parte del legislatore, ma poi l'azione di monitoraggio è esattamente quello che fa l'esecutivo, perché nel momento in cui il Consiglio approva una legge, essa entra in vigore ed è l'esecutivo che deve svolgere questo controllo, è l'esecutivo che deve proporre gli strumenti e i regolamenti di attuazione.

In questo caso io giustamente sento un po' la ola dell'opposizione, perché io sto facendo una critica molto aperta all'esecutivo e lo dico chiaro e tondo. Ma c'è anche una domanda che sorge spontanea: il collegato al bilancio che prevede la modifica all'88bis, è stato presentato dalla Giunta regionale il 4 novembre 2020. Andiamo un po' a vedere chi c'era nella Giunta e nella maggioranza il 4 novembre 2020, perché chi ha votato il collegato nel quale era presente il nuovo articolo 88bis e ha permesso che il collegato diventasse legge, è stata la maggioranza di allora. Non sto a elencare tutti i membri di questa maggioranza, lo sappiamo, ma è curioso osservare - portate pazienza colleghe Minelli e Guichardaz - che tra chi ha votato questa legge, era presente l'allora assessore Minelli e l'allora presidente della V Commissione Guichardaz, che oggi paradossalmente si ergono ad alfieri di un nuovo comitato.

Errare è umano, perseverare è diabolico, e questo vale anche per tutta la maggioranza, vale in particolare per l'esecutivo, però, permettetemi di dire, per voi colleghe Minelli e Guichardaz si pone un'ulteriore aggravante che è data o dall'incoerenza o dall'amnesia o da una volontà di strumentalizzazione. Sicuramente replicherete che quest'osservazione contro di voi è dettata da una linea sessista perché siete delle donne, vedremo come la declinerete, però questa - portate pazienza - è la realtà dei fatti. Poco fa la collega Minelli ha detto: "Le volte che io ho sbagliato, l'ho ammesso"; non me lo ricordo, non mi ricordo neanche un caso, ma lei ha una possibilità storica, collega Minelli, di dirlo e di dichiararlo in questa sede.

Tutta la maggioranza di allora deve fare mea culpa per non aver saputo minimamente gestire una disposizione legislativa che andava monitorata, in particolare lo doveva fare la Giunta, compresa l'assessora Minelli che faceva parte della Giunta e ha fatto parte di quella Giunta per diversi mesi dopo l'adozione di questa legge.

L'iter della vicenda The Stone è l'emblema del fallimento di una linea politica che come l'apprendista stregone non ha saputo gestire gli effetti delle proprie iniziative, e oggi una parte di questa maggioranza viene a fare il gioco di prestigio di chi ha tirato il sasso e nasconde la mano. Il danno lo avete fatto voi tutta maggioranza di allora, voi Governo soprattutto, perché io ribadisco: riconosco la distinzione tra il legislativo e l'esecutivo, quindi non mi indirizzo così genericamente alla maggioranza, ma mi indirizzo alla Giunta, all'esecutivo. Non pensate di risolvere questo problema che dovete risolvere voi, l'avete creato voi e lo dovete risolvere voi, non pensate di farlo creando un recinto favoloso dopo che i buoi sono scappati, in modo che chi viene dopo questo caso, si ritrovi ingabbiato da vincoli che fino a ora non esistevano. Perché qui la toppa è peggio del buco, perché si autorizza un intervento e se ne penalizzano altri, quindi il criterio di giustizia, di equità e di pari opportunità viene meno.

Mi indirizzo poi all'Assessore che aveva la delega ai beni culturali: non pensi di potersene lavare le mani, perché lei ha abbandonato la Soprintendenza a gestire da sola il parere cruciale su di un'opera che si sapeva perfettamente che avrebbe creato tensioni. Lei mi dirà, assessore Guichardaz, "Io sono Assessore, la Soprintendenza agisce in modo autonomo". Vero, ma i presupposti secondo i quali la Soprintendenza ritiene che sia compatibile quest'intervento con il contesto paesaggistico, i presupposti che ha adottato sono politici, perché il contesto paesaggistico è stato considerato come rapporto con lo spazio costruito, non con un'idea di paesaggio, non con un'idea di visione urbanistica, non un'idea di come vogliamo vedere Breuil di domani. È chiaro che una scelta politica potrebbe essere addirittura quella di rafforzare il tema della città di montagna e di pensare che magari, in accordo con l'Associazione architetti dell'arco alpino, possa addirittura diventare uno strumento accademico, ma è una scelta politica. Non si può abbandonare la Soprintendenza in una situazione tra l'altro così cruciale. L'unico elemento discriminante che poteva in qualche modo andare a modificare le previsioni di progetto, era la Soprintendenza. Vi rendete conto a quale pressione è stata esposta la Soprintendenza?

L'obiettivo di risolvere la tensione ambientale del progetto The Stone è condiviso e prioritario, ma l'impegnativa della mozione - portate pazienza, porti pazienza lei prima firmataria, collega Minelli - non solo non risolve nulla, ma è priva di senso, individua un percorso impercorribile. Mi creda, glielo dico con il cuore, glielo dico come consiglio: ha intrapreso la strada sbagliata. Non è attraverso un discorso di approfondimento normativo nei termini che ha posto lei o generico, come riportato sull'impegnativa della mozione, che si risolve il problema, perché questo porterà a un nuovo fallimento.

Forse invece io voglio darvi uno spiraglio anche di speranza. Una speranza soltanto per la giustizia, perché da parte mia non c'è partigianeria a favore e contro quella soluzione. Da parte mia c'è il desiderio di trovare una soluzione che risolva la conflittualità di un intervento edilizio, perché questo porterà a demonizzare l'edilizia, ed è esattamente quello di cui non abbiamo bisogno, soprattutto in questo periodo. Una strada potrebbe essere quella che io mi sono permesso di indicare e ho consegnato al presidente della III Commissione, che vedo qua vicino a me, di approfondimento su un elemento molto tecnico per vi risparmio di quanto contenuto nell'articolo 10 del decreto legge n. 76 del 2020, che va a declinare esattamente dov'è il confine della ristrutturazione e dove inizia il confine invece della nuova edificazione. Ribadisco, è un aspetto molto tecnico e non sto a occupare spazio per spiegare questi temi, avremo modo in Commissione dove si lavora dal punto di vista tecnico per avere ulteriori approfondimenti.

In conclusione, siete voi che ora siete al Governo a dover risolvere le conflittualità emersa. Auguri, perché non è assolutamente facile. Non è assolutamente facile, perché tutto questo si doveva fare prima, con norme di attuazione. Quanto a voi, colleghe Minelli e Guichardaz, ribadisco che eravate anche voi al Governo e in maggioranza al deposito della legge che ha generato tutto questo, e ci siete state per diversi mesi successivi all'entrata in vigore della legge incriminata, e nessuno si è preoccupato di fare il minimo monitoraggio. Fate tutti un bel mea culpa e cercate una strada più efficace.

La tensione ambientale creatasi al Breuil è notevole e delicata ed esige una corretta battaglia su ciò che è giusto, e in battaglia si va con le munizioni corrette, adeguate. Le vostre impegnative di questa mozione sono, purtroppo, fumose. Voi con quest'impegnativa e questa mozione ci volete portare in questa sana battaglia con delle cartucce che non sono neanche cartucce a salve, sono petardi. Allora, proprio per questo fatto, proprio perché noi rispettiamo invece la coerenza di un approccio sano per risolvere un problema particolarmente delicato, noi non intendiamo partecipare alla votazione di questa mozione.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Marquis, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Ho ascoltato con attenzione gli interventi che si sono succeduti, quello di presentazione dell'iniziativa e quello del collega che ha illustrato dei ragionamenti sotto il profilo tecnico e che mi ha preceduto. È del tutto evidente che questo è un intervento che ha fatto parlare, che farà parlare, che ha interessato, oltre che l'opinione pubblica attraverso una petizione on-line, anche il Consiglio regionale nelle sue articolazioni, in particolare nella Commissione competente che ha avuto modo di avere un incontro con le strutture regionali, per illustrare quelle che sono le questioni tecniche, quello che è stato l'approccio autorizzatorio in questo iter procedimentale.

Ci è stato detto da chi è stato chiamato a esprimere dei pareri, ci è stata descritta quella che è la realtà contestuale di Cervinia, una realtà che è nota sotto il profilo architettonico per essere stato un ambito sperimentale di architettura nel tempo, tant'è che ci sono delle casistiche formali e di espressione anche architetturale completamente diverse. È anche vero che ci sono stati parecchi progettisti di grande livello che si sono espressi in quel contesto, l'architetto Molino, l'architetto Albini, che hanno creato anche dei modelli di architettura che sono poi stati esportati in altre realtà di montagna e che hanno preso poi il nome di architettura di montagna; quindi delle cose anche significative. C'è stato anche rappresentato nello skyline di Cervinia qual è il grado di emergenza di quest'iniziativa che è stata proposta.

Il collega che mi ha preceduto ha fatto una disamina attenta di quella che è la norma e sostanzialmente questa è un'iniziativa che è stata presentata ai sensi del Piano casa, che prevede, per ragioni di ordine funzionale, di efficientamento energetico, anche per problemi di sismicità, la demolizione e ricostruzione di fabbricati con un incremento volumetrico del 35 percento. Diciamo che questo "sino a" che viene messo in discussione, anche nell'impostazione della mozione, è un elemento a disposizione del proponente, non è che la pubblica amministrazione ha la facoltà di disciplinare il volume da assentire: non potrebbe dire "facciamo il 10, piuttosto che il 15 o il 20 percento". Il "sino a" è sempre stato interpretato da tutti come la misura in funzione del rispetto delle esigenze del proponente che può essere utilizzata.

Ciò detto, questo tema pone in luce, come ha detto il collega Distort, un problema sotto il profilo politico, perché noi abbiamo delle leggi di riferimento che, piaccia o che non piaccia, sono degli strumenti che sono il quadro di riferimento puntuale e che deve guidare le strutture regionali nel dare o non dare un'autorizzazione. Noi capiamo la tensione che ha ispirato le proponenti, però c'è anche una certa contraddittorietà nei punti dell'impegnativa, dal nostro punto di vista, perché il punto n. 1 dice "A condurre un esame minuzioso delle caratteristiche del progetto citato in premessa, di una società costruttrice che intende realizzare al Breuil"; niente da dire, mi sembra una cosa che può essere normale che venga fatta, è corretta come proposta. Però arriviamo poi al punto n. 2: "A definire rapidamente, anche d'intesa con il Comune di Valtournenche, tutte le iniziative opportune a evitare la realizzazione dell'opera nei termini del progetto attuale e a ricondurla a dimensioni più rispettose e attente ad un miglior inserimento nel contesto edilizio". Questo punto confligge con il punto n. 1, perché il primo punto dice di esaminare la progettazione in tutti i suoi dettagli, ma il punto n. 2 dà per scontato che qualcuno, nell'iter autorizzatorio, ha omesso alle sue funzioni, ha concesso delle autorizzazioni o espresso dei pareri che non sono in linea con quello che prevede la legge, perché si dà già per scontato che qualcuno si sia espresso in modo difforme rispetto a quello che è il quadro legislativo esistente. Questo non è vero, così come non è vero che c'è la facoltà, da parte della pubblica amministrazione o della politica, di intervenire in un quadro legislativo che concede delle possibilità nel dire "No, non ci piace, noi non assentiamo un'iniziativa che il quadro prevede legittima". Sicuramente la situazione è molto complessa: da quello che abbiamo potuto percepire da chi è venuto in audizione, da parte delle strutture, in questo quadro normativo l'intervento è legittimo.

Questa cosa qui è censurabile e criticabile sotto tanti profili da parte di chi lo ritiene, e non entro nel merito se la cosa è bella, se la cosa è brutta, se la cosa è troppo alta o troppo bassa. Bisogna allora pensare a un quadro normativo diverso, perché la discussione probabilmente va fatta sotto questo aspetto, perché sono sempre i casi specifici che portano poi l'occasione di fare delle riflessioni che sono utili sotto il profilo politico e di carattere generale.

Non possiamo non tener conto che nelle attività che possono essere edilizie o di altro tipo, o anche nell'attività di impresa, chi propone delle iniziative, lo deve fare nel rispetto delle regole e nel rispetto delle regole però deve anche avere il diritto di esercitare le proprie prerogative. Non si possono fare degli interventi di fronte a delle situazioni che portano davanti a regole chiare e dire: forse bisognerebbe fare diversamente, o d'imperio agiamo in modo diverso.

Questo, colleghe, può essere un argomento di riflessione, però sicuramente la questione va ormai trattata sotto il profilo tecnico e giuridico, non è una questione di volontà o non volontà, o di discrezionalità politica soprattutto, perché la politica, a mio avviso, in questa fase non ha più un margine di intervento, perché è una questione meramente di carattere amministrativo. La politica può prendere spunto da quest'esperienza per delineare degli scenari futuri diversi. Se l'opera è assentibile, le strutture dovranno assentirla, se l'opera non è assentibile, dovranno - non potranno: dovranno! - non assentirla, ma non è più su questo tavolo, a mio viso e a nostro avviso, che può essere trattato quest'argomento.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Si è prenotato il collega Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - Rapidement je voudrais seulement souligner la condition misérable de la culture valdôtaine, représentée par cette Junte en particulier, à commencer du toponyme Cervinia, qui a été supprimé en 1946, comme toutes les dénominations fascistes, et ça par la Commune de Valtournenche. Je ne prétends pas que tout le monde appelle Breuil le lieu, mais au moins nous ici à l'intérieur institutionnellement on devrait utiliser le toponyme Breuil, au moins avec un tiret Cervinia ; et ça on l'avait discuté déjà en Commission avec le président.

Cette condition misérable je la souligne même pour la question de l'Assessorat compétent à la culture. J'ai justement en Commission toujours entendu les fonctionnaires parler d'une zone dégradée et donc, à mon avis, avec cette culture, on peut accepter n'importe quoi, dans ce lieu prestigieux qu'on a la chance d'avoir parmi nous.

Presidente - Non vedo altre prenotazioni in discussione generale. La discussione generale è chiusa. Il Governo credo voglia replicare, la parola al collega Sapinet.

Sapinet (UV) - Parlo dopo due architetti, quindi farò prima un rapido riassunto per chi non era presente in Commissione, poi alcune rapide considerazioni più dal punto di vista politico.

Siamo stati convocati in III Commissione, era il 21 marzo del 2023, con il collega Guichardaz e i dirigenti delle strutture patrimonio paesaggistico e architettonico, l'architetto Carlo Salussolia, e pianificazione territoriale, la dottoressa Chantal Treves.

Per quanto concerne la parte che mi riguarda, quindi quella di pianificazione territoriale, era emerso che l'intervento, di fatto, non ha ancora ottenuto il titolo abilitativo e la competenza, è stato detto, sul rilascio del permesso di costruire è in capo al Comune, secondo appunto le procedure definite dall'articolo 60bis della legge regionale n. 11 del 1998. La Regione in questo momento non ha titolo per intervenire nell'ambito di una procedura di rilascio del permesso di costruire, fatta salva l'autorizzazione paesaggistica già rilasciata dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali.

Il piano regolatore vigente non disciplina ampliamenti volumetrici nella zona in cui ricade l'intervento, quindi si suppone che l'intervento si configuri con attuazione della legge n. 24 del 2009, la cosiddetta "Legge casa", la quale opera in deroga agli strumenti urbanistici a eccezione delle distanze tra le costruzioni e della disciplina delle destinazioni d'uso, fatta salva la disciplina delle distanze, di cui all'articolo 88bis della legge regionale n. 11 del 1998 qualora applicabile.

Per quel che riguarda le riflessioni e i ragionamenti sulla cosiddetta Legge casa, nel confronto anche con le strutture, questa è un'operazione particolarmente delicata. Con la Legge casa, personalmente io l'ho vissuta anche come sindaco nel mio Comune, ci sono state sicuramente delle opportunità in più, soprattutto nella nostra regione dove è applicata anche nei centri storici, dove si è generato anche un certo risparmio del territorio.

Alcune considerazioni. Gli strumenti per mettere in atto programmazione del territorio, sono in corso di evoluzione, di revisione; ne abbiamo parlato nella precedente iniziativa. Questo però non può essere fatto qui, sono d'accordo, su casi singoli e su procedimenti già avviati. Più che evitare la realizzazione di un'opera specifica, come viene citato nel secondo punto della mozione, bisognerà decidere, e sarà questo Consiglio con il percorso in Commissione a farlo, su strumenti normativi, su strumenti programmatori, facendo le valutazioni del caso. Quello che si concorda poi ha valore su tutto il patrimonio edilizio valdostano dove le esigenze sono molteplici, di sviluppo ma anche di responsabilità, quindi una valutazione su quelli che sono i grandi volumi e un segnale anche in direzione del consumo del suolo.

Vorrei ribadire inoltre la disponibilità dimostrata dalle innumerevoli interlocuzioni che gli enti locali hanno formalmente e informalmente con la struttura pianificazione territoriale che gestisce lo sportello Legge casa, rivolto ai tecnici comunali, ai professionisti di consulenza per l'applicazione appunto della legge n. 24 del 2009 e provvede alla formulazione dei pareri inerenti alla normativa in materia di urbanistica ed edilizia, su richiesta dei Comuni e degli enti locali in generale.

L'invito è al ritiro della mozione ma, in caso contrario, ci sarà l'astensione da parte nostra.

Presidente - La collega Minelli ha chiesto la parola per la replica, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Volevo subito rassicurare il collega Distort che non soffro di amnesie. Nel momento in cui ho presentato questa mozione avevo presente molto bene il fatto di aver votato il collegato nel 2020, in quanto facevo parte della Giunta e della maggioranza. Lei ha ricordato anche la data in cui è stato votato questo collegato alle leggi di bilancio e le devo dire, molto onestamente, due cose. La prima è che anche ieri o stamani mattina, non ricordo, quando ho detto che non avevo problemi a riconoscere i miei errori, sapevo benissimo che saremmo arrivati al momento della discussione di questa di questa mozione, e non ho alcun problema a dire che dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista e credo della collega Guichardaz, nel momento in cui è si è votata quella legge, l'articolo 88bis, poi il numero è un altro della legge, ma comunque fa riferimento all'88bis, è una articolo che sinceramente ci è sfuggito; può darsi che sia una cosa grave, credo anche che lo sia. Ma il problema è che nel momento in cui si vota una manovra di bilancio, immagino che lei che è stato in maggioranza per un tempo più o meno equivalente a quello in cui ci sono stata io, per lo meno lei non era in Giunta ma faceva parte di quella maggioranza del 2018, spero che per lei, che non abbia votato dei provvedimenti che in qualche modo poi possano rivelarsi portatori di problemi; magari è così e lei è stato molto bravo ad esaminare tutto e a non sbagliare. Io ho detto che non avevo problema a riconoscere gli errori e per me quello è un errore.

Una seconda cosa che è stata detta è la demonizzazione della "Legge casa". Io non ho demonizzato la Legge casa, se lei ha ascoltato bene. Io le ho detto che ci sono stati degli interventi che quella legge ha consentito che ritengo corretti, comprensibili e anche condivisibili. Ce ne sono altri che invece hanno avuto degli effetti esattamente opposti.

Quello che condivido è quanto lei ha detto in riferimento alla necessità di monitorare la Legge casa. Ricordo anche che durante l'audizione in Commissione, proprio mentre lei stava facendo il ragionamento sulla Legge casa e sull'articolo 19, cioè sulle disposizioni transitorie, lei stava cercando di ricordarci proprio quello che poi ha detto oggi, cioè che era necessario un lavoro di monitoraggio che non era stato fatto, ma lei è stato interrotto dal presidente della Commissione e non ha potuto portare a termine il suo ragionamento; c'è proprio il verbale che si interrompe lì, nel momento in cui lei ci stava spiegando questa cosa che era una cosa importante.

Al di là di questo, io ritengo che se ci sono degli errori, se c'è qualche cosa che non funziona, e semplifico molto, se c'è anche un intervento, un progetto che non va bene, occorre cercare di intervenire, altrimenti, a mio modesto modo di vedere, si abdica a un ruolo. C'è sicuramente un aspetto tecnico che è legato alle due normative che sono state invitate, ma c'è - e lo avete detto anche voi - un problema politico che, secondo me, occorre affrontare e per farlo gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono molti. Uno è appunto la presentazione di iniziative, ancorché consapevoli del fatto che possano suscitare un problema.

Per quello che riguarda la contraddizione che ha rilevato il collega Marquis tra i due punti dell'impegno della mozione, noi non rileviamo delle contraddizioni. Lei dice nel secondo punto è come se si accusasse qualcuno di aver sbagliato. Noi stiamo rilevando che c'è un problema e il problema deve essere in qualche modo affrontato. Da parte nostra, che non abbiamo in questo momento dei compiti più di maggiore responsabilità, come hanno invece coloro che siedono in Giunta, non è che abbiamo molti strumenti tranne quello poi magari di pensare a proposte di modifiche normative. Ma in questo momento c'è un'urgenza, c'è un procedimento che non è concluso per quello che riguarda l'attribuzione della possibilità di effettuare un intervento, c'è un'amministrazione comunale che si è mossa, per quello che le compete, giustamente, però io continuo a essere convinta che se la Regione ha un ruolo e ha una competenza in queste materie, deve uscire in qualche modo allo scoperto e occuparsene.

Lei ha usato molte espressioni, ha parlato di totale incoerenza, di strumentalizzazione, di necessità di fare mea culpa, ha anche detto che si aspetta che verrà tirata in ballo la questione che ci sia una persecuzione nei confronti dell'appartenenza di genere. Non si preoccupi, niente di tutto questo, non ho nessun problema a riconoscere che su quello c'è stata, per quello che mi riguarda, per lo meno una leggerezza, e non cerco giustificazioni perché l'ignoranza non ammette giustificazioni, ma effettivamente noi siamo entrati in quell'esperienza di governo il 20 di ottobre del 2020 e subito dopo ci sono poi state queste leggi. Sbagliato, ma non credo di certo che questo possa in qualche modo giustificare il fatto che, commesso un errore, non si possa discutere di una questione che certamente, secondo noi, non ha portato in questa situazione a una positività e che probabilmente genererà in futuro anche altri problemi simili a questo. Per cui l'invito che facciamo, oltre a ciò che è contenuto nella mozione, è proprio all'esecutivo di rivedere seriamente tutta questa normativa.

Aggiungo un'ultima cosa: sicuramente l'articolo 88bis e il combinato disposto hanno creato una situazione di questo tipo, ma alla base c'è quella normativa che ha prodotto dei frutti, come ha sottolineato anche con la sua esperienza da sindaco l'Assessore Sapinet, io ero allora amministratore comunale e so che ci sono stati degli effetti positivi, ma sono altrettanto convinta che ce ne siano stati altri. Quindi, l'invito all'esecutivo è di lavorare e di operare in quel senso, altrimenti seguendo il ragionamento che è stato fatto dagli interventi che ho sentito, quello che prevale è un atteggiamento pilatesco, ce ne laviamo le mani: è così, la normativa quello prevede, non si può fare altro e andiamo avanti in questo modo.

Presidente - Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il consigliere Chatrian.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione per ribadire il posizionamento anzitutto sul piano politico: ci asterremo su questa mozione.

Per quanto riguarda la parte un po' più di sostanza, abbiamo avuto modo in Commissione di confrontarci con tutti i dirigenti regionali che hanno seguito il percorso ed è stato penso interessante per tutti quelli che hanno voluto approfondire la tematica, però su questo vorrei fare qualche riflessione. La prima è che i tecnici hanno illustrato ai numerosi consiglieri presenti che il percorso è stato coerente, che vuol dire che così come è stato presentato è possibile, è compatibile con tutti gli strumenti urbanistici vigenti, quindi vuol dire che, in base alle regole del gioco che ci sono a monte a livello statale e a livello regionale, quest'operazione si può fare; inoltre questa ristrutturazione risulta, questa forse è più delicata, compatibile nel contesto urbanistico del Breuil. Questo è quello che i tecnici hanno detto à maintes reprises all'interno della Commissione.

Un'altra considerazione che vorrei fare e che mi sembra sia à la une in questi giorni e in queste ore, proprio nel capoluogo della nostra regione, ad Aosta: ci sono anche altri strumenti possibili, come quello della commissione edilizia. La commissione edilizia è un organismo il cui parere non è vincolante, ma come tutti i pareri non vincolanti, si possono - come è successo qualche giorno fa mi sembra proprio nel Comune di Aosta - argomentare e motivare quelli che sono gli elementi dubbiosi su un determinato tema, come potrebbe essere questo.

L'altro elemento importante, da ex sindaco e da legislatore oggi, è il piano regolatore comunale. Le regole del gioco sono inserite nel piano regolatore comunale, che fa una trafila con l'Amministrazione regionale. La collega Minelli ha ben detto che noi abbiamo competenza primaria sull'urbanistica, quindi immaginate il contrappeso che c'è: da una parte c'è il piano regolatore comunale, approvato dal Consiglio comunale, e dall'altra che abbiamo comunque la competenza primaria come Regione

Perché ho detto questo? Solo per sgomberare il piano e il tavolo. Non so se qualcuno ci sta ascoltando, ma probabilmente qualcosa sta succedendo di non corretto sul piano amministrativo, e cerco di essere molto chiaro e molto diretto: collega Minelli, se lei avesse votato o non votato nel 2020 la finanziaria, quest'operazione si sarebbe fatta lo stesso; lo dico solo per sgomberare un attimo il campo, perché altrimenti parliamo di cose non corrette. Collega Distort, quest'operazione, anche senza l'88bis, si sarebbe fatta lo stesso. Non diciamo all'esterno cose non corrette; lo chiedo gentilmente. Quest'operazione si può fare perché è stata approvata la legge n. 24 nel 2009 e, nel momento in cui viene utilizzato, il Piano casa praticamente passa sopra qualsiasi tipo di piano urbanistico piuttosto che legge regionale, nel momento in cui si dà corso al Piano casa. Un'altra cosa è invece decidere di abrogare e di modificare quello che è il Piano casa che è stato approvato nel 2009.

C'è un di cui, e poi termino il mio breve intervento, e su questo la maggioranza ci sta lavorando, e sarebbe poi importante portare la discussione con il collega Sapinet in Commissione, che è quella di andare a vedere una parte non del Piano casa, ma delle modifiche che ci hanno portato a questo percorso, legate ai grandi volumi. Noi pensiamo che l'impatto dei grandi volumi debba essere affrontato il prima possibile, e do uno stimolo all'assessore Sapinet affinché con i suoi uffici, con le sue strutture, con i suoi dirigenti e anche probabilmente con dei consulenti, si possa arrivare prima possibile in Commissione a dirimere, a cambiare le regole del gioco sui grandi volumi.

Penso che questo sia il compito della politica e mai come in questo momento forse è attuabile e da attuare quella che è la modifica di un percorso a questo punto esclusivamente di natura legislativa, che è il nostro principale compito.

Ci asterremo su questa mozione, anche perché il punto 1 con il punto 2 cozzano completamente: non si può chiedere di condurre un esame minuzioso, andare a vedere le carte e, con il secondo punto, a evitare la realizzazione; sono un po' in contrasto. Oltretutto, il dirigente e le strutture ci hanno detto che il percorso è coerente, compatibile e risulta inseribile nel contesto.

Presidente - Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il collega Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - È certamente un dibattito interessante, anche a seguito della tematica che è stata già fortemente approfondita in Commissione, dove il risultato è stato chiaro e netto: si può fare. L'architetto Distort e l'architetto Marquis, i colleghi, ci hanno sicuramente illuminati dal punto di vista tecnico entrando nel vivo della normativa, compreso il Piano casa del 2007, e si è anche preso atto del voto che è stato assegnato nel collegato al bilancio.

The Stone dal punto di vista personale, ma anche i commenti che ho avuto modo di sentire e apprezzare, si reputa in perfetta sintonia tra la progettazione e la realizzazione di quell'opera proprio ai piedi della Gran Becca; c'è una sintonia visiva che dal mio punto di vista è sicuramente apprezzabile, quindi guardiamo con favore. Ci sono tutte le autorizzazioni da parte del Comune e anche il parere favorevole della Soprintendenza. Ritengo che quest'architettura di montagna che ha portato a quel tipo di progettazione, un'architettura certamente gradevole ma fortemente innovativa, mi sento di apprezzarla fortemente.

Per questo, tenuto conto che l'impegnativa della mozione sicuramente contrasta nei suoi punti, a questo punto Forza Italia con convinzione si asterrà dal voto.

Presidente - La parola, per dichiarazione di voto, ancorché abbia detto che non partecipa alla votazione, al collega segretario Distort.

Distort (LEGA VDA) - La speranza è l'ultima a morire, potrei anche cambiare strada, qualcuno sulla via di Damasco ha fatto un cambiamento non indifferente.

Ne approfitto e utilizzo in maniera strumentale lo spazio di dichiarazione di voto semplicemente per dire che vorrei soltanto ricordare al collega Chatrian che l'attuazione del Piano casa va sì in deroga agli strumenti urbanistici, ma non al Codice civile, quindi in materia di distanze tra fabbricati e tra fondi rimane in vigore, per cui questo è quanto.

L'altro discorso è che intanto volevo dire alla collega Minelli che sicuramente lei dovrà darmi atto di un grosso risultato di oggi. Io ho generato una reazione in lei che ha dipinto una sembianza umana. Lei si è dimostrata umana: Homo sum et nihil humani a me alienum puto. La ringrazio per l'endorsement che mi ha dato quando mi è stata interrotta la possibilità di intervento in Commissione, quindi la ringrazio da quel punto di vista. Per quanto riguarda il discorso che lei mi diceva, probabilmente lei in maggioranza o in altre situazioni avrà votato e per cui potrà pentirsi: questo è vero, sempre per il concetto homo sum. Però io le dico semplicemente che una cosa è pentirsi di quanto è stato fatto in buona fede, altra cosa è cavalcare una battaglia o comunque assumere un ruolo protagonista in una battaglia su qualcosa che però è stato votato. Poi, che il collega Chatrian le dia lui, a questo punto, un endorsement dicendo che la legge sarebbe passata anche senza i vostri due voti, è vero, però se mia nonna avesse i baffi sarebbe mio nonno e quindi è chiaro che la situazione è questa. Altra cosa è l'opportunità di cavalcare una battaglia su qualcosa che, in realtà, si è votato e per cui si è in qualche modo complici. È una questione di opportunità, anche perché poi rischia il sillogismo tra il fatto che esiste un comitato e voi in qualche modo ne fiutate la portata e ne cavalcate la battaglia: questo sillogismo che si concluda con una sorta di sensazione propagandistica diventa evidente. È proprio sotto questo punto di vista che dico per una questione di opportunità, probabilmente si poteva fare diversamente.

Chiudo con una domanda. A onor del vero dico che voi due, colleghe Minelli e Guichardaz, ovviamente voterete convintamente la mozione, e questo esprime la coerenza di una battaglia in cui credete e andate fino in fondo, è giusto. Quello che mi lascia abbastanza perplesso è che comunque, da parte della maggioranza, io non ho sentito iniziative alternative, non ho sentito alternative. Noi abbiamo detto che noi non partecipiamo al voto, non perché ce ne laviamo le mani, ma perché noi crediamo in un altro percorso che noi abbiamo avviato. Sono cartucce che non sono a salve, neanche petardi, probabilmente sono cartucce vere quelle che noi spendiamo per una questione di giustizia, di coerenza, di regolamento, poi può darsi che non arriveremo al bersaglio, questo è possibile, però noi le abbiamo spese in questi termini. Per questo noi non ce ne laviamo le mani, però invece chi ha dichiarato di astenersi nell'ambito della maggioranza, non ha dato delle alternative. Questo va dato atto.

Presidente - Per dichiarazione di voto, il collega Marquis.

Marquis (FI) - La mia è solo una breve replica alle considerazioni che ha fatto sul mio intervento la collega Minelli, quando ho evidenziato che il punto 1 contrastava con il punto 2. Ebbene collega, riconfermo la posizione e a maggior chiarimento, in funzione di quello che lei ha replicato, aggiungo: lei ha detto che se c'è un problema, bisogna metterlo a posto. Il fatto che un'opera susciti del clamore, delle perplessità, non significa che si è concretizzato un problema. Il problema si concretizza nella misura in cui non c'è rispetto delle regole, che potrebbe emergere dall'esame del punto n. 1 che ha proposto, quindi se non c'è il rispetto delle regole, c'è un problema, diversamente il problema non c'è. Quindi riteniamo che sia profondamente sbagliato e diseducante anche nei confronti dei messaggi che si mandano all'esterno, che la politica comunque può decidere e deliberare su situazioni di questo genere quando la questione è prettamente di carattere amministrativo; un carattere amministrativo su cui la politica non ha nessuna possibilità di incidere in funzione della separazione dei ruoli.

Presidente - Collega Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Apprendo dalle parole del collega Distort che probabilmente io ho delle sembianze ferine, visto che mi dice che per la prima volta ho delle sembianze umane; non homo sum ma mulier sum, che sia ben chiaro, perché così è.

Poi c'è questa accusa a voler cavalcare una battaglia e quindi in qualche modo a farsi propaganda sulla base e rivolgendosi a 30 mila persone. Non so se voi avete veramente il senso della misura e possiate pensare che si voglia intercettare un consenso legato alla presenza di 30 mila persone; abbiamo obiettivi molto più modesti. Poi però, d'altra parte, c'è qualcuno che, sempre nell'ambito delle discussioni che avvengono in quest'aula, dice una cosa diversa: "Qui si cavalca la presenza di comitati che si costituiscono e si cerca di intercettare"; altre volte si dice "Fate fare la raccolta a qualcuno per poi poter essere interpreti". Tutto questo denota un problema, secondo me, legato al rapporto che ci deve essere con chi sta all'esterno di quest'aula. È un problema che sinceramente noi non abbiamo: c'è chi ha idee diverse dalle nostre, chi le ha simili, chi sta a metà. Se un'idea è confacente a quelle che sono le nostre, quelle che riguardano il progetto politico, la parte politica che intendiamo portare avanti, crediamo che sia legittimo sia sostenerle quando arrivano dall'esterno, sia promuoverle; non penso che ci sia niente di strano e mi pare che sia una cosa che facciano a livelli diversi un po' tutti.

Riguardo alle valutazioni che ha fatto il collega Chatrian. Non ha detto esattamente il collega Chatrian che se noi non avessimo votato, sarebbe passata lo stesso la legge; ha detto un'altra cosa: ha detto che gli effetti sarebbero stati gli stessi, eccetera. Nonostante questa sua precisazione, torno a dire che dal mio punto di vista, ovviamente non dal punto di vista del collega Chatrian, ma dal mio punto di vista, c'è stata una leggerezza nell'approvare quell'articolo e non ho problemi a ricordarlo.

Quello che invece non condivido sono le ultime osservazioni del collega Marquis, perché lui dice che non bisogna far apparire all'esterno che la questione è legata a una mancanza di rispetto della normativa. Nessuno di noi ha detto che c'era una mancanza di rispetto della normativa. Lei dice che il problema c'è se è legato al rispetto delle regole; il rispetto delle regole non abbiamo detto che non c'è stato. Nel significato dell'impegno, c'erano - lo ribadisco - due cose: richiedeva un esame minuzioso delle caratteristiche del progetto e poi si chiedeva di evitare la realizzazione nei termini del progetto attuale. Nei termini del progetto attuale vuol dire con quelle caratteristiche e mi sembra anche che, tornando all'intervento del collega Chatrian, riguardo a quelle che sono le dimensioni, le caratteristiche rispetto al contesto di certi interventi, c'è un'ipotesi o comunque, non so come chiamarla, una volontà di intervenire.

Sicuramente, ne do atto al collega Distort di averlo rivelato, si è discusso del tema e io spero, mi auguro per lo meno, che la discussione non sia fine a sé stessa o a respingere una mozione, perché l'obiettivo ovviamente non è questo. Ma se già c'è un'intenzione, una volontà di andare a rivedere questa parte legata alla questione urbanistica, a me sembra che sia un piccolo passo avanti.

Sulla questione della Legge casa ovviamente le idee sono diverse. Io resto convinta che è mancato un monitoraggio, che non è dal 2020 al 2023 o da dicembre 2020 a maggio 2021. È un monitoraggio che non c'è stato in maniera sufficiente dal 2009 in avanti, quindi in questo senso c'è una carenza grossa e credo anche che, alla luce delle evoluzioni che ci sono state dal 2009 al 2023, quella legge debba essere rivista, così come altri strumenti urbanistici su cui già si sta facendo una riflessione e su cui si sta intervenendo.

Presidente - Per dichiarazione di voto, l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.

Guichardaz J. (FP-PD) - Solo perché sono stato variamente interpellato. Collega Distort, io francamente non capisco qual è il livello dell'intervento politico che lei pretende dall'amministratore. A parte che la questione non è una politica, e lei lo sa bene. Da diversi decenni, proprio per evitare pressioni - come è stato ribadito peraltro in Commissione, dove non mi pare peraltro abbiamo abbandonato la Soprintendenza, anzi, abbiamo appoggiato la Soprintendenza, l'abbiamo accompagnata, abbiamo ascoltato e siamo intervenuti laddove si doveva intervenire politicamente - l'Assessore non firma più i permessi e le autorizzazioni, proprio per evitare che su ogni conflittualità, come la definisce lei, ci sia un intervento ultroneo del politico di turno. Non credo, io ritengo, giovi sapere che cosa pensi io dell'opera del Breuil, dell'opera che la mozione definisce enorme e sproporzionata. Io non sono un tecnico, e anche se lo fossi credo che sarei tenuto comunque da assessore a non intervenire con le mie impressioni, esternando e facendo valere il mio gusto estetico, il mio senso delle proporzioni e le mie eventuali competenze.

Ho letto anche io, ma dopo, e questo gliel'ho detto in Commissione, le motivazioni delle autorizzazioni rilasciate dalle strutture regionali e non ho le competenze, se anche le avessi, al contrario comunque delle colleghe Minelli e Guichardaz che ho scoperto essere urbaniste oltre che paesaggiste, non ho le competenze per dire che la Soprintendenza avrebbe dovuto opporsi, con motivazioni peraltro in contrasto con il quadro legislativo e gli indirizzi del Comune di Valtournenche, come ha ben detto peraltro il collega Marquis prima.

A me - e qui arrivo alla conclusione - piacerebbe che la politica parlasse con gli atti e con le procedure che gli sono concessi e che le eventuali conflittualità siano affrontate con atti legislativi che il Consiglio, non necessariamente l'esecutivo, può inserire. Il collega Distort peraltro è molto più competente di me nella normativa di settore e credo possa anche dare il suo contributo nell'eventuale iter di modifica di norme che lei ha più di una volta dichiarato inadeguate e insufficienti. La conflittualità potrebbe così essere affrontata con strumenti e con modalità chiare, generali, astratte, efficaci, come devono peraltro essere le leggi e le norme, e non credo con interventi discrezionali ed estemporanei della politica, ma soprattutto del politico di turno.

Presidente - Per dichiarazione di voto, il collega Malacrinò.

Malacrinò (FP-PD) - Questa mattina siete state accusate a più riprese di fare iniziative solo per fare propaganda. Purtroppo non ho potuto partecipare alla riunione della III Commissione che ha analizzato la questione oggetto di quest'iniziativa consiliare, dunque dichiaro fin da subito la mia non piena conoscenza della situazione, delle relative problematiche e in generale della materia. Ci sono sicuramente dei colleghi presenti in aula più ferrati di me e sono infatti tutti intervenuti.

Nei giorni scorsi però si è molto parlato in merito a un altro progetto che insiste sul Comune di Aosta. Leggo un estratto di quanto ho trovato su una testata on-line dal titolo "Il condominio della discordia all'Arco d'Augusto". L'articolo continua così: "Fa discutere un progetto di iniziativa privata che ha ottenuto il parere positivo della Soprintendenza ai beni culturali, ma è stato bocciato dalla Commissione edilizia". Io non so se sia corretto fare un'analogia tra i due progetti, ma a naso sembrerebbe di sì. La differenza sta nel fatto, però, che nel caso del Comune di Aosta il progetto è stato anche bocciato a più riprese dalla Commissione edilizia. Dunque la situazione sembrerebbe anche più complicata.

Nella giornata di ieri, è emersa inoltre la continua e giusta collaborazione con i vostri colleghi del Comune di Aosta. Visto che vi ergete a paladini della coerenza, del programma e delle idee, immagino che non avrete problemi a proporre la stessa iniziativa in Consiglio comunale per bloccare il progetto da me citato. Tra l'altro l'assessore di riferimento, che fa parte della vostra forza politica, di una delle due colleghe - prima ha detto anche che c'è un sentire comune e delle idee comuni - immagino possa essere sicuramente in linea soprattutto con la seconda impegnativa che recita così: "Definire tutte le iniziative opportune a evitare la realizzazione dell'opera". Aspetterò dunque con ansia di vedere depositata un'iniziativa simile, altrimenti potremmo leggere anche da parte vostra un atteggiamento pilatesco e confermerete le accuse di questa mattina.

Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola alla collega Erika Guichardaz.

Guichardaz E. (PCP) - Non per dichiarazione di voto, o meglio, dichiarando che convintamente voto a favore di questa mozione, prendo spunto dagli ultimi due interventi per dire che i colleghi sanno benissimo, avendo lavorato con noi un periodo, che non è che ci ergiamo oggi a urbaniste, paesaggiste o altro, ma lavoriamo con dei gruppi di persone che si occupano anche di queste materie e di cui noi naturalmente abbiamo piena fiducia.

Capisco che per persone che non appartengono, ed è stato dimostrato chiaramente anche ieri da alcuni interventi rispetto a una mozione dove si evidenziava cosa dice il vostro partito nazionale e come vi comportate voi in quest'aula, noi invece siamo abituati a lavorare insieme. E sinceramente, le iniziative da proporre o da condividere con il gruppo comunale, le decidiamo noi e non voi!

Presidente - Mi scusi collega Minelli, perché se noi continuiamo a invocare il fatto personale, l'articolo 57 è abbastanza chiaro, cioè non è che ogni volta che uno è menzionato può intervenire dicendo che è un fatto personale, abbia pazienza. Qua c'è un giusto dibattito, io non credo, se questo è fatto personale, di doverle dare la parola. Espliciti cosa intende per fatto personale.

Minelli (PCP) - Intendo rispondere brevissimamente al collega Malacrinò che ha chiesto se abbiamo intenzione di intervenire. Vorrei semplicemente dirgli che sulla questione che lui ha sollevato, abbiamo intenzione di intervenire.

Presidente - Io direi che abbiamo fatto un ampio dibattito. Collega Manfrin per dichiarazione di voto.

Manfrin (LEGA VDA) - Ho preso atto delle ultime dichiarazioni, che mi hanno assolutamente interessato, da parte del collega Malacrinò che ha sollevato anche un argomento interessante. Il collega Malacrinò ha incentrato molti dei suoi due interventi sul Comune di Aosta e condivido entrambi gli interventi che ha fatto. Mi sento di condividerli assolutamente, anche perché penso che avrà anche modo di confrontarsi con il suo successore rispetto all'assessorato che ricopriva all'interno del Comune di Aosta, quindi sarà importante...

Voce fuori microfono.

... ha ragione, c'è una piccola modifica, ma sicuramente però una componente importante, quindi saremo anche curiosi di vedere cosa pensa del progetto. Mi pare che lei nel suo intervento abbia dichiarato che è contrario a quel progetto?

Quindi era un invito alle colleghe a dichiararsi contro, ma lei è a favore. Adesso abbiamo anche chiarito il tutto, perché era importante saperlo, visto anche le società interessate e visto anche gli incarichi politici che si intersecano in quelle cose. Era solo un chiarimento, tanto per identificare.

Anche a seguito di questo, noi convintamente non parteciperemo alla votazione.

Presidente - Collega Malacrinò espliciti il fatto personale.

Malacrinò (FP-PD) - Per un'interpretazione delle parole che non ho nemmeno detto, per cui non mi sembra il caso che Manfrin faccia ogni volta la sintesi di quello che viene fatto in aula. Anche per il futuro...

Presidente - Chiarissimo, grazie collega.

Direi che si può votare, non ci sono altre dichiarazioni di voto. La votazione è aperta.

Esito della votazione:

Presenti: 23

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 21 (Baccega, Barmasse, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Restano, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.