Oggetto del Consiglio n. 2147 del 12 gennaio 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2147/XVI - Interpellanza: "Motivi dell'esclusione degli ovicaprini che non sono in lattazione dal contributo straordinario a fondo perduto concesso alle imprese agricole per fronteggiare l'incremento dei prezzi di energia e cereali".
Bertin (Presidente) - Punto numero 28. Si è prenotato il consigliere Planaz, ne ha facoltà.
Planaz (LEGA VDA) - Come anticipato dal collega e vice presidente Distort, gli aiuti di cui all'articolo 5 della Legge Regionale 7 novembre 2022, che sono concessi ai sensi della sezione sezione 2.1. (Aiuti di importo limitato), della Comunicazione della Commissione europea del 23 marzo 2022 "Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina e per fronteggiare la siccità che abbiamo avuto la scorsa estate, in considerazione dello straordinario incremento dei prezzi dell'energia e dei cereali conseguente al conflitto internazionale e delle ripercussioni negative determinatesi sulla reddittività del settore zootecnico.
E fin qui va tutto bene, abbiamo approvato un documento in quest'aula, come abbiamo fatto per tutte le altre attività, per dare una mano e per affrontare queste emergenze.
Tutto bene fino a quando non si vede il bando per recepire questi fondi, dove si riscontrano delle limitazioni, ma delle limitazioni che, mi scusi Assessore, non riesco proprio a capire, e le spiegherò il motivo.
Il contributo è determinato in misura fissa sulla base dei capi detenuti sulla banca dati nazionale dell'anagrafe zootecnica, integrati con i dati contenuti nelle banche dati dell'ARER, come di seguito individuato: 200 euro per le vacche in lattazione, e qui nessuno dice nulla; 50 euro per i bovini superiori a due anni che non sono ancora in produzione; e poi trovo una voce, così, che mi ha così sbalordito: 30 euro per ovino caprino in lattazione, intendo animali che sono sottoposti a controllo funzionale per la verifica della produzione del latte nell'anno 2022. Potrebbe anche starci.
Potrebbe anche starci se poi andando ad analizzare le intere due razze ovine o caprine... sono una addirittura a triplice altitudine, e stiamo parlando della pecora Rosset - penso che lei sia informato - e leggo anche un piccolo articolo: "La pecora Rosset è una razza originalmente di triplice attitudine (latte e carne e lana), ma oggi allevata per la produzione solo di carne e lana". Questo testo lo si trova in qualunque parte dei documenti della nostra regione. Ovunque si vada a fare una ricerca, magari uno un po' più informato lo sa che, riguardo al latte, oggi andare in mungitura su animali di questo tipo non è abbastanza redditizio. La carne: si produce carne per agnelli di 12-15 chili e agnelloni di 18-20 chili, anche questi iscritti a un programma di valorizzazione della carne, anche supportato più volte dall'Amministrazione regionale, e poi la lana: sappiamo tutti la valorizzazione che è stata fatta e le peculiarità degli abbigliamenti.
Io mi chiedo: ma perché viene esclusa una razza così da un aiuto, che si riferisce a un aiuto per singolo capo di 30 euro e in più non basta, perché un'altra voce che limitava la percezione di questo contributo erano i 400 euro, se non si arrivava a un totale di 400 euro non si poteva neanche fare domanda.
E io vi faccio un esempio banalissimo, visto che oggi siamo in vena di risolvere problemini. Sono 400 euro; se per un animale di questo tipo si avesse il diritto di percepire 30 euro... invece un allevatore che ha 20 animali, 20 animali ovini e caprini di razze autoctone valdostane non può neanche accedere alla domanda. Non lo so. 20 capi non è tanto, non abbiamo gli allevamenti della Sardegna, dove ci sono migliaia di capi, o del Piemonte e quant'altro.
Una Regione come la nostra ha la particolarità di mantenere questi piccoli allevamenti che nascono a volte proprio da giovani che magari acquistano - o gli vengono regalati - dieci-quindici, due-tre animali; e magari poi avviano un'attività e si trovano nella condizione di non poter neanche accedere a 400 euro. Non sono 4.000 euro, non so, di cosa stiamo parlando? Perché dobbiamo andare a mettere un limite così di 400 euro, per lo più per razze come quella caprina? Se andiamo a leggere il libro di Fondazione Courmayeur, pubblicato nel 2019, si parla della razza caprina e la nostra razza caprina valdostana è la più vecchia e addirittura risale a diecimila anni fa. Allora io mi chiedo: ma di cosa stiamo parlando?
Se succede qualcosa a un lupo c'è una task-force che va a salvarlo e qui stiamo parlando di aziende piccolissime, perché ce ne sono, e sono aziende che non è che tengano i loro animali per percepire questo contributo, tengono i loro animali esclusivamente per mantenere una superficie ordinata e pulita attorno alle case, che magari hanno ereditato dai loro antenati, e magari il modo più comodo per mantenere questo territorio è mantenere queste specie animali, che possono sembrare non molto redditizi dal punto di vista del latte, perché magari comporta un'organizzazione di orari e di quant'altro per portare a termine tutte le lavorazioni, ma che, a differenza, possono essere utili, ma molto utili, per il mantenimento del territorio. E io qui non riesco a capire - e le segnalazioni le abbiano fatte anche a lei - il motivo per cui queste razze vengono escluse da questi aiuti.
I quesiti, come lei può immaginare sono: "Per quale motivo non si possa presentare la domanda di aiuto al di sotto dei 400 euro per azienda?", che questo era il limite minimo. Poi c'era il limite massimo: il limite massimo era flessibile, perché a fronte delle disponibilità dell'Amministrazione regionale si era messo dei plafond, e fin lì nessuno mette in dubbio nulla.
L'altro quesito: "Per quale motivo vengono esclusi dai premi gli ovini e i caprini che non sono in lattazione?"
Io non riesco a capire, perché parliamo di una legge, perché fosse stato compreso nella documentazione che ieri è stata inviata, diremmo che è colpa della CEE, che è colpa dello Stato italiano, che noi non possiamo fare niente, siamo blindati, abbiamo le linee guida.
Ma qui di cosa stiamo parlando? Di una legge che - lo posso capire - è stata fatta in fretta e furia per dare delle risposte alle persone che lavorano in questo ambito.
Se lo consente - se vuole rispondermi, non è obbligato, mi risponderà poi successivamente - io aggiungo un quesito: "Se tutti quelli che hanno diritto a questo premio l'hanno già ricevuto". Così tanto per avere chiaro il panorama.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Planaz, per questa iniziativa. Con i primi due quesiti faremo un po' la cronistoria di questa misura. Misura messa in campo - come lei adesso ha ricordato - un po' con tempi ristretti, perché dovevamo avere prima la certezza di avere queste risorse, queste risorse così importanti, ma risorse, come diremo in seguito, erogabili in parte corrente e quindi non è stato possibile reperirle all'interno dell'avanzo del 2021; quindi risorse che si sono rese disponibili negli ultimi mesi dell'estate. E poi il terzo quesito, appunto, che ci dà un po' di prospettiva in questo 2023.
Partirei dal fondo dove i pagamenti della misura zootecnia sono in corso e in gran parte sono stati espletati entro la fine dell'anno, altri sono in corso, ovviamente la struttura che si occupa dei pubblicamente è la medesima che sta seguendo le pratiche della monticazione, quindi direi un 60-70 per cento di entrambe le misure, forse anche qualcosa in più dei 75, sono state liquidate entro la fine dell'anno, le altre sono in corso.
Ovviamente l'inserimento di questa nuova misura ha dato un surplus di lavoro rispetto alla percentuale dello scorso anno dove sulla monticazione circa il 90% era stato pagato entro fine anno, e ovviamente c'è stato qualche ritardo ma va bene, perché comunque è un ritardo motivato da risorse in più che sono arrivate al settore.
Rispetto al primo quesito, il quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina, che costituisce la base normativa comunitaria per la concessione dei contributi straordinari definiti, come lei stesso ricordava, dall'articolo 5 della Legge Regionale 25 del 2022, intende concedere aiuto alle imprese agricole che nel corso del 2022 hanno subito gravi perdite economiche legate allo straordinario incremento dei costi, dei fattori di produzione, principalmente quindi delle materie prime, dei cereali per l'alimentazione dei capi e l'aumento dei costi energetici sostenuti per l'esecuzione dell'attività di stalla.
Stante tale quadro normativo, si è ritenuto che la dimensione minima per considerare un'impresa zootecnica economicamente sostenibile sia rappresentata da una consistenza di capi pari a 2 uba, corrispondenti a due capi bovini adulti o otto capi ovicaprini; inoltre al di sotto di tale consistenza le aziende zootecniche sono generalmente autorizzate nella modalità dell'autoconsumo.
Le risorse totali, come si ricorderà, erano 3.000.000 di euro, quindi, come detto, erogabili in parte corrente, e quindi non reperibili all'interno dell'avanzo, quindi contenute diciamo con discreta fatica per il loro recupero; quindi non è stato banale. Ovviamente andavano posti dei limiti, così come lei oggi pone la questione del limite minimo, anche porsi dei quesiti per quello che riguarda il limite massimo. Diciamo che sono i limiti, come i contenuti, condivisi, in seguito a vari - direi anche numerosi - confronti e incontri con l'associazione di categoria.
Per quel che riguarda il secondo quesito, l'aiuto al settore è stato concepito per sostenere le aziende dedicate alla produzione del latte, che per mantenere il loro livello di produzione hanno dovuto sostenere dei maggiori costi di gestione e alimentazione.
In una prima stesura della legge regionale era stato previsto di
concedere il sostegno straordinario solo ai capi legati alla
produzione di latte, sia bovini che ovicaprini. Poi in un secondo
momento, anche in seguito e durante questi confronti con le
associazioni del settore, si è deciso di introdurre un sostegno,
anche se di importo più limitato, anche alle manze con età
superiore ai 24 mesi - in quanto, come lei che è un
operatore del settore sa, questi capi nelle aziende dedicate alla
produzione di latte, rappresentano la rimonta aziendale, ossia i
capi allevati - per garantire il mantenimento del potenziale
produttivo delle aziende e quindi per assicurare la continuità
produttiva delle aziende zootecniche; fondamentale soprattutto
quest'anno laddove alcune aziende hanno dovuto abbattere dei capi
produttivi per contenere i costi di alimentazione e gestione della
stalla.
In tale modo non si è quindi inteso sostenere dei capi improduttivi, ma piuttosto concedere un aiuto a quei capi che nelle aziende produttive sono allevati per diventare a breve, o sono già diventati, produttivi in termine di produzione di latte. Diversamente, per le aziende del settore ovicaprino dedite alla produzione di latte ma che per scelta non effettuano controllo funzionale sarebbe stato difficoltoso individuare correttamente i capi destinati alla rimonta interna.
In seguito alle interlocuzioni e a ulteriori confronti poi
emersi, come le segnalazioni giustamente sono arrivate a lei, ma
sono arrivate anche a noi in seguito poi al termine del tempo per
presentare la domanda, ecco che ci si è attivati al fine di porre
in atto dei ragionamenti e dei correttivi che potranno essere messi
in campo durante questo 2023. Nel corso infatti degli ultimi anni
le aziende del settore ovicaprino hanno avuto un progressivo
aumento di numero di addetti, e di capi, e sicuramente
svolgono - lo diceva anche lei - un'importante funzione dal punto
di vista di preservazione dei pascoli nelle zone marginali, in
quelle zone di territorio più difficili. In molti casi si tratta
tuttavia di attività che ancora non rivestono un carattere
imprenditoriale, trattandosi spesso di aziende senza la Partita
Iva, che rappresenta la condizione minima per poter usufruire dei
contributi previsti dagli aiuti di Stato.
Tuttavia, come dicevo, su questo aspetto si sta appunto ragionando per dare in questo anno un correttivo, un aiuto, e per evitare quella che è chiaramente una disparità; va detto che il quadro temporaneo è stato prorogato sino al 31 dicembre 2023, e quindi nell'ambito di altri aiuti straordinari con un'attenzione puntuale al settore ovicaprino, che laddove possibile, è stato preso in considerazione negli ultimi anni nell'erogazione ad esempio di aiuti quali ad esempio il premio di pascolamento, proprio al fine di riconoscere l'importante lavoro di mantenimento del territorio.
Infine, va detto che una specifica azione di confronto costante nel tempo è stata messa in atto e verrà portata avanti con il singolo settore; questo confronto avviene regolarmente all'interno degli incontri con ARER, però si vuole dare effettivamente più spazio e maggiore attenzione al settore andando a creare veramente degli incontri frequenti e continui con il singolo settore, al fine di evitare poi in futuro disparità.
Presidente - Replica il consigliere Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Guardi, Assessore, non riesco a capire proprio. Mi perdoni. Ma intanto parliamo di cifre, di quattro-cinquemila capi bovini.
Lei mi ha detto che il plafond era di 3 milioni, può dire tutto quello che vuole, ma stiamo parlando di quattro- cinquemila capi valdostani, ovini e caprini, tra Saanen e anche altre razze, e io immagino - facendo un calcolo veloce, non sono andato a cercarmi i dati - che stiamo parlando di 2000-2500 capi, stiamo parlando di 30 euro a capo, 60.000 euro, diviso tra tutte le aziende valdostane; e intanto le risorse che dovevano essere assegnate non sono bastate lo stesso, andava poi suddivisa, c'era un cento euro meno per azienda e andavamo a dare un aiuto a tutte le aziende senza differenziare così, perché l'ha detto lei. Io potrei anche credere e dire: premiamo o aiutiamo solo le aziende che producono latte - io non sono d'accordo - escludiamo quelle che producono carne o altri derivati, o allevamento, perché forse hanno meno costi, e non è così e glielo garantisco; però dal momento che siamo andati - ma non per me, non deve fare felice me - dal momento che siamo andati anche a premiare dei bovini improduttivi, io penso che una piccola riflessione anche su queste categorie era da fare; soprattutto per il motivo che le ho detto prima, perché non possiamo fare finta di niente, perché, ad esempio, su questo documento che ho stampato oggi leggo: "Cosa fare per salvare una razza come la Rosset". Cosa fare? La escludiamo dai premi? Aggiungiamo un po' di lupi? Siamo d'accordo su questo? Non so, Assessore, mi consenta che le faccia due battute che possono sembrare anche un po' così... però non è questa la direzione. Dobbiamo avere attenzione per tutte le aziende, e questo documento arriva oggi ma non è una combinazione, ma a fronte a tutto quello che dovremmo decidere, perché questa misura è una misura di emergenza che dura solo, per fortuna... speriamo che duri solo per quest'anno, e che un altro anno la situazione si sistemi, che non abbiamo più bisogno d'intervenire con risorse pubbliche per andare a coprire le emergenze, ma quando parliamo di un piano del PSR di quattro-cinque anni e andiamo a fare degli errori così, significa solo far chiudere altre aziende. Poi io posso capire che - di nuovo, ci risiamo - per le linee guida con meno di due Uba non si è considerati un'azienda agricola, posso capirlo, ma noi potremmo anche andare in deroga come Regione autonoma Valle d'Aosta, anche per il semplice fatto che molte aziende che oggi sono presenti sul nostro territorio e che lavorano e sono ben strutturate, sono partite con una capra. E le faccio un altro esempio: nella mia esperienza lavorativa ho conosciuto una persona che oggi ha 2.000 capi bovini e 14 anni fa è partita con una capra. E questo dà il senso che una persona, o un giovane, che abbia voglia d'inserirsi in questo lavoro, ma che si trova tutti questi paletti, che poi non riesca a capire: "Ma perché a un mio amico che ha due manzi gli hanno dato i soldi e a me non danno niente?". Perché poi parliamo di 400 euro che, diviso su tutte le aziende valdostane, penso che nessuno andrà a rimproverare le altre aziende se gli mancheranno 50 euro sulla retribuzione di quello che doveva percepire.
Per questo io continuo a dire che bisogna avere molta più attenzione e soprattutto con quello che andiamo a lavorare in questi giorni.