Oggetto del Consiglio n. 2240 del 4 aprile 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2240/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a risolvere il problema della carenza dei bidelli nelle scuole valdostane".
Bertin (Presidente) - Punto n. 15. Per l'illustrazione il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Come qualcuno in quest'aula ricorderà, credo in particolare gli assessori Bertschy e Caveri, questa non è la prima volta che trattiamo la questione dei bidelli, una questione che ha delle radici lontane. Chiamiamoli bidelli o personale ATA, ci diverse denominazioni, ma con "bidelli" sicuramente ci comprendiamo meglio. La questione è iniziata sotto il Covid, perché c'erano delle mancanze che erano preesistenti e si è voluto intervenire in maniera temporanea rispetto a queste mancanze, con delle assunzioni temporanee, peraltro con il metodo della scelta del personale tramite chiamata pubblica, senza avere poi una scelta effettiva sulle capacità delle persone ma soltanto sulla base del reddito; questa è una scelta che ho sempre contestato, ma tant'è. Durante il Covid si è arrivati a fare una chiamata pubblica di personale ausiliario che potesse andare a svolgere quei ruoli, numeroso personale ausiliario; è stato prorogato per un anno e poi si è detto che non si poteva più prorogare.
Da quel momento si è ingenerata una situazione particolare, perché le mancanze, le carenze all'interno dei plessi scolastici sono rimaste, quel tipo di chiamata non era più possibile farla e sono state fatte alcune chiamate che di certo non hanno risolto il problema, sono stati espletati alcuni concorsi che però non hanno messo a posto la questione.
Credo che proprio anche a seguito di questo, sono state raccolte 1621 firme che sono state consegnate alla Presidenza della Regione e all'allora Assessore, per chiedere una presenza stabile dei bidelli nelle scuole dell'infanzia e primaria.
Come sappiamo, questa non è soltanto una necessità che si è sviluppata con la pandemia, ma la carenza di personale, soprattutto nei plessi più piccoli, influisce notevolmente sulla qualità della scuola. Gli insegnanti, in assenza del personale ausiliario, per esempio sono spesso costretti a togliere del tempo alle lezioni per aprire il portone, oppure per rispondere al telefono, quando non a occuparsi di pulire l'aula in caso di malessere degli alunni, ma non solo. Senza poi parlare di quelli che sono i potenziali rischi in termini di sicurezza: se un'insegnante deve allontanarsi dalla classe per aprire la porta o rispondere al telefono, evidentemente sarà costretta a lasciare la classe da sola, con tutto quello che sappiamo potrebbe accadere. Non solo, anche lasciare il portone incustodito benché chiuso, potrebbe portare a notevoli problemi di sicurezza. Non dimentichiamo poi il servizio fondamentale svolto dal personale ausiliario in tempi di pandemia, che permetteva di mantenere le scuole pulite e sanificate in ogni momento della giornata.
Quel personale ha integrato una criticità che penso stiate affrontando in questi giorni. É accaduto che quel personale ha maturato un diritto di prelazione, se così vogliamo chiamarlo, cioè sostanzialmente quel personale ha maturato un diritto di priorità rispetto a quelli che erano i concorsi, quindi rispetto a questo diritto, questo personale avrebbe avuto la possibilità di aderirvi semplicemente comunicandolo. Il problema è che questo personale non è stato informato di tale possibilità. Quindi, le persone che per due anni hanno lavorato in piena pandemia con tutti i rischi annessi e connessi e che erano legate, per esempio, al reddito, per cui la persona che aveva un reddito basso lavorava nel 2020 ma rischiava di non lavorare nel 2021, perché avendo guadagnato per aver lavorato l'anno prima, non rientrava più in quelle fasce di reddito, ebbene, questo personale aveva maturato, lavorando in quel periodo, un diritto di prelazione.
La cosa curiosa è che, delle centinaia di unità di personale che hanno lavorato durante la pandemia, gran parte hanno maturato questo diritto, però il caso vuole che soltanto poche unità abbiano deciso di esercitare questo diritto, probabilmente perché ben informate. Quindi, qualcuno è andato da queste poche persone e le ha informate di questa possibilità, ma solo quelle, non altre, sono quelle poche. Ci troviamo ad avere a che fare con la stragrande maggioranza di persone che non lo sapeva e ha fatto scadere la tempistica per l'esercizio di questo diritto, e una ristrettissima minoranza che invece quel diritto lo ha esercitato, perché quel diritto si esercita da qui ai concorsi futuri e quindi in quei concorsi potranno avere questo tipo di priorità.
Di fronte a questa criticità, da una parte la necessità di dare copertura a quelle che sono le richieste dei plessi scolastici, dall'altra parte quella di dare risposta alle centinaia di persone che avevano diritto di poter avere questa prelazione e che invece si sono sentite sostanzialmente rispondere che ormai quel diritto era scaduto, a fronte del fatto che le poche unità di persone che invece quel diritto l'hanno esercitato erano state ben informate - poi magari sarebbe curioso andare a chiedere da chi, però magari un giorno succederà - a fronte di questo sicuramente siamo consapevoli delle difficoltà di ordine economico che affliggono gli enti locali, ma il problema del personale ausiliario non può essere considerato sicuramente un problema secondario.
I problemi per la sicurezza e la salute dei nostri figli sono prioritari, così come il diritto al lavoro. Per questo motivo le chiediamo se sia intenzione dell'Amministrazione regionale acconsentire alla richiesta formulata dalla petizione e, se sì, con quali tempistiche e modalità, e se la segnalazione, quindi la questione del diritto di prelazione così definito, corrisponde a verità e in caso affermativo quali siano le azioni che si intendono porre in essere per superare le criticità segnalate e quindi riconoscere a tutti i potenziali fruitori il riconoscimento di questo diritto e quindi il superamento di questa criticità.
Presidente - Risponde il Presidente della Regione.
Testolin (UV) - L''interpellanza riguarda due problematiche oggettivamente distinte. Per quanto riguarda la prima domanda, la raccolta firme in argomento, presentata lo scorso 17 febbraio, richiede la presenza stabile di bidelli, in particolare nelle scuole dell'infanzia e primaria, di cui la competenza, come è noto e come è già stato sottolineato dal collega Manfrin, è in capo agli enti locali. Rispetto a ciò l'Amministrazione regionale, consapevole della necessità di dotare, in particolare i plessi scolastici dove vi è un solo insegnante, di personale ausiliario per garantire l'assistenza necessaria degli alunni, cercherà di attivarsi per soddisfare e addivenire a una soluzione condivisa con gli amministratori locali, con i quali si è già discusso della problematica e sono previsti degli incontri a breve per poter valutare quelle che potranno essere le soluzioni da applicare.
La seconda domanda, se la segnalazione ricevuta corrisponde a verità e in caso affermativo quali siano le azioni che si intendono porre in essere per superare le criticità segnalate. La questione del diritto di precedenza è emersa allorché, dopo aver indetto una procedura di chiamata dal collocamento per la copertura dei posti di personale ausiliario di categoria A, bidelli, è stata adottata la deliberazione della Giunta regionale n. 119 del 2022, che condizionava l'avvio della procedura stessa alla verifica della copertura del fabbisogno mediante il diritto di precedenza, disciplinato dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 81 del 2015. Il dipartimento personale e organizzazione, preso atto della deliberazione citata, si è attivato per verificare l'applicabilità del diritto di precedenza previsto dalla norma citata nell'ordinamento valdostano, atteso che l'istituto non è disciplinato dalla legge regionale n. 22 del 2010 e conseguentemente non è stato previsto nei contratti individuali di lavoro. A tal fine si è reso necessario un approfondimento richiesto all'Avvocatura regionale che si è espressa per la diretta applicazione della norma statale sull'ordinamento della Regione.
Effettivamente la mancanza di previsione nei contratti di lavoro del diritto di precedenza ha causato le criticità che conosciamo e nel mese di febbraio sono pervenute alcune diffide dei lavoratori. Il dipartimento personale e organizzazione, coadiuvato dall'Avvocatura regionale, sta verificando quali possono essere le possibili soluzioni alla questione, cui daremo conto appena saranno messe in azione.
Presidente - Per la replica, il consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Sono due problematiche che sono connesse dalla figura del personale ausiliario. Da una parte, la raccolta firme è stata consegnata ai vertici regionali, quindi direi che una certa voce in capitolo è stata riconosciuta, o non sarebbe neanche stato acconsentito di ricevere questa raccolta firme, quindi direi che da questo punto ci auguriamo che, a questo punto, gli enti locali possano raccogliere la suggestione e si possa addivenire a una soluzione, che sicuramente è necessaria, come abbiamo evidenziato nell'esposizione dell'interpellanza. Dall'altra, prendo atto, Presidente, che la sua risposta nasconde una mancanza, ovvero che nel mese di febbraio si sia preso atto del fatto che c'era una richiesta del diritto di prelazione da parte dei lavoratori che non è stato riconosciuto né rispettato e che da febbraio, siamo ad aprile, ancora non si sia trovata una soluzione. Lei ci ha detto adesso che sono arrivate le diffide, quindi a questo punto chiederemo gli atti per averne copia e per comprendere cosa è stato scritto, cosa è stato comunicato e per quale motivo, e a fronte di questo vedremo quelli che saranno i passi che la sua amministrazione intenderà fare.
Risulta evidente che se vi è una legge, che lei giustamente ha citato, che prevede che debba essere riconosciuto questo diritto di precedenza per chi ha risposto alle chiamate pubbliche, va da sé che questa debba essere riconosciuta e che quindi si debba arrivare a un necessario recepimento della normativa nazionale all'interno e soprattutto nei contratti.
Ci auguriamo che da questo punto di vista si possa incidere e comunque terremo sicuramente l'attenzione alta su questo tema, perché da una parte i diritti dei lavoratori e dall'altra parte i diritti dei bambini e dei plessi scolastici di poter avere del personale a disposizione, sono sicuramente diritti inalienabili.