Oggetto del Consiglio n. 2290 del 6 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2290/XVI - Approvazione di mozione: "Predisposizione di uno schema di norma di attuazione dello Statuto speciale per l'istituzione di zone franche urbane e di montagna all'interno del territorio regionale".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo l'ordine del giorno interrotto ieri sera: punto n. 64. Consigliere Aggravi per l'illustrazione.
Aggravi (LEGA VDA) - L'article 14 du Statut spécial de la Vallée, on le connaît : "Le territoire de la Vallée d'Aoste est placé en dehors de la frontière douanière et constitue une zone franche. Les modalités de réalisation de la zone franche seront établies en accord avec la Région et fixées par une loi de l'État". Un article qu'on pourrait dire composé de deux éléments : un fait réel, celui de placer en dehors de la frontière douanière la Vallée d'Aoste, et un principe plus général, celui de l'entente avec l'État.
Ce qui est arrivé, on le connaît. Surtout pour ce qui est du premier principe du fait réel, le temps est passé et, avec l'introduction du code des douanes de l'Union européenne et la chute surtout des douanes, disons que ce premier principe est un peu plus compliqué. Au contraire, c'est lui de l'entente reste et est capital dans les Statut spécial de la Vallée d'Aoste, et on pourrait dire, dans le fédéralisme mondial. On l'a même rappelé mardi, lors de la présentation de l'étude sur les fonctions du Président de la Région : l'entente avec l'État est fondamentale dans notre système d'autonomie, et on dirait dans le fédéralisme.
Ancora più interessanti sono i contenuti della discussione che citiamo nelle premesse, tenutasi l'8 marzo 1948: in Consiglio regionale era l'oggetto n. 31 del 1948, rubricato "Attuazione della zona franca in Valle d'Aosta". Cito questa discussione perché, al di là di alcuni passaggi, che io direi simpatici, come quelli dei baraccamenti provvisori che si pensava di fare sulla linea di confine di Pont-Saint-Martin, ci sono alcuni principi che, in realtà, dovrebbero essere considerati con particolare attenzione, anche a fronte di alcune considerazioni, pubblicazioni, dichiarazioni che vengono fatte oggi sulla questione della zona franca. Ci sono dei passaggi - lo cito io, assessore Caveri - tra il presidente Caveri e il geometra Pareyson che effettivamente sono ancora attuali. In particolare, sono il passaggio delle sovrattasse che si pensava potessero essere applicate ai beni oggetto di importazione, perché portando la Valle d'Aosta fuori dalle linee di confine sostanzialmente la maggior parte potremmo dire forse poi in prospettiva dei prodotti sarebbero stati importati, quindi sarebbero state applicate - e giustamente l'Amministrazione si attrezzava - delle soprattasse per fare poi bilancio; semplifico. È un principio che molti non conoscono e non considerano, ma che è alla base del finanziamento delle casse del Comune di Livigno, che ha le sue entrate non tanto in una sorta di riparto fiscale, ma nell'applicazione di queste sovrattasse. Effetto un po' particolare, che già all'epoca qualcuno in questa discussione disse che poteva anche creare degli effetti distorsivi o anche il contrario di quello che si pensava di fare. Ovviamente poi il resto è storia ed è complicato fare la storia con i se e con i ma. Potremmo dire della mancata applicazione della zona franca integrale all'epoca, e tutto quello che abbiamo poi vissuto, in particolare se vogliamo quello che è stato una sorta di contingentamento, perché poi in questa discussione c'erano appunto le due scuole di pensiero; c'era soprattutto un forte interesse degli allora industriali che erano preoccupati di perdere una sorta di vantaggio competitivo. Ricordiamo che eravamo nel dopoguerra, quindi non è che si usciva proprio da una situazione agevole, ricordiamo anche spesso che la grande industria aveva delle logiche molto più complesse e soprattutto votate alla ricostruzione di quello che era tra l'altro un'industria di Stato sostanzialmente, perché sotto il regime fascista ma anche qualcosa prima, era lo Stato che faceva una pesante attività nel sistema economico. Il dopoguerra ha un po' meno di Stato, poi in realtà potremmo dire che dalla nascita dell'ENEL abbiamo visto il ritorno delle partecipazioni statali; semplifico, anche perché l'industria elettrica in Valle d'Aosta ha fatto il suo.
Ci sono poi nella storia di questa questione, e le citiamo in premessa, una serie di proposte, di disegni di legge che sono stati presentati nel Senato della Repubblica. Ne citiamo alcuni, in particolare del senatore Chabod, nel 1959, nel 1963, del senatore Fillietroz, nel 1775, e una serie di passaggi che non sono stati citati, ma che potremmo riassumere in quello che viene chiamato il riparto fiscale.
Ci sono poi sul tavolo tutta una serie di esperienze che si sono sviluppate. Rimango in Europa per ovvi motivi e rimango tra le realtà che erano regolamentate dal codice delle dogane dell'Unione. In generale sono zone economiche speciali, perché ognuna ha la sua storia, il suo percorso, le sue possibilità. É una nozione che ricomprende tutta una serie di realtà con fiscalità differenziate, quindi abbiamo delle zone franche limitate a questioni di sviluppo industriale, abbiamo zone franche storiche, zone di confine, distretti per l'innovazione, e poi l'esperienza delle Zones franches urbaines francesi, che ha proprio l'obiettivo di recuperare delle aree in grande difficoltà o comunque post uno sviluppo, in quel caso industriale, che non c'è più nella nostra Europa.
Tutte queste esperienze, tra l'altro, sono state oggetto di un convegno e di una pubblicazione molto interessante promossa dal Consiglio regionale, "Flessibilità fiscale, zone franche. Profili giuridici e finanziari", che costituisce, secondo almeno il mio modesto parere, un'ottima base rispetto a quello che può essere un discorso futuro che questa mozione vuole portare all'attenzione del Consiglio.
In particolare, ci fu una proposta, con un ordine del giorno presentato nella discussione del DEFR del bilancio nel dicembre 2021, con la quale si proponeva, partendo dalla storia della Valle, dalle esperienze europee, dai lavori fatti da questo gruppo di studiosi promosso dal Consiglio Valle e anche da quelli che erano in quel momento, ma che poi in una forma differente in realtà erano anche le azioni che in parte stava conducendo la maggioranza di allora, ma possiamo dire che c'è una continuità in realtà abbastanza trasversale su questo passaggio che parla punto della zona franca della ricerca, o comunque tentativi di portare avanti questo discorso magari anche in altre forme, un ordine del giorno che proponeva la costituzione di una commissione speciale per l'analisi dell' applicazione delle previsioni dell'articolo 14, nell'ambito dell'attuale quadro normativo comunitario di riferimento. Perché non possiamo fare finta di nulla, dal 1948 a oggi il mondo è notevolmente cambiato, i sistemi tributari pure, i codici doganali e l'introduzione di tutta una serie di accordi bilaterali e quant'altro hanno fatto cadere tutta una serie di previsioni che, in realtà, all'epoca stavano nascendo, proprio perché, ripeto, siamo nel dopoguerra e questo non dobbiamo dimenticarcelo, perché comunque la Valle d'Aosta era una realtà estremamente povera e complessa, e sarebbe assurdo oggi dimenticarsi anche delle radici che c'erano e della struttura sociale della nostra realtà, molto rurale. In realtà c'era uno scontro, lo si vede già, ad esempio, nella dichiarazione di Chivasso e qualcuno dovrebbe anche porsi queste questioni, perché si parla della preoccupazione per la grande industria - l'ho detto prima - e dall'altra parte di un mondo rurale che, in realtà, era notevolmente in difficoltà e non vedeva riconosciute tutta una serie di prerogative. Tra l'altro è anche interessante ragionare sul fatto che era un'industria soprattutto di Stato, e questo è un principio che vorrei sottolineare.
Detto questo, l'obiettivo di questa mozione era volutamente un po' provocatorio, perché da parte di chi sta al di qua del tavolo è necessario fare delle giuste provocazioni. La proposta provocatoria, lo dico subito, poi sicuramente penso che interverrà il Presidente con il quale abbiamo poi concordato una forma che potesse trovare soprattutto una larga condivisione all'interno del Consiglio, era quella di partire da questo principio, soprattutto dalla seconda parte dell'articolo 14, ma comunque dal principio dell'intesa e dal principio che un diritto e una possibilità c'è scritta nella nostra Costituzione regionale, di predisporre uno schema di norma di attuazione che cerchi di attualizzare, allo stato attuale, quelle che sono le previsioni di zone franche.
In Italia in realtà abbiamo avuto tutta una serie di normative, anche queste calate dal centro alla periferia, di zone economiche speciali, soprattutto in realtà del sud Italia: realtà in difficoltà, realtà che avevano subito anche delle calamità naturali. Abbiamo anche ulteriori esperienze che non hanno poi trovato una quadra soprattutto, perché poi il principio dell'intesa è fondamentalmente trovare un equilibrio fra le necessità del territorio e la volontà dello Stato, perché purtroppo è con questo grande moloc che abbiamo a che fare. In particolare ci sono, ad esempio, delle proposte di legge della Sicilia, tanto per citarne una, mi sembra che sia del 2011, proprio per la realizzazione di zone franche di montagna.
In questo caso noi chiedevamo di predisporre uno schema di norme di attuazione che partendo dall'articolo 14 potesse istituire, permettere l'istituzione da parte della Regione, di zone franche all'interno del territorio regionale, sul modello delle zone franche urbane o di montagna, istituite a livello comunitario, ovvero anche delle zone economiche speciali già istituite dallo Stato, perché comunque c'è un principio e c'è soprattutto un'esperienza già presente.
Va detto, e si vede nell'ambito degli studi e delle ricerche fatte, che in alcune aree le zone economiche speciali non hanno proprio sortito l'obiettivo che ci si prefiggeva, perché oggettivamente, se non c'è già un tessuto predisposto allo sviluppo, non basta la semplice previsione per andare a svilupparsi. D'altra parte, come ebbe a dire un mio professore di storia economica, non basta prevedere una zona franca nel deserto, perché bisogna trovare l'investitore o comunque l'imprenditore che voglia investirvi, altrimenti saremmo pieni di industrie ovunque; ed è realmente così, perché poi ci sono dei fattori che gli imprenditori valutano prima di tutto: i trasporti, i servizi, la burocrazia, i rapporti con lo Stato. Quindi quello che si vede oggi, soprattutto nelle ricerche di natura economica più che giuridica, è che le zone economiche speciali funzionano meglio laddove c'è già un tessuto predisposto. Possono essere utili e volàno allo sviluppo.
Si chiedeva, nel termine di sei mesi, di trasmettere il testo finale dello schema di parte regionale alla Commissione paritetica e via discorrendo. In realtà l'obiettivo è lo stesso obiettivo del dicembre 2021, di cercare di andare oltre quella pubblicazione che ho citato prima, che forse è anche direi il corpus di dibattimenti, di archivio del Consiglio regionale, perché, come ho citato prima quello dell'11 marzo 1948, io penso che sia necessario comunque non dimenticarsi dei percorsi che sono stati fatti, perché sono effettivamente utili al futuro. L'obiettivo è di mettere in piedi finalmente uno studio o una valutazione definita, che abbia un obiettivo non meramente accademico ma pratico-operativo, per poter arrivare ad avere una situazione più chiara delle possibilità che oggi ci sono, per non lasciare nel cassetto o non lasciare nella nostra storia fermo il principio dell'articolo 14, perché ci sono delle realtà che in Europa, e non vado oltre, hanno già fatto qualcosa, stanno facendo e lo stanno facendo soprattutto in chiave moderna.
Cito in particolare le Zones franches urbaines, perché effettivamente questo è un esempio che ha dato dei risultati, anche perché dobbiamo essere molto oggettivi: non siamo Gibilterra, non siamo Lussemburgo, non siamo Sur de Almeria, siamo una realtà diversa. E con il fatto di essere tra l'altro in montagna, o comunque di avere delle aree che hanno e che avranno uno svantaggio competitivo nei confronti di altre realtà, anche il trattato di funzionamento dell'Unione europea ci può venire in soccorso, perché è vero che spesso si parla del principio di insularità, ma c'è anche un passaggio che riguarda appunto la montagna.
A fronte di questo, nella giornata di ieri, c'è stata un'intesa, un po' come dovrebbe avvenire con lo Stato, e si è cercato di rivedere il testo finale. Qualcuno poi ha raccolto le firme dei rappresentanti, non so se di tutti i gruppi o comunque di vari gruppi del Consiglio, per riuscire a trovare un'intesa che possa, sempre nel giro di sei mesi, approfondire tutto questo complesso quadro normativo, al fine di verificare la fattibilità della previsione di una norma di attuazione, che tenga conto sia delle nostre opportunità e possibilità, ma anche io direi delle esperienze europee, perché lì abbiamo già una storia e un'esperienza di aggancio sulla quale poter costruire qualcosa, e che possa magari questo essere anche utile rispetto a quella zona franca della ricerca e dello sviluppo che prima o poi arriverà in Commissione e quindi io mi auguro anche in Consiglio.
Io penso che la finalità vera di questa mozione, come lo era già dell'ordine del giorno, è quella di cercare di avere un prodotto completo che ci possa dire che cosa oggi materialmente si può fare di questo principio e possa anche essere utile a interloquire con lo Stato perché, che ci piaccia o no, è quello il soggetto di riferimento con il quale dover trovare una quadra. Forse una realtà piccola come la nostra può anche trovare delle aree di facilitazione in alcune previsioni, soprattutto se dimostriamo, e penso che questo sia un principio di autonomia fondamentale, di saper fare le cose a modo nostro e soprattutto con le nostre possibilità. Non a caso si citava e si cita la norma di attuazione, la n. 184 del 2017, in materia di coordinamento e di raccordo di finanza statale e regionale.
Penso anche, e qui concludo, che questo studio, questi sei mesi, potrebbero essere poi anche utili a creare una base utile alla revisione, all'aggiornamento o ad andare oltre l'accordo fiscale che si è definito nel 2018 e poi nei vari passaggi successivi, tra l'altro interessati anche dalla pandemia, con lo Stato centrale, perché prima o poi bisognerà metterci mano e rivederlo, e quindi, perché no, magari anche proporre allo Stato il fatto che noi siamo pronti, lo abbiamo dimostrato almeno in parte nella storia, ad essere autonomi realmente.
Quello che è il prodotto finale che mette insieme la mozione originale e la proposta del Governo, ho citato il Presidente per tutti, è una proposta che può finalmente dare gambe a una valutazione che può essere, io penso, utile non soltanto a noi oggi, ma anche poi in prospettiva.
Presidente - Con l'illustrazione della mozione, apriamo la discussione generale. Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Le collègue Aggravi a entamé la discussion avec une représentation historique de ce qui s'est passé par rapport à la zone franche, à l'article 14, prévue dans le Statut, qui à son temps nous donnait et nous permettait d'envisager une situation tout à fait particulière pour ce qui était des possibilités de pouvoir démarrer avec une zone franche dans notre communauté. Les temps ils sont changés et des nouvelles façons de régler ces systèmes se sont découlés dans le temps. Aujourd'hui, on doit aborder le problème ou la situation avec une façon différente, par rapport à ce que dans le temps on envisageait.
Évidemment, les considérations qui ont été soumises à cette Assemblée sont absolument partageables. On l'a déjà affirmé dans la présentation de notre programme de gouvernement : l'attention envers cette thématique est absolument forte de la part du gouvernement et de la majorité actuelle aussi. On essaiera de travailler avec honnêteté et au sérieux, pour essayer de comprendre quels sont les moyens et les attentions qu'on peut poser sur ce sujet, et pour chercher d'élaborer d'un point de vue technique, mais aussi politique, des solutions qui peuvent être soumises au gouvernement national.
Evidentemente ci sono dei passaggi per i quali non ci si può esonerare da una valutazione, perché ci sono state delle situazioni che si sono evolute e che hanno permesso la realizzazione all'interno del territorio nazionale di zone franche già citate, zone franche urbane o zone franche speciali, che sono state istituite però unilateralmente dallo Stato in funzione di situazioni di particolare disagio, di catastrofi o di eventi nefasti che ne hanno permesso l'istituzione, per cercare di rilanciare territori che sono stati fortemente colpiti da queste situazioni particolari.
Oggi quello che cerchiamo è qualcosa di più e di diverso dalla manovrabilità fiscale che c'è stata accordata nel 2017 e che già ci permetterebbe di fare un certo tipo di valutazioni, ma con risorse nostre. Penso che bisognerà cercare di capire, sia da un punto di vista tecnico che politico, quali potranno essere le situazioni da sviluppare in accordo con lo Stato, che ci permettano di trarre vantaggi, situazioni o impostazioni differenti sul nostro ordinamento anche fiscale.
Questa è l'idea che ci accomuna e che permette di assumerci oggi un impegno, che non è quello originario della mozione, che voleva già il deposito di una norma di attuazione presso la Commissione paritetica, ma di lavorare nei prossimi sei mesi per arrivare a una definizione di che cosa si può fare e di cosa invece bisogna ripensare o non si può magari mettere in atto nonostante i nostri intenti. Lo vogliamo però fare con molta serietà e con molta onestà anche intellettuale, perché non vogliamo creare false illusioni, ma neanche essere troppo remissivi. Vogliamo affrontare questo percorso con la serietà dovuta, così come si è fatto già in questi mesi, in questi anni, nel lavorare alla zona franca per la ricerca e lo sviluppo, che sarà oggetto di una norma che verrà presentata a breve dall'Assessore competente e che verrà sottoposta a questo Consiglio.
Vogliamo dare corso a quello che è un intento già espresso, come dicevamo prima, all'interno del programma di Governo. Ci assumiamo questo compito forti di altre interlocuzioni che si sono avute anche con altri gruppi che fanno di quest'argomento un loro cavallo di battaglia, ma che, lo ripeto, è qualcosa di assolutamente condivisibile se affrontato con le giuste attenzioni e con le giuste responsabilità.
Nell'annunciare che è stato depositato un emendamento complessivo che introduce, sia nelle premesse che nell'impegnativa, un impegno che è quello che abbiamo rappresentato poc'anzi, firmato da tutti i capigruppo di maggioranza e dal presentatore della mozione originale, il collega Aggravi, siamo assolutamente convinti che sarà un lavoro, comunque sia, utile a finalizzare un percorso corretto e obiettivo di quello che si potrà fare.
Presidente - Altri vogliono intervenire nella discussione generale? Consigliere Rollandin ne ha facoltà.
Rollandin (PA) - Je crois que le débat qui est en train de s'entamer aujourd'hui ait le même système et les mêmes considérations qu'on avait fait il y a dix ans. Je crois que c'est l'aspect qui a toujours obligé le système de dire : "Bon, on va pour l'instant essayer d'avoir les financements nécessaires pour activer ce qui est nécessaire et après on verra". Avec ce système, on est toujours allé d'un mois à l'autre, d'une année à l'autre, jusqu'à aujourd'hui. On a écouté l'autre jour une relation importante sur ce thème, mais je crois que l'aspect qui a toujours été à la base du débat sur ce thème était : si on va insister sur ce thème, quelle est l'attitude au niveau national devant les autres interventions qui sont indispensables pour notre Région ? Quelle est la réponse ? Deux ou trois fois on a eu justement un altolà de la part du national, qui avait dit : bon, vas-y avec la première situation, autrement, on va discuter de ce qui est le thème, mais pour l'instant on ne va pas donner la possibilité d'utiliser les fonds qui sont nécessaires. Et c'est un des points le plus délicat, d'essayer de comprendre s'il faut arriver jusqu'au fond pour prédisposer un système, ou par contre qu'il y ait des sacrifices à faire pendant la période. On ne sait pas jusqu'où on peut aller.
Je le dis sincèrement, car malheureusement, malgré des interventions même importantes au niveau romain avaient essayé de faire comprendre que ce qui pouvait être fait par la Vallée d'Aoste était un exemple, d'autres étaient là pour comprendre si la Vallée d'Aoste avait un essor positif ou non ; et la chose s'est toujours échoué. Alors, je le dis, car surement c'est important et les arguments qui ont été illustrés sont importants, mais il faut justement savoir jusqu'où on peut obtenir des réponses qui soient réelles. Autrement, on risque d'aller jusqu'à un point et après, bon : on va voir ça et pour l'instant on ne va pas donner des interventions romaines sur ce qui sont les exigences actuelles. Et là, malheureusement, on a toujours dû s'arrêter et aller de l'avant sur la possibilité d'avoir des financements nécessaires, mais pour l'instant ne pas aller jusqu'au bout sur ce thème.
Je le dis car il faudra sur ce thème essayer de se comprendre. Je demande d'un côté de quelqu'un qui travaille pour et l'autre qui justement doit prendre en considération ce qui est l'exigence réelle, concrète et d'actualité que nous avons, jour après jour. Je le dis car, autrement, on risque de faire un beau travail, mais lorsqu'on arrive au dernier point il faut s'arrêter et prendre acte que les nécessités sont urgentes. Il faudra, sur ce thème, se mettre ensemble pour comprendre jusqu'où on peut aller.
Presidente - Consigliere Chatrian.
Chatrian (AV-VdA Unie) - J'ai écouté le débat est sur un thème très délicat, que nous croyons absolument important, mais d'envergure. Donc nous savons très bien qu'aborder ce thème n'est pas facile. Le collègue a bien mis en évidence le parcours historique, d'un côté. Nous croyons extrêmement difficile, mais pas impossible, essayer de rejoindre le but le plus important. On a eu de nombreux débats à l'intérieur du Conseil pendant dix ans à peu près, même plus.
On a signé d'une façon forte cette motion présentée par les collègues. On a modifié, a bien dit le Président de la Région, surtout la partie la plus importante, celle de l'engagement. Donc, nous croyons engageant que le Gouvernement régional, les prochaines six mois, aille approfondir, aborder et essayer d'un point de vue juridique, surtout, de ne faire pas seulement le point de la situation, mais d'essayer de trouver le juste parcours pour aboutir. Sur le plan politique, qu'on a écrit à l'intérieur de notre programme de majorité, nous croyons important ce document, cette motion, et donc nous pensons qu'on puisse rejoindre l'objectif. Nous savons extrêmement bien que le thème est délicat et difficile, mais qu'on doit essayer d'une façon extrêmement importante.
Presidente - Siamo in discussione generale, altri si prenotano? Consigliere Lucianaz.
Lucianaz (LEGA VDA) - Rapidement, seulement un concept. Je remercie le collègue Aggravi qui a avancé cette intéressante proposition. A ce propos, j'avancerai une initiative au Conseil prochain : que ce Conseil, de quelque façon, rappelle le 90 ans de la Déclaration de Chivasso qui, si vous voulez, est au début de ces intéressantes requêtes institutionnelles, avec la volonté de rappeler ce moment et ces hommes qui ont eu le courage et les capacités de réclamer à l'État, qui n'était pas encore formé, mais qui sûrement allait se former dans cette période-là. Je tiens à rappeler au Gouvernement que ces gens avaient vraiment du courage. Sûrement ils ont eu le courage de demander des atouts, des droits qui ailleurs personne n'avait encore pas demandé. Même si le mouvement fédéraliste était plutôt occupé à chercher une résolution pour l'Europe unie, là, au contraire, à Chivasso, on a bien imaginé une nouvelle Italie, une nouvelle façon de gérer un État, et surtout les aspects fiscaux, qui sont toujours très intéressants pour le monde économique. Donc, bravo pour cette initiative, et espérons que cela aboutisse à quelque chose d'intéressante.
Presidente - Altri? Non vedo altre richieste. Intervengo brevemente, mi do la parola e mi scuso se parlo da questo scranno.
Credo che questo tema sia molto importante, sia qualcosa che arriva da distante, che arriva dalla storia di questa Regione. Ma pur arrivando dal 1948, in un contesto storico, politico, economico estremamente diverso, ha ancora una sua attualità.
Evidentemente il contesto, come dicevo, è completamente cambiato e anche la visione di questa disposizione statutaria deve cambiare e deve adattarsi al contesto attuale. Proprio per questo, per fornire al Consiglio regionale, ai Consiglieri e alla cittadinanza una valutazione, un documento sul quale poter approfondire una questione che ha sempre animato il dibattito in questa Regione, nel 2021 avevo promosso insieme all'ASA, l'Associazione dei costituzionalisti di Udine, un convegno, nel settembre del 2021, cui faceva anche riferimento il consigliere Aggravi, proprio per fornire una documentazione su quanto si faceva, sulle prospettive di questa importante disposizione statutaria, e anche per far sapere, a chi non lo sapesse, cosa si stava facendo relativamente alla zona franca e alla ricerca, che è un aspetto importante, sempre nell'ambito di questa possibilità.
Credo che sia fra le missioni di questo Consiglio anche fornire una documentazione di qualità, per permettere un dibattito che non sia soltanto retorico e non documentato su argomenti importanti. A certi Consiglieri i convegni non piacciono e non interessano, ma io, al contrario, credo che sia una missione di questa Presidenza, o per lo meno io la interpreto così, quella di fornire a tutti una documentazione e una riflessione al Consiglio evidentemente in primis, ma anche a tutta la cittadinanza. Sono argomenti, questi in particolare come dicevo, rivolti alla storia della nostra Regione, ma che hanno ancora una prospettiva importante in un contesto molto diverso, ma che devono essere affrontati, ovviamente con la serietà e con l'attualità che ne deriva.
Mettiamo in votazione la mozione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 35
La mozione è approvata all'unanimità.