Oggetto del Consiglio n. 2114 del 15 dicembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2114/XVI - Approvazione di risoluzione: "Solidarietà al popolo iraniano attraverso la condanna della sistematica violazione dei diritti umani da parte delle autorità iraniane".
Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 51.01. Per l'illustrazione, la parola alla consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Questa risoluzione affronta un argomento che, purtroppo, è di estrema attualità e che da alcuni mesi è sulle prime pagine di tutti i giornali e sulle copertine dei telegiornali. È notizia di oggi che l'Iran è stato rimosso dal Comitato ONU sui diritti delle donne fino al 2026, data della scadenza del mandato stesso di tale Comitato. La risoluzione che lo prevede è stata approvata dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite con il "sì" dell'Italia. Si tratta di un voto che vuole essere un forte messaggio al Governo iraniano perché si renda conto delle sue azioni e al tempo stesso è un atto di solidarietà nei confronti in primis delle donne e di tutto il popolo iraniano. È solo una delle tante prese di posizione che si stanno moltiplicando in queste ore a livello internazionale a opera di molte istituzioni; anche a livello di opinione pubblica sta crescendo la pressione della comunità internazionale contro l'Iran. Nel nostro Paese la petizione promossa dal quotidiano "La Stampa" per salvare Fahimeh Karimi, madre di tre bambini piccoli, arrestata oltre un mese fa in una delle manifestazioni che hanno fatto seguito alla morte di Mahsa Amini ha raggiunto le 160 mila firme. Crediamo sia importante che anche il Consiglio regionale della Valle d'Aosta faccia sentire la propria voce. Per questo abbiamo proposto la risoluzione che è stata sottoscritta significativamente da tutti i gruppi consiliari che ringraziamo. Do lettura del testo proposto: "ricordato che il 13 settembre 2022 Mahsa Amini, giovane iraniana di origini curde è stata arrestata a Teheran dalla Polizia morale per presunta inosservanza della legge sull'obbligo del velo e che è morta in seguito alle percosse ricevute, preso atto che a seguito dell'uccisione di Mahsa Amini in oltre 120 città iraniane su iniziativa in particolare delle donne sono scoppiate proteste a cui hanno preso parte migliaia di cittadini; considerata la risposta violenta e incontrollata della Polizia e delle Autorità iraniane che ha provocato un ingente numero di morti e feriti, molti dei quali minori; considerato che nei giorni scorsi sono state eseguite condanne a morte per impiccagione di giovani iraniani contrari al regime; evidenziato come ormai da molti anni il Governo iraniano non rispetti i fondamentali diritti dei cittadini, il Consiglio regionale condanna con la massima fermezza l'imposizione violenta di regole religiose, i maltrattamenti, gli arresti, le violenze, la tortura, gli abusi, le restrizioni delle libertà personali perpetrate dalle Autorità iraniane nei confronti degli oppositori del regime; esprime solidarietà al popolo iraniano, in particolare alle donne e ai giovani che guidano la protesta; sostiene con forza le legittime aspirazioni del popolo iraniano alla libertà e all'esercizio dei fondamentali diritti umani; invita i Parlamentari valdostani a operare affinché il Parlamento condanni ufficialmente ed in modo netto la sistematica violazione dei diritti umani da parte delle autorità iraniane e il Governo assuma opportune iniziative".
In conclusione aggiungo soltanto una considerazione, che non ho inserito quando ho scritto il testo perché sinceramente non ci avevo pensato ma che forse può essere un'ulteriore richiesta al Governo nazionale, cioè di valutare il ritiro dell'Ambasciatore italiano a Teheran. È una proposta che faccio in aggiunta ma che lascio alla volontà dell'Aula.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Le groupe d'Alliance Valdôtaine et Vda Unie a partagé et souscrit cet ordre du jour car nous pensons qu'il est juste et nécessaire qu'une institution comme la nôtre, qui se fonde sur les principes constitutionnels de liberté et démocratie, prenne position lorsque dans d'autres Pays ces mêmes valeurs sont systématiquement niées et bafouées. Pas seulement, notre condamnation doit monter encore plus fort lorsqu'un régime comme celui des Ayatollahs réprime brutalement les protestations de ces citoyens allant jusqu'à tuer, torturer et pendre publiquement ces jeunes qui ont osé s'opposer. Trois mois se sont maintenant écoulés depuis le meurtre barbare de Masha Amini et pas seulement les protestations n'ont pas cessé, mais elles se multiplient de jour en jour car si la question du voile islamique a été l'étincelle qui a déclenché la protestation, les raisons de la dissidence sont plus larges. Il y a une grave crise économique qui met à rude épreuve le peuple iranien. Nous exprimons donc notre solidarité avec tout le peuple iranien, mais surtout nous voulons adresser une pensée reconnaissante, voire admirative, pour le courage de ces femmes qui en faisant un geste que nous considérons banal et tenu pour acquis, ici parmi nous, celui de découvrir les cheveux, défi un régime violent et rétrograde. Je pense que nous avons tout vu la photo d'Elnaz Rekabi, la championne iranienne d'escalade qui a osé concourir sans voile aux épreuves à Séoul, voilà donc que l'image d'une fille qui pratique un sport très populaire parmi les jeunes de chez nous, ici, c'est une image emblématique, il ne peut manquer de nous faire réfléchir, de nous amener à réagir et à faire preuve de solidarité avec ceux qui se battent pour les droits fondamentaux au péril de leur propre vie. Quelques chiffres qui nous permettent de comprendre mieux ce qui se passe : plusieurs pendaisons publiques près de 500 victimes parmi les manifestants, 18.000 arrestations, 160 villes impliquées dans les protestations. Les Pays démocratiques doivent réfléchir aux moyens les plus efficaces pour normaliser et pacifier l'Iran et toute cette région et continuer à surveiller de près le respect des droits de l'homme et à intensifier la pression internationale pour ceux qui ont versé et continuent de verser leur sang au nom de la liberté, ne subissent pas en vain. Je termine. Je conclus en disant que la protestation menée par les jeunes et les femmes iraniennes est quelque chose de particulièrement fort... (incompréhensible) qui prend du sang nouveau dans la longue bataille pour les droits de l'homme à laquelle nous, qui sommes par les chanceux de la Terre, devons apporter, en tant que citoyens, en tant qu'élus, en tant que Conseil régional entier, notre contribution.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Non possiamo che unirci a questa manifestazione di solidarietà nei confronti del popolo iraniano, che chiede libertà e che da mesi vive nel terrore della repressione di un regime che perseguita le minoranze, mette a tacere i suoi oppositori e incarcera giornalisti e nel quale il sangue scorre da troppo tempo. Qualche tempo fa un articolo su "Le Monde" iniziava così: "che futuro può avere un Paese che uccide i suoi giovani?" e la risposta è quasi scontata: nessuno, non c'è futuro, non c'è futuro nella repressione, non c'è futuro nelle condanne a morte degli oppositori e non c'è futuro nella violenza di Stato.
Certo, siamo consapevoli che un Consiglio regionale di una piccola Regione alpina non può avere la forza di fermare ciò che sta accadendo in Iran, ma siamo anche convinti che la condanna di questa violenza sia un atto politico doveroso, così come concordiamo con tutti i punti della risoluzione, compreso l'invito al deputato Manes e alla senatrice Spelgatti a operare affinché il Parlamento condanni ufficialmente e in maniera inequivocabile la sistematica violazione dei diritti umani da parte delle Autorità iraniane e metta in campo le opportune iniziative.
Nel ribadire la nostra piena solidarietà alle donne e agli uomini, giovani e meno giovani dell'Iran e nel ricordo di Masha Amini, ragazza di origini curde arrestata e poi uccisa perché portava l'hijab in modo inappropriato, ovviamente voteremo a favore di questa risoluzione.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Mi consenta di ringraziare le colleghe per aver voluto porre all'attenzione di questo Consiglio quest'iniziativa. Io le devo confessare che non sono un fervente sostenitore delle iniziative che impegnano al di fuori degli organi o che riguardano eventi che sono al di fuori della nostra portata, ma in questo caso abbiamo il collegamento con il Parlamento e quindi una serie di riflessioni possono essere attuate anche su questo momento e su anche le cause di quello che accade. Noi occidentali siamo abituati a concepire le religioni come un qualcosa di puramente spirituale ma negli Stati confessionali islamici invece non c'è distinzione fra Stato e Chiesa, infatti l'Islam è più di una semplice religione, ha un vero e proprio sistema legale politico chiamato Shari'a, la legge coranica e siccome la Shari'a deriva dal Corano, come sappiamo, non è facoltativo. Già immagino ovviamente le solite obiezioni: "sono soltanto dei pazzi", è però profondamente sbagliato ridurre tutta alla sfera dell'irrazionale ed è ciò che si fece, per esempio, con Hitler, "è un pazzo" si diceva, ma quante persone fecero proprie e realizzarono le idee di quel pazzo? I Comunisti che sterminarono milioni di persone nei gulag erano tutti malati psichiatrici?
I terroristi islamici sono tutti malati psichiatrici? La storia si ripete, ma molti non lo capisco, bisogna avere l'onestà di riconoscere che, nonostante la maggior parte dei musulmani non sia né violenta, né fanatica, il fanatismo religioso oggi è targato purtroppo Islam. Scusate ovviamente la schiettezza ma ritengo sia assolutamente necessaria, voi preferireste un dottore che vi dice chiaramente: "lei ha un problema" oppure uno che vi dice: "beh, problema, ora non generalizziamo, ci sono altri miliardi di cellule sane nel suo corpo", io preferire il primo. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, nella Germania nazista, un sacco di Tedeschi erano sicuramente persone deliziose, mentre i Nazisti erano una minoranza, ma il problema era ed è ancora la connivenza con una determinata ideologia o religione. Sono gli estremisti che uccidono e sono sempre stati gli estremisti a influenzare le cosiddette "maggioranze pacifiche" una volta preso il potere. È stato così in Germania durante il Nazismo, in Cina durante la rivoluzione culturale, in URSS durante il Comunismo, le maggioranze pacifiche sono sempre state rilevanti proprio per la connivenza con una determinata ideologia. Spesso certo si citano i versetti pacifici del Corano e quante volte hanno citato il versetto 532 del Corano che recita: "chiunque uccida un uomo sarà come se avesse ucciso l'umanità intera", per affermare che in realtà l'Islam è una religione di pace. Peccato che si usi una tecnica di inganno chiamato omissione, per esempio, è vero che il Corano dice che uccidere un uomo è sbagliato ma ci si dimentica di dire che il versetto continua: "a meno che non sia un infedele o un traditore", un po' com'è accaduto con i rivoltosi giustiziati in Iran. Nell'Islam esiste un principio chiamato abrogazione, infatti le prime rivelazioni ricevute da Maometto, quando aveva appena iniziato la sua carriera di profeta e si trovava alla Mecca, in un periodo in cui i musulmani erano molto vulnerabili, sono in generale tolleranti e pacifiche. Le posteriori sure medinesi, rivelate dopo che Maometto si proclamò capo di un esercito, sono invece aggressive e violente e abrogano o sovrascrivono quelle pacifiche. Muhammad Taha, grande pensatore musulmano, propose, per ammodernare l'Islam, di separare le sure meccane da quelle medinesi, tenendo in considerazione solo le prime, le più pacifiche, e fu per questo impiccato nel 1985 per eresia, avete capito bene, 1985. Voi mi direte: "ma io conosco musulmani che sono persone squisite, che non hanno mai cercato di impormi alcunché", infatti per fortuna, la stragrande maggioranza è così. Ci sono un sacco di musulmani che fanno cherry picking, ovvero prendono solo le cose che gli fanno comodo della religione islamica e dicono: "vedi, questa è la mia religione", scegliendo magari di non seguire alla lettera la Shari'a, come avviene invece in Iran.
Qualsiasi credo che porti l'obbedienza a dogmi è per definizione l'abdicazione al proprio libero arbitrio per diventare lo strumento di applicazione dei dogmi. Chi dà la precedenza al proprio libero arbitrio nell'agire, ovvero antepone il proprio pensiero all'applicazione dei dogmi per definizione non è un buon credente e vale anche per i dogmi cristiani ed ebrei naturalmente. Ergo un musulmano che sia autenticamente moderato non è per definizione un buon musulmano o non è musulmano affatto.
Il problema quindi sollevato da questa triste vicenda, uguale a migliaia di tante altre tristi vicende vicine a noi: ad esempio, come quella di Saman che ben conosciamo, ci impone di condannare con fermezza le imposizioni violente di regole religiose e di rifiutare culturalmente qualsiasi imposizione che voglia promuovere la Shari'a in qualunque parte del mondo, perché ovunque arrivi produce sempre i medesimi terribili effetti.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Sinteticamente Stella Alpina voterà assolutamente a favore di quest'iniziativa. Si unisce a tutti i colleghi che hanno plaudito all'iniziativa stessa, ringrazia le colleghe per la sensibilità e assolutamente per il coraggio di aver rotto la giornata chiudendo questo Consiglio molto delicato con un tema così alto e naturalmente ritiene che queste Assisi, compreso il Consiglio regionale, siano il luogo più adeguato per esprimere democraticamente i grandi risultati che l'umanesimo ha portato nel poter esprimere democraticamente e con un voto questo tipo di vicinanze, perché la democrazia, per chi fa questo mestiere e in generale per tutti coloro i quali ritengono che l'umanesimo sia nelle sue massime espressioni legato alla democrazia, deve passare anche attraverso questi piccoli grandi voti.
Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Brevemente per ringraziare tutti i gruppi consiliari che voteranno questa risoluzione e per una breve considerazione. Ascoltando il collega Manfrin mi sono tornate a mente anche le Crociate, quindi se noi vogliamo pensare alla storia dell'Occidente, dobbiamo ricordare anche questo e anche il fatto che come i musulmani, anche tanti cattolici prendono in considerazione soltanto alcuni aspetti della loro religione, alcuni simboli. Se non lo avete ancora fatto, mi permetto di invitarvi a firmare la petizione del quotidiano "La Stampa" e anche a visionare su Internet un toccante video che mostra le universitarie iraniane a Teheran, che chiedono, con grande coraggio, di poter continuare a studiare, di poter vivere in un Paese che nel 2022 purtroppo continua a fare esecuzioni sulla pubblica piazza.
Presidente - Consigliere Distort, è già intervenuto il suo collega.
Distort (LEGA VDA) - Volevo solo fare una precisazione storica sulle Crociate...
Presidente - Un minuto.
Distort (LEGA VDA) - ...o perlomeno chiedere di approfondire il discorso, perché è una reazione avvenuta dopo 400 anni di attacchi del mondo islamico ed è stata la risposta della cristianità. Questa è storia e invito a studiare la storia. Grazie per lo spazio dato per la verità.
Presidente - Altri? Volevo soltanto aggiungere una questione che non è stata sollevata e che ha visto spesso il Consiglio regionale intervenire ed è la questione riguardante i Curdi, perché questa era una giovane curda. "Donna vita e libertà" è lo slogan del movimento curdo che ha, nell'emancipazione delle donne, un elemento importante, presente sia in Iran che in Iraq, che in Turchia, che nel Rojava siriano dove a Kobane, le guerriere curde, islamiche peraltro, hanno fermato l'Isis e hanno difeso "la civiltà".
Il Consiglio regionale è intervenuto spesso sulla questione curda, volevo ricordarlo, anche perché lo stesso nome, uno degli altri slogan di questa battaglia che è partita dai Curdi è il fatto che la giovane donna non si chiama Masha, quello è il nome all'anagrafe, in realtà il suo nome è Ina Amini, perché in Iran è vietato, come lo è stato anche in Italia per lungo tempo, registrare dei nomi stranieri, curdi, valdostani o francesi che siano, ed è un aspetto non secondario di questa battaglia che, speriamo, provochi una rivoluzione in Iran riconoscendo anche i diritti del popolo curdo e delle sue battaglie.
Metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
Il Consiglio regionale approva all'unanimità.
Con questa risoluzione abbiamo finito l'ordine del giorno. Buona serata e buone feste. Il Consiglio è convocato per l'11 gennaio.
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L'adunanza termina alle ore 18:45.