Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2113 del 15 dicembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2113/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno ad aggiornare il tetto di spesa per l'acquisto di prestazioni di assistenza residenziale e semi-residenziale, dell'area dipendenze e salute mentale, da parte di soggetti erogatori privati".

Bertin (Presidente) - Punto n. 51. Per l'illustrazione, la parola al consigliere Baccega.

Baccega (FI) - Inizio la presentazione di questa mozione ricordando che esiste una problematica legata all'impatto della pandemia sul neurosviluppo e sulla salute mentale dei bambini e dei ragazzi, dei giovani in generale, un pezzettino l'abbiamo affrontato nell'interpellanza di poco fa, ora entriamo di più nel vivo delle strutture. Direi che la delibera di Giunta n. 1727 richiamata in premessa si è occupata di questo tema con grande determinazione proponendo una ricerca che andava a inquadrare una metodologia operativa più performante e attuale raccomandata proprio da parte dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. È evidente che le misure intraprese per il contenimento della pandemia hanno inevitabilmente avuto - e molto probabilmente continueranno ad avere - effetti importanti sulla vita delle persone, soprattutto i ragazzi più giovani e lo stanno dimostrando in questi mesi purtroppo alcuni avvenimenti che sono davvero drammatici, e questo va a colpire e a procurare inevitabili ripercussioni sul loro benessere psicofisico. Sono venuti meno i diritti dei bambini e dei ragazzi al gioco, allo sport, alla gestione del tempo libero e alla socializzazione in quel periodo, soprattutto - ne abbiamo parlato più volte anche con l'Assessore - con la didattica a distanza, le quarantene negli istituti scolastici, questo ha determinato un vero disastro che si sta sempre più manifestando con ripercussioni piuttosto significative. Sono numerosi quindi i segnali d'allarme che sono pervenuti dai presidi territoriali e ospedalieri di accoglienza e cura delle persone di minore età. Tutte le strutture, quali il Pronto Soccorso pediatrico, gli ambulatori, i servizi sociali, i servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, hanno registrato un incremento di casi di disagio, di autolesionismo, di disturbi del comportamento alimentare e del sonno, ma anche dipendenze da alcool, da droga, senso di solitudine, ritiro sociale che poi è degenerato. Tutto questo è preoccupante, sappiamo che il Dipartimento di salute mentale ha preso contezza di quanto stava succedendo, evidenziando questi fenomeni che hanno coinvolto anche la Valle d'Aosta e credo che da parte di tutti noi, sicuramente da parte dell'Assessorato che lo sta facendo e dell'Azienda che lo sta facendo, si debba prestare la giusta attenzione a questi fenomeni. Non a caso, per sostenere appunto il fenomeno e assicurare le cure necessarie ai ragazzi, il costo dei servizi di comunità per minori, sono incrementati da 270 mila euro, che normalmente si spendevano in periodi di normalità, a oltre 800 mila euro in quanto ovviamente la neuropsichiatria è stata trasferita al Dipartimento di salute mentale dal Dipartimento materno infantile. La Lombardia recentemente ha stanziato 7 milioni in più per la presa in carico di pazienti con disturbi mentali.

Ora, abbiamo rilevato che, sulla base di una forte crescita dei fenomeni di forte fragilità e di rischio, il budget del Dipartimento di salute mentale rimane a 6.800.000 euro e poi sono stati assegnati dall'USL 6.400.000 euro. C'è bisogno di strutture, c'è bisogno di professionisti in questo settore: ecco perché l'interpellanza di prima, perché anche al Dipartimento di salute mentale, come in tutti gli altri settori, mancano medici e infermieri, sappiamo con certezza che ci sono stati casi di aggressioni fisiche e sicuramente il supporto del privato è benvenuto ma c'è anche la giusta attenzione da parte del privato accreditato che è sicuramente fondamentale in questa Regione e che ha dato risultati estremamente positivi. Per questo noi richiamiamo la giusta attenzione per una struttura socio-sanitaria nel comune di Verrès, che ha iniziato la sua attività dopo aver avuto l'adeguato accreditamento con un centro diurno per pazienti psichiatrici, che ha stipulato la convenzione con l'USL, ma proprio per una serie di mancanza di risorse, perché sono stati spesi giustamente in un altro settore, i servizi socio-educativi per la salute mentale e le dipendenze patologiche non hanno potuto accogliere ulteriori ragazzi al centro diurno di Verrès.

Questa mozione quindi vuole impegnare l'Assessore a dare l'indirizzo all'Azienda USL, abbiamo approvato il bilancio ieri, abbiamo significato che sono molte le risorse a disposizione dell'Azienda USL per incrementare e migliorare i servizi, aggiornare ed elevare adeguatamente il tetto di spesa per l'acquisto di prestazioni di assistenza residenziale o semiresidenziale.

Quella è una struttura valdostana che si è insediata nel comune di Verrès, sta nell'ambito di locali che sono locati da parte dell'ARER, quindi credo sia doverosa la giusta attenzione affinché quella struttura possa lavorare in tranquillità per poter intanto mantenere il suo percorso per cui è nata, ma soprattutto per dare le risposte a una Bassa Valle che ne ha davvero bisogno.

Io mi auguro che maggioranza e opposizione su questo tema siano concordi nel dare la risposta che questa mozione merita, ovvero un voto favorevole.

Presidente - Qualcuno vuole intervenire in discussione generale? Altrimenti chiudiamo la discussione generale. La discussione generale è chiusa. Per il Governo, la parola all'assessore Barmasse.

Barmasse (UV) - Grazie consigliere Baccega. Ritengo indispensabile fare una premessa che è volta a spiegare il lavoro che l'Assessorato ormai da qualche anno sta portando avanti nell'ambito dei servizi della salute mentale, in coerenza con le evidenze scientifiche accreditate e dando seguito alle linee di indirizzo per la salute mentale definite dal Ministero della salute e dalla Comunità europea. È un lavoro complesso che, attraverso il coordinamento ministeriale, pone le basi per la realizzazione di un piano di azione e di rafforzamento dei dipartimenti di salute mentale. Alla luce di quanto premesso, negli ultimi anni sono stati conferiti all'Azienda USL precisi indirizzi nell'ambito delle prestazioni della salute mentale, volti a riorganizzare i servizi per potenziare le risposte a livello territoriale al fine di perseguire un modello virtuoso di risposta assistenziale, già ampiamente testato con grande successo ed efficacia in altre Regioni e Province italiane.

Più precisamente l'obiettivo che si intende perseguire nel medio-lungo termine va esattamente nel senso opposto rispetto a quanto viene proposto nella mozione in discussione. Com'è ormai assodato, in ogni tipo di risposta assistenziale, il primo luogo di cura dev'essere il proprio domicilio e tale assunto, per quanto possa rivelarsi non sempre di facile applicazione, questo è vero, vale anche nel campo della salute mentale.

Con la chiusura delle strutture presso le quali erano internati i pazienti psichiatrici, cioè i manicomi, gli ospedali psichiatrici, vedi legge 180/1978, la cosiddetta "legge Basaglia", si è intrapreso un importante cammino volto a un approccio non più contenitivo ma integrativo verso le società e riabilitativo, ciò al fine di riconoscere a coloro che soffrono di problemi di salute mentale come utenti comuni, senza più farne un distinguo nella platea degli assistiti. In tal senso particolarmente significativi sono i temi e i messaggi che ogni anno vengono individuati in occasione delle Giornate mondiali della salute mentale per combattere lo stigma sociale: "non c'è salute senza salute mentale". Sulla scia di questo nuovo approccio, le indicazioni elaborate in materia di salute mentale hanno sempre più insistito sul potenziamento di una risposta che dev'essere in primo luogo implementata a livello territoriale attorno alla vita e alla routine quotidiana degli assistiti. Il ricovero e la degenza in struttura residenziale è pertanto da limitare ai casi che davvero ne hanno necessità, nel rispetto dei setting intensivi, estensivi e riabilitativi.

Purtroppo ad oggi sul territorio regionale l'offerta dei servizi territoriali è ancora molto debole e per tale ragione le risposte che il DSM fornisce si concentrano essenzialmente sul ricovero ospedaliero, Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, i cosiddetti "SPDC", i dati ci pongono purtroppo con il numero più alto di ricoveri di trattamenti sanitari obbligatori, e sul ricovero presso le numerose strutture private e accreditate convenzionate con l'Azienda USL.

Dal controllo ministeriale sui dati salute mentale la Valle d'Aosta presenta il 225 percento in più della media nazionale di posti residenziali nelle strutture di salute mentale.

Un dato che non è quindi esattamente in linea con gli indirizzi prima illustrati di cura territoriale. Il percorso avviato, anche grazie a una proficua collaborazione con il Dipartimento di salute mentale in Provincia di Trento e i servizi territoriali che vi sono connessi, è volto quindi a potenziare la risposta territoriale fuori dalle strutture residenziali e ciò deve compiersi in primo luogo con l'attivazione di un servizio di CSM (Centro di Salute Mentale), secondo i requisiti previsti dal DPR 7 aprile 1994 e successive disposizioni e indicazioni statali assunte in materia. Il CSM è una struttura complessa polifunzionale deputata all'organizzazione e al coordinamento degli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale nel territorio di competenza delle persone affette da disturbi psichiatrici, operativo 12 ore al giorno, sette giorni su sette, e ciò anche per evitare accessi impropri presso il Pronto Soccorso, già ultimamente in grave sofferenza per l'ordinaria attività. Una tempestiva e garantita risposta clinica diminuisce i ricoveri e previene le acuzie che inevitabilmente tendono a complicazioni che trovano, purtroppo, risposta unicamente in strutture residenziali. A fianco del servizio CSM deve essere ripristinato il servizio di day hospital al fine di garantire una risposta di prevenzione alle acuzie. A questi servizi va poi aggiunto il significativo potenziamento dell'educativa territoriale per seguire gli utenti nelle attività della vita quotidiana e dei servizi semi-residenziali, cosiddetti "centri diurni".

Un atro obiettivo da perseguire è l'inserimento nei servizi della salute mentale delle figure UFE, cioè degli Utenti Familiari Esperti, i quali, in qualità di utenti peer, cioè utenti alla pari, contribuiscono fattivamente a garantire efficacia e supporto alle attività di presa in carico e cura degli assistiti. Il contributo efficace di tale figura è già stato ampiamente testato e confermato, come ho già detto, nella provincia di Trento e in altre regioni italiane ed è stato disciplinato a livello regionale con la DGR 1727/2021. Con il rafforzamento dei suddetti servizi è provato che il benessere dei pazienti aumenta sensibilmente e le necessità di istituzionalizzazione, di conseguenza, si riducono in modo significativo. Il percorso che si è già intrapreso e si intende rafforzare richiede una collaborazione attiva da parte delle attuali strutture territoriali alle quali viene chiesto di aggiornare gradualmente nel tempo la propria offerta, riconvertendo i propri setting assistenziali verso le risposte territoriali poc'anzi descritte. Alla luce di quanto illustrato, si può concludere che l'attuale budget della salute mentale per le risposte territoriali per euro 6.800.000 annui non è affatto insufficiente, infatti, considerato che i pazienti seguiti sono circa 300, il medesimo corrisponde a una spesa stimata pro capite per utente pari a 23 mila euro annui. La vera sfida consiste quindi nel riorganizzare a fondo la riposta che viene fornita alla salute mentale del territorio regionale, nel senso che ho illustrato una sfida che sapevo bene non essere facile da implementare ma che nel contempo porta con certezza al conseguimento dei risultati efficaci ed efficienti. In tal modo vi saranno sufficienti spazi finanziari per far fronte anche alle nuove esigenze, che in questi ultimi tempi investono in particolare il mondo dei minori e non si ricorrerà più a situazioni spiacevoli, dove anche a fronte di rilevanti budget che hanno a disposizione, ci si trovi in difficoltà a dare riscontro necessario agli utenti con problemi acuti che effettivamente necessitano di risposte intensive e in degenza.

Ciò detto, in riferimento al centro diurno di Verrès che viene esplicitamente citato nel testo della mozione e anche dal consigliere Baccega giustamente, trattandosi di un servizio semiresidenziale e direi anche di alta qualità, va sicuramente implementato quanto più possibile perché, come detto, rappresenta proprio una delle risposte territoriali che ho dettagliato poco fa. Da una verifica dei nostri uffici, non risulta ancora pubblicata la convenzione tra il Dipartimento di salute mentale e la cooperativa che gestisce il servizio, anche se il fabbisogno regionale collegato al suddetto servizio è stato già previsto nella ricognizione dei fabbisogni annuali di cui alla DGR 314 in data 22 marzo 2021, la quale proprio in questo periodo è in fase di aggiornamento.

Per quanto illustrato, la mozione non può essere accolta.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Io, Assessore, sono molto rammaricato per la sua risposta, lei continua a sottolineare quello che già sappiamo tutti: che è necessario riorganizzare, ma riorganizzare in quello specifico settore è estremamente delicato, è difficile. Lei mi ha parlato di costi elevati, sì, lo so, sono molto elevati quei costi, ma io le dico che questa Valle ha il primato dei suicidi in tutta Italia e questo è un dato significativo, è un dato che va affrontato con la giusta determinazione, questi centri diurni hanno un valore perché le persone che vengono accolte in questi centri possono fare delle attività, possono uscire dal loro vuoto mentale o il loro modo di vivere in una casa magari chiusa, dove può andare l'UFE una volta all'ora, un'oretta-un'oretta e mezza, e poi il resto? Ecco perché questi centri diurni, dal nostro punto di vista, hanno un loro significato e hanno un loro valore.

Per quanto riguarda le risorse, è chiaro che se la stessa struttura ha avuto un incremento fino a 800 mila euro in più per la neuropsichiatria, che appunto è stata trasferita dal Dipartimento materno infantile, è inevitabile che non ci sono i soldini per andare a sostenere anche le altre strutture. Voi non volete votare questa mozione? Ci torneremo, perché verificheremo passo dopo passo che cosa sta succedendo. Dico semplicemente che questo è un percorso delicato, estremamente delicato, quel primato che ci appartiene è estremamente pericoloso ed è brutto leggere una volta all'anno su tutte le testate nazionali: "Il primato dei suicidi è della Valle d'Aosta".

Aggiungo anche che a volte copiare da altre Regioni che hanno organizzazioni differenti dalla nostra, pur essendo di montagna, pur essendo situazioni quasi simili alla nostra, può non essere così efficace per la nostra Regione. Io la invito a fare un'ulteriore valutazione su questa parte, che siano almeno assegnati i 6 milioni e 800 e non i 6 milioni e 400 come quest'anno, anche se nel quadro dei fabbisogni è indicato 6 milioni e 800, che siano tutti i 6 milioni e 800 assegnati al Dipartimento di salute mentale e poi valuteremo, nel percorso avremo modo di capire se tutto funziona o se non funziona. La situazione, da quel punto di vista, è grave, il post pandemia ha sicuramente degenerato le questioni e quindi vi assumete la responsabilità anche non votando questa mozione.

Presidente - Se non ci sono altre richieste di intervento, metto in votazione la mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 17

Favorevoli: 17

Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.