Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2143 del 12 gennaio 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2143/XVI - Interpellanza: "Crisi del settore della ristorazione collettiva e iniziative per garantire qualità e quantità dei cibi somministrati.".

Bertin (Presidente) - Iniziamo con le interpellanze, con il punto n. 24. Per l'illustrazione dell'interpellanza, il consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Abbiamo colto un grido d'allarme da parte dell'Angem, che è l'associazione della FIPE Confcommercio che tutela le aziende della ristorazione collettiva.

Ogni giorno le mense servono circa cinque milioni di pasti, prendendosi cura di bambini, di degenti degli ospedali, di ospiti delle RSA e delle persone che se ne occupano, avendo un ruolo fondamentale e compiendo un servizio certamente essenziale per la comunità. Purtroppo anche questo servizio è colpito dalla crisi energetica, dall'inflazione e tutto questo ha aumentato del 55 percento il costo di preparazione dei piatti, ma il prezzo per ogni singolo pasto, spesso determinato da appalti e quindi blindato fino alla scadenza degli appalti stessi, è rimasto invariato per tutti coloro che usufruiscono di un pasto in mensa. Questo rende in certi casi impossibile proseguire il servizio, anche a scapito della qualità, della quantità, eccetera.

Serve sicuramente un intervento del Governo nazionale per consentire la revisione dei prezzi dei contratti pubblici e il finanziamento delle risorse necessarie per non gravare sulle famiglie. Dal nostro punto di vista faremo la nostra parte per quanto possibile, sollecitando anche la maggioranza governativa a Roma.

Anche in Valle d'Aosta, per i più piccoli la mensa scolastica è un momento molto importante di apprendimento, di educazione alimentare, di socializzazione ed è anche un servizio sostanziale per poter restare a scuola nel pomeriggio. Per alcuni poi rappresenta l'unico pasto completo della giornata e questo ha implicazioni importanti sul benessere nutrizionale e la loro salute futura. Vanno coinvolte anche le famiglie, quindi mamme e papà. Il servizio mensa contribuisce ad agevolarli nella gestione degli impegni lavorativi, familiari e personali.

I servizi mensa assicurano la continuità delle attività, soprattutto negli ospedali, garantendo una corretta nutrizione come parte cruciale per la terapia riabilitativa del paziente e delle RSA, offrendo alle persone più fragili pasti caldi, salubri e nutrienti esattamente adatti alle esigenze anche delle terapie che vanno ad affrontare.

Tenuto conto che il comparto coinvolge numerose aziende con lavoratori di cui l'80 percento sono donne, valutato che il fenomeno dei buoni pasto per la mensa anche dei dipendenti pubblici è molto presente nella nostra regione, oltre alla distribuzione di pasti nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e mense scolastiche, noi chiediamo al Governo se il fenomeno che abbiamo evidenziato coinvolge la Valle d'Aosta e in quali termini, e se si ritiene opportuno fare delle approfondite verifiche ed eventualmente prendere specifiche iniziative per garantire e salvaguardare qualità e quantità dei cibi somministrati.

Questo è quanto chiediamo in modo molto attento, per una riflessione dove in effetti in alcuni contesti, parlo dei nuovi appalti, alcuni nuovi appalti che erano partiti in modo qualitativamente valido, si sta vedendo una regressione - parlo soprattutto della mensa dell'ospedale - che va in qualche modo valutata, affrontata per cercare di capire se si può fare qualcosa.

Presidente - Risponde il Presidente della Regione, ne ha facoltà.

Lavevaz (UV) - Parto dal fondo. Sicuramente è di tutta evidenza che la problematica che il collega solleva necessiti di una giusta attenzione a tutti i livelli: da parte degli enti locali, della Regione e degli enti preposti alla gestione di questi servizi. Da questo punto di vista posso fin d'ora garantire la massima attenzione.

È tuttavia difficile dare una risposta completa ed esaustiva a quest'interpellanza, perché è densa di diverse problematicità e, soprattutto, coinvolge tanti soggetti diversi a tutti i livelli. Da un punto di vista generale, come in tutti i settori dell'economia, è abbastanza evidente - ne abbiamo parlato anche poco fa - che la contingenza del momento che viviamo, prima la pandemia, ora l'impatto dei costi dell'energia e delle materie prime, abbia impattato un po' su tutti i settori e non ha risparmiato certo il settore della ristorazione collettiva. Indubbiamente l'aumento dell'inflazione ha fatto il resto e questo comporta un aumento di spese, un aggravio di costi per tutti, cittadini e imprese. A oggi, quello che posso dire è che non abbiamo contezza di situazioni puntuali di estrema criticità per quanto riguarda questo settore, se non - come lei ha ben illustrato - una situazione invece di fondo per un aumento dei costi, che rende critica soprattutto la procedura per il mantenimento degli aspetti qualitativi e quantitativi che sono certo, per quanto riguarda gli enti locali e in particolare i servizi di mensa per le scuole, siano ben monitorati e non abbiano questo tipo di problema. Sulle altre gestioni, soprattutto quelle esternalizzate, concordo con lei sul fatto che vada mantenuto un livello di attenzione e di monitoraggio più elevato, soprattutto perché si mantenga il livello quantitativo e qualitativo ai livelli richiesti dal bando iniziale.

Per quanto riguarda l'Amministrazione regionale, come è noto, non esiste un servizio di mensa, ma un servizio sostitutivo che è coperto attraverso i sistemi di ristorazione e di somministrazione convenzionati. Anche qui è chiaro che il buono mensa che sappiamo essere di euro 6,50, se prima copriva magari la metà o anche di più della metà del pasto, perché il pasto completo convenzionato prevedeva più o meno un rimborso di 5 euro da parte dell'utente, adesso è sempre più vero che questi 5 euro non permettono di coprire la differenza con il pasto completo, quindi molti fanno scelte di piatti singoli alla carta o comunque scelte diverse rispetto al pasto completo. Su questo stiamo ragionando sia con i sindacati, sia a livello di Corepoc che ha già fatto la sua direttiva in merito, quindi nelle varie richieste c'è stata anche quella di aumentare il buono pasto attuale di 6,50 euro. C'è un limite che è ancora vigente che pare essere di 7 euro, quindi non ci sono grandissimi margini di aumento; è una norma nazionale che è ancora in vigore, perciò si potrà arrivare fino al massimo di 7 euro. Con i sindacati si stanno facendo dei ragionamenti anche di altro tipo, di monetizzazione, eccetera, ma questi sono aspetti che afferiscono alla contrattazione e non entrerei nel merito, anche perché poi sono scelte che vanno fatte sui tavoli sindacali.

Negli ultimi anni, a fronte di questa copertura non completa del costo del pasto, bisogna anche dire, al netto del periodo pandemico 2020-2021 in cui il numero di lavoratori in smart working è stato molto elevato, che nel 2022, che è stato il primo anno di uscita dalla pandemia, i numeri di pasti erogati è tornato a quello pre-pandemia, quindi il servizio viene utilizzato.

Per concludere, è di tutta evidenza che questo è un problema che va tenuto nella giusta considerazione e monitorato, come dicevo prima, per evitare che si vada sotto determinati livelli che diventano inaccettabili.

Presidente - Per la replica, il consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Sono soddisfatto della risposta, perché intanto riscontriamo che non ci sono criticità estreme che si possano in qualche modo evidenziare e c'è l'esigenza comunque di avere maggiori controlli, soprattutto in questa fase. Perché oramai sono due o tre mesi che la situazione, dal punto di vista della maggiorazione dei costi per le aziende, è in campo, e le aziende fanno davvero difficoltà.

L'ipotesi di una eventuale commissione di verifica o di controllo, soprattutto sulle mense scolastiche e sulle mense legate alla sanità, non sarebbe una brutta cosa, perché quello che ci preme soprattutto a livello regionale è: quantità, qualità e soprattutto laddove i pasti non arrivano caldi, cosa che purtroppo talvolta succede.

L'invito è a tenere alta l'attenzione su questo tema, ovviamente con l'auspicio che il Governo possa innalzare il livello di contribuzione del buono pasto anche per i dipendenti degli enti pubblici.