Oggetto del Consiglio n. 2258 del 5 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2258/XVI - Interpellanza: "Creazione di una struttura dedicata alle violenze e molestie in ambito lavorativo subite dagli uomini".
Bertin (Presidente) - Punto n. 30. La parola al consigliere Manfrin per l'illustrazione.
Manfrin (LEGA VDA) - Quest'interpellanza prende spunto da uno studio che ha visto la sua pubblicazione nei mesi passati, è uno studio che mi aveva particolarmente colpito perché i miei colleghi giornalisti purtroppo avevano riportato alcune definizioni che, secondo me, non erano molto aderenti allo studio. Ricordo dei grossi titoloni in cui si diceva: "Le molestie in Valle d'Aosta corrono nella Pubblica Amministrazione" e se uno si ferma al titolo - che purtroppo è il 90 percento di quello che una persona legge rispetto agli articoli, cioè per il 90 percento purtroppo delle persone che leggono gli articoli è quello che viene visto -, sembrerebbe che la Pubblica Amministrazione in Valle d'Aosta sia popolata da molestatori seriali e che non ci si possa fermare un secondo senza essere molestati. In realtà, questo non corrisponde a realtà se si legge lo studio, nel senso che questo studio, che si intitola: "Violenze e molestie in ambito lavorativo", è fatto su base volontaria, quindi non è un campione statistico ed è stato compilato da un centinaio di persone, quindi erano un centinaio su 126 mila abitanti in Valle d'Aosta, pertanto tendenzialmente è un qualcosa che ci dà delle indicazioni, ma che non riporta la fotografia della Pubblica Amministrazione, né dei dati che possono correre.
Approfondendo però questo studio, secondo me, sono emersi dei dati interessanti. Leggo, per esempio, che le molestie rappresentano la forma più diffusa: oltre il 60 percento, seguono gli atti di violenza vera e propria, che vengono riportati da un interessato su quattro. Un pezzo che io ho letto e che è stato volutamente messo un po' in ombra riporta una frase che io ho trovato assolutamente importante rendere pubblica: "le molestie sessuali riguardano il 15,6 percento degli intervistati". Da notare che questa tipologia sembra riguardare maggiormente gli uomini rispetto alle donne, gli autori delle violenze sono principalmente uomini sia quando la vittima è donna, sia quando la vittima è un uomo. Questo è un dato che gli organi di informazione non hanno riportato con la chiarezza con la quale i titoli che fanno il clickbait - che credo che sia abbastanza notorio cosa sia - hanno un po' evidenziato. Si parte con il dire che se ci sono delle molestie sessuali, queste prevalentemente avvengono a carico degli uomini, e questo è un dato che io non conoscevo e che, grazie a questo studio, è emerso. C'è di più perché il titolo: "Violenza di genere in ambito lavorativo" ci dice una cosa: che la violenza di genere è rivolta a entrambi i generi, sono due i generi, i sessi, non 105, tendenzialmente sì a guardare i libri di biologia. Questa violenza di genere quindi è rivolta a uno dei due sessi e, guardando lo studio, l'autore è un uomo in circa tre casi su quattro. Ne consegue, facendo un piccolo ragionamento, che nel 25 percento dei casi l'autore di una violenza è una donna, quindi abbiamo anche l'altra metà del cielo, e noi 100 questionari compilati, il 14,2 percento è stato compilato da uomini che lamentano di aver subito molestie o violenze in luoghi di lavoro e, come abbiamo detto prima, gli autori delle molestie sessuali sono prevalentemente uomini. Se noi uniamo questi due dati, ne consegue che una fascia variabile fra il 30 e il 40 percento dei casi di violenza rilevati da questo studio, vede come vittima un uomo, il 3 è fra il 30 e 40 percento.
Dirò di più: nel piano di prevenzione delle violenze di genere, che in questo caso fortunatamente, anche alla luce di questi dati, potrà parlare anche delle violenze sugli uomini, in una piccola finestrella dispersa... è composto da 33 pagine questo piano e ci sono due righe su questo, ma sono due righe illuminanti, perché nello stesso piano viene scritto: "sempre più emergono denunce di violenza e disagio da parte degli uomini e gli spazi a loro dedicati sono pochi o inesistenti". Allora se noi prendiamo per buono questo studio e diciamo che una percentuale delle violenze che avvengono in Valle d'Aosta è commessa ai danni di uomini nel 30-40 percento dei casi, ci rendiamo conto che un uomo che subisce violenza non ha un luogo dove rivolgersi. Perché dico questo? Perché riporterò un caso concreto - l'ho già riportato in quest'aula, non so se lo ricordate, ma credo che sia utile ricordarlo -: riporto il caso di un marito nell'Alta Valle che condivideva la sua vita con una moglie straniera e si è visto una volta strangolare nel sonno, riuscendo a salvarsi, si è rivolto alle Forze dell'ordine che gli hanno detto di non sporgere denuncia, poi si è visto accoltellare da questa stessa donna, si è visto prendere il cane, buttarlo giù dal balcone e si è sentito dire dagli assistenti sociali che era stato il bambino che aveva 2 anni, quindi di non formalizzare le denunce che non era il caso. Si è rivolto allora alla fine di tutte queste peregrinazioni, anche su consiglio della Questura, al Centro antiviolenza e lì gli è stato detto che loro non potevano accoglierlo, anzi, siccome era uomo, se ne doveva anche andare da lì, perché se una donna che subiva violenza andava nel Centro antiviolenza e vedeva un uomo lì, si sarebbe preoccupata. Tutto riportato, sono cose contenute in atti quindi non dico cose fuori luogo.In quel caso diciamo che mi sono posto la questione e dico: ma se per la Convenzione di Istanbul ad esempio, che è quella contro le violenze sulle donne, viene classificata come violenza non soltanto la violenza fisica, che è giustamente una violenza, ma anche la violenza psicologica... noi siamo a conoscenza del fatto che, oltre alle violenze che purtroppo subiscono le donne, e mi sento di dire qui che tutte le violenze andrebbero condannate obiettivamente senza fare differenze perché ogni violenza è sbagliata, sia essa fisica, psicologica e quant'altro... ma per chi appunto è una donna e c'è la possibilità di rivolgersi, ad esempio, a un centro antiviolenza, e quindi c'è la possibilità di rivolgersi a un supporto, supporto legale e quant'altro - mi pare anche che ci sia stata una lodevole iniziativa da parte dell'Assessorato della sanità e politiche sociali, quando c'era il collega Barmasse avevamo fatto un'iniziativa dove si andava nella direzione, per esempio, di pagare le spese legali alle vittime di violenza, cosa che io trovo assolutamente lodevole e assolutamente centrata come iniziativa, magari per evitare che qualcuno ci faccia lucro sopra su queste violenze, ma questo è altro tema -, se da quella parte c'è questo tipo di supporto, dall'altra, purtroppo, il supporto non c'è. Credo che questo caso sia illuminante, perché io, purtroppo, queste domande le ho fatte anche, per esempio, al Centro antiviolenza con cui ho avuto modo di confrontarmi e gli ho detto: "ma scusate, se un uomo dovesse avere un problema, a chi si rivolge?". "Non da noi, si facciano un'associazione loro, si facciano un centro antiviolenza loro, noi non possiamo aiutarli".Credo quindi che, alla luce di questi dati, sia evidente che questi dati ci impongono una riflessione, sempre premettendo e sempre affermando che la violenza sempre e contro chiunque, uomo o donna che sia, è sbagliata, quindi prendendo questo punto di vista ed affermando senza timore di essere smentiti che qualsiasi violenza è assolutamente sbagliata, con quest'iniziativa, a fronte anche dei dati, le chiedo, Assessore, se sia intenzione di prendere in carico le summenzionate segnalazioni e procedere con la creazione di una struttura che possa rispondere alle violenze attualmente in atto sugli uomini, banalmente per un motivo: non perché si considerano gli uomini più importanti e non perché si considerano le donne più importanti, ma semplicemente perché oggi è attivo, ad esempio, un Centro antiviolenza per le donne e non è attivo un Centro di violenza per gli uomini e casi di questo tipo ne potremmo citare a decine, per esempio, banalmente durante le separazioni purtroppo sappiamo bene che spesso la parte soccombente è la parte maschile, chi ha bisogno di aiuto in questi casi chiaramente non può avere un punto di riferimento.
Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Lo studio del quale parla è un questionario anonimo che è stato sottoposto, tra l'altro, dalla Consigliera di parità uscente e che credo si proponesse l'obiettivo di porre il tema della violenza, di far emergere un dato che ha tutti i suoi limiti, essendo non questionario anonimo, ma che ha l'importanza di trattare il tema, tant'è è vero che oggi lei porta quest'iniziativa in aula.Io condivido molto la parte del discorso dove lei non divide la violenza tra la violenza buona e la violenza cattiva, la violenza è da condannare sempre, in ogni momento, in ogni situazione e in ogni luogo che sia purtroppo come detto ieri... è parte magari di atteggiamento sempre più violento da parte di alcuni ragazzi che vivono in Valle d'Aosta, li conosciamo e che sui quali bisogna dire qualche cosa, come quando capita in famiglia, al di là di chi diventa più o meno violento e quando capita nei luoghi di lavoro.L'obiettivo quindi oggi non è tanto dare qualcosa di più a qualcuno o a quell'altro, ma è fare in modo che la violenza sia sempre meno parte della vita della nostra comunità e, per quello che mi riguarda come delega al lavoro, di qui a poco speriamo che attraverso l'alleanza per il lavoro di qualità si possa anche mettere in campo dei progetti concreti nei luoghi di lavoro per far sì che anche quest'aspetto possa essere momento di confronto tra tutti coloro che partecipano nei luoghi di lavoro per costruire dei momenti, che sono lunghi durante le nostre giornate, perché sono tante le ore che passiamo nei luoghi di lavoro... costruire dei luoghi di lavoro dove non ci siano situazioni come queste e dove ci sono per poter intervenire.La risposta che io le voglio dare è che ovviamente mi assumo la responsabilità di condurre nei prossimi due anni con questa delega... vorrei dare tutto il possibile per intervenire per quello che riguarda i luoghi di lavoro, che è il tema che mi riguarda, ma in generale per il tema della violenza per mettere in campo ogni azione possibile per, da un lato, metterlo in evidenza, ma dall'altro costruire politiche che, a partire dall'educazione all'interno delle nostre famiglie e della comunità, mettano le persone in condizioni di non sviluppare queste modalità di comportarsi con gli altri.Rispetto a dare una risposta a una percentuale di persone oggi magari prevalente, domani magari no, la prima risposta è che l'Ufficio del Consigliere di parità è per tutti, non è per un genere, l'Ufficio di parità risponde a tutte le persone, indipendentemente dal genere. Ovviamente sono persone che possono rivolgersi in ogni caso, ma in particolare se si trovano in quelle condizioni, possono trovare nell'Ufficio del Consigliere di parità una risposta e l'iniziativa che porta alla sottoscrizione del Manifesto contro la violenza e le molestie sul lavoro per i quali sono in fase di avvio le misure di formazione nei luoghi di lavoro è una risposta che va in questa direzione, non vogliamo luoghi di lavoro dove la violenza metta in condizione le persone di stare male, di vivere male la propria giornata lavorativa, di vivere male l'inizio di una giornata di lavoro perché si sa di andare in un luogo in cui non si può stare bene, non si può passare una giornata nella serenità che ci deve essere.
Io personalmente quindi mi impegno non tanto a costruire un ufficio per il genere, mi impegnerò, attraverso dei progetti come quello che le ho presentato, attraverso una collaborazione forte con tutti gli istituti e con tutti gli enti, con tutti coloro che possono dare un contributo a fare in modo che la violenza, se oggi esiste in qualche luogo, possa essere individuata per cercare di migliorare una situazione che fa male alle persone e fa male alla comunità.
Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Assessore, l'ho vista particolarmente in difficoltà, in equilibrio diciamo, però voglio prendere le cose positive che ha detto.Lei dice che non c'è la volontà di dare qualcosa in più a qualcuno, ma la nostra iniziativa non verte sul dare qualcosa in più a qualcuno: verte sul dare un punto di riferimento a qualcuno che non ce l'ha, perché il problema è che oggi se una donna subisce una violenza, può rivolgersi al Centro antiviolenza. Nel caso di specie che le ho formulato un uomo che si è rivolto al Centro antiviolenza è stato respinto, anzi, gli è stato detto che lì non poteva stare perché se fosse stato lì e una donna che ha subito violenza arrivava lì, vedendo un uomo si sarebbe sentita nuovamente oggetto di violenza... adesso non ricordo le esatte parole, quindi era meglio che andasse via. Allora capisce che questo tipo di situazione non è ottimale, quindi non significa dare qualcosa a qualcuno in più oppure premiare qualcuno, o dare qualcosa in più a qualcuno rispetto a un altro, oggi c'è una situazione di disparità e credo che la sua delega alle parità appunto debba andare in quella direzione.Giustamente lei ha incentrato il suo intervento sulla prevenzione, concordo, assessore Bertschy, la prevenzione è importante, ma giustamente lei ha fatto l'esempio di ieri. Le bande giovanili - così giustamente anche il collega Perron può essere lieto dei termini italiani e non stranieri - hanno una necessità di prevenzione, per esempio, nelle scuole, ma poi c'è bisogno di un intervento quando queste avvengono, perché altrimenti facciamo solo prevenzione e poi, nel momento in cui questa violenza si compie, non c'è un'azione e fa credere ai responsabili che lo possano fare senza alcuna preoccupazione, quindi è bene la prevenzione ma se c'è un punto di riferimento per una donna che subisce violenza, ci deve essere anche un punto di riferimento per un uomo che subisce violenza.
Lei mi ha detto, Assessore, che c'è la Consigliera di parità. Io non ho nulla da dire rispetto al prestigioso incarico della Consigliera di parità, non credo però che sia una psicologa, non credo però che sia un avvocato, non credo che possa fornire il supporto legale e quindi credo che ci sia una mancanza, altrimenti non ci sarebbe bisogno di un Centro antiviolenza per le donne perché sarebbe sufficiente orientarle verso la Consigliera di parità. E ancora, giustamente ci ha detto che donne e uomini si possono rivolgere alla Consigliera di parità, lei ha ragione, però ora abbiamo la newsletter della Consigliera. Io ho letto questa newsletter e non ho visto, glielo giuro, riferimenti ai diritti degli uomini, non li ho visti, sembra proprio che questo ruolo guardi soltanto da una parte, invece è un ruolo che dovrebbe guardare a tutti. Ho visto, per esempio, un sacco di prese di posizione rispetto all'aumentare gli spazi delle donne, aumentare l'impegno delle donne; non ho visto, per esempio, aumentare le quote per la fonderia della Cogne per le donne, questo è un riferimento che non ho visto, non ho visto la possibilità, per esempio, di aumentare e implementare le quote di ostetrici uomini all'interno dell'Ospedale di Aosta. Questo è un riferimento che io non ho visto, questo bilanciamento qui non c'è stato. Da questo punto di vista, quindi non so quanto possa essere un punto di riferimento, però lei mi ha dato un buon consiglio, quindi la risposta che io ovviamente fornirò adesso agli uomini che giustamente si sono rivolti, hanno sottolineato ed evidenziato questo problema sarà quella di rivolgersi alla Consigliera di parità, in maniera che così testeremo la rispondenza di questa struttura rispetto a queste necessità e se questa struttura però si rileverà inefficace, a questo punto dovremo prendere altro che la necessità di fornire una risposta alternativa o complementare si è evidentemente esplicitata.
Presidente - Sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 10:52 alle ore 11:14.