Oggetto del Consiglio n. 2051 del 1° dicembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2051/XVI - Approvazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2023-2025. (Reiezione di tredici ordini del giorno. Approvazione di tredici ordini del giorno. Ritiro di cinque ordini del giorno)
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 consiglieri, possiamo riprendere il punto n. 8 dell'ordine del giorno, l'approvazione del Documento di economia e finanza regionale. Siamo agli ordini del giorno, per la precisione al n. 4 della Lega. Per l'illustrazione si è prenotato il consigliere Ganis a cui passo la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Non sono intervenuto nella discussione generale sul DEFR perché ho ritenuto, a mio avviso, di indirizzare la vostra attenzione su una tematica a me molto vicina, che è quella del settore delle attività commerciali. Vorrei parlare di desertificazione commerciale, che avanza anche nella nostra regione e in particolar modo nella bassa Valle.
Le cause, come ben sappiamo, sono dovute al crollo dei consumi e all'aumento delle spese, tant'è che tra il 2020 e il 2021 in Italia sono sparite circa settanta imprese commerciali al giorno. Una crisi che ha mobilitato anche la Camera dei Deputati, che ha presentato una proposta di legge per sostenere e tutelare le piccole attività commerciali grazie a delle agevolazioni fiscali. Quello che preoccupa maggiormente è il trend negativo, infatti si stima che nel 2025 la riduzione degli esercizi commerciali di piccole dimensioni potrebbe raggiungere il 10 percento, pari a circa 11 mila chiusure.
Nella nostra regione è sufficiente fare un giro nei comuni per notare le numerose attività commerciali chiuse, a dimostrazione che questo è un settore sempre più in difficoltà. Vorrei mettere a conoscenza di questo Consiglio regionale la presenza sui social di un video che racconta la crisi del commercio al dettaglio e che colpisce i piccoli paesi della Valle d'Aosta. In questo filmato vengono mostrate le immagini che mettono in risalto questo fenomeno. Si chiama desertificazione commerciale, evento che va avanzando mettendo in difficoltà imprese e famiglie.
Quello che rattrista maggiormente è che queste attività, durante la pandemia, sono state il riferimento principale per le famiglie e la comunità, attività che hanno fornito un lavoro essenziale per riuscire a dare alla popolazione i beni di prima necessità, salvaguardando la comunità. Oggi però il post-pandemia, la crisi energetica e l'inflazione hanno aumentato la crisi del settore del commercio, favorendo la desertificazione commerciale e i fenomeni di spopolamento. Ma allo stesso tempo sono state favorite altre forme di commercio, mi riferisco all'e-commerce, alla vendita di prodotti on-line, tant'è che sono state proprio le imprese commerciali summenzionate, attente al marketing e alla tecnologia informatica, a trarne dei benefici economici.
Occorre a questo punto tutelare il tessuto commerciale al dettaglio, che è un vero e prezioso presidio territoriale, con una pianificazione che integri il commercio di possibilità, in concorrenza con l'offerta della grande distribuzione e dell'espandersi dell'e-commerce. Bisogna tutelare i piccoli commercianti, i locali storici, il commercio ambulante, le attività di vicinato che offrono un servizio sociale importante per la comunità. Proprio per questi motivi è necessario rivitalizzare i commerci di prossimità attraverso una revisione del piano commerciale.
In base a queste considerazioni, i sottoscritti consiglieri impegnano il Governo regionale a rivedere la legge regionale 25 febbraio 2013, per adattarla alle mutate esigenze del contesto socioeconomico attuale, al fine di incrementare e potenziare l'offerta commerciale per evitare fenomeni di desertificazione commerciale summenzionati.
Presidente - Per il Governo l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Avremo modo più diffusamente di parlare di commercio e di strategie nella discussione delle interpellanze che lei ha presentato, e in quell'occasione avremo poi modo di approfondire e di essere più puntuali. Riguardo a questo specifico ordine del giorno entro immediatamente nella questione dicendo che non riteniamo possa essere accolto, non perché non sia una proposta interessante e sicuramente utile, ma in quanto le modifiche della legge regionale 12 del 1999, introdotta dalla richiamata legge 5 del 2013, si erano rese necessarie al fine di conformare la legislazione regionale ai principi euro unitari di liberalizzazione, in materia di apertura di esercizi commerciali.
A tale proposito si fa presente che le ipotesi già previste in legge di affidare al Governo regionale la fissazione di indirizzi volti, tra l'altro, come richiamava proprio lei giusto prima, al riequilibrio della rete distributiva in rapporto alle diverse categorie e alla dimensione degli esercizi, con questo salvaguardando i piccoli esercizi o comunque la rete degli esercizi di vicinanza, con particolare riguardo - se si ricorda, il dibattito fu abbastanza acceso credo nel 2011, 2012 e aveva sfiorato anche la legislatura nella quale eravamo appena entrati, se ben ricordo nel 2013 - con particolare riguardo alle grandi strutture di vendita, tenuto conto della specificità dei singoli territori, dell'interesse dei consumatori alla qualità, alla varietà, all'accessibilità, alla convenienza dell'offerta, purtroppo è stata dichiarata incostituzionale con sentenza 14 del 18 aprile del 2014. Quindi, riproporre quella linea di azione in una direzione che comunque era già stata perseguita, che era quella di tutelare il piccolo commercio, ponendo dei limiti e delle limitazioni al proliferare delle grandi strutture di vendita, significherebbe andare nuovamente in una direzione che avrebbe come esito conclusivo comunque e nuovamente un pronunciamento di incostituzionalità, perché vorrebbe dire andare contro i principi della libera concorrenza e in quel caso diventerebbe poi un problema.
È questo il motivo per cui l'ordine del giorno non si ritiene possa essere accolto. Condividiamo tutti le preoccupazioni, e poi ne parleremo nel corso delle sue iniziative, ma dall'altra parte la Regione non ha la possibilità e gli strumenti per poter arginare questo fenomeno attraverso le richieste che avete fatto voi.
Presidente - Consigliere Ganis a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. È un settore in difficoltà, come lo ha ben evidenziato anche lei, però magari non tutti sanno che comunque questa legge ha delle lacune, soprattutto per quanto riguarda il settore del commercio su area pubblica. Qui si parla di riordino dei mercati, di canone unico, a volte anche di concorrenza sleale, e quindi ne parleremo poi nella prossima iniziativa. C'è di mezzo una direttiva Bolkestein, c'è il rinnovo delle concessioni, e tutta una serie forse di norme che andrebbero riviste, dato che è un po' datata, anche perché comunque - lei lo sa - il mondo del commercio cambia di continuo. E poi ci sarebbe anche da rivedere le norme e i criteri per gli insediamenti delle grandi realtà commerciali.
Detto questo, io penso che la politica deve dare il proprio contributo e non può far finta di nulla, affinché questo settore possa ripartire. Rivedere in parte la legge regionale sarebbe un punto di partenza. Noi comunque andremo a votare l'ordine del giorno.
Presidente - Non ci sono altri interventi, non vedo prenotazioni, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 5, sempre della Lega. Illustra il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno è un'iniziativa che arriva sulla scorta di quello che abbiamo presentato e discusso in aula più volte, relativamente alle famiglie che occupano un alloggio di edilizia residenziale pubblica, e che alla base ha una ragione di fondo.
Innanzitutto mi si consenta di citare quelli che sono i consumi in base alle previsioni di SVIMEZ, che sono state elaborate a metà dell'anno scorso, le quali dicono che i consumi delle famiglie valdostane continuerebbero a crescere in termini reali nel corso del 2022 beneficiando del miglioramento del mercato del lavoro. Ma su questo rallentamento, che ovviamente sui consumi dovrebbe incidere, influisce il rialzo dei prezzi a consumo e l'ulteriore aumento del costo dell'energia, soprattutto nell'ultima parte dell'anno e, non credo sia un mistero ma è bene anche evidenziarlo, i rincari che colpiscono la misura più intensa i nuclei meno abbienti per via della composizione del loro paniere di spesa. È un paniere di spesa che purtroppo è irrinunciabile, quello relativo ai costi dell'energia e, come abbiamo evidenziato più volte, negli alloggi di edilizia residenziale pubblica il costo dell'energia è da una parte vincolato, nel senso che le bollette sono quelle che vengono proposte e l'utente quelle deve pagare, ma il problema si pone in due questioni. Da una parte abbiamo i rincari, dall'altra - l'ho evidenziato nella giornata di ieri, durante l'intervento relativo alla parte del DEFR concernente la parte sociale - le associazioni dei consumatori hanno evidenziato come gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che sono stati obbligati con la minaccia della decadenza al teleriscaldamento, hanno presentato un aumento di costi del 140 percento in più.
Ora, voi mettetevi nei panni di una persona che è in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, perché non ha le possibilità di ricorrere al mercato privato. Vi ricordo che le condizioni di accesso sono ovviamente dettate dall'ISEE principalmente e che una persona che accede a questo tipo di alloggio deve essere al di sotto degli 8500 euro. Quindi, una persona che è sotto gli 8500 euro di ISEE ha accesso a questi alloggi, si vede allacciare a forza, con la minaccia della decadenza dall'alloggio, quindi con la minaccia di essere sbattuti fuori di casa, e ha un aumento del 140 percento dei costi dell'energia dati dal teleriscaldamento.
Questo esempio l'ho fatto altre volte, ma credo che sia opportuno evidenziarlo. Negli alloggi di edilizia residenziale pubblica il costo dell'affitto viene rideterminato annualmente sulla base dell'ISEE, il che significa che se ho un ISEE basso avrò un costo dell'affitto basso. Quello che non viene rideterminato però sono proprio i costi dell'energia, e quindi noi possiamo vedere qual è l'effetto che oggi l'impatto dei costi energia ha su chi occupa un alloggio di questo tipo. Abbiamo famiglie che pagano 65 euro di affitto per tutta una serie di fattori, in primis perché hanno un reddito basso, in secondo luogo per l'usura e la vetustà degli immobili, però pagano 300 o 400 euro di bolletta delle utenze.
Qual è il problema? Il problema è che questi soldi non ce li hanno. Non ce li avevamo e facevano fatica a pagarli quando magari erano 200 euro e quindi in totale pagavano 260, 280 euro; se il costo raddoppia evidentemente e maggiormente queste persone non ce la fanno a pagare.
Qual è l'effetto? L'effetto è che, quando arriva una bolletta che non si può pagare, dopo quattro bollette non pagate, la persona viene sbattuta fuori di casa. Non può fare ricorso alla morosità incolpevole perché, l'abbiamo detto, la delibera non permette di fare ricorso alle persone che sono realmente in difficoltà, ma soltanto a quelle che hanno una temporanea perdita di reddito, quindi quella persona che si vede investita di questo tipo di costi, rimane evidentemente, come si suole dire con il latino più stretto, cornuta e mazziata. Il problema vero che si presenta è proprio che, in un momento di crisi particolare energetica per le famiglie, in un momento in cui i costi aumentano e in cui le famiglie vengono investite da questi costi ulteriori, chi occupa un alloggio di quel tipo, perché vive in una situazione di povertà, non può far fronte a questo tipo di spese.
Ecco perché con quest'ordine del giorno impegniamo il Governo a predisporre una modifica della legge regionale 3 del 2013, che permetta il pagamento dei costi e delle utenze tenendo conto, così come viene fatto per l'affitto, del livello di ISEE del nucleo e delle reali disponibilità economiche. Perché poi non dobbiamo neanche sottovalutare il fatto che molti nuclei, per esempio, sono considerati al di sopra dei 20 mila euro di ISEE ma, in realtà, su quell'ISEE pesano delle proprietà immobiliari, magari condivise con dei parenti, che magari sono indisponibili, magari che sono inutilizzabili e non si possono affittare, non si possono vendere, hanno un valore, pesano sull'ISEE ma in termini di fondi evidentemente non danno nulla; io ho la parvenza di essere una persona benestante ma, in realtà, benestante non sono.
Quindi, un intervento per rideterminare e modificare la legge regionale 3 del 2013 e per permettere un diverso calcolo delle bollette per quelle persone che sono in situazioni di necessità, e una modifica delle disposizioni che impongono il collegamento obbligatorio al teleriscaldamento dei numerosi alloggi ERP, permettendo per lo meno la scelta di operatori economicamente più vantaggiosi, per evitare che quella scelta - non ho capito bene per quale motivo è stata fatta - di obbligare gli alloggi al collegamento al teleriscaldamento, non si scagli poi alla fine sulle famiglie. Se obblighi una persona a fare un certo tipo di passo, per lo meno la sostengo, non è che la obbligo a rifornirsi da chi costa di più e poi dopo la sbatto fuori di casa.
Presidente - Per il Governo l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Per quanto riguarda il primo punto, cioè l'impegno a predisporre alla modifica la legge regionale 3 del 2013, che permetta il pagamento dei costi delle utenze tenendo conto del livello ISEE del nucleo assegnatario di ERP e delle reali disponibilità economiche, si sta facendo sul punto un ragionamento con ARER su quest'aspetto. Al momento pertanto la tematica è già in valutazione, e comunque è necessario anche il reperimento di adeguate risorse economiche che non è stato possibile al momento inserire a bilancio.
Per quanto riguarda il secondo punto, cioè modificare le disposizioni che impongono il collegamento obbligatorio al teleriscaldamento, permettendo la scelta di operatori economicamente più vantaggiosi, come ho già avuto modo di evidenziare nel corso di numerose iniziative di sindacato ispettivo, non vi è evidenza di un maggior costo del teleriscaldamento rispetto ad altre fonti di riscaldamento. Inoltre, l'allacciamento al teleriscaldamento rientra nella politica aziendale di ARER, al fine anche di ridurre i rischi per la sicurezza.
Ricordo inoltre che l'ultima misura, quella di 8 milioni di euro, il Bonus social, dà un finanziamento alle famiglie tra 0 e 6 mila euro minimo di 770 euro; questo mi preme ricordarlo, perché non è che non si diano delle sovvenzioni e degli aiuti alle famiglie in difficoltà, penso anche che sia un aiuto consistente.
Alla luce di quanto ho detto, non ritengo che quest'ordine del giorno possa essere approvato dalla maggioranza e annuncio l'astensione della maggioranza stessa.
Presidente - Consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Mentirei se dicessi che non mi aspettavo una risposta di questo tipo, me l'aspettavo senza dubbio. Voglio essere positivo e cogliere un aspetto, cioè il fatto che effettivamente, dopo mille e mille iniziative, pare - da quello che ci dice - che si stia riflettendo sulla direzione da prendere, proprio per andare a determinare le bollette in maniera da calcolarle sulla base dell'effettivo ISEE e non sul valore del consumo e basta. Però, sulla criticità che lei evidenzia, cioè che non ci sono le risorse, noi qui le chiediamo di predisporre una modifica della legge regionale, non le chiediamo di mettere i soldi. Significa che si predispone la modifica, durante l'iter ci sarà la possibilità di discutere quelle che sono le disponibilità e quindi ci sarà un passo conseguente. Questa mi sa tanto di scusa.
Lei ci dice che le risorse sono state messe. Non ho compreso bene a cosa si riferisse, ma spero che non si riferisse a quelle per esempio della morosità incolpevole perché, come lei sa, le risorse in realtà quelle sono, nel senso che se lei ha fatto fare una ricerca dalle strutture, scoprirà che fra le centinaia e centinaia di persone che hanno una morosità, la possibilità di persone che hanno fatto ricorso a quella possibilità di morosità incolpevole sono in tutto sei.
Non solo, perché poi ieri caso vuole che persone mi abbiano addirittura scritto per segnalarmi che, nonostante quello che lei ha detto, Assessore, precedentemente in quest'aula, cioè il fatto che chi aveva una morosità superiore ai 10 mila euro, che è quella prevista dalla diversa morosità incolpevole, poteva eventualmente far ricorso a questa delibera per implementare, se avesse avuto un debito superiore, ci sono persone che, di fronte a una morosità incolpevole dicendo "Guardi che io non riesco a far fronte, il mio debito è superiore a 10 mila euro", si sono sentite rispondere "Va beh, caccia 2500 euro altrimenti ti sbattiamo fuori di casa uguale". Questa è la risposta che purtroppo è stata fornita.
Rispetto alle evidenze sui costi dell'energia: io probabilmente sono fazioso, quindi glielo dico perché mi piace dire delle bugie in quest'aula e mi piace che queste trentacinque persone le ascoltino e i valdostani fuori. Quindi, siccome io sono fazioso, faccia una cosa: provi a leggere gli articoli di approfondimento giornalistico che sono stati fatti, per esempio da Aostasera, dove ci sono i condomini privati, neanche quelli di ERP che denunciano un aumento dei costi. Provi a leggere un interessante approfondimento, che ci ha segnalato peraltro il collega Aggravi, su quella che è la situazione sul rincaro del teleriscaldamento in tutto il Paese, e non soltanto in Valle d'Aosta. E provi a leggere il verbale dell'audizione che è stata fatta delle associazioni consumatori all'interno di quest'aula; non c'era il consigliere Manfrin a dirlo, ma c'erano le associazioni dei consumatori e le loro dichiarazioni io le ho riportate integralmente in questo testo. Ho scritto che hanno detto: "Il teleriscaldamento ha fatto registrare aumenti del 140 percento"; non l'ho inventato io, l'hanno detto loro. O sono associazioni di consumatori in combutta con il nostro gruppo consiliare e probabilmente dicono quello che vogliamo noi, ma tendenzialmente sono altri i gruppi che vengono qui a spalleggiarsi durante le audizioni con associazioni compiacenti, però questo è un dato che è stato detto da associazioni di consumatori legati a sindacati molto lontani dalle nostre posizioni. E per di più hanno aggiunto: "Numerosi assegnatari di alloggi ERP hanno annunciato di aver staccato il riscaldamento per l'impossibilità di far fronte alle spese", e sono tutti assegnatari di alloggi ERP; la maggior parte di queste segnalazioni arrivano da costoro.
Io non so come dirglielo, ma questi dati sono veri, è un problema reale. Io non so chi le dica che non è un problema, ma questi fogli, questi documenti, il verbale delle audizioni delle associazioni dei consumatori, gli approfondimenti giornalistici che vengono fatti, anche soltanto banalmente parlare con gli amministratori di condominio e dire "Guardate, venite voi a spiegargli che il teleriscaldamento è più caro del riscaldamento normale?", io prenderei e gli farei fare un bel passaggio. Se lei ritiene che invece sia opportuno ascoltare chi dice che va tutto bene e non ci sono aumenti registrati, io non so cosa dirle. Quello che conta è che ovviamente noi, essendo fondate le nostre segnalazioni ed essendo assolutamente necessario un intervento e non avendo quest'intervento necessità di spesa, perché si chiede di modificare le disposizioni per il collegamento obbligatorio e di predisporre una modifica della legge per valutare anche la modifica delle spese, porteremo in votazione quest'ordine del giorno.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. Non vedo prenotazioni, la votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
L'ordine del giorno che segue è il n. 6, sempre della Lega. Per l'illustrazione il consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Quest'ordine del giorno ha come titolo: "Nuovo piano di marketing turistico Regione Valle d'Aosta". Abbiamo letto il Documento di economia e finanza regionale per il triennio 2003-2005 e, prendendo atto che nel paragrafo 1.8 della Sezione 3 del DEFR vengono trattati i temi relativi all'Assessorato beni culturali, turismo, sport e commercio, rileviamo che nel paragrafo del turismo e commercio si apprende che nel corso del 2023 si ritiene necessario riavviare una riflessione sul progetto di riforma dell'organizzazione turistica regionale, procedendo nella direzione prefissata di creazione di un'entità unica che si occupi di turismo a 360 gradi, preposto allo svolgimento di tutte le azioni di marketing e di promozione dell'offerta turistica valdostana in tutte le sue declinazioni di prodotto e servizio, in stretto coordinamento con gli operatori privati e con le rispettive associazioni di categoria.
A tal fine si prevede, come primo ma fondamentale passo lungo un percorso di riforma obiettivamente complesso e delicato, l'effettuazione di uno studio che possa fornire elementi utili alla valutazione del modello maggiormente aderente al contesto valdostano e di individuare le più corrette modalità di passaggio dall'attuale sistema, così come definito dalla legge 6 del 2001, a un nuovo modello organizzativo maggiormente capace di realizzare, in particolare, il superamento delle attuali sovrapposizioni di competenze in materia di promozione e comunicazione tra assessorati regionali ed enti controllati o partecipati dalla Regione, con l'obiettivo di trovare strategie di integrazione e trasversalità.
Sviluppo della destinazione dei diversi prodotti turistici e definizione di una programmazione strategica, nonché monitoraggio e controllo mediante lo sviluppo di un efficace osservatorio del turismo e integrazione dell'attività di promozione con quella di informazione e accoglienza turistica sul territorio.
Abbiamo appreso che nel perseguire gli obiettivi del DEFR, l'Assessorato negli ultimi anni ha lavorato in Italia e all'estero per rafforzare la reputazione della Valle d'Aosta quale destinazione turistica di eccellenza, facendo leva sulla sempre maggiore notorietà del marchio turistico regionale, del marchio "Cuore". In considerazione del valore acquisito da tale marchio, nel 2021 è stata condotta un'analisi di contesto propedeutica a estendere l'uso, segno distintivo delle diverse eccellenze produttive della nostra Regione, strumento per affermare una marca Valle d'Aosta unica.
Questo segno grafico rappresentativo dell'identità e dell'immagine della regione, comporta l'esigenza di definire e codificare le regole e la disciplina d'uso del marchio ombrello, in relazione ai diversi soggetti e prodotti che a esso fanno riferimento.
Constatato che uno degli obiettivi del settore è la realizzazione di uno studio volto all'individuazione di un nuovo modello di organizzazione turistica, attualmente definito dalla legge 6 del 2001, fondato sulla creazione di un ente unico preposto al marketing e alla promozione dell'offerta turistica regionale in tutte le sue declinazioni di prodotto e di servizio, vogliamo anche rimarcare che l'ultimo piano di marketing strategico della Valle d'Aosta risale ormai a diversi anni fa, ci pare verso il 2008, e tenendo conto inoltre delle diverse considerazioni e riflessioni che sono scaturite durante l'audizione in Commissione dell'Assessore competente in merito al DEFR 2023-2025, in modo particolare per quanto riguarda la necessità di dotarsi come una delle principali priorità del settore di un nuovo piano di marketing strategico della Valle d'Aosta, si impegna quindi il Governo regionale a prevedere come una delle priorità del settore turistico, cioè come obiettivo, la realizzazione di un nuovo piano di marketing strategico della Valle d'Aosta, che definisca le linee guida attraverso le quali si sviluppino tutte le azioni conseguenti da porre in essere.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Intanto sono apprezzabili le premesse della sua iniziativa, perché tra le righe dicono di un lavoro della maggioranza finalizzato a promuovere al meglio la nostra meravigliosa regione, poi di un'attenzione anche da parte di alcuni colleghi dell'opposizione che, devo riconoscere, essere avulsi da logiche solamente politiche di contrapposizione.
Nel corso della citata audizione, molto lunga e articolata, sono state poste molte questioni sul tavolo relativamente al tema della promozione e comunicazione della nostra marca Valle d'Aosta che, come ho cercato di spiegare, rappresenta una destinazione, non solo un logotipo.
Il lavoro di tipo promozionale comunicativo sicuramente richiede una pianificazione preventiva, un disegno di lungo respiro e soprattutto la definizione di obiettivi che tengano conto della vocazione territoriale, che in parte è insita nelle cose: il nostro è un territorio particolare, molto fragile sotto il profilo ambientale e della sostenibilità, ed è caratterizzato dal suo essere integralmente montano. La nostra vocazione è in parte insita nelle cose, in parte va costruita, tenendo in conto della composizione sociale, produttiva, dell'esistente e anche del "prospettato", nel senso di desiderato. Contemporaneamente si deve lavorare nel consolidare la reputazione della destinazione, attraverso il lungo e complicato lavoro di concertazione di consapevolezza con i territori, gli enti locali, gli operatori culturali, commerciali, le loro rappresentanze, compresi i consorzi di operatori.
Questo lavoro in Valle si sta facendo da lungo tempo, non di sicuro da 25 mesi, attraverso una strategia di concertazione, di comunicazione, di promozione trasversale, che tocca ambiti che non attengono solo all'assessorato di cui ho la temporanea responsabilità, ma praticamente a tutti gli assessorati, da quello all'ambiente, all'agricoltura, all'istruzione, agli impianti a fune, al lavoro e non solo. È il motivo per cui il piano di marketing richiede una visione ampia, trasversale, un coinvolgimento a 360 gradi dei territori e delle istituzioni, della popolazione e soprattutto certezza delle risorse per la promozione e un modello di marketing e di promozione che intercetti le giuste competenze che, nella comunicazione e nella promozione, sono reperibili all'esterno, ma possono in parte anche essere internalizzate attraverso un piano di assunzione di consulenze mirato e ben definito, e la possibilità di operare trasversalmente, o quanto meno in modo coordinato e sotto un'unica regia, che può essere pure una cabina di regia istituzionale, ma anche rappresentativa del tessuto socioeconomico regionale.
I modelli a cui ispirarsi sono svariati e collaudati ma, proprio per le nostre peculiarità, non necessariamente questi modelli sono replicabili tout court in Valle d'Aosta, ed è il motivo per cui è previsto proprio nel DEFR uno studio che mette a confronto le realtà dei vari territori nazionali con un occhio anche a quelli transnazionali, per capire quale sia il modello migliore da adattare e riadattare alla nostra regione. Io dico sempre che copiare non è un delitto, guardare fuori può anche servire paradossalmente a costruire un modello originale che meglio si adatti alla nostra realtà.
Ricordo al collega Brunod che l'ultimo piano di marketing risale a un decennio fa; non credo nel 2008, ma forse nel 2012 scadde il precedente. L'allora maggioranza decise, almeno così mi è stato riferito non essendo io allora in Consiglio regionale, di non replicarlo fino a quando non si fosse concluso l'iter costitutivo dell'ente unico. Da allora il mondo è cambiato radicalmente, sia dal punto di vista economico finanziario: nel 2012 eravamo nel pieno della crisi mondiale, la nostra regione si dovette adattare al trend, volente o nolente, riducendo le risorse a bilancio, adottando spietate politiche di spending review, che naturalmente colpirono anche la promozione e la comunicazione; da allora anche la tecnologia ha fatto salti da gigante, ha cambiato radicalmente il modo di comunicare, di intercettare l'interesse del consumatore. Poi sono capitate alcune cose: in Valle d'Aosta abbiamo bruciato sette o otto governi, siamo andati a elezioni anticipate e nel mondo è successo di tutto, ultime ma non ultime purtroppo il Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità e non sappiamo che cosa ci aspetterà in futuro. Insomma, tutto ha partecipato a rendere la programmazione e la vision piuttosto fatua, diciamo così, opinabile, difficile da perseguire, ciò a prescindere dal Governo al governo, scusate il gioco di parole. Nel DEFR la presa d'atto di una situazione in continua evoluzione, qualcuno parla di involuzione, ma io voglio essere ottimista, è messa nero su bianco e in modo molto realistico guarda la prossima programmazione con onestà intellettuale e con la dovuta prudenza, senza assumersi impegni irrealizzabili e tempistiche stringenti e irrealizzabili anch'esse, che sappiamo richiedono processi lunghi, politici, ma anche di riorganizzazione, oltre a risorse importanti, non solo finanziarie, ma anche umane e intellettuali.
Entrando nello specifico della vostra risoluzione, il piano di marketing è sacrosanto; l'ho detto in audizione, lo ha ribadito il collega Marguerettaz che sul tema ha un'esperienza di molto superiore alla mia, che è stato artefice di diversi piani nel tempo. Ma se da oltre un decennio si è deciso di dare precedenza alla riforma propedeutica del cosiddetto ente unico, di cui esiste un progetto di legge, se ben ricordo del 2019, oggi a mio modesto parere inapplicabile, poco conforme alla nostra mutata realtà organizzativa, operativa e anche all'evoluzione del mercato turistico, se si è deciso di dare precedenza all'ente unico, è perché si è compreso che il mondo e il modo di comunicarlo è profondamente cambiato, e che quindi necessita di un sistema operativo che non può prescindere da una riorganizzazione di sistema che può essere fatta solo a bocce ferme, dopo un confronto attento con altre realtà, dopo un lavoro anche programmatico e di idea all'interno della compagine di maggioranza e di Governo, e successivamente in Consiglio. Un piano di marketing, nel senso come lei lo intende, richiede analisi di sistema, un osservatorio turistico istituzionalizzato e internalizzato, che appunto va organizzato per legge e che deve essere inserito nell'ambito dell'ente unico, o non unico, nel modello che si deciderà, ma anche una serie di dati che oggi non sono ancora fedeli alla realtà e che quindi falsano la composizione della clientela turistica. Mi riferisco in particolare alla mancanza dei dati provenienti dalle locazioni turistiche, che sono oggetto di un disegno di legge di prossima discussione. Una norma sull'imposta di soggiorno, anche questa a breve sarà in discussione, che definisca anche, insieme ai criteri di distribuzione delle risorse da questa provenienti, il ruolo complementare dei Comuni nel sistema della promozione e della comunicazione. E anche una revisione degli offices e della logica che li sottende, che è oggetto di ragionamenti attraverso il coinvolgimento attivo delle Unités e dei Comuni. Lunedì - solo per dire - sarò in bassa Valle per discutere con diversi sindaci e rappresentanti delle Unités coinvolte proprio dell'Office di Pont-Saint-Martin, della sua sostenibilità, del suo ruolo in quanto porta della Valle d'Aosta, e delle prospettive future. Abbiamo alcune idee rispetto a sinergie interessanti anche con soggetti privati, ma anche questo oggetto e questo soggetto dev'essere inserito all'interno del ragionamento più ampio.
Insomma, noi siamo convinti che un piano di marketing sia assolutamente necessario, ma siamo anche convinti, così come si decise dieci anni fa, che si debba procedere lungo un percorso di riforma di sistema, che è à la une e che è utile per fornire gli strumenti necessari ad attuarlo in modo organico, fattivo e soprattutto attuale, che tenga conto della mutata situazione sociale, economica, produttiva e delle nuove forme di comunicazione.
Ci impegniamo quindi ad accelerare il processo che favorisca l'attuazione di un nuovo piano di marketing moderno, fattibile, realistico, operativo e soprattutto efficace, ma non siamo ancora in grado di assumerci un impegno formale, neppure generico, sul DEFR, in quanto i tempi e le modalità dipendono da una serie di step che dipendono essi stessi da fattori politici finanziari, ma anche organizzativi, operativi e legislativi. È per questo che ci asterremo e le chiediamo, se possibile, di ritirare l'ordine del giorno.
Presidente - Consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Sicuramente la situazione politica valdostana non ha facilitato le cose ma, come ha ben evidenziato il collega Brunod oggi e ieri il collega Carrel, il piano strategico della Valle d'Aosta andrebbe aggiornato, soprattutto, come lei ha ben evidenziato, in un momento come questo nel quale si registra un rallentamento della crescita economica dovuto a tanti fattori: la pandemia, il caro energia e di nuovo all'inflazione.
Per quello che riguarda il piano di marketing, nella premessa, io ce l'ho qui davanti ai miei occhi, c'è scritto la seguente frase: "Parlare di strategie turistiche sta diventando sempre più necessario, ma anche sempre più difficile". Parole sacrosante, peccato che il nostro piano di marketing è datato 2014 e non 2012, e dopo la pandemia sarebbe stato il momento più propizio per andare a rinnovarlo. A mio avviso, permettetemi questa considerazione, basterebbe prendere spunto anche dalle numerose iniziative presentate in Consiglio regionale dal nostro gruppo, dall'opposizione, per avere una vaga idea di quella che dovrebbe essere una bozza del piano strategico di marketing.
Dato che siamo in ritardo, non perdiamo altro tempo e cerchiamo di fissare degli obiettivi ambiziosi ma raggiungibili. Pianificare un piano di marketing strategico, aggiornarlo in base alle esigenze del contesto socioeconomico attuale, come ben lei ha detto, rappresenta il futuro della nostra regione.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
L'ordine del giorno seguente è il n. 7 della Lega. Illustra il consigliere Manfrin al quale passo la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Tra il 2020 e il 2021 l'incidenza della povertà assoluta per le famiglie con tre o più figli minorenni è aumentata, passando dal 19,8 percento al 20,4 percento, raggiungendo un malore triplo rispetto alle famiglie con un solo figlio minorenne, e la povertà relativa colpisce una famiglia con figli minori su sei. A metterlo in evidenza è la tredicesima edizione dell'Atlante dell'infanzia a rischio in Italia dal titolo "Come stai", presentato a Roma in vista della giornata mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza. Presentato da Save the Children, l'organizzazione internazionale che da oltre cento anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, fotografa anche quest'anno le condizioni di vita di bambine, bambini e adolescenti del nostro Paese.
L'atlante sottolinea come le esperienze durante la gravidanza e fino ai due anni di vita influenzino lo stato di salute, l'apprendimento, così come il benessere sociale ed emotivo, con effetti che durano per l'intera infanzia fino all'adolescenza e all'età adulta. La maggior parte delle situazioni critiche nella fase cruciale dei primi mille giorni di vita sembra essere legata alle difficoltà socioeconomiche dei genitori, con evidenti disuguaglianze territoriali e non solo. L'accesso alle cure e il sostegno alla genitorialità sono allora determinanti per ridurre i fattori di rischio e rafforzare quelli di protezione e di stimolo, che avranno un impatto positivo dalla nascita del bambino fino all'età adulta.
Il fattore famiglia, che è l'oggetto di quest'ordine del giorno, è uno strumento che punta a garantire condizioni migliorative nell'accesso a prestazioni pubbliche per specifiche tipologie di famiglie con elevati carichi di cura, tenuto conto in particolare della rilevanza del numero dei componenti. È quindi uno strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali della famiglia che accede alle prestazioni sociali e dei servizi a domanda individuale. È un indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale che garantisce queste condizioni, integrando ogni altro indicatore, coefficiente o quoziente di premialità per le famiglie, al fine di individuare eque modalità di accesso alle prestazioni sociali e ai servizi a domanda individuale erogati dai Comuni. Il fattore famiglia intende superare i limiti dell'indicatore ISEE e migliorarne le capacità di misurare adeguatamente la situazione economica di un nucleo familiare.
La Regione Lombardia - non per prendere esempio regioni alloctone, ma purtroppo per il dato di fatto - è stata una delle prime a dotarsi di questo strumento di correzione dell'ISEE, con la legge regionale 10 del 27 marzo 2017, ha previsto ampi ambiti di applicazione: dall'accesso ai servizi in ambito sociale e sociosanitario a quello per l'abitazione principale, dai servizi scolastici di formazione al trasporto pubblico, ai servizi del lavoro, e ha demandato alla giunta regionale la definizione più puntuale delle modalità di attuazione, che devono prevedere agevolazioni aggiuntive ed elementi di priorità secondo determinati criteri. Anche la Regione Veneto - anche qui un esempio, ma che ci funge appunto, secondo me, da stimolo - con la legge regionale n. 20 del 28 maggio 2020, si è dotata del fattore famiglia, con le disposizioni inquadrate sotto gli interventi a sostegno della famiglia e della natalità. Nelle disposizioni presentate nelle due Regioni abbiamo visto che nel primo triennio di attuazione vengono individuate alcune misure di aiuto in ambito sociale, che prevedono facilitazioni economiche per le famiglie, il bonus assistenti familiari, la dote infanzia e il pacchetto famiglia, per le quali è stata anche prevista l'applicazione in via sperimentale del fattore famiglia.
Il fattore famiglia operativamente è una rideterminazione dell'ISEE nazionale e presenta scale di equivalenza più articolate. È in grado di cogliere in modo più preciso le molteplici dimensioni del bisogno, in particolare: incrementa i pesi dei figli, che non sono considerati come dei componenti generici e per essi considera anche la fascia d'età di appartenenza; tiene in maggiore considerazione il peso della presenza di disabilità, valutando anche il grado della stessa; considera maggiormente il caso di un genitore solo, madre o padre con figli; considera il caso di perdita di reddito derivante da problemi di lavoro; riconosce maggior peso alla persona che vive da sola, ad esempio il costo della vita più elevato dei padri separati, e considera la presenza di figli gemelli. Con questo strumento si consente: di stimare la retta e il contributo personalizzato di ogni singolo nucleo familiare, eliminando i classici sistemi a scaglione, a favore per questo motivo di una maggiore equità; verificare ex ante il budget di spesa per rispetto dei vincoli di bilancio; effettuare la verifica dei mezzi individuando possibili autodichiarazioni non veritiere. Insomma, il fattore famiglia è una misura che va nella direzione delle famiglie e per questo risulta essere uno strumento quanto mai efficace per la sua protezione e il suo sostegno.
Evidenzio in questo caso un interessantissimo incontro che si era svolto nel 2018, se non sbaglio, alla Cittadella dei giovani, cui era seguito poi un incontro presso il Centro per le famiglie di Aosta, situato in Via Federico Chabod, che aveva evidenziato tutta una serie di criteri e di fattori positivi nell'applicazione del fattore famiglia. Credo che proprio un intervento che va nella direzione di tutelare, di stimolare, di proteggere e di sostenere le famiglie e le politiche di natalità, sia l'obiettivo che oggi una regione che ha un calo demografico, in un Paese che ha un accentuato calo demografico e si interroga su quelle che sono le possibilità, debba percorrere.
Credo che sia importante anche evidenziare che nelle regioni, e soprattutto nei comuni che hanno applicato il fattore famiglia, si è potuto osservare un deciso incremento della natalità. C'è un bellissimo studio dell'Università degli studi di Verona, che ha indicato come un comune nel quale viene applicato il fattore famiglia, ha un fattore di natalità aumentato rispetto al comune vicino che non ha applicato il fattore famiglia. È veramente una dimostrazione plastica dell'efficacia di questo indicatore.
Con quest'ordine del giorno chiediamo all'Assessore competente di predisporre ogni attività necessaria, al fine di realizzare anche in Valle d'Aosta il fattore famiglia, quale strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali della famiglia che acceda a prestazioni sociali e a servizi a domanda individuale.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Per quanto riguarda l'introduzione di un indicatore qual è il fattore famiglia, che è una tematica trasversale a diversi settori dell'Amministrazione, questa è una misura che è già in valutazione da parte dei nostri uffici, ma che necessita comunque di un approfondimento anche in collaborazione con altre strutture dell'Amministrazione. Pertanto sicuramente vi è l'intenzione di procedere a un approfondimento su questa materia. Io penso che quest'ordine del giorno possa essere accoglibile, io presenterò però una modifica dell'impegnativa che adesso le leggo, Consigliere. L'impegnativa verrebbe così modificata: "Impegna l'Assessore competente a predisporre ogni attività necessaria al fine di valutare, anche in Valle d'Aosta, l'eventuale applicazione del fattore famiglia quale strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali della famiglia che accede alle prestazioni sociali e dei servizi a domanda individuale".
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Abbiamo sentito la proposta dell'Assessore che modifica l'impegnativa, quindi non realizzare ma valutare. Al di là di questo noi riteniamo che il fattore famiglia, così come è concepito, non prevede per esempio di andare incontro alle esigenze delle persone sole che non hanno figli e che non hanno magari altre persone a carico, ma che sono ugualmente in una condizione di difficoltà. Noi crediamo che un fattore famiglia dovrebbe essere esteso a tutte le tipologie di famiglia, qualsiasi esse siano; in questo momento gli esempi che ci sono nelle altre regioni individuano invece delle categorie di famiglie che sono quelle e non altre. Di conseguenza noi su quest'ordine del giorno ci asterremo comunque, anche con la modifica dell'impegnativa.
Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Molto brevemente. Noi nel 2021 avevamo presentato una mozione che andava in questa direzione e avevamo anche concordato con i colleghi della Lega un percorso. Siamo lieti finalmente che la Giunta e la maggioranza abbiano preso in considerazione quest'ordine del giorno, benché modificato alla democristiana, però va bene, nel senso che il vero caposaldo della società è la famiglia e la famiglia va sicuramente rafforzata, quindi noi la voteremo con grande convinzione e ringrazio i colleghi per averla presentata.
Presidente - Consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio ovviamente l'Assessore. Riteniamo che per quanto una valutazione sia meno impegnativa della sua realizzazione, questo mi pare evidente, ma la politica dei piccoli passi penso debba avere il sopravvento, quindi accettiamo la riformulazione.
Per quanto riguarda invece la collega Minelli, non posso che sottolineare che gli interventi a sostegno della famiglia sono una cosa, gli interventi a sostegno della povertà sono un'altra. È come se per esempio lei, collega Minelli, si fosse alzata dicendo che il sostegno all'imprenditoria femminile non andava votato, perché aiutava soltanto le donne e non invece tutte quante categorie imprenditoriali. Questa è una cosa che lei non ha detto e che quindi ha sostenuto, quindi evidentemente dimostra che probabilmente ci sono spesso due pesi e due misure.
Presidente - Non vedo altre prenotazioni. Mettiamo in votazione l'ordine del giorno come modificato. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'ordine del giorno è approvato.
Ordine del giorno n. 8, sempre della Lega. Il consigliere Ganis per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - Chiedo venia perché sarò un po' ripetitivo nel presentare la relazione. I problemi rimangono, cambiano un po' gli impegni da parte del Governo.
Quest'ordine del giorno vuole evidenziare il momento di crisi nel quale verte il settore del commercio, in seguito a due anni di pandemia, alla crisi economica che ormai persiste da anni, al caro energia, ma oggi anche all'inflazione galoppante. Va ricordata l'importanza del settore del commercio al dettaglio, come detto già prima, vero presidio territoriale del commercio ambulante, e di tutta quell'attività di vicinato che molte realtà - mi riferisco anche a quelle di montagna - mantengono viva una comunità. Purtroppo la realtà è quella che in molti comuni della Valle molti negozi sono in difficoltà e molte attività chiudono, tanto che la desertificazione commerciale è tangibile a partire dalla bassa Valle fino al centro storico di Aosta. Una piccola riflessione, a mio avviso, andrebbe fatta: chiudono le attività commerciali al dettaglio ma aprono in ogni dove gli ipermercati.
Tornando all'iniziativa, vorrei evidenziare l'importanza di preservare le attività di vicinato, le piccole attività commerciali, perché rappresentano il collante perfetto tra le nostre tradizioni, cultura e modernità. Non bisogna dimenticare che, grazie a queste attività, trovano lavoro intere famiglie valdostane, le quali gestiscono da generazioni i locali storici per tradizione e che caratterizzano il commercio nella nostra regione. Proprio per queste considerazioni, è necessario intervenire nell'immediato: potenziare, proporre strategie e incrementare l'offerta commerciale.
A questo punto perché non prendere degli spunti, anche dalle altre regioni? Perché non copiare quello che fanno le altre regioni? Mi riferisco al fatto di promuovere i distretti del commercio, cosa che succede in regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto. Ma cosa sono i distretti del commercio? Sono piccoli ambiti territoriali che consentono di valorizzare al meglio il territorio e che hanno, come finalità, quella di promuovere e rivitalizzare il commercio di prossimità. Un esempio? Ad Aosta potrebbe essere Viale Conte Crotti, che rappresenta un modello di aggregazione commerciale.
Lo scopo di quest'iniziativa è di valutare la creazione dei distretti del commercio urbano, attraverso una collaborazione tra associazioni di categoria, Regione, Comune, il tutto sotto l'occhio vigile di un manager. È necessario accrescere l'attrattività, migliorare i servizi al fine di promuovere il commercio, ma soprattutto c'è la necessità di una politica che sostenga il settore del commercio.
In base a queste considerazioni, si impegna il Governo regionale a prendere in considerazione la possibilità di promuovere i distretti del commercio, quali strumenti innovativi per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell'occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie collega Ganis. Ho avuto modo di documentarmi e di approfondire un po' la questione specifica dei distretti del commercio. Lei ha citato la regione Veneto, la regione Lombardia, la regione Piemonte, per rimanere nella regione verso la quale spesso si fanno dei confronti di efficienza, eccetera. Ma intanto queste regioni hanno una struttura completamente diversa dalla nostra e poi sono regioni che hanno una politica di sostegno, facciamo il caso del Piemonte, riguardo alle piccole e medie imprese che non è come la nostra. Francamente, lei lo sa bene essendo un imprenditore o provenendo da quel settore: abbiamo in passato, e ancora abbiamo confermato in questa legislatura, investito moltissime risorse a sostegno della piccola e media impresa, attraverso la politica dei fondi di rotazione, dei mutui, dei contributi per gli investimenti, dei contributi per le attrezzature, per aiutare i lavoratori. Solo ieri è stata approvata una legge sull'industria e l'artigianato, con la prospettiva comunque di utilizzarla un po' come pilota, se vogliamo, per altre esperienze nel mondo del turismo, e perché no anche nel commercio.
Peraltro io ho visto il bando del Piemonte, che stanzia mi sembra 500 mila euro per i distretti del commercio. Lei tenga conto che il Piemonte fa non so quanti milioni di abitanti, la Valle d'Aosta ha riconfermato, non appena ci siamo insediati, 500 mila euro di fondi per agevolare l'esercizio di vicinato, e quindi il commercio nelle piccole località; l'anno scorso abbiamo aumentato mi sembra a 600 o 620 mila euro e abbiamo peraltro anche arginato e contenuto, per venire anche incontro alle esigenze che lei ha manifestato nella sua precedente iniziativa. Abbiamo messo anche dei limiti di fatturato e di metrature, in modo tale da aiutare veramente le piccole attività e quegli esercizi di vicinato che, come diceva lei, sono dei presidi importantissimi. Quest'anno abbiamo raddoppiato: abbiamo portato praticamente al doppio, cioè 900 mila euro, aumentando i fondi se raffrontati a quelli stanziati dalle altre Regioni.
Poi è vero: la concertazione, la possibilità di coinvolgere, eccetera; ma non manca il dialogo continuo, non manca il continuo confronto con gli enti locali riguardo alla programmazione.
Lei prima ha citato in replica la questione delle grandi superfici di vendita. Io le ho ricordato che non è che la Regione nel 2014 non avesse voluto o non vi era l'intenzione di regolamentare, ma è proprio incostituzionale, quindi il fatto di replicarlo un'altra volta, vorrebbe dire perdere del tempo e, dall'altra parte, destinare una norma al macero e al cestino.
Credo che le cose si facciano. Ripeto, non è che si fanno da 25 mesi, da quando siamo insediati noi, ma è una preoccupazione credo della politica da lungo tempo quella di preservare gli esercizi di commercio come risorsa importante. Credo che in questi ultimi anni, già prima che ci insediassimo noi, quindi con la precedente legislatura, si abbia dato il segno di una grande attenzione verso questi settori, attraverso una politica di sostegno che, come diceva non mi ricordo se il collega Bertschy o direttamente il Presidente, non ha pari proporzionalmente al numero di abitanti in nessun'altra regione d'Italia. Il fatto che il Piemonte metta 500 mila euro per i distretti del commercio e noi 900 mila solo a sostegno degli esercizi di vicinato, oltre a tutte le altre azioni e agli altri strumenti a sostegno del tessuto produttivo, dice comunque di una grande attenzione da parte nostra.
Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di promuovere i distretti del commercio, ma noi riteniamo che al momento la linea tracciata vada nella direzione giusta, senza escludere la possibilità in futuro, perché tutte le sollecitazioni che arrivano dall'opposizione inducono comunque l'Amministrazione a ragionare sulla possibilità poi dell'applicazione del modello, anche di un modello di questo genere, ma che si attagli molto bene al territorio.
Presidente - Consigliere Ganis a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Guardi, non sono assolutamente contento della risposta e non la condivido affatto, perché lei mi ha detto: si potrebbe prendere in considerazione, però poi non lo faccio.
Qui bisogna trovare un modo di lavorare bene e i distretti, secondo me, hanno questa funzione. Il fatto di aggregare Comune, Regione, associazioni di categoria, secondo me in questa maniera si può lavorare bene. Perché Viale Conte Crotti lavora meglio rispetto a Via Sant'Anselmo? Se lo chieda. Faccia un giro in Via Conte Crotti e vada a fare un giro in Via Sant'Anselmo: sono due realtà diverse, eppure i negozi sono lì in centro come...
Interruzione fuori microfono.
No, ma non c'entra questo, c'è più aggregazione. È appunto per questo che attraverso i distretti si può creare aggregazione, cosa che lei proprio non vuole fare. E quello che le chiedo io è almeno di prendere in considerazione la possibilità; non le dico di fare domani un distretto del commercio, ma almeno di prenderla in considerazione.
Ovviamente i commercianti ringraziano l'Assessore al commercio.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 9, sempre della Lega. Il Consigliere Brunod si è prenotato, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Abbiamo letto il Documento di economia e finanza del 2023-2025 e abbiamo preso atto che, nel paragrafo 1.7 della Sezione 3 del DEFR, vengono trattati i temi relativi all'Assessorato all'ambiente, trasporti e mobilità sostenibile. Rileviamo che nel paragrafo relativo all'ambiente, quest'ultimo rappresenta una risorsa primaria e preziosa per la Valle d'Aosta. La sua tutela e la sua valorizzazione sono pertanto presupposto e caratteristica del welfare percepito e motore di sviluppo in numerosi settori, tra i quali si citano il turismo e il comparto dell'agricoltura, visto nei suoi molteplici elementi, quali aria, acqua, suolo, natura e paesaggio.
La tutela della biodiversità, la funzionalità dei servizi ecosistemici e la fruizione sostenibile del territorio, sono anch'essi obiettivi strategici che dovranno considerare anche la corretta gestione e valorizzazione delle aree naturali protette. Evidenziamo che ulteriori punti chiave e obiettivi dell'Assessorato nel prossimo triennio riguardano il potenziamento del sistema delle aree naturali protette, con particolare riferimento al progetto di ampliamento del Parco naturale Mont Avic. Rileviamo che sulla scheda obiettivo di riferimento i tempi di realizzazione stimati degli step necessari per conseguire risultati in merito all'attuazione di azioni e misure per il potenziamento del sistema delle aree naturali protette, con particolare riferimento al progetto di ampliamento del parco, si svilupperanno negli anni 2023, 2024, 2025 e anche oltre.
Tenendo conto che l'ente Parco naturale Mont Avic venne istituito con legge regionale 66 del 1989 sul territorio del comune di Champdepraz, dove vi è tutt'oggi la presenza della sede dell'ente, e che solo successivamente, nel maggio 2003, vennero ampliati i confini territoriali del parco nell'area denominata Vallone di Dondena nel comune di Champorcher, il Consiglio regionale impegna il Governo regionale, qualora venisse portato a compimento il progetto di ampliamento dei confini territoriali del parco, a mantenere la sede dell'ente presso il territorio in cui fu istituito in origine il Parco naturale del Mont Avic.
Voglio solo precisare che, come abbiamo detto, se venisse mai portato a compimento questo progetto, vorrebbe dire estendere l'area naturalistica, estendere i suoi interessi, la sua visibilità, quindi quest'impegnativa vuole porre delle certezze ma anche dare tranquillità a quelle persone che negli anni hanno creduto nel Parco del Mont Avic nel territorio di origine e hanno fatto degli investimenti, dando loro delle garanzie sul mantenimento della sede e, se vogliamo, anche un ruolo nella visibilità e nella centralità del parco nel luogo dove ha avuto origine e dove comunque ha la gran parte delle sue peculiarità su questo territorio; per noi sarebbe una cosa molto importante. Solo questo, grazie.
Presidente - Per il Governo si è prenotato il Presidente della Regione, ne ha facoltà
Lavevaz (UV) - Sarò brevissimo, anche perché quest'impegnativa non crea nessun tipo di problema da parte nostra, perché non ci è mai passato per la testa di spostare la sede. Nessun problema a votare quest'impegnativa anche se ci sarà un ampliamento a est, quindi con un piccolo spostamento di baricentro. La sede è giusto che rimanga dove è, anche perché sono stati fatti degli investimenti, quindi nessuna volontà da parte nostra di porre alcuna attività in questo senso.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Solo una brevissima osservazione. Io credo che l'impegno di quest'ordine del giorno, almeno per quanto riguarda la parte finale, "mantenere la sede dell'ente presso il territorio in cui fu istituito in origine il Parco naturale del Monte Avic" sia quantomeno pleonastico, perché io penso che nessuno, con gli investimenti che sono stati fatti e con la situazione attuale del Parco del Monte Avic, con i risultati che si sono ottenuti, pensi anche lontanamente a cambiare la sede qualora venisse portato a compimento il progetto di ampliamento dei confini territoriali. Perché qui, poi, con questa definizione "qualora venisse portato", in qualche modo si mette in discussione anche questa parte, cosa che invece è stata prevista da tempo e già dal 2019, il collega Chatrian lo sa bene, sono stati fatti dei passi in questa direzione. Poi recentemente il Presidente ci ha anche detto che i famosi 110 mila euro sono stati previsti e sono in qualche modo rientrati, quindi a me sembra veramente ridondante. Noi su questa roba ci asteniamo.
Presidente - Consigliere Cretier.
Cretier (FP-PD) - Soltanto per esprimere un parere. Ho seguito dall'inizio la nascita del parco e nel 2017 ho richiesto alle finanze un intervento all'allora assessore Laurent Viérin per il sostegno alle attività del parco, quindi credo che gli investimenti già iniziali e poi succedutisi nel tempo abbiano ragion d'essere e non credo che ci sia la volontà di spostare la sede. Quindi, da parte mia e del mio gruppo seguiremo l'iter e le scelte future, se comunque in qualche modo ci fosse il rischio dello spostamento, ma saremo lì a vigilare.
Presidente - Consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Volevo solo fare una riflessione. Sono contento di quello che ha detto la collega Minelli, da un certo punto di vista, che lei ha tutte le garanzie in merito. Mi dispiace un po' che se tutti gli ordini del giorno come partito avete sempre da puntualizzare qualcosa, non c'è niente che va bene; mi dispiace un po' da parte vostra vedere quest'atteggiamento.
Sono contento del collega Paolo Cretier, che comunque anche lui ha detto che vigilerà in merito. È un'impegnativa non così forte, come qualcuno dice, però diciamo che è anche bello e importante che in quest'aula si possa dibattere sui temi in modo più ampio e dare anche delle risposte a della gente che magari a volte pensa che delle cose possano succedere; alla fine quest'aula è il posto più idoneo per esprimere e fare certe considerazioni, solo questo.
Grazie per il vostro atteggiamento e ringraziamo anche il Presidente per quello che ci ha risposto.
Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'ordine del giorno è approvato.
Ordine del giorno n. 10, sempre della Lega. Il consigliere Manfrin per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Un genitore separato, inadempiente per la scarsità di mezzi economici, è vittima due volte: del naufragio di un progetto di coppia in cui ha investito tempo e fatica; dell'incapacità di un'amministrazione pubblica che deve garantire una vita decorosa a ogni bambino, e quindi indirettamente a chi vigila sulla sua crescita.
Non sono lontani i tempi in cui la definizione clinica della sindrome di alienazione genitoriale accese le discussioni nel mondo della psicologia e della psichiatria. Al di là di qualunque diagnosi efficace, è innegabile per chiunque si scontri con i conflitti propri di ogni separazione difficile, l'esistenza di atteggiamenti più spesso perpetrati da uno dei genitori, volti a spingere il minore ad allearsi con il genitore preferito, così da rifiutare la relazione con l'altro malevolo, adducendo motivazioni costruite ad hoc. Il destino dei genitori sembra così legato ai conflitti che li vogliono più o meno consapevolmente parte debole, anche alla luce della netta preponderanza degli affidamenti in favore di una parte, sintomo di una debolezza legislativa di stampo italiano con solide radici culturali. Oggi però a dare un ulteriore drammatico colpo a una funzione genitoriale culturalmente accessoria si pone la crisi economica, che taglia i fondi per condurre una vita dignitosa, senza la quale risulta utopistico svolgere il ruolo di genitore con efficacia ed energia.
I dati parlano chiaro: separarsi costa, e per molti padri ciò si traduce in una vita ai limiti dell'elemosina. Ecco che la scelta di continuare a convivere sotto lo stesso tetto da separati in casa, risparmiando sui generi di prima necessità e sopportando inevitabili recriminazioni o silenziosi rancori, diventa sempre più popolare. Vivere da soli è infatti più costoso: la spesa media per alimentari e bevande di un single è di 332 euro al mese, ben il 62 percento in più della media di ogni componente di una famiglia tipo di due o tre persone, pari a 204 euro.
La crisi economica detta anche il tipo di separazione. Da un lato, vivere da separati resta un'opzione fissa e si rinuncia al divorzio per risparmiare sulle spese legali, dall'altro il sempre maggiore ricorso alle separazioni consensuali, perché un unico avvocato costa meno di due. La predilezione per le separazioni consensuali, così come per la convivenza forzata, risulta quindi espressione di un accordo fittizio, teso ad evitare di cadere nella povertà assoluta, soprattutto se si ha la sfortuna di avere una busta paga che andrebbe a beneficio quasi esclusivo dell'altro coniuge.
Per chi comunque non se la sentisse di vivere sotto lo stesso tetto, la situazione si dipinge di toni non meno amari. Sono infatti molti i genitori separati che affollano le mense dei poveri o dormono in macchina: una presenza in crescita sul totale di 4,1 milioni di abitanti che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare. E se la crisi economica dà il colpo di grazia a una crisi di coppia già in atto, sovente essa stessa scatena il naufragio del progetto di vita comune: le difficoltà finanziarie sono alla base delle rotture di almeno il 30 percento dei casi, perché vengono meno molti punti fermi della vita familiare, della possibilità di uscire più spesso a cena, al non riuscire a rispondere alle richieste dei figli.
Separarsi è un dramma cui si può pensare di dar fine con la fine più indegna. Uno degli studi italiani più autorevoli, condotto dall'Associazione Ex, Centro assistenza genitori separati, nel periodo 1994-2002, stima il rischio di omicidio o suicidio nei genitori separati in 556 su 761 casi considerati, citati il Caetani nel 2013. Il suicida tipo è di sesso maschile, 62,5 percento fra i 38 e i 45 anni, con grossi ostacoli nel mantenere le relazioni con i figli e con problemi di reddito nel 32 percento dei casi. Gli effetti negativi del conflitto e della separazione non riguardano i soli genitori: come rilevato da Back nel 1987, il 70 percento dei giovani detenuti è cresciuto in situazioni di deprivazione genitoriale, con tutte le ripercussioni di ordine economico che questo comporta, per esempio il tempo di recupero. Gravissime poi le conseguenze sul piano psicologico ed esistenziale, tra le conseguenze della PAS, che è ovviamente non un partito politico ma è la sindrome di cui abbiamo parlato prima, si citano l'uso di stupefacenti, la dipendenza da Internet, gli abbandoni scolastici e i disturbi dell'apprendimento.
La convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia del 1989 considera la bigenitorialità un diritto del minore, in quanto soggetto cui destinare protezione e tutela da parte di entrambi i genitori. Per garantire questa tutela, per garantire condizioni di vita dignitose, bisogna necessariamente partire dal diritto alla casa. È proprio questo diritto alla casa che oggi con quest'ordine del giorno chiediamo di tutelare, un ordine del giorno che sicuramente incide, ci auguriamo possa incidere, in positivo sulla vita dei genitori separati, che evidentemente sono preda di quelle che sono purtroppo le conseguenze negative di questa separazione. Con quest'ordine del giorno chiediamo all'Assessore competente, così come realizzato da altre Regioni, anche in questo caso capofila, di predisporre una misura di sostegno per genitori separati o divorziati, attraverso l'erogazione di contributi economici per l'abbattimento del canone annuo di locazione di immobili adibiti a propria abitazione.
Presidente - Per il Governo l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Sicuramente è una tematica da approfondire e che approfondiremo, anche per valutare soprattutto le ricadute economiche. Sicuramente è un problema reale, non possiamo nasconderlo, va fatta una valutazione dell'impatto che ha effettivamente questa situazione sulla vita dei valdostani e quanto è anche l'impatto economico.
Con riferimento al problema della locazione, posso comunque dire che anche questo target di persone, se ne hanno i requisiti, possono comunque accedere al sostegno alla locazione, quindi questa è comunque una forma di sostegno economico alla quale loro possono accedere; questo non vuol dire che la problematica non esista.
In questo momento l'unica impegnativa che posso prendere è la disponibilità a un approfondimento della questione per valutare appunto l'adozione di misure idonee, ma non posso prendere un impegno economico, per cui in tal senso propongo l'astensione da parte della maggioranza.
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Voglio essere positivo, per lo meno anche soltanto ammettere l'esistenza di un problema significa essere sulla buona strada per cercare di risolverlo.
Per quanto riguarda quello che lei ha detto, Assessore, io credo che un approfondimento sia opportuno, anche perché lei potrebbe facilmente comprendere come, per esempio, se una persona avesse necessità di essere supportata dal bando affitti - lasciamo stare le considerazioni che abbiamo fatto fino a ora su ritardi e quant'altro - come lei sa, il bando affitti pone dei limiti di reddito ben precisi. E in questi limiti di reddito rischiano di non essere ricompresi i genitori separati che hanno un tenore di vita di un certo tipo, ma che vengono poi costretti dagli eventi a mantenere un ISEE che in realtà fotografia una situazione diversa. Per esempio, sono proprietario di casa, uno dei due genitori però ottiene l'utilizzo di quella casa e quindi io non la possiedo più, quell'alloggio continua a pesare sul mio ISEE e quindi mi fa registrare un ISEE superiore rispetto a quello che ho e io non avrò diritto di rientrare in nessuna formula di aiuto.
Numerose Regioni sono già intervenute a supporto di questo problema, perché purtroppo la fotografia dell'ISEE, come abbiamo già detto altre volte, lo abbiamo detto per l'edilizia residenziale, lo abbiamo detto per la parte del fattore famiglia, lo abbiamo detto e lo evidenziamo nel caso dei genitori separati, la fotografia dell'ISEE evidentemente non riesce a restituire un ritorno preciso di quella che è la situazione e la condizione. Ecco perché approfondire questo tema: noi porteremo al voto questa mozione anche soltanto per fornire un segnale, ma ritengo che sia comunque un segnale importante quello che l'assessore ha voluto dare, cioè quello di attenzione a questo fenomeno.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno successivo, il n. 11 della Lega. Lo illustra il consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Prendendo atto che al paragrafo 1.2 del DEFR vengono trattati i temi relativi all'Assessorato agricoltura e risorse naturali, sempre nel paragrafo dell'agricoltura si apprende che, oltre alle aziende agricole e dalle forme cooperativistiche, prosegue il sostegno al settore dei consorzi di miglioramento fondiario, non soltanto per le attività più prettamente concernenti il mantenimento delle infrastrutture consortili, ma anche per quelle funzioni collegate a una gestione più generale e multifunzionale del territorio, la viabilità per esempio, con tutte le implicazioni legate a una frequentazione turistica ed escursionistica della montagna, anche relativamente all'aspetto assicurativo degli amministratori dei consorzi.
Apprendiamo che uno degli obiettivi rilevanti del triennio 2023-2025 è la promozione e la manutenzione della rete escursionistica regionale nell'ottica dell'implementazione della sua fruibilità anche ai fini cicloturistici, previa adozione di apposita regolamentazione e conseguente mappatura e classificazione degli itinerari con posa di idonea segnaletica. Nella relativa scheda obiettivo apprendiamo che le risorse finanziarie stimate per il raggiungimento dell'obiettivo sono di euro 100 mila nel 2023 e 250 mila nel 2024 e che per quanto riguarda i tempi di realizzazione stimati necessari per conseguire il risultato, questi sarebbero gli step: adozione di una normativa ad hoc nel 2023; individuazione, mappatura e classificazione della percorribilità della rete sentieristica poderale e della viabilità minore con la bicicletta mountain bike nel 2024; ideazione e realizzazione di materiali e strumenti formativi per il corretto utilizzo della rete escursionistica nel 2024; predisposizione e posa di idonea segnaletica per l'indicazione degli itinerari riportante la classificazione del 2024; implementazione del catasto dei sentieri sulla base della mappatura e classificazione degli itinerari ciclo-escursionistici nel 2024.
Tenendo conto che negli ultimi anni si è registrato un utilizzo crescente di sentieri e strade poderali da parte di differenti tipologie di fruitori, in particolare accanto alla tradizionale presenza degli escursionisti è in deciso aumento l'impiego della bicicletta nelle sue diverse formule, evidenziamo che negli ultimi anni, in modo particolare durante la stagione estiva, diversi Comuni della nostra regione hanno gestito in modo autonomo e singolare le problematiche relative alla frequentazione condivisa di alcuni sentieri e itinerari. Riteniamo quindi che sarebbe opportuno che l'Assessorato competente, in vista della frequentazione della rete escursionistica e cicloturistica, individui e fornisca a tutti gli enti locali del nostro territorio, entro la primavera del prossimo anno, delle informazioni, dei suggerimenti e delle linee guida transitorie ed omogenee da tenere in attesa di arrivare a una regolamentazione definitiva della materia. Pertanto, chiediamo che il Consiglio regionale impegni il Governo regionale a predisporre e individuare, ai fini di un'ottimale frequentazione della rete escursionistica e cicloturistica entro la primavera del prossimo anno, delle informazioni e dei suggerimenti, delle linee guida transitorie e omogenee da tenere da parte di tutti gli enti locali della nostra regione, in attesa di arrivare a una regolamentazione definitiva della materia.
Presidente - Per il Governo l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie collega Brunod. Nell'ordine del giorno si riporta gran parte di quanto riportato nel documento dove parliamo di viabilità rurale per quanto riguarda la parte di agricoltura, o di rete escursionistica sulla parte delle risorse naturali, quindi la volontà di mettere in atto alcuni interventi che permettano di raggiungere il presidio del territorio e la funzionalità delle aziende agricole, e poi anche curare e dare una particolare rilevanza all'aspetto assicurativo degli amministratori dei nostri consorzi di miglioramento fondiario. Poi, sulla rete escursionistica regionale, nell'ottica dell'implementazione della sua fruibilità, anche ai fini cicloturistici, questo che è citato soprattutto come obiettivo dell'attività amministrativa: implementazione della fruibilità della rete escursionistica anche ai fini cicloturistici, previa adozione di apposita regolamentazione, conseguente mappatura e classificazione degli itinerari con relativa segnaletica.
L'obiettivo del DEFR è proprio arrivare a delle soluzioni, anche da un punto di vista normativo, ma queste non possono essere transitorie o provvisorie. Sono infatti disposizioni che hanno rilevanza su posizioni giuridiche e aspetti di responsabilità, che attraverso questo obiettivo del documento e, come vedremo analizzando il bilancio, attraverso un'implementazione di fondi per i consorzi di miglioramento fondiario, anche sull'aspetto assicurativo, stiamo affrontando.
Gli obiettivi dell'ordine del giorno n. 11 ricalcano essenzialmente quanto previsto dal documento. Vorrei però precisare che non è opportuno, anche in seguito a un confronto ovviamente con le mie strutture, dare indicazioni di normative provvisorie che non siano ben supportate da quelle azioni, sia di carattere informativo, sia di classificazione e di censimento della rete sentieristica, che le strutture dell'Amministrazione stanno mettendo in atto.
Certamente - questo sì, assolutamente - è possibile dare alcune indicazioni operative di concerto con il CELVA, che riteniamo debba essere parte attiva e di fatto lo è di questo processo: fa parte del tavolo tecnico che si riunirà nuovamente il 7 di dicembre, ampliando i posti a tavola ai referenti dei consorzi di miglioramento fondiario e a un referente anche dell'Office de tourisme.
Si propongono quindi alcune piccole modifiche formali. Si propone di sostituire, nella parte di premesse e nel dispositivo, la frase "Informazioni, suggerimenti e linee guida transitorie e omogenee da osservare da parte di tutti gli enti locali della nostra Regione" con "Informazioni generali e indicazioni operative di concerto con gli enti locali". Avevo messo anche la parola "cicloturistica", limitandosi a parlare di rete escursionistica, così da rimanere all'interno delle nostre competenze. Con queste modifiche, se accolte, si propone il voto favorevole.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Inizio con il dire al collega Brunod, che presenta quest'ordine del giorno come ha presentato quello precedente, che noi votiamo gli ordini del giorno quando sono condivisibili, quando contengono delle proposte sensate o anche quando ribadiscono qualche elemento che va sottolineato. Nell'ordine del giorno che lei ha presentato poco fa, noi abbiamo visto una proposta che non abbiamo ritenuto davvero una richiesta con fondamento. Ma al di là di questo, forse deve anche contare meglio, perché con quest'ordine del giorno, che voteremo, sono ben cinque su undici i vostri ordini del giorno che noi abbiamo votato fin qui. Quindi non c'è un'opposizione nei confronti di quello che voi dite, ma si vota nel merito delle cose.
Riguardo a quest'ordine del giorno, noi condividiamo che il tema della percorribilità delle strade poderali e anche delle ciclabili sia un tema che esiste, ne abbiamo parlato parecchie volte. Chiedere al Governo regionale di predisporre, così come avete fatto, delle informazioni o dei suggerimenti, e poi come adesso ha proposto l'Assessore di modificare, è una cosa che condividiamo, pensiamo che sia importante coinvolgere, come è stato detto, anche gli enti locali, e suggeriremmo anche di coinvolgere quegli ambientalisti integralisti del CAI che in tema di escursionismo e di cicloescursionismo hanno sicuramente delle competenze e dei materiali da condividere.
Presidente - Consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Ringrazio l'Assessore per la condivisione su questo tema. Sicuramente accettiamo le modifiche che sono state suggerite all'impegnativa e alle premesse, in quanto vanno nella direzione voluta dal nostro gruppo.
Per quanto riguarda le affermazioni della collega Minelli le rispetto, ma non le condividiamo; queste sono scelte personali, voi avete delle idee, noi abbiamo altre idee, ognuno è libero di esprimerle come vuole, ci fa piacere che alcune le condividete e alcune no.
Quindi condividiamo in pieno, sappiamo che questo è un tema molto importante e molto delicato che richiederà del tempo, ma l'ordine del giorno voleva proprio cercare di dare delle indicazioni e delle informazioni in modo omogeneo su tutto il territorio regionale, in modo tale che tutti gli enti locali cerchino nella prossima primavera-estate di andare nella stessa direzione, per evitare il più possibile dei problemi. Ringraziamo l'Assessore per l'accoglimento.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Ordine del giorno n. 12 della Lega. Ancora il consigliere Brunod, ne ha facoltà.
Brunod (LEGA VDA) - Rilevato che nel paragrafo relativo all'agricoltura si apprende che le attività dell'Assessorato saranno indirizzate all'attuazione degli aiuti previsti dalla legislazione regionale, in particolare dalla legge regionale 17 del 2016, nuova disciplina degli aiuti in materia dell'agricoltura e sviluppo rurale, che ne prevede una serie di incentivi complementari alle misure del PSR interamente finanziati da fondi regionale, e proseguirà il sostegno con attività dirette alla promozione dei prodotti enogastronomici del territorio rurale, mediante iniziative direttamente organizzate dall'Assessorato o mediante il sostegno ad altre iniziative di altri soggetti.
Tenendo conto dei principi espressi dall'articolo 17, azioni di valorizzazione e promozione del settore agricolo, della legge regionale 17 del 2016, dove si apprende che al fine di valorizzare e promuovere il settore agricolo, le filiere corte e la cultura rurale, con particolare riferimento al settore zootecnico e all'animazione sociale, la Regione può organizzare e partecipare a manifestazioni tematiche di interesse agricolo in ambito regionale, statale e sovra statale anche in collaborazione con altri soggetti, assumere altre iniziative dirette con particolare riferimento all'acquisto ai fini divulgativi di pubblicazioni tematiche a interesse agricolo e zootecnico e alla realizzazione e divulgazione, anche mediante l'acquisto di pagine pubblicitarie, di materiale informativo relativo alle produzioni agroalimentari e vitivinicole regionali, senza alcun pregiudizio qualitativo che evidenzi la superiorità di tali produzioni rispetto ad altre o riferimenti indiretti a singoli operatori del settore. Concedere aiuti a fondo perduto in natura sottoforma di servizi agevolati che non comportino pagamenti diretti ai beneficiari, per l'organizzazione e la partecipazione a concorsi, fiere, esposizioni e manifestazioni, finalizzate a valorizzare e promuovere il settore agricolo e la cultura rurale. Valorizzare le eccellenze del territorio regionale, con particolare riferimento ai prodotti a denominazione di origine protetta, ai prodotti a indicazione geografica protetta, ai prodotti agroalimentari tradizionali, anche attraverso la sottoscrizione di protocolli di intesa.
Possono beneficiare degli aiuti, di cui al comma 1 della lettera C, gli enti locali, le loro forme associative e soggetti privati che operano senza fini di lucro: le imprese, le reti di imprese, le associazioni di produttori in qualsiasi forma giuridica costituite operanti nel territorio regionale nel settore agricolo, aventi i requisiti di piccola e media impresa.
Al fine di promuovere il coinvolgimento e la conoscenza della realtà agricola presso la popolazione, la Regione può inoltre avviare attività didattiche relative alla realtà agricola regionale, attività di educazione alimentare, attività di divulgazione e di sperimentazione in ambito agricolo, progetti di sviluppo del settore agroalimentare con coinvolgimento dei portatori di interesse.
Prendendo atto che l'allegato della delibera di Giunta regionale n. 208 del febbraio 2022 definisce i criteri applicativi per la concessione degli aiuti a enti locali e loro forme associative o a soggetti privati che operano senza fini di lucro per la realizzazione di manifestazioni tematiche di interesse agricolo e il relativo articolo 5, condizioni di ammissibilità dell'allegato, prevede che gli aiuti sono ammissibili a condizione che le relative iniziative, per le quali si richiede il contributo, si svolgano sul territorio regionale, ottengano un punteggio, ai sensi dell'articolo 8 comma 2, maggiore di 16, riguardino la promozione e la valorizzazione di prodotti agricoli e agroalimentari locali, l'autenticità e le tradizioni rurali della comunità valdostana, siano avviate dopo la presentazione della domanda di aiuto. Nei casi in cui il richiedente avvii la realizzazione degli eventi dopo la presentazione della domanda di sostegno, ma prima della data del documento di approvazione dell'aiuto, lo fa a proprio rischio. Potrebbe infatti accadere che la proposta presentata non sia accolta, oppure lo sia solo in parte. In quest'ultimo caso soltanto le spese conformi all'atto di approvazione saranno riconosciute ammissibili.
Comma 2: i criteri per la concessione degli aiuti di cui alla presente deliberazione, non trovano applicazione per manifestazioni di carattere sportivo, ancorché a contorno della manifestazione medesima siano proposte degustazioni o altri momenti conviviali comunque denominati, con prodotti locali delle diverse filiere enogastronomiche.
Rileviamo che l'articolo 6, spese escluse, lettera J del testo coordinato dalla disciplina applicativa per la concessione dei contributi a sostegno dell'organizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi in ambito regionale, di cui al capo IV della legge regionale 1 aprile 2004 n. 3, si apprende che sono escluse le spese per organizzazione di eventi collaterali ancorché connessi all'evento sportivo per il quale viene richiesto il contributo, quali ad esempio eventi di intrattenimento, esibizioni, concerti, esposizioni, mostre e tanti altri.
Evidenziamo che sarebbe molto importante e strategico che gli Assessorati competenti prevedano, attraverso un aggiornamento dei loro strumenti normativi, la possibilità di promuovere, valorizzare e sostenere anche quelle manifestazioni e iniziative che hanno la finalità di mettere in evidenza e in sinergia le eccellenze da un punto di vista sportivo, competitivo e non competitivo, con le diverse eccellenze del nostro territorio.
Quindi il Consiglio regionale impegna il Governo regionale a predisporre, entro i primi mesi del 2023, la verifica e revisione dell'articolo 17 della legge regionale 17 del 2016 e dell'articolo 5, condizioni di ammissibilità, dell'allegato della delibera di Giunta regionale 208, in modo tale da sfruttare al meglio la grande potenzialità e visibilità che possono portare eventi e manifestazioni che allo stesso tempo promuovono e valorizzano diversi ambiti ed eccellenze del nostro territorio.
Presidente - Per il Governo l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Ricordo innanzitutto che la legge 17 del 2016 disciplina gli aiuti regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale e che l'articolo 17, citato dal collega, ha come obiettivo la valorizzazione delle filiere corte e la cultura rurale, e non sarebbe nell'ambito delle competenze prevedere con tale legge il sostegno a manifestazioni legate a eventi sportivi, competitivi, non competitivi o altro. A ogni modo la revisione della legge regionale 17 del 2016 è in corso, non per gli aspetti che vengono richiamati dall'ordine del giorno, ma in quanto è assolutamente necessario un adeguamento specifico ai nuovi regolamenti di esenzione dell'Unione Europea, un adeguamento che verrà presumibilmente messo in atto con la legge comunitaria annuale.
L'apertura a manifestazioni non esclusivamente a carattere agricolo di promozione dei prodotti del territorio, esula dalle competenze dell'Assessorato e soprattutto dalla dotazione economica e di risorse umane. Inoltre, altri sostegni, come quelle dell'Office de tourisme, permettono di contribuire a queste iniziative. Pertanto si proporrà l'astensione.
Detto ciò, come già ricordato, speriamo veramente che il 2023 sia un anno di ritorno alla normalità anche nell'ambito promozionale, dove si cercherà sempre più la massima collaborazione e di incentivare la stessa con gli altri assessorati che si occupano e seguono questi aspetti.
Presidente - Consigliere Brunod.
Brunod (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Ovviamente, come lei ha detto, la legge a oggi non prevede questo tipo di impegnativa che noi abbiamo sottoscritto con l'ordine del giorno, il quale infatti era fatto apposta per cercare, a livello costruttivo, di dare delle indicazioni, affinché si riesca, nei mesi successivi, cioè prossimamente, a rivedere questa legge così come è formulata a oggi, proprio per cercare di concretizzare quello che molte volte si dice a parole, cioè fare sinergia tra i diversi settori: turismo, agricoltura, sport; dal dirlo con le parole a cercare di concretizzarlo con i fatti. Noi abbiamo cercato di mettere in evidenza le mancanze o le limitazioni che ha questa legge nel limitare gli eventi collaterali. Per esempio, in questo caso parlavamo della legge che lei ha citato, gli eventi sportivi, ma che allo stesso tempo limita perché ci sono sempre di più - magari qua non ancora tanto a livello regionale, ma nelle altre Regioni stanno molto puntando ad organizzarli - eventi sportivi che, in parallelo, mettono al centro come obiettivo l'evento sportivo e di pari passo la valorizzazione dei prodotti tipici a livello di enogastronomia del proprio territorio. Ad esempio, in Valtellina Wine Trail, un evento che ha più di duemila partenti, è costruito all'interno della valorizzazione dei prodotti vitivinicoli della vigna e del territorio della Valtellina e ha una grande partecipazione proprio della Regione Lombardia, degli assessorati competenti, perché credono molto su questo progetto.
Quindi, era per cercare, come ha detto prima l'assessore Guichardaz, di evolversi, di andare in questa direzione, di fare una vera e propria sinergia per mettere in risalto le eccellenze del nostro territorio. Infatti, come adesso ho accennato al discorso dell'Assessorato, la stessa cosa la legge relativa alle manifestazioni sportive: vengono esclusi gli eventi collaterali. Crediamo che fare una riflessione su questo punto di vista meriterebbe dell'attenzione, per riuscire a ottenere dei risultati migliori attraverso la manifestazione dei nostri eventi, perché molti hanno la volontà di cercare di esprimere meglio le potenzialità del nostro territorio, però a volte siamo un po' limitati da questi piccoli cavilli a livello normativo che magari, senza uno sforzo così enorme, si potrebbero andare a rivedere.
Noi lo votiamo, è un ordine del giorno a livello costruttivo e ci auguriamo che prossimamente voi ci riflettiate.
Presidente - Mettiamolo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 13, sempre della Lega. Si è prenotata la consigliera Foudraz, ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - Questo ordine del giorno verte sull'esigenza di avere un quadro normativo complessivo nel settore dell'agricoltura, una norma che ha appunto lo scopo di favorire la diversificazione delle attività per consentirne l'integrazione al reddito per quanto riguarda le aziende agricole, quindi arrivare a una norma quadro, a una legge sulla multifunzionalità.
Cosa si intende per agricoltura multifunzionale? Si intende quell'agricoltura che, oltre ad assolvere la propria funzione primaria, ovvero la produzione di beni alimentari, è in grado di fornire servizi secondari che possono essere utili alla collettività. Infatti, l'agricoltura multifunzionale può anche disegnare il paesaggio, proteggere l'ambiente, il territorio, conservare la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socioeconomica delle aree rurali, garantire la sicurezza alimentare.
Come avevo già fatto presente nel Consiglio del mese di ottobre, avevo già portato quest'aspetto, poiché analizzando il punto 1.2 del DEFR alla voce "Agricoltura e risorse naturali", si leggeva che l'obiettivo del Governo regionale era di portare a termine l'iter di approvazione della legge sulla multifunzionalità in agricoltura, nella quale appunto saranno disciplinati, oltre all'agriturismo, l'agricoltura sociale, l'enoturismo e altre attività connesse, come a titolo esemplificativo la produzione di energia da fonti rinnovabili, le attività manutentive e quelle di trasformazione e commercializzazione.
Siccome - anche questo l'avevo già fatto presente nel corso dell'iniziativa che avevo presentato nel corso del Consiglio di ottobre - queste frasi le avevo già lette nei due anni precedenti, quando erano stati analizzati i DEFR 2020 e 2021, e ad ottobre, quando avevo presentato l'iniziativa per conoscere la tempistica della legge sulla multifunzionalità, in quell'occasione non avevo avuto una risposta così chiara da parte dell'Assessore.
Considerata l'importanza che rivestono le attività del settore agricolo, che incidono su tutto il tessuto economico e sociale regionale, ma vorrei sottolineare che incidono anche e soprattutto sull'aspetto turistico della nostra regione, ma non solo sull'aspetto turistico, perché incidono profondamente anche su quelli che sono gli aspetti ambientali del territorio, perché aiutano alla sua conservazione. Quindi, quest'ordine del giorno va nella direzione di addivenire in tempi io dico ragionevolmente stretti all'elaborazione di questa norma, che è comunque attesa da tutto il comparto agricolo. Per questo, con quest'ordine del giorno il Consiglio regionale vuole impegnare il Governo regionale, entro il primo semestre 2023, a presentare alla competente Commissione consiliare il disegno di legge sulla multifunzionalità in agricoltura.
Presidente - Per il Governo l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Torniamo sull'argomento, oggetto di un'iniziativa nel Consiglio del 2 e del 3 novembre 2022, riportato tutto nel documento, perché siamo certi, siamo convinti dell'importanza di tale legge che il comparto, come giustamente ha ricordato, si aspetta durante il prossimo 2023. Proprio perché siamo consapevoli della necessità di agire in questa direzione, durante l'anno in corso come Giunta abbiamo approvato le linee guida transitorie per l'esercizio dell'attività di enoturismo, con la realizzazione del relativo applicativo del Testo unico degli enti locali, per l'attivazione della SCIA, per dar modo al settore di svolgere tale attività durante lo scorso periodo estivo. Quindi un primo atto in attesa di.
Il processo di predisposizione è in atto, ma rischio di ripetermi a neanche un mese di distanza: i confronti sono diversi, come si è già detto. Se questi saranno celeri, molto probabilmente avremmo già un disegno di legge a un buon livello di definizione. Quello che è assolutamente necessario è di riuscire a fare un buon lavoro, ma che veda tutti i confronti e gli approfondimenti del caso con le varie associazioni di categoria; con alcune sono già in atto: un gruppo di lavoro all'interno di ADAVA per quello che riguarda la parte agrituristica verrà dato da qui a poco, probabilmente nei prossimi giorni verrà già convocato.
È sempre delicato prendere degli impegni di arco temporale, questo anche era già stato detto. Non dimentichiamo, ed è l'occasione per ricordarlo, che la struttura competente in materia è stata assorbita dall'ultimo Bonus entreprises, ma è una struttura che si è fatta carico nel 2020 delle misure Covid, nel 2021 delle nuove misure Covid, nel 2022 - come detto - queste misure messe in atto per contrastare le criticità generate dal conflitto e dal caro energia. Tutte misure emergenziali che hanno avuto la priorità, come in questo momento l'ha la misura 22 per completare l'azione verso i sostegni. La data del giugno 2023 non è così impossibile, anzi, è una data fattibile e le assicuro che ci sarà il massimo sforzo per riuscire nei primi sei mesi dell'anno, però, come le dicevo, diventa sempre difficile prendersi degli impegni come tempo.
Per quanto detto poco fa, per quanto detto nelle scorse iniziative, propongo il ritiro dell'iniziativa o, in alternativa, l'astensione.
Presidente - Consigliera Foudraz, a lei la parola.
Foudraz (LEGA VDA) - Grazie Assessore per la risposta. Non ritireremo quest'ordine del giorno, perché io so che è un lavoro complesso, so il carico di lavoro che hanno avuto le strutture, sia per tutte le misure che sono state messe in atto, sia per il fatto che comunque questi due anni hanno provato tutte le strutture, hanno provato un po' tutti, in realtà. Però quest'ordine del giorno voleva proprio far mettere una marcia accelerata a questo Governo, per cercare di arrivare a una normativa che abbia una visione complessiva di quello che è il comparto agricolo.
L'ordine del giorno non verrà ritirato. Io mi auguro che riusciate a produrla comunque entro il primo semestre 2023, sennò a luglio torniamo di nuovo all'attacco.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 14 della Lega. Consigliere Aggravi a lei la parola.
Aggravi (LEGA VDA) - Di questo argomento ne abbiamo già parlato nella scorsa legislatura, se n'è già parlato in passato e, se non erro, in un'iniziativa al collega Caveri avevamo già avuto occasione di poterne parlare. Nella discussione che si avrà poi successivamente, o comunque nelle notizie di stampa, in quelle che sono state le giuste preoccupazioni che si stanno avendo per quanto riguarda la situazione del Tunnel du Mont Blanc, abbiamo pensato di rilanciare una tematica, tenuto anche conto del fatto che non solo l'Assessore all'epoca, e anche in questi giorni, ma lo stesso Presidente, hanno più volte citato e parlato delle interlocuzioni che ci sono con le autorità, più di prossimità forse, anche francesi. Sappiamo che c'è una questione molto aperta nella Haute Tarentaise e non soltanto, un po' in tutta quella regione, relativamente alla possibilità di percorrere tutto l'anno il Colle del Piccolo San Bernardo. C'è stato anche nel 2019, e già all'epoca affrontammo questo punto, un referendum promosso dal Comune di La Thuile per capire quale fosse il sentiment della cittadinanza, riguardo alla valutazione di un nuovo studio di fattibilità per la realizzazione di un tunnel in quell'area a uso turistico, quindi vietato ai mezzi pesanti, per permettere una percorribilità tutto l'anno.
Tra l'altro spesso, lo abbiamo detto e lo ridiremo, sulla questione del Tunnel du Mont Blanc, dall'altra parte non abbiamo delle controparti interessate o comunque abbiamo delle controparti fredde per spirito diplomatico rispetto a delle soluzioni di raddoppio o comunque alternative. Invece, in questo caso sappiamo che dal lato di Bourg-Saint-Maurice per semplificare, o comunque potremmo dire da Albertville in su, la tematica è sostenuta, è all'attenzione di quella zona, principalmente per due motivi. L'uno è un motivo di sicurezza: molti forse sanno che nell'area di Plombières e Saint-Marcel c'è uno stabilimento molto importante, tra l'altro in tema di terre rare, di transizione ecologica e quant'altro, dovremmo guardare con molto interesse a quello stabilimento, perché nella realtà europea è un primario operatore di produzione di sodio e di litio, cosa che spesso noi andiamo a guardare esempi molto lontani, poi in realtà abbiamo delle realtà molto importanti vicine. L'industria elettrochimica, una volta chiamata La Volta, è per l'appunto al di fuori della Cina uno dei principali produttori di questi metalli speciali, di questi metalli rari, con i quali poi sappiamo ci sono tutta una serie di produzioni strategiche e sempre più strategiche che vengono realizzate. È uno stabilimento che, tra l'altro, si ricorda soprattutto per quelle che sono le condizioni di sicurezza ed è targettizzato con una rischiosità molto alta. E sapendo che sostanzialmente da lì si deve passare per raggiungere la parte più alta della Haute Tarentaise, in caso di necessità ovviamente non ci sarebbe una via di fuga, anche perché la strada è quella che è, in determinate parti dell'anno.
Soprattutto sappiamo che quella è un'area che, dal punto di vista turistico, è molto, molto intensiva e anche la possibilità di avere dei collegamenti non soltanto stagionali, o comunque che possono anche permettere una permeabilità del confine in modo continuativo, potrebbe anche essere di interesse da una parte e dall'altra. Su questo ogni tanto si fa anche un po' di battaglie di retroguardia, quasi con la paura che, se ci fosse una percorribilità maggiore, ci potrebbe essere una perdita o una concorrenza con l'altra parte. In realtà sappiamo che più le stazioni turistiche sono collegate o sono di facile collegamento, più queste lavorano, tenuto anche conto che, tra l'altro, e qui non è banale ma ne parleremo poi anche quando si parlerà del Monte Bianco, anche vedere il posizionamento degli aeroporti non è una tematica banale. Tempo fa, anni fa ormai, ero stato nel comune di Bourg-Saint-Maurice a sentire il comitato locale per la realizzazione di questo collegamento e loro ci parlavano dell'importanza che aveva, ad esempio, l'aeroporto di Torino o di Malpensa addirittura per determinati flussi turistici che interessano il loro comprensorio.
A fronte di questo, possiamo dire che quest'ordine del giorno può essere visto come un pezzo di strategia combinato con i ragionamenti sul traforo del Monte Bianco, perché anche qui io penso che, vista la complessità di questi temi, non bisogna mai escludere qualsiasi soluzione possibile. Quindi, chiediamo con quest'ordine del giorno di impegnare il Governo regionale e gli Assessori competenti in materia a rilanciare, nell'ambito delle interlocuzioni con le autorità francesi, il tema della realizzazione di un tunnel a uso turistico tra La Thuile e i Comuni francesi di Séez e Bourg-Saint-Maurice, quale alternativa di percorribilità continuativa del confine, ovvero anche potenziale volano di attrattività e collegamento tra realtà turistiche confinanti.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - La realtà spesso è fatta di sogni, quindi io non vorrei che a La-Thuile, quelli del comitato promotore, venissero turbati nel momento in cui si dovesse raccontare la cruda verità. Al momento attuale la cruda verità è che le autorità francesi, che io ho incontrato nei mesi scorsi per impostare il periodo di programmazione 2021-2027, non sono interessati al collegamento attraverso il Colle del piccolo San Bernardo aperto tutto l'anno. Tuttavia, ripeto, visto che il suo è un impegno molto civile e molto garbato, non che avessi dei dubbi, ma credo che sia anche interessante, perché a La Thuile si abbia una risposta definitiva rispetto anche a una serie di illusioni che in questi anni si sono create.
Perché parlo di illusioni? Lei ricorderà, perché ne abbiamo parlato qui, i costi stratosferici di un'eventuale galleria, che poi è l'unica soluzione percorribile. E anche soprattutto, visto che lei è sceso spesso a Bourg-Saint-Maurice, avrà visto come la strada dovrebbe essere totalmente rifatta, perché non c'è un guard rail, mentre per la parte italiana, bisogna riconoscere, c'è stato un impegno molto forte dell'ANAS. Però, visto che io dovrei incontrare nelle settimane a venire Hervé Gaymard - che tra l'altro non è un politico di serie B, è un politico che ha avuto dei ruoli a Parigi molto, molto importanti - assumo volentieri, congiuntamente con il Presidente e con gli altri membri di Giunta che si interessano di queste questioni, prendiamo atto di questa cosa e in maniera non fittizia avremo un'interlocuzione con loro per capire dove trovare i soldi. Lo dico perché nella discussione successiva che noi avremo, sia sulla questione del traforo del Gran San Bernardo, sia sulla questione del Monte Bianco, la richiesta che la Valle d'Aosta dovrà fare negli anni a venire o comunque gli investimenti che dovranno essere fatti in Valle d'Aosta, per infrastrutture di quel tipo, saranno investimenti molto cospicui; anche questo dovrebbe essere molto, molto cospicuo e dubito che ci possa essere la possibilità di mettere in campo cifre così elevate per tutto. Però, onestamente mi impegno a riferire in Consiglio, in Commissione, dove voi riterrete, quali saranno le intenzioni francesi e naturalmente, rispetto anche alle loro posizioni, quelle che saranno le posizioni speculari che noi assumeremo.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Guardi, io solitamente sono civile e garbato, a meno che non mi si faccia arrabbiare, penso che ormai un po' mi si conosca.
Lei Assessore ha sicuramente sempre più certezze di tutti noi, e di questo sono contento. Non ho capito se lo votate? Lo votate. L'obiettivo mio e dei firmatari, lo abbiamo già detto altre volte, non è necessariamente creare un'opera che può dare sogni, nel senso che anche l'elettrificazione della ferrovia sembra quasi un sogno e costa tanti soldi, come anche - me lo consentiranno le colleghe di fare questa battuta - altre opere. Il fatto e l'obiettivo qual è? É quello di non concentrarsi sempre e solo, ma lo dico in un'ottica strategica, su una unica soluzione. L'obiettivo è cercare, come anche vedremo sull'ordine del giorno che poi si discuterà, la migliore soluzione per permettere un passaggio fondamentale di un confine, che è a dir poco strategico e anche sempre più strategico. Tra l'altro - questo glielo dico anche perché io non ho una famiglia tanto importante, ma una parte di essa viene da Bourg-Saint-Maurice - quella strada per fortuna o purtroppo la conosco abbastanza bene, e le posso dire che non è solo una questione del comitato di La Thuile, perché c'è anche un comitato dall'altra parte e ci sono anche dei soggetti che dall'altra parte comunque dicono la loro. Soprattutto la parte della sicurezza non è assolutamente banale, perché chi conosce quello stabilimento sa che è strategico, ma allo stesso momento è stato piazzato in una posizione che ovviamente oggi, anche per il numero di persone residenti, è notevolmente importante.
La ringrazio per il suo impegno, la ringrazio anche per quello o quando ci riferirà, che poi sia in Commissione o in aula l'importante è che si sappia qualcosa. Riprenderemo il discorso successivamente.
Presidente - Mettiamo in votazione, la votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 32
Favorevoli: 32
Contrari: 2
L'ordine del giorno è approvato.
Ordine del giorno n. 15, presentato dalla Lega. Illustra la consigliera Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - L'ordine del giorno che andiamo ad analizzare ora, verte sull'importanza che hanno i nostri beni culturali, il patrimonio dei nostri beni culturali, che sono situati sul territorio della regione. Un territorio il nostro che ha un'estensione che è di poco superiore a 3260 chilometri quadrati. La nostra è la più piccola Regione d'Italia ma, nel suo piccolo, è ricca, se non ricchissima, di siti archeologici e di castelli.
Questo fa sì che sia un richiamo per quello che concerne il settore turistico culturale, un settore che è in continua crescita per numero di visitatori che frequentano i musei, i castelli e vari siti archeologici. È un volano per tutto il tessuto economico regionale, perché il turismo in Valle non è solo quello invernale caratterizzato dalle innumerevoli piste da sci presenti, oppure dal turismo estivo incentrato su escursioni in montagna. Il conoscere le peculiarità della nostra regione, anche sotto il punto di vista dell'enorme potenziale offerta nel campo dei beni culturali, renderebbe la nostra regione attrattiva, dal punto di vista turistico, per tutti i dodici mesi dell'anno. Tanto è stato fatto, bisogna riconoscerlo, ma c'è ancora da fare in termini di interventi, per rendere pienamente fruibili tutti i beni che sono presenti sul territorio e potenziare, conseguentemente, l'offerta del turismo culturale.
Nel documento che stiamo analizzando, alla voce "Assessorato beni culturali" si cita testualmente che saranno portati a termine, o avviati, lavori presso siti archeologici e castelli. Andando però ad analizzare le schede obiettivo presenti all'interno di questo documento, io almeno non ho trovato i dati e nemmeno le risorse per mettere in atto alcune iniziative che sono citate. Faccio un esempio: quello che ha attirato subito la mia curiosità, sarà perché sono del luogo, è stata quella relativa alla progettazione e alla realizzazione del parcheggio interrato a servizio del castello di Aymavilles. Nella descrizione delle opere da compiere nel triennio 2023-2025, si cita appunto quest'importante intervento, ma nelle schede obiettivo non ho trovato traccia, né in termini di risorse, né tantomeno in termini di tempistica di quanto scritto.
Sicuramente lei, assessore Guichardaz, non so se durante questo Consiglio, perché ho presentato un'iniziativa al riguardo ma vista l'ora e visto che abbiamo ancora ventinove ordini del giorno da discutere, non so se riusciremo a trattare l'argomento durante questa seduta, comunque avevo presentato un'iniziativa che entrava più nel dettaglio, per capire appunto quali fossero le intenzioni in merito alla realizzazione del parcheggio interrato di cui ho parlato; vabbè, tralasciamo questo fatto.
Ritengo che una pianificazione efficace per valorizzare e fruire di tutto quello che è il patrimonio storico e archeologico sia da fare: un piano dettagliato degli interventi che sarebbero da attuare per rendere fruibili tutti i siti archeologici e i castelli presenti sul territorio regionale, sia in termini di realizzazione delle eventuali infrastrutture, come ho citato prima quelle del parcheggio, ma anche restauri che ancora debbono essere fatti. Sarebbe uno strumento di pianificazione che permetterebbe anche quello che è un marketing turistico.
È per questo motivo che con quest'ordine del giorno si vuole impegnare il Consiglio regionale a redigere un piano dettagliato di tutti gli interventi ancora da portare a termine, sia per quanto riguarda i lavori ma anche per quanto riguarda le tempistiche, che riguardano appunto tutti i siti archeologici, tutti i castelli, tutto quello che è il patrimonio dei nostri beni culturali.
Presidente - Per il Governo l'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Grazie collega Foudraz. Con me sfonda una porta aperta quando parla di cultura come di elemento caratterizzante e trainante anche del turismo. Sa bene che la cultura materiale e immateriale, come peraltro ho detto in replica, sono al centro della nostra vocazione come Regione Valle d'Aosta. E come ho detto in replica, il DEFR è per forza di cose un documento di sintesi che individua alcuni obiettivi, non tutti, peraltro un obiettivo per ciascun dipartimento, e non è esaustivo della situazione generale: occorre guardare il bilancio, occorre guardare i programmi operativi, i piani lavori, eccetera. Quindi, non sono presenti i finanziamenti per le opere in itinere e per le opere future, in quanto bisogna andare a scavare, avremo modo poi quando discuteremo del bilancio di vedere esattamente voce per voce.
Il DEFR, come lei ha puntualizzato, prevede una serie di lavori, di programmi di legislatura: la valorizzazione del castello di Sarriod, il parcheggio interrato del castello di Aymavilles, la Maison Caravex e tutta un'altra serie di lavori, che sono però una minima parte di quelli che vengono effettuati. Il collega Sammaritani tra l'altro, avendo fatto anche lui l'assessore alla cultura, sa bene che vi è un'estrema complessità, che interseca peraltro lavori pubblici con soprintendenza, quindi non è così facile. Così come non è facile definire, tra l'altro, un piano dettagliato, come lo ha evidenziato lei, degli interventi in termini di lavori che sono da attuare per rendere pienamente fruibili i siti archeologici e i castelli. Lei sa bene che i beni non potranno mai essere completamente fruibili per motivi di conservazione, di oggettiva impossibilità di adeguamento: alcune parti sono inaccessibili, altre sono fruibili solo a determinate condizioni, sia per la tutela della sicurezza degli utenti, sia degli operatori. Così come non è possibile definire un piano preciso degli interventi, perché - come lei sa - sui nostri castelli e sui nostri siti spesso intervengono finanziamenti che arrivano volta per volta dal Ministero, da progetti provenienti dall'Europa, da ALCOTRA, INTERREG o da finanziamenti di altro genere. Quindi, la progettazione e le tempistiche dei lavori e dei finanziamenti seguono anche delle dinamiche finanziarie che non sono prevedibili nel breve termine, cioè si fanno dei lavori che rientrano nel piano lavoro sul medio termine e poi dopo, come ha visto con il castello di Aymavilles e con il castello di Saint-Pierre, le tempistiche dipendono spesso da una serie di fattori che non sono possibili da evidenziare.
Per questi motivi la nostra attenzione e della Soprintendenza è sempre puntata, così come quella dell'Assessorato ai lavori pubblici, rispetto al parcheggio di Aymavilles. Lei sa bene, perché l'ho già detto e lo dirò poi in risposta alla sua interpellanza, che sono già stanziati i soldi per il progetto, rientra nel piano lavoro, ma bisognerà trovare le risorse. È un progetto da 5 milioni di euro, se ben ricordo, e bisognerà poi trovare le risorse, così come per tanti altri, per esempio per Fénis sono state quasi completamente trovate le risorse, eccetera. L'attenzione c'è, è piena, ma risulta impossibile rendere pienamente fruibili tutti i nostri siti e soprattutto non è fattibile, credo che lei lo sappia avendo operato in un'amministrazione pubblica in quanto amministratore, fare un piano sul lungo termine su tutti i nostri beni. Per questo ci asterremo.
Presidente - Consigliera Foudraz a lei la parola.
Foudraz (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Quest'ordine del giorno probabilmente non è stato capito. In realtà non volevo questa risposta, nel senso che mi chiedevo se era possibile avere un piano dettagliato degli interventi ancora da fare. È chiaro che la tempistica ovviamente è modulata secondo i finanziamenti che possono arrivare da diverse fonti. Io quello che chiedevo era se era possibile conoscere quella che è la situazione attuale di tutto il nostro patrimonio dei beni culturali. Non ci siamo capiti sull'ordine del giorno, quindi è inutile che lo portiamo in votazione. Pertanto, ritiro l'ordine del giorno perché abbiamo avuto un piccolo fraintendimento.
Presidente - L'ordine del giorno n. 15 della Lega è ritirato. Passiamo agli ordini del giorno di Forza Italia. Ordine del giorno n. 1. Si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno si riferisce all'integrazione dell'assegno unico universale per i figli a carico, che è stato introdotto quest'anno dal Governo nazionale.
Sostanzialmente, a seguito della situazione di estrema difficoltà sotto il profilo demografico che sta vivendo il Paese, e anche a seguito delle raccomandazioni che sono sopraggiunte dall'Unione Europea nell'ambito del PNRR, di portare delle riforme verso le attenzioni alla famiglia, lo Stato ha individuato già un insieme di iniziative da porre in essere. È stata approvata la legge delega con cui dovranno essere definiti dei decreti di attuazione del Family Act e nel frattempo, sin da subito, ha introdotto questa misura di assegno unico universale per le famiglie con figli a carico.
Sicuramente tutto questo è sulla scorta di quelle che sono le esperienze degli altri Stati europei, perché lo squilibrio demografico che c'è in Italia, con la carenza di giovani generazioni, è frutto in parte sicuramente della scarsa attenzione che c'è stata nell'ultimo decennio e negli ultimi decenni, dove il welfare è stato spesso sbilanciato a favore del sistema previdenziale, concentrando l'attenzione tutto sugli over ma non sugli under.
L'iniziativa che abbiamo presentato tiene conto che l'assegno unico universale, così come è stato inteso in tutta l'Unione Europea, dovrebbe essere universale. Questo significa che non è una misura di contributo verso la povertà o l'inclusione sociale, ma una misura a favore delle famiglie per favorire la natalità.
Quest'assegno parte da 175 euro e va a finire poi a 50 euro al mese, in funzione delle situazioni reddituali. Questa è stata l'applicazione che il Governo di sinistra ha messo in atto, a differenza di quanto avvenuto, ad esempio, in Germania dove si parla più di 200 euro al mese che sono state messe a disposizione per tutti i nati fino al raggiungimento dei 21 anni di età, a prescindere dalle dichiarazioni ISEE; questa misura pare che abbia portato dei risultati positivi, perché la Germania, negli ultimi anni, ha recuperato il gap che aveva rispetto alla media europea.
Quindi, tenuto conto della situazione di grande difficoltà che vive anche la Valle d'Aosta rispetto alla situazione italiana sotto il profilo demografico, per la perdita negli ultimi anni di circa mille giovani, di minori nascite, che sono sicuramente un effetto molto pesante, abbiamo pensato di introdurre questa misura integrativa, da introdurre attraverso un piano da definirsi entro novanta giorni e, nel frattempo, di ridefinire e rivalutare le misure che sono previste dalla legge 23 del 2010.
Presidente - Risponde l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Sicuramente condivido le premesse dell'ordine del giorno, che sono state presentate dal consigliere Marquis. Sicuramente la denatalità è un problema importante, osservo - ma questa è una nostra opinione - che non sono solo con delle politiche economiche sul reddito che combattiamo il fenomeno della denatalità; per esempio, l'altro strumento è quello di ampliare l'offerta dei servizi volti a consentire una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia. In questo senso l'Amministrazione regionale, già nell'ambito del prossimo bilancio di previsione 2023-2025, ha previsto risorse aggiuntive, come avevo già preannunciato, per i finanziamenti agli enti locali di posti aggiuntivi di asilo nido.
Il problema di quest'ordine del giorno è fondamentalmente di valutazione anche economica: non sappiamo quale sia l'impatto, che potrebbe essere sul bilancio regionale anche importante; non c'è una effettiva valutazione da questo punto di vista. Tutti noi sappiamo, ma lei lo sa ancora meglio di me, che il bilancio regionale è un po' una coperta, per cui quando si fanno degli investimenti o si mettono dei soldi in un ambito bisogna toglierli da un'altra parte. Per quanto riguarda quindi questo tipo di impegno, io non penso in questo momento di potermelo assumere, o comunque non se lo può assumere il Governo, per cui le richiedo o il ritiro di quest'ordine del giorno o annuncio l'astensione della maggioranza.
Presidente - Consigliere Marquis.
Marquis (FI) - Una breve replica. Condivido, Assessore, le sue parole, che il problema della natalità non si risolve solo con un sistema di contribuzione, ma anche con dei servizi, ma non solo, anche con un approccio culturale diverso rispetto a quello che è il percorso di vita. Quindi la situazione sicuramente è complessa. L'ordine del giorno che noi abbiamo presentato siamo consapevoli che comporterebbe degli oneri al bilancio regionale, ma voleva essere uno stimolo per cercare di capire qual è la direzione che sta prendendo l'Europa, quella che sta prendendo il Paese, che è un po' differente rispetto all'approccio che diamo noi. Non è solo la questione dei servizi, ma è anche una modalità per riorganizzare la contribuzione alle famiglie, con la sottrazione di tutto un insieme di misure che sono frammentate, che comportano burocrazia, che comportano incertezza, che comportano difficoltà, mettendole tutte collocate dentro una misura unica.
La nostra finalità era questa e spero che questa breve discussione di presentazione dell'ordine del giorno possa far scaturire qualche ragionamento, per andare anche in Valle d'Aosta nella giusta direzione. Lo possiamo anche ritirare, però era questo lo stimolo che volevamo offrire alla discussione.
Presidente - L'ordine del giorno è ritirato. Passiamo al seguente, il n. 2 di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Non ho trovato nel DEFR un riferimento a una condivisione che mi pareva ci fosse stata e fosse avvenuta il 23 giugno, quando abbiamo presentato una risoluzione. Il riferimento è a quel confronto che era avvenuto nell'aprile 2022 con i rappresentanti della Giunta regionale, erano presenti i capigruppo, le organizzazioni sindacali di categoria dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale della Valle d'Aosta, nel quale la Giunta aveva assunto l'impegno di costruire un tavolo concernente la questione dell'equiparazione previdenziale ed economica, per la redazione di un provvedimento normativo finalizzato all'istituzione di un comparto soccorso e sicurezza della Regione.
Il 21 giugno l'Amministrazione regionale ha trasmesso alla Commissione paritetica per l'attuazione dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta lo schema di norma di attuazione in materia di trattamento pensionistico previdenziale, le dichiarazioni che si fecero poi il 23 giugno 2022 avevano alimentato e avevano avuto una condivisione a nome della Giunta e dei capigruppo degli obiettivi individuati. Dal 23 giugno a oggi si sono fatti alcuni passi avanti, la norma è stata votata dalla Commissione paritetica, trasmessa ai Ministeri competenti che si dovranno esprimere in tempi ragionevoli; dico ragionevoli perché evidentemente è caduto il Governo e quindi la Commissione paritetica va ricomposta. Vi assicuro che faremo tutto il possibile che questo accada quanto prima.
Con quest'ordine del giorno, ritornando su quell'argomento che ci sembra importante, invitiamo la Giunta regionale a predisporre, entro il 30 marzo, il provvedimento legislativo utile all'istituzione di un comparto soccorso e sicurezza della Regione, così come dagli intendimenti che erano stati condivisi appunto il 20 aprile e che abbiamo indicato in premessa.
Presidente - Si è prenotato il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - In effetti il DEFR non cita questa problematica, ma come tante altre. Ovviamente il DEFR non può scendere in un dettaglio tale da coinvolgere tutte le attività dell'Amministrazione. Nello specifico, come ricordato in maniera puntuale nell'ordine del giorno, il percorso in questo senso è stato avviato già nella primavera scorsa e non solo in questo senso, perché ci sono anche altre vie parallele: modifica della legge specifica sui Vigili del fuoco, gruppo di lavoro, c'è l'aspetto più generale della gestione dell'emergenza in Valle d'Aosta che è oggetto di un'analisi ormai da un anno e mezzo e stiamo iniziando a tirare qualche somma.
Nel caso specifico, diciamo che l'impegnativa su questa direzione l'avevamo già presa, sia io che l'assessore Sapinet, già nel confronto del 20 aprile. Quella data era stata peraltro la prima occasione in cui i sindacati erano arrivati con un'idea per la prima volta congiunta di condividere questa linea e quest'idea di comparto sicurezza, e già in quell'occasione ci eravamo espressi a favore di questa direzione. L'abbiamo ribadito in occasione della vostra iniziativa del 21 giugno, quindi anche oggi ribadiamo questa volontà di andare in questa direzione.
L'unica cosa, come le ho accennato prima nei corridoi, chiederei di modificare l'impegnativa, non per voler allungare il brodo ma quasi al contrario, nel senso che il termine del 30 marzo per noi può andar bene, ma siccome non dipende solo da noi il percorso, ma ci sono tanti altri attori coinvolti in questo iter, io proporrei di modificare in questo senso: "Impegna il Governo regionale a predisporre quanto prima e possibilmente entro il 30 marzo il provvedimento legislativo". Noi abbiamo tutta la volontà di chiudere questo passaggio quanto prima, quindi l'impegno c'è e va in quella direzione. L'unica cosa, non dipendendo solo da noi la chiusura del cerchio, mi sembra più prudente prenderci un'impegnativa che siamo certi di poter in qualche modo soddisfare.
Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Sono lieto della risposta e siamo disponibili ad accettare l'emendamento. Il nostro intervento significava rafforzare la progettualità, le azioni e anche dare corpo gli impegni che ci eravamo presi, quindi condividiamolo l'emendamento e ringrazio per l'attenzione.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno così come emendato. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Presidente - Ordine del giorno n. 3 di Forza Italia. Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno ritorna sul tema della morosità incolpevole, sul quale abbiamo avuto modo di dibattere diverse volte in Consiglio regionale, ma vuole essere anche la conseguenza di quanto è stato affermato da lei, Assessore.
Per inquadrare la questione in modo molto breve, è stato istituito il contributo per la morosità incolpevole a favore degli abitanti degli alloggi di edilizia residenziale pubblica che hanno un ISEE fino a 26 mila euro. Di pari passo la Regione dà un contributo per il bando affitti a delle persone e a delle famiglie che hanno un ISEE fino a 12 mila euro, cioè 14 mila euro in meno. Abbiamo chiesto di estendere l'istituto della morosità incolpevole anche a tutte queste persone che hanno una minore, neanche pari, capacità di reddito patrimoniale per una questione di giustizia sociale.
Lei ci ha detto che questa norma è iniqua rispetto a tutta questa categoria di persone, pertanto a seguito di quest'affermazione, di questa condivisione di principio, siccome bisogna intervenire, le chiediamo di fare un programma entro novanta giorni per estendere la morosità incolpevole anche a queste famiglie che hanno gli stessi diritti davanti alla legge, perché diversamente si violerebbe l'articolo 3 della Costituzione, che tutti i cittadini hanno pari dignità.
Quello che siamo a chiederle è di risolvere quest'incongruenza e, nel frattempo, di metter mano a questo istituto affinché, per coloro per i quali è già stato istituito, venga disciplinato nella maniera coerente a quelle che sono le aspettative e le problematiche, perché, di fatto, presenta delle grosse difficoltà perché pochi hanno diritto al beneficio.
Presidente - Per il Governo l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Torniamo al discorso della morosità incolpevole. Quello che lei dice è vero e proprio per questo motivo io mi sono già preso quest'impegno in occasione di molteplici iniziative di sindacato ispettivo, tra cui penso che una o due fossero le sue. Quindi, proprio per quest'impegno che io mi sono già assunto, condivido che questa misura vada estesa anche a coloro che non vivono nelle case di edilizia residenziale pubblica e su questa problematica stiamo già lavorando come Assessorato. Proprio per questo motivo io le chiedo di ritirare l'ordine del giorno, perché ho già dichiarato già che questa modifica va fatta, sennò penso ci sarà l'astensione da parte della maggioranza.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Assessore, io avevo appena ascoltato prima le parole del Presidente Lavevaz che diceva: "Ci stiamo già lavorando, questo è un obiettivo da raggiungere, pertanto possiamo votarlo". Quello che noi le chiediamo è di suggellare quest'impegno. Se non ce la fa in novanta giorni, ci dica in centoventi, ci dica in centosessanta, ma bisogna dire qualcosa, perché dalle sue parole, se non c'è la volontà di suggellare l'impegno, significa lasciare tutte queste persone in una condizione di incertezza. Abbiamo una certezza? Dica "Lo faccio entro un anno", se non ce la fa a farlo entro due mesi o tre mesi, ma bisogna dirlo, è questo che le chiediamo.
Se non è così, per coerenza noi chiediamo di portare la cosa al voto. Siamo disponibili a emendarlo, se lei vuole mettere qualche giorno in più non è un problema per noi, è solo per dare qualche certezza e una risposta.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. Non vedo altre richieste, la votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 17 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano,
Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 4 di Forza Italia. Per l'illustrazione, consigliere Baccega.
Baccega (FI) - Ho trovato piuttosto scarna nel DEFR l'attenzione che si è data all'edilizia residenziale pubblica. La legge quadro sulla casa, la n. 3 del 2013, parte dall'emergenza abitativa e arriva ai mutui casa. Abbiamo riscontrato in questi due anni, in questo anno e mezzo in cui ci sono stati diversi atti ispettivi che sono entrati nel merito, di alcune situazioni che quella legge ha dimostrato siano ormai superati. Ecco che con quest'ordine del giorno noi chiediamo di costituire entro sessanta giorni una commissione tecnico-politica.
Perché dico tecnico-politica? Perché i tecnici sono bravi a fare i tecnici, ma poi dall'altra parte i politici hanno certe consapevolezze, che sono sicuramente più all'attenzione di quello che si dovrà fare e si dovrà mettere in campo. Quindi che si possa confrontarsi entro sessanta giorni, per affrontare le tante criticità che sono emerse rispetto alla legge 3 e provvedere a proporre al Consiglio regionale le conseguenti modifiche.
Mi sembra che sia un ordine del giorno che invita a lavorare, che invita ad approfondire, che va nella direzione di costruire un progetto di legge più attuale, più efficace e più rispondente a dare risposte alla collettività.
Presidente - Per il Governo l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Mi dispiace che i due ordini del giorno siano uno dietro l'altro, perché la risposta che le darò, consigliere Baccega, anche per par condicio, è un po' quella che ho già dato al consigliere Marquis. Sulla necessità di rivedere la legge 3 del 2013 ne abbiamo già parlato tante volte, l'abbiamo già condivisa anche in maniera informale ed è un impegno che mi sono già assunto più volte ufficialmente in quest'aula, nelle varie attività di carattere ispettivo. Per cui chiedo anche a lei di ritirare quest'ordine del giorno, perché è un impegno che personalmente mi sono già preso e al quale dovrò ovviamente onorare. Le chiedo di ritirare quest'ordine del giorno, o sennò penso che ci sarà l'astensione da parte del Governo.
Presidente - Consigliere Baccega ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Dico subito che non lo ritiro. Non lo ritiro, perché deve rimanere agli atti un documento di questo tipo. E mi pare strano che non venga approvato da questa maggioranza, perché qui si chiede semplicemente di formare una commissione tecnico-politica, dove magari sono coinvolte anche persone che sono all'interno di questo Consiglio regionale. È vero che lei si è preso l'impegno, ma sono passati due anni. È da due anni che dibattiamo e che diciamo che ci sono delle cose che non funzionano in quella legge, che non vanno nella direzione giusta. Abbiamo parlato della morosità incolpevole, c'è l'emergenza abitativa che è un disastro, abbiamo un problema sociale sulla casa che esploderà, lo hanno detto anche in Commissione le associazioni dei consumatori; ho fatto una domanda ai sindacati e hanno messo le mani nei capelli!
Qui si trattava solo di andare a lavorare. Sono davvero dispiaciuto per questo diniego rispetto a quest'ordine del giorno, però noi continueremo a sottolineare e a individuare eventualmente delle sacche di tempo per metterci noi al lavoro e valutare se sia il caso di proporre al Consiglio regionale le modifiche della legge 3.
Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno seguente, il n. 5 di Forza Italia. Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - L'ordine del giorno verteva sul raddoppio del tunnel del Monte Bianco. Lo ritiriamo, a seguito dell'accordo che è stato preso congiunto di sostituirlo con un ordine del giorno condiviso e che verrà discusso successivamente.
Presidente - L'ordine del giorno n. 5 è ritirato. Ordine del giorno n. 6 di Forza Italia. Consigliere Baccega per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Credo che quest'ordine del giorno sia chiaro e cerco di farla breve, perché altrimenti non riusciamo a completare e ad andare al voto del DEFR nei tempi dovuti e necessari.
Abbiamo riscontrato come nella nostra regione e in molti comuni ci siano una serie di impianti sportivi nei quali bisogna intervenire in modo deciso. Abbiamo rilevato come anche a causa del cosiddetto caro energia gli enti locali sul territorio faranno sempre più fatica a gestire anche soltanto le spese di gestione degli impianti. Considerato a titolo esemplificativo e non esaustivo le condizioni del comune di Aosta, che ha sul proprio territorio comunale un maneggio in stato di completo abbandono, in realtà non c'è quasi più, e un progetto per la realizzazione di un nuovo palaghiaccio da 14 milioni di euro e oggi finanziato soltanto da un milione e mezzo di euro a valere sul PNRR. Leggo in un articolo che il Comune di Aosta ha approvato un leasing per il nuovo palaghiaccio di Aosta, una corsa contro il tempo, ma questa approvazione significa comunque fare un ulteriore indebitamento, che non è una cosa carina dopo tante comunicazioni. Poi abbiamo la questione del Palaindoor, che mi pare si stia risolvendo proprio in questi giorni dopo tanto penare, dopo tanti atti ispettivi che si sono fatti. E ritorniamo a ribadire la necessità di avere un maneggio coperto, che ovviamente vada a sostenere tutta una categoria di atleti e atlete che di quello sport fanno la loro attività primaria e soprattutto tutta una serie di persone che lavorano intorno a quel contesto.
Noi impegniamo con quest'ordine del giorno il Governo regionale a provvedere a una mappatura dettagliata di tutti gli impianti sportivi comunali presenti in Valle d'Aosta, al fine, se del caso, di estendere l'interesse regionale in ordine anche soprattutto alla compartecipazione alle spese di realizzazione, riqualificazione, messa a norma ed efficientamento degli stessi. Lo avete fatto recentemente con l'impianto sportivo di Sarre, lo avete fatto per il Crestella di Pont-Saint-Martin, facciamolo anche per altri eventualmente per rivalutare l'ipotesi. Il Palaindoor è ancora chiuso, nonostante le assicurazioni; mi dicono che a breve, tra qualche giorno, potrà essere operativo. Questo è l'auspicio di tutti gli sportivi della città, ma non solo, e quindi ringrazio per la risposta che arriverà.
Presidente - Per il Governo l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Collega Baccega, io colgo assolutamente in maniera positiva l'attenzione al tema, assieme all'assessore Guichardaz, che lei rappresenta con il seguente ordine del giorno. Le devo chiedere di ritirarlo, oppure ci asterremo rispetto al voto, per due motivi. Il primo è legato al fatto che la 16 del 2007 è una legge che, di fatto, permette un intervento in conto capitale su impianti sportivi di proprietà comunale ma sui quali, nel corso degli anni o in alcuni casi già quando questi sono stati costruiti, li ha connotati in termini di interesse regionale, per cui per tutte quante le spese di ordinaria amministrazione e gestione, come quelle che vengono fortemente richiamate nell'iniziativa, con la 16 non si può assolutamente fare nulla. Il secondo aspetto è legato a un dato che, nel frattempo, in questa consiliatura abbiamo messo in campo a favore della legge 16, con l'articolo 25 della 3 del 2022, dove di fatto abbiamo coinvolto anche il Comitato olimpico nazionale, il CONI, nelle scelte di matrice politica per intervenire anche sull'interesse regionale, proprio perché la stragrande maggioranza degli impianti sportivi sono di proprietà comunale.
In tal senso ricordo anche con lei, visto che abbiamo avuto il piacere e l'onore di essere pro tempore assessori al Comune di Aosta, che alcuni degli impianti sportivi che lei giustamente ha citato, cito per tutti il maneggio, è chiuso per motivi che non hanno nessuna attinenza con la politica sportiva né del Comune né della Regione, ma semplicemente perché ci fu un problema attinente alla magistratura rispetto all'allora concessionario, quindi si venne meno rispetto alla concessione. Tra l'altro questo Consiglio ha fatto comunque nel frattempo delle scelte rilevanti, permettendo che quell'area possa tornare ad avere un connotato tipicamente sportivo.
Rispetto alla 16 del 2007, quanto le ho rappresentato in termini di interesse che questo Consiglio, la maggioranza e il Governo hanno dimostrato nei confronti degli impianti sportivi di interesse regionale, si evidenzia nel fatto che, concretamente, in due anni, quindi tra il 2021 e il 2022, sono stati posti in essere per oltre 11 milioni di euro interventi nei confronti di tutta una serie di impianti sportivi di interesse regionale, che vanno praticamente da Courmayeur a Gressoney. Ricordo il Tesolin e il Palaindoor, dove abbiamo fatto degli interventi sia per migliorare la pista di atletica e portarla poi addirittura a otto corsie, sia sul Palaindoor, come da lei richiamato, intervenendo anche sugli aumenti di costi; a Sarre per l'Area 6 Tu, sia sul rugby che sul beach volley; a Morgex per il campo di calcio; a Courmayeur per il Palaforum; a Châtillon per il tiro a volo; a Brusson siamo partiti con la pista di skiroll e abbiamo completato la pista di skiroll anche a Bionaz; sul campo equestre di Torgnon; a Pré-Saint-Didier sulle piscine e anche a Gressoney sulla Sport Haus. Per cui, l'utilizzo corretto della 16/2007, tra l'altro con un'attenzione che è arrivata non soltanto dalla maggioranza ma anche dalla minoranza, evidenzia con 11 milioni e 100 mila euro l'attenzione che questo Consiglio ha dato nel corso degli ultimi due anni agli impianti sportivi di interesse regionale.
Cogliendo appieno quello che è lo spirito di riferimento, sicuramente con il mondo sportivo si potranno fare una serie di valutazioni per intervenire, ma non è la 16 del 2007 lo strumento che permette di intervenire su impianti sportivi di proprietà comunale qualora questi non siano di interesse regionale e l'interesse regionale non può essere, di fatto, questo per legge, attribuito a tutti gli impianti sportivi presenti sul territorio comunale.
Presidente - Consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Non avrei voluto intervenire, ma ho sentito delle cose che soltanto chi è stato in Consiglio comunale di Aosta può conoscere. Giustamente ha richiamato il collega Baccega, ma non si ricorda che nello stesso periodo c'ero anch'io in quel Consiglio comunale. E ricordo distintamente quando a quel maneggio venne intimato di lasciare quell'area, non per questioni di magistratura: c'era una situazione debitoria e ricordo, ma lei probabilmente ha dimenticato, però per fortuna ci sono anche gli atti che parlano, che voi avete sostanzialmente detto che il nuovo maneggio sarebbe dovuto rinascere nella zona antistante la Cogne, chiamiamola così. Credo fosse il 2017-2018, più o meno quello era il periodo, e quel maneggio non è mai rinato, ci sono stati un sacco di progetti di bonifica, lo avete scritto da tutte le parti, ma quel maneggio non lo avete mai fatto, mai! E, guarda caso, a una mia iniziativa recentemente ci avete detto che il maneggio ritornerà là da dove l'avete sfrattato.
Obiettivamente, secondo me, prendere in giro le persone e dirgli che quel maneggio è stato chiuso per altre questioni, mi sembra eccessivo. Anche perché vorrei ricordare che intorno a quel maneggio c'era un ottimo movimento di equitazione, di atleti valdostani, che ha dovuto trasferirsi completamente in Piemonte, perché non c'è più un maneggio nel quale fare attività sportiva qui nella nostra regione. Non cerchiamo di allontanare quelle che sono le responsabilità. Le persone che per fortuna fanno equitazione sanno benissimo di chi sono le responsabilità. Secondo me quest'ordine del giorno va esattamente nella direzione che è stata indicata e quindi noi non faremo altro che sostenerlo, ma era opportuno anche chiarire alcuni aspetti.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Grazie, Assessore, per aver accolto lo spirito di quest'ordine del giorno, Sulla questione maneggio però c'è un altro pezzo che bisogna aggiungere, ovvero che c'era un progetto di realizzazione della scuola polmone che si mangiava buona parte dell'area del maneggio e quindi si decise di non investire, bensì di dire "Deve andare nella Cascina Favre" o giù di là, da quelle parti, come diceva il collega Manfrin. Quindi, al di là degli aspetti giudiziari che non conosco e non ricordo, il vero tema era quello: non investiamo lì, perché deve andare da un'altra parte. Ora bisognerebbe capire, e magari nei prossimi mesi saremo pronti a intervenire dicendo che il maneggio, se deve andare lì, mettiamoci i soldi, o in assestamento o in un altro modo, però facciamo questo maneggio. Perché davvero, come si diceva, tutto quel movimento sportivo si è spostato in Piemonte. Qualche volta vanno a Torgnon, ma ci vanno d'estate; siamo ben lieti che vadano anche a Torgnon, è ottimo il lavoro che stanno facendo a Torgnon, però ad Aosta merita, secondo noi, che venga ripristinato adeguatamente un maneggio efficiente. Grazie. Non ritiro l'ordine del giorno.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Voteremo quest'ordine del giorno non solo e non tanto per la questione legata al maneggio, ma perché l'impegnativa prevede di provvedere a una mappatura dettagliata di tutti gli impianti sportivi comunali presenti in Valle d'Aosta e di estendere l'interesse regionale in ordine anche e soprattutto alla compartecipazione delle spese di realizzazione, eccetera. Facendo riferimento anche solo al Comune di Aosta e pensando, per esempio, al Palaghiaccio o al Palaindoor, queste strutture sono utilizzate da cittadini che provengono da più comuni della Valle d'Aosta. E allora, anche solo nella compartecipazione delle spese, considerato che la Valle d'Aosta è comunque piccola e fatta di tante realtà, se si stabilisce che c'è un interesse regionale, deve tener conto anche del fatto che l'interesse sta nella frequentazione di questi impianti da parte di cittadini valdostani in senso lato. Quindi riteniamo corretto quest'impegno, anche perché qui ci si sta limitando alla mappatura.
Presidente - Vi sono altri interventi? Non vedo prenotazioni, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 7 di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Con quest'ordine del giorno si chiede sostanzialmente l'acquisizione di uno studio o di più studi per definire la situazione socioeconomica. Abbiamo parlato ieri e oggi delle difficoltà oggettive che ci sono all'interno della nostra regione. Nell'ambito di diversi Consigli regionali, nel dibattito è stato evidenziato da più parti, sia del Governo che da parte dei consiglieri di opposizione e di maggioranza, che c'è una grossa difficoltà ad avere una base dati certa per poter fare delle valutazioni e delle pianificazioni. È stato anche evidenziato, nell'ambito della documentazione del DEFR, che le stime sono previsionali, sono delle stime che il più delle volte sono fatte attraverso una raccolta dati che deriva dall'ISTAT, che vengono raccolti al di fuori della Valle d'Aosta o addirittura da istituti europei. Quindi, tenuto conto del momento particolare in cui viviamo, che ci sono delle dinamiche di profonda trasformazione a una velocità superiore rispetto a quella che possono rappresentare questi istituti, riteniamo che sia fondamentale, così come è stato fatto quest'anno, e abbiamo apprezzato lo studio sulla demografia che potrà essere molto utile sia per determinare delle politiche a favore della natalità dei giovani, che delle politiche scolastiche, credo che sia anche utile avere in tutti gli altri settori una valutazione che sia oggettiva, di raccolta dati conoscitiva sul territorio valdostano. Pertanto, al di là di quelle che possono essere le singole caratterizzazioni di target, perché si può partire dai giovani, si può andare a ragionare sul mercato del lavoro, sulle famiglie, questo voleva essere a titolo esemplificativo la settorializzazione, con quest'ordine di giorno impegneremmo il Governo ad acquisire uno o più studi, quello che ritiene che sia necessario, per avere una piena conoscenza di quelle che sono le dinamiche in atto, per poter centrare meglio e con maggiore definizione le azioni in funzione del quadro delle esigenze che vive la Valle d'Aosta.
Presidente - Il Presidente della Regione a cui passo la parola.
Lavevaz (UV) - Dico subito che di fondo condivido l'obiettivo di quest'ordine del giorno, perché è chiaro che ogni ragionamento politico, che sia di scelta, di strategia o di pianificazione, deve basarsi su dati ben ponderati. Non condivido però l'ordine del giorno per questo semplice motivo: io credo che questi dati di fatto in buona parte già ce li abbiamo. Abbiamo un programma statistico approvato ieri che ha già tutta una serie di dati base, sulla quale poi si inseriscono ragionamenti più di tipo socio-economico, che sono contenuti in una nota che viene redatta annualmente, la cosiddetta nota socio-economica che peraltro abbiamo presentato la settimana scorsa anche ai giornalisti, che fa proprio questo lavoro, e secondo me è fatto bene. Se andate a leggervi la nota socio-economica del nostro Osservatorio economico sociale, coordinata dal dottor Ceccarelli che, peraltro, coordina anche a livello nazionale i gruppi di lavoro della Conferenza delle Regioni in questo settore, è redatta in maniera molto puntuale e molto completa sui dati socio-economici valdostani.
Io non credo che si possa andare oltre alle stime previsionali rispetto al futuro, quindi non credo che un altro tipo di studio possa fare delle previsioni diverse da quelle che sono contenute nel nostro piano socio-economico. Riguardo anche a quello che lei diceva dell'ISTAT, in realtà non è esattamente così, nel senso che siamo noi, cioè è il nostro Osservatorio che raccoglie i dati per l'ISTAT e li trasmette, quindi è un lavoro di filtrazione, diciamo così, che già fa il nostro Osservatorio.
Credo che il nostro Osservatorio, al netto delle carenze di personale che ha un po' in comune a tante strutture dell'Amministrazione regionale, sia oggettivamente quello che conosce meglio e che ha i dati migliori su cui lavorare per dei report o per quello di cui abbiamo necessità. Probabilmente siamo anche noi che dovremmo - devo dire che negli ultimi mesi lo stiamo facendo forse in maniera più puntuale - chiedere più spesso dei dati al nostro osservatorio, perché i dati ci sono.
Quindi, non mi sento di condividere l'impegnativa così come proposta, pur condividendo la necessità di avere dei dati più accurati che, ripeto, probabilmente abbiamo già. La necessità di studi esterni in questo momento io non la ritengo necessaria.
Presidente - Prego collega Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - L'iniziativa non voleva di sicuro essere una critica al lavoro dell'osservatorio, perché credo che sia un comparto che funziona bene per il lavoro che viene fatto quotidianamente e per i rapporti che produce. Però il problema non è tanto la raccolta dei dati che sono nel dominio attualmente pubblico, è che c'è la necessità di raccogliere dei dati diversi rispetto a quelli di cui noi siamo in possesso.
Il discorso della povertà: c'è qualcosa che purtroppo non riusciamo a dominare, perché le azioni che facciamo sulla casa, che facciamo su altri settori, ci danno delle difficoltà, come abbiamo visto anche negli aiuti in questi ultimi anni che non è stato così semplice. Sovente l'assessore Bertschy ha detto che ci sono delle difficoltà oggettive di raccolta di dati e di avere delle banche dati a disposizione.
La situazione non è così chiara e definita, perché sicuramente il lavoro viene fatto bene, come ho detto, però ci sono, a nostro avviso, delle difficoltà e tutta una serie di esigenze, che si sono manifestate anche con la demografia, perché sennò non c'era bisogno neanche di fare lo studio sulla demografia, perché se erano tutti dati o valutazioni che avevamo già...! Ma io credo che bisogna andare in quella direzione.
Ho visto quello che è stato fatto sul discorso della povertà che è stato significato in questo modo a livello di sintesi: in realtà quell'incarico che è stato conferito non è l'acquisizione dei dati, ma è una consulenza tecnico-specialistica per affiancare le strutture regionali per la redazione del piano regionale degli interventi dei servizi sociali, che è definito piano povertà; di fatto non è una raccolta dati, non è un'analisi della situazione esistente, ma una collaborazione per definire una pianificazione.
Questo volevo evidenziare. Rispetto la sua opinione, Presidente, ma noi porremmo al voto l'iniziativa, perché almeno, da oggi in avanti, non sentiremo più dire che mancano dati.
Presidente - Non vedo altre richieste d'intervento, mettiamo pertanto in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 32
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 20 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Siamo all'ordine del giorno n. 8 di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Baccega per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Solo per conferma, perché ho due numeri 8 qui: è quello riguardante il titolo "Assistenti sociali"?
Presidente - Sì.
Baccega (FI) - Ritorniamo su un argomento che abbiamo discusso recentemente con una mozione il 20 ottobre, che chiedeva di predisporre con urgenza un concorso o una selezione per l'assunzione di assistenti sociali in possesso di laurea in servizio sociale o in programmazione di servizi, tenuto conto che l'ultimo concorso si è tenuto nel 2007.
Le molte assistenti sociali che hanno fatto quel concorso e anche alcune assistenti sociali che fanno il concorso nella società di servizi, ahimè, se ne vanno, tornano in Piemonte, tornano in Lombardia, e quindi c'è davvero una carenza molto forte da questo punto di vista. E in questo momento in cui le famiglie hanno bisogno di questo riferimento, di questo supporto, anche solo per fare le domande, anche solo per fare le domande per le case popolari, per l'emergenza abitativa, ovviamente queste stanno scoppiando; io mi rendo conto che fanno un'attività per la quale sono costantemente chiamate al telefono, non fanno una vita! È un lavoro, è vero che è una missione, ma non fanno una vita, quindi a volte rischiano anche di non essere fortemente presenti rispetto a quello che potrebbero fare.
Quest'ordine del giorno va nella direzione di provvedere a effettuare intanto una reale valutazione sui fabbisogni; mi sembrava che fosse una delle motivazioni che aveva respinto la mozione all'epoca. Facciamo giustamente una reale valutazione sui fabbisogni delle assistenti sociali sul territorio e negli uffici, ed eventualmente predisponiamo nuovi concorsi o come Regione o come società di servizi, però credo che quel personale vada assolutamente incrementato. Questa è la volontà. Poi aspetto la risposta, grazie.
Presidente - Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - In effetti, come ha ricordato il collega Baccega, abbiamo affrontato di recente questa problematica, che confermo essere presa in carico dalle strutture. È però una questione che ha diversi aspetti, come abbiamo già detto, nel senso che la valutazione dei reali fabbisogni in realtà c'è già ed è stata fatta, questo non è l'oggetto del problema. La questione è che, come abbiamo analizzato in maniera approfondita discutendo della mozione circa un mese fa, abbiamo una gestione mista, dove abbiamo una quarantina, credo quarantuno assistenti sociali che sono dipendenti a tempo indeterminato della società di servizi e una quota minoritaria, diciotto se non sbaglio, che sono invece dipendenti della Regione.
Come abbiamo già detto, la questione va affrontata e risolta a monte, nel senso che bisogna scegliere una volta per tutte in maniera strutturale cosa vogliamo fare degli assistenti sociali, perché non possiamo andare avanti con questo tipo di gestione ibrida. In questo momento non è tanto il concorso in sé che va fatto, ma va decisa in maniera definitiva quello che si vuole fare rispetto alla futura collocazione di queste professionalità. Come abbiamo detto, vediamo probabilmente un passaggio all'Amministrazione regionale come opportuno, vista la delicatezza e la professionalità che queste persone devono avere in ambito sociale e anche sociosanitario, ma sociale più che altro.
Così com'è espressa, l'impegnativa dell'ordine del giorno non è condivisibile, ma quello che posso è garantire comunque una prosecuzione, così come stiamo facendo, di attenzione sul dossier, nel senso che la questione va analizzata sui diversi tavoli: con le parti sindacali, con la società dei servizi, per arrivare a una definizione strutturale di questo problema che, ripeto, conosciamo e siamo perfettamente a conoscenza anche dell'impatto che ha sulla vita di tante persone, in particolare quelle più deboli.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Io, nei miei venti mesi di assessorato ai servizi sociali, ho conosciuto un certo numero di assistenti sociali, alcune volte le ho viste tutte riunite, e le assicuro che fanno un lavoro tremendo! Hanno a che fare con la popolazione, con le persone in difficoltà, che hanno ovviamente dei grossi problemi. Dall'altra parte vedono sempre più calare il loro numero e hanno una pressione che è pazzesca.
Abbiamo sentito in Commissione l'ordine degli assistenti sociali che ha fatto un grido d'allarme allucinante! Io davvero vi invito a far presto, perché adesso ci sono situazioni anche di forte aggressività da parte degli utenti nei confronti delle assistenti sociali che, a loro volta, non riescono a dare quel servizio che potevano dare all'inizio. Io davvero, Presidente, dico: lavoriamo affinché si faccia presto, per evitare che poi ci siano dei grossi problemi sui quali sarà poi difficile recuperare. Però noi ovviamente voteremo a favore di quest'ordine del giorno.
Presidente - Ci sono altri interventi? Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Affrontiamo adesso l'ordine del giorno n. 9 di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno si prefigge l'introduzione di un progetto pilota universitario per studenti caregiver. Entriamo un attimo nel merito per spiegare di cosa si tratta. Con l'invecchiamento della popolazione, ci sono sempre più persone giovani che si devono occupare delle persone familiari con disabilità, questo in virtù anche della politica attuale di deistituzionalizzazione della gestione del disabile; quindi, cercare di predisporre dei progetti di vita per garantire la migliore condizione e le migliori aspettative di chi vive questa situazione di oggettiva difficoltà.
A fronte di questa situazione, ci sono già in Sardegna, che è una regione all'avanguardia sotto il profilo della gestione della disabilità, degli esperimenti all'università, dove si dà la possibilità a chi vive la condizione di caregiver familiare di una persona disabile di tenere in considerazione la sua situazione e di prevedere delle modalità di presentazione o di partecipazione agli esami che sono finalizzate ad agevolare la situazione che vive il giovane.
Di questa cosa ho parlato con l'Assessore per cercare di velocizzare i tempi di gestione dell'argomento. Si è trovata una condivisione sull'impegnativa, che viene parzialmente modificata introducendo giustamente il concetto dell'autonomia dell'Università della Valle d'Aosta. L'impegnativa diverrebbe: "A domandare nella sua autonomia all'Università della Valle d'Aosta di definire, se richiesto da singoli caregiver, apposite iniziative di sostegno agli studenti con caratteristiche esplicitate in premessa". Questa è la modifica che viene introdotta; non cambia nella sostanza l'ordine del giorno e sarebbe un segnale positivo di incoraggiamento verso dei giovani che si fanno carico delle problematiche che vivono nella propria famiglia.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Oltre l'impegnativa, c'è una modifica che riguarda il punto 3 che dice: "Considerata la possibile presenza anche in Valle d'Aosta di studenti caregiver, in quanto persone che si prendono cura dei familiari"; il testo è lo stesso, c'è solo il condizionale perché non conosciamo ancora il perimetro. Con queste modifiche credo che possa essere votata, perché effettivamente l'università oggi non conosce il fenomeno, ma è nella sua autonomia, disponibile a degli interventi che possano consentire a queste persone che assistono le persone in difficoltà di poter avere un percorso che, in qualche maniera, tenga conto di questa loro condizione umana.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Per fare una considerazione su quest'ordine del giorno. Sicuramente è un tema importante, la presenza dei caregiver familiari è una realtà in tante situazioni e anche nella nostra regione che, seppur non ancora codificata per quello che riguarda la parte dei giovani, sappiamo esistere. Il fatto di prevedere degli strumenti, delle agevolazioni, per quello che riguarda gli studenti caregiver, se da una parte è sicuramente importante, perché è corretto garantire il diritto allo studio di queste persone, dall'altra c'è un po' una preoccupazione che condividiamo con alcune delle associazioni che si occupano di persone con disabilità. C'è il rischio che le istituzioni, che devono prevedere tutta una serie di politiche di sostegno alle famiglie che hanno al loro interno delle persone con disabilità, in qualche modo possano abdicare al loro ruolo e far sì che questi caregiver familiari si carichino di grandi impegni, come già fanno in tante situazioni. Se poi si tratta di giovani che, secondo me, anche con grande spirito di sacrificio si occupano dei loro familiari con disabilità, c'è un rischio per il loro progetto di vita. Per questi giovani, che potrebbero oltre che studiare nella nostra università, magari con delle possibilità di utilizzare la DAD anche quando non è istituzionalizzata per tutti ma per loro proprio, c'è il rischio che arrivino addirittura a rinunciare a un loro progetto di vita che li potrebbe portare ad andare a studiare più lontano, a fare delle scelte diverse.
La preoccupazione è che questo può avvenire e può diventare un fenomeno più importante se non c'è da parte delle istituzioni, non lo dico solo per la nostra regione ma lo dico in senso lato, perché come ha ricordato il collega Marquis è una sperimentazione che si sta già effettuando in altre regioni, che mancando dei servizi fondamentali, si supplisce in qualche modo anche dovendo mettere in campo delle risorse di tipo familiare che potrebbero penalizzare proprio queste persone che già vivono un contesto che è più complesso rispetto a quello di alcuni loro coetanei.
Il fatto di prevedere un emendamento in cui si dice: "Coloro che ne fanno richiesta", nel senso che bisogna andare nello specifico, però ci lascia un po' perplessi il fatto che il tenore di questa proposta tiene conto sì di un'esigenza, ma forse non anche del fatto che queste persone hanno diritto a poter effettuare tutte le loro scelte, anche al di là di quello che può essere un vantaggio che, studiando nella propria regione, si può ottenere con questa proposta. Credo che se si fa una riflessione anche con i vertici dell'Università della Valle d'Aosta, che hanno anche persone che si occupano di ricerca, forse è più positivo.
Presidente - Consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Ringrazio l'Assessore per la sensibilità che ha mostrato sull'argomento. Comprendo anche le considerazioni che sono state fatte dalla collega Minelli, ma la volontà è quella di rendere facoltativa questa possibilità.
Io credo che ci sia sempre una maggiore sensibilità da parte dei giovani, anche in Valle d'Aosta, di fare questo tipo di esperienza, e le posso assicurare che ci sono tanti giovani che si avvicinano anche al ruolo dell'assistente personale, perché dimostrano una grande sensibilità verso questa problematica, non solo all'interno della famiglia, ma anche a disposizione nella comunità. Credo che la direzione giusta per affrontare la disabilità non sia tanto quella di garantire il servizio pubblico, ma - dove è possibile - dare la possibilità, affinché la gestione della disabilità possa essere fatta nella famiglia, perché è molto più difficile e meno percepito anche da parte del disabile positivamente un approccio delegato all'istituzione; infatti è proprio in atto un percorso di deistituzionalizzazione della gestione. Ben vengano i CEA, centri educativi assistenziali, laddove non ci sono le possibilità di gestire le situazioni nell'ambito della famiglia o nel periodo prossimo, però io credo che laddove si può, soprattutto in una regione particolare come la Valle d'Aosta, che è una regione di montagna, con un modello diffuso di abitazione sul territorio, diventa anche molto più facile la gestione di prossimità, anche a livello di autodeterminazione delle proprie scelte di vita, perché dover rivolgersi a dei servizi pubblici, anche a distanza dalla casa, non è che aiuta l'affermazione a livello della gestione della vita del quotidiano. Comunque trattasi di una questione di facoltà e ben venga che ci siano tutta una serie di iniziative che possano, nel loro complesso, dare delle piccole risposte, ma bisogna ricordarsi poi che la somma fa il totale e quindi la somma di tutte le iniziative è in grado di dare dei risultati che possono essere percepiti positivamente da chi vive il problema.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 33
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 10 di Forza Italia. Consigliere Baccega per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - Anticipo ai colleghi che si è trovato un accordo con l'Assessore, affinché quest'ordine del giorno vada a buon fine; ordine del giorno che sicuramente è stato arricchito e dove si sono puntualizzati una serie di aspetti.
Noi avevamo preso atto che uno degli obiettivi del DEFR riguardava il miglioramento della sicurezza dell'infrastruttura viaria regionale, con particolare riferimento a ponti e viadotti. Abbiamo riscontrato che non era citata l'ANAS da nessuna parte e drammaticamente sappiamo che il compartimento della Valle d'Aosta non c'è più, ma c'è un compartimento Piemonte-Valle d'Aosta: dovremo lavorare probabilmente in questa direzione con chi a Roma può sostenere quest'ipotesi.
Noi avevamo scritto: "Ritenuto fondamentale continuare a migliorare la sicurezza e l'accessibilità delle strade sia a gestione regionale che a gestione ANAS". Abbiamo richiamato il piano rotonde di cui all'accordo di programma sottoscritto il 27 settembre 2005, che era finalizzato alla realizzazione di un piano per la messa in sicurezza degli incroci e della viabilità regionale. Sulla Statale 26 ci sono alcune rotonde che erano significative che sono rimaste indietro, parlo di quella di Nus, parlo di quella de La Grenade all'ingresso al comune di Sarre, che è fondamentale e, soprattutto, in quel tratto di strada c'è un incidente a settimana; probabilmente l'incremento dei centri commerciali determina anche questa cosa.
Avevamo ritenuto necessario migliorare la sicurezza di alcuni tratti di strade a lunga percorrenza, soprattutto relativamente al tratto di strada sulla Statale 26: da Nus a Saint-Pierre avevamo individuato quei percorsi. Tanto è stato fatto, bisogna dirlo che sono stati tanti i progetti portati a compimento e, citando l'accordo di programma delle rotatorie a realizzazione diretta da parte di ANAS, alcune di queste ancora sono allo stato di progetto.
Noi chiedevamo riscontro rispetto alle realizzazioni programmate sugli investimenti pianificati, informando conseguentemente il Consiglio regionale per mezzo della Commissione competente sull'esito del confronto. Avevo anche citato un incontro che c'era stato qui sotto a Palazzo regionale, una conferenza stampa che l'assessore Marzi aveva convocato insieme all'ANAS. E poi darei all'assessore Marzi il compito di sottolineare quali sono gli elementi di arricchimento che sono stati indicati nell'ordine del giorno per completarlo e farne un documento unico importante e significativo.
Presidente - Per il Governo l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Come richiamato dal collega Baccega, quest'iniziativa raccoglie un tema sul siamo perennemente impegnati. Parto dal piano rotonde. In data 21 novembre del 2022, quindi pochi giorni fa, avevamo mandato una lettera ad ANAS proprio sul tema, nella quale richiamavamo sia il piano rotonde firmato del 2005, che prevedeva ventuno rotatorie da compiere o direttamente a livello regionale o per il tramite dei Comuni, sia le nove rotatorie che dovevano essere poste in essere da ANAS. Quelle di interesse regionale e comunale vedono diciassette rotatorie terminate e quattro in via di definizione, mentre invece purtroppo delle nove rotatorie che dovevano essere previste da ANAS, "oltre alla rotatoria in località Fiera nel comune di Saint-Vincent - sto leggendo espressamente la lettera inviata - oggetto di successiva integrazione, di queste solo cinque risultano a oggi realizzate, mentre le quattro rotonde dei comuni di Morgex, Pré-Saint-Didier, Saint-Vincent e Verrayes risultano ancora in fase progettuale, mentre per quella di Nus i lavori non completati sono sospesi".
A questo punto concludevo la lettera: "In tale ottica, nell'ambito della collaborazione che ci vede proficuamente impegnati su altri importanti cantieri delle strade statali regionali, sono a richiedere a codesta società di rafforzare la già alta attenzione sul tema, attraverso un nuovo impulso determinante per giungere alla conclusione del piano nei tempi più ristretti possibili".
Rispetto ai grandi assi sulle statali 26 e 27, a maggior ragione sulla 26 sono in corso i rapporti con i comuni e la riprogettazione è già stata occasione di confronti in aula su iniziative, sulla 27 siamo in attesa dei controlli dopo che la gara è stata espletata.
Per questo motivo, cogliendo in pieno sia lo spirito politico che ha portato l'iniziativa, sia soprattutto la parte impegnativa, abbiamo proposto al collega Baccega fondamentalmente di mantenere quasi inalterate le sue premesse e di inserire una serie di premesse che sono: "Riconosciuta la collaborazione in essere tra Regione e ANAS, caratterizzata da continue interlocuzioni circa l'avanzamento delle opere e la condivisione del programma di interventi sulle rotonde sulla 26 e sulla 27; dato atto che tali interlocuzioni hanno consentito l'apertura di tavoli di lavoro richiesti dalla Regione che hanno coinvolto i Sindaci dei Comuni dei territori interessati dalle opere e abbiamo quindi di fatto rilevato che negli ultimi anni, a seguito di una riorganizzazione interna alla struttura la gestione della rete della Valle d'Aosta è risultata ridimensionata", come tra l'altro richiamato dal collega Baccega, "in quanto parzialmente riassorbita all'interno della più ampia struttura territoriale Piemonte- Valle d'Aosta", manteniamo la prima impegnativa e aggiungiamo la seconda. "Richiedere ad Anas di verificare la possibilità nell'ambito della propria organizzazione interna di rafforzare la struttura presente nella Regione autonoma Valle d'Aosta, al fine di mantenere alta l'attenzione sul presidio di un territorio che vede la presenza di due assi di collegamento viario di strategica importanza a livello internazionale". Quindi, accogliamo appieno le premesse aggiungendo un'attenzione al tema e aumentiamo le impegnative, andando a chiedere che venga rafforzata la presenza di ANAS, anche da un punto di vista operativo sul territorio, perché la sede vede in effetti problematiche di vario tipo anche di reperimento del personale, e quindi di conseguenza di operatività sul territorio.
Presidente - Se non ci sono ulteriori interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno così come emendato. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 11 di Forza Italia. Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - L'ordine del giorno tratta del piano di riorganizzazione della medicina del territorio. Questo è un problema di grande attualità che è molto sentito da tutta la popolazione valdostana, che sta vivendo grossi disagi per la carenza di medici di medicina generale di libera scelta. Ce ne sono circa 62 sul territorio, a fronte della richiesta potenziale, in base alla funzionalità e ai criteri che sono previsti, di circa 1200 assistiti per ogni medico; ne servirebbero circa una novantina, quindi con delta più o meno significativo delle esigenze rispetto alla disponibilità. A fronte di questo c'è l'esigenza quindi di prendere dei provvedimenti che possano dare una risposta a questa situazione.
Abbiamo apprezzato quello che sta facendo la direzione sanitaria in quest'ultimo periodo, la quale ha preso in carico la questione, ma evidentemente prima ci sono stati dei problemi o la questione non è stata presa in carico o valutata nella delicatezza che poi si è dimostrata in ultimo.
A questo riguardo trattiamo anche il tema delle aggregazioni funzionali territoriali che sembrano una misura che, in tutte le altre realtà dove è già stata applicata, possa essere una risposta positiva a questa difficoltà, perché consentono di far convivere sotto lo stesso tetto, nello stesso ambulatorio, diversi specialisti di medicina generale che possono sostituirsi e quindi dare anche una continuità di servizio e di presa in carico del paziente.
L'impegnativa che ci prefiggiamo è la richiesta di venire all'interno della Commissione consiliare competente a presentare il piano di riorganizzazione della medicina del territorio, cercando di affrontare e risolvere le problematiche che si stanno vivendo oggi.
Presidente - Per il Governo l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Ovviamente condividiamo le preoccupazioni che sono state espresse nella premessa di quest'ordine del giorno, preoccupazioni che sono anche le mie in quanto, pur essendo la norma citata nelle premesse datata anno 2012, il dossier relativo alle aggregazioni funzionali territoriali e alle unità di cure complesse primarie è stato uno dei primi che le strutture mi hanno sottoposto al mio arrivo in assessorato, e la cui trattazione potete anche ritrovare nel piano della salute e del benessere sociale relativo al triennio 2011-2013. Abbiamo quindi ripreso nel piano per la salute e il benessere sociale, che è stato scaricato all'esame del Consiglio nel mese di aprile 2022, tutte le indicazioni normative relative l'organizzazione territoriale emanate allora e aggiornate sulla base delle ultime disposizioni del DM 77 del 2022.
Informo che è adempimento previsto dall'applicazione del succitato DM il recepimento delle disposizioni relative alla riorganizzazione territoriale con deliberazione della Giunta regionale entro il 31 dicembre 2022. Informo ancora che i nostri uffici sono impegnati a predisporre tale atto, in stretta collaborazione con Agenas, che è l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che dovrà approvare tutti gli atti analoghi delle altre Regioni e Province autonome in quanto milestone del PNRR. Una volta approvato l'atto, non abbiamo ovviamente nessuna motivazione contraria alla sua presentazione in Commissione, anche prima dei sessanta giorni indicati. Le chiedo quindi, consigliere Marquis, se possiamo modificare l'impegnativa in tal senso, cioè: "Impegna il Governo regionale a presentare entro sessanta giorni alla Commissione consiliare competente il piano di riorganizzazione della medicina del territorio" ed in questo caso il voto della maggioranza sarà favorevole.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Grazie, Assessore, per la risposta che ha fornito, per la disponibilità che è stata data a presentare nella Commissione consiliare competente il piano di riorganizzazione della medicina del territorio. Credo che nulla osti a togliere le ultime due righe perché, di fatto, non aggiungono nulla all'impegnativa, poiché sicuramente il piano tratterà anche quest'aspetto.
A noi sta a cuore affrontare il problema, quindi cercare in qualche modo di risolverlo, pertanto apprezziamo la disponibilità e siamo sin d'ora disponibili a dare il nostro contributo nella Commissione consiliare competente.
Presidente - Se non ci sono ulteriori richieste di intervento, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Ordine del giorno n. 12, sempre di Forza Italia. Si è prenotato il consigliere Baccega a cui passo la parola.
Baccega (FI) - L'ordine del giorno è sul piano della povertà, un tema sul quale abbiamo già dibattuto non poco in questi ultimi mesi. L'ordine del giorno dice che il dibattito che si è sviluppato in Consiglio regionale per l'approvazione del disegno di legge n. 75, quello delle misure urgenti in favore del contenimento dei costi energetici delle famiglie e a favore degli investimenti per le imprese, riscontrato che stiamo assistendo a una rimodulazione del tessuto sociale rispetto a un processo di impoverimento delle famiglie che si sommano a famiglie che già vivono in un contesto di povertà significativo, soprattutto determinato da tanti fattori, tra cui la mancanza di lavoro, l'impossibilità di pagare un affitto e quindi di avere una casa, affitti troppo cari eccetera; preso atto delle dichiarazioni avute in Commissione dalle associazioni dei consumatori che hanno parecchio esasperato questo tema; viste le iniziative di solidarietà concrete che si stanno sviluppando a livello regionale per sostenere le famiglie, ultimo, ma non ultimo, il grido d'allarme del banco alimentare di questi giorni, che ha avuto un grande successo nella giornata di raccolta dei prodotti, che si associa alle iniziative delle Caritas parrocchiali, della Caritas diocesana, della San Vincenzo de' Paoli; tenuto conto che le risorse sono state distribuite senza avere un piano preciso della povertà e che questo piano sarà pronto solo nel mese di marzo 2023, noi chiediamo al Consiglio regionale di impegnare la Giunta a dare un indirizzo, affinché nella raccolta di informazioni per la redazione del piano della povertà vengano coinvolte tutte le associazioni di volontariato che operano nell'ambito del sostegno sociale alle famiglie e soprattutto l'Ordine degli assistenti sociali.
Presidente - Per il Governo regionale, l'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Gli uffici del dipartimento delle politiche sociali, che stanno lavorando in stretta sinergia con il consulente cui è stata affidata la redazione dello studio sulla povertà, oltre a un'analisi quantitativa sul fenomeno della povertà in Valle d'Aosta, hanno previsto anche l'effettuazione di un'analisi qualitativa attraverso la tecnica del focus group, coinvolgendo tutti i soggetti del terzo settore, ma non solo, si pensi ad esempio ai sindacati che a vario titolo si rapportano con il fenomeno della povertà.
Ringrazio pertanto quindi il consigliere per il suggerimento, che era già comunque stato anche valutato come necessario dalle strutture. Ritengo di poter accogliere l'ordine del giorno e pertanto annuncio il voto favorevole della maggioranza.
Presidente - Consigliere Baccega a lei la parola.
Baccega (FI) - Grazie, Assessore, ringrazio anche la maggioranza. Il tema è sicuramente preoccupante. Sono certo che l'insieme di tutte queste professionalità e anche di tutto quel volontariato possa portare a compimento un documento che sia chiaro e inequivocabile, che ci permetterà poi di dare delle risposte secondo i veri bisogni.
Presidente - Non vedo altre richieste d'intervento, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 13 di Forza Italia. Si è prenotato per l'illustrazione il consigliere Marquis, ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Quest'ordine del giorno tratta della riorganizzazione logistica della Regione. Nel settembre del 2021 è stata presa una delibera di Giunta che ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro internamente all'Amministrazione regionale, con l'obiettivo di fare delle valutazioni rispetto alla situazione in essere e individuare delle soluzioni di distribuzione logistica per razionalizzare la gestione, in funzione delle nuove esigenze e, come ha detto l'assessore Marzi, anche per ridurre il costo di funzionamento e il contenimento dei costi energetici.
A fine del 2021 è stata rassegnata questa proposta da parte del gruppo di lavoro che è stato costituito, quindi con l'impegnativa si chiede di presentare entro novanta giorni alla Commissione consiliare competente il piano di riorganizzazione degli uffici dell'Amministrazione regionale, che ha fatto seguito sicuramente alle proposte di cui alla delibera che è stata approvata.
Presidente - Si è prenotato il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Come giustamente ricordato, nel corso dei mesi passati è stato iniziato un lavoro puntuale, peraltro coordinato anche dall'assessore Marzi, ma che oggi non vuole parlare perché è timido, quindi spiego io cosa è successo all'interno di questo gruppo di lavoro. A parte le battute, è stato fatto un primo lavoro di base, con il quale si sono raccolti dei dati comunque interessanti. Peraltro, ci sarà anche un'iniziativa presentata sempre da voi, che credo oggi non riusciremo a discutere, ma ne discuteremo ancora. Il gruppo di lavoro, aveva lo scopo di fare una prima analisi proprio nella logica da un lato di ridurre i costi di gestione, sia per quanto riguarda locazioni passive, gestione delle sedi, sia in qualche modo per valorizzare il patrimonio immobiliare della Regione, che comunque è molto importante, ma anche migliorare un po' la fruibilità e l'accessibilità per il pubblico, cercare in linea molto generale di razionalizzare l'accesso agli uffici pubblici.
Questa prima analisi ha dato delle prime soluzioni, ma che non sono definitive per due motivi. In primis perché viene fuori da questo studio che, per avere una riorganizzazione puntuale, soprattutto della zona centrale della città e degli uffici centrali, ci sono due necessità fondamentali. La prima è di rimettere mano a Palazzo Narbonne, sul quale abbiamo messo dei fondi a bilancio nel prossimo triennio di circa - vado a memoria - 400 mila euro. L'altro punto fondamentale dal punto di vista logistico è sicuramente Palazzo Roncas sul quale, come sapete, i lavori si stanno ultimando, quindi nel corso del 2023 avremo la possibilità di utilizzare quell'altro importante palazzo storico, che ha un valore anche artistico e storico oltre che di logistica essendo comunque molto centrale. L'altro palazzo che sarà oggetto nel prossimo triennio di un importante lavoro di manutenzione straordinaria è il Palazzo Perrod, che è qua dietro e che comunque ha la possibilità, essendo molto centrale, attaccato sostanzialmente a Palazzo Deffeyes, di essere utilizzato in maniera strutturale e funzionale a quest'ultimo. Questi sono i punti logistici che sono da mettere a posto e che richiedono degli interventi strutturali abbastanza importanti.
Il punto fondamentale per il quale non ci sentiamo e non possiamo condividere quest'impegnativa così com'è scritta è che la logistica, in qualche modo, segue l'organizzazione, non viceversa. Abbiamo, come sapete, un incarico molto importante che la Bocconi sta portando avanti, che richiederà un po' di tempo, qualche mese, ma dal quale discenderanno dei ragionamenti sulla logistica. I ragionamenti che possiamo fare in maniera strutturale, al di là degli interventi che vanno eseguiti sugli edifici, dovranno essere fatti a seguito di un ragionamento sulla revisione dell'organizzazione.
Quindi, così com'è presentata quest'impegnativa non è accettabile. Quello che eventualmente possiamo fare è demandare un passaggio in Commissione consiliare, come è richiesto qui, non fra novanta giorni ma dopo che sarà ultimato il piano di studio della Bocconi; posso proporre a novanta giorni dal completamento dello studio Bocconi, questo può avere un senso logico. Si fa un ragionamento sull'organizzazione, poi si fa un ragionamento sulla logistica.
Se può essere condivisibile un emendamento di questo tipo, si può votare tranquillamente da parte nostra, altrimenti ci asteniamo.
Presidente - Consigliere Marquis a lei la parola.
Marquis (FI) - Per noi credo che nulla osti fare questa modifica dell'impegnativa. Effettivamente condivido l'osservazione che ha fatto nella sua risposta. Avevo già trovato strano anch'io che si fosse proceduto all'inverso rispetto a quella che è la logica, che in questo senso mi portava a ipotizzare qual era l'iter per perseguire l'obiettivo.
Oltretutto credo che vada considerato fortemente, sotto il profilo della logistica, anche questa nuova modalità di lavoro della casa, perché sicuramente richiede un impatto diverso delle superfici a disposizione rispetto alla modalità a cui eravamo abituati, perché non c'è più bisogno di una scrivania per ogni persona, ma magari degli spazi di condivisione che possono essere strutturati diversamente. Credo che le superfici saranno inferiori rispetto alle esigenze cui eravamo abituati, anche perché poi la dematerializzazione dovrebbe aiutare a contenere lo stoccaggio di pratiche. Pertanto credo che non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare la proposta di modifica.
Presidente - Abbiamo l'emendamento all'impegnativa. Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno così come modificato. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora agli ordini del giorno di Pour l'Autonomie: ordine del giorno n. 1. Il consigliere Carrel si è prenotato per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Torniamo sulla questione della proroga delle concessioni idroelettriche a CVA, un tema che abbiamo trattato già in precedenza in Consiglio, sul quale abbiamo portato l'attenzione del Governo diverse volte e sul quale ci siamo confrontati cercando di fare leva soprattutto sui tempi, con dei rapporti con l'allora Governo Draghi. Purtroppo poi proprio nel mezzo o al termine dell'iter il Governo Draghi è caduto e dunque abbiamo un nuovo Governo. Con questo nuovo Governo dobbiamo interloquire per rendere operativa la nostra Commissione paritetica e in questo ordine del giorno chiediamo di confrontarsi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri per avere delle tempistiche più chiari possibili perché le concessioni idroelettriche scadono nel 2029, sappiamo bene che una gara a livello europeo richiede dei tempi anche abbastanza lunghi, quindi non possiamo più aspettare, non possiamo più prorogare questo tipo di intervento.
In contemporanea, con quest'ordine del giorno, chiediamo di interloquire con i Ministeri competenti in materia, per capire prima a livello politico se vi è la volontà di procedere con quella che è la norma statutaria. Sappiamo che nel Governo Draghi mancava un parere, sembrerebbe del MISE, qualcuno nelle riunioni invece dice che mancava un parere del MITE, quindi non sappiamo bene di chi mancasse il parere, sicuramente non siamo arrivati al termine dell'iter e questo ha bloccato tutto. Quindi dobbiamo riprendere da zero, sicuramente sarà più facile, ma c'è necessità di effettuare un'azione politica della quale chiediamo conto attraverso quest'ordine del giorno.
Presidente - Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Sarò molto breve, perché ne abbiamo parlato tante volte e è inutile stare qui a sottolineare ancora l'importanza di quest'argomento che condividiamo credo tutti e 35 in quest'aula. Semplicemente dico che quest'impegnativa non la possiamo votare, perché sono passaggi che abbiamo già fatto per quanto riguarda le iniziative riguardo alla Commissione paritetica di parte statale, non con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ma con il Ministro di riferimento, che è il Ministro degli affari regionali e per le autonomie, che propone al Consiglio dei Ministri la nomina dei tre membri di parte statale. Ho sentito anche il Presidente uscente della Commissione paritetica che era nominato da parte statale, il professor Occhiena, che ha manifestato lui stesso al Ministro la volontà dei tre membri nominati di proseguire il lavoro, quindi credo che la nomina sarà fatta nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda le interlocuzioni con i Ministeri, le che stiamo riprendendo. Dopodomani avremo la possibilità con il Ministro dell'ambiente di fare qualche ragionamento anche su questo, perché sarà presente qua per i cento anni del Parco. Quindi, non votiamo quest'ordine del giorno per il semplice fatto che in buona parte è già stato ottemperato nelle sue impegnative, e le altre sono questioni che stiamo portando avanti con la massima attenzione condividendone l'urgenza e l'importanza.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Noi condividiamo quest'ordine del giorno presentato dai colleghi di Pour l'Autonomie, in particolare condividiamo la necessità di definire delle tempistiche entro cui ipotizzare la ricomposizione della Commissione. Ricordiamo anche che, in merito a questo tema, fin dal 2 luglio del 2019, avevamo presentato una risoluzione, allora proprio per sollecitare i lavori della Commissione paritetica, per trasferire alla Regione le competenze in materia di procedure per il rilascio delle grandi concessioni, e poi sappiamo che nel tempo sono state presentate molte iniziative da parte nostra e non solo su questa materia.
Nell'impegno, Pour l'Autonomie torna sul tema un po' debolmente sul primo punto, perché si dice "Confrontarsi con la Presidenza dei Ministri"; noi crediamo che bisognerebbe chiedere direttamente di ricostituire, nei tempi più rapidi possibili, la paritetica.
Il secondo punto affronta un altro argomento, che è quello dell'eventuale proroga delle concessioni che scadono nel 2029. Riteniamo comunque che se la paritetica viene ricostituita rapidamente, il tempo per arrivare alla norma di attuazione ci sia e successivamente fare la legge regionale che disciplina il rilascio delle grandi concessioni e poi fare la procedura di concessione.
Noi riteniamo che questo sia un ordine del giorno importante, riteniamo che sia corretto votarlo, perché la norma di attuazione è uno dei temi che ci hanno visti impegnarci a fondo e fa parte anche di quello che era il nostro programma elettorale.
Presidente - Consigliere Carrel, a lei la parola.
Carrel (PA) - Grazie presidente Lavevaz per le informazioni che ci ha dato. Bene che i tre membri sembra che possano proseguire il loro lavoro. Quello che ci ha detto è che nei prossimi giorni avremo nuovamente una Commissione paritetica operativa, che già è una buona notizia.
Nel secondo punto noi chiedevamo un incontro in Commissione per riportare quanto lei giustamente continua a fare, di interloquire con i Ministri. Credo che questo sia un passaggio in più, perché capisco bene che voi come Governo e lei come Presidente giustamente tiene dei rapporti su questo tema, mi auguro anche abbastanza frequenti, dall'altra parte però come Consiglio regionale spesso e volentieri, se non tramite queste iniziative, diventa difficile confrontarsi e avere gli elementi necessari per iniziare quel percorso che la collega Minelli ha ben ricordato. Quindi non ritiriamo quest'ordine del giorno e invitiamo a votarlo convintamente.
Presidente - Vi sono altri interventi? Non vedo richieste, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 16
Favorevoli: 16
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Passiamo ora al secondo ordine del giorno di Pour l'Autonomie. Consigliere Carrel, a lei la parola.
Carrel (PA) - Parliamo di tunnel, ma questa volta del Gran San Bernardo. Anche su questo tunnel vi sono delle problematiche che ci sono state esposte dall'Assessore e dai vertici della gestione di SITRASB, la quale ha una concessione da ANAS di 70 anni che scadrà nel 2034. A fronte di questo termine ormai breve, abbiamo degli investimenti molto, molto importanti da effettuare, tant'è che il piano strategico aziendale parla di investimenti immediati di circa 20-25 milioni di euro e in prospettiva di circa 150 milioni di euro. Questo ovviamente non consente alla società che ha in concessione in questo momento il 50 percento della gestione del tunnel di effettuare gli investimenti, a causa del poco tempo che rimarrebbe al termine della concessione per ammortizzare gli investimenti.
Senza entrare troppo nel dettaglio e senza entrare sotto le logiche di quali sono i lavori necessari per la messa in sicurezza del tunnel, crediamo che, proprio in virtù delle notizie che sono apparse anche sui giornali e su cui ci siamo confrontati diverse volte, di chiusura del tunnel Monte Bianco, dobbiamo iniziare ad affrontare i problemi di manutenzione del tunnel del Gran San Bernardo, proprio perché dobbiamo cercare di trovare una soluzione per evitare che la Valle d'Aosta sia isolata sia con la Francia che con la Svizzera.
Presidente - Per il Governo l'assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Ringrazio il consigliere Carrel di aver posto la questione, sulla quale temo torneremo spesso. Di recente ho presentato, proprio perché si tratta di una partecipata, una memoria ai due parlamentari valdostani che ha riguardato il traforo del Gran San Bernardo come un'emergenza, perché il sistema di areazione, per così dire, del traforo dev'essere rinnovato. Gli svizzeri sono pronti, a noi manca una cifra di circa 28 milioni di euro che, secondo le ultime dichiarazioni nella conferenza intergovernativa cui ho partecipato a Saint-Vincent, dovrebbero essere stanziati rapidamente dallo Stato.
In realtà credo che l'ordine del giorno in sé non possa essere accettato, per la semplice ragione che non siamo noi che in qualche maniera determiniamo la proroga della concessione, che dovrebbe oscillare tra i 50 e i 70 anni, per poter coprire tutte le problematiche sia parte italiana che parte svizzera, perché la richiesta di allungamento della concessione dalla parte nostra viene depositata al Ministero delle infrastrutture che, a sua volta, deve inviare la richiesta a Bruxelles. Chi decide alla fine è la Commissione europea. Quindi, oggi determinare dei tempi è impossibile. L'unica garanzia che le posso dare è che ci sarà il massimo impegno da parte nostra, sia a Roma che a Bruxelles, per fare in modo che questa questione si sblocchi.
Naturalmente non è questo il solo aspetto, ci sono poi dei temi che i colleghi soprattutto della zona conoscono bene. I costi per la società italiana sono ancora più pesanti, perché deve gestire i dieci chilometri, che vanno più o meno dallo svincolo per il Colle fino all'imboccatura del tunnel e la speranza è che quella parte venga ceduta all'ANAS, perché è un peso enorme che grava interamente sulla società italiana e la ripartizione dei proventi non è sufficiente.
La ringrazio per la sollecitazione, ne prendiamo atto, la informerò periodicamente sull'andamento della trattativa, però le chiedo o di ritirarla oppure ci asterremo.
Presidente - Consigliere Carrel ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Questo era un metodo per iniziare a parlarne, perché crediamo che sia giusto portare all'attenzione di tutti questo che potrebbe essere un problema a medio-lungo termine, ma che dobbiamo affrontare oggi per cercare di risolverlo e di non farlo diventare un problema insormontabile e ingestibile; ecco perché abbiamo presentato quest'ordine del giorno.
Capisco bene che non dipende tutto da noi, c'è l'impegno politico di occuparsene sia a livello di Ministero, sia a livello di Bruxelles, quindi le chiediamo semplicemente di aggiornarci periodicamente su questa situazione e, se nel caso, torneremo sul tema. Nel mentre ritiro l'ordine del giorno.
L'ordine del giorno n. 2 è ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 3 di Pour l'Autonomie. Consigliere Carrel per l'illustrazione.
Carrel (PA)- Parliamo in questo caso di elisoccorso notturno, in quanto è un tema che abbiamo affrontato su diversi tavoli, anche in merito al piano che è in esame in V Commissione in questi mesi, ma non abbiamo visto nulla di scritto sul DEFR. Il 13 di novembre del 2022 su La Stampa è stato pubblicato un articolo dal titolo "Tutti d'accordo sull'elisoccorso notturno, ma in Valle d'Aosta il servizio ancora non decolla", con una serie di dichiarazioni del dottor Montagnani, direttore del dipartimento emergenza, che dice che dal 2018 a ogni cambio di Governo presentano una relazione dalla quale emerge il nulla osta dal punto di vista sanitario, ma anche di Paolo Comune, in quanto capo del soccorso alpino, che dice che abbiamo tutte le capacità tecniche e organizzative, ma che dobbiamo decidere come avviare. Infine, anche l'amministratore delegato di Airgreen, che è una società con la quale, come Regione, abbiamo un accordo di circa 15 milioni di euro per tre anni e, nel caso in cui dovessimo prevedere l'integrazione del servizio notturno che è previsto dall'accordo, avrebbe un costo di circa 20 milioni di euro.
A tutto ciò si deve aggiungere anche il costo per garantire la sicurezza in aeroporto e sicuramente anche altri costi. Ovviamente la salute pubblica viene prima di tutto e non possiamo farne una questione di costi, però crediamo che sia giusto in Commissione portare questo progetto, un insieme di quelli che sono i costi, anche perché in questo articolo si parla direttamente di un collo di bottiglia, di qualcosa che osta alla presa di decisione di una questione che sembra già risolta apparentemente, da come emerge da quest'articolo. Quindi, vi chiediamo semplicemente di venire in Commissione, esporre quelli che sono i costi e il numero di interventi che sono stati effettuati durante le ore notturne, o che potrebbero o dovrebbero essere effettuati nelle ore notturne, per fare una valutazione che sia sì tecnica, che sia sì di salute pubblica, ma anche economica.
Presidente - Il Presidente della Regione ne ha facoltà.
Lavevaz (UV) - Sarò brevissimo. Assolutamente d'accordo a presentare in Commissione questi dati. È un progetto questo che vogliamo mandare avanti; vero che anche questo, come altri, non è oggetto nel dettaglio del DEFR, ma è un'indicazione che è stata data come indirizzo alla protezione civile di attivare questo tipo di percorso, che richiede dei passi di avvicinamento abbastanza lunghi, nel senso che ci vogliono tante ore di volo notturno e tutta una serie di passaggi che vanno fatti. Quindi, nessun problema a votare quest'impegnativa e a venire in Commissione con i dati specifici.
Presidente - Consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Per una dichiarazione di voto di sostegno a quest'ordine del giorno. Tra l'altro, ricordo che nel corso delle audizioni, o meglio, della programmazione delle audizioni, del piano sanitario del benessere sociale c'è stata anche l'occasione, con altri colleghi, di chiedere la possibilità di concentrarsi sull'ambito del volo notturno, ma in generale sul tema dell'elisoccorso. Penso che potrebbe essere utile unire le due cose, visto che il presidente della Commissione aveva messo in calendario anche questo passaggio e finalmente poter avere un quadro completo e chiaro e capire anche come poter attuare un passaggio molto importante e molto utile, soprattutto conoscendo le rischiosità e l'atipicità del nostro territorio. Quindi, ben venga questa richiesta in linea anche con altre iniziative che, a vario titolo, in Consiglio sono state portate avanti.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, metterei in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 33
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 4 di Pour l'Autonomie. Consigliere Carrel ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Nel DEFR, a pagina 205, si ricorda l'articolo 40, comma 1, della legge regionale 22 del 2021, con la quale il Consiglio regionale ha incaricato Finaosta per uno studio sulla possibile fusione tra le società controllate della Regione esercenti l'attività di impianti a fune sul territorio regionale.
Con questo ordine del giorno vogliamo capirne di più e abbiamo già portato all'attenzione del Consiglio, anche con gli altri colleghi dell'opposizione, diverse iniziative su questo tema. Durante le Commissioni ci è stato detto che lo studio è terminato ed è stato consegnato a Finaosta, la quale lo ha comunicato agli Assessori competenti. Vorremmo capire entro il primo trimestre del 2023 quali siano le linee politiche che si traggono da questo studio e iniziare a discuterne all'interno della Commissione. Credo che questo studio sia di fondamentale importanza per lo sviluppo economico delle nostre comunità e delle nostre vallate ed è giusto portare all'attenzione della Commissione quanto emerso e come il Governo intende agire in base ai dati che abbiamo.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Per dire che accettiamo l'impegno. Al momento non c'è molto altro da aggiungere, in quanto avevamo calendarizzato l'incontro di presentazione alla Giunta, ma poi per una serie di impegni che si sono sovrapposti è saltato. Nei prossimi giorni presenteremo in Giunta questo studio e poi non ci sarà nessun problema a venire e a far fare una presentazione, direi da chi è stato incaricato da Finaosta oltre che come Assessorato, per cominciare a evidenziare tutti i dati che sono a disposizione, le analisi che sono state fatte e dare vita al confronto su un argomento di particolare importanza, e direi a livello strategico di fondamentale importanza. Quindi siamo a favore e lo faremo nel più breve tempo possibile.
Presidente - Altri interventi? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Ordine del giorno n. 5 di Pour l'Autonomie. Consigliere Carrel a lei la parola.
Carrel (PA) - Essendo un ordine del giorno riguardante il tema del tunnel del Monte Bianco, lo ritiriamo in quanto abbiamo discusso tra colleghi e abbiamo presentato un'iniziativa congiunta.
Presidente - A questo proposito, per la discussione dell'ordine del giorno, proprio in ragione del ritiro per accordo unanime dei Capigruppo sentiti informalmente, gli interventi di presentazione potranno essere più di uno e gli interventi successivi, come per gli altri, uno per gruppo. Ordine del giorno n. 1 dei gruppi AV-VDAU, UV, PLA, LEGA, FI, GM, FP-PD, SA. Qualcuno illustra l'ordine del giorno? Assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Per l'economia dei lavori cercherò di essere veramente molto breve. È indubbio come questa questione del Traforo del Monte Bianco sia un tema all'attenzione non solo dell'opinione pubblica valdostana, ma direi più in generale all'attenzione di tutto il mondo dell'economia e anche del turismo. È recente la presa di posizione del presidente di Confindustria a Genova, e non a caso a Genova, perché si trattava di un incontro dei diversi presidenti di Confindustria in cui si parlava di trasporti e logistica, e questa questione, che ci è abbastanza caduta sulla testa da qualche anno a questa parte, cioè la scelta di avere per diciotto anni, nella migliore delle ipotesi, una chiusura di tre mesi, settembre, ottobre e novembre, è qualche cosa che sicuramente colpisce. Questo avviene anche dopo molte chiusure notturne e in questi ultimi tempi c'è stata la chiusura quasi di un mese per l'asfaltatura. E devo dire che questi lavori che sono stati fatti con dei carotaggi, hanno anche evidenziato nei mesi passati la presenza di amianto.
Io credo che il documento che noi presentiamo, firmato da quasi tutti i Capigruppo, a eccezione del PCP, serva a fare un po' il punto della situazione in maniera molto pacata. Parte dal presupposto che c'è bisogno che i governi nazionali, il Governo italiano e il Governo francese, si esprimano con assoluta chiarezza sulle conseguenze di queste chiusure che, tra l'altro, ma lo dico incidentalmente, causeranno anche un forte incremento nel mese di chiusura del traffico pesante lungo la Val di Susa e la Vallée de la Maurienne. Tenete conto che al momento il Fréjus ha un solo tubo, ha un solo tunnel, mentre solo nel novembre del 2023 sarà aperta la famosa seconda canna.
È chiaro che questa chiusura da una parte si riflette in senso negativo nei collegamenti con la Francia, che siano quelli rivieraschi, transfrontalieri, ma pesa anche sul destino, come dicevo, del grande traffico internazionale. Ricordo tra l'altro che già la pandemia ha pesato sull'equilibrio del tunnel, di cui noi siamo soci, ma soprattutto pesa e peserà questa chiusura in particolare sulla RAV, di cui abbiamo il 49 percento, che già non gode di bilanci particolarmente floridi, tant'è che la stessa Sezione di controllo della Corte dei conti, anche se noi siamo soci di minoranza, ha segnalato una serie di criticità.
Noi abbiamo un tunnel monotubo, in cui convivono auto e TIR, con evidente pericolosità. La Francia al momento ha espresso in termini ufficiali il no al raddoppio in situ, cioè un tunnel di tipo parallelo a quello attuale. È stato confermato anche in un incontro che ho avuto la settimana scorsa con il Vicepresidente di Auvergne-Rhône-Alpes e con il Sindaco di Chamonix, che ha incontrato il Ministro dei trasporti. Tuttavia, mi pare di capire, e noi lasciamo qui delle opzioni aperte come punto di equilibrio di una presa di posizione, che ci sia una disponibilità invece da parte francese rispetto a un'ipotesi di tunnel di base con tecnologie assai innovative e in qualche maniera legato a un'intermodalità rispetto al traffico pesante.
Noi lasciamo aperta l'interlocuzione necessaria da parte del Governo italiano con il Governo francese, parliamo di soluzioni tecniche che assicurino un futuro certo all'itinerario attraverso il Monte Bianco, anche con scelte di separazione del traffico, che lascia aperto a diverse soluzioni, e soprattutto ad avere la concertazione con le autorità regionali locali, perché è chiaro che i valdostani non possono che condividere quelle preoccupazioni, che noi qui abbiamo espresso nell'inciso, del rispetto dell'integrità ambientale delle vallate.
Infine, ma non è un elemento secondario, se si scegliesse qualunque soluzione, questa andrebbe finanziata. L'appello è nell'ultima parte, è alle autorità comunitarie, perché ricordo che l'asse del Monte Bianco fa parte della rete transeuropea dei trasporti, e quindi è uno dei passaggi viari strategici per tutta l'Europa, sia per le merci che per i viaggiatori.
Credo quindi che le interlocuzioni politiche che saranno consentite anche dal ruolo che potranno giocare i due parlamentari valdostani, ma anche il rapporto oramai fraterno con le autorità francesi, mi riferisco in particolare a Laurent Wauquiez, ma anche l'arrivo alla presidenza della società francese del Monte Bianco, che comprende anche l'Autoroute du Mont Blanc, di un personaggio autorevole come l'ex Ministro dell'interno francese Christophe Castaner, in qualche maniera ci suggerisce una possibilità da parte sua di un'interlocuzione diretta con uno dei dominus della discussione, cioè con il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron.
Questo è un po' il quadro di fronte al quale ci poniamo, ma è del tutto evidente che si tratta di una discussione aperta in cui noi giochiamo un ruolo perché il territorio è nostro, ma ovviamente si tratta anche di decisioni che devono essere assunte a livello comunitario e nell'interlocuzione italo-francese.
Mi esprimo qui non solo come Governo, ma anche come gruppo consiliare in maniera da accorciare i tempi della discussione odierna.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Ho ascoltato con attenzione le sue parole, Assessore, e credo che questo sia un tema di straordinaria importanza per i riflessi che determina a livello socioeconomico, sia sul breve che nel medio e nel lungo periodo. Proprio per questa ragione abbiamo presentato un ordine del giorno, assieme ad altri colleghi di altri gruppi, per portare all'attenzione del Consiglio regionale questo argomento. Riteniamo che, dal momento che è una questione strategica per la Valle d'Aosta del futuro, non si possa fare a meno, una volta per tutte, di prendere una determinazione all'interno di quest'aula. Una determinazione che deve dare la forza al Governo regionale di portare il pensiero della comunità valdostana negli ambiti istituzionali. Noi crediamo che serva oggi arrivare ad approvare quest'ordine del giorno da portare al Governo nazionale, affinché quest'ultimo possa sensibilizzare il Governo francese sull'importanza di quest'opera.
É un'opera che è fondamentale per la Valle d'Aosta. Io credo che la Valle d'Aosta non sia quella meta selvaggia, come è stato detto stamani mattina dall'Assessore, che tanti possono sognare, ma la popolazione, per vivere in montagna, ha bisogno di infrastrutture: sono le uniche che possono garantire lo sviluppo. Se la Valle d'Aosta è quella che è oggi, è grazie alle due autostrade, è grazie ai tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, opere lungimiranti che sono state costruite nel secolo scorso.
Io credo che la politica in questi anni non abbia avuto il coraggio di fare delle scelte. Su questo tema abbiamo fatto sempre delle grosse battaglie dentro quest'aula come gruppo, come persone che hanno a cuore lo sviluppo liberale del tessuto economico, perché riteniamo fondamentale andare in questa direzione. Già nel 2019 si è discusso in quest'aula. Addirittura c'è qualcuno che ha portato all'attenzione delle mozioni dove si diceva: "I collegamenti transfrontalieri sono importantissimi e strategici per la nostra regione e quindi è importante che il Consiglio regionale ribadisca la sua posizione riguardo al raddoppio del Traforo, la sua contrarietà"!
Questo credo che sia un grande paradosso. Bisogna finalmente superare queste posizioni ideologiche e ragionare nei termini pragmatici e della concretezza. Non è possibile che ci facciamo dire dall'associazione industriali nazionale che c'è una preoccupazione al riguardo della funzionalità di quest'arteria di traffico, che è riconosciuta nella rete transeuropea e quindi c'è la necessità sicuramente di garantirgli un futuro.
Già nel 2019 c'erano tutti gli elementi per capire cosa stava succedendo oggi, che ci sarebbero stati degli importanti interventi da dover effettuare nella canna, interventi che adesso sono sotto gli occhi di tutti, che richiedono una chiusura per diciotto anni di seguito per alcuni mesi, per tre mesi da quello che si legge dai giornali e da quelle che sono le attuali comunicazioni sull'argomento.
Noi riteniamo che non vedere questa situazione, non vedere l'opportunità di sviluppo della Valle d'Aosta, sia una scelta di grossa miopia politica. I tunnel servono per raccordare tra le Alpi il sud e il nord Europa. Tutti i tunnel sono stati raddoppiati! È stato fatto per mettere in condizione di sicurezza l'utenza, che deve avere delle garanzie di percorribilità lungo la viabilità. Abbiamo già provato cosa significano degli incidenti tremendi: l'esperienza del 1999. Adesso viviamo questa situazione di oggettiva difficoltà di importanti interventi di ristrutturazione, ma credo che ci sia anche un problema di sostenibilità economica, di garanzia di funzionamento che necessita la separazione del traffico.
Oggi noi dobbiamo avere il coraggio di dire in modo chiaro che bisogna separare il traffico, l'andata dal ritorno - non so se questo significa fare una doppia canna, se fare un tunnel basale, come è stato detto dall'Assessore - perché diversamente qualsiasi incidente, qualsiasi situazione di disagio, metterà a rischio la nostra economia. E questo credo che lo sentano tutti gli imprenditori valdostani, tutti coloro che hanno bisogno ogni giorno di fare dei piani di sviluppo della loro azienda e di gestirla. Credo che quindi la politica oggi darà un segnale molto forte, se approverà quest'ordine del giorno, per andare nella giusta direzione; una direzione che può garantire un futuro alla Valle d'Aosta.
Riguardo alla parte economica, se non ricordo male, quando è stato finanziato il traforo del Fréjus, sono state aumentate per cinque anni di seguito le tariffe del 3,5 percento, che ha portato un aumento cumulato del 20 percento sui cinque anni. Questi aumenti sono stati fatti fino al termine della concessione. Il Fréjus è stato finanziato in questa maniera. Siccome le tariffe dei due tunnel sono analoghe per legge, hanno dato anche al Monte Bianco la stessa opportunità. Gli aumenti sono stati fatti, sono congelati in un fondo di bilancio a disposizione per l'intervento di raddoppio della canna o quello che sarà l'intervento di ristrutturazione. Questa era la situazione che, se non è cambiata, credo che possa dare anche delle garanzie sotto il profilo finanziario, perché bisogna tener conto che questi aumenti si concretizzano fino al 2050, e quindi ci sono ancora trent'anni in cui il 20 percento di tutti gli incassi va ad alimentare questo fondo. Il Fréjus l'ha fatto in questa maniera, potrebbe essere che anche il tunnel del Monte Bianco possa beneficiare di questa situazione e quindi non essere neanche un grosso problema la parte finanziaria.
Mi fa piacere che tutta la maggioranza oggi sia indirizzata nel valorizzare quest'iniziativa, perché anche cambiare idea non è sbagliato, perché ci si rende conto di quelle che sono le necessità. A volte, in funzione dei ruoli si cambiano occhiali e magari ci si consente di vedere meglio qual è la situazione. Quindi, apprezziamo questo sforzo, perché sicuramente non possiamo fare a meno di dichiarare quella che è la nostra volontà. Dopodiché sicuramente siamo la piccola Valle d'Aosta, non dipenderà da noi il futuro del tunnel, ma credo che sia doveroso, da parte nostra, portare la voce di tutta la comunità valdostana a Roma, affinché venga presa in carico questa problematica che di grande interesse, attuale, di medio periodo e di prospettiva.
Presidente - Consigliere Aggravi ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Penso che l'obiettivo di base di quest'ordine del giorno, così come di quelli che sono stati ritirati dai colleghi, così come delle interlocuzioni di cui abbiamo già avuto modo di leggere e parlare e di cui ci ha rammentato l'assessore Caveri, abbiano un unico e forte obiettivo, quello di scongiurare la chiusura di questo passaggio; lo chiamo passaggio perché è fondamentale, al di là di tutto, per attraversare un confine che è molto importante.
Io penso che tutti abbiano letto le dichiarazioni della Confindustria, dell'Autorità portuale di Genova, della Confindustria locale, delle realtà locali, di tutti gli operatori. Miseramente, in maniera molto più semplice io ricordo sempre l'effetto che la chiusura del 1999 ebbe sui corrispettivi delle attività di prossimità del tunnel, tra cui anche una che mi riguarda personalmente. Quindi, penso che in senso lato l'eventuale chiusura, ancorché periodica, ancorché prolungata, sia un pericolo da scongiurare con ogni soluzione.
Io penso che il testo di quest'ordine del giorno lasci aperta la soluzione tecnica da adottare, perché non siamo dei tecnici, è un problema molto complesso, è un problema che va analizzato. Penso che nelle valutazioni che si potranno e si dovranno fare anche sulla scelta di dove identificare una nuova o una congruente percorribilità, si possa anche tenere conto ed evitare una cementificazione dell'area, perché stiamo forse dimenticando le terze corsie, le grandi rotonde (prima si è parlato del piano delle rotonde), insomma, gli effetti che sono comunque impattanti su un'area che tutti conosciamo, dove tra l'altro c'è anche un asset importante della nostra regione che è Skyway. Tutti sanno delle problematiche che, oltre alle prospettate chiusure, ai problemi tecnologici che ci sono stati ultimamente sull'infrastruttura, anche quello che è stato il problema del traffico e soprattutto degli ingorghi agli accessi che hanno interessato gli ultimi anni e in particolare quest'estate. Tra l'altro, sono delle situazioni che molto probabilmente, anche dal punto di vista dell'inquinamento, fanno addirittura di più di altre soluzioni, perché comunque abbiamo dei mezzi che sono fermi in transito, magari abbiamo dei mezzi pesanti con i frighi che devono tenere accesi i motori: sinceramente, adesso un po' per campanilismo, ma chi abita a La Palud e a Entrèves penso che non sia particolarmente contento.
Sicuramente anche una necessità di mantenere aperto un varco molto importante. Prima lo accennavo, dobbiamo ricordare che l'aeroporto di Ginevra è vicino e quindi per la realtà turistica della Valle penso che sia estremamente importante tanto quanto Torino o Malpensa; ricordiamo l'importanza tra l'altro di quel hub, così come anche ricordiamo l'importanza occupazionale della società da entrambi i lati. Ovviamente noi siamo sicuramente più interessati dal lato valdostano, però comunque ci sono persone del territorio che lavorano e c'è una garanzia occupazionale che non è di poco conto e penso che vada rispettata, come tutti penso su questo siamo d'accordo.
Diciamo anche che sicuramente è un dossier che noi possiamo gestire fino a un certo punto. C'è la necessità di un'interlocuzione sicuramente dei due Governi, io penso anche magari di qualcosa di più, visto che abbiamo un convitato di pietra che è l'Unione Europea che forse qualcosa dovrebbe dire. Ricordiamo che tra l'altro il tunnel è stato uno dei primi GEIE, e quindi è una novità anche da quel punto di vista, che ha portato l'Unione Europea, che fu in parte anche una semplificazione all'epoca dal punto di vista del diritto societario. Ma al di là di questo io penso che tutte le forze debbano lavorare insieme e penso che, al di là dell'ordine del giorno, al di là delle padronanze esogene, tutti faranno la loro parte per cercare di portare una soluzione a questo problema. Mi auguro anche che sul lato francese si vada un po' più in là di certi campanilismi, soprattutto le autorità di prossimità, se vogliamo, e chissà se magari la Prima ministra oggi in Francia si ricorderà il suo incarico, o meglio, il fatto che fu lei tra i primi ad arrivare in quel triste 1999.
Il mio gruppo ovviamente sosterrà, come abbiamo sottoscritto, quest'ordine del giorno, monitoreremo anche, laddove possiamo e laddove abbiamo dei rappresentanti, ed è bene anche ricordare l'attività che possono fare i rappresentanti al Parlamento italiano. Voglio chiudere prendendo spunto anche da una serie di rimandi che ha fatto il collega Marquis. Sono anche contento che ci sono delle firme di persone che hanno forse cambiato idea, ed è cosa buona e giusta perché forse si sono rese conto che il problema è molto più grande di certe difese. Sicuramente c'è una preoccupazione anche dei territori, di quello che può essere l'impatto di determinati lavori, di determinate nuove infrastrutture, però io penso che ci possano essere tutti gli elementi, con le adeguate compensazioni, e impatti che non sono forse più quelli di un tempo, per poter trovare una soluzione che ci permetta, ripeto, di scongiurare la chiusura, ancorché periodica ma prolungata, di un'importantissima infrastruttura non soltanto per la Valle d'Aosta.
Presidente - Consigliere Carrel ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Torniamo a parlare del tunnel, un tema che abbiamo affrontato diverse volte e che ci vede sicuramente partecipi e convinti sostenitori di quest'ordine del giorno. Nel nostro ordine giorno che abbiamo ritirato vi era un aspetto politico che poi l'Assessore, nella sua illustrazione iniziale, ha ben sottolineato: questo non è un problema che riguarda solo la Valle d'Aosta, questo è un problema che riguarda un'area molto, molto più ampia. Ovviamente ha degli effetti tanto più importanti in Valle d'Aosta, perché siamo piccoli, perché il nostro sviluppo è legato al transito verso la Francia e verso la Svizzera e perché, di fatto, siamo la terra di confine. Credo quindi che sia un tema che giustamente vada affrontato su diversi tavoli, sia a Roma che a Parigi che a Bruxelles.
Per questo motivo avevamo proposto di coordinarci con le Regioni Piemonte e Liguria, perché le vediamo come le due sicuramente più interessate. Il Piemonte con Bardonecchia e tutta la vallata che sicuramente avrà degli effetti, se veramente procederanno a queste chiusure, anche perché è certo che cambiando le abitudini per tre mesi per diciotto anni, è ovvio che poi in tanti passeranno dall'altra parte senza più passare da Courmayeur; questo dobbiamo dircelo, perché una volta che si cambia il tragitto, poi anche lo sviluppo delle varie imprese, al di qua e al di là del confine, si modifica, soprattutto se il lasso di tempo è così ampio.
Questo è un aspetto che ci preoccupa, perché le ricadute sul nostro territorio, e guardo anche l'assessore Bertschy, sicuramente sono importanti. Non possiamo nascondercelo, quando parliamo di un intervallo di tempo così ampio, è un elemento che dobbiamo considerare e su cui dobbiamo fare leva attraverso i problemi che avranno a cascata anche le altre regioni, perché immagino che nemmeno il Piemonte sia contento di vedere aumentare il proprio traffico a causa di questa chiusura. Facendo leva su quest'aspetto, possiamo sicuramente avere un peso in più con il Governo romano e ci auspichiamo anche con il Governo di Parigi e, perché no, anche a Bruxelles.
Ovviamente è un tema molto complesso, molto difficile. La seconda canna: tecnicamente è quasi inutile entrare nel tecnico in questa assise; forse è bene che lo facciano i tecnici e ci propongano delle varie alternative. Però non possiamo permettere alla Valle d'Aosta di rimanere chiusa. Questo è il messaggio chiave che dobbiamo lanciare e, se è necessario, dobbiamo fare leva sui problemi che causiamo, perché di fatto la chiusura del tunnel del Monte Bianco causerà dei problemi importanti a tutta l'area del nord-ovest d'Italia, per cercare di sollevare questo problema e trovare delle soluzioni. Come politica dobbiamo fare questo.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Stavo aspettando perché, seguendo la modalità che abbiamo utilizzato per tutta la giornata, avevo visto che i proponenti illustravano, poi c'era una risposta da parte di qualcuno del Governo e poi i consiglieri potevano intervenire, ma va bene così. Immagino che l'assessore Caveri abbia fatto la doppia parte, sia come esponente del suo gruppo che come membro del Governo. Naturalmente, come è facilmente immaginabile, noi non abbiamo, e questo è evidente, firmato l'ordine del giorno e non lo sosteniamo, perché la nostra opposizione su questo argomento è abbastanza nota, ma dirò alcune cose, e non va nella linea di quello che è invece l'atteggiamento di tutti i gruppi che si sono espressi fino qui.
Fin dai primi anni del 2000, il Consiglio regionale aveva detto no in maniera molto chiara al raddoppio del tunnel del Monte Bianco. Penso che la prima volta fosse in risposta a una scelta del governo Berlusconi e del ministro Lunardi, che aveva inserito in Gazzetta Ufficiale proprio la proposta di raddoppio del tunnel, l'aveva messo tra le opere strategiche da realizzare con delle procedure accelerate. Nel 2009, a dieci anni dal rogo del Monte Bianco, il Consiglio il 16 aprile 2009 si era espresso nuovamente contro il raddoppio del tunnel. Nel 2012, con una mozione approvata all'unanimità, a firma dei colleghi Chatrian e del presidente Bertin e poi a firma della consigliera Morelli, del consigliere Cerise e del consigliere Louvin, era stata presentata un'altra mozione che era volta a riaffermare la contrarietà nei confronti del raddoppio del traforo del Monte Bianco, eccetera. Più recentemente, nel 2019 il presidente Bertin, allora mio collega di gruppo, e la sottoscritta, avevamo presentato una mozione con in buona sostanza le stesse motivazioni. Quindi, adesso sarà anche abbastanza interessante vedere la scelta di voto del presidente Bertin; ho notato che nella proposta del collega Aggravi dell'ordine del giorno relativo al tunnel tra La Thuile e Bourg-Saint-Maurice, il Presidente si è astenuto, vedremo la posizione che prenderà ...
Voce fuori microfono.
Io ho visto una casella bianca, magari ho visto male. Chiedo scusa se ho visto male, ma non mi sembra.
In ogni caso è interessante vedere quale sarà il voto, perché mi sembra che per coerenza con quanto sostenuto, ancora in maniera molto appassionata nel 2019, mi farebbe specie. Immagino che una delle motivazioni potrebbe essere, ma poi anche sono cose che ho sentito da altri, che la situazione è cambiata da allora, è andata via via peggiorando, che la situazione generale è diversa e che il mondo è cambiato.
Nell'impegno della mozione, e mi riferisco soprattutto al primo punto che è quello poi più significativo, si fa riferimento a scelte di separazione del traffico non meglio definite, non meglio identificate. Però poi ascoltando anche le posizioni che sono emerse in aula, a me è parso abbastanza chiaro che l'intenzione, la volontà, o comunque ciò che molte persone pensano, è sostanzialmente un raddoppio. Che poi sia un raddoppio in loco o con delle differenziazioni, avevo letto anche da qualche parte in questi giorni della possibilità di una canna un po' più in basso, però in buona sostanza di raddoppio del tunnel si parla.
Noi crediamo che anche questa possibilità, quindi una canna esclusivamente per i TIR, significherebbe comunque in buona sostanza accrescere il traffico pesante di attraversamento della regione. Noi pensiamo invece che si debba diminuire il traffico pesante, soprattutto nelle vallate alpine. Ricordo che siamo in una macroregione alpina, è stato detto, non ci siamo solo noi, siamo all'interno di una realtà particolare. Io ricordo che la macroregione alpina discende direttamente dalla convenzione delle Alpi scritta nel lontano 1991, la quale come sapete benissimo ha molti protocolli al suo interno. Il protocollo dei trasporti che sta in questa convenzione dice testualmente: "Ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico intralpino e transalpino, tra l'altro attuando un consistente trasferimento su rotaia dei trasporti, in particolare dei trasporti merci", questo c'è scritto.
Nel tempo e negli anni - parlo in senso generale, non riferiti a noi ovviamente - i progetti di alternativa ferroviaria ai TIR sono andati avanti e noi riteniamo, ma ovviamente è una posizione che mi rendo conto in questo Consiglio essere isolata, che bisogna liberare via via dal transito internazionale dei TIR la nostra regione, anche perché se diminuissero i TIR i problemi di manutenzione del tunnel si ridurrebbero. È vero che per molto tempo i TIR sono stati "sacri" perché portavano comunque denaro, perché avevamo i soldi dell'IVA da importazione, però riteniamo che oggi questo sia in qualche modo cambiato e che costituiscano un problema per quello che riguarda l'inquinamento e anche un potenziale pericolo.
Quest'ordine del giorno non è così chiaro nelle cose che chiede, perché si parla di scelte di separazione del traffico che non sono state nemmeno illustrate. Noi crediamo davvero che ci debba essere un atteggiamento diverso nei confronti nella valutazione del trasporto globale.
Per quello che riguarda il turismo, che è fondamentale per la nostra regione, noi crediamo che la presenza dei TIR semmai scoraggi il turismo invece di favorirlo. Avere un sistema di trasporto che preveda una velocizzazione se vogliamo anche del transito di quelle che sono vetture e non i camion, sarebbe di beneficio al turismo, senza contare che la valorizzazione di tutta la parte alta della Valle passa anche attraverso un miglioramento delle condizioni ambientali.
Come dicevo, il Consiglio si è espresso più volte in questo senso; immagino che in questo momento la situazione sarà diversa. È stato detto, e lo sottolineo, che il Governo francese, la Prima ministra - mi ha fatto piacere che il collega Aggravi l'abbia definita al femminile, visto che invece ormai dobbiamo utilizzare nel nostro Paese termini al maschile -, il Governo francese, anche il Comune di Chamonix, la Vallée de l'Arve, eccetera, hanno una posizione molto netta, io credo anche più lungimirante di quella che ho sentito esternare e proporre in aula. Io credo che in qualche modo, visto che appunto saremo isolate anche in questa votazione, non ci resta che dire che nous faisons confiance à nos cousins français.
Presidente - Consigliere Cretier.
Cretier (FP-PD) - Sarò molto breve. Io ho frequentato l'Institut agricole nel 1977 e mi ricordo bene le file dei TIR che c'erano dall'ospedale di Aosta in poi, e ho visto anche le case sventrate, quindi a volte bisogna pensare che il percorso può essere cambiato, utilizzato diversamente. Ci sono stati politicamente dei gruppi che hanno ritardato la scelta di fare il raccordo che va dal casello di Aosta al tunnel del Monte Bianco.
Come gruppo abbiamo firmato quest'ordine del giorno facendoci forza soprattutto su due cose: che la Commissione, per quanto ne so io, sta riesaminando il regolamento TNT, rete transeuropea dei trasporti, quindi è importante capire, secondo me, lo stato dell'arte, vedere la situazione com'è, se si è evoluta, oppure se siamo in ritardo, ma questo non lo saprei dire, soprattutto per non isolare la Valle d'Aosta in questi diciotto anni. Il tunnel è un chiaro collegamento dal nord al sud delle Alpi, quindi in una rete europea di collegamento.
La seconda cosa importante è il punto in cui si dice che si devono rapidamente fare delle scelte concordate. Questo soddisfa il nostro impegno e la nostra scelta di sostenere questo punto, perché assolutamente l'iniziativa va raccordata intanto con il Governo italiano, intanto con le autorità francesi e quindi credo che la soluzione non sarà così semplice, dovrà essere valutata ma, ripeto, concordata assolutamente, come ogni passaggio importante, con le autorità transfrontaliere e con il Governo italiano.
Presidente - Consigliere Marguerettaz ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Sicuramente nell'intervento non ci sarà nessun intento di convincere chi non è convinto, ma credo che sia corretto lasciare agli atti alcune considerazioni, perché oggi noi stiamo affrontando una situazione che per la Valle d'Aosta potrebbe avere dei risvolti drammatici: immaginare per diciotto anni tre mesi di chiusura, qualora vada tutto bene, perché voi avete visto che già in un lavoro di minore entità abbiamo avuto dei ritardi.
Per una via di comunicazione la certezza dell'apertura del transito fa la differenza, perché io non vado a definire un tragitto con delle incognite. I tre mesi sono tre mesi e quella è la chiusura, ma poi si dice "Chissà se è aperto, se non è aperto", il problema è pesante.
Siccome sono stati ricordati dei provvedimenti passati, bisogna dire che a volte noi abbiamo delle persone che sono molto convincenti e rischiano di portarti fuori strada.
Fino allora sostanzialmente si era fatta strada, e forse alla fine in modo un po' superficiale accettata, quest'equazione: raddoppio del tunnel, raddoppio del traffico. Ora, tutti voi sapete bene che è una stupidaggine mondiale! Il traffico non dipende dalle strade, dipende dal sistema economico nazionale e internazionale. Non è che se io raddoppio le strade, automaticamente raddoppio le macchine, anche perché se io raddoppio le strade ma lascio sempre le stesse regole dal punto di vista della sicurezza, ovvero i limiti di velocità, le distanze, è ovvio che non abbiamo questa equazione fantasiosa. Fino allora, facendo leva su questa equazione fantasiosa, la popolazione effettivamente è caduta in questo tranello. D'altra parte - perdonatemi - ma chi è quel pazzo che abita in una regione e in un comune che è contento di veder raddoppiato il traffico?! A meno che non gestisca un distributore di benzina, non credo che abbia questo desiderio.
Noi stiamo sbagliando assolutamente il paradigma, perché il ragionamento è totalmente diverso: raddoppiamo il tunnel, raddoppiamo la sicurezza, questo è quello che dobbiamo dire; e diamo delle certezze.
Il collega Aggravi ha parlato dei problemi che hanno le infrastrutture della Valdigne rispetto a questa gestione caotica del tunnel. Per parlare di una società a partecipazione regionale, Skyway, voi avete idea di quanti passaggi ha perso? Perché ovviamente c'erano le prenotazioni, nel periodo estivo c'era l'over booking, quindi o tu prenotavi oppure non potevi salire; il problema è che con la prenotazione, avevi tutto il traffico intasato perché non ti facevano più stare in autostrada, ti facevano uscire e sostanzialmente tutta Entrèves era inaccessibile. Quindi, la società Skyway aveva ovviamente i suoi problemi perché tutte le prenotazioni sono saltate; immaginatevi i ristoranti, immaginatevi gli alberghi, quindi dei danni che sono incredibili.
Il ragionamento che viene fatto dalla collega Minelli che dice: "Meno male che ci sono i francesi che sono molto più sensibili di noi". Guardi, che io non so se dobbiamo candidare i francesi al Nobel della sensibilità, ma sicuramente fanno molto bene i loro lavori e i loro affari, perché il flusso è esattamente contrario, sono i francesi che vengono a mangiare in Italia, sono i francesi che vengono a sciare in Italia, perché ovviamente è più attrattiva. Se qualcuno di voi ha sentito il direttore della stazione di Zermatt l'altro giorno quando parlava dell'apertura, ha detto "I nostri sono dei clienti che amano venire al sud, perché c'è sole, c'è un'offerta enogastronomica migliore e quindi sono contenti". Allora, noi abbiamo due bacini, quello di Zermatt per quel che è della Svizzera, ma dall'altra parte Chamonix che ha migliaia di turisti che gradiscono all'interno della loro settimana venire in Italia. Di questo non sono tanto contenti i nostri amici francesi, e se il tunnel è chiuso rimangono dall'altra parte. La Minnelli è contenta, ma noi no, perché perdiamo delle opportunità. I francesi non è che fanno dei ragionamenti ecologici, fanno dei ragionamenti di puro interesse, perché ovviamente Chamonix è il punto di riferimento dell'offerta turistica montana della Francia, ha un'attrattività che è importantissima.
La collega Minelli non resiste, perché quando parlo, ha un'ebollizione...
Voce fuori microfono della consigliera Minelli.
Allora stia zitta e ascolti.
Voce fuori microfono della consigliera Minelli.
No, però parla ad alta voce e mi disturba, sono sensibile anch'io come i francesi. Stia serena, mi lascia parlare! Tanto lei ha il suo comitato del No che la sostiene e che dirà tutto quello che riuscirà a trasferire.
I comitati del No alla Valle d'Aosta sono già costati una fucilata, perché qualcuno si è messo di traverso. Quando il collega Cretier parla delle colonne di TIR, parla di un inquinamento incredibile in Valle d'Aosta. Il fatto di aver ritardato così tanto la costruzione dell'autostrada ha prodotto un inquinamento incredibile, però si metta una mano sulla coscienza: ci siano persone che hanno perso la vita, perché hanno intasato l'autostrada. Qualcuno si ricorda del ponte dell'Equilivaz, di tutti gli incidenti che ci sono stati?
Noi stiamo facendo dei ragionamenti dove nessuno ha la verità in tasca e nessuno vuole in qualche modo cementificare. Il problema è creare delle infrastrutture che diano una sicurezza al traffico, che diano delle garanzie e sicuramente fino a oggi, dopo la tragedia, dopo il dramma del rogo del Monte Bianco, sono stati fatti degli interventi, ma questi, come vediamo adesso, non sono sufficienti. Allora, probabilmente bisogna prendere il toro per le corna, bisogna approfittare di questa sensibilità: il fatto che il presidente di Confindustria nazionale piuttosto che i rappresentanti di settore dicano che il Governo devi intervenire, il Governo italiano con il Governo francese; credo che si possa fare un ragionamento.
Io vi racconto solo questo fatto, ma velocissimo. Qualche anno fa abbiamo festeggiato i 50 anni della caduta del diaframma nella costruzione del tunnel Monte Bianco e hanno tutti raccontato l'eroicità di questo progetto: "Sono stati bravissimi!". Mi sono permesso di dire - allora lei non c'era! - che se fosse oggi, manco il progetto sarebbe partito, perché il comitato del No si sarebbe messo di traverso. Se fosse oggi il momento in cui è stata pensata l'opera del tunnel del Monte Bianco, stia sicura che vi sareste messi di traverso, ci sarebbe stato il comitato del No, che da un lato porta i voti a qualcuno e dall'altra parte è una iattura per tutto il sistema. Lei ha detto la frasetta: se non ci sono TIR non c'è la necessità di fare delle manutenzioni. Certo, se non ci sono i valdostani, non c'è neanche bisogno di fare le strade, lasciamo i camosci e gli stambecchi.
Presidente - Vi sono altri? Posso fare una precisazione per fatto personale? No?
Voci fuori microfono.
Se non posso, non posso. Vabbè! Pazienza, avrò altre occasioni!
Mettiamo in votazione. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 31
Favorevoli: 31
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika, Minelli)
L'ordine del giorno è approvato.
Siamo sempre in discussione del punto n. 8 all'ordine del giorno. Come da accordi intercorsi tra i Capigruppo per le vie brevi, si è deciso di continuare nell'analisi del DEFR questa sera, pertanto passiamo alla votazione. Ci sono dichiarazioni di voto? Consigliere Aggravi.
Aggravi (LEGA VDA) - Per confermare il voto già espresso in Commissione di astensione da parte del nostro gruppo, per confermare tutto quello che abbiamo già detto e per fare un'ultima considerazione rispetto alle domande, o meglio, alla domanda che mi sono permesso di fare a questa compagine di maggioranza e alla quale il Presidente, che ringrazio, ha giustamente dato attenzione. Ci sono però due aspetti che voglio puntualizzare. Vede Presidente, la mia domanda finale, o comunque le sollecitazioni sul rapporto con Roma, semplifico, non voleva nascondere la necessità di andare al guinzaglio di padroni esogeni e non voleva neanche dirle che qualcuno la può accompagnare nelle sedi opportune. Penso che lei non abbia assolutamente bisogno di questo, come à tour de rôle tutti gli assessori oggi in carica e come gli assessori che sono stati o che saranno, però la mia domanda voleva dire un'altra cosa: con che forza questa maggioranza andrà a parlare a Roma? Con che forza si siederà ai tavoli? E soprattutto, con che forza prenderà determinate decisioni?
Quindi, non era uno scherno. Era semplicemente una domanda di rapporti di forza, come diceva un ex Presidente della Regione che, per l'appunto, ci diceva che la politique est faite de rapports de force, e questo lei lo sa meglio di me, i numeri sono importanti. Le dico anche che sicuramente c'è chi nei propri simboli ha degli eroi che magari rappresentano qualcosa, ma che non sono esistiti, animali mitologici, qualcuno a volte anche rilancia sempre la propria noblesse politica; ne sentiamo di tutti i colori. Io mi stupisco anche di chi si definisce federalista autonomista e ogni tanto richiama ai bei tempi di Casa Savoia, perché ci sono anche questi, che è un po' una cosa abbastanza strana.
Lei giustamente diceva: "Saremo ancora degni della scritta che abbiamo qui dietro?" C'è anche qualcuno che ogni tanto confonde sui destinatari di quella scritta. Io mi chiederei anche, se saremo ancora degni infine di quello che abbiamo fatto o che abbiamo cercato di fare; non sto parlando soltanto di chi oggi è qui, lo dico in senso lato. Saremo ancora degni di dirci autonomisti? Perché, mi permetta di dirlo, non è un monopolio, io non credo nei monopoli, sono un liberale e un liberista e anche gli oligopoli mi fanno paura. Prima di tutto io penso che l'autonomia sia responsabilità in tutti i sensi, responsabilità delle scelte fatte, responsabilità delle scelte non fatte e soprattutto responsabilità delle scelte ritardate, perché anche su questo la politica e l'amministrazione si misurano.
Lei giustamente ha detto che non è il numero di leggi che definisce la buona condotta di amministrazione, perché altrimenti il numero di parole ci direbbe se uno ha parlato bene o male, magari io ho detto un sacco di cose non corrette, eppure ho parlato per delle ore e delle ore, quindi l'ostruzionismo alla giapponese sarebbe sinonimo di buona politica, di buon discorso, ma non è così. Ci sono leggi che sono state fatte, non ci torno, per correggere delle situazioni, o leggi fuori tempo massimo, o leggi che sono arrivate un po' troppo tardi, e penso che forse, se abbiamo letto oggi le dichiarazioni di chi è al vertice del sistema idrico integrato, un po' mi ha dato ragione rispetto a quello che ho detto nel mio intervento.
Detto questo, vede Presidente, lo ridico e di nuovo la ringrazio per l'attenzione che ha dato a quella domanda, qual è la forza politica, numerica e anche di volontà che ha chi oggi ci presenta il DEFR? Non è una domanda banale. Lo so che siamo vicini al periodo invernale e lo slalom, come il Super G vanno di moda, io mi auguro soltanto che la sua non sia una discesa libera e me lo auguro per la Valle d'Aosta.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Al termine di queste due giornate che sono state occupate in gran parte dalla discussione sul DEFR, devo dire che la mia e la nostra valutazione è che è stata una ben strana discussione. Da una parte ci sono state delle critiche blande, direi, al documento da parte soprattutto del centrodestra, e dall'altra una difesa da parte di assessori e presidenti dei due anni di operato di questa Giunta, con tanto di numero di leggi approvate, molte delle quali non certo leggi di riforma, ma legate più che altro a questioni di ordinaria amministrazione, e poi un elenco di cose fatte. Ma il DEFR non dovrebbe, secondo noi, essere il bilancio del passato, ma piuttosto il progetto del futuro, e su questo - come abbiamo detto - non è che ci siamo tanto.
Una discussione strana anche perché si svolge in un contesto di grande incertezza, con un centrodestra che non ha affondato i colpi, come non lo fa da due anni, perché ancora si era in una futura alleanza di Governo con gli autonomisti. È una maggioranza che è conscia della sua debolezza, che non sa ancora bene che cosa farà il prossimo anno e poi chissà negli anni successivi. Tra gli elementi di questo strano dibattito io aggiungerei, e anche lo ribadisco perché l'ho già detto, che è mancato l'ancoraggio con il programma di governo che è un po' desaparecido.
Ho notato anche che, all'interno degli interventi che sono stati fatti da esponenti della Giunta, dal Presidente e dal Vicepresidente in particolare, sono stati usati toni e linguaggi differenti. Il presidente Lavevaz ha avuto un tono di chiusura al centrodestra, il Vicepresidente invece a noi sembra aver utilizzato toni di cauta disponibilità, quindi una situazione che sottolinea l'incertezza, una situazione confusa e malsana in cui né gli uni né gli altri svolgono efficacemente, secondo noi, il nostro ruolo.
Noi abbiamo preferito essere chiari e dire - lo ribadiamo - che siamo contrari a questo DEFR che non voteremo. Abbiamo anche visto che tanti ordini del giorno sono stati votati, alcuni con delle piccole modifiche, diversamente da quello che è accaduto in altre occasioni. Ci siamo anche stupiti di alcuni voti a ordini dei giorni che abbiamo definito o pleonastici o, in certi casi, visionari, però questo non fa che confermare quello che abbiamo detto fin dall'inizio di queste due giornate, cioè che siamo in una situazione di estrema incertezza e confusione, che non permette davvero di capire questo documento che si andrà a votare tra poco di chi sarà e chi lo porterà avanti.
Presidente - Consigliere Chatrian ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione più di natura politica dopo due giorni di discussione. Nel mentre, sono terminate una mezz'oretta fa le prove di discesa libera a Beaver Creek in Colorado, quindi siamo sul tema, e un buon discesista o un buon slalomista, bisogna capire se uno è più portato per la discesa libera, per lo slalom gigante o per lo slalom speciale, deve avere delle capacità per poter fare la differenza.
Detto questo, innanzitutto vorrei ringraziare il Presidente della Regione e tutti i componenti del Governo per il lavoro che è stato fatto, un lavoro molto importante che, per quanto riguarda Alliance e VdA Unie, noi consideriamo un documento economico finanziario molto ambizioso che dà, secondo noi, delle certezze e soprattutto concretezza, ma nello stesso tempo guarda al futuro, senza dimenticare che per il domani bisogna dare delle risposte nei prossimi giorni. Quella doppia capacità, una capacità che secondo noi c'è all'interno di questo documento. Come tutti i documenti sempre si possono migliorare, la giornata di oggi è dedicata agli ordini del giorno, collega Minelli. Sono importanti gli ordini del giorno, perché stimolano, perché tante cose le abbiamo anche votate ma le stiamo già facendo, quindi è utile. Faccio l'esempio: il volo notturno, evviva che ci sia un ulteriore stimolo, tra qualche mese deve partire. Facciamo altri esempi: sulla logistica, evviva gli stimoli dei colleghi. Sono stimoli utili, ma non abbiamo mosso la classifica sul documento che invece è stato scaricato.
Qualche considerazione più di natura politica vorrei farla. In un momento in cui comunque c'è un quadro socioeconomico non facile, l'osservatorio economico-sociale presentato qualche giorno fa mette in evidenza le fragilità, ma soprattutto le potenzialità e lo stato dell'arte del sistema Valle d'Aosta, partendo dal bilancio generale, in un quadro macroeconomico, passando per il nostro pilastro principale che è quello turistico, il mercato del lavoro, il lavoro stagionale, il reperimento della forza lavoro e le dinamiche demografiche, che sicuramente è un dato delicatissimo, come è stato detto da tanti di voi, legato alla caduta della natalità che dovrà obbligarci a fare delle scelte strategiche nei prossimi anni. E nell'ultima slide il livello di benessere.
Ho apprezzato l'intervento del collega Sammaritani, che nel fare il suo passaggio su questo documento economico-finanziario ci dà una pagellina, un "Benino". Anche perché c'è una novità oggi in questo documento, che è la più importante: a differenza delle versioni precedenti, questo documento di programmazione finanziaria quantifica gli oneri finanziari, questa è la cosa bella. E mi spiace quello che sento da certi colleghi che abitano in montagna; siamo ormai rimasti in pochi, ma ci teniamo. Ci teniamo talmente tanto che, per quanto ci riguarda, questo documento è attento alla montagna, è attento a chi abita in montagna, è attento a chi fa impresa in montagna, è attento alla qualità della vita di chi sta in montagna. È talmente attento che, per quanto ci riguarda, riesce a garantire i suoi servizi fondamentali. Ma quali sono i servizi fondamentali? Sono la sanità, sono l'istruzione, sono l'apparato di una pubblica amministrazione, che è vero che è in difficoltà, ma anche qui non discutiamo più il pubblico è male e il privato è bene. Cerchiamo di creare le condizioni affinché ci sia una macchina pubblica che funzioni meglio? Sì. Abbiamo bisogno dei funzionari pubblici per mettere a terra quello che decidiamo qua dentro? Sì. Abbiamo bisogno di personale, e non c'è neanche più la gara a chi vuole venire nell'amministrazione pubblica. Quindi, per favore, mettiamo da parte questo dire che il male è il pubblico e il bene è il privato.
L'altro passaggio che volevo fare è questo. Fino a 15-20 anni fa c'era la coda di valdostani che avrebbero voluto essere assunti nelle remontées méchaniques. Non abbiamo più neanche quello. Quindi, evviva se le vallate laterali esportano e danno del lavoro.
Un altro passaggio che volevo mettere in evidenza è questo. Sempre all'interno del quadro socioeconomico, io trovo importante questo passaggio. All'interno del sistema Valle d'Aosta, la distribuzione del reddito si conferma una della realtà con la minore diseguaglianza reddituale. Io penso che questo sia non un punto di arrivo, ma è un punto di partenza positivo.
Termino, perché probabilmente sto abusando del vostro tempo, dicendo questo sul piano forse più politico: avrà la forza questa maggioranza? Questa maggioranza ha avuto la forza di scaricare e oggi approvare, come ho detto prima, un documento economico finanziario ambizioso. Sicuramente dovremo avere la forza di mettere a terra quello che oggi decidiamo, numeri alla mano, scelte alla mano, programmazione edilizia alla mano, partendo da tutto quello che è stato inserito in questo documento. Su questo io penso che sul piano politico, per quanto riguarda Alliance e VdA Unie, la ricomposizione in un unico movimento pluralista possa fare non solo la differenza, ma possa far crescere quella che è la qualità della vita della nostra comunità.
Presidente - Consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Io mi sono concentrato sulla parte sociale, a fronte dell'ottima analisi fatta dal collega Aggravi. Vorrei replicare brevemente su questo, rispetto a quello che ho visto e aggiungere qualche considerazione in più.
Trovo che sia insufficiente la risposta arrivata dalle sollecitazioni che abbiamo voluto porre a quest'aula rispetto proprio alle mancanze della politica sociale, soprattutto quando si spacciano 70 milioni di euro che arrivano da un progetto che non riguarda e che non è stato promosso dalla nostra Regione, ma è un progetto che è stato raccolto dal Comune di Aosta e poi incasellato sul quartiere Cogne, come una fantastica operazione della nostra Regione. In realtà, il programma casa non si risolve con quel progetto per i motivi che abbiamo già detto: sono lavori che verranno fatti da qui al 2026 e i risultati si vedranno da qui ad allora, quindi spacciare questo come un risultato e una miglioria, obiettivamente ci sembra un po' eccessivo.
Vorrei replicare anche brevemente a chi ha detto che il tetto ISEE a livello nazionale per gli aiuti energetici è stato fissato a 15 mila euro, mentre qui è stato fissato a 20 mila euro, quindi si è fatto un ottimo lavoro. Io vorrei sottolineare che chi ha detto questo non si è reso conto che i 21 miliardi di euro che sono stati utilizzati per andare ad abbassare le bollette e sostanzialmente quindi intervenire sulle fasce più deboli della popolazione, erano la stragrande maggioranza di risorse di questa manovra economica. Invece, in questa Regione sappiamo - e lo abbiamo visto - che i fondi a disposizione per il sostegno economico alle famiglie erano molto superiore rispetto a quelle fasce e quindi con quei soldi si potevano fare ulteriori sforzi; addirittura si sono messi dei tetti a quanto potevano percepire le famiglie per evitare che prendessero troppo. Significa che ci sarà un avanzo, significa che quasi novemila famiglie, non 11.400 come era stato conteggiato, hanno aderito al bonus social, quindi c'erano i fondi per aiutare ulteriormente e non si è voluto fare. Questo è il problema di cui non si è parlato e questo credo che sia utile evidenziare.
Mi estranio un pochino dal discorso dei simboli, perché obiettivamente, quando si parla di economia e quando si parla di Regione, quando si fa del futuro delle persone, discorrere di simboli credo che un po' tradisca la mancanza di argomenti contro questo o quel movimento, tranne poi fare la morale a chi rappresenta movimenti nazionali e, nel contempo, condividere gli oneri di una maggioranza risicata con chi è ovviamente un partito nazionale, peraltro all'opposizione. Credo che su tutto questo rimangano alcune considerazioni, e ringrazio le colleghe dirimpettaie per averci spiegato come si fa opposizione. Prendiamo atto di quanto da loro raccolto in maniera così dura e intransigente con la loro opposizione oggi: credo che abbiano dimostrato effettivamente a quest'aula come siano riuscite a cambiare plasticamente il DEFR e come effettivamente abbiano messo, loro due contro tutti, sotto scacco questa maggioranza con il loro giusto e opportuno modo di fare opposizione. Vi ringraziamo e apprendiamo questa importante lezione che ci avete voluto dare a beneficio del futuro, grazie colleghe.
Quello che però rimane, secondo me, è che sui numerosi ordini del giorno che sono stati accolti, si è riusciti a incidere, si è riusciti a migliorare e si è riusciti a dare un impegno concreto con mille sfaccettature, con quelli che sono i limiti su cui si è potuto lavorare. Su alcune proposte siamo riusciti a convincere sulle necessità della nostra regione, su altre rimaniamo convinti della bontà di quelle proposte; non siamo riusciti a spiegarlo o forse ci sono state delle resistenze che hanno impedito di poterli approvare, ma sono ordini del giorno e sono impegni su cui continueremo a mantenere la nostra pervicace fiducia che siano assolutamente necessari per la nostra regione.
Chiudo su una valutazione che è stata fatta, al di là della ostentazione di plutocratica sicumera proveniente da qualcuno, ma credo che sia importante dire che forse la frase più importante l'ha pronunciata il Vicepresidente della Regione. Di fronte a momenti in cui si legifera, momenti in cui si va avanti, momenti in cui si riesce a portare un sacco di provvedimenti legislativi, il commento più importante è che la condizione politica di questa maggioranza è sfiancante. Grazie, vicepresidente Bertschy.
Presidente - Consigliere Marquis ne ha facoltà.
Marquis (FI) - Al termine di questi due giorni di Consiglio, a nome del gruppo Forza Italia annuncio il voto di astensione a questo Documento di economia e finanza regionale e confermiamo tutto quello che è stato detto negli interventi e che abbiamo fatto.
Sicuramente si è parlato di stabilità economica, di stabilità di risorse, sicuramente sotto questo profilo il dato è positivo. Abbiamo letto tante altre cose che necessitano di essere affrontate, che sono stato oggetto della discussione, che sono state arricchite con l'apporto che abbiamo dato con gli altri gruppi di minoranza a presentare degli ordini giorno che, di fatto, hanno affrontato dei problemi concreti che toccano la nostra comunità. Alcuni sono stati recepiti, e di questo ringraziamo il Governo regionale, ma su questo, siccome sono degli ordini del giorno che chiedono ancora la loro attuazione, sicuramente terremo alta l'attenzione e verificheremo se verranno rispettati gli impegni che sono stati presi.
Dal nostro punto di vista sicuramente è emersa una situazione di difficoltà, ma anche dagli interventi del Governo, dove ciascuno degli intervenuti ha dichiarato che ci sono tante cose da fare nei singoli settori. A mio avviso ci sono più cose rispetto alle forze che sono state dimostrate e quelle che ci sono in campo.
Io non vedo tutta questa situazione di tranquillità politica. In questa due giorni abbiamo visto anche della debolezza, consentitecelo, sotto il profilo politico, abbiamo anche ascoltato delle considerazioni politiche che dimostrano la sottovalutazione dei rapporti con lo Stato. I rapporti con lo Stato, per una piccola Regione di montagna, per una piccola Regione caratterizzata da piccoli numeri, sono dei rapporti importanti. Qui nel nostro foyer c'è una teca, che vediamo tutti i giorni in ricordo di Federico Chabod, il primo Presidente del Consiglio Valle: ma ci avesse sentito dire che i rapporti con lo Stato contano poco! Siamo arrivati allo Statuto grazie a delle interlocuzioni e a delle entrature con lo Stato. Sono stati fatti dei ragionamenti politici dove sono stati richiamati dei posizionamenti da parte dei gruppi che aderiscono a dei partiti nazionali.
Noi crediamo che in questo momento sia importante invece l'apertura della Valle d'Aosta. L'apertura non solo attraverso la viabilità, ma anche l'apertura politica. Abbiamo delle sfide che sono difficilissime, presentano delle grandi difficoltà, e le dobbiamo sostenere. Non riusciamo a sostenerle dentro queste montagne da soli, abbiamo bisogno di mettere in campo tutte le energie per poter arrivare a fare del risultato, abbiamo bisogno di dialogare con lo Stato, di dialogare con l'Europa. Non è facile e sicuramente sono delle sfide più grandi di noi, ma che richiedono anche delle attenzioni. L'ultimo ordine del giorno ne è la testimonianza: diamo mandato al Governo regionale di interloquire con lo Stato, per portare avanti le istanze della Valle d'Aosta. Riteniamo che sotto questo profilo vadano fatte delle riflessioni, perché purtroppo, come dicevo, la situazione è di estrema difficoltà.
Tutto il discorso delle riforme. Ce ne sono tante da fare, l'avete detto voi, l'abbiamo detto noi, ci sono tante cose che chiedono di essere affrontate e che non sono di facile soluzione. Richiedono una riforma amministrativa sulla quale, onestamente, sono stati conferiti gli incarichi: era una riforma amministrativa che doveva partire nel 2020, ma di fatto arriveranno nel 2023 le prime proposte, quindi vuol dire che alla fine nella legislatura ci sarà difficoltà ad attuare questa riforma. Si dovrà gestire il Piano nazionale di ripresa e resilienza nel frattempo. Io vedo delle grandi ombre, vedo delle situazioni di difficoltà sotto il profilo politico e amministrativo, non è tutto così semplice come potrebbe sembrare.
Dal nostro punto di vista, siamo collocati in opposizione, faremo la nostra parte anche sul bilancio per portare avanti le criticità che abbiamo illustrato in questa due giorni, cercheremo di riproporre i temi che non sono stati recepiti in questo momento e di vedere se c'è la capacità e la volontà tutti insieme di trovare una soluzione.
Presidente - Consigliere Carrel.
Carrel (PA) - Da gruppo autonomista quale siamo, credo che ognuno di noi rappresenti i valdostani e chi sta al Governo rappresenta la Valle d'Aosta, al di là ovviamente che sia bene o male appartenere a uno o a un altro movimento nazionale e ad avere più o meno possibilità di interloquire con il Governo nazionale. Credo che la centralità di questo Consiglio e di coloro che ci rappresentano a livello di Stato dev'essere intatta e chiunque rappresenti la Regione Valle d'Aosta, deve rappresentarla nelle sedi opportune, quindi anche dai Ministri e dalla Presidenza dei ministri, rappresentando tutti i valdostani e non un movimento piuttosto che l'altro; questo vale a 360 gradi per ognuno. Chiunque assuma delle responsabilità in questo Consiglio e abbia dei ruoli di Governo, deve rappresentare l'intera Regione, al di là di quello che succede e degli equilibri che vi sono a Roma, che possono essere un vantaggio o uno svantaggio; questo è un altro discorso su cui non entro.
Per quanto riguarda questo DEFR, sicuramente è più semplice da leggere, è un DEFR che, come avevamo chiesto come opposizioni, è più semplice da valutare e più misurabile anche in futuro. Dall'altro punto di vista però, permetteteci, questo DEFR, l'ho detto nelle premesse, doveva arrivare il 30 giugno, doveva essere il trampolino di lancio del bilancio, nel mentre invece arriva appena prima del bilancio e quindi ovviamente ha questo tipo di lacuna che non è, dal nostro punto di vista, secondario.
Per quanto riguarda gli obiettivi, credo che come opposizione abbiamo fatto diversi ordini del giorno che ci hanno permesso di discutere di diversi temi, che forse non erano trattati adeguatamente, dal nostro punto di vista, in questo DEFR; per questo motivo noi ci asterremo. Sicuramente è più valutabile, però dal nostro punto di vista - lo ripetiamo - manca il progetto, manca l'unione tra i vari obiettivi e questo è un deficit; e soprattutto secondo noi il DEFR dev'essere approvato nel mese di settembre, in modo da permettere poi anche agli assessori e agli uffici a lavorare per programmare il bilancio e non arrivare alla seduta prima del bilancio.
Presidente - Consigliere Cretier ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Dopo due giorni di maratona, vorrei esporre alcune idee. Permettetemi di rispondere a qualche osservazione fatta in quest'aula. Intanto, sulla questione spartizione che qualcuno ha citato: non è assolutamente così, tante ipotesi al vento. Certo che a diciotto è difficile, come ha detto il Vicepresidente, molto difficile e complicato. I giornalisti scrivono, fanno il loro lavoro, raccolgono informazioni, aspettative, indiscrezioni, segnalazioni, ma non sono ai tavoli con le delegazioni e con tanta santa pazienza aspettano fuori.
Diversi in aula hanno richiamato le audizioni fatte; erano molti gli auditi e mi sembra di aver sentito una certa soddisfazione: Finaosta, La Chambre, le associazioni di categoria. Per onestà intellettuale qualche frecciata è arrivata dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni dei consumatori, che però sono state audite non sul DEFR, ma per i due disegni di legge 82 e 83; quindi tutti i richiami erano legati alla legge di bilancio e non al DEFR.
La questione dei dipendenti pubblici. A volte nella vita si fanno delle scelte, ma sotto l'aspetto ambientale e agricolo in Valle d'Aosta c'è spazio per tutti e anche le norme fiscali permettono di svolgere un'attività, certo, con certi limiti e con le relative autorizzazioni del datore di lavoro, quindi ben vengano.
Su certe figure professionali a volte si sceglie di andare all'estero, oppure si è di fronte a lavori pesanti, pericolosi e faticosi. Bisogna essere per lo meno qualificati, faccio l'esempio dei boscaioli, per non parlare dei tanti casari che producono la DOP. Per altri lavori proprio non si trova manodopera disponibile in loco ed è compensata con manodopera straniera o italiana, e ho molti esempi.
Tornando sul tema, il DEFR è un documento in cui sono racchiuse le scelte politiche e amministrative nel breve periodo, tre anni, medio e lungo. Un documento che mette insieme e coordina gli obiettivi della politica, un documento che traghetta le scelte del passato, rende reale il sostegno attuale e tenta una visione del futuro, un documento condiviso in maggioranza e sostenuto oggi politicamente, decisamente a favore della montagna; tiene conto del momento contingente a sostegno e a compensazione delle tante difficoltà legate alla montagna, spesso citata, ma che in tema economico ha molte più difficoltà rispetto a coloro che sono vicini alle grandi vie di comunicazione e trasporto.
Il testo del DEFR, oltre 200 pagine, richiama le azioni delle strutture dell'Amministrazione, per realizzare il programma del Governo e delle sue direttrici di sviluppo, in un contesto che sa cogliere le necessità, non del singolo ma delle categorie e della società, in un approccio moderno e di sviluppo. Certo, il DEFR non è solo tema di scelte politiche, ma assolutamente mette a regime anche aspetti meno legati alla polis però importanti, come l'aspetto legislativo in un contesto coordinato; come espressamente dichiarato, e cito, "A proteggere le finanze pubbliche, confrontando le risorse disponibili per finanziare in modo programmato", come farebbe un buon padre di famiglia, richiamando le mie poche nozioni di diritto scolastico, facendo programmazione e poi attuando la verifica delle disponibilità finanziarie e facendo delle scelte sostenibili. Quindi, per me e per il mio gruppo, non è un libro dei sogni, ma una sensata ed equilibrata risposta al dovere di programmazione.
Vorrei citare l'Assessorato all'agricoltura che conosco abbastanza bene. È fortemente impegnato a sostenere i consorzi e la ricerca di possibili soluzioni compatibili, sostenibili e praticabili per le aziende. Certo, la Comunità Europea si pone dei paletti pesanti, se non con attente proposte politiche e agricole, ad esempio il nuovo complemento per lo sviluppo regionale che propone interventi per le aziende.
Ritengo importante la sezione 5, per la pianificazione triennale dei lavori pubblici, attraverso l'analisi del contesto, le priorità e le urgenze di realizzazione dell'intervento, poiché siamo in un contesto montano fragile, in un aggrovigliato di strade che obbligatoriamente devono essere in efficienza e messe in sicurezza, se vogliamo mantenere le vallate e i tanti paesi vivibili da abitanti fortemente motivati, non solo a soggiornare ma a vivere in quota malgrado i tanti disagi.
Un occhio di riguardo al tema e alla continua prevenzione attraverso indagini e continue verifiche per prevenire i dissesti e gli eventi calamitosi. Insomma, un DEFR che dà delle risposte transitorie, magari non perfetto, dal un punto di vista dell'azione politica dei prossimi cinque anni, quindi un pieno sostegno del nostro gruppo.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Intervengo in dichiarazione di voto partendo dal 2017. Come il consigliere Sammaritani, anch'io nel 2017 intervenni nella discussione del DEFR chiedendo delle tabelle obiettivo; da allora si sono succedute varie maggioranze, vari Governi, alcuni di noi sono stati più volte in maggioranza, ma oggi tutti reclamiamo che queste tabelle non sono sufficienti. Invece, da parte mia devo fare un plauso al Governo che si è impegnato e finalmente ha fatto una scelta, quella di produrre due tabelle obiettivo per ogni dipartimento, corredate di dati, di cifre, di destinatari e di enti e soggetti che possono e devono interagire con la pubblica amministrazione. È quello che mi aspettavo già nel 2017, quindi ben venga oggi questa scelta.
Per quanto riguarda i contenuti più descrittivi del DEFR, possono essere ritenuti sufficienti, non sufficienti; per quanto mi riguarda riprendono quello che è stato il programma di Governo e che è stato votato dall'allora maggioranza a ventuno. Forse non sono ritenuti esaustivi: devo dire che non sono delle tabelle scolpite nella pietra e non lo saranno mai, ma non lo devono essere; il DEFR deve avere una sua flessibilità, deve anche un po' ripercorrere quella che è la forza delle idee e la forza di volontà. Perché, vedete, prima abbiamo richiamato lo sport della discesa, mentre io sono abituato ad andare in salita, e penso che si debba fare un po' di fatica anche per raggiungere gli obiettivi, ma ci vuole tanta volontà e tanta determinazione; però non sempre, e lo dico io che a volte sono critico, dipende dai numeri, ma dipende anche da altro, e questa è una cosa che ritengo importante.
Non so quale sarà il futuro della maggioranza, come verrà definito o meno, certo è che nel corso dei due anni si sono date delle risposte. Qualcuno di noi discuteva più di un consuntivo piuttosto che di un Documento di economia e finanza, e questo non è ciò che forse ci aspettavamo tutti, ma si doveva parlare, come poi è stato fatto attraverso gli ordini del giorno, di quelle che sono delle ipotesi sul futuro, ma soprattutto degli impegni politici, perché questi sono gli ordini del giorno. Se ci fossero state tante cose che non andavano, forse si doveva intervenire in altra maniera, con altre misure, perché si poteva intervenire come è stato fatto in passato con un contro DEFR, oppure con emendamenti specifici. É stata fatta una scelta che si rispetta che non ha portato a emendamenti; qualcuno ce l'ha illustrato e ha anche deciso di non intervenire, si devono accettare tutte le scelte politiche, però ogni scelta ha un significato politico, quella di intervenire con gli ordini del giorno, quella di non intervenire.
Mi permetto ancora di rispondere ad alcune sollecitazioni che forse mi riguardano, senza voler troppo personalizzare. Le Commissioni hanno lavorato: ha lavorato la prima e ha prodotto un documento entro la fine del 2021. Si aspettavano delle risposte politiche che non sono venute dalla maggioranza, e questa è una responsabilità della maggioranza, ma neanche dalla minoranza. La minoranza, quando ha voluto, ha prodotto delle leggi, per esempio quella elettorale, perché il compito del Consiglio è quello legislativo anche, quindi c'era l'opportunità di farlo, ma non è stato fatto. A suo tempo, in un altro contesto, fui il primo firmatario di una legge proprio sugli enti locali. Poi bisogna dire che i gruppi di lavoro forse non hanno lavorato come dovevano o come potevano, bisogna fare anche un'analisi di questo genere, però ci sono dei dati. È vero che i numeri in politica non sempre hanno un significato. La V Commissione si è riunita tanto quanto quando la gestiva un'altra collega, ma ha prodotto molti più atti, e di questo dobbiamo darne onore a quelli che hanno partecipato alle riunioni.
Quindi, tenendo conto della forza di volontà, della volontà di confronto e soprattutto dei contenuti, noi voteremo convintamente questo DEFR.
Presidente - Consigliere Marguerettaz ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Vedete, essendo stato in questo Consiglio per un po' di anni, non ritengo che la discussione che è stata fatta sia strana, è una discussione politica dove giustamente chi governa, la maggioranza, gli Assessori, il Presidente, difendono il loro lavoro, mette in evidenza le cose che sono state fatte e i risultati ottenuti; non è un bilancio, ma nella presentazione uno giustamente rappresenta con orgoglio le cose fatte. L'opposizione ovviamente su certi argomenti, dove magari ha anche collaborato, sui risultati positivi sorvola e mette in evidenza quelli che possono essere i problemi. Signori, in un momento così difficile, immaginare che non ci siano dei problemi è pura fantasia, quindi è chiaro che all'interno di questa discussione possono essere messe sul tavolo delle carenze, dei limiti, le risorse per definizione non sono infinite.
Io tanti anni fa, da Assessore alle finanze, introdussi volontariamente, e venne approvato dal Consiglio, un documento che si chiamava PREFIN. Sostanzialmente era il documento - se lo ricorderà l'assessore Caveri, eravamo al Governo insieme, con il professor Garlatti di Udine - dove mettevamo a fattor comune e alla discussione del Consiglio gli intendimenti; PREFIN era l'acronimo di pre-finanziaria. In una discussione di quel genere, c'era la possibilità di introdurre tutta una serie di argomenti a prescindere dalle cifre e dai numeri, poi è chiaro che per certi versi è prevalsa un'altra strada: qua raddoppiamo la discussione; facciamo una discussione sul PREFIN e oggi sul DEFR e faremo probabilmente una discussione simile quando approveremo il bilancio. Però, vedete, come sto dicendo, è un momento anche di alta politica, ovviamente con le varie schermaglie che ci consentono di confrontarci.
A me viene da ridere, ma non voglio di nuovo creare tempeste nelle mie colleghe alla destra. Dice: "Ma cosa avete fatto?" Io mi ricordo le discussioni infinite per una frase, una virgola con i DEFR in cui eravamo ancora a 21, delle discussioni infinite! La politica è fatta anche di questo lavoro. Il collega Chatrian ha ringraziato il Governo, il Presidente, io mi associo ma ringrazio anche tutta la maggioranza, perché se il lavoro del Governo è stato fatto, lo è stato anche grazie, come ha detto bene Restano, al lavoro delle Commissioni; giustamente, quando noi vediamo i comunicati stampa, vediamo gli assessori, ma dietro al loro lavoro degli, ci sono anche i lavori dei consiglieri di maggioranza e anche di opposizione, perché io devo ringraziare anche l'atteggiamento, non sempre ma sovente, dei colleghi della minoranza rispetto a determinate attività.
Io credo che arriviamo a un punto dove approviamo un documento che non darà delle risposte su tutto, ma lo riteniamo un documento sincero, un documento che delle risposte le dà. Ha detto molto bene l'assessore Barmasse, qua non è che dobbiamo discuterne oggi, dovremo discuterne a consuntivo, vedere se le cose che abbiamo scritto poi andiamo a farle.
Rispetto alle scritte che vediamo dietro i banchi del Governo e quelle che sono per lo meno le intenzioni dell'Union Valdôtaine, non è di mettere in discussione la nostra autonomia e i nostri principi. Io però vi do un'altra lettura rispetto a delle attitudini politiche: qua noi dobbiamo riuscire a mettere insieme il popolo valdostano, altrimenti noi andiamo a Roma e rappresentiamo solo la metà del mondo, non tanto perché non abbiamo l'appoggio dei partiti romani, ma perché siamo poco credibili. Rispetto a questo ragionamento noi dovremmo riuscire a fare come i padri fondatori, di cui qualcuno ha parlato, che andavano e ai quali dicevano: "Ma voi chi rappresentate?", "La Valle d'Aosta", "Ma quanta Valle d'Aosta?"; non era il 100 percento ma qualcosa che ci assomigliava. Non abbiamo bisogno di padrini, ma di un consenso trasversale che ci permetta di sostenere le nostre idee e le nostre cause, esattamente come abbiamo fatto prima con il tunnel del Monte Bianco. Quando andiamo giù e battiamo i pugni, a quel punto diciamo: "Rappresentiamo la Valle d'Aosta".
Presidente - Consigliere Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Mi associo alle parole della collega Minelli, perché sono state fatte delle scelte che spesso non ci vedono condividere con gli altri componenti della minoranza; una minoranza di centrodestra, in cui naturalmente noi non possiamo riconoscerci. Scelte legittime ma che, non avendole condivise, non solo non facciamo nostre, ma direi che anche per l'esperienza maturata l'anno scorso e anche per quello che è stato detto nelle repliche del Governo, abbiamo compreso dove si voleva andare, quindi abbiamo ritenuto di evitare di presentare tanti emendamenti, come avevamo fatto l'anno scorso, o di presentare ordini del giorno forse general generici; perché gli ordini del giorno a cui noi forse siamo affezionate li avremmo votati solo noi due, nonostante accanto a noi ci siano persone che sono state elette sotto un simbolo che era anche quello di Europa Verde, e quindi con degli elettori che forse si richiamano a quell'ambientalismo che adesso sembra tanto denigrato e deriso.
Vorrei sottolineare una cosa che ha detto sia il Presidente sia l'assessore Caveri. Sia io che gli altri colleghi di minoranza, quando abbiamo fornito dei dati, erano dati che si ritrovavano nel DEFR. Il dato sull'abbandono, piuttosto che i dati riferiti al reddito medio, erano dati che c'erano in quel DEFR, quindi non credo che si possa parlare di dati di altre località che non siano le nostre, Credo che sia anche ingiusto non riconoscere, e lo ha detto anche l'Assessore alla sanità, che siamo in un momento di grossa difficoltà, sia per quello che riguarda la sanità, sia per quello che riguarda le politiche sociali. Oggi nuovamente c'era una coda infinita di persone che aspettava di poter scegliere il medico di famiglia. Ieri eravamo sulla pagina di Repubblica come la regione peggiore rispetto alla riduzione delle visite di controllo, quindi credo che questi siano dati che non devono allarmare solo la minoranza, ma a maggior ragione dovrebbero allarmare la maggioranza.
Credo di poter dire che più volte ci siamo confrontati con l'assessore Caveri sulla scuola: non è che tutto vada bene. È normale, e lo dico a chi adesso ha preso le mie funzioni da presidente, ma non è ancora stato nominato ufficialmente: io ho lavorato per sette mesi, lui sono quasi due anni che ricopre quella carica, quindi ci mancherebbe che non avesse ottenuto dei risultati maggiori. Rispetto alla questione dell'ospedale, il Presidente dice "Vedremo la prima pietra". Io aspetto ancora di capire i conti di quell'ospedale, perché a oggi, e lo dico guardando il presidente facente funzioni della V Commissione, noi quel progetto di variante non l'abbiamo ancora visto e non abbiamo ancora idea di quali siano i conti di quella nuova area megalitica compresa di ospedale che andrete a costruire.
Questa è la nostra posizione: continuiamo a ritenere questo documento poco incisivo e che non dia risposte ai valdostani.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Non vedo altre richieste di intervento, possiamo mettere in votazione l'atto nel suo insieme con l'allegato. La votazione è aperta.
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 20
Favorevoli: 18
Contrari: 2
Astenuti: 13 (Aggravi, Baccega, Brunod, Carrel, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz, Manfrin, Marquis, Perron, Planaz)