Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2180 del 22 marzo 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2180/XVI - Petizione popolare "Salviamo il Vallone delle Cime Bianche". (Reiezione di una risoluzione)

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 33 Consiglieri riprendiamo l'analisi del punto n. 4 dell'ordine del giorno. Siamo in discussione generale sulla petizione "Cime Bianche". Qualcuno vuole intervenire? Ci sono altri interventi? L'assessore Bertschy ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Cercherò di essere fedele alle parole che dico, nel senso che parleremo della petizione e non dello studio, non facendo come qualcuno stamattina che ha parlato per 17 minuti dello studio e poi per un minuto della petizione. Oggi parliamo della petizione delle Cime Bianche e direi che correttamente portiamo come Governo, anche se non sono previste le repliche ma si parla nel dibattito generale, alcune nostre considerazioni rispetto a quello che abbiamo sentito in aula. Da parte del Governo non si può che rimarcare con anche molta considerazione tutta una serie di interventi, in particolare Forza Italia e la Lega, che hanno sottolineato, da una parte, l'importanza del progetto, dell'investimento e della prospettiva e dall'altra parte ovviamente, visto l'investimento che si andrà a fare in termini di risorse finanziarie, di impatto sul territorio e di coinvolgimento dei territori, la necessità di avere un quadro molto, molto ampio delle strategie, delle risorse da mettere a disposizione e probabilmente, rispetto allo studio, appunto tutta una serie di lavori che dovranno avviarsi a conclusione di questa petizione.

La petizione, a nostro avviso, parte molto debole, nel senso che non nasce come una proposta ma come un'alternativa a un progetto che è stato presentato dal Governo. Sarebbe stato molto più credibile vedere questa proposta nascere dall'origine senza essere il controcanto di una proposta appunto che prevede un obiettivo completamente diverso da quello che viene annunciato sulla petizione ma, come è stato giustamente detto questa mattina anche dal Capogruppo dell'Union Valdôtaine, bisogna dire il contrario di quello che si vuol fare. È quindi una proposta che nasce come sempre per dire di no a quello che si vuol fare per proporre qualche cosa che appunto non nasce da uno studio ma nasce semplicemente perché c'è qualche cosa di diverso che si sta proponendo. Per noi la petizione non si inserisce per nulla nella programmazione strategica che abbiamo immaginato di portare avanti, con l'investimento del collegamento e soprattutto non si unisce con quello che i territori hanno chiesto. Anche la fase di audizioni in Commissione ha dimostrato come, se la democrazia ha un senso, le Amministrazioni comunali, a partire da quelle sul territorio, quindi le Amministrazioni più vicine a quest'investimento si sono dichiarate favorevoli, lo ritengono necessario e lo ritengono anche utile per garantire uno sviluppo alla propria popolazione e alle comunità tutte. Se - e per noi lo è - ha un senso oggi ancora votare, se ha un senso dare a questo voto la giusta importanza, si è votato da poco, in particolare nel Comune di Ayas, ci sono state dichiarazioni molto forti ma molto coerenti con quello che è stato presentato in campagna elettorale in quel Comune che hanno portato a dire che quello è un progetto strategico per quella comunità e per quel territorio. Lo ha detto anche l'Amministrazione di Valtournenche, che invece è a conclusione di un mandato, ma non si è nascosta e ha dichiarato che quello è un progetto strategico e quello è un progetto interessante per il territorio. Potremmo anche raccontare dei cugini piemontesi, del Comune di Alagna, potremmo anche dire ovviamente di come la pensano nella vallata di Gressoney. Tutte le rappresentanze territoriali ritengono che questo progetto, se ci saranno le condizioni, debba avanzare perché può garantire un futuro alle proprie comunità e alle proprie vallate. Noi quindi partiamo da lì, cercando di dare a questa petizione l'attenzione che merita e allo stesso tempo ricordare che la programmazione e la prospettiva è evidentemente un'altra.

Si tende molte volte a dare una rappresentazione dell'impatto degli impianti funiviari molto, molto importante in termini di invadenza sul territorio. Ormai lo ripeto da un po' di mesi: gli impianti funiviari rappresentano lo 0,4 percento della nostra superficie e in quello 0, 4 percento siamo intorno ai 3 milioni di primi passaggi anche quest'anno, credo che alla fine stagione saremo su quei numeri, persone che vengono a divertirsi e a portare sul nostro territorio, oltre al divertimento loro, delle risorse per garantire occupazione, lavoro, sviluppo e il rispetto dei luoghi della montagna dove tutti noi vorremmo continuare a vedere delle popolazioni vivere. Nessuno ha mai detto che si vive solo di sci in Valle d'Aosta, non potremmo farlo, perché rappresentiamo lo 0,4 percento del territorio occupato e che quindi l'industria dello sci sia così invasiva su tutta un'altra serie di possibilità che c'erano, che ci sono e ci saranno ancora da sviluppare in altre comunità direi che non lo si può affermare e non lo si deve affermare perché non è così, ma dove viviamo con quel tipo di possibilità è bene dare a un settore così importante e strategico la possibilità di poter continuare a crescere e di rimanere competitivo sul mercato internazionale.

La nostra posizione è quindi quella di andare avanti con questo studio - e in questo senso non posso che condividere le richieste che sono state fatte - e credo che si possa anche condividere il fatto che negli ultimi anni abbiamo sempre cercato di lavorare in maniera molto trasparente su tutta una serie di azioni programmatiche, nella strategia per l'adattamento al cambiamento climatico c'è un'attenzione a quello che bisognerà fare negli impianti a fune, abbiamo prodotto da poco lo studio che andrà analizzato per l'assetto societario e sempre più siamo andati a cercare di migliorare la programmazione strategica delle società rimanendo nell'indirizzo del DEFR. Una petizione quindi che non prende assolutamente in considerazione che attraverso questi investimenti si possano far crescere le comunità ovviamente non può essere sostenuta e assolutamente non può essere di aiuto a una strategia che si pone obiettivi completamente diversi.

Sull'impatto bene ha fatto qualcuno a ricordare che nelle proposte che sono emerse quella che pare essere una delle proposte perseguibili quanto meno a livello di studio è una proposta che porta all'interno della zona non più di quattro tralicci di impostazione dell'assetto funiviario. Invasivo? Forse sì, è meglio quello che una serie di piste di strade poderali, di iniziative che, comunque, in altri territori esistono per dare la possibilità all'agricoltura, per esempio, di svilupparsi? Chi lo sa. Certo che dobbiamo trovare un giusto compromesso tra le esigenze delle persone che abitano in montagna di avere un'economia, le esigenze di dare del lavoro alle persone che abitano in montagna e il rispetto e il rapporto con la nostra natura. Quando si dice che si realizza un collegamento ma non si realizzano delle piste, non si cambia nulla di quel territorio, se non a livello aereo-paesaggistico, dire che si violenta un territorio, a nostro avviso, è forzato.

Mi è dispiaciuto molto, colleghe Minelli e Guichardaz, sentire un attacco così forte alla nostra Avvocatura. Addirittura a un certo punto gli si è dato dell'arzigogolato, qualcosa del genere, non ho capito bene che cosa ha detto. Io credo che la prima cosa che dovremmo fare è rispettare i nostri dirigenti, perché non lavorano per i nomi e cognomi degli Assessori o del Governo di turno, lavorano con coscienza per cercare di metterci nella condizione di rispettare le nostre istituzioni. Lo ha fatto per la seconda volta, perché lei già non riteneva credibile il parere dell'Avvocatura in risposta a una sua lettera quando era ancora Assessore. L'Avvocatura assolutamente non ha detto che c'è un via libera: ha detto che potrà essere prevista una deroga a certe condizioni. Perché l'ha detto? Perché c'è scritto in un atto amministrativo che non è mai stato impugnato dal Governo da tanto tempo. Non ha detto quindi: "si fa", ha detto: "a certe condizioni, se saranno superate tutta una serie di confronti a livello amministrativo e tutto quello che ci siamo già detti, si potrà pensare che la Giunta potrà dare una deroga". L'ha messo nero su bianco, si è presa la responsabilità e oggi si è presa le vostre ramanzine perché probabilmente non ritenete che sia sufficiente e addirittura dovremmo andare verso un incarico esterno, che, se sarà ritenuto necessario da parte delle istituzioni, quindi Consiglio e Giunta, lo si farà, ma dovremo dare un incarico esterno perché la loro competenza non è sufficiente. Personalmente non condividiamo questo modo di lavorare nei confronti dei nostri dirigenti, in particolare di organi così importanti come quelli dell'Avvocatura regionale. Quando uno documenta e mette una firma, si prende le sue responsabilità, ma lo fa per l'Amministrazione regionale, non per un ente privato o per un interesse privato, lo fa per l'Amministrazione regionale che tutti noi rappresentiamo, maggioranza, minoranza, oggi ci sono delle rappresentanze di un certo tipo, domani ce ne saranno magari delle altre, e lo aveva detto, se non mi ricordo male, il collega Aggravi a un certo momento di un forte dibattito che c'era stato sulla vicenda mi pare del Casinò. È un'osservazione che ci sta e ci sta molto di più ancora adesso, in questo momento in cui più volte è stato richiesto questo parere. Quando arriva il parere, ancora una volta lo si ritiene non sufficiente, non coerente, non sufficientemente supportato. Non è così perché, ripeto, c'è un'espressione, c'è una firma e c'è un dirigente che si prende la responsabilità di dirci: "a certe condizioni questo progetto forse potrà essere derogato", perché non si sostituisce agli organi politici, sono gli organi politici che, una volta che sarà completata la discussione, si dovranno prendere le loro responsabilità.

Rispetto all'investimento che, da un lato, è previsto e, dall'altro, non è assolutamente stimato, non si capisce questa petizione quali risorse mette in campo, quante risorse bisognerà mettere in campo, quali cose andranno fatte, perché, da un lato, si contesta un'operazione di investimento, dall'altro però non si rappresenta nessun tipo di conto economico. L'Amministrazione comunale di Ayas l'ha detto che, rispetto al recupero di uno dei punti che ha preso la petizione, c'è il massimo impegno, non è in concorrenza, anzi, non è in alternativa, continuerà ad andare avanti quel tipo di progettazione, però, da un lato, si è chiesto di mettere nero su bianco appunto uno studio con anche un impatto finanziario e, dall'altro, non c'è un numero che avanza.

Per noi ad oggi si aprirà una strada, una volta conclusa la discussione di questa petizione, per continuare a cercare di valorizzare la Valle d'Aosta innanzitutto, il settore degli impianti a fune per quell'economia che potrà dare e quei luoghi e quei territori attraverso un'idea che andrà ancora verificata. Dall'altra parte ci poniamo come obiettivo quello di mettere in condizioni tutti quanti di lavorare per dare una risposta complessiva nei prossimi mesi mettendoci a disposizione a livello politico, a livello tecnico e a livello organizzativo per tutti quei documenti che insieme abbiamo voluto avere, perché io ricordo che lo studio della Deloitte lo abbiamo chiesto insieme attraverso una norma di legge che abbiamo poi approvato per far sì che Finaosta potesse assegnare questo studio e dare la disponibilità al Consiglio regionale di parlarne. Sugli investimenti, e concludo, è sempre difficile oggi stimare... anzi, è il ruolo della politica provare a immaginare come investire le risorse pubbliche.

Secondo me, nello studio della società c'è un limite, oggi noi non interverremo con delle percentuali fisse, perché quello che dice la Comunità europea, forse qualcuno ha parlato di aiuti di Stati, si potrà intervenire con il finding gap, quindi oggi non esiste una percentuale di riferimento, potrebbe essere di più, potrebbe essere di meno, addirittura potrebbe essere sottostimato l'intervento pubblico, però probabilmente c'era la necessità di mettere qualche numero. Lì però abbiamo tutta una serie di normative che ci permetteranno di valutare, una volta conclusa l'analisi, di andare in quella direzione. Qui ci si dimentica completamente di mettere in condizioni la politica di esprimersi su una base più scientifica, su una base più tecnica e se una base anche più finanziaria amministrativa, semplicemente si dice: "quella cosa non si può fare, vi proponiamo questa e poi vediamo quali ricadute potrà portare". A questo modo di proporre l'attenzione dei progetti strategici per la nostra comunità quindi ovviamente noi non diamo nessun tipo di appoggio, nessun tipo di contributo e andiamo avanti per la nostra strada sapendo che è una strada che dovrà ancora essere verificata e resa sostenibile dal confronto politico che dovrà avvenire nei prossimi mesi.

Presidente - Si è prenotato l'assessore Grosjacques, ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Faccio anch'io qualche breve considerazione, in primis perché da Presidente della IV Commissione ho lavorato su questo tema e ho contribuito, insieme al collega Chatrian, a scriverne le conclusioni che ovviamente condivido e sulle quali è già stato detto molto dal vicepresidente Bertschy e dal capogruppo dell'Union Marguerettaz.

Io parto dal fondo, parto dal parere dell'Avvocatura. Io credo che, al di là degli imbarazzanti commenti della collega Minelli sul lavoro dell'Avvocatura, credo che questo parere abbia colto nel segno, perché in questi giorni, dopo l'arrivo e la diffusione del parere, il Comitato, o quanto meno qualcuno del Comitato è passato da un perentorio: "non si può fare, punto" a direi un più salomonico "non sappiamo ancora se si potrà fare", quindi direi che questo parere ha comunque aperto una breccia anche nelle ferme e granitiche affermazioni e principi del Comitato.

Sulla petizione direi che il solo fatto che il punto 4 andasse in contrasto con le scelte fatte dal DEFR 2020-2022, che peraltro chi ha sottoscritto, o comunque animato la petizione aveva in ogni caso sostenuto, direi che sarebbe già più che sufficiente per valutarla in modo negativo, anche perché con questa petizione e con tutti gli atti che ne sono seguiti e che si sono succeduti in questi due anni e mezzo, anche se quest'attività viene attribuita a noi, noi da parte dei Comitati "Salviamo le Cime Bianche", abbiamo assistito almeno settimanalmente a conferenze stampa, a comunicati stampa, a dichiarazioni, a pubblicazioni, alle quali, come maggioranza regionale, non abbiamo risposto mai se non attraverso gli atti formali che venivano proposti in Consiglio.

Oggi quella petizione e gli atti che ne conseguono danno due visioni diametralmente opposte, cioè una visione di conservazione da parte di chi il Vallone lo vuole intatto, lo vuole vergine e una visione di distruzione da parte di questa maggioranza regionale, e non solo della maggioranza, perché oggi il dibattito in Consiglio ha allargato molto il ventaglio di coloro che con sfaccettature diverse non sono pregiudizialmente contrari e come noi, del resto, vogliono avere contezza di tutte le valutazioni che saranno fatte in corso d'opera quando si avvieranno i lavori di Commissione. Sulla scarsa incidenza dell'impianto nella zona di interesse comunitario credo che abbiano già ben detto.

Noi sosteniamo questo lavoro, questa valutazione, che non sappiamo alla fine che risultato darà ma certamente la perseguiremo fino in fondo con tutti gli strumenti possibili, una prima valutazione però emerge già dallo studio, anche se è molto corposo e quindi non abbiamo ancora avuto il tempo di analizzarlo nel dettaglio. L'incidenza sotto tutti i profili esaminati è statisticamente medio-bassa e soprattutto l'alternativa, la proposta 5 che sembrerebbe essere quella che maggiormente si adatta alla situazione anche di conservazione e di tutela del Vallone delle Cime Bianche... perché non dobbiamo dimenticare, e lo dico perché prima di tutto sono residente e abitante in una delle zone che sarà maggiormente interessata, al di là del grande favore con il quale è stato lanciato e sostenuto dalle popolazioni locali, alle quali qualcuno in questo Consiglio attribuisce scarso peso... ma dobbiamo ricordarci che dietro c'è un'economia che va sostenuta in parallelo con la tutela dell'ambiente, perché per noi la tutela dell'ambiente è assolutamente prioritaria, però non vogliamo che quest'ambiente escluda l'uomo, noi vogliamo che all'interno della tutela dell'ambiente, alle condizioni che le regole ci daranno e che noi rispetteremo... e le delibere della Giunta regionale, come ha detto il Vicepresidente, non sono state impugnate e che quindi ad oggi hanno tutta la loro efficacia... noi cercheremo di fare quanto è possibile per sostenere l'economia dei nostri territori, perché l'ambiente è prioritario, ma deve andare di pari passo con il sostegno dell'economia e delle nostre vallate.

La collega Minnelli ha detto in un passaggio che bisogna ripensare il turismo invernale con un nuovo modello. Sono d'accordo personalmente, ma vorrei che la collega Minelli mi spiegasse se lei intende come nuovo modello la sostituzione integrale delle stagioni invernali attraverso lo sci, oppure se ha un progetto o comunque delle idee che possano affiancare e valorizzare altre attività a fianco dello sci. Io credo che lo sci oggi in tutte le sue declinazioni non abbia la possibilità, io dico, per fortuna, di essere sostituito, anche perché non riesco a immaginare quali altre attività si potrebbero insediare sui nostri territori, sui territori di montagna, soprattutto di alta montagna, che possano creare, a parità di finanziamenti, un numero di posti di lavoro come quelli che lo sci oggi garantisce e garantisce anche grazie al sostegno e ai programmi che questa maggioranza e quelle che ci hanno preceduti hanno comunque sempre messo in campo. Le zone da tutelare, come dicevo, non possono essere mantenute vergini, non è la nostra filosofia, la filosofia è quella di andare a sostenere gli investimenti con le regole e con le compensazioni, perché non dimentichiamo che le compensazioni che oggi ovviamente non possono essere declinate nel dettaglio sicuramente andranno a migliorare quello che sarà l'impatto, anche se modesto, dei sostegni, quindi nel caso specifico dei quattro sostegni che interessano il sito di interesse comunitario.

Io credo pertanto che la petizione che è stata ovviamente sostenuta e appoggiata, perché ogni tanto bisogna trovare gli strumenti per scaldare la curva dei tifosi, quindi questo è sicuramente uno di quelli che pagano di più dal punto di vista politico, ma credo che non si renda un buon servizio alla nostra comunità andando comunque sempre a bloccare tutto, perché la collega Guichardaz ha annunciato la teoria del "sì", che è ovviamente la teoria del "no" al contrario, perché, quando declina i suoi punti della teoria del "sì", questa rappresenta in pieno quella che ho già avuto modo di citare in altri interventi come la decrescita felice. Noi abbiamo un'altra visione della nostra società che porteremo avanti con questa maggioranza e credo anche alla luce del dibattito che è emerso questa mattina anche con altre forze, che, a prescindere dallo schieramento politico, hanno una visione di sostegno dell'economia e non di blocco, perché il "sì" alla tutela, il "sì" al mantenimento dello status quo al Traforo del Monte Bianco, il "sì" alla moratoria sull'idroelettrico sono tutti dei "sì", che in realtà bloccano completamente le nostre attività. La petizione quindi ovviamente non è accoglibile, proprio perché è in contrasto con le scelte fatte da questo Consiglio e questa maggioranza certamente sosterrà con convinzione lo studio di fattibilità, perché non dobbiamo parlare di progetto, delle Cime Bianche e valuterà tutte le condizioni per valutare la sua realizzabilità.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Caveri, ne ha facoltà.

Caveri (AV-VdA Unie) - Io credo che su questi argomenti si debba intervenire e lo si debba fare per evitare che certe minoranze chiassose siano in qualche maniera protagoniste di fronte a maggioranze che talvolta sono troppo silenti. Questo vale per questo e per molti altri argomenti. Intervengo perché per molti anni, e ancora adesso, mi sono occupato delle politiche per la montagna e devo dire che si è cominciato a parlare di sostenibilità delle zone di montagna solo in epoca abbastanza recente. Nel 1992 ci fu quest'incontro, questo summit internazionale a Rio de Janeiro e lo si deve ai Parlamentari amici della montagna di allora il fatto che il tema delle montagne figurasse nel documento conclusivo. Questo a dimostrazione che questa questione della sostenibilità non è un'invenzione di questi anni ma è un tema di impegno che ha delle radici particolarmente profonde. Devo dire che in tutta una serie di istanze europee questa questione di quali modelli avere per la montagna è diventata un tema particolarmente significativo e fa piacere che l'istanza forse più democratica per i popoli alpini, che è EUSALP, che è questo insieme di 48 Regioni delle Alpi, si sia più volte espressa rispetto alla necessità di avere un turismo rispettoso dell'ambiente ma che abbia e mantenga lo sci come elemento significativo. È pur vero che siamo di fronte a un cambiamento climatico e questa circostanza, che oramai è una circostanza innegabile, ci porta giustamente anche a riflettere di andare più in alto. È questa una giusta ambizione e appare abbastanza paradossale che molto spesso ci sia, specie negli ambienti di un certo ambientalismo, la Svizzera come punto di riferimento ed è vero che la Confederazione elvetica ha sempre avuto una particolare capacità di attenzione ai propri territori, ma proprio nella zona del Cervino Monte Rosa si vede di come gli Svizzeri abbiano fatto delle scelte precise, quindi quella di salire più in alto, sempre trattando in qualche maniera degli elementi compensativi con le forze che si occupano della difesa dell'ambiente, in termini appunto di ambientalismo e questo ha sempre consentito di trovare delle soluzioni di juste milieu, perché l'aspetto più insopportabile di certa polemica, che viene anche riversata nella petizione, è questa logica manichea di dividere il mondo: da una parte ci sono i buoni, i bravi, i puri e dall'altra ci siamo noi, noi espressione di democrazia locale, che sono invece i brutti, cattivi, cementificatori. Io l'ho anche vissuto nel momento in cui, in punta di piedi, forse non sempre in punta di piedi, ho polemizzato con il Club Alpino Italiano, e per 3-4 giorni su Twitter ho dovuto cancellare improperi e insulti di questi grandi amanti della natura che fanno parte di questo grande sodalizio che me ne hanno dette di cotte e di crude a fronte di una sottolineatura abbastanza oggettiva, che abbiamo visto anche nel vivo della polemica. Prima ancora che ci fosse lo studio, il verace Club Alpino Valdostano si è espresso in un certo modo, anche con una vena di polemica nei confronti di un mondo autonomista, che è lo stesso mondo che ha dato vita in Valle d'Aosta al Club Alpino Italiano, fra i primi Club Alpini Italiani, poi gli autonomisti se ne andarono dal Club Alpino perché all'epoca del Fascismo il Club Alpino si inginocchiò davanti a Mussolini e quindi era ovvio che non ci poteva essere una continuità di quel genere. Io credo che ci vogliano invece le menti di onestà intellettuale.

In attesa degli studi c'è chi in modo ideologico è partito a mettere assieme persone, organizzazioni, giuristi, protestatari di professione, che hanno scelto, si potrebbe riassumere con un termine russo sovietico, il niet, quindi il no senza "se" e senza "ma" oppure, peggio ancora, con un motto che credo sia anarchico, il "no pasaran", cioè ragazzi, qui terra bruciata, non ci si mette neanche attorno a un tavolo, questi sono un insieme di delinquenti che non vedono l'ora di rovinare le Cime Bianche, quell'insieme assolutamente straordinario, che è stato scoperto tardivamente, come ricordato dal collega Marguerettaz, prima nessuno parlava delle Cime Bianche, non so quanti colleghi qui in aula l'abbiano percorsa a piedi, io l'ho percorsa anche in sci scendendo dalle Cime Bianche e devo dire che effettivamente questo amore e questo trasporto un po' tardivo sembra più un elemento scelto come polemica che per altro.

Ora, io resto convinto che i montanari devono essere fautori del proprio destino, invece ci sentiamo dire che questa è una zona oramai sulla quale non abbiamo alcuna capacità di decisione, se noi prendessimo tutte le zone di "Natura 2000" della Valle d'Aosta e le considerassimo totalmente intoccabili, credo che ci sarebbe veramente poco da fare, perché negli anni noi abbiamo accolto questi elementi di protezione, come è avvenuto in altre zone d'Italia, ma ovviamente non in una considerazione che diventassero come San Pietro, cioè luoghi che devono essere santificati e che devono diventare fermi, immortali, al di là delle esigenze che noi possiamo avere. Mi viene ogni tanto da sorridere a pensare se certi protestatari di oggi fossero vissuti all'epoca della grande costruzione dei castelli valdostani. Io vengo da Verrès, probabilmente Ibleto di Challant non avrebbe mai costruito il castello di Verrès perché qualcuno si sarebbe fatto vivo a dire che quella straordinaria rocca non poteva, in qualche maniera, ospitare un castello. Lo dico scherzosamente ma neanche troppo, perché quando noi pensiamo allo Skyway di oggi, a me viene in mente quando - poi si è pentito - Reinhold Messner era venuto calandosi dalla funivia dicendo: "vanno tolte tutte le funivie", per fortuna, siamo riusciti a realizzare lo Skyway da una parte e dall'altra esiste l'Aiguille du Midi.

Concludo con un pensiero che non è mio ma è di un regista occitano che si chiama Fredo Valla, che ha partecipato a un dibattito molto vivace che si è svolto nei mesi scorsi sulle pagine de "La Stampa" della Provincia di Cuneo. È molto interessante perché lui dice: "si sono moltiplicati i convegni sulla montagna, le intenzioni sono certo lodevoli, ma io non vi partecipo più. Forse perché l'alpinismo delle rocce, dei bei paesaggi, dei laghi e delle creste non è fra i miei interessi primari, forse perché provo un certo disagio a sentir parlare di rinascita della montagna, sviluppo, economia, minoranze linguistiche, ecologia, clima, rapporto uomo e animali da persone che amano la montagna ma non ne hanno un'esperienza di vita, che salgono dalle città, dalle colline, dalle metropoli a dire che cosa si dovrebbe fare; che fanno analisi, discutono in maniera animata e a fine convegno chiudono la cartellina e tornano nelle loro dimore. "Scherzando - dice Fredo Valla - a volte dico agli amici che il patentino da montanaro e il diritto di parola lo si dovrebbe dare soltanto a chi ha trascorso perlomeno tre inverni con neve in montagna e con i figli che vanno a scuola". Non è una protesta sterile, io non conosco naturalmente l'insieme di persone che hanno firmato questa petizione, è probabile che ci siano anche persone che amano e che conoscono la montagna, ma la mia impressione è che esiste questo effetto distorcente dell'ideologia che citavo già prima, cioè di persone che sono talmente convinte di avere la verità in tasca, da non ascoltare gli interlocutori. Questo è quello che è capitato nella polemica pregressa, che si è verificata anche nelle audizioni che avete fatto, prima che ci fosse questo studio su cui oggi è legittimo e giusto discutere. Farlo prima dà degli elementi certi di una malafede.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli per il secondo intervento, un quarto d'ora.

Minelli (PCP) - Per secondo intervento e per fare alcune considerazioni su quanto è emerso dal dibattito questa mattina e negli interventi di oggi pomeriggio; e poi per fare alcune ulteriori considerazioni, brevemente. Ho ascoltato con interesse le cose che sono state dette inizialmente dal collega Aggravi che sempre ci dice che bisogna essere pragmatici.

Io credo che l'aspetto più pragmatico in tutta questa vicenda sia la parte degli aspetti normativi, degli aspetti legali; poi potremmo discutere anche di tutto il resto, ma quest'aspetto pragmatico è quello che, a nostro avviso - e poi verrò anche a replicare alle cose che sono state dette successivamente - non è stato sviscerato completamente.

Poi il collega Aggravi procede un po' a zig-zag nei suoi interventi, perché precedentemente questa mattina ci ha detto che l'Avvocatura non era un organo terzo, poi adesso diventa la "nostra" Avvocatura e quindi c'è qualche cosa che...

(voce del consigliere Aggravi, fuori microfono)

... ...va bene, ma me lo spiegherà dopo collega Aggravi, evidentemente non ho capito bene il suo intervento.

Il collega Marquis ha fatto un intervento che, come ha già rilevato la collega Guichardaz, era nostalgico, riguardava effettivamente un discorso che andava bene negli anni Ottanta e gli anni Novanta: lei ha parlato di sviluppo, di necessità, di fare delle infrastrutture per una crescita della comunità. Seguendo questa logica - faccio una considerazione soltanto - in quegli anni, per mettere i piloni del Super Phoenix, siamo riusciti a smantellare completamente la strada reale di caccia che da Dondena va fino al Miserin; e questa è un'altra delle cose che sono state dette.

Siamo poi arrivati all'intervento del collega Marguerettaz, che ha addirittura fantasiosamente detto che da parte nostra c'è stata un'accusa di far parte del clan dei Casalesi, quasi che si fosse il clan dei Casalesi per tutti coloro che sono a favore di questo collegamento e per le cose che ne sono in qualche modo scaturite in questi mesi a livello di prese di posizioni, eccetera. È un'espressione che io invito a usare con cautela, perché tutti sappiamo che il clan dei Casalesi è un'associazione a delinquere di stampo mafioso e mai mi permetterei di fare una accusa di questo genere, quindi direi che forse conviene usare cautela quando si fanno queste esternazioni.

È stato detto sia dal collega Marguerettaz sia poi anche dall'assessore Bertschy che qui si cavalca un argomento da curva sud - adesso non so se era il collega Bertschy o Caveri - per avere consenso elettorale; poi però qualcuno ha anche detto che le comunità, in generale, e le popolazioni sono del tutto sfavorevoli riguardo alle nostre argomentazioni. Allora c'è qualche cosa che non mi torna, perché se c'è così tanta gente che seguirebbe quest'argomento che noi cavalchiamo, allora non ce ne deve essere altrettanta che è contraria, c'è qualche cosa che non mi quadra nel discorso generale.

È poi stato portato l'esempio di Ovindoli, dicendo: "voi avete delle certezze granitiche, in quel caso, nel caso di Ovindoli, il 6 marzo c'è stata la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al ricorso del Comune". Io non voglio entrare nel merito del caso di Ovindoli, che mi sembra essere diverso dal nostro, ma magari poi, quando ci saranno gli approfondimenti riguardo allo studio, si arriverà anche lì. Quello che voglio dire - e questo però va detto perché è così - è che quell'ampliamento che interessava appunto gli impianti del Comune di Ovindoli era presente nel piano paesistico regionale dell'Abruzzo. Io ho detto oggi intervenendo che se un intervento è di ampliamento di un impianto esistente, se è previsto nella normativa dei piani regolatori e del PTP, secondo quel decreto ministeriale, può avere delle deroghe. Qui non siamo in quella situazione, quindi è diverso rispetto al caso di Ovindoli.

È stato fatto riferimento sia dal consigliere Marguerettaz che dall'assessore Bertschy ai quattro piloni che sono nella zona interessata dalla ZPS. Quelli sono quattro piloni che fanno parte nel caso meno invasivo - e l'ha già ricordato la collega - di sedici piloni, ma il discorso che riguarda il Vallone delle Cime Bianche è relativo all'intero Vallone delle Cime Bianche, perché non è che si può ragionare soltanto su una porzione visto che il collegamento è su tutto il Vallone. A questo proposito, io non so se voi avete letto già una parte dei documenti, io sono riuscita a vederne solo alcuni perché, come è stato detto, sono molto corposi e quindi ci sarà da vedere ancora molto, però nello studio c'è la valutazione di incidenza ambientale, che non era obbligatoria e che evidentemente è stata richiesta, e quella VINCA esamina tutte e cinque le possibili soluzioni. Quella meno devastante, quella che viene considerata meno impattante è la numero 5, ma anche di quella si dice che non è compatibile con il rispetto dei divieti, per cui bisognerebbe cercare delle compensazioni, compensazioni che poi - l'ho detto stamani mattina - guarda caso vanno proprio a riprendere le proposte della petizione. Una petizione che è stato detto più volte e da più persone è un niet, è un no a tutto. A me dispiace molto che non si sia preso minimamente in considerazione quelle che invece sono le proposte che ci sono in quella petizione, perché non si dice: "chiudiamola lì, non si fa nulla"; ci sono delle proposte che sono, tra l'altro, suffragate anche da pareri di persone che si occupano di valorizzazione del patrimonio in vari ambiti e questo è stato detto nelle varie audizioni.

Faccio poi riferimento anche a un'altra questione: quella legata ancora a un discorso fatto dal collega Marguerettaz, che ha detto a un certo punto che le guide escursionistiche non promuovono il Vallone delle Cime Bianche. Mi spiace, io devo contraddirla, perché tra le passeggiate, le escursioni che sono proposte e che lei ha citato c'è anche la Krämerthal, la Valle dei mercanti, che altro non è che l'attraversamento del Vallone delle Cime Bianche, quindi forse bisognerebbe anche un po' informarsi.

Faccio ancora alcune considerazioni sulla questione dei consumi energetici e degli impatti che gli ipotizzati impianti avrebbero sull'area interessata. Per quanto riguarda la Valle d'Aosta, gli approfondimenti che sono stati realizzati da Arpa negli ultimi tempi dovrebbero aprirci gli occhi e ogni scelta, ogni investimento dovrebbe essere teso a contenere, non ad accrescere i consumi energetici. Sugli impianti del Vallone si è arrivati a dire che sarebbero a impatto climatico zero perché alimentati da energia idroelettrica, la nostra rete però è collegata al resto d'Italia, dove parte dell'energia elettrica è prodotta bruciando gas metano e anche una quota di carbone. Dato che gli impianti prefigurati sono finalizzati a razionalizzare, a innovare o a sostituire impianti esistenti, le tre linee funiviarie aggiuntive consumerebbero - abbiamo fatto un calcolo che poi c'è anche nello studio - 2.500.000 kilowatt/ora all'anno, e non kilowatt, come c'è scritto nello studio, secondo la stima che si legge nella relazione sui costi di gestione degli studi preliminari.

Prendendo a riferimento il rapporto Ispra 2022, nel 2021 per ogni kilowatt/ora prodotto con il mix energetico italiano sono stati emessi 260 grammi di CO2; ciò significherebbe un'emissione aggiuntiva annua di 651 tonnellate di CO2, contribuendo ad accrescere il surriscaldamento che sta causando la fusione dei ghiacciai e sempre nuovi fenomeni meteo estremi. Tutti gli osservatori sono concordi nel ritenere che lo scorso anno 2022, ma lo abbiamo visto con i nostri occhi, sia stato dal punto di vista climatico un annus horribilis, che avrebbe dovuto presentarsi nel 2030 o nel 2040, quindi un assaggio di quello che succederà tra dieci anni. Probabilmente sarà ancora peggio se non soltanto non valutiamo per ogni investimento la necessità di ridurre le emissioni di CO2, ma addirittura le incrementiamo. In proposito io riprendo il monito del noto, non solo in Valle d'Aosta, climatologo Luca Mercalli, che qualcuno potrebbe definire forse un colonialista ambientalista, viste le cose che ho sentito poco fa, il quale, a proposito di nuovi impianti nel Vallone delle Cime Bianche, ha affermato pubblicamente: "Manteniamo quello che c'è, è poco razionale espandere gli impianti, si lavori per promuovere le stagioni intermedie e rilanciare ancora di più l'estate.

Rispetto all'approccio alla montagna, all'idea delle comode salite in funivia per dare uno sguardo fugace e voyeuristico alle vette del Monte Rosa, riprendo due brevi passaggi dell'altrettanto noto antropologo Annibale Salsa, già presidente del CAI, membro del Consiglio dell'Università della Valle d'Aosta, un uomo che forse qualcuno potrebbe definire un ambientalista estremista, il quale, a proposito del rinnovato interesse post Covid per la montagna, annotava: "Esiste però il rovescio della medaglia di questa orgia predatoria delle Terre Alte, che si è tradotta nella violazione dei limiti e della fragilità della montagna. Questo tipo di frequentazione turistica non è sostenibile se non scattano gli anticorpi della consapevolezza dei luoghi. Per molta gente un posto vale l'altro e ogni località si trasforma in un non luogo. L'auspicio è che questo nuovo interesse per la montagna possa proseguire nel segno della sostenibilità, del rispetto dei luoghi, della controcultura della lentezza nell'andare, nel mangiare, nel vivere, in ultima analisi un elogio della filosofia slow".

Il nostro invito è pertanto a non rincorrere il fanatismo degli impianti ovunque, non alimentare in modo del tutto irresponsabile attese di vario genere in relazione a ipotetici impianti nel Vallone delle Cime Bianche, non ultime quelle legate alla speculazione immobiliare al centro dell'attenzione in questi giorni a proposito anche del nuovo palazzone nel centro del Breuil, senza che si dirima a priori il divieto di realizzare impianti di risalita e piste da sci nella zona di protezione speciale "Natura 2000", divieto imposto dalla vigente normativa di tutela.

Spendo solo due parole per le accuse che mi sono state rivolte di mancanza di rispetto dell'Avvocatura. Io non ho mancato di rispetto proprio a nessuno: "arzigogolato", che è l'espressione che io ho utilizzato, in italiano significa "contorto, complicato" e quella conclusione del parere a noi pare proprio così e faccio anche riferimento al fatto che quel parere è stato richiesto praticamente due anni fa, quindi forse un po' più di velocità ci poteva stare.

Finisco brevemente con questa questione: il concetto del rispetto della normativa era stato espresso molto bene pubblicamente da un componente dell'attuale Governo regionale nel non lontano 2019 proprio in relazione al collegamento Valtournenche/Ayas via Cime Bianche e cito testualmente: "Bisogna mettere al riparo le scelte di media e lunga gettata dai capricci elettoralistici, che significano anche promesse a vanvera, perché impegnarsi senza avere sicurezza sulle risorse e sulla fattibilità reale rischia di creare molte illusioni e forse distogliere l'attenzione da un settore impiantistico che rischia grosso già sulle infrastrutture esistenti malgrado le mirabolanti interviste ottimistiche e gioiose di qualche addetto del settore che non conosce la nobile arte della cautela". A proposito di incauti!

Presidente - La parola al consigliere Aggravi per secondo intervento.

Aggravi (LEGA VDA) - Andrò a zig-zag perché diciamo che, seppur essendo un modestissimo sciatore, amo lo zig-zag e quindi, visto che me l'ha ricordato la collega Minelli, vado a toccare alcuni elementi: il primo mi spiace, perché, vede, lei, collega, è sempre molto precisa e, al di là del fatto che moltissime, quasi tutte delle sue posizioni magari non trovano la condivisione con il sottoscritto, io mi stupisco che in momenti di difficoltà o si faccia finta di sbagliare oppure non si ascolti. Io non ho messo in discussione la terzietà dell'Avvocatura. Nel mio intervento iniziale al presidente Bertin ho semplicemente detto che l'Avvocatura, organo dell'Esecutivo, organo nominato da una Giunta, non può dare un parere su una situazione di Consiglio, perché a casa mia il Legislativo e l'Esecutivo devono restare separati. Non lo dico solo io, ci sono eminenti studiosi e storici che dicono questo. Io non ho tirato in ballo l'Avvocatura sullo studio di Cime Bianche, posto il fatto che c'è un'iniziativa in questo caso che riguarda anche una scelta del Governo ed è corretto, per quello che mi riguarda, che l'Avvocatura dia dei pareri al Governo, non al Presidente del Consiglio, quindi non si giochi su questo perché ne va di quello che ho detto, ho detto una cosa diversa e quella è detta. Anzi, nel mio intervento, ho anche detto che mi sarei aspettato qualche approfondimento in più, ma quelli non li accolti perché, quando si parla di pali e di funi, voi non capite più niente, lei non ha colto il fatto che io nello studio mi sarei aspettato un approfondimento maggiore in quei termini. Ma sa cos'è la cosa bella? Che se uno legge il parere dell'Avvocatura, se uno legge quello che già c'era scritto nello studio Alplinks, se uno legge l'insieme delle normative, trova una soluzione, che non è dire "no" a prescindere, c'è una procedura che dev'essere rispettata, al termine della procedura c'è un bivio dove si decide se fare l'intervento o se, assumendosi le responsabilità, si procede con le determinate procedure. Infatti ho detto al Governo: io mi auguro che stiate valutando come procedere, come fare e le assicuro che quando ci saranno le audizioni, approfondimenti li chiederemo, perché nel rendiconto dello studio, che viene fatto anche sul lavoro fatto dai dirigenti, secondo me, è necessario che le Commissioni e il Consiglio facciano degli approfondimenti, perché un conto è essere pratici, corretti, coerenti e pragmatici, un conto è fare dell'ideologia. Io oggi non l'ho voluta fare, sono all'opposizione, sono anche molto arrabbiato di essere all'opposizione visto quello che è successo, potevo fare dell'ideologia, ma non la faccio, perché io leggo le carte, studio, valuto e faccio delle analisi anche politiche, ma per me la politica non può prescindere dalla realtà delle cose, quindi vado fieramente a zig-zag.

Per quella che è la parte successiva che lei ha detto, ovvero sul fatto che questa petizione fa delle proposte, io ho già risposto e glielo ridico: al punto primo si parla di un sopralluogo, benissimo, andiamo a farci un giro per chi non c'è già stato; al punto due ed è fondamentale, e mi stupisce che, seppure per breve tempo, ma anche il sottoscritto è stato per breve tempo Assessore - e lei lo era all'ambiente - non ci si è resi conto di una cosa: ma tutto questo sistema di "Rete Natura 2000" e quant'altro è valorizzato? È gestito dall'ente pubblico? Oppure è un sito internet che si chiama "Viva Valle d'Aosta" dove ci sono dei bei allegati e poi non se ne fa nulla? Perché, ripeto, è inutile... se lei va a vedere, come ho fatto io, i form - e sono documenti sul sito, non è che li ho inventati io o qualche pericolosissimo immobiliarista della City di Londra - lei si trova che non esiste un piano di gestione, c'è scritto nel form di "Natura 2000". Ci si rende soltanto conto oggi di questo problema? Ma voi ambientalisti - e non aggiungo altro - e quelli che sono fuori dove sono? Solo quando bisogna mettere le bandierine o i pannelli, ma poi quando bisogna agire che cosa fanno? Perché non vanno a leggersi questi moduli e non vanno soprattutto a portare avanti delle iniziative che non siano solo logiche o ideologiche, ma soprattutto, come viene detto dalla petizione, operative, perché il primo punto è operativamente, operativamente sul punto due che cosa si pensa di fare di più di quello che già si dovrebbe fare? E fino ad oggi non ci sono stati Governi di Destra o autonomisti di Destra, ci sono Governi autonomisti meno progressisti o autonomisti più progressisti, così la collega Guichardaz è contenta, perché comunque una parte di questa legislatura l'ha visto un Governo più autonomista, più progressista, perché voi ci eravate e voi certe cose le avete votate.

Detto questo, evito veramente di andare oltre sul discorso dei combustibili fossili. Io sono scioccato tutte le volte che lo leggo. L'Europa pretende di salvare il mondo quando è responsabile del 10% delle colpe e quando ci sono degli abomini in giro per il mondo di cui nessuno parla! Insomma, l'Arabia Saudita nel 2029 ospiterà i giochi invernali asiatici, la neve come la fanno? Con la sabbia? Chi è che gliela fa? La producono? Pensano di fare delle linee elettrificate ferroviarie per portare i turisti così magari inquinano meno? Noi ci stiamo lanciando in battaglie ideologiche mentre il resto del mondo fa quel cavolo che vuole, ma lo abbiamo visto che Cina e Sudamerica hanno aumentato la produzione e il consumo di carbone? Noi siamo qui a parlare di sorte di colpe, di moralismi, che dovremmo batterci il petto e dire: "è tutta colpa nostra"? È finita, finiamola di prenderci delle colpe di tempi che sono ormai passati, guardiamo alle colpe future, perché la Cina a qualcuno piace tantissimo. Ci sono anche delle forze, che si definiscono aperte, che guardano con grande interesse alla Cina e penso che abbiamo avuto anche un Presidente del Consiglio a cui piaceva tanto la Cina e una delle cause della caduta del primo Governo Conte sarà sicuramente stata una giornata simpatica al Papeete, e lo è stato soprattutto per gli scontri che c'erano sul discorso cinese.

Detto questo, vado avanti e vado oltre. Ho anche sentito parlare, giustamente, dal lato del Governo; il collega Bertschy ha fatto una precisazione che mi ero appuntato e non avevo considerato: c'è un elemento di base che deve essere ben analizzato sia per quello che riguarda Cime Bianche, sia per quello che riguarda lo studio di riorganizzazione delle società di impianti e che riguarda anche l'evoluzione in termini di aiuti di Stato a livello di Unione europea, che riguarda effettivamente la concentrazione chiamiamola in termini di mercato sia per quello che riguarda i finanziamenti pubblici a favore di un'opera, non necessariamente di quest'opera ma di qualsiasi opera e sia anche l'eventuale in futuro fusione delle società perché ci sono dei rischi ovviamente che potremmo sintetizzare e dire che sono di antitrust. Io mi auguro che anche questi elementi vengano approfonditi. In studi precedenti, perché sennò sembra che sono affezionato al progetto Alplinks, c'era una parte che riguardava questo, io penso che lo studio di Cime Bianche questa parte la debba affrontare.

Un altro passaggio, perché poi alla fine a me spiace moltissimo per i colleghi del PD che non bevono da tempo in quanto hanno i pozzi avvelenati e se hanno bisogno, noi possiamo portargli dell'acqua perché, per quanto ci troviamo molto bene a turbinarla, siamo anche disponibili a convogliarla per usi civili e aiutarvi in questa vostra triste e terribile situazione, però - adesso non lo vedo in aula - il collega Caveri ha detto delle cose che mi trovano anche in parte d'accordo. Sono contento che non è andato un po' troppo indietro con l'excursus storico sul cretinismo montano, ma, detto questo, c'è un problema, e devo anche qui di nuovo chiedere scusa ai colleghi del PD, ecco il collega Caveri... non siete solo voi che oggi ci dovete dare una risposta, ma anche chi in Europa è iscritto al gruppo dei Socialisti, del PSE magari ci potrà dare poi successivamente una risposta in merito al comun sentore lassù, ma vista la sua posizione citata in aula, questo mi fa stare più tranquillo perché in parte una risposta l'ha avuta. Collega Caveri, magari nei suoi viaggi se incontra la Schlein può parlarne, può anche dirle di smetterla di bonificare questi posti perché sennò il PD in Valle ha delle difficoltà, quindi finalmente possiamo capire qual è l'atout della maggioranza autonomista meno progressista: lo dico solo per non scatenare le colleghe di PCP.

Detto questo, mi spiace che ci siano delle situazioni che vengono travisate. Io ho cercato, parlando soprattutto del quarto punto, e sono arrivato all'ultimo zig-zag, diciamo che ero un po' sull'A3 di La Thuile e all'ultimo sappiamo che è difficoltosa, ma più o meno penso di essere arrivato in fondo... il fatto che questo punto, che nasconde in realtà un altro obiettivo, cioè dire: "basta, non facciamo più niente", che poi in realtà è il leitmotiv che si porta avanti, cioè per qualcuno l'ambientalismo è fermare tutto, bloccare tutto, fare la decrescita... certi libri di certi economisti francesi che parlavano della decrescita li ho letti molto, purtroppo non mi trovo assolutamente d'accordo perché poi di qualcosa bisogna vivere d'altra parte, io credo che possa essere l'occasione anche per fare un ragionamento complessivo sul futuro dei nostri impianti di risalita, non soltanto legati allo sci, legati anche alla parte estera, magari anche razionalizzando i comprensori, perché non vuol dire che la realizzazione di nuovi impianti non voglia dire invece valutare magari che altri, magari più vecchi, magari fuori dall'asse principale, fuori anche dalle piste e dagli impianti più utilizzati dagli sciatori... perché, purtroppo o per fortuna, lo sport è una moda, e lo sappiamo benissimo, chi scia nei comprensori, chi sa come funzionano vede che ci sono delle piste che sono più frequentate di altri, a volte non è una ragione tecnica, a volte è una ragione che porta il turista a fare delle determinate scelte, il consumatore non è così irrazionale, il consumatore sceglie secondo appunto le proprie esperienze.

Voglio chiudere su un'ultima cosa: ho parlato di evoluzione e continuo a dire di evoluzione, non mi sono reso conto oggi che il clima cambia, il clima cambia da sempre, è ovvio, è inevitabile, perché altrimenti noi avremmo ancora i dinosauri tra noi e probabilmente noi non ci saremmo mai stati. È in evoluzione, non rimane tutto fermo per sempre come qualcuno pensa e racconta, bisogna evolversi, bisogna cambiare e non è detto che la nostra evoluzione sia appunto quella legata alla neve, però per adesso è così. Di fronte a noi abbiamo ancora degli anni in cui poter fare le due cose e soprattutto cercare di cambiare. La proposta di cambiamento che voi fate sinceramente è una proposta di cambiamento che a me spaventa perché non è un cambiamento, è un fermare tutto, è un fomentare la paura. Ecco, se continuiamo a fomentare la paura e non ci concentriamo su quello che possiamo e dobbiamo fare, non arriveremo mai da nessuna parte. Poi questo non vuol dire che magari troveremo l'accordo su tutto, perché, ripeto, oggi si parlava della petizione, quando si parlerà dello studio, state pure tranquilli che dirò quello che penso, come l'ho sempre fatto, però io penso che non bisogna cambiare le carte in tavola e soprattutto non bisogna dire delle cose che non sono supportate dalla realtà. Chi vuole fare l'ideologia la faccia, chi vuole leggere i numeri ed essere pragmatico fieramente a zig-zag lo resterà.

Presidente - La parola al consigliere Marquis per secondo intervento.

Marquis (FI) - Siccome sono stato citato dalla collega, due considerazioni aggiuntive rispetto all'intervento che avevo effettuato.

Vede, collega, parlare di posizione nostalgica lo trovo fuori luogo rispetto a chi guarda al progresso, perché se il progresso è posizione nostalgica, evidentemente viviamo con delle idee completamente diverse che meritano di essere evidenziate. Se c'è qualcuno che ha una posizione nostalgica, credo che siate voi, perché vorreste un ritorno al passato, un passato dove non ci sono strade, dove non ci sono infrastrutture, dove non ci sono impianti, però, quando si tengono queste posizioni, bisognerebbe essere anche coerenti sapete, perché oggi la discussione viene fatta per salvaguardare un sito che è un sito che abbiamo tutti sottolineato di interesse, in cui, a dir vostro, verrebbe violentato per l'installazione di quattro pali di sostegno di una cabinovia.

Lo stesso atteggiamento, come vi ha detto stamattina già il collega Marguerettaz, l'avreste dovuto tenere sulla ferrovia Ivrea/Aosta, perché, facendo un piccolo parallelo, mettiamo che ci siano 20 pali a chilometro, ci saranno 1.300 pali da Ivrea a Aosta. Io sono un appassionato di fotografia e alcune volte mi diletto lungo le sponde della Dora a fare dei giretti e scattare quattro foto. Un giorno stavo pensando a quando avremmo l'elettrificazione compiuta e mi sono detto: devo imparare a usare Photoshop", perché non sarà più possibile fare una fotografia nella dorsale della Valle d'Aosta senza impattare in pali e cavi aerei che verranno riposizionati. Su questa iniziativa non vi siete poste nessun problema di salvaguardia dell'ambiente, eppure tutta la Valle d'Aosta è un ambiente da preservare sotto il profilo paesaggistico, perché è riconosciuta da tutti la bellezza della nostra Regione.

Poi definire le comunità locali quasi come fatte da componenti che non hanno delle idee o arrivano quasi a essere stolti perché disegnano un futuro sbagliato per la loro realtà... credo che il principio dell'autonomia significa amministrare l'Amministrazione di prossimità. L'Amministrazione di prossimità è quella che garantisce meglio i risultati, perché nessuno porterebbe delle iniziative a casa propria che violentano la propria vita e la propria situazione o lo status quo. Ci è stato detto dai rappresentanti delle comunità locali in audizione che al 90 percento concordano e vorrebbero quest'iniziativa, non sono degli stolti, sono delle persone che guardano al futuro, vedono quali sono le necessità che portano o che danno delle possibilità di sviluppo.

Voi dite: "ci possono essere delle alternative"; vero, ci possono essere sempre delle alternative, ma se l'alternativa è un museo a cielo aperto di un parco archeologico, io vi invito a guardare i bilanci dei musei regionali e di quanto indotto, quanto PIL, hanno portato alla Valle d'Aosta o quanto sono un costo che bisogna sostenere per aumentare l'attrattività. Credo che, sotto il profilo finanziario ed economico, sappiamo tutti i benefici che sono portati da queste strutture, ci producono dei disavanzi gestionali, non sono queste iniziative che possono dare a delle Comunità montane delle prospettive di sviluppo, colleghe, perché se ci fossero delle altre idee, sarebbero da prendere in considerazione, ma sicuramente il PIL di una Valle laterale, di una Comunità montana non si risolve con un museo a cielo aperto, soprattutto su un tema di élite, perché non tutti sarebbero in grado di percepire questo tipo di iniziative, non si rivolge alla quantità, ma probabilmente si rivolge a una categoria di persone elitaria che ha le competenze per comprendere queste situazioni.

Credo pertanto che bisogna agire con rispetto di tutte le idee, anche di quelle che non piacciono, bisogna saperle valutare e credo che se c'è qualcuno che ha un atteggiamento nostalgico, è chi viaggerebbe ancora oggi tra le Alpi con i muli e con le bisacce per passare da una parte all'altra, perché se la Regione Valle d'Aosta è una Regione che è sempre stata considerata il carrefour d'Europe e già dalla storia è stata oggetto dei passaggi tra le Alpi, credo che oggi dobbiamo avere la capacità di innovarli quei passaggi e utilizzarli come delle vie di comunicazione per crearci delle nuove opportunità, ma non vedere questo significa avere un atteggiamento nostalgico rispetto ai tempi che stiamo vivendo.

Presidente - Consigliere Perron a lei la parola.

Perron (LEGA VDA) - Mi ero promesso di non intervenire, in realtà non aggiungerò nulla perché il collega Aggravi ha già espresso chiaramente con dovizia di particolari la nostra visione, che, tra l'altro, stiamo ancora elaborando, stiamo studiando, lo studio è appena arrivato, ci prendiamo il nostro tempo per fare le nostre valutazioni precise e più possibile coerenti per rispetto anche di chi lo studio l'ha fatto, degli elettori che ci danno la fiducia, eccetera, studieremo e faremo le nostre valutazioni approfondite.

Intervengo solo perché sono stato citato stamattina un po' come lo scopritore delle emissioni della CO2 della ferrovia, me ne ero occupato in effetti all'epoca, ma il discorso mi pare semplicemente un po' folle, nel senso che bisogna capire. Quando si parla di CO2, non possiamo fare gli slogan che fate dalla vostra parte, colleghe, per cui dobbiamo intervenire contro la CO2 per salvare... bisogna vedere quanto ne tocchiamo di CO2, su quanto andiamo a intervenire, quanto i nostri interventi producono o tolgono di CO2, perché se io fossi un dietologo e venisse da me uno che pesasse 100 chilogrammi e gli dicessi: "adesso ti faccio la dieta, stai tranquillo, farai un sacrificio enorme e poi alla fine dimagrirai". Se questa persona facesse la dieta e dopo 3-4-5-6 mesi invece di pesare 100 chili, ne pesasse 99,7 - ne avrebbe persi 0,3, che sono gli 0,3 in meno che farebbe la ferrovia di CO2 elettrificata -, verrebbe e mi direbbe: "caro amico mio, lei sarà anche un bravo dietologo, però forse io potevo fare qualcos'altro". Quello è il discorso: quanto, altrimenti viviamo di slogan! Meno male che imputano a noi... "vivete di slogan" a me dicevano, gente che non mi saluta più da quando mi sono candidato. "Voi vivete di slogan", invece la Sinistra: "noi salviamo il pianeta", ma è 0,3 di CO2, okay? "Poi aumenterà la temperatura", va bene, lo sappiamo, ci sono gli studi, chiaro, anche lì partono da una stessa matrice: l'IPCC. Quando stamattina ho sentito dire: "gli studi danno tutti gli stessi risultati", certo, perché la matrice è sempre la stessa: sono gli studi dei modelli elaborati a livello mondiale dall'IPCC dell'ONU. È chiaro che tutte le progettazioni e le visioni avanti sono basati su quei modelli là. Io spero che quei modelli possano anche sbagliare tra l'altro, perché non detto che per forza quei modelli vedranno giusto, la scienza non è una religione, c'è ancora un minimo dubbio su quello. Anche guardando quello - ne avevamo parlato in Commissione, non ritiro fuori tutta la storia perché poi uno diventa pure noioso - per quanto riguarda le precipitazioni e le temperature... anche nelle visioni peggiori, mettiamo nei prossimi 50 anni, le temperature potranno aumentare di 3 gradi. Va bene, il limite della neve si alzerà dagli attuali 1.500 ai 1.800 medi, quindi per il nostro territorio valdostano avrà ancora un senso sciare. Anche in un anno caldo come questo, che non sarà l'anno di riferimento, ci sono delle fluttuazioni, va bene, si riesce a sciare, riusciamo ancora a sciare adesso, c'è circa 1 metro di neve a 2 mila metri, per fortuna, l'ultima nevicata ha salvato la situazione.

Non facciamo gli slogan, non dobbiamo essere manichei, possiamo ragionare sulle cose, altrimenti facciamo un pessimo servizio a tutti a ragionare così e non è nemmeno scientifico, è una balla che sia scientifico! Sono scenari e anche negli scenari ci sono diverse visioni, in quelle più apocalittiche tra 100 anni qua in Valle d'Aosta avremo 8 gradi in più d'estate. Va bene Signori, a quel punto siamo come l'Afghanistan, salutiamo tutta la nostra vegetazione, purtroppo è così, speriamo che sbaglino, ma nel frattempo abbiamo ancora dei margini.

La mia quindi non è una difesa per l'impianto o il non impianto, non entro nel merito, ne abbiamo già parlato, ne ha parlato il collega, però mi sento tirato in causa e voglio mettere almeno questo a fattore comune. Ripeto: la ferrovia è un esempio della questione CO2. Ho sentito prima, mi corregga se sbaglio, che lei ha parlato di 651 tonnellate di CO2 in più prodotte dall'impianto, non so se ho capito bene. Ho preso la calcolatrice - e io in matematica ero pure scarso, ma non bisogna essere dei geni - e ho fatto un milione di tonnellate di CO2 prodotte dalla Valle nel 2017, quelle usate per la vostra Bibbia, cioè la Fossil Fuel Free, 1 milione e 8 tonnellate di CO2 equivalenti all'anno prodotte in Valle, bene, prendiamo quell'ambito di riferimento e facciamo una scarsissima proporzione: 1 milione sta a 651 tonnellate come 100 a X. Mi corregga chi è più bravo in matematica di me, e sono in tanti qua dentro, a me viene 0,0651 percento, quindi se anche fossero 651 tonnellate di CO2 all'anno in più per l'impianto, è lo 0,0651 percento. Ricadete sempre nello stesso errore, già una volta sulla ferrovia, lo fate uguale. Non imparate, poi io non so che dire; basta fare una proporzione, non bisogna essere dei matematici, cerchiamo quanto meno di ragionare non a compartimenti stagni e non in maniera ideologica. I numeri sono lì, abbiamo degli scenari, ma in questo caso, quando si parla di quest'impianto, ha un senso anche da questo punto di vista, CO2 e temperature non sono un qualcosa che andrà a detrimento così grave su queste cose.

Presidente - Assessore Bertschy a lei la parola.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Non una replica, ma un brevissimo completamento di intervento visto che nella prima parte giustamente si è lavorato di più sul testo della petizione, anche per riprendere questi ultimi interventi.

L'ho detto al Convegno Nevediversa, quindi senza nessuna paura di andare anche in posti dove non la pensano come noi a dire quello che immaginiamo invece noi di fare. Se si pensa di sostituire un'economia che quest'anno supererà i 100 milioni di fatturato - 100 milioni fatturato che non vuol dire profitti delle società, ma indotto e ricadute -, se si pensa di sostituire un'economia così senza più investire, è l'esatto contrario di quello che farebbe qualsiasi impresa e di qualsiasi azienda, pubblica o privata. Per stare competitivi con il nostro prodotto, salire di quota e permettere alla gente di continuare a venire a sciare in Valle d'Aosta e anche a una clientela tutta da andare a cercare - e che stanno andando a cercare i nostri competitor -, bisogna fare degli investimenti ed essere competitivi, altrimenti è la regressione. Quest'idea: "sistemo un po' meglio le seggiovie, sostituisco qualcuna di quelle vecchie" è regredire, fare gli investimenti vuol dire renderli sostenibili.

Quando si è investito sulla proprietà regionale di Skyway, si sono messi lì 120 milioni di euro, evviva, ma non per il fatturato che oggi fa Skyway, che comunque è notevole rispetto a quello che faceva con l'impianto vecchio, ma per quello che ha creato per l'immagine della Valle d'Aosta, ancor prima che per quel territorio. Nessuno vuole negare le difficoltà e anche impedire, anzi, sarà proprio quello che dovremo fare prima di dare il VIA se si potrà farlo alla seconda fase. Dovranno essere fatte attente valutazioni, ma chi ci vuol tornare a far vivere come un secolo fa... per quello che ci riguarda, noi non la pensiamo così. Lo sci può ancora essere molto competitivo e lo dico anche da uno che vive in un territorio che ha bisogno di lavoro come quello della Media e della Bassa Valle, abbiamo delle industrie che possono dare delle risposte, abbiamo degli investimenti come questi che possono dare alle vallate della Media e della Bassa Valle la possibilità di continuare a crescere. Rispetto a questo, rispetto a quest'economia e rispetto alle possibilità che un investimento come questo darà alla Valle d'Aosta ancor prima che quei territori di presentarsi sul mercato internazionale, è ovvio che noi vogliamo fare di tutto perché si possa capire se si può fare.

Qui vado a concludere e lo dico con molto orgoglio da parte di tutti quelli che si sono fino adesso prodigati quanto meno per mettere il Consiglio regionale nella possibilità di discutere di questo scenario, perché se avessimo ascoltato tutti quelli che fino adesso ci hanno detto che non si poteva neanche arrivare fino a questo punto e addirittura hanno fatto partire ogni tipo di azione, anche quella di responsabilità erariale e di tutto quello che ne è venuto fuori... se avessimo ascoltato questi, oggi non avremmo la possibilità neanche di discutere di questo progetto, neanche di questo avremmo potuto parlare, avremmo dovuto parlare di quello che volete voi, anzi, forse neanche, perché se non ci fosse stato il nostro progetto, non sarebbe nata la petizione, perché come sempre l'idea viene in replica e mai in prima battuta, per quello che ci riguarda andiamo avanti a completare la fase di studio e di strategia, la verifica su un possibile assetto del futuro, ma che in Valle d'Aosta, in un'occasione come questa, si cominci a valorizzare gli investimenti che sono stati fatti in tutti questi anni per rendere i nostri comprensori attrattivi per quel tipo di clientela e arrivare a produrre il fatturato che stiamo producendo quest'anno e l'indotto che abbiamo costruito... evidentemente questa è la strada che continueremo a inseguire analizzandola con tutta l'attenzione che dovrà essere fatta, compresa la sostenibilità di tutto il settore. È per questo che ci siamo dotati di una legge come quella delle piccole stazioni che ci dovrà dare tempo a quote più basse di fare gli investimenti che servono per mantenere i piccoli comprensori in efficienza o magari per rinnovare quest'efficienza o magari per traguardare a qualche altra tipologia di investimento. Per fortuna che le comunità locali stanno cominciando a lavorare a quello che è stato il mandato che il Consiglio ha espresso in legge attraverso la realizzazione degli accordi di cooperazione.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Ho ascoltato con interesse il dibattito di oggi e non posso che ringraziare le persone che lo hanno permesso, sia le persone che hanno depositato quella petizione, perché - lo dicevo già questa mattina - in altre occasioni, a parte alcune interpellanze, nonostante la disponibilità di parlare di alcuni altri possibili ammodernamenti o visioni rispetto ai futuri comprensori, ad oggi, dopo quasi un anno da quelle promesse, non abbiamo ancora potuto discuterne e parlo, ad esempio, della questione della Pila/Couis. Anche su questo, proprio alla luce di quell'importante investimento, viene un po' meno tutta la fantasia che avete cercato di costruire dietro a due persone, perché in quel caso, ad esempio, sull'ammodernamento e sul nuovo impianto anch'io e la consigliera Minelli abbiamo votato per quel finanziamento. Un'altra cosa naturalmente è quella rispetto alla questione del ristorante a cui siamo profondamente contrarie e che abbiamo esplicitato anche nelle osservazioni al VIA.

Abbiamo poi anche chiesto in Commissione, e lo stiamo aspettando ormai da mesi, uno studio rispetto a tutti gli impianti in revisione e in scadenza che ci sono sul nostro territorio regionale e anche su questo mi dispiace ma questa Giunta risulta inadempiente. Sinceramente poi paragonare la linea Aosta/Ivrea e le ricadute anche - e lo dicevamo - sul materiale rotabile, sulla questione della sicurezza, sulla questione dei costi e via dicendo, con una zona ZPS, mi sembra veramente fuori luogo, poi concordo sul fatto che la neve, gli impianti, molti di noi sono stati amministratori di Comuni dove, grazie anche ai comprensori sciistici, si potevano fare certe valutazioni e su questo nessuno di noi si è mai detto contrario, però, come lei giustamente parla dei fatturati, presto credo potremo anche parlare dei costi e della visione che rispetto a tutti i comprensori abbiamo o, meglio, avete rispetto anche al futuro degli impianti della Valle d'Aosta. Non accetto nemmeno che ci si dica che non rispettiamo le Amministrazioni comunali e il loro pensiero, perché come ascoltiamo le persone che sono a favore, abbiamo sempre ascoltato anche le persone che sono contrarie alle nostre idee e credo che questo ci debba essere riconosciuto da tutti. Quello che continuiamo a sostenere - e mi fa piacere che soprattutto l'assessore Bertschy lo abbia sottolineato più volte - è che stiamo parlando di un impianto dove ancora oggi - e lo ha detto più volte - diciamo: se ci saranno le condizioni. A distanza di due anni ci chiediamo ancora se ci saranno le condizioni. Tutto quello che sta nascendo all'interno, tutte le promesse che si stanno facendo quindi non si sa ancora se potranno essere portate avanti e sinceramente io mi auguro che lo studio - che, da quello che abbiamo potuto vedere, è stato fatto anche in maniera seria e in maniera oculata - possa in qualche modo essere presentato anche alla popolazione, possa essere discusso, possa essere visto veramente anche con tutte le persone che in questi giorni lo stanno chiedendo e alle quali, purtroppo, non possiamo consegnare.

Sotto questo punto di vista, quindi credo sia importante che anche le cose che avete evidenziato e le cose che abbiamo evidenziato in quello studio possano essere oggetto di discussione e dei futuri approfondimenti. Come dicevo, è tutto molto relativo dire: "quelle del sì" o "quelle del no", dipende da che parte si guarda il mondo. Noi siamo sinceramente per quello sviluppo ecosostenibile, per quella tutela dell'ambiente, per chi guarda dalla nostra parte del mondo quindi sicuramente siamo: "quelle del sì".

Presidente - La parola al consigliere Marguerettaz per il secondo intervento.

Marguerettaz (UV) - Vedete, nelle discussioni sostenere le proprie tesi fa parte dell'attività politica, quindi credo che ognuno poi quando vede il bicchiere, può parlare del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, quelli del "sì", quelli del "no". Voi siete per il "sì" del blocco, quindi siete per il "no" a qualsiasi tipo di attività che ovviamente ha a che fare con delle possibilità di sviluppo, con delle possibilità di progresso, con delle possibilità di occupazione.

L'ambiente è un bene che è assolutamente da tutelare, ma, per tutelare l'ambiente, bisogna mettere delle risorse. Noi abbiamo degli ambienti che sono degli ambienti fragili, degli ambienti delicati, ma per sostenerli bisogna produrre. Allora, da questo punto di vista, se non abbiamo delle attività che riescono a dare occupazione, che riescono a dare base imponibile, che riescono a sostenere, noi ovviamente non siamo nella condizione, ma anche degli ambienti molto più importanti rispetto al Vallone delle Cime Bianche. Lei si immagini il Parco nazionale del Gran Paradiso quante risorse occupa, quante risorse drena e ovviamente viene fatto con senso di responsabilità, ma se non c'è la possibilità di produrre, tutto questo viene a cadere: ecco perché noi riteniamo che le attività che hanno una speranza di dare degli sviluppi alla nostra comunità devono essere colte. È di un'evidenza incredibile, noi abbiamo un grande bacino come quello di Zermatt - e gli amministratori di Zermatt hanno detto: "noi guardiamo con grande interesse al sud" - che dobbiamo portare a casa nostra e abbiamo tutti gli elementi per portarlo, ma se non facciamo un collegamento, come possiamo immaginare di farlo? Allora, se vogliamo prendere degli esempi, senza andare a scomodare la Valle d'Aosta, l'altro giorno ero con un'amica della Valle del Cervo, che ha detto: "noi anno dopo anno perdiamo dei residenti, noi anno dopo anno ci stiamo desertificando". Qualcuno può dire che la Valle del Cervo è brutta? È uno splendido ambiente, ma senza possibilità di anno in anno i giovani se ne vanno e difatti il cruccio di quegli amministratori è quello di creare delle situazioni per poter dare un'occupazione. È ovvio che non possono immaginare in quell'ambiente di fare ex novo degli impianti di risalita, mi pare ovvio, ma, da questo punto di vista, stanno cercando tutte le loro intelligenze per fare delle cose e ogni anno - torno a dire - perdono residenti. A quel punto tu perdi i residenti, perdi i servizi, non ci sono più bambini a scuola, ma è questa la decrescita felice che volete?

Quando diciamo che il vostro ragionamento è squisitamente elettorale, non faccio un torto alla nostra intelligenza, voi parlate al vostro elettorato, voi parlate ai due trentacinquesimi e coccolate i due trentacinquesimi. Voi coccolate la vostra minoranza, quindi...

(voce della consigliera Minelli, fuori microfono)

...schiacci il bottone se c'è una questione personale perché, vede, voi avete uno strano concetto della democrazia, perché quando parlano delle persone che non la pensano come voi, andate in escandescenza. State tranquille, tanto avete le vostre truppe armate su Facebook, che ci inonderanno di commenti, come ha detto l'assessore Caveri. C'è tutto un esercito di persone che farà delle caricature, ci ridicolizzerà, farà tutte le attività che sono a voi congeniali: il ridicolizzare coloro che non la pensano come voi, perché voi siete i portatori della verità.

Vede, collega Minelli, io quando ho fatto il ragionamento sulle guide escursionistiche, l'ho fatto con le fotografie dei sentieri e il sentiero della Krämerthal, cioè il sentiero dei mercanti, è tracciato dietro Antagnod. Il Colle delle Cime Bianche è quassù e il sentiero si staglia nel fondovalle, poi lei mi potrà dire: "guardi che il sentiero dei mercanti arriva alle Cime Bianche"; in realtà, va al Colle del Teodulo. Vada a vedere sul sito, la strada è Colle del Teodulo, è su lovevda, perché lei - io capisco - ha questo approccio giustamente del censore della riga rossa, però a volte va su delle righe sbagliate. Allora su lovevda è Colle del Teodulo, perché è il collegamento della Valle del Gressoney e nel 600 della Valle d'Ayas, e parla del Colle del Teodulo. Al di là di questo, però lei troverà la guida escursionistica che sul sentiero 3 della Krämerthal lo farà andare alle Cime Bianche ma, mi perdoni, se io faccio una gita e il punto di arrivo è il Colle del Teodulo piuttosto che il Colle delle Cime Bianche, scrivo quello. Non vogliamo poi fare delle disquisizioni sull'attività delle guide escursionistiche, lei avrà sicuramente le guide escursionistiche che faranno da Krämerthal e porteranno su alle Cime Bianche, ma, dal punto di vista dell'attrattività, ad oggi quello non è un punto di forza. Questa è l'estrema sintesi, quindi se voi andate in tutti gli alberghi... perché io in 10 anni sono andato in tutti gli alberghi. Allora cosa faccio? Quando arrivo alla reception, dico: "mi dite i percorsi, le gite, i punti di forza"? In qualsiasi albergo di Courmayeur viene detto: "ma guarda, vai in Val Ferret, vai in Val Veny, vai nei punti forti" e sicuramente ad oggi non è un punto forte. Poi probabilmente ci saranno coloro che hanno delle "tempeste ormonali" nel momento in cui arrivano nei luoghi dove c'era la pietra ollare, però, dal punto di vista commerciale e dal punto di vista turistico, state dando una rappresentazione assolutamente farlocca. Nel mio primo intervento ho detto che la valorizzazione di questo impianto può tranquillamente coesistere con questa valorizzazione, perché abbiamo la possibilità di arrivare a delle quote, abbiamo la possibilità di fare delle attività che valorizzano questi luoghi.

La discussione è stata sicuramente una discussione interessante, non è un punto d'arrivo ma è un punto di partenza, è di tutta evidenza che - e lo abbiamo detto in tutti i modi - non c'è nessun via libera, ci sono degli approfondimenti da fare, ma siccome la scommessa è capitale, dobbiamo destinare tutte le nostre intelligenze, tutte le nostre energie, tutte le nostre creatività per fare una cosa che è unica al mondo e, perdonatemi, non sarà, come ha detto l'assessore Caveri, una minoranza urlante che fermerà questo percorso.

Presidente - Si è prenotato il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Certo che alla fine di un dibattito così ricco e appassionato diventa difficile dire qualcosa di più originale di quello che si è già sentito durante la giornata, qualcosa che è condivisibile... in alcuni di voi mi sono rispecchiato, nell'ultimo intervento del collega Marguerettaz evidentemente mi ritrovo di più perché, pur provenendo da Bosses, ha citato anche un esempio che avrei voluto portare in originale e che non era ancora stato preso in considerazione: quello del Parco nazionale del Gran Paradiso. Io arrivo da quelle zone e, quando ero poco più che bambino, c'era una repulsione generalizzata alle feste di Valle per poter già intravedere e intuire nel Parco nazionale del Gran Paradiso una qualche sorta di sviluppo. Poi nel tempo le cose sono cambiate, sono arrivati uomini come Italo Cerise alla guida del Parco, finalmente, e hanno cambiato un paradigma, hanno fatto capire all'interno delle assemblee deputate di poter cambiare qualche cosa e hanno iniziato a parlare con i territori, con i portatori di interesse e hanno fatto crescere il Parco nel suo complesso, valorizzandolo da un punto di vista ambientalistico e naturalistico, facendogli percepire e guadagnare dei premi internazionali di assoluto valore, ma anche rendendolo fruibile da centinaia e migliaia di persone, che trovano in quei luoghi, in quegli ambienti unici anche delle strutture, della viabilità, dei sentieri che in altri tempi e in altri momenti non venivano valorizzati. Hanno portato in questi contesti il marchio di qualità, alberghi che si possono fregiare di questo marchio all'avanguardia, strutture che sono nate all'interno del Parco e altre che sono state mantenute all'interno con un percorso di crescita programmato e condiviso assolutamente con il territorio.

Da questo parto per fare due brevi considerazioni di ordine politico, lo hanno ripetuto in tanti, da parte della maggioranza ma anche da parte della minoranza con lo stesso vigore e con la stessa attenzione; chi crede in uno sviluppo che può portare sul nostro territorio delle persone che attualmente scelgono per svariati motivi altre destinazioni, l'obiettivo di questa maggioranza è creare un presupposto per cui si venga in Valle d'Aosta per trovare qualcosa di unico e irripetibile. Lo si è detto più volte, lo si è detto perché ci si vuole credere, ci si è confrontati con i territori, territori che sono rappresentati dalle nostre entità locali, dai nostri Comuni, dalle nostre associazioni di categoria, dai nostri commercianti, ma anche dai nostri agricoltori che all'interno di queste realtà vivono giornalmente. Lo ha detto meglio chi mi ha preceduto, tutte valutazioni che bisognerebbe fare per aumentare le potenzialità di sviluppo all'interno del nostro territorio.

In termini numerici parliamo di un sistema, quello delle infrastrutture di risalita, che - lo ha ricordato il vicepresidente Bertschy - vale 100 milioni di euro quest'anno ma 100 milioni di euro che creano un indotto sette-otto-dieci volte superiore. Ringrazio anche il collega Aggravi che di questi numeri ne fa tesoro tutte le volte e che ci sostiene in questo percorso, perché vuol dire che si creano con queste situazioni delle nuove opportunità anche a fronte di cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti. Cambiamenti climatici che ci porteranno a dover sfruttare in senso positivo, a voler utilizzare nel migliore modo la nostra montagna anche d'estate, perché ci sarà sempre più gente che cercherà rifugio da un aumento della temperatura che si farà sentire in maniera più marcata nei nostri fondovalle e quindi cercherà delle opportunità alternative e un turismo che offrirà anche nel periodo estivo delle possibilità di essere accogliente, di essere capace di portare fino in cima alle nostre montagne una quantità di persone importante potrà permetterci di allungare quella stagionalità che è stata ripresa da qualcuno in quest'aula e che ci permetterà di avere una trasversalità dell'offerta turistica montana, quindi dieci-undici-dodici mesi all'anno invece di quello che è rappresentato malamente da qualcuno come un investimento esclusivamente destinato all'inverno.

Credo che queste riflessioni vadano a fare copia anche con altre incongruenze che ogni tanto si vogliono mettere sul tavolo per fuorviare quelle che possono essere le impressioni dell'opinione pubblica. La mancanza di neve è un dato di fatto, lo ha detto qualcuno prima di me, probabilmente i nostri impianti sopra i 2.000 metri resisteranno ancora per 40-50 anni e garantiranno un ammortamento assolutamente normale di quelli che saranno gli investimenti che si faranno in questi anni; dall'altra parte però è poco giustificabile un voto da parte di chi dice sempre di no a una revisione di impianti a quote più basse. Io ho apprezzato molto il sostegno dato alla legge sui piccoli impianti, in particolar modo ad alcuni di essi, per investire dei soldini utili, essenzialmente fondamentali per queste comunità, ma che votati da qualcuno che si lamenta che in queste situazioni non ci sarà più neve da qua a 2-3 anni non sono concepibili. Sinceramente non è concepibile finanziare degli investimenti a 1.200-1.300 metri se queste sono le visioni di qualcuno che in questo tipo di sviluppo non crede.

Per finire, non c'è bisogno di fare altre valutazioni, ma un aspetto politico va sottolineato, un aspetto politico che parte dal fatto che non ci sono buoni e cattivi su questi argomenti. L'ambiente per la Valle d'Aosta è fondamentale, chi ha governato negli ultimi 50 anni lo ha sempre dimostrato, con l'attenzione dovuta a individuare all'interno del nostro territorio quelle zone che fossero da proteggere più di altre e molte volte ne ha create di nuove. Questo percorso è durato penso 50 anni, si è concluso con l'arrivo delle normative europee, dei territori protetti dal piano "Natura 2000", sono stati anche sfruttati - lo diceva oggi qualcuno - dei fondi europei per creare un sistema "VIVA-Valle d'Aosta unica per natura" e purtroppo ci rappresenta la necessità di trovare delle risorse che, anche grazie a questo tipo di interventi sul territorio, potrebbero essere oggetto di una nuova linfa, di una compensazione che potrebbe arrivare dall'impianto in quei siti per riconoscere al sistema delle aree naturalistiche valdostane quelle necessità, quei bisogni e quelle risorse che possono essere utili a una loro crescita, a una loro valorizzazione nel tempo. Questo era un discorso che già nel lontano 2016, ai tempi di quell'opuscolo che veniva citato questa mattina, era stato un pourparler le strutture dell'Ambiente della Regione autonoma Valle d'Aosta dove proprio a valle dell'Alplinks - quel primo progetto che intravedeva in Cime Bianche un percorso positivo e assolutamente da perseguire - si pensava di affiancare a questo investimento, così importante, anche l'opportunità di valorizzazione ulteriore di queste aree protette. Aree protette che oggi lo ricordo e non per merito del PCP, perché probabilmente il PCP a quei tempi non c'era ancora, o comunque di situazioni ambientalistiche così radicate sul territorio... perché il 33 percento del territorio valdostano all'incirca è ben oltre la media dei territori in salvaguardia nel resto dell'Europa e anche forse oltre le indicazioni della stessa Unione europea di trovare territori e salvaguardare territori su ogni Regione europea e rappresentano un segno tangibile delle attenzioni dei Governi che si sono succeduti in Valle d'Aosta verso questo argomento, anche con l'introduzione di riserve integrali, cioè dove non ci può neanche entrare l'uomo, ma localizzate in zone che possono essere compatibili con i bisogni della natura e bisogni dell'uomo. A margine di questo, ad esempio, sono state create delle viabilità, dei percorsi ciclabili: parlo della zona di Les Île, che è un progetto che si è chiuso nel 2015-2016, quindi situazioni che non sono lontane nel tempo, sono ancora frutto di Governi rappresentati da molte persone che sono ancora in quest'aula.

Dire che tutto quello che fanno gli altri, che la voglia di rappresentare un'opportunità sia qualcosa di negativo e non da fare e dall'altra parte invece arrogarsi la possibilità di dire che tutto quello che gli altri stanno prevedendo è fuori controllo e non è conforme alle norme non penso sia un buon modo per avvicinare i problemi e per dare delle informazioni corrette alla popolazione. Su altri argomenti io non voglio addentrarmi - l'ha detto bene il collega Marguerettaz - sugli aspetti della volontà di cavalcare certi argomenti per fare probabilmente dei passi avanti verso un'acquisizione di qualcuno che ha delle visioni leggermente diverse o molto diverse da quelle di chi invece propone quest'investimento e ha proposto uno studio che sia propedeutico a valutarne la fattibilità e a perseguire, da un punto di vista anche normativo, tutti quei percorsi che possono portarci al centro della soluzione di questa situazione. Questo penso sia l'aspetto premiante di questa discussione: mettere in evidenza tutte le attenzioni che bisogna avere nei confronti della realtà valdostana e del suo territorio, ma altrettanto i bisogni di crescita, di sviluppo e di trovare qualcosa che ci renda veramente unici sul panorama internazionale. Questo è il lavoro che si intenderà fare e questa petizione, se non in alcune parti di quegli elementi che sono assolutamente sottoscrivibili e che sono stati peraltro anche valorizzati dall'Amministrazione regionale in questi ultimi anni, quali quello della pietra ollare, la valorizzazione di terminati siti di raccolta e di valorizzazione tramite il percorso della Sovrintendenza ai beni culturali, già avviato almeno due o tre anni fa... credo che siano assolutamente compatibili con la presenza di una funivia, di un impianto di risalita che dia lustro alle nostre località. Il fatto di trovare dei punti di sinergia dovrebbe essere qualcosa che anima questo Consiglio, invece si preferisce sempre trovare delle alternative, e qualcuno l'ha detto, solo per andare contro o solo svegliati da momenti di attenzione che sono sollecitati da dalle idee opposte di qualcun altro. È con questo spirito che vogliamo lavorare per chiudere il percorso che ci ha visti operanti in questi anni e per dare delle risposte concrete alla nostra Regione.

Presidente - Vi sono altri che intendono intervenire? Non vedo richieste. Prendiamo atto della petizione e passiamo all'analisi della risoluzione. Si è prenotata la consigliera Minelli per illustrare la risoluzione collegata alla petizione.

Minelli (PCP) - Come lei ha detto, abbiamo presentato e depositato una risoluzione che è collegata alla petizione e che nelle premesse, poi anche negli impegni, riprende sia le valutazioni che abbiamo fatto, sia gli elementi stessi della petizione "Salviamo il Vallone delle Cime Bianche". Ovviamente nelle premesse si fa riferimento al lavoro che è stato fatto durante la Commissione. Leggo brevemente gli elementi della risoluzione: "Esaminati i contenuti della petizione "Salviamo il Vallone delle Cime Bianche - Unico per natura, storia e cultura"; Preso atto di quanto emerso nelle audizioni tenutesi durante le sessioni congiunte della III e IV Commissione consiliare del 29 novembre 2022, 6 dicembre 2022, 19 dicembre 2022 e 9 gennaio 2023, riassunte nella relazione trasmessa al Consiglio regionale; Valutata altresì la documentazione fornita dai promotori della petizione; Tenuto conto della rilevanza dei temi evidenziati dalla petizione popolare per ciò che riguarda la tutela ambientale, la specificità, l'attrattività turistica, lo sviluppo economico e sociale dei territori interessati; Atteso che permangono valutazioni divergenti sulla percorribilità giuridica in ordine alla realizzazione di impianti di risalita nel Vallone delle Cime Bianche, ricompreso nell'area Natura 2000 "Ambienti glaciali del Gruppo del Monte Rosa" e che gli stessi studi preliminari sollevano forti perplessità sulla coerenza di tale intervento con la normativa vigente; Ritenuto che, sulla base di quanto emerso dall'esame della petizione, sia ineludibile per il Consiglio regionale avere chiara in via preliminare ad ogni altra decisione la percorribilità giuridica dell'ipotesi di realizzazione di impianti di risalita nel Vallone Cime Bianche; Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale impegna il Governo: "a promuovere entro l'estate 2023 un sopralluogo lungo il Vallone delle Cime Bianche aperto ai Consiglieri regionali, unitamente a una delegazione dei firmatari; a predisporre entro un anno un apposito piano di azione dell'area ZPS/ZSC "Ambienti glaciali del Gruppo del Monterosa", sulla base della vigente normativa riguardante la gestione delle aree Natura 2000; a predisporre entro sei mesi un programma pluriennale di studio, documentazione e valorizzazione dell'estrazione e lavorazione della pietra ollare ad Ayas e nel Vallone delle Cime Bianche, integrando ed estendendo la collaborazione in essere fra l'Amministrazione regionale e il Comune di Ayas; a predisporre un piano di ammodernamento degli impianti esistenti nei comprensori del Breuil e del Monterosa Ski e a monitorare gli effetti della prossima funivia Plateau Rosa/Piccolo Cervino per la Valtournenche; ad accantonare ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche".

Quest'impegno deriva dal fatto che, ai sensi della normativa vigente a cui facciamo riferimento, perché quella c'è, non si possono realizzare tali impianti. Vale la pena di ricordare anche, qualora qualcuno volesse o pensasse in qualche modo di modificare, aggirare in qualche maniera i divieti a cui abbiamo fatto accenno, che esiste anche da poco più di un anno una modifica che è stata fatta all'articolo 9 della Costituzione in cui è stato aggiunto infine questo comma: "La Costituzione tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali", nella fattispecie. Noi riteniamo - lo abbiamo detto ma lo ribadiamo in conclusione per spiegare anche il senso di questa risoluzione - che una linea funiviaria in quel vallone sarebbe uno sfregio di un'area che è sostanzialmente integra e avrebbe un impatto assai negativo. Ma non lo diciamo solo noi - che per qualcuno siamo i due trentacinquesimi, per qualcun altro la minoranza della minoranza o non so che cosa ancora, ma poco interessa, sono valutazioni che francamente hanno fatto anche un po' il loro tempo, così come gli slogan che continuiamo a sentir ripetere - ma lo dice la valutazione di incidenza che c'è già e che è negativa. Manca certamente, se si vorrà proseguire con un progetto che al momento non c'è, perché questo è uno studio di fattibilità, la valutazione ambientale strategica, manca la VIA (la Valutazione di Incidenza Ambientale) su un eventuale progetto e mancano le modifiche ai piani regolatori dei Comuni e il PTP. Qualora anche si volesse percorrere questa strada, il decreto ministeriale, che lì è e quello è, dovrà essere modificato, ma credo che non sarà un percorso facile per nessuno, considerato anche che c'è una questione di legittimità costituzionale legata all'articolo 9 della Costituzione italiana.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Sì, Presidente, rapidamente perché penso che abbiamo già detto di tutto e di più sul tema e sicuramente non ci possiamo fermare qui visto che sostanzialmente i percorsi iniziano oggi.

Per quello che riguarda la posizione del mio gruppo su quest'ordine del giorno, che sostanzialmente riprende quelle che sono in parte le richieste e in parte le richieste latenti della petizione, ovviamente da parte nostra il voto sarà di astensione. Lo giustifico e lo ripeto per punti onde evitare di andare fuori tema e di essere ripreso.

Per quanto riguarda il primo punto sul sopralluogo, penso che tutti ci siamo detti disponibili a farlo, quindi diciamo che non c'è bisogno... e anche unitamente ai firmatari, così vediamo se vengono tutti.

Il secondo punto, come ho già detto, lo ridirò quando riuscirò a discutere l'iniziativa... in realtà non deve essere fatto solo per il gruppo del Monterosa, c'è un progetto che è stato fatto - lo ricordava anche il presidente Testolin -, deve essere portato avanti, bisogna fare, capiamo che cosa c'è da fare su tutte le aree e che sia fatto.

"A predisporre entro sei mesi il programma pluriennale di studio, documentazione, valorizzazione, estrazione e lavorazione della pietra ollare ad Ayas e il Vallone delle Cime Bianche, integrando ed estendendo la collaborazione...", non ci sentiamo di votarlo perché senza una valutazione di sostenibilità economica questo è uno studio ideologico.

Per quello che riguarda la predisposizione del piano di ammodernamento degli impianti dell'area, penso che l'assessore Bertschy si sia già dato disponibile a venire a rappresentare la cosa in Commissione e ci sarà, tra l'altro, anche un'audizione deputata per i piccoli impianti, mi auguro che si possa aggiungere questo punto.

Sul monitoraggio degli effetti della prossima funivia Plateau Rosa/Piccolo Cervino per la Valtournenche delegherei al Corpo forestale valdostano un monitoraggio a distanza, come fanno per i lupi, per monitorare gli effetti e per quanto riguarda "ad accantonare ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche", ripeto, abbiamo uno studio, sono stati spesi dei soldi, abbiamo fatto delle considerazioni che sono valide e tali restano.

Su questa risoluzione pertanto noi ci asterremo.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-VdA Unie) - A nome della maggioranza, invece dichiaro il voto contrario, sia per le premesse, dove a un certo punto si continua a dire che ci sono valutazioni divergenti sulla percorribilità. C'è un parere dell'Avvocatura, fino a prova contraria, noi riteniamo che quello sia il parere dal quale partire. Poi valuteremo, valuterete, si valuterà tutti insieme cosa aggiungere, ma oggi è così, ma siamo soprattutto contrari perché rimane il quinto impegno: quello di accantonare ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche, quindi si vuole far rientrare dalla finestra quello che già dalla porta non abbiamo fatto entrare. Ci sarà rispetto a questo punto a capo. Tra le tante pagine che si sono scritte nello studio, c'è anche la pagina delle compensazioni, ci sono cose interessanti che possono essere implementate, che possono essere punto di partenza, che possono essere oggetto di tante possibili progettazioni, però ci sono cose che, a mio avviso, vanno anche nella direzione della valorizzazione del sito.

Per quello che ci riguarda, quindi chiudiamo questa pagina, cominciamo a parlare dello studio, mettiamo in ordine tutto il lavoro che ci sarà da fare, perché, da un lato, non si voleva uno studio così approfondito, anzi, lo si è contestato fin dall'inizio, dall'altro, si comincia a dire che non c'è a sufficienza materiale per potersi esprimere; dall'altro ancora - l'ha detto bene il collega Grosjacques - non si dice più che forse non è fattibile ma che costa troppo. Io direi: cominciamo a parlarne in maniera seria, poi decideremo nelle varie tappe, nelle audizioni e Commissioni che sanno ben lavorare su questi documenti ancor più di tutti noi, che comunque giornalmente siamo impegnati nel governare tanti temi, le Commissioni avranno tempo di audire, di approfondire, di conoscere e di chiedere tutto quello che sarà necessario chiedere.

Rispetto al primo punto, credo che debba rimanere un impegno personale. Io il Vallone delle Cime Bianche l'ho percorso da cima a fondo, salendo al colle e dal colle scendendo quattro volte, ma non in quest'ultimo periodo perché, anche per ricordi d'infanzia, qualche passeggiata da quelle parti ci hanno portato a farla. Lo conosco e non ho nessun problema a ritornarci, anche con i firmatari se sarà una visita per confrontarci e non con altri obiettivi. Lo possono quindi prendere le Commissioni quest'impegno se sarà ritenuto utile e credo che potrà essere anche un bel momento, da un lato, di andare a vedere qualche cosa che magari qualcuno non conosce così in maniera approfondita; dall'altro, di confronto con le società e con le Amministrazioni del posto per continuare quello che inizieremo a fare alla fine del lavoro che si è fatto questo pomeriggio.

Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.

Marquis (FI) - A seguito delle considerazioni che abbiamo fatto negli interventi precedenti, è arrivato il momento di arrivare alle conclusioni per esprimere il nostro voto sulla proposta di risoluzione.

Nel nostro DNA di forza politica è centrale la visione di una Regione, le prospettive, lo sviluppo, l'attrattività, il miglioramento della sua competitività e tutto questo per creare benessere e occupazione alla comunità locale e soprattutto per far sì che la montagna rimanga una montagna viva, soprattutto su un argomento come il turismo, che è il nostro pilastro principale, che assieme ai servizi rappresenta più del 60 percento del PIL. Crediamo che non possiamo sottovalutare questo aspetto, dobbiamo essere molto attenti e soprattutto guardare di non perdere terreno su questo settore perché diversamente verrebbe pesantemente penalizzata l'economia della nostra Regione. Noi crediamo in questo progetto strategico che è fortemente condiviso dalle comunità locali. È sicuramente un progetto che avrà delle difficoltà nella sua attuazione. Sono state evidenziate nell'ambito della discussione odierna tutta una serie di criticità che dovranno essere gestite e speriamo che vengano superate.

Pur essendo quindi una forza di opposizione, noi ci mettiamo a disposizione con tutte le nostre energie per contribuire a questo progetto, perché è un progetto in cui crediamo molto e riconosciamo la sua valenza strategica e pertanto siamo fortemente contrari alla proposizione di risoluzione che è stata presentata soprattutto per il punto 5 dove si dice di accantonare l'iniziativa in discussione.

Presidente - Altri? Consigliera Minelli, a lei la parola.

Minelli (PCP) - Per effettuare la dichiarazione di voto, che naturalmente sarà un voto favorevole, e per sottolineare che è non è di certo soltanto il voto di quel famoso due trentacinquesimi del Consiglio, perché su questa petizione, che abbiamo recepito nella risoluzione, ne abbiamo recepito i punti sostanziali... vi è anche il voto di almeno 2.300 persone che l'hanno sottoscritta sapendo bene quello che stavano sottoscrivendo, ne siamo più che certi.

Faccio un'ultima considerazione, che è legata anche al voto positivo a questa risoluzione, sulle sue parti, e in particolare su quella premessa che l'assessore Bertschy ha contestato, dicendo che abbiamo voluto sottolineare che permangono valutazioni divergenti sulla percorribilità giuridica. Sfido a dire che non sia così, le valutazioni divergenti ci sono tutte e le abbiamo evidenziate, perché non esiste solo il parere dell'Avvocatura! Qui noi non facciamo riferimento espressamente al parere, ma alle valutazioni divergenti sulla percorribilità giuridica che sono tutte lì e credo su questo si dovrà tornare ancora altre volte.

Sull'impegno che riguarda il sopralluogo che si chiede di fare unitamente a una delegazione dei firmatari, io credo che sia di assoluto interesse di tutti, compresi i firmatari, quello di effettuare un confronto che, come tutti i confronti, quando li si accetta, beninteso, perché noi abbiamo già visto che i confronti sono qualche cosa che non piace a buona parte delle persone che siedono al banco del Governo e non solo. Quando si vogliono fare i confronti, la disponibilità c'è e credo anche che i lavori di Commissione e l'audizione dei rappresentanti di quella petizione - ma non lo dico io, è stato rilevato anche nei verbali - sono stati dei momenti di confronto effettivo e positivo.

Per quanto riguarda il terzo impegno che è stato definito ideologico, io credo che non ci sia proprio niente di ideologico nel chiedere un programma di studio sulla valorizzazione della pietra ollare, il presidente Testolin ne ha parlato prima dicendo che è già avanzato, che già c'è un lavoro in questo senso che è sostenuto dal Comune di Ayas, perché, come dicevo stamattina, le cifre che la Regione invece ha investito in questo sono del tutto risibili e lo ripeto, perché se non sbaglio, sono 6 mila euro o qualcosa del genere, poi forse ci sono state delle altre delibere che non ho visto successivamente, allora magari mi sbaglio, poi c'è stata una valutazione sul fatto che con l'ultimo impegno si fa rientrare dalla finestra quello che non si è fatto entrare dalla porta. Non so a che cosa ci si riferisce, perché la petizione con quelle richieste la discutiamo oggi, quindi io non so in quale momento si sarebbe non fatto entrare dalla porta quella richiesta e quell'impegno che noi oggi riprendiamo. Credo ovviamente, dal nostro punto di vista...

(voce di un Consigliere, fuori microfono)

...no, mi è stato detto dall'Assessore che l'ultimo impegno: "accantonare ogni attività volta alla realizzazione nuovi di impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche" viene rifiutato, lo posso comprendere, ma si dice anche: "si è cercato di mettere in risoluzione quello che non si è fatto entrare dalla porta e voi adesso provate a farlo rientrare dalla finestra". Non so a che cosa ci si riferisca, ripeto, per il fatto che oggi qui è la prima volta che il Consiglio arriva a discutere la petizione, perché era stata calendarizzata a gennaio, ci sono stati i lavori di Commissione, ma il Consiglio tutto è oggi qui che si esprime. Noi quindi riportiamo quella richiesta che, a nostro avviso e delle 2.300 persone che hanno sottoscritto quella petizione, è sensata, indica un percorso che ha un valore non soltanto per il presente, per i prossimi dieci anni, ma crediamo per il futuro.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.

Restano (GM) - Ho già avuto modo di esprimermi in varie occasioni e in diverse vesti sul Vallone delle Cime Bianche e sull'opportunità che ci dà la valorizzazione di questi impianti; non ho di certo modificato la mia opinione in merito, sono favorevole agli approfondimenti del caso, quindi a proseguire con gli studi e verificare la fattibilità di questo importantissimo impianto, che è importante non solo per la comunità locale, non solo per la Valle d'Ayas ma per l'intera Valle d'Aosta, come è già stato specificato bene da chi è intervenuto durante la trattazione dei singoli punti. Non posso quindi votare quanto proposto dalle colleghe di PCP, soprattutto nell'ultimo punto laddove si chiede di accantonare ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche.

Per quanto riguarda altre proposte, quale la predisposizione di un piano di ammodernamento per gli impianti della Monterosa, in linea di massima potrei essere d'accordo, ma conoscendo bene il settore, devo dire che è un miglioramento organico che va portato avanti a livello regionale su richiesta delle società, quindi per un'equità di gestione, nel rispetto anche delle altre società fintanto che esisteranno, bisogna procedere per gradi. In ogni caso avremo modo di parlare ancora degli impianti della Monterosa nello specifico e soprattutto dei piccoli impianti.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione su questa risoluzione legata anche al percorso che abbiamo fatto in Commissione, anche perché abbiamo avuto modo di confrontarci penso con tutti gli attori che abbiamo audito. Il confronto però deve essere da tutte le parti, sia dalle parti dove uno magari la pensa diversamente e vuole capire il perché la pensa diversamente, vuole capire quali sono gli argomenti che sostengono quel percorso e dall'altra parte noi pensiamo che sia altrettanto importante conoscere i punti di forza per chi invece intende argomentare il perché si gradirebbe andare in una direzione comunque di sviluppo e di proposta da mettere in campo.

Mi spiace sinceramente, colleghe, nel leggere la risoluzione che avete depositato, dato che di solito il metodo è sostanza, se il metodo è sostanza, però possiamo capire la posizione dei 2.300 firmatari che ci impegnano a mettere da parte ogni proposta di realizzazione di nuovo impianto, ma non vi capiamo nel momento in cui voi che siete delle elette - premesso che abbiamo ricevuto lo studio propedeutico e preliminare alla valutazione di fattibilità qualche giorno fa - oggi ci dite: "impegniamo il Governo regionale ad accantonare ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti". Ma, scusate, ma avremo la possibilità in III Commissione di analizzare nei prossimi mesi e di audire chi ha progettato gli studi fatti, le analisi fatte, i motivi per i quali dovremo raggiungere quel percorso? E voi oggi ci mettete il carro davanti ai buoi? È brutto. Io non so se dovremmo votare contro o astenerci, non lo so... non dovremmo neanche votare, perché noi dai prossimi giorni avremo la possibilità in III Commissione di fare tutte le audizioni in modo da conoscere meglio gli studi che sono stati fatti e voi oggi impegnate il Governo, provate a impegnare il Governo, dicendo: "accantonate ogni attività volta alla realizzazione di nuovi impianti". L'obiettivo di oggi non era quello di discutere sulla petizione che è stata presentata da 2.300 persone? E il prossimo obiettivo non è quello di fare tutti gli incontri in Commissione per analizzare lo studio propedeutico e preliminare alla valutazione di fattibilità? Lo abbiamo scritto nero su bianco anche nella chiusura del cerchio delle Commissioni III e IV. I punti 2 e 3 sono compatibili, il punto 4 non può essere compatibile, dovremo pure vedere le carte di questo studio che è stato commissionato e soprattutto progettato! Capiamo la vostra posizione intransigente, non siamo d'accordo nel merito...

(voce di un Consigliere, fuori microfono)

...ma ci mancherebbe, però nella forma, scusate, almeno adesso che avete lo studio avremo la possibilità di analizzarlo in Commissione e poi venire in aula e discutere su quello studio? Perché è così. Ribadite e urlate al vento la centralità di questo Consiglio, per la prima volta avete la possibilità di posizionarvi su questo studio che è stato confezionato e ci è stato inviato qualche giorno fa e oggi si mette il carro davanti ai buoi... des deux l'une, scusate!

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rollandin, ne ha facoltà.

Rollandin (PA) - Pour ce qui me concerne, je m'abstiens de la votation étant donné que je partage la plupart des considérations qui ont été faites à propos de l'état des choses. Il y a une série de questions qui doivent être discutées pour aboutir à un résultat qui soit positif, qui aille dans la direction qui a déjà été dite pendant cette journée.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy per dichiarazione di voto.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Solo per replicare alla considerazione della consigliera Minelli, io mi riferivo esattamente a quello che abbiamo deciso oggi pomeriggio durante il confronto, "deciso" inteso delle cose che sono state dette. Il quinto punto chiede di accantonare l'impegno che è uguale al quarto punto della petizione, quindi stiamo dicendo... noi siamo favorevoli ad andare avanti a verificare questa cosa, quindi rientrare dalla finestra quello che non è entrato dalla porta stava in questi termini la considerazione. C'è un punto della petizione che prevede di abbandonare gli studi, c'è un punto della risoluzione, il quinto, che prevede di abbandonare gli studi, per noi se siamo favorevoli di andare avanti, è esattamente perché vogliamo andare avanti. Sono due cose esattamente uguali e scritte una su una petizione, una su una risoluzione.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, a lei la parola.

Guichardaz E. (PCP) - Semplicemente per dire che credo non sia una novità quello che sosteniamo oggi, che sosteniamo da tempo e quindi che vincoli e divieti per noi ci sono e continuano a esserci e rendono quell'opera infattibile, continuiamo a ripeterlo, io non so più come dirlo, cioè stiamo discutendo di una cosa che non si può fare. Su questo noi siamo assolutamente convinte di quello che diciamo, perlomeno allo stato attuale, quindi riteniamo che puntare su quel collegamento non sia corretto e quell'ultimo punto della petizione per noi è assolutamente da tenere in considerazione, ma credo che dal dibattito di oggi e da tutti i dibattiti che abbiamo fatto in questi Consigli la nostra coerenza perlomeno ci debba essere riconosciuta su questo punto.

Presidente - Ci sono altri interventi? Se non ce ne sono, metto in votazione la risoluzione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 17

Favorevoli: 2

Contrari: 15

Astenuti: 18 (Aggravi, Bertin, Brunod, Carrel, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Guichardaz Jean-Pierre, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Padovani, Perron, Planaz, Rollandin, Sammaritani)

La risoluzione non è approvata.

A questo punto sospendiamo brevemente per arieggiare i locali.

La seduta è sospesa dalle ore 17:27 alle ore 17:48.