Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2257 del 5 aprile 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2257/XVI - Interpellanza: "Interventi volti a favorire l'incontro di domanda e offerta lavorativa presso i centri per l'impiego con particolare riferimento ai percettori di reddito di cittadinanza".

Bertin (Presidente) - Punto n. 29. Illustra il consigliere Ganis.

Ganis (LEGA VDA) - Questo breve excursus vuole fare un po' di chiarezza su un tema molto delicato, che riguarda il reddito di cittadinanza, una misura di politica attiva del lavoro di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale di cui i cittadini possono beneficiare. Già vent'anni anni fa veniva pubblicato, tramite i lavori della Commissione Onofri, un quadro sulla situazione di povertà nel nostro Paese al fine di introdurre uno schema di reddito minimo di inserimento. Si trattava di un rapporto utile per un progetto organico di riforma che portò in alcuni Comuni italiani la sperimentazione del reddito minimo di inserimento, un sussidio accompagnato da programmi di inserimento lavorativo. Caduto il Governo Prodi, ci fu il Governo Berlusconi, il quale propose di sostituire il reddito minimo di inserimento con il reddito di ultima istanza, mai entrato a regime e naufragato tra ricorsi e dibattiti. Successivamente subentrò il Governo Monti, definito il Governo delle scelte impopolari, delle riforme economiche, fiscali e previdenziali, ricordiamo la riforma delle pensioni, delle liberalizzazioni delle licenze e senza mai discutere il tema perché si tornò alle elezioni.

Arriviamo negli ultimi anni, nel 2019, quando il Governo Conte introdusse il reddito di cittadinanza, un sostegno economico rivolto alle famiglie con reddito inferiore alla soglia di povertà associato a un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale. È proprio su questo punto che verte l'interpellanza, perché se, da una parte, il reddito di cittadinanza ha ridato dignità a molte famiglie, allo stesso tempo è giusto che chi lo percepisce, ed è ovviamente nelle condizioni fisiche di poterlo fare, dedichi una parte del suo tempo come lo prevede il decreto in lavori utili alla comunità. Ecco che i famosi progetti in un tempo utili alla comunità ai quali i percettori del reddito di cittadinanza dovrebbero partecipare hanno avuto un esito negativo, basti pensare che nel solo Comune di Aosta su 318 percettori del reddito di cittadinanza solo 13 sono stati coinvolti nei PUC e questo l'ha anche evidenziato il collega Manfrin in una sua iniziativa; progetti che molti Comuni valdostani, dopo una serie di verifiche, non hanno mai attivato per svariati motivi.

Altra nota dolente è il fatto che tra gli obblighi del beneficiario vi era - perché sono cambiate un po' le carte in tavola - quello di accettare almeno una su due offerte di lavoro congruo, oggi modificato dalla nuova legge di bilancio 2023, che porterà delle novità sul reddito di cittadinanza, in primis quella che i percettori del reddito di cittadinanza dovranno accettare la prima offerta di lavoro, altrimenti si perderà il sussidio, perché oggi sicuramente il reddito di cittadinanza va rafforzato nel suo programma e rivisto nelle sue misure. Per questi motivi, la legge di bilancio ha modificato in senso restrittivo il reddito di cittadinanza, prevedendone per il 2024 l'abolizione, anche se il Governo nazionale intenderà mettere in campo una nuova misura di contrasto alla povertà.

In base a queste considerazioni, interpello l'Assessore competente per conoscere il numero di cittadini valdostani che sul totale dei percettori del reddito di cittadinanza possono essere nelle condizioni di accettare delle proposte lavorative, il numero di percettori del reddito di cittadinanza a cui sono state sottoposte delle offerte di lavoro e quanti hanno rifiutato o accettato la proposta e quali siano le azioni messe in campo o che si intendano mettere in campo in ordine al Centro per l'impiego al fine di favorire l'incontro di domanda e offerta lavorativa alla luce degli studi citati in premessa.

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Vado velocemente alle risposte perché sono lunghe e poi per fare due considerazioni sul reddito di cittadinanza e quelle cose anche che ci siamo detti ieri come Assessori regionali con il ministro Calderone, e ringrazio per la disponibilità a spostare l'iniziativa a questa mattina.

"Il numero di cittadini valdostani che sul totale dei percettori del reddito di cittadinanza possano essere nelle condizioni di accettare le proposte lavorative": i dati sono molto variabili, nel senso che la fotografia ovviamente non è una fotografia che rimane determinata per lungo tempo, comunque il numero di domande accolte ad oggi, 13 marzo 2023, quindi era datato già al tempo della risposta, e notificate al CPE è di 432 domande, all'interno di queste domande 214 beneficiari sono stati inviati al servizio sociale per la presa in carico, 70 beneficiari sono stati esclusi dagli obblighi per frequenza regolare corso di studi, età pari o superiore ai 65 anni, invalidità ai sensi della legge 68/1999 o per il fatto che sono occupati con reddito da lavoro subordinato superiore a 8.174 euro annui o da lavoro autonomo superiore a 5.500 euro, 35 beneficiari sono stati esonerati per carico di cura, frequenza corso di formazione, inserimento in tirocinio extracurriculare, lavoratori sotto la soglia di reddito. Sono infine esonerati i beneficiari che, a causa delle proprie condizioni di salute, presentano attestazione del medico competente che ne certifichi l'impossibilità a partecipare a un percorso di reinserimento, 97 beneficiari sono tenuti alla stipula del patto per il lavoro, pertanto tenuti alla partecipazione a un percorso di inserimento lavorativo, 16 beneficiari sono attualmente in fase di collocazione. Si precisa comunque che i dati sono in continua trasformazione, come le dicevo in precedenza.

"Il numero di percettori del reddito di cittadinanza a cui sono state sottoposte delle offerte di lavoro, in subordine quanti hanno rifiutato o accettato la proposta": da un'analisi delle comunicazioni obbligatorie di avviamento effettuate, a partire dall'entrata in vigore della misura, 1.212 beneficiari su 2.153 totali hanno avuto almeno un avviamento nei 18 mesi di fruizione del beneficio. Guardando al macro codice Ateco degli avviamenti dal 2019 ad oggi, i settori di maggiore interesse sono i seguenti: la stragrande maggioranza delle assunzioni riguarda il settore turistico, 1.071 totali, seguono il settore del noleggio, agenzie di viaggio, i servizi di trasporto alle imprese, all'agricoltura, silvicoltura, la sanità e l'assistenza sociale, il commercio, il lavoro domestico e, grazie inoltre alle chiamate pubbliche ai concorsi, vi sono stati 170 avviamenti; ovviamente stiamo parlando di avviamenti, non di persone, che potrebbero essere più avviamenti per la stessa persona. Rispetto invece alle segnalazioni di eventi di condizionalità per mancata accettazione di offerta congrua o di politica attiva, si registrano dal 2019 al 2021 segnalazioni a carico di 19 differenti beneficiari.

"Quali siano state le azioni messe in campo che si intendono mettere in campo in ordine al centro per l'impiego al fine di favorire l'incontro della domanda e offerta lavorativa alla luce degli studi citati in premessa": l'obbligo assunto da chi stipula il patto per il lavoro è quello di partecipare a un percorso personalizzato di inserimento e reinserimento lavorativo, molto spesso infatti i beneficiari di reddito di cittadinanza presentano una scarsa scolarizzazione e percorsi professionali connotati da mansioni non qualificate, esperienze risalenti nel tempo o sporadiche e con competenze obsolete. Queste caratteristiche e non tanto il fatto di percepire il reddito di cittadinanza in sé li rendono evidentemente non immediatamente pronti alla fase di incrocio domanda e offerta poiché lontani dai desiderata delle aziende. L'obiettivo perseguito dai servizi, oltre all'accompagnamento al lavoro, è quello di rendere quest'ultimo effettivo ed efficace e ciò mediante il rafforzamento delle competenze dei singoli lavoratori avviandoli a percorsi formativi di qualificazione o riqualificazione. Tra le iniziative proposte ai beneficiari, a seconda delle esigenze della specificità di ciascun soggetto, sono stati proposti il progetto GOL, di cui beneficiari RdC sono target primario, che prevede percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento o riqualificazione professionale, percorsi di rete con altri servizi territoriali; il progetto regionale "Bon Emploi", che ha preceduto GOL attraverso la sperimentazione che abbiamo proposto per arrivare un po' in anticipo rispetto alla misura del PNRR, che si propone un percorso individualizzato di ricerca attiva del lavoro, l'accesso ai servizi specialistici offerti dai CPI, orientamento, incrocio domanda-offerta, mobilità geografica, sportello impresa, area inclusione, il progetto "Riattivazione" all'interno del quale sono gestiti, tra le altre iniziative, i PUC, la cui attivazione è di competenza comunale. Questa è una segnalazione che comunque abbiamo fatto al Ministro, al di là dell'effettiva volontà o meno del RdC o dei Comuni in una situazione così diversa, con Comuni così piccoli, con la complicazione amministrativa che ci sta dietro all'attivazione di un PUC, sarà una delle cose da rivedere nella nuova misura, perché è stata veramente di difficile applicazione; la partecipazione ai PIA. Per ciò che attiene infine al citato studio, si sottolinea come il numero degli avviamenti nel settore turistico di beneficiari di RdC sia nettamente superiore a quello registrato nelle altre aree produttive.

Va peraltro sottolineato il dato di analisi complessiva della misura del reddito di cittadinanza. Così come emerso nel recente incontro svoltosi tra il Ministro del lavoro e noi Assessori, quello di ieri pomeriggio, emerge la necessità di una profonda revisione dello strumento stesso, come peraltro già previsto nella normativa. Infatti, quello che sottolineiamo come Assessori, il punto cruciale sul quale si vuole porre l'attenzione è una più accurata identificazione delle categorie fragili e in condizioni di povertà, sia assoluta che relativa, sulla quale indirizzare una misura di sostegno al reddito a intensità variabile, distinguendola dalla categoria degli occupabili, che nei fatti si è mostrata decisamente più ridotta nei numeri, ai quali proporre politiche attive del lavoro che ne favoriscano l'inserimento e il reinserimento.

Una considerazione appunto conclusiva: è talmente complesso il tema del reinserimento lavorativo ma del sostegno al reddito che la semplificazione data dalla presentazione del reddito cittadinanza, quando si è attivato, ha creato delle grandi illusioni sia alle persone che al sistema; è necessario, e devo dire che mi pare che si stia facendo questo lavoro tra Assessori e Governo, attraverso l'attività del Ministro, andare a definire meglio chi può tornare nel mercato del lavoro e allo stesso tempo intervenire con più attenzione ancora rispetto alle fragilità delle persone e alle difficoltà che le persone incontrano non tanto a ritornare a lavorare ma a condurre i bisogni quotidiani e i progetti di vita del futuro. Io quindi spero che questo lavoro ci porti ad avere una misura più coerente, più efficace e più concreta per dare la risposta, in questo caso al mondo del lavoro e alle persone che il lavoro probabilmente non avranno la possibilità di trovarlo o quanto meno il lavoro che intendiamo...

Presidente - La parola al consigliere Ganis per la replica.

Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. Le chiederei gentilmente se posso avere magari i dati che mi ha elencato. Sicuramente il problema riguarda i PUC che non stati attivati, però, come recepito dai Comuni, molti non sanno proprio come gestire i PUC o come attivarli, quindi questo sicuramente è un problema.

L'altro problema è che sicuramente le persone occupabili comunque devono attivarsi e devono aderire a queste proposte di lavoro che vengono offerte loro, non possono rimanere a casa senza fare niente.

Sicuramente il reddito di cittadinanza o MIA è stato rivisto, come abbiamo detto, per sostenere i cittadini in difficoltà ma anche per cercare di occupare quelli che sono a casa senza fare niente.

Altra cosa importante: lei ha detto che ci sono dei percorsi personalizzati per i beneficiari, ed è giusto che sia così, ma io le proporrei anche delle soluzioni per chi assume, che possono essere magari quello di riconoscere dei bonus occupazionali a chi inserisce magari queste persone nelle aziende, oppure anche modificare il contratto di apprendistato.

Ci sono quindi delle opportunità per le aziende e anche per questi lavoratori che comunque devono poter dare un contributo alla comunità.