Oggetto del Consiglio n. 2244 del 4 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2244/XVI - Interpellanza: "Azioni a sostegno delle aziende che aderiscono al circuito di produzione della carne valdostana".
Bertin (Presidente) - Punto n. 19. Illustra l'interpellanza il consigliere Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Come anticipato dal segretario Jordan, portiamo di nuovo all'attenzione di quest'Aula non per sollevare un problema ma per fissare l'attenzione su uno dei tanti prodotti che può aiutarci a mantenere il nostro territorio a dare delle risorse in più alle aziende che lavorano in questo comparto e, ancor di più, a garantire che i nostri prodotti vengano tutelati dalla contraffazione... abbiamo presentato lo scorso Consiglio, la mozione per disincentivare l'uso delle carni sintetiche, che oggi è un argomento dibattuto in molte sedi, non solo nella nostra, ma anche a livello nazionale: abbiamo visto che dopo il divieto sia di commercializzare che di produrre questa tipologia di prodotto, è uscita fuori tutta una serie di polemiche da parte di gente, ahimè, poco esperta che però si affretta a rilasciare dichiarazioni senza neanche avere dei dati in mano, ad esempio per quanto riguarda la garanzia che il prodotto sia sano e che non possa dare dei problemi alla salute di chi lo consuma.
Quest'iniziativa serve a portare all'attenzione il prodotto carne valdostana. Faccio un piccolo passo indietro: nella nostra regione la carne non è mai stata un prodotto di punta della produzione agricola, anche perché in passato non c'erano le materie prime - erano già molto costose ai tempi - e allora si produceva più latte, più altre tipologie di prodotto piuttosto che la carne.
Poi molte cose cambiano e, tramite l'Assessorato, enti e quant'altro, si è iniziato a valorizzare questo prodotto e bisogna anche dire che ha avuto un buon risultato.
Si è fatto conoscere il prodotto, si sono investite le risorse, sia umane che economiche, e siamo arrivati a un risultato non soddisfacente ma è stato l'inizio per dare delle risposte a molte aziende che si sono messe a produrre carne valdostana e hanno lasciato da parte la produzione di latte, come forse era più nella natura delle nostre aziende.
Oggi ci troviamo di fronte a molteplici cambiamenti: il mercato, la produzione, il cambiamento climatico in atto che va - non solo nella nostra piccola realtà ma anche a livello nazionale ed europeo - a incentivare il calo di animali, un po' perché le politiche a sostegno di queste attività secondo me non erano proprio esatte.
Poi c'è stato il cambiamento climatico, tutta questa siccità, che incentiva l'abbattimento di capi - sia quelli allevati per la produzione di carne sia gli altri - perché da una parte mancano le risorse economiche, perché sono aumentate le materie prime, dall'altra parte mancano anche le materie prime, oggi forse ci troviamo al paradosso, a una cosa che non succedeva più da molti anni: forse manca più il prodotto, c'è più richiesta rispetto a quello che riusciamo a fornire.
Questo, ripeto, non accade solo nella nostra regione ma accade anche in tutto il resto d'Italia, dei segnali d'allarme sono stati avanzati già un po' di tempo fa, chi segue e monitora i dati delle produzioni, degli allevamenti e quant'altro vede una contrazione degli allevamenti e, di conseguenza, oggi ci troviamo in una situazione dove il mercato stesso richiede un prodotto che forse non riusciamo a garantire.
Se pensiamo di produrre carne per tutta la popolazione valdostana, forse la risposta gliela do già io, è: "No"; però un piccolo mercato per soddisfare le richieste di un mercato di nicchia di un determinato prodotto, anche per tutti i turisti che frequentano la nostra Valle e apprezzano i nostri prodotti con le garanzie che riusciamo a dare, sia in qualità di benessere animale, modalità di allevamento, tutta una serie di cose.
Secondo me è necessario fare una valutazione, infatti quest'iniziativa è volta a chiedere - visto il cambiamento della delega all'agricoltura - se ci siano degli intendimenti o qualche possibilità per incentivare questa filiera. Fino adesso, se si aveva poca fiducia, oggi che ci troviamo in un momento favorevole del mercato, ci troviamo in difficoltà a dare delle risposte a chi oggi si è impegnato a mettere sul mercato, a promuovere un nostro prodotto e che di conseguenza dovrà scegliere e domandarsi: "Riesco a garantire le richieste del mio cliente?"; e questo fa sì che tutto un percorso di investimenti fatti nel tempo... dovremmo cercare di dare delle risposte per dare un segnale a un settore di cui forse ci dimentichiamo, perché forse già con l'aiuto alla zootecnia dello scorso autunno - anche noi come gruppo, anche io come Consigliere che forse sono un po' più addentro in questo settore - forse ci siamo dimenticati un poco, perché al di là dei costi di produzione, degli aumenti dei costi di produzione per tutte le aziende, ci siamo dimenticati tutti assieme di un settore - perché magari non così tradizionale, così legato alle nostre realtà - di andare a capire se anche in questo settore c'era un'esigenza, perché, anche al di là di tutte le regole del benessere animale e quant'altro, favorendo un allevamento di questo tipo nella nostra regione, secondo me potremmo avere molti vantaggi. Uno: mantenere il territorio, dare un prodotto in più alla nostra clientela e due: migliorare le regole del benessere animale.
Faccio un esempio: oggi molti vitellini vengono destinati a un mercato fuori della nostra regione, perché fino adesso non c'era l'opportunità di ampliare questo mercato; oggi se noi andassimo a incentivare e a valorizzare questa filiera, potremmo far sì che tutta una serie di piccoli allevamenti potrebbero magari adattarsi e si eviterebbe così questa vendita di animali e il loro spostamento; le direttive europee sono molto rigide sotto questo punto di vista: si limita il più possibile lo spostamento di animali vivi, non è che sia vietato, però questo favorirebbe questo tipo di allevamento, che potrebbe dare una risposta in più a tante aziende.
Nelle dichiarazioni che erano state fatte sul programma della nuova Giunta Testolin 23-25, si era sottolineato il fatto della valorizzazione dei prodotti, però oggi come oggi sì, bene la valorizzazione, ma bisogna anche pensare a un sostegno alle aziende e alle attività che conducono questa tipologia di allevamento.
Presidente - Per la risposta l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Grazie al consigliere Planaz per aver iniziato a discutere di questo tema, lo tratteremo anche con l'iniziativa n. 21 sulla fontina.
La prima domanda che riguarda il programma di Governo è unica e quindi risponderò questa volta e la riprendo poi la prossima volta molto più sinteticamente.
Lei chiede: "Per quanto concerne l'agricoltura, occorrerà proseguire con l'attività volta ancora al sostegno dei giovani imprenditori agricoli e alla promozione coordinata di tutte le produzioni locali, per una sempre migliore valorizzazione delle nostre produzioni DOP, DOC, IG e PAT".
In questo passaggio del programma di Governo vi sono due grandi temi: da una parte i giovani, secondo i quali procediamo in base alle regole del PSR e i bandi del PSR, ricordo che sono in fase d'istruttoria le domande dell'ultimo bando del 6.1.1 e sarà poi istituito un bando per i beneficiari che avrà un premio a scadenza del 15 luglio nel 2023.
Sottolineo che nel CSR, quindi nella progettazione 2023-2027, i nuovi imprenditori agricoli sotto i 40 anni avranno un premio che potrà arrivare fino a un massimo di 70 mila euro e un'intensità di aiuto che aumenta e arriva al 70%.
Quindi queste sono le iniziative che sono state messe in campo in merito ai giovani ed è sicuramente un passo avanti che dovremo poi meglio declinare e meglio definire nei vari bandi che andremo a realizzare e a istruire.
Per quanto riguarda invece la questione delle produzioni locali, credo che sia necessario, come lei ha ben fatto, partire dalla discussione sulla mozione che abbiamo approvato all'unanimità nell'ultimo Consiglio regionale.
È proprio dalla conoscenza del prodotto che andiamo a vendere, dalla conoscenza della storia delle nostre tradizioni e del nostro allevamento che possiamo partire per valorizzare il nostro prodotto; perché lei lo ha detto, e lo avrei sottolineato anch'io, non abbiamo la forza di soddisfare l'intero mercato, ma abbiamo delle specificità che - se siamo in grado e siamo capaci dal produttore in poi a valorizzare - sicuramente permettono un aumento del prezzo e della valorizzazione molto importante.
Quindi credo che sia questo l'aspetto su cui dobbiamo assolutamente lavorare.
Come Assessorato partecipiamo a diverse fiere, cito ad esempio "Vinum" e "Vinitaly" ma anche "Cheese" e "Slow Food" o "La Foire du Valais", ve ne sono anche altre organizzate invece direttamente dall'Assessorato in sinergia con altri Assessorati o interamente con i nostri Dipartimenti, come "Show Cooking", il "Marché au Fort", il "Concorso dei Mieli Valle d'Aosta" o il "Modon d'Or".
In quest'ottica mi preme sottolineare l'importante collaborazione con l'ente Fiera internazionale del tartufo, con la quale collaboriamo per promuovere la fontina e il tartufo, ma non solo; ovviamente è un accordo importantissimo per lo sviluppo e la promozione dei nostri prodotti.
Infine vi è la possibilità e vi sono dei bandi previsti dall'Assessorato che prevedono il rimborso del 70% delle spese in capo alle aziende che decidono di partecipare a delle fiere e a degli eventi promozionali per promuovere dei prodotti valdostani all'esterno, quindi la Regione va a compensare il 70% delle spese di competenza di queste aziende proprio per incentivare la promozione del nostro prodotto, e credo che queste siano delle politiche che vadano nella direzione che lei ha sottolineato. Sicuramente possono essere migliorate, ma per migliorare dobbiamo partire dalla conoscenza e dalla valorizzazione di quello che abbiamo e di quello che siamo, perché credo - e vengo nel dettaglio sull'aspetto invece del settore carne - che sia fondamentale andare a specificare le caratteristiche della nostra razza, le caratteristiche della nostra carne, perché solamente così possiamo vendere il nostro prodotto.
Bisogna ricordare che vi è un problema anche legislativo a livello europeo, perché la legislazione europea, nel settore della carne, prevede l'obbligo di etichettatura per la carne fresca, refrigerata e congelata, con le indicazioni relative ai paesi di nascita, allevamento e macellazione dell'animale, mentre sui prodotti trasformati a base di carne, tali indicazioni continuano a non essere obbligatorie, e questo è sicuramente un aspetto che ci mette in difficoltà, perché può, ovviamente, essere un problema se tutto il lavoro che facciamo non viene riconosciuto nell'etichettatura.
In tal senso bisogna riconoscere l'importante lavoro svolto da AREV per andare a adottare il disciplinare di etichettatura volontaria, che coinvolge quindi sia gli allevatori che i macellatori locali e che ha permesso di far conoscere la nostra carne valdostana.
Ovviamente dobbiamo continuare a lavorare in questo senso e andare a rendere sempre più forte il rapporto tra produttori e consumatori per sostenere la produzione a km 0, perché credo che questo sia un aspetto fondamentale che ci permette sì di aumentare il valore delle nostre carni ma anche di valorizzare i nostri allevamenti, perché dobbiamo ricordare che quest'aspetto è sempre più importante anche per compensare le notevoli difficoltà che gli allevatori hanno durante tutto l'anno nella gestione delle loro aziende.
Presidente - Replica il consigliere Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Alla sua prima risposta, se non riesco, replico dopo visto che nelle due iniziative la mia prima domanda era la stessa, perché tanto sia per il settore della carne che quello del latte poi alla fine non è che ci siano delle grandi differenze rispetto alla linea politica, perché tanto per le problematiche nel nostro territorio, sia dal punto di vista di tipologia di aziende o quant'altro, il fine resta sempre lo stesso.
Mi ha indicato tutta una serie d'iniziative, forse non abbiamo centrato ma non è questo che... Io avevo presentato quest'iniziativa già a seguito della sua relazione il giorno che è stato nominato Assessore e parlava, appunto, di valorizzazione.
Come ho anticipato prima, benissimo la valorizzazione... poi non è che la mia opinione sia legge, però oggi forse ci troviamo in un momento che, prima d'intervenire a fare della valorizzazione, dovremmo prima pensare se abbiamo il prodotto.
Noi abbiamo il prodotto, valorizziamo il prodotto, spendiamo per vendere il prodotto; se riscontriamo che negli ultimi anni diminuisce la produzione di questo prodotto o quant'altro, bisogna capire il motivo per cui determinate aziende hanno un calo di produzione e poi andare a vedere se si può correre ai ripari, come si è già fatto in passato: La soluzione a tutto non ci sarà, però io oggi, prima di parlare di valorizzazione - che è sempre importantissima la qualità, il benessere animale e tutti gli aspetti che lei ha citato e che continuiamo a ripetere e forse diventiamo anche un po' noiosi - ragionerei sulla carenza di produzione di questo prodotto, infatti ci sono dei punti vendita importantissimi, dei punti di riferimento importantissimi anche per i turisti - e non sto a sottolineare i nomi adesso in quest'aula, poi li valuteremo in sedi separate - che valutano di cessare la vendita della carne valdostana perché hanno difficoltà a reperire il prodotto.
Dal punto di vista del mercato, in generale - a livello regionale, nazionale ed europeo - è aumentato il prezzo della carne; anche se non migliorava come qualità, e lo vediamo anche nelle carni sintetiche, è aumentata la richiesta perché è diminuita l'offerta.
Noi dovremmo fare attenzione a questo aspetto, perché è inutile che andiamo a valorizzare il prodotto e poi magari un'azienda non riesce a produrre e deve chiudere e cambiare attività.
Bisognerebbe andare per step e dire: va bene, dobbiamo renderci a occhio e croce conto di quant'è, tanto non abbiamo delle grosse realtà, parliamo del nostro patrimonio zootecnico, siamo al di sotto dei 27 mila capi... io conosco molte aziende fuori dalla nostra regione in cui una sola persona ha più di 30 mila capi e questi si chiamano - a volte, non sempre, perché non sempre lo sono - allevamenti intensivi, però tanto per dare l'idea che siamo talmente piccoli che potremmo agire come un'unica azienda e dare un prodotto che poi sì che bisogna valorizzare al massimo e sempre tenere alta l'attenzione sulla qualità e tutto.
Bisogna, però fare attenzione già al primo passaggio per capire se per il produttore ci siano le condizioni - non dico ideali perché sarebbe tanto - per avere in futuro una produzione di qualità, perché se non abbiamo una produzione di qualità e manca il valore economico per fare un prodotto di qualità, per la nostra tipologia di piccole aziende con piccoli numeri i costi aumentano tantissimo: se pensiamo che a un'azienda di 100 capi della pianura magari serve solo un dipendente, noi qui magari ci troviamo ad avere aziende di dieci capi con una persona che le deve accudire per forza, di conseguenza è normale che il costo di produzione si alzi tantissimo e poi quando ci approcciamo al mercato ci troviamo ad avere delle difficoltà a cui noi dovremmo cercare di dare delle risposte. All'altra risposta replico dopo.