Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2097 del 15 dicembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2097/XVI - Interpellanza: "Avvio di interlocuzioni con CVA SpA in materia di extraprofitti e relativi ricorsi.".

Marguerettaz (Presidente) - Punto 36 all'ordine del giorno. Per la presentazione, ha chiesto la parola il collega Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Parliamo di extra profitti, un tema che è stato à la une soprattutto delle critiche diciamo bipartisan e anche della curiosità, io direi più dal punto di vista tecnico, rispetto a quello che è stato fatto al termine dell'esperienza del Governo guidato da Mario Draghi. È molto interessante, perché in molti si erano dimenticati un fatto passato. Cerco di arrivare al punto in questa maniera senza essere troppo tecnico. In passato, parliamo del 2015, c'era stato già un tentativo similare che era la Robin Hood tax, qualcuno forse se lo ricorda. Perché dico similare? Perché ha delle sfaccettature non del tutto differenti da quelle che sono gli extra profitti. Intanto, ci sono dei grossi problemi di costituzionalità e anche di applicazione: non solo lo abbiamo detto e lo abbiamo visto, ma lo stiamo vivendo, e il cuore dell'interpellanza, se vogliamo, è proprio questa. Come all'epoca, queste due imposizioni hanno delle similitudini, cioè di fatto funzionano un po' come delle super addizionali dell'IRES e in parte hanno una titolarità e una similitudine con quelli che sono anche i presupposti dell'IRAP. Dico questo perché un po' come l'IRAP, che tra l'altro è, se vogliamo, l'imposta madre che le Regioni possono comunque gestire o governare, ma che è nata per tappare, e perdonate il termine un po' improprio, un buco, che era quello della sfera sanitaria, perché l'IRAP nasce dalla razionalizzazione di tutta una serie di più o meno complesse imposte, di fatto anche quella degli extra gettiti, al di là della finalità se vogliamo più politica o di storytelling, è servita e serve per andare a tappare dei buchi di provvedimenti comunque emergenziali, perché stiamo parlando dei vari decreti, sostegni, ristori, come possiamo chiamarli. Insomma, una sequela comunque di aiuti che ovviamente costano.

Dico questo perché sappiamo come è andata a finire con la Robin Hood tax. La Corte costituzionale, con la famosa sentenza n. 10 del 2015, disse che non andava bene, però tutto quello che era già stato pagato lo Stato se lo teneva, perché sappiamo che al di là delle fonti del diritto, delle fonti dell'economia e quant'altro c'era una fonte più forte di tutte le altre: il bilancio dello Stato non deve avere dei buchi, anche se fa un po' sorridere visto quello che spesso gli stati fanno. Ma detto questo, la tassazione sugli extra profitti ha una ricaduta di due tipi. Da un lato sulle aziende produttrici di energia, io direi in senso lato, perché in realtà in un momento in cui si diceva che dobbiamo sostenere le energie rinnovabili, di fatto poi siamo andati a tassarle; su questo se vogliamo entra un po' il meccanismo perverso degli incentivi, cioè abbiamo incentivato per degli anni le FER e continuiamo a farlo, ma poi con l'altra mano andiamo a riprenderci l'incentivazione. Dall'altro lato, la finalità propria di questa imposizione doveva essere quella di una forma di... non uso il termine réunification, ma di réstitution; sostanzialmente, c'è un tentativo di ridare ai consumatori, non ai cittadini, agli utenti più che consumatori, una quota parte della maggiore generazione degli extra profitti.

Faccio l'ultimo parallelismo tecnico con l'IRAP, perché anche l'IRAP nasce con un obiettivo di andare a colpire una capacità contributiva indiretta, ma poi finisce comunque a considerare quello che è l'utile della società, e quindi sono tutte delle super addizionali dell'IRES, in soldoni; lo dico per l'uomo della strada.

Però dall'altro lato c'è una terza questione, che a noi è molto più cara e molto più vicina. Due provvedimenti di variazione del bilancio sono stati fatti grazie al fatto che, nell'ambito dell'ordinamento finanziario della nostra Regione, come previsto dalle leggi e dai decreti che si sono susseguiti sugli extra profitti, di fatto i nove decimi del versamento tornano, o meglio dovrebbero rimanere, ma diciamo tornano indietro. A fronte di questo, noi abbiamo potuto prima utilizzare 18 milioni di euro e poi 4 milioni 800 mila, l'Assessore mi correggerà se mi sono perso dei milioni per strada: siamo sui 23 milioni di euro. Quindi, da un lato abbiamo giustamente criticato gli extra profitti che vanno a colpire una società partecipata di cui la Regione è azionista, e lo dico soprattutto dopo tutta una serie di interventi che sono stati fatti sia in discussione del bilancio, sia che ho ascoltato precedentemente in una iniziativa di una collega, e dall'altro lato però questi soldi ovviamente ce li troviamo a beneficio, perché è questo un po' il giochino strano. Prima si diceva: "Ma alla fine sono 8 milioni di euro, sarebbero stati dei costi e avremmo tolto meno soldi ai cittadini"; io non capisco perché questi ragionamenti si fanno sulle logiche aziendali e non sulla tassazione, ma me lo permetteranno le colleghe. Io preferisco non togliere a livello di tassazione e fare una redistribuzione, che è comunque inefficiente rispetto a lasciare nelle tasche di ognuno le risorse, e recuperarle magari col consumo; ma al di là di questo, adesso non voglio entrare nella teoria economica o nelle ideologie di ognuno. Questi 23 milioni di euro ci hanno permesso di fare delle iniziative che ben conosciamo e di cui ben sappiamo. Poi, anche lì, c'è stata una discussione, forse tutti questi 23 milioni di euro si potevano usare solo a favore delle famiglie dei cittadini, oppure solo a favore delle imprese, oppure, come è stato fatto, con un mix, magari sull'aiuto alle imprese potevano andare soltanto da un lato; fatto sta che questi 23 milioni di euro, che indirettamente abbiamo criticato, ce li siamo trovati nelle nostre tasche di Amministrazione regionale e abbiamo potuto fare degli interventi.

Sappiamo che tutta una serie di aziende del settore stanno promuovendo dei ricorsi. Non entro nella sequela dei ricorsi, ne ho richiamato uno forse un pochettino più famoso, che è quello del TAR del Lazio, che è stato rigettato, non tanto per l'argomento in materia, ma per il fatto che il TAR del Lazio ha detto: "Non sono io che devo giudicare". C'è un altro ricorso del TAR della Lombardia, successivo alla presentazione di questa iniziativa, che invece è stato accettato. Ma entrambi hanno un comune denominatore: sono dei ricorsi in sede amministrativa e quindi sono dei ricorsi che vanno non contro la legge o nel novero della legge, ma vanno a colpire delle iniziative, una dell'Agenzia delle entrate e una del decreto di ARERA, sulle modalità di applicazione del pagamento. Non entrerò nel ginepraio di alcune realtà che dicono in soldoni: non pago l'extra profitto e aspetto che mi arrivi la cartella e poi andiamo in contenzioso; fatto sta che potremmo chiudere il cerchio dicendo, e lo ha detto il ministro Urso tempo fa, che questa norma forse va riscritta.

Probabilmente nelle idee del nuovo Governo, o meglio dei burocrati romani, c'è forse l'ombra della sentenza n. 10 del 2015 sulla Robin Tax, ma questa è una mia ipotesi; fatto sta che noi abbiamo una duplice natura, di azionista da un lato e di soggetto che beneficia e spende di questi soldi.

Chiediamo all'Assessore, io e il collega Planaz, se a fronte delle variazioni di parte entrata della legge regionale n. 18 e disegno di legge n. 78 siano state condotte delle valutazione in merito ai potenziali effetti negativi, che si potrebbero generare in caso di accoglimento delle rimostranze formulate nei vari ricorsi promossi dagli operatori del settore elettrico interessati - ne ho citati due e non ne so di altri - e in particolare vorremmo capire se la nostra società ha fatto qualcosa in tal senso e soprattutto se ci sono state le interlocuzioni su questa materia con la stessa.

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Caveri.

Caveri (AV-VdA Unie) - Non avendo la stessa competenza tecnica sua, mi riconosco nella descrizione di parte della giungla fiscale italiana e di questo paradosso degli extra profitti. Tra l'altro, segnalo che all'articolo 28 della legge finanziaria in discussione in Parlamento si torna di nuovo sugli extra profitti e ci tengo a dire che la Giunta regionale ha già inviato ai parlamentari valdostani, all'onorevole Manes e alla senatrice Spelgatti, una nota proprio per limitare i danni che prevede quella stessa norma che lei ha citato, cioè di trasferimento nelle casse regionali degli extra profitti, che ha qualche rischio di cui parlerò nella risposta, che però nel frattempo renderebbe minori i mali, laddove invece quei soldi finissero allo Stato o a qualcuna delle autorità dello Stato.

Per quanto riguarda la risposta alla domanda uno, in riferimento cioè alle maggiori entrate iscritte in corso d'anno sul bilancio regionale, in applicazione del dovuto principio di prudenza - così scrive il dottor Bieler, a cui io mi rifaccio come al Vangelo - è stata iscritta una prima tranche del gettito con la legge regionale n. 18 del 2022 e, solo dopo la definizione da parte dell'Agenzia delle entrate delle modalità applicative della nuova norma, è stata iscritta una seconda tranche con la legge regionale n. 25 del 2022. Al momento non ci sono presupposti per un accantonamento a fondo riserva per un contenzioso incardinato, quei contenziosi incardinati nei confronti dello Stato sull'articolo 37 della legge n. 21 del 2022. Peraltro va detto, incidentalmente, che lo stesso Governo nazionale non risulta avere accantonato fondi per arginare gli effetti molto più devastanti sul bilancio dello Stato di un'eventuale soccombenza nel ricorso.

Per quanto riguarda il punto 2, la società ha riferito che il 16 settembre 2022, CVA Eos e CVA Energie, valutati i possibili profili di legittimità di varia natura dell'articolo 37 già citato e degli atti conseguenti, hanno depositato, per tutelare le società da indebiti versamenti, un ricorso presso il TAR del Lazio contro l'Agenzia delle entrate, l'Autorità di regolazione per l'energia, Retiambiente e Governo della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Hanno impugnato anche il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate che recava definizioni di adempimenti anche dichiarativi delle modalità di versamento del contributo straordinario, definizione della modalità per lo scambio di informazione con la Guardia di finanza, e ove occorra anche del parere che sul punto era stato reso da ARERA. Altra impugnativa della risoluzione dell'Agenzia delle entrate 29E del 20 giugno del 2022, recante istruzione dei codici tributi - poi le do il testo scritto, non lo leggo, comunque riguardava l'F24 per i versamenti - della circolare impugnativa dell'Agenzia delle entrate 22E del 23 giugno 2022, recante articolo 37, sempre: "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina. Contributo straordinario contro caro bollette" e contenente risposta ai quesiti sull'applicazione della norma. E ancora, della circolare dell'Agenzia delle entrate 25E dell'11 luglio 2022, recante: "Crediti di imposta per acquisto energia elettrica in favore di imprese energivore e non energivore, in relazione al primo e secondo trimestre 2022. Contributo straordinario contro il caro bollette". Erano sempre risposte a quesiti. Inoltre, della risposta interpello 420 del 12 agosto 2022 dell'Agenzia delle entrate che recava: "Contributo straordinario. Base imponibile operazioni prive del requisito della territorialità", che riguardava sempre questo benedetto o maledetto articolo 37. Infine, era stato chiesto l'annullamento di ogni atto presupposto connesso e conseguente per l'accertamento del diritto delle ricorrenti a concorrere alla spesa pubblica, conformemente all'articolo 53 della Costituzione, previa declaratoria di incostituzionalità, illegittimità eurounitaria dell'articolo 37.

Naturalmente poi lei ha già dato atto delle prime risposte del TAR e poi si vedrà quale tipo di altre determinazioni ci saranno. È chiaro che noi consideriamo sempre la giustizia amministrativa come molto molto super partes, poi sappiamo che non sempre è così.

Infine, la società ha precisato che per quanto di loro competenza la sentenza in questione, cioè il punto 3, non si riferisce al contenzioso intrapreso dalle società del gruppo CVA, in relazione al quale non risulta oggi neppure fissata l'udienza di trattazione, bensì a un altro contenzioso, che è sempre attinente agli extra profitti, instaurato da altre aziende del comparto; quindi CVA non ha partecipato; sembrerebbe quasi una class action, perché erano venti. Si è pertanto ancora in attesa dell'udienza di trattazione e successiva sentenza. Naturalmente mi riprometto appena avrò notizie di fornirle al consigliere.

Presidente - Per la replica, la parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per l'aggiornamento. Sì, l'obiettivo era soprattutto capire che cosa avesse fatto CVA. Mi riservo di rileggere meglio la risposta, perché vedendo così per sommi capi, però ovviamente bisogna andare nel dettaglio del ricorso, le circolari citate, soprattutto la 22E è simile a quella della sentenza del 16 novembre. Ma andrò a dettagliare meglio e capiremo, una volta fissata l'udienza, che cosa ne sarà. Capiremo magari anche, al di là della legge finanziaria, che cosa pensi di fare il Governo in prospettiva, considerato che, dobbiamo anche dirlo, non è una norma totalmente italiana. Ci sono state a vario titolo in tutta Europa delle operazioni di questo tipo di cooperazioni, perché citando un po' quella che era stato il presupposto della sentenza contro la Robin Tax, il confine è sempre complicato laddove si parlava di obiettiva giustificazione dell'imposta.

Lei prima, rispondendo alla collega Minelli, parlava della legge della concorrenza: non si può definire un'imposizione discriminatoria tra soggetti che sostanzialmente fanno lo stesso business o hanno gli stessi mercati. Quindi io non lo so che cosa ne sarà e non so soprattutto se ci saranno anche poi delle pronunce a livello costituzionale, perché è lì il cuore, poiché tutti i ricorsi sul TAR hanno dei presupposti che comunque sono degli atti vuoi di ARERA, vuoi dell'Agenzia delle entrate, che sostanzialmente devono, come diremmo noi, mettere a terra o dare gambe alla norma di riferimento, ma non vanno nel cuore della questione.

Sinceramente sono molto curioso di vedere che cosa, o meglio quale evoluzione avrà, ma parlo dal 23 in avanti, questo tipo di norma, e soprattutto capire, perché anche lo Stato centrale e non questo Governo, già quello precedente, non ha coperto con questi introiti soltanto quella parte di, come dicevo io ironicamente, réstitution, ma anche altro. Poi sappiamo e lo abbiamo visto nel primo e nel secondo lockdown, che quando devi fare un decreto emergenziale nel caos totale delle misure, delle norme e di quant'altro, ci finisce tutto, ma il catino delle risorse è sempre lo stesso.

Qualcuno si stupisce perché ci siano tanti emendamenti nella gestione delle leggi soprattutto nazionali, ma è proprio per questo, perché sono enormemente più complicate di quelle delle regioni e soprattutto perché hanno spesso delle fonti di entrata, perché lì siamo al livello superiore del grande meccanismo della finanza pubblica che, sembra strano dirlo, ma sono forse addirittura più incerte di quelli dei livelli inferiori, perché sappiamo che spesso e volentieri alcune coperture sono state poi trovate successivamente. Penso soprattutto alle coperture di alcuni provvedimenti, che venivano fatti e che purtroppo sicuramente si faranno ancora, per la lotta all'evasione. Ecco, ditemi voi se quello che può rientrare da una fonte totalmente incerta come la lotta all'evasione può essere una copertura di finanza pubblica. Però così è se ci pare e se vi pare.