Oggetto del Consiglio n. 2288 del 5 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2288/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno ad approfondire il tema della rappresentanza di genere nella composizione della Giunta regionale attraverso un parere dell'Avvocatura regionale e audizioni in I Commissione".
Bertin (Presidente) - Punto n. 63. Illustra la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Questa mozione è direttamente collegata all'interpellanza che il nostro gruppo ha depositato il 10 marzo scorso e che è stata illustrata questa mattina dalla collega Guichardaz; non soltanto, richiama anche le considerazioni che abbiamo più volte esplicitato riguardo alla rappresentanza di genere, in ultimo il 23 febbraio scorso durante il dibattito sulla nuova Giunta e sulla sua composizione.
Successivamente all'elezione di questa Giunta, tutta al maschile, che è un caso unico nel nostro Paese, molte sono state le voci che si sono levate da più parti contro questa scelta, perché si tratta di una vera e propria scelta, di una scelta volontaria e non di una scelta obbligata. Fra queste voci, in un'intervista che è stata pubblicata su "La Stampa" il 4 marzo, la professoressa Anna Maria Poggi, ordinaria di diritto costituzionale all'Università di Torino, ha affermato: "l'attuale composizione della Giunta regionale è in contrasto con il principio costituzionale della necessaria ricerca della parità di genere nelle cariche elettive".
Nella dichiarazione rilasciata dalla costituzionalista viene citato in particolare l'articolo 51 della Carta costituzionale e si afferma che la normativa regionale su tale materia è carente. Inoltre, secondo la giurista, sussisterebbe un vizio di legittimità nell'attuale composizione del Governo regionale.
Com'è logico, anche le Regioni a statuto speciale sono tenute al rispetto dei principi generali che si desumono dalla Costituzione e, in materia di parità di genere, le Regioni speciali sono dunque tenute al rispetto dell'articolo 3 della Costituzione, cioè alla garanzia dell'uguaglianza formale e sostanziale nel genere, al rispetto dell'articolo 51, secondo cui "tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini". E ancora il rispetto dell'articolo 117, laddove prevede che "le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica".
Dall'analisi di vari atti sul tema è emerso come la Corte costituzionale abbia precisato che in materia elettorale occorre bilanciare l'articolo 51 con l'articolo 67 sulla rappresentatività della Nazione, dunque non si possono forzare più di tanto le consultazioni elettorali attraverso il meccanismo delle quote garantite, perché ciò contrasta con la libera espressione degli elettori. Questo vale anche per le leggi regionali, tant'è che il sistema oggi più utilizzato è quello della doppia preferenza di genere, ma è proprio la doppia preferenza di genere a dimostrare che, quando c'è più di una posizione elettiva da attribuire, una deve essere del genere diverso, in questo caso del genere femminile. Se ci fosse solo una carica da attribuire, il genere sarebbe indifferente, mentre quando vi sono più cariche, il rispetto del genere è costituzionalmente obbligato. In questa prospettiva si colloca la questione che stiamo discutendo, cioè la composizione della Giunta valdostana, una Giunta elettiva, che ricade quindi a tutti gli effetti, oltre che nell'articolo 3 della Costituzione, anche nel 51.
Già durante la discussione dell'interpellanza il Presidente ha fatto riferimento al termine "possono" contenuto nell'articolo 51 come se appunto fosse una facoltà. Il termine "possono" che è contenuto nella norma, in base alle cose che sono state esplicitate, non vuol dire che chi attribuisce le cariche "può" e non "deve" garantire l'accesso alle cariche. Questo termine equivale a una posizione di sostanziale parità tra i due generi, "possono" cioè hanno la medesima attitudine a ricoprire identiche cariche, ma non si riferisce alla facoltà di chi elegge, che invece è obbligato al rispetto della parità di genere.
L'obiezione secondo cui nella maggioranza non vi sarebbero delle donne, e quindi non è possibile eleggerne una in Giunta, è un'obiezione inconsistente; addirittura rimarca che c'è una grossa criticità nella legge elettorale valdostana ma non esime il Consiglio regionale a ottemperare agli obblighi di parità, che sono contemplati nelle tre norme in questione e cioè negli articoli che sono stati citati. Risulta quindi, a nostro avviso, un obbligo costituzionale del Consiglio regionale a impegnare il Presidente a presentare una Giunta che contenga una presenza femminile.
Aggiungo alcune considerazioni circa il dibattito che si è aperto su quest'argomento nelle scorse settimane. Ho letto e ho ascoltato varie dichiarazioni, a partire da quella del presidente Testolin l'8 marzo a quella del Segretario del Partito Democratico e di altri secondo cui non sussistevano le condizioni politiche per la nomina di un Assessore nel Governo Testolin. Ho pure letto che secondo alcuni la legge elettorale, per questo specifico aspetto della rappresentanza di genere in Giunta, dovrebbe essere modificata perché, stante i suoi contenuti, non prevede delle alternative a una Giunta di soli maschi quando in maggioranza non ci sono donne. Ma non è così e basta leggere lo Statuto o anche soltanto avere un po' di memoria storica: il primo Assessore donna nella storia della nostra Regione, la professoressa Maria Ida Viglino, è stata nominata Assessora tecnica nel 1954, durante la prima consiliatura. Primo Assessore donna quindi ma anche primo Assessore tecnico, nel 1954, quasi 70 anni fa. Era ed è possibile nominare una donna in Giunta, un Assessore tecnico, basta volerlo. Certo per farlo bisogna che un uomo rinunci a quella poltrona e questa sì, francamente, mi sembra una mission impossible considerato quello a cui abbiamo assistito in 22 mesi, cioè dalle mie dimissioni fino alla nomina della nuova Giunta a inizio marzo!
A proposito anche di quelle mie dimissioni, ho pure sentito da parte di esponenti politici che proprio io non dovrei sottolineare la mancanza di una donna in Giunta visto che in Giunta c'ero e che bastava che restassi al mio posto. A queste persone non posso che rispondere dicendo che sono affette da analfabetismo politico, oltre che da superficialità, in quanto a conoscenza della situazione contingente e oggettiva e della questione della rappresentanza di genere. È stato interessante, nell'ambito dell'approfondimento che abbiamo cercato di fare in queste settimane, constatare poi l'esiguo numero di elette durante le sedici legislature dal 1949 ad oggi, quasi sempre una o due, qualche volta quattro, nella tredicesima e nella quattordicesima legislatura cinque, nella quindicesima, quella che è abortita prematuramente, otto, diventate poi eccezionalmente dieci con due surroghe, e soltanto quattro nel 2020, ora scese a tre dopo l'elezione di Nicoletta Spelgatti al Senato della Repubblica; dei numeri che ovviamente fanno riflettere.
Per tornare alla questione della rappresentanza di genere in Giunta, si tratta, come appare evidente credo a tutti, di una questione che necessita certamente di approfondimenti e di chiarimenti. Per questo la mozione che abbiamo presentato chiede al Consiglio di impegnare la Giunta regionale ad acquisire entro quindici giorni il parere dell'Avvocatura regionale circa la composizione della Giunta alla luce dell'articolo 51 della Costituzione e della normativa esistente. A questo proposito devo dire che ho poi letto anche la nota che è stata data dall'Avvocatura riguardo all'approfondimento per un'altra questione, cioè quella delle schede di cui si è discusso ieri e, nel momento in cui l'Avvocatura dice di essere alle dirette dipendenze del Presidente della Regione, il dubbio sul fatto che sia l'organo a cui chiedere un approfondimento in questo senso un po' mi viene, però l'Avvocatura dovrebbe comunque occuparsi anche di questioni che sono legate ad aspetti giuridici in questo senso.
Il secondo impegno che poniamo è al Presidente della I Commissione affinché preveda un approfondimento di questa questione e provveda ad audire la costituzionalista, professoressa Annamaria Poggi, in Commissione.
Presidente - La mozione è stata illustrata. Apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta. La parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Spero di non togliere spazio a qualcuno, se la Giunta vuole intervenire, cedo il posto ovviamente.
Ringrazio le colleghe perché hanno posto un argomento sicuramente interessante, quindi è opportuno anche fare alcuni chiarimenti. Innanzitutto credo che ci si debba fare due domande fondamentali: la prima è anche, secondo me, la più semplice e la più banale, perché questa mozione va nella direzione di garantire una preferenza di genere, una rappresentanza di genere, allora la domanda che faccio e che metto a fattor comune è quanti sono i generi? Perché questo dato è un dato che a volte varia, quindi se lei ci dice, collega, che i generi sono soltanto due, e che quindi eventualmente la proposta dovrebbe andare nella direzione di mettere una preferenza in più, io ne sono felice, abbiamo affermato un'altra volta, perché prima di lei fu la collega Pulz a dirlo in quest'aula, che i generi sono solo due, così almeno una parte del dibattito è archiviata. Esaminata e superata questa criticità, perché sennò dobbiamo mettere tre, quattro, diciotto preferenze, pare che adesso Facebook ti dia la possibilità di scegliere fino a centocinque generi, quindi sarebbe anche difficile mettere una serie di generi così lunga e così ampia e sarebbe anche difficile mettere credo gli spazi sulla scheda, ma credo che finalmente questa sia l'occasione per porre delle domande al presidente Testolin e al presidente Bertin rispetto alla legittimità che questa Giunta ha.
Sono state infatti sollevate, e ringrazio la collega, diverse criticità, e non sono state sollevate le criticità proprio dagli ultimi arrivati, infatti abbiamo preso atto di una presa di posizione della nota Laura Boldrini, ex presidente della Camera, quindi una figura istituzionale importante. Il parlamentare Boldrini ci dice che quello che sta accadendo in Valle d'Aosta è incredibile e che si viola l'articolo 51 della nostra Costituzione, che afferma il principio di uguaglianza per l'accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. La stessa cosa ci dice Silvana Accossato, consigliere regionale e presidente di Liberi Uguali Verdi del Piemonte, che chiede un intervento al Governo, e anche in tempi celeri, perché non è ammissibile che nel 2023 vi siano nelle Istituzioni situazioni discriminatorie che ledono in modo così palese la rappresentanza di genere, andando contro i basilari principi costituzionali. Il parlamentare Boldrini e il consigliere Silvana Accossato quindi ci dicono che questa Giunta è incostituzionale, peraltro assieme a Friuli-Venezia-Giulia, Piemonte e Sicilia, che non hanno la doppia preferenza di genere. Un altro intervento è del vicepresidente di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi, anche qui un parlamentare, che dice: "il Governo intervenga per ripristinare la legalità di genere - presidente Bertin, lei che è un paladino della legalità - alla Regione Valle d'Aosta - non so dove si trovi... -, dove il neo presidente Testolin ha nominato una Giunta mono genere: solo uomini e nessuna donna. Questa è una mastodontica discriminazione e uno sfregio alla nostra Costituzione, una situazione intollerabile e fuori dal mondo. Chiediamo un intervento del Governo in tempi celeri perché non è ammissibile che nel 2023 vi siano nelle Istituzioni situazioni discriminatorie che ledono in modo così palese la rappresentanza di genere andando contro i basilari principi costituzionali". Ce ne sarebbero molti altri, mi limito a questi tre.La domanda che mi piacerebbe fare e alla quale vorrei una risposta, presidente Testolin e presidente Bertin, è semplicemente questa: questa Giunta è costituzionale o viola l'articolo 51? Una domanda molto semplice, banalmente perché se questa Giunta è legittimata nella sua azione, la questione non si pone, se invece questa Giunta è incostituzionale, allora a questo punto non può proseguire la sua azione di governo. Questo è quello che avrei voluto chiederle se lei mi avesse fatto parlare nello scorso Consiglio, presidente Bertin, non l'ha voluto fare, approfitto dell'occasione; spero che anche lei potrà prendere parte a questo meraviglioso dibattito. Chiederei quindi a entrambi i Presidenti di rispondere a questa banale domanda, se questa Giunta è incostituzionale, dovete immediatamente smettere di fare qualsiasi cosa e tutto quello che avete fatto dal momento in cui siete stati eletti ad oggi è assolutamente nullo; se invece questa Giunta è costituzionale, la questione delle colleghe non si pone.A questo si affianca una questione politica che ritengo assolutamente interessante e a questa io credo che soltanto il presidente Bertin, unitamente al gruppo delle varie sigle costituite, Partito Democratico e Progressisti che non si riconoscono in PCP, che una volta erano in PCP ma sono usciti e hanno fatto una sigla diversa... cioè sarebbe carino che qualcuno rispondesse a quello che ha detto sempre il parlamentare Laura Boldrini, ovvero "il PD - almeno tre o quattro soggetti afferenti il PD ci sono - che sostiene la Giunta non può condividere questa scelta che contrasta palesemente con i valori fondanti del Partito Democratico, ribaditi recentemente anche nel Manifesto dei valori". Questa non è una questione costituzionale, è politica, quindi magari a questo si può dare una risposta se ve la sentite, sennò si può leggere quello che ha scritto il Segretario del PD e su questo devo dare ragione alla collega Minelli, perché qui qualcuno gioca a fare la persona che è sbarcata ieri da Marte. Il Segretario del PD ha detto: "non ci sono donne perché non ci sono donne elette e per un'Assessora tecnica non c'erano le condizioni politiche. Appare evidente che il problema esiste e non può essere nascosto, allo stato attuale non è stato possibile garantire la presenza femminile in Giunta per oggettive difficoltà, ma ciò impone a tutti la necessità di procedere celermente affinché si possa quanto prima risolvere la questione". Ancora: "il PD ritiene che la riforma elettorale, con la necessaria previsione della preferenza di genere e l'obbligo di entrambi i generi in Giunta non sia più rinviabile e debba diventare la priorità di questo Governo". Presidente Bertin e caro gruppo di progressisti riuniti e solidali, la soluzione è semplice, non c'è bisogno di una riforma elettorale, c'è la possibilità di nominare un Assessore tecnico, quindi, assessore Guichardaz, se lei che è del Partito Democratico, mi pare di ricordare, condivide quello che è scritto qui, è sufficiente che si dimetta e lasci spazio a una donna, penso che ne abbiate nel partito, no? Qui in Valle d'Aosta, una capace immagino... perfetto, allora la soluzione è già trovata, non c'è bisogno di fare una riforma elettorale, la soluzione è qua e ce l'abbiamo davanti agli occhi!Ce n'è una un pochino più complessa: lei, assessore Guichardaz, potrebbe dire a tutta quest'Aula che lei si percepisce come donna, sta succedendo in maniera piuttosto importante in questi ultimi tempi. Credo che sarebbe sufficiente questa sua dichiarazione per poter risolvere alla radice il problema. Io non credo che le colleghe avrebbero nulla da ridire, se lei si percepisse come tale, come tale andrebbe rispettata, è un'altra soluzione.A fianco a questa questione politica però se ne pone un'altra. Giustamente è stato fatto il nome di Maria Ida Viglino, che era assessore tecnico, perché non c'erano ancora le oscenità linguistiche che vengono inventate oggi e Maria Ida Viglino non ha avuto bisogno di obblighi in Giunta o di preferenze di genere per poter prendere l'incarico che ha avuto perché le sue capacità parlavano per lei e non penso si sia messa a piangere perché non c'era la garanzia della preferenza della percentuale del 35 o di quella di genere. Non è successo nemmeno a una certa Maria Celeste Perruchon che - ve lo dico perché ho scritto un libro sulla storia elettorale della Valle d'Aosta - è colei che ha preso più preferenze nella storia elettorale della nostra Regione. Sapete quante preferenze ha preso in un'unica tornata? Ha preso 31.000 preferenze personali, e non c'era la preferenza di genere, eppure è stata la più votata di tutti i tempi.Quello che vorrei dirvi - ed è stato ricordato dall'alto del fatto che la Lega, soprattutto in questa Regione, ha indicato la prima donna Presidente, che è stata eletta non in virtù delle quote rosa o delle preferenze di genere, la prima Senatrice eletta non in virtù delle preferenze di genere o delle quote rosa... e ha avuto anche la prima candidata donna di colore, Sandy Cane, non so se qualcuno se lo ricorda, ma è stato così - è che in realtà il Segretario del PD ha centrato uno dei punti, sorprende un po', colleghe, che la proposta arrivi da voi che siete state paladine della preferenza unica, che hanno esercitato i loro effetti in questa legislatura. Voi siete state paladine della preferenza unica e questo è il risultato. Allora non è che si può scegliere a ogni elezione quello che si vuole perché, da una parte, c'è il controllo, dall'altra parte non ci sono abbastanza donne, perché io credo che un sistema perfetto non ci sia, però anche cambiare idea ogni volta credo sia parecchio pernicioso.Riassumendo quindi, presidente Bertin e presidente Testolin, fareste, secondo me, un grosso servizio alla nostra democrazia regionale nel rispondere banalmente alla domanda che vi ho fatto: questa Giunta è incostituzionale oppure no? Risolviamo immediatamente una serie infinita di questioni e lei, presidente Bertin, che cosa pensa alla luce delle dichiarazioni di un esponente nazionale di un partito in cui credo pure lei faccia riferimento, così come il suo gruppo? Ci dica qualcosa anche lei, assessore Guichardaz, se ha intenzione di fare delle dichiarazioni importanti, di dimissioni o di altro, o il gruppo del Partito Democratico e tutto il resto del circondario se ha intenzione di seguire le indicazioni che sono state fornite a livello nazionale, oppure se ritengono di dover stare in silenzio, come hanno fatto, per esempio, durante la votazione di questo nuovo Governo e di questa maggioranza.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Buonasera a tutti in questa bella serata e fresca soprattutto. Una mozione che ha una grande rilevanza e che appunto necessita di approfondimenti, perché il tema è la mozione, senza banalizzare come fatto in altre sedi o come fatto anche oggi. Sono necessari una serie di chiarimenti in un contesto normativo complesso e non sempre puntualmente e linearmente definito dalle norme in essere.Richiamandomi a una breve analisi a cui mi rifaccio obbligatoriamente e necessariamente, citerò una pubblicazione sull'ordinamento costituzionale italiano alla prova della democrazia paritaria da parte di eminenti autori.Credo che sulla mozione presentata dalle colleghe vadano distinti due fatti: il primo che l'originario articolo, come ha già citato la collega, della Costituzione, il n. 51, sia molto chiaro e riporto testualmente: "tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive, in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge e la Repubblica promuove, con appositi provvedimenti, le pari opportunità tra donne e uomini", quindi dichiarata sì come condizione di eguaglianza, ma lo stesso articolo non pone un obbligo. Il richiamo all'articolato potrebbe non essere sufficiente a sostenere un obbligo, sebbene le leggi emanate con molta sensibilità abbiano fatto molta strada in questi anni, come anche da chi presenta le liste e le candidature realizzando una maggiore rappresentanza del genere femminile. Noi siamo in ritardo, è evidente, in particolare negli organi collegiali in cui non si accede per elezione in questo momento ma per nomina, a carattere indubbiamente fiduciario dell'incarico, come è avvenuto a settembre 2020 e a marzo 2023.Il secondo fatto è la situazione della nostra Regione, in particolare in Giunta, oggettivamente ci troviamo oggi nella mancanza di rappresentanza dei due generi, non per volontà ma per situazioni pregresse che tutti conosciamo, cito il risultato elettorale, le scelte personali non condivise e personalmente penso frettolose. Ora, con il nuovo testo l'articolo 51 si fa carico la Repubblica, dunque, oltre che allo Stato, anche con le proprie leggi demanda agli organi delle Regioni e agli Enti locali il compito di promuovere le pari opportunità tra donne e uomini.Inoltre una sentenza che riporta brevemente e che riguarda un ricorso su una legge regionale della Valle d'Aosta, 9 febbraio 1995, la sentenza n. 422 del 12 settembre 1995, riporto testualmente: "spetta invece al legislatore individuare interventi di altro tipo, certamente possibili, sotto il profilo dello sviluppo della persona umana, per favorire l'effettivo riequilibro tra i sessi nel conseguimento delle cariche pubbliche elettive, dal momento che molte misure, come si è detto, possono essere in grado di agire sulle differenze di condizioni culturali, economiche e sociali".È evidente quindi una necessità di proporre e sostenere un testo di legge condiviso, in cui promuovere la sensibilità che si è fatta strada nel corpo elettorale e nella classe politica, che si fa carico di riconoscere un principio di parità tra i generi, sia aumentando la presenza di donne in lista con la doppia preferenza di genere e con entrambi i generi in Giunta. Questo è il tentativo che faremo. temi derimenti e non più rinviabili, oltre ad altre piccole modifiche presenti nella proposta di legge elettorale del Partito Democratico, che, a breve, sarà condivisa per garantire stabilità e rappresentanza non in una visione impositiva, ma da discutere in quest'aula o nella Commissione competente, nelle sedi opportune dei partiti e movimenti e assieme a coloro che sostengono il sistema proporzionale con premio di maggioranza.Siamo aperti al confronto nel rispetto del programma di legislatura e con i tempi programmati sia in questo nuovo Governo come negli accordi del 2020. L'anno 2023, intermedio ai cinque di legislatura, aveva in agenda la stesura di un testo base per una proposta seria, condivisa e sostenibile, per eliminare questa stortura, che sia il Consiglio regionale e la sua Commissione il luogo del confronto e dove i comitati e i gruppi possano indirizzare le proprie considerazioni e il proprio sostegno su certi temi. Seppur propositiva, la mozione credo sia superata.Il lavoro in I Commissione sul tema legge elettorale procede e nella stessa sarà possibile sostenere l'effettuazione delle dovute audizioni e credo che le stesse non siano mai state negate a nessuno.
Presidente - La parola al consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Questi sono temi che mi appassionano ma cercherò anche di essere piuttosto breve anche per rispetto dell'Aula, dell'ora, eccetera.Io non sono certamente un costituzionalista, è chiaro, però leggere so farlo. Vado a prendere l'articolo 51 della Costituzione, lo leggo: "tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti per legge". Qui si parla di una parità di opportunità, di accesso, non di risultato, si parla di accesso. La parità di opportunità, ovviamente in questo caso parlando di legge regionale, è stata raggiunta già dal voto alle donne, meno male, nel 1946, il decreto 74 del 10 marzo 1946, primo suffragio universale femminile in Italia, ma, attenzione, non è che prima gli uomini stessero poi tanto meglio, perché prima c'era il suffragio universale maschile, è stato introdotto nel 1912 e prima si votava per censo, quindi attenzione, non è che le donne sono state tutte fuori ma tutti gli uomini erano privilegiati, no, votavano i più ricchi, questa è la storia.Poi della Costituzione c'è un altro articolo interessante che è il 37: "la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore". Questo è anche interessante quando si parla di Gender Pay Gap, ed è tutto un altro campo, perché qualcuno dice che le donne sono pagate meno in Italia, mi dovrebbe spiegare come si calcola questa retribuzione, perché se fosse così, consigliere Padovani me lo spieghi dopo, mi fa un piacere, allora si viola la Costituzione e, quando si viola la Costituzione, si va dagli avvocati e si fa un mazzo così a qualsiasi datore di lavoro. Perché questo non succede? Mi spiega come si calcola il Gender Pay Gap? Mi vuol dire che in Italia ci sono delle donne che a parità di mansioni e a parità di orario sono pagate meno? Me lo spieghi, perché è questo che si dice. In giro le persone, le donne, le ragazze a scuola sono convinte che sono pagate meno in quanto donne e ciò è falso, perché viola la Costituzione. Questo è un grande campo di disinformazione e propaganda che da una certa parte fanno, e sappiamo benissimo chi sono, comunque chiudiamo anche questo... propaganda pura.Torniamo a noi, la Costituzione garantisce parità di opportunità di accesso, ripeto, non di risultato e sono due cose diverse. Io non lo so, devo ammettere che nel pensiero politico italiano, quando io ho studiato le mie cose, questo non l'ho trovato, ma nel pensiero politico anglosassone c'è molto forte questa differenza: parità di opportunità oppure di risultato e lì si divergono i grandi campi. Facciamo un esempio, prendiamo l'esempio in questo caso di un concorso, un esempio molto banale che possiamo fare, noi diciamo: "vogliamo la parità di risultato in un concorso", applichiamolo questo concetto. Mettiamo che ci sono 10 posti a concorso, 50 persone si iscrivono, 25 uomini, 25 donne. Finisce il concorso e facciamo che i 10 uomini risultano migliori, è un esempio, vanno meglio a scuola le donne tra parentesi, sono gli uomini che stanno andando molto peggio, c'è un problema maschile in questo caso ma lasciamo perdere e andiamo oltre. I 10 migliori quindi sono uomini, applichiamo questo criterio in cui vogliamo lo stesso risultato, eppure le donne si sono messe in competizione, è un concorso. Cosa facciamo? Blocchiamo tutti i concorsi pubblici? Teniamo 5 per gli uomini i primi, poi blocchiamo gli uomini che vanno dal 6 al 10, li teniamo fuori e gli diciamo: "eh no, dobbiamo avere delle donne". Andiamo a prendere le donne che hanno preso un minor punteggio e le mettiamo dentro. Vogliamo questo? Proviamo applicare i concetti di cui parliamo ed estendiamoli per vedere se funzionano. Funziona? Vogliamo fare questo? Io non lo so dove si va, oppure vogliamo parlare di pari opportunità che ha una donna nata da famiglia ricca di essere eletta in politica o di un uomo di umili origini? Consigliere Padovani, ha più opportunità un figlio di operai o la figlia di una professoressa universitaria? Prendiamone una a caso. Non è la ricchezza in questo caso che fa una differenza enorme e non il genere? La ricchezza, eppure l'uomo, in teoria, è quello che prevarica, è il patriarcato. Chi ha più possibilità? A me piacerebbe che mi si spiegasse, chi è che ha più possibilità? Grazie a Dio, il sistema liberale dà il merito e quindi anche quelli maschi, femmine, transessuali, omosessuali non ha importanza, c'è il merito e quindi si entra così, ma andiamo avanti.Ora, questo concetto è interessante, quindi le donne sono discriminate in politica, benissimo. Allora ci sono dei campi lavorativi dove vogliamo applicare questo criterio? Dove vediamo che c'è disparità? Prendiamoli, io ho i dati del Ministero 2020, prendiamo le professioni: conduttori di veicoli di macchinari mobili di sollevamento 98 percento uomini, artigiani operai metalmeccanici... non ve la faccio lunga... 97.9, artigiani operai specializzati nell'industria estrattiva, chissà quanto se la godono nell'industria estrattiva, deve essere un piacere nei cantieri dell'industria estrattiva, gli uomini prevaricatori schifosi, brutti e cattivi, chissà quanto si divertono nell'industria estrattiva, anche qua 97.9, poi andiamo avanti, ce n'è altre, professioni non qualificate nella manifattura, nell'estrazione di minerali nelle costruzioni, ma poi basta guardare i cantieri qua davanti, tutti uomini, oppure professioni non qualificate nell'agricoltura, nella manutenzione del verde, nell'allevamento, silvicoltura, 78 percento uomini. Poi andiamo a guardare gli incidenti sul lavoro negli ultimi anni, ho qui la tabella, tra il 2015 e il 2019 incidenti sul lavoro mortali: 4.869 uomini, 489 donne, 1 a 10. Vogliamo riequilibrare anche lì finalmente? Quanti di voi portano le figlie... "finalmente ti faccio andare a lavorare nel cantiere, era ora che tu avessi aspirazioni elevate, andiamo a lavorare in cantiere!". Non succede, non mi risulta, però in politica sì, ma non è una questione di potere, non è una questione di parte politica che da 70 anni con i progetti di Gramsci, tanto di cappello a lui, per carità, lo studiano in tutto il mondo, io il merito lo riconosco sempre e tanto di cappello, ma da 70 anni infiltrano tutti gli apparati, le scuole, le Università, tutta la cultura, mettono la loro ideologia ed è quello che fanno esattamente adesso con questo andando a mettere figlie contro padri dicendo che gli uomini sono un qualcosa di sbagliato, perché questo c'è dietro a questa mentalità! Questa è una religione ormai, non si può più discutere con nessuno della Sinistra estrema su questo, non è possibile, è una nuova religione! Questo, a mio avviso, quindi deve essere un monito anche a tutto il mondo politico di un certo tipo - parlo al mondo autonomista - che ad aprire le porte continuamente a questo tipo di visioni verrete travolti, perché va benissimo che ora ci sono dei rappresentanti del Partito Democratico, come il Capogruppo che è qui, e sono dei moderati, ma il vento sta andando da un'altra parte, quindi su questi temi bisognerà prendere posizione, altrimenti rimarrete nel limbo e sarete travolti, c'è una scienza politica dietro queste cose, c'è una propaganda, scegliete voi da che parte stare.
Presidente - Altri? Altrimenti chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Molto è già stato detto su questa mozione. Da parte nostra non rimane che ribadire quanto abbiamo già affermato alla risposta dell'interpellanza n. 14, penso che nel giro di poche ore non è che si possa avere delle visioni così diverse. In merito alla costituzionalità di questa Giunta, abbiamo fatto una disamina in merito all'articolo 51, che è stata ripresa or ora dal collega della Lega Simone Perron con una lettura che è sostanzialmente quella che io ho dato questa mattina, quindi a cascata dall'articolo 51 penso che le considerazioni siano abbastanza evidenti e abbastanza palesi a tutti nell'identificare un percorso che rispetta nella sua complessità quello che è stabilito dalla Costituzione. Le cause sono da trovare in altri aspetti, in quelli di una legge elettorale che ha preferito indicare, per motivi a suo tempo considerati opportuni, la preferenza unica, il che pregiudica, se vogliamo, la pari opportunità, quindi, da quel punto di vista, si prende atto e si è fatto conto come direbbero i Francesi.È chiaro poi che il piacere di ripresentare delle situazioni e di reiterare, sempre con lo stesso vigore e salendo in cattedra in un certo modo, come direbbe il mio capogruppo Marguerettaz, con la verità in tasca, evidentemente è un metodo di approcciare gli argomenti che fa parte di un certo stile all'interno di quest'aula, ne prendiamo atto. Per quanto ci concerne, le cose sono state fatte con un percorso lineare, assolutamente coerente con le normative vigenti, nessuno ha eccepito questo fino ad oggi e quindi, per quanto ci riguarda, stiamo operando assolutamente nella legalità. A fronte di questo non ci sono altre considerazioni da fare, se non una considerazione che mi è arrivata or ora da un amico che faceva una considerazione in merito alla prima eletta in Giunta all'interno di questo Consiglio: è stata la Viglino e l'ultima è stata la Minelli. Io con questo annuncio il voto di astensione rispetto a questa mozione.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Annuncio il mio voto di astensione, è un voto di astensione non perché l'intervento del collega e amico Paolo Cretier mi abbia convinto, il tentativo di spostare la questione non ha raggiunto l'obiettivo, credo profondamente che in questo momento serva una Giunta, sono state date le pari opportunità al momento debito, è bene che questa Giunta vada avanti se è in grado di farlo, ci sono altri strumenti per far cadere la Giunta, per esempio, la mozione di sfiducia costruttiva che rimane lo strumento in cui credo di più.Ho sostenuto una Giunta di soli uomini sostenendo Lavevaz, quindi adesso non è che posso cambiare idea e portare avanti un discorso differente. Sono stati interessanti gli altri interventi, molto interessanti, un po' anche questi hanno deviato un po' la questione, però io mi attengo alle mie idee e per questo mi asterrò.
Presidente - La parola alla consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Per dichiarazione di voto, ho visto che il Capogruppo dell'Union si lamentava ma c'è ancora diritto di parola. Nonostante ci sia stata veramente, secondo me, una caduta di stile piuttosto evidente, Presidente, e me ne dispiace, perché spesso siamo state attaccate, spesso siamo attaccate e più volte io ho detto che forse riguarda anche il fatto che siamo due donne questo attacco che subiamo in continuazione, proprio perché forse non alziamo la voce e forse non ci permettiamo di dire alcune cose, come quella che lei ha ripetuto e che io ritengo veramente molto grave.Mi dispiace che qualcuno abbia voluto banalizzare questo dibattito ma, ripeto - e l'ho detto durante l'interpellanza che ho fatto -, questa è una scelta politica e come tale deve essere vista. È una scelta che si poteva fare evidentemente se ritenete di averla fatta in maniera corretta... noi riteniamo di no, ma rimane una scelta politica ed è inutile trincerarsi dietro la questione della preferenza unica, peraltro che io non ho sostenuto perché io non facevo parte di questo Consiglio, consigliere Manfrin, sicuramente la doppia preferenza di genere può aiutare, ed è una delle proposte che abbiamo fatto e che continueremo ad avanzare, però può anche non bastare, nel senso che i dati ci dicono... e basta guardare le elette della Regione Liguria: su 31 Consiglieri, solo 6 sono donne. Vuol dire quindi che anche con la doppia preferenza di genere, purtroppo, non è garantito il fatto che ci sia una maggioranza di donne in Consiglio regionale, mi dispiace anche che si sia voluto banalizzare e porre la rappresentanza politica e metterla al pari della meritocrazia, perché magari voi vi sentite tutti più bravi degli altri uomini presenti in Valle d'Aosta, sinceramente io non è che perché sono un'eletta mi sento migliore di tante altre donne che ci sono fuori da questo Palazzo. Magari la politica fosse basata sulla meritocrazia... non sarebbe sicuramente qualcosa di male, però, ripeto, che, sotto questo punto di vista, ancora una volta si vede la distanza abissale fra quello che può pensare un'area progressista da un'altra area, che legittimamente esprime delle opinioni che noi non condividiamo ma che conosciamo benissimo. Quello che ci stupisce, come stupisce alcuni colleghi che stanno di fronte a noi, è la scelta di altri che dovrebbero avere le nostre stesse idee. Quando si tratta di una scelta politica, proprio quegli altri dovevano quindi in qualche modo sostenere quanto noi stiamo proponendo quest'oggi.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani per dichiarazione di voto.
Sammaritani (LEGA VDA) - Sono temi tecnici, adesso trovo un po' una contraddizione fra la mozione e quello che è stato detto adesso dalla collega Guichardaz, perché se è una questione politica, è evidente che non ha molto senso audire in Commissione una docente di diritto costituzionale che ha detto una cosa, peraltro, che non condivido assolutamente, e non perché è una donna, perché se fosse un uomo, direi esattamente la stessa cosa, è che non condivido assolutamente questo tipo di approccio, perché dire che l'attuale composizione della Giunta regionale è in contrasto con il principio costituzionale della necessaria ricetta della parità, in realtà non esiste questo principio costituzionale. Il principio costituzionale è quello che è stato citato all'articolo 51, che appunto garantisce l'opportunità, quindi chiede di rimuovere alle Regioni e a tutti i legislatori gli ostacoli alla rappresentanza del genere femminile, inteso in ogni caso comunque in generale, ma non impone nulla, perché ci sono tantissime pronunce della Corte costituzionale che hanno un'evoluzione nel tempo, tra l'altro, e si badi, la prima Regione ad avere introdotto una quota di riserva per il genere è proprio la Valle d'Aosta agli inizi degli anni Duemila, quindi non è che siamo indietro su questo.Non è neanche vero quello che è stato detto da una parte politica che sia stata tutta colpa della legge elettorale attuale, perché non è così, non è la preferenza unica che ha generato queste storture, tanto che nel 2020 tutte le Regioni in cui ci sono state le elezioni regionali... di fatto noi siamo assolutamente in media, purtroppo media alta ma comunque è così, o medio bassa se visto da un punto di vista femminile, perché abbiamo ai vertici della rappresentanza di uomini la Calabria, che è il 93,33 percento, abbiamo al contrario, dall'altra parte, l'Emilia Romagna dove invece le donne sono il 40 percento, non siamo... eravamo anzi, perché poi c'è stata la modifica con le elezioni politiche... abbiamo 4 donne su 35, che rappresentano l'11,43 percento e l'88,57 percento invece di uomini. Con la sostituzione della collega Spelgatti la percentuale di donne è diminuita ed è aumentata quella di uomini, però, in realtà, pur con la preferenza unica, siamo perfettamente in linea.Così come il concetto di rappresentatività è rispettato anche all'interno di questa Giunta, perché effettivamente se consideriamo che attualmente su 35 Consiglieri ci sono 3 donne, corrisponde all'8,6 percento, su 8 componenti la Giunta l'8,6 percento corrisponde allo 0,68, quindi poco più di mezzo Assessore. Mezzo Assessore non si può fare, a meno che Calvino non sia tra di noi, quindi è così. Non è una banalità, perché sembrerebbe un discorso solo di percentuale, ma non è così, perché ci sono delle sentenze anche di giudici amministrativi che fanno questo conto, vanno a guardare quant'è la rappresentatività di... quanti ce ne sono in Giunta, perché c'è già stata una pronuncia del giudice amministrativo su questo tema, la rappresentanza femminile c'era nella Giunta ma era bassa e qualcuno ha impugnato dicendo: "non è giusto, perché dovrebbero essere di più le donne". Il giudice amministrativo ha detto: "no, se i Consiglieri sono tot, gli uomini sono tot e le donne tot, la rappresentanza è corretta perché fa 1 virgola...", eccetera, quindi un Assessore c'era donna. Qui da noi non c'è, perché è circa mezzo.Certo che poi la questione è tutta politica, perché se c'è una parte politica che fa parte del Governo i cui rappresentanti nazionali gridano allo sconcerto, come è stato detto, eccetera, allora a questo punto è un problema politico, è un problema di quella parte politica che fa parte della maggioranza che avrebbe dovuto rimediare, se coerente, a questo tema e qui in effetti condivido ciò che è stato detto dalle colleghe Minelli e Guichardaz, questo sì.Detto questo, è inutile votare una mozione di questo genere perché non c'è nessuna violazione della Costituzione, ci mancherebbe, e mi stupisce che un professore ordinario di diritto costituzionale affermi questo, io non ho letto l'intervista ma, da quello che è riportato qua, sembrerebbe un principio invece scolpito nella pietra, non è assolutamente così e la Corte costituzionale non ha ancora assunto questa linea.Rispondo quindi io per voi al collega Manfrin: state tranquilli, non impugneranno nulla e annuncio anche il nostro voto di astensione su questa mozione.
Presidente - Per dichiarazione di voto, la parola al consigliere Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Non voglio ovviamente approfittare della vostra pazienza ma alcune cose credo sia veramente opportuno dirle. C'è un valore e un principio a cui sono particolarmente affezionato: la libertà. Noi vogliamo condizionare qualsiasi tipo di espressione. Collega Guichardaz, lei fa parte, con il suo movimento, di un cartello elettorale che è Valle d'Aosta Aperta. La Valle d'Aosta Aperta ha, al suo interno, il Movimento 5 Stelle. Il Movimento 5 Stelle ha addirittura teorizzato non la rappresentanza di genere ma l'estrazione a sorte di quelli che dovevano essere gli eletti, perché gli eletti non avevano nessun tipo di senso, quindi non c'era nessuna barriera, altro che merito! L'importante è che gli eletti venissero eletti e si fissava subito il limite: uno o due mandati e poi a casa, quindi quasi come se l'elezione fosse un reato.Allora, vedete, quando c'è l'espressione popolare, a volte si esalta l'espressione popolare, quando l'espressione popolare non porta al risultato che uno vorrebbe, vuol dire che l'elettorato è un elettorato poco pensante, un elettorato condizionato.Io non credo che sia questa la strada giusta per valorizzare le risorse che ci sono all'interno di una comunità, non sono le regole elettorali... noi partiamo alla rovescia, cioè obblighiamo delle espressioni, delle preferenze, senza ragionare di quello che c'è a monte. Noi dobbiamo creare le condizioni affinché le donne possano occuparsi di politica, probabilmente con delle politiche che consentano alle donne di avere del tempo, di avere delle energie, di avere delle risorse per potersi dedicare alla politica. Questo io lo capisco, ma, da questo punto di vista, andando a bloccare e a obbligare l'elettorato a dare delle preferenze io credo che non facciamo il bene proprio di questo genere femminile. Dal nostro punto di vista, quindi questa mozione è assolutamente non condivisibile perché, torno a dire, ha rovesciato il problema e non ha affrontato la questione per come deve essere affrontata, quindi noi ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Io ho ascoltato alcuni interventi con interesse e comprendendone il senso, di altri francamente ho fatto fatica a seguire il filo del discorso perché sono sfociati nel delirio a un certo punto e mi pare che non sia l'impressione soltanto della sottoscritta, dai commenti che ho potuto cogliere. Ci sono alcune questioni che però vanno puntualizzate: la prima riguarda l'articolo 51 e l'interpretazione che dell'articolo 51 danno dei costituzionalisti a cui abbiamo chiesto anche un parere.Il famoso "possono" che è contenuto nell'articolo 51, come ho detto, equivale a una posizione di parità tra i due generi. Il "possono" è l'attitudine a poter ricoprire delle identiche cariche, ma non si riferisce alla facoltà di chi elegge, che invece è obbligato a un rispetto della parità di genere, e questa Giunta è elettiva. Di conseguenza, il rispetto dell'articolo 51, per la nostra interpretazione, ma non soltanto la nostra, non c'è.Presidente Testolin, non c'entra un tubo la questione della preferenza unica per quello che riguarda la rappresentanza di genere in Giunta, sono due cose completamente diverse e mi sembra che lo abbia spiegato anche il collega Sammaritani.Per quanto riguarda la questione della preferenza unica, vorrei fare una precisazione, perché è stato detto che siamo le paladine della preferenza unica; la collega Guichardaz ha chiarito che lei non era in Consiglio quando è stata votata, io sì, e come 33 Consiglieri su 34 che erano presenti a quel voto di febbraio 2019, ho votato la legge dopo aver visto bocciato il mio emendamento che chiedeva la doppia preferenza di genere, ma ho votato la legge perché l'alternativa era rimanere con le tre preferenze, con tutti i meccanismi perversi che quelle tre preferenze avevano generato fino ad allora; questo per riportare quella che era la situazione.Per quanto riguarda la questione della libertà, valore a cui è affezionato il collega Marguerettaz, sono indubbiamente valori a cui siamo affezionati che noi. Lei dice che è stato rovesciato il problema e la mozione non è condivisibile, che non sia condivisibile da parte vostra può anche darsi, che si sia rovesciato il problema no, non è così, perché il problema è stato posto nei termini corretti.Sul fatto che la questione non è soltanto di tipo politico ma anche tecnico, concordo con quanto ha detto il collega Sammaritani: non è una questione solo politica, è anche una questione tecnica. Qui c'è materia tecnica e gli approfondimenti ci starebbero tutti, perché non credo che tutti coloro che si sono espressi riguardo al rispetto dell'articolo 51, dell'articolo 3 e dell'articolo 67 siano persone che abbiano voluto fare dell'estremismo o della propaganda e basta.Per concludere, faccio riferimento alle espressioni che ha adottato e che ha scelto il Presidente in chiusura del suo intervento, in particolare la battuta finale che può essere stata suggerita da un amico più o meno virtuale o reale, non è importante... Quello che devo dirle, Presidente, è che lei non ha fatto altro che confermare quel suo essere grossier che ha già manifestato in altre occasioni, glielo avevo detto a proposito dell'intervista a "La Stampa" dell'8 marzo, ma non solo; e in questo ovviamente lei è in buona compagnia per quello che riguarda il suo gruppo. Semplicemente un'osservazione: io non credo, Presidente, che queste siano battute, atteggiamenti, modi di dire confacenti a un Presidente del Governo regionale della Valle d'Aosta.
Presidente - La parola al consigliere Padovani.
Padovani (FP-PD) - Per un breve intervento, credo che ormai tutte le cose siano già state dette. Io, come altri prima di me, penso che questa Giunta non sia incostituzionale, altrimenti lo sarebbero state anche tutte le altre nelle quali c'erano soltanto presenze di uomini, comprese quelle nelle quali c'erano esponenti politici uomini delle forze politiche che oggi si spendono così pervicacemente per la presenza di una donna in Giunta.Penso anche che questa discussione vada fatta, che vada fatta in Commissione, come in Commissione si potrà benissimo audire la professoressa e sarà sicuramente interessante audirla per capire il suo punto di vista.Detto ciò, io penso che oggi questa mozione sia superata dal momento in cui in I Commissione è alle porte la discussione che porterà alla definizione della legge elettorale.Al collega Perron invece che mi chiedeva ripetizioni e che ringrazio perché mi cita spesso nei suoi interventi, evidentemente le devo essere un po' simpatico, collega Perron... non so, si faccia un esame di coscienza e veda, magari le sto simpatico, io le ripetizioni gliele do, però lei mi garantisce che viene e che non fa, come diceva, che faceva scuola e che tagliava, se viene, io gliele do.
Presidente - La parola al consigliere Malacrinò.
Malacrinò (FP-PD) - Purtroppo la narrazione che viene fatta non sempre corrisponde a verità.Nell'ultimo Consiglio comunale di Aosta è stato portato all'attenzione un ordine del giorno scritto da qualche ghostwriter regionale, a volte basta andare a vedere le proprietà del documento. L'iniziativa sostanzialmente richiedeva di ristabilire l'equilibrio di genere nella Giunta regionale. A parte la magra figura fatta da due alfieri di area democratica, concretizzatasi con solo due voti a favore, successivamente si è assistito a una serie di comunicati stampa con pesanti scambi di accuse, che hanno visto contrapposte le due forze politiche delle firmatarie di quest'iniziativa consiliare, mentre qui si fa finta di nulla. In Consiglio comunale è anche emerso, da parte dei banchi della minoranza, che le stesse forze politiche che hanno fatto collassare il progetto politico in Regione adesso spostano la propria attenzione in Comune.Durante la recente discussione dell'interpellanza citata nella mozione la collega ha detto che con la nuova Giunta regionale è stata scritta una tra le pagine più regressive. Si vada a rivedere l'intervento dei suoi colleghi comunali, le discriminazioni nascono anche dalle parole che vengono utilizzate. Dire, ad esempio, che è semplice risolvere il problema, basta mettere la donna, come se si stesse giocando a carte, un capolavoro politico dunque quest'ordine del giorno.Ricordo che la rappresentanza di genere manca in Giunta da due anni a causa delle dimissioni della collega e credo che tutte queste strumentalizzazioni siano state fatte di proposito in concomitanza con la Festa della donna e l'elezione della prima Segretaria del Partito Democratico. Credo che la questione sia stata parecchio montata anche con comunicazioni parziali, che hanno innescato forti reazioni da parte di importanti membri del mio partito. Sappiamo, purtroppo, come sono andate le cose e non è nemmeno la prima volta. Chi ha compiuto certe scorrettezze dovrebbe avere almeno il coraggio di chiedere scusa.Per quanto riguarda la citata palese illegittimità, credo che sia già stato detto che la legge elettorale, votata anche dalla collega, non prevedeva nulla circa la composizione della Giunta. Inoltre, tale modifica della legge elettorale è stata votata quasi all'unanimità e non è stato sollevato alcun dubbio di legittimità.Sono andato inoltre a leggere l'intervista da voi citata della dottoressa Poggi, che in un punto recita così: "nella stessa legge n. 7/2019 di modifica della legge elettorale, nulla si dice sulla parità di genere per quanto riguarda la Giunta", nonostante ci fosse la legge costituzionale del 2003. In realtà credo si faccia riferimento all'articolo 3 della legge costituzionale 3/2001, che imponeva di fare norme per la promozione dell'accesso alle cariche elettive per i cittadini di entrambi i sessi. Dunque, quanto sostiene la dottoressa, è in linea con quanto dichiarato dal Segretario del Partito Democratico della Valle d'Aosta. A differenza di quanto sostenete voi, il problema della rappresentanza di genere in Giunta sarebbe dunque da ricondurre al fatto che non sia stata prevista nella modifica della legge elettorale votata nella scorsa legislatura.Sempre la dottoressa Poggi parla di illegittimità della Giunta assimilando la Giunta a un organo elettivo. Riporto qui un estratto dell'intervista: "qui sta il punto. In Valle d'Aosta gli Assessori regionali non sono nominati ma eletti dal Consiglio regionale, fanno dunque parte delle cariche elettive. Il principio generale deve dunque essere rispettato". Se così fosse, sarebbero dunque illegittimi tutti gli organismi del Consiglio regionale, a partire dall'Ufficio di Presidenza e dalle Commissioni consiliari che sono state votate.Nei prossimi giorni, dopo gli opportuni passaggi con le forze politiche che compongono l'attuale maggioranza, presenteremo una nuova proposta che prende spunto anche da alcune slide che sono state inviate tempo fa a tutte le forze politiche. La nostra proposta cerca di conseguire l'obiettivo di una maggiore stabilità politica e di superare definitivamente il rischio di replicare maggioranze regionali e Governi privi della rappresentanza di entrambi i generi. Viene infatti introdotto un importante premio di maggioranza e la doppia preferenza di genere, a differenza di quanto proposto in passato da quelle forze politiche citate in apertura con la formula "o così o morte", noi pensiamo di poter fornire un documento frutto di un tavolo di lavoro interno al Partito Democratico che ha avuto l'okay all'unanimità da parte della Direzione del partito la settimana scorsa. Speriamo che possa essere uno strumento utile al confronto consapevole della necessaria massima condivisione di tutte le forze politiche presenti in Regione.Il nostro gruppo si asterrà.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz per fatto personale. Sono le ore 22:54 e la invito a circoscrivere il fatto personale.
Guichardaz E. (PCP) - Sono stata più volte richiamata e citata perché scrivo, comunico e lavoro con il gruppo comunale e via dicendo. Orgogliosamente io lavoro con le persone che rappresentano il mio stesso gruppo all'interno del Consiglio comunale, quindi non mi nascondo dietro a nulla e sinceramente sono veramente orgogliosa che loro abbiano portato un ordine del giorno, anche se molto annacquato rispetto a quello che c'è oggi in Consiglio regionale.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto e solo per fare alcune piccole considerazioni sul dibattito che ho sentito. Ovviamente, come ha anticipato il collega Sammaritani, il mio voto, come il voto del gruppo, sarà quello di astensione, ci sono due aspetti però che volevo sottolineare e che, secondo me, sono meritevoli di interesse, che dovrebbero anche in parte aiutarci a pensare a dei lati utili di questa discussione.Prima di tutto il discorso del parere dell'Avvocatura, in parte, se non erro, la collega Guichardaz o la collega Minelli ha detto che forse non era proprio inquadrato il soggetto che doveva dare un parere, se ho capito bene, ma volevo fare una considerazione visto che sono anche stato tra quelli che ha posto la questione al Presidente del Consiglio e quindi è anche giusto dirlo. Forse l'Avvocatura non è il soggetto più attinente a dare questo tipo di parere, nella scorsa legislatura i pareri pro veritate erano un po' all'oggetto di ogni discussione, questa volta sono sempre dei pareri e sono quelli dell'Avvocatura, perché, vedete, molto probabilmente, e mi perdonino la battuta le colleghe, su Cime Bianche il parere dell'Avvocatura non va bene e invece su altre materie il parere dell'Avvocatura va bene.Detto questo, però voglio anche spezzare una lancia nei confronti delle colleghe e comunque del loro coraggio, perché quello che abbiamo visto qua questa sera è l'ennesimo delirio che sta a Sinistra, e me lo consentiranno, perché oggettivamente io non ho visto delle risposte di una questione che sostanzialmente è meramente politica, perché giustamente le due colleghe portano avanti la loro iniziativa, le loro idee, la loro religione, le volontà del loro cartello, come ha detto qualcuno, prendiamolo in maniera ironica alle ore 22:57, prendetelo in maniera ironica, però c'è una parte che, per carità, si è trincerata dietro risposte più o meno simpatiche, dietro una difesa da Capogruppo che io apprezzo sempre, perché il collega Cretier mi sta molto simpatico, e ha parlato anche il collega Malacrinò che non è cosa da poco conto. Ci spiace non aver sentito l'assessore Guichardaz, ma forse sta pensando alla domanda o alla proposta che gli ha fatto il collegamento Manfrin e su questo mi dico e forse capisco qual è il problema vero del PD valdostano: voi con Roma non parlate, con i vostri vertici non parlate. Capisco quindi le difficoltà che avete sia nelle prese di posizione di vostri massimi esponenti o nuovi esponenti, perché la signora Boldrini le ha girate un po' tutte, però si sa che a sinistra c'è una gran confusione da cui non nasce mai l'ordine, ma, detto questo, abbiamo capito che Roma non la sentite, e mi spiace per il presidente Testolin e per gli Assessori che magari hanno bisogno di un supporto a Roma, magari hanno anche bisogno di un supporto a Bruxelles e quindi forse i gettoni del vostro telefono o sono finiti o il telefono non funziona.Concludo su una questione e rispondendo anche a un collega che questa sera ha parlato di simpatia, in altre situazioni ha parlato di povertà, è lei, collega Padovani...
(voce del consigliere Padovani, fuori microfono)
...sì, sì, prenda pure appunti. Lei si è giustamente infiammato perché lei e il collega Perron sappiamo che... a volte ci sono anche le fiamme bianche, non soltanto quelle rosse... però io le faccio un invito: lei ha parlato spesso e volentieri di battaglie sulla povertà, inizi una battaglia, apra dei contenziosi, faccia quello che le ha proposto il collega Perron, lei ha fiducia nella giustizia, lei era contrario anche al referendum sulla giustizia, vada in contenzioso e dimostri plasticamente che ci sono dei problemi, in questo caso, ad esempio, sulle retribuzioni. Sarebbe un ottimo servizio che potrebbe fare al genere femminile, però sappiamo che chi è esperto di povertà come lei, perché comunque i regimi per cui lei simpatizza sono grandi esperti di povertà e soprattutto di generazioni di povertà, quindi chi meglio di lei sa che cosa sono le retribuzioni più basse o comunque anche peggio perché ci sono anche situazioni dove le retribuzioni neanche le vedono.Io faccio queste considerazioni che vorrei che fossero un po' a chiusura e concludo invitando tutti i colleghi della parte Sinistra a una sessione comune per ritrovare la loro identità.
Presidente - Altri? Uso due minuti solo per ricordare al collega Manfrin che la domanda me l'aveva già fatta l'altra volta, anche se non avrebbe potuto, e anche l'altra volta le avevo già risposto. A decidere della costituzionalità è l'organo che la Costituzione prevede che decida, vale a dire la Corte costituzionale.Peraltro, condivido quanto detto dal consigliere Aggravi riferito all'Avvocatura dopo la decisione della stessa di ritenersi non un soggetto terzo e ne prendiamo atto, ce ne facciamo una ragione.
La parola al consigliere Manfrin per dichiarazione di voto.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi spiace essere quello che si frappone fra la fine di questo Consiglio e un riposo nell'attesa della nuova seduta di domani ma giustamente il Presidente ha sollecitato un mio intervento.Vede, Presidente, io non so più come dirglielo: lei è il massimo garante della legittimità di quest'Assemblea e lei invece sta passando alla storia come il massimo esperto nello schivare i problemi e nello scaricarli addosso ad altri, ma un esperto da primato! Non è sufficiente, Presidente, che ogni volta che le facciamo una domanda, lei dica: "ma risponderà qualcuno, non è colpa mia, risponderà qualcun altro, io non c'entro, chiediamo un parere all'Avvocatura che non ve lo può rilasciare e non ve lo dico neanche". No, Presidente, perché se lei è lì, è lì per rappresentare tutti noi e anche per garantire che l'Assemblea nella quale sediamo sia legittimamente costituita, Governo compreso. Non è quindi che lei mi dice: "non decido io della costituzionalità della Giunta", questo è veramente un grosso problema se lei l'unico commento che riesce a fare su tutta questa questione, quando ci sono Parlamentari ed ex Presidenti della Camera che sollevano problemi, eccepiscono la costituzionalità e dicono che questa Giunta è discriminatoria, lei il massimo commento che riesce a fare è o il silenzio o "va beh, ma non decido io, lo dirà la Corte costituzionale".
Scusi, ma se noi avessimo dovuto aspettare una sua pronuncia, senza che il presidente Testolin, oltre che ovviamente i colleghi spiegassero che effettivamente l'articolo 51 è perfettamente rispettato, avremmo dovuto andare in contenzioso con la Corte costituzionale? Secondo la sua massima interpretazione della legittimità della rappresentanza di quest'Aula, quindi noi avremmo dovuto andare in contenzioso con la Corte costituzionale, che ci avrebbe dovuto dire se questa Giunta rispettava l'articolo 51 della Costituzione? Questo è il massimo commento che lei riesce a fare di tutta questa questione e di questa vicenda? È un po' poco, Presidente. Io la ricordo battagliero, la ricordo con le battaglie sulla legalità, sul rispetto delle Istituzioni, delle regole... è diventato un politico bolso a fine carriera, Presidente, ma molto bolso. Io non riesco davvero a riconoscerla, non parla neanche più dei temi di cui ha sempre parlato, si ricorda la sede di Parigi, i problemi, la mafia, la 'ndrangheta, le cose di cui parlava sempre, non ne parla più, organizza convegni al massimo e basta, non fa nient'altro, compra libri. Lei è diventato un funzionario, lei è diventato un passacarte, lei non è il Presidente di quest'Assemblea e se lei crede di aver detto qualcosa di spiritoso, si è sbagliato di grosso, ha fatto soltanto pena, Presidente.
Presidente - Guardi, nessuno voleva fare dello spirito, fino a prova contraria, il Governo è legittimo, soltanto la Corte costituzionale può, nel caso, pronunciare la non costituzionalità del Governo regionale. Se non l'ha capito, adesso spero che le sia chiaro. Metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 2
Favorevoli: 2
Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.
Con questa votazione i lavori consiliari sono conclusi. Ricordo che domani alle ore 08:50 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
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La seduta termina alle ore 23:06.