Oggetto del Consiglio n. 216 del 29 aprile 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 216/VII - NOTIZIE CONCERNENTI IMMISSIONE DA PARTE DEL CONSORZIO REGIONALE PER LA PESCA NELLE ACQUE DELLA DORA BALTEA DI TROTE AMMALATE (Interpellanza). IMMISSIONE NELLE ACQUE DELLA DORA BALTEA DI TROTE INFETTE (Interpellanza).
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dal Consigliere Lustrissy:
VISTE le notizie pubblicate dal quotidiano "La Stampa" il giorno 7 aprile 1982 riguardanti la probabile immissione nelle acque della Dora di trote ammalate di setticemia emorragica virale da parte del Consorzio Regionale Pesca; PRESO ATTO delle dichiarazioni dell'Assessore regionale all'Agricoltura che approva l'operato del Consorzio per cui il "probabile" diviene certezza;
INTERPELLA
l'Assessore regionale all'Agricoltura e Foreste per conoscere:
1) se l'immissione nelle acque di pesce ammalato da parte del Consorzio Pesca sia veramente avvenuta ed i motivi che hanno determinato tale decisione da parte degli organi competenti;
2) se la moria dei pesci riscontrata nelle acque della Dora sia da attribuire a tale attività oppure le cause potrebbero essere dovute ad altre eventualità, quali l'inquinamento delle acque;
3) se non ritenga sia il caso di nominare apposita Commissione tecnica per accertare i fatti lamentati alla luce anche dei possibili inconvenienti sul piano della profilassi sanitaria.
PRESIDENTE: Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Carral e Cout:
VENUTI A CONOSCENZA del fatto che ad opera del Consorzio per la pesca sono state immesse nelle acque della Dora quantità rilevanti di trotelle iridee, ammalate di "setticemia emorragica virale" provenienti dallo stabilimento ittiogenico di Morgex;
REPUTANDO necessario chiarire le cause e le responsabilità del fatto ricordato, che già si è verificato nel passato, per evitare che esso si ripeta ancora in futuro, con i conseguenti effetti spiacevoli per i pescatori, turisti ed amanti della natura;
i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
l'Assessore all'Agricoltura e Foreste per sapere:
1) chi ha deciso l'immissione delle trote ammalate nella Dora; in quale quantità, in quali località ed in base a quali criteri esse sono state immesse;
2) se le trotelle sono tutte provenienti dallo stabilimento ittiogenico di Morgex;
3) se sono stati eseguiti controlli successivi all'immissione e quali sono stati i risultati;
4) quali provvedimenti saranno presi per evitare in futuro inconvenienti del tipo ricordato.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere
Lustrissy il quale ci illustrerà l'interpellanza relativa all'oggetto n. 11 dell'ordine del giorno; ne ha facoltà.
LUSTRISSY - (D.P.): Sull'argomento relativo alla moria di trote verificatasi nelle acque della Dora Baltea nei primi giorni di pesca, si sono accese molte polemiche.
Polemiche che, tra l'altro, sono state alimentate da dichiarazioni fatte da personaggi vari tra i quali il Prof. Ghittino - responsabile sanitario dell'allevamento troticoltura di Morgex fino ad alcuni anni fa - il quale asserisce che nel periodo durante il quale egli è stato Direttore sanitario dello stabilimento, non si sono mai verificate nelle trote infezioni tipo la setticemia emorragica.
Questo Consiglio si è già occupato del problema anni fa, nel periodo durante il quale il Prof. Ghittino fu Direttore sanitario. Infatti si registrarono, proprio nello stabilimento di Morgex, alcune infezioni di setticemia emorragica delle trote, che diedero luogo a discussioni a non finire.
Si discusse allora sulla situazione dell'allevamento all'interno dello stabilimento e sulla opportunità o meno di utilizzare questo pesce per il ripopolamento della Dora.
Oggi, dopo qualche anno, si è verificato lo stesso fenomeno.
Nei primi giorni di pesca si constatarono, nelle acque della Dora, situazioni che già ebbero a verificarsi nel passato e cioè moria di pesci; moria che in un primo momento fu addebitata ad una infezione del tipo evidenziato (setticemia emorragica). Tale malattia è, per le trote iridee, malattia endemica che, in Italia, colpisce gli allevamenti nella misura del 30%, rappresentando attualmente uno dei mali più grossi degli allevamenti di trote.
Quello che vorremmo sapere è se, viste le dichiarazioni contraddittorie emerse in quel periodo, vi è stata o meno setticemia emorragica nello stabilimento e se, una volta constatata questa situazione, i prodotti dell'allevamento furono immessi nelle acque della Dora Baltea alla vigilia della pesca.
Inoltre ci sono altre situazioni che si verificano puntualmente nei corsi d'acqua; situazioni dovute ad inquinamenti, causate da aperture di paratoie, da scarichi incontrollati nelle acque della Dora Baltea.
Collegando quanto sopra ad alcuni recenti episodi, per esempio la moria di temoli nella media valle - cioè nelle acque che vanno nella zona oltre Saint-Marcel dove il temolo ancora si trova in abbondanza - unito ad una situazione di minore abbondanza nell'alta e nella bassa valle, per cui si riteneva che nella zona centrale della valle il temolo trovasse ancora un habitat abbastanza normale, si rileva che l'inquinamento esiste, perché come si sa, il temolo viene considerato come un indicatore biologico dello stato delle acque. Questo pesce ha bisogno di acque molto ossigenate, fluenti, per cui se muore vuol dire che c'è un minimo di inquinamento.
Non so se tutte queste dichiarazioni rese dagli organi della stampa sono state riportate più o meno obiettivamente, perché anche in base al discorso fatto questa mattina da Pedrini, gli organi della stampa hanno l'abitudine di interpretare le cose un po' a modo loro; sono cioè poco obiettivi.
In genere l'informazione, in Valle d'Aosta, è poco obiettiva, è un'informazione faziosa e di parte; purtroppo è costume abbastanza normale della stampa valdostana dare il rilievo necessario solo a certe notizie che pervengono dai centri di potere.
Comunque, su questo fenomeno dell'inquinamento e della moria di pesci nelle acque della Dora Baltea, vogliamo che venga fatta luce e si dica chiaramente che certe cose non devono essere fatte. Cioè, se si verifica una infezione nello stabilimento ittiologico, non è cosa normale prendere i pesci infetti e buttarli nella Dora, in quanto sappiamo che le malattie di questo tipo si propagano rapidamente attraverso il veicolo acqua, a contatto con altri animali sani.
Desidero dire inoltre che, in merito al problema dell'inquinamento, la situazione và controllata un pochino più in profondità.
Ossia, ci sono dei responsabili dell'inquinamento della Dora, a parte i fenomeni endemici già verificati nel passato e oggetto di denunce? Ci sono delle discariche incontrollate? Qual è la situazione effettiva delle acque della Dora rispetto all'una e all'altra situazione? Vorremmo sapere se la causa della moria di pesci all'inizio della pesca è dovuta allo sverso dell'allevamento di Morgex o all'inquinamento delle acque.
Riteniamo quindi che l'Assessore, dopo avere fatto le necessarie indagini, debba prendere le opportune precauzioni affinché, da una parte, se è vero quello che è successo, non si verifichino più queste situazioni e dall'altra, che l'opinione pubblica sia informata sulla situazione effettiva verificatasi.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Cout, il quale ci illustrerà l'interpellanza relativa all'oggetto n. 12 dell'ordine del giorno; ne ha facoltà.
COUT - (P.C.I.): Solo per aggiungere poche cose a quello che ha già detto il Consigliere Lustrissy.
Abbiamo presentato questa interpellanza, anche se l'Assessore ci aveva già preannunciato una inchiesta ed una relazione che doveva essere fatta su questo problema, perché abbiamo verificato diversi inconvenienti del tipo già illustratoci dal Consigliere Lustrissy, in diverse zone della valle.
Effettivamente è difficile riuscire a capire se molte di quelle trote che sono state viste galleggiare, con effetti spiacevoli non solo per i pescatori ma anche per il turismo e per tutti gli amanti della natura, è stato provocato solo dalle trote ammalate di setticemia emorragica virale, immesse nella Dora, o se ci sono stati altri inconvenienti.
Questo anche perché sembra che le trote immesse nella Dora avessero una certa dimensione, mentre sono state viste galleggiare delle trote di dimensioni molto inferiori, quindi bisognerebbe riuscire, con questa inchiesta, a capire se queste altre trote sono morte per setticemia emorragica o per altre cause.
Proprio per questo, credo che con questa inchiesta, fatta a cura dell'Assessorato, si dovrebbero verificare non solo le cause della moria nell'allevamento, ma anche le cause di questa moria successiva nella Dora.
Quindi ci sono diverse cose che si devono sapere sin dall'inizio e cioè se le trote che sono state immesse nella Dora provenivano tutte dallo stabilimento ittiologico di Morgex, se l'allevamento aveva solo delle trote proprie o se provenivano anche da fuori e se, successivamente, sono stati fatti dei controlli in Dora per verificare le cose che ho detto ora.
Naturalmente, ci riserveremo di prendere visione della relazione che verrà fatta, per vedere a chi si può far risalire, eventualmente, la causa di tutto ciò, e chiedere che, in seguito, vengano presi i necessari provvedimenti.
Direi intanto che un provvedimento si dovrebbe delineare già fin d'ora, a cura dell'Assessorato, provvedimento che, secondo me, dovrebbe impedire il verificarsi di un intervento di questo genere. A parer nostro, una semina in Dora di trotelle non può essere fatta quando gran parte di queste trotelle sono affette da setticemia emorragica virale, malattia che è estremamente infettiva in un allevamento chiuso.
Secondo alcuni esperti, nelle acque libere tale malattia non dovrebbe trasmettersi, però molti altri sollevano dei dubbi in proposito. Perciò, nel dubbio, questo non dovrebbe essere permesso.
Quindi riteniamo che alcune cause dovrebbero essere appurate sin da adesso.
PRESIDENTE: La parola all'Assessore all'Agricoltura e Foreste Marcoz; ne ha facoltà.
MARCOZ - ( U.V.): Lo stabilimento di Morgex, come tutti i Consiglieri sanno, è sempre stato oltre che un'attrazione per il turismo, un vanto per la Regione Valle d'Aosta, in quanto produrre in proprio l'iridea, e in modo particolare la "fario", è da poche Regioni in Italia. Quindi, lo sforzo sia dell'attuale Giunta che di quelle precedenti è sempre stato volto in quel senso ed i finanziamenti che si erano ottenuti con la legge 984 negli anni precedenti e integrati con i fondi della Regione, sono serviti a sistemare in modo più idoneo le vasche del Marais (le ultime verso ovest), a sistemare in modo più idoneo le vasche ed i locali dell'attuale piscicoltura, ad acquistare nuovi mezzi meccanici ed elettronici per il controllo e per assumere personale idoneo a questo tipo di lavoro. Infatti, da due anni, presso io stabilimento di Morgex c'è una biologa che controlla quotidianamente sia i mangimi che vengono somministrati ai pesci, sia le varie infezioni che potrebbero manifestarsi.
Come giustamente diceva Lustrissy, prima ci avvalevamo della consulenza del Prof. Ghittino, un nome famoso a livello mondiale, e non corrisponde a verità quanto hanno detto i giornali (mi pare "La Stampa") cioè che durante la permanenza in stabilimento di Ghittino non si era mai verificata questo tipo di malattia. Lustrissy che è di Morgex e quindi forse più attento a questi problemi, sa che già diverse volte si sono verificati dei casi di setticemia.
Forse è stato un fatto meno eclatante in quanto la produzione di allora era molto inferiore all'attuale; infatti in questi ultimi tre anni sono state raggiunte cifre che veramente ci incoraggiavano a continuare in tal senso.
Quindi per rispondere precisamente alle singole domande sui tre punti delle interpellanze, in modo da non creare equivoci, devo dire che il 14 marzo 1982 è insorta una infezione di setticemia emorragica virale nello stabilimento di Morgex: malattia specifica che colpisce esclusivamente l'iridea, mentre non colpisce la fario in quanto è una qualità di trota più robusta e meno soggetta a certi tipi di infezione.
Per evitare di perdere una quantità enorme di produzione, in quanto la setticemia provoca la morte del pesce in pochi giorni, si sono fatte accurate analisi e separazioni dei materiali infetti da quelli non infetti; in base alla perizia degli esperti presenti e del biologo si è vagliato il materiale sano, almeno a vista d'uomo. Il materiale infetto è stato eliminato bruciandolo; il materiale apparentemente sano è stato immesso nella Dora.
La decisione di effettuare questa immissione nella Dora Baltea, corrisponde a quanto è già avvenuto in altre circostanze e proprio quando il Prof. Ghittino era Direttore dello stabilimento. Infatti, anche allora, come ho detto, in quantità molto inferiori, si era provveduto ad immettere questo materiale ancora palesemente sano nella Dora Baltea.
Dopo questa cernita erano disponibili 108 quintali di trote, divise per misura e per peso e cioè 21 quintali di trote adulte con lunghezza superiore ai 20 cm.; 41 quintali di trote aventi lunghezza compresa fra i 17 ed i 23 cm. e 46 quintali di trote aventi lunghezza compresa fra i 12 ed i 18 cm..
A tutto questo devono aggiungersi approssimativamente, circa 100 mila trotelle di 4-5 mesi; quindi, totalmente si sono dovuti immettere nella Dora Baltea circa 350 mila soggetti delle varie dimensioni; la moria ha provocato, dopo tre giorni dal suo insorgere, l'eliminazione di circa 21 quintali di materiale, cioè circa 70 mila trotelle.
Per la immissione nei vari tratti della Dora, abbiamo dovuto convocare subito il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Pesca, e il Presidente della Giunta ha firmato un decreto per il quale si istituirono cinque bandite concordate con i singoli rappresentanti delle Comunità Montane che fanno parte del Consorzio Pesca. Quindi erano presenti tutti i rappresentanti delle Comunità Montane più i dirigenti del Consorzio Pesca.
La prima bandita fu quella istituita nel tratto Pont Suaz, Comune di Aosta, sino al ponte della Dora che raccorda la statale 26 presso Saint-Marcel; la seconda bandita fu quella dal torrente Lenteney sino al ponte Equilivaz, nel Comune di La Salle; la terza bandita fu quella nel tratto del ponte di Champrotard fino allo sbarramento Cogne, a Mecosse nel Comune di Arvier; la quarta bandita fu quella nel tratto del torrente Clavalité, nel Comune di Fénis, alla confluenza col Septumian nel Comune di Chambave; la quinta bandita fu quella nel tratto dallo sbarramento ENEL, nel Comune di Montjovet, fino al ponte autostradale di Méran.
Certamente, l'operazione di prelievo di questo pesce che ancora sembrava sano e la sua immissione nella Dora Baltea ha provocato dei traumi in questi animali. Però, la moria non è dovuta solamente a questo prelievo immaturo di soggetti, quanto, come diceva Lustrissy, anche ad inconvenienti riguardanti l'Enel e l'inquinamento.
Infatti con un verbale della stazione forestale di Arvier si segnalava che nel corso del Champrotard l'Enel aveva tirato più acqua di quanto fosse necessario, causando quindi la moria di due mila trote in quella zona. Questo verbale è già stato segnalato agli Enti che hanno proposto regolare denuncia.
Poi, con un altro verbale fatto dalla stazione forestale di Pont-Saint-Martin in data 17 aprile 1982, il maresciallo della forestale segnalava che vi erano soggetti morti a causa di immissione di fanghi fognari nelle acque, quindi inquinamento delle stesse.
Anche questo verbale è stato inviato agli Enti competenti per le indagini. Il tutto ha creato, senza dubbio, una moria di pesci che i nostri pescatori hanno potuto constatare all'inizio della pesca.
Però dalle indagini che continuiamo a fare ogni giorno, lungo le sponde della Dora e degli altri torrenti, il pesce proveniente da Morgex, morto per setticemia, rappresenta solo il 2%. Per il resto, la moria è causata dall'inquinamento o dall'abbassamento del livello della Dora Baltea provocato dall'ENEL.
Certamente, il problema della setticemia non è nuovo e si ripete da diversi anni. Il nostro auspicio, come Assessorato e a livello ministeriale sul recepimento della legge 984, è che venga finalmente disciplinata con una severa legge l'immissione, negli allevamenti di tutta Italia, del pesce acquistato dai vari allevatori, in quanto gran parte del pesce immesso o acquisito fuori dalla Valle d'Aosta è gravemente ammalato di setticemia. In questo caso però, può darsi che il pesce dello stabilimento di Morgex non fosse nel modo più assoluto pesce acquistato in altri allevamenti, ma che fosse tutto pesce prodotto nel nostro stabilimento.
Come Giunta abbiamo provveduto a nominare un esperto ittiopatologo per fare questo tipo di perizia, come diceva Cout; quindi non appena avremo i dati sarà mia premura farli conoscere a tutti i Consiglieri regionali.
Come prima cosa abbiamo osservato che questa infezione non colpiva tutto lo stabilimento di Morgex, ma solo una certa parte. Una quantità di acqua che
arriva dalla sorgente, posta sotto i condomini della zona di Morgex, scorre in un canale che in qualche tratto è ancora a cielo aperto. Chiaramente l'acqua di questo canale ha trasmesso ad una certa parte delle vasche di Morgex la setticemia. Nelle altre vasche dove l'acqua non arriva da quella zona, non si è riscontrato alcun caso di setticemia. Quindi è chiaro che l'acqua inquinata è quella che viene dalla sorgente a valle dei condomini della Rhuine.
Prima cosa indispensabile da fare è certamente la copertura di questo tratto di canale che scorre a cielo aperto in quanto si presume che qualcuno o qualcosa abbia provocato questo inquinamento. Si presume, senza accusare nessuno.
Però se dalla sorgente all'avannotteria, o allo stabilimento, l'acqua rimane in una condotta forzata è facile che questo tipo di inquinamento si possa evitare.
Per tutto il resto, abbiamo già provveduto alla pulizia e alla disinfezione delle vasche; ci saranno da sistemare quelle otto vasche che attualmente non hanno ancora il fondo impermeabilizzato e in attesa che gli ittiopatologi dicano qualcosa di più chiaro, come Giunta abbiamo provveduto a mettere a disposizione tutto l'appoggio morale e tecnico del quale attualmente dispone questo Assessorato.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Lustrissy per la replica; ne ha facoltà.
LUSTRISSY - (D.P.): Noi prendiamo atto che le notizie fornite da "La Stampa" del giorno 7 aprile non trovano riscontro nelle dichiarazioni fatte dall'Assessore, in quanto credo abbia già eliminato un tipo di confusione perché da una valutazione più attenta della situazione, almeno da quanto detto dall'Assessore, non vi sarebbe stata immissione di pesce già infetto nelle acque della Dora. Sappiamo benissimo che il decorso della malattia va dai 7 ai 15 giorni, per cui il pesce portatore di malattia, eventualmente, non poteva essere individuato. Quindi questa è una prima smentita, da parte del responsabile, alle dichiarazioni fatte affrettatamente dalla stampa. Infatti da quanto ha detto l'Assessore non ci sarebbe stata immissione di pesce ammalato da parte dello stabilimento di Morgex.
Questo ci porta alla considerazione che la moria dei pesci della Dora, probabilmente, è dovuta a situazioni di inquinamento provocate dal prelievo dell'acqua in quantità superiore alle esigenze normali da parte dell'ENEL, causando una concentrazione dell'inquinamento per mancanza di deflusso. Oltre a questo ci sono situazioni di discariche incontrollate, registrate lungo l'alveo, che speriamo vengano eliminate in modo abbastanza rapido con i progetti fatti per il disinquinamento.
Prendendo atto di queste cose, dobbiamo dire che l'allarmismo che era stato provocato dalla immissione di pesci ammalati, non avrebbe dei riscontri sul piano delle attività svolte da parte del Consorzio Pesca e delle attività svolte dallo stabilimento di Morgex; ma sono invece gli inquinamenti i maggiori responsabili della moria dei pesci verificatasi non solo nei giorni di apertura di pesca, ma anche successivamente.
Prima ho parlato dei temoli della media valle, cioè della zona di Saint-Marcel ed oltre. Il temolo è più sensibile della trota, per cui potrebbe essere vero che la moria dei pesci è dovuta ad inquinamento. A parte la segretezza dell'operazione, aspettiamo fiduciosi il risultato delle indagini che riteniamo l'Assessore ha opportunamente disposte, senza creare quell'alone di 'giallo" conseguente alle interpretazioni che sono state date da parte degli organi di stampa.
Per quanto riguarda l'inquinamento urbano della zona della Rhuine, responsabile dei casi di setticemia, credo sia da escludere una cosa del genere, in quanto, sappiamo che la setticemia è provocata da un virus, per cui se questo non è presente nelle acque difficilmente l'inquinamento urbano può farlo nascere.
Però non è altrettanto vero - lo stesso Prof. Ghittino lo dice - che la setticemia, malattia endemica della trota iridea, si verifichi solo per questo tipo di trota. Dalle notizie che egli ha dato alla stampa risulterebbe che anche la fario non è indenne da tale malattia. Per cui diciamo che l'infezione setticemica, immessa nella Dora tramite il veicolo trote infette, potrebbe benissimo colpire la fario e riprodursi in modo indefinito. Però questa eventualità è limitata all'ipotesi della percentuale dovuta al caso, perché lo stabilimento di Morgex non ha immesso nella Dora Baltea delle trote infette.
Ci dichiariamo soddisfatti della risposta data dall'Assessore Marcoz. Per fare una valutazione più completa aspettiamo che l'Assessore ci fornisca il risultato dell'indagine che ha disposto per stabilire in definitiva se le cause di questa moria sono da imputare più all'inquinamento che alle attività svolte dagli organi preposti all'esercizio della pesca.
PRESIDENTE: Per la replica dell'altra interpellanza, la parola al Consigliere Cout; ne ha facoltà.
COUT - (P.C.I.): Credo che l'argomento sia già stato trattato ampiamente quindi aspettiamo fiduciosi di poter leggere la relazione che, mi pare, dovrà fornire l'Assessore all'Agricoltura e Foreste.