Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2027 del 17 novembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2027/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno a verificare la possibilità di utilizzare l'area dell'ex campo di tiro a volo nel comune di Saint-Vincent, per impianti fotovoltaici a servizio di comunità di energia rinnovabile".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 33 Consiglieri, possiamo riprendere l'analisi dell'ordine del giorno. Siamo al punto n. 15 dell'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare la consigliera Minelli per l'illustrazione della mozione, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - La mozione che proponiamo riguarda la vasta area dell'ex tiro a volo sulla collina di Saint-Vincent e di cui si è recentemente tornati a parlare sia in Consiglio comunale appunto di Saint-Vincent, sia fra la popolazione e più in generale anche sui mezzi di informazione. La superficie di circa 23 mila metri quadri, di proprietà della Regione, versa da molto tempo in stato di abbandono e già in passato era stata oggetto di discussione anche in quest'aula. Nel 2009 infatti una petizione sottoscritta da 502 e cittadini e discussa prima in Commissione e poi in Consiglio regionale aveva portato alla formulazione di due risoluzioni, primo firmatario il collega Chatrian, entrambe bocciate, in cui in sostanza si invitava a ridiscutere il progetto del tiro a volo a Saint-Vincent valutando un'area alternativa a quella della località individuata della località Piole, quindi la posizione non era contraria al tiro a volo ma chiedeva di valutare un'area alternativa, e poi di valorizzare invece l'area di Saint-Vincent con degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Una proposta sensata, a nostro avviso, e lungimirante, che purtroppo venne all'epoca liquidata con delle motivazioni davvero poco convincenti da parte del Governo: sono andata a rileggere il resoconto di quel dibattito, soprattutto poco convincenti se paragonate a ragionamenti tecnici e scientifici che già oltre dieci anni fa si facevano a proposito del fotovoltaico. Senza parlare - ma questo purtroppo lo abbiamo già evidenziato altre volte per quello che riguarda i dibattiti che ci sono - della scarsa considerazione e il poco rispetto, direi quasi il fastidio che era stato manifestato per un'istanza che veniva da un gruppo di cittadini. Tutti sappiamo che recentemente, a partire da fine settembre, c'è stata una nuova discussione del Consiglio comunale di Saint-Vincent circa il futuro dell'area in questione e sono emerse, com'è normale, delle visioni diversificate. Il Sindaco ha segnalato un interesse manifestato dalla CVA per quella superficie, al fine di realizzare che cosa? Un parco fotovoltaico! E non a caso, perché l'ubicazione, l'ampiezza, la buona esposizione dell'area si prestano ottimamente per la produzione di energia attraverso l'irraggiamento solare, come era stato già evidenziato tredici anni fa. La petizione infatti chiedeva testualmente tre cose: la prima, di sfruttare le peculiari caratteristiche di estensione ed esposizione al sole dell'area Piole per la realizzazione di strutture finalizzate alla ricerca e alla produzione di energia da fonti rinnovabili; la seconda di non realizzare un tiro a volo nell'area Piole di Saint-Vincent in considerazione della vicinanza di insediamenti abitativi e del complesso termale; la terza di prendere in considerazione l'alternativa del sito nel comune di Châtillon.

Si procederà ora esattamente come era stato richiesto nella petizione del 2009: a quanto pare, si farà probabilmente un impianto per il fotovoltaico nell'ex tiro a volo, almeno questo è quello che sembra emergere, non si farà un nuovo tiro a volo a Saint-Vincent, e questo lo sappiamo, e si farà - anche questo lo sappiamo - un nuovo tiro a volo a Châtillon. Tredici anni di ritardo e di abbandono di quell'area per fare poi in sostanza quello che era stato proposto in quel momento! Potenzialmente quindi avremo un parco fotovoltaico, che però, a nostro avviso, non è l'unica opzione possibile, ce ne sono anche altre innovative e di grande interesse per la comunità. Sappiamo infatti che l'evoluzione della normativa in materia di produzione di energia consente oggi la creazione delle Comunità di Energia Rinnovabile (CER), che usufruiscono di incentivi statali e ora anche di finanziamenti europei e possono permettere ai cittadini e alla Pubblica Amministrazione un consistente risparmio sulle bollette dell'energia elettrica. La nostra Regione si appresta a legiferare in materia di CER esprimendo quindi la sua volontà di favorire anche in Valle d'Aosta la diffusione di questa opzione e noi crediamo che sia il caso di prendere sul serio questa possibilità. È il motivo per cui con la mozione vogliamo impegnare la Giunta, e l'impegno è preciso, a verificare con il Comune di Saint-Vincent la possibilità di utilizzare una parte, totalmente o una parte di quell'area dell'ex campo di tiro a volo per impianti fotovoltaici a servizio di una o più comunità di energia rinnovabile costituite dalla Pubblica Amministrazione e da cittadini residenti nel Comune.

Presidente - La discussione generale sulla mozione è aperta. Chi intende intervenire in discussione generale si prenoti. Non vedo prenotazioni o richieste di intervento... ha chiesto la parola il consigliere Marquis... ne ha la facoltà.

Marquis (FI) - Credo che quest'iniziativa che è stata presentata dalle colleghe possa consentire di fare una riflessione a tutto tondo sulla valorizzazione dell'area e sul percorso che è stato intrapreso ad oggi. È un argomento di cui abbiamo già parlato anche in un question time in un Consiglio regionale recente dove sostanzialmente avevamo chiesto informazioni sullo stato della procedura in essere di valorizzazione dell'area. Da quel momento ci sono stati anche due Consigli comunali che hanno trattato l'argomento e sostanzialmente che hanno visto discutere anche su una proposta di mozione relativamente al posizionamento del Comune sull'acquisizione dell'area.

Devo dire che la situazione è abbastanza strana sotto il profilo procedurale perché, da una parte, c'è l'Amministrazione regionale che ha scritto una lettera al Comune di Saint-Vincent chiedendo se è interessato ad acquisire l'area per la sua valorizzazione, e, dall'altra, su un binario parallelo, c'è sempre la stessa Regione che lavora, il Sindaco dice in modo diretto, per realizzare un impianto fotovoltaico sulla medesima area. Sostanzialmente credo che sia anche interessante, ma anche per il Governo, non solo per i Consiglieri, di ascoltare cos'è stato riferito nel Comune di Saint-Vincent nell'ambito della discussione da parte della maggioranza, perché evidenzia che c'è una situazione un po' di confusione su questa situazione, tant'è che addirittura viene detto dal Sindaco che se la Regione ha interesse su un'area, seppure gli Assessorati abbiano difettato di comunicazione tra di loro perché ce ne siamo resi conto durante questo periodo, noi non abbiamo la volontà di impedire che questa proposta maturi. Si dice che hanno ricevuto una lettera di acquisizione dell'area e poi hanno dato una risposta pur sapendo già che c'era l'Amministrazione che aveva degli interessi diversi che stava lavorando su altri tavoli per gestire questa situazione. Si fa riferimento a numerosi incontri dove sono stati proposti dei tiri a segni, dei giochi acquatici, dei maneggi, dicono 1.500 proposte e poi dopo si è valutato di andare in questa direzione.

Vi inviterei comunque, come ho detto prima, ad ascoltarvi questo streaming perché credo che si possa costruire su questo caso un manuale di come non si debba lavorare sostanzialmente, mette in evidenza com'è stata gestita una situazione in modo abbastanza creativo e in modo abbastanza strano direi, ma, al netto di queste considerazioni, credo che l'Amministrazione regionale abbia ben fatto a offrire quest'opportunità al Comune di Saint-Vincent anche in considerazione degli oneri che si trova a gestire il Comune sulle infrastrutture pubbliche, perché è noto a tutti che il Comune si deve far carico dei costi di gestione del Palazzetto dello sport e dello stadio, che erano stati realizzati in altri tempi, sono dei servizi a favore di tutta la comunità ma che generano dei costi di cassa diretti e anche sotto il profilo energetico in questo momento, quindi se il Comune facesse un'iniziativa di questo genere, avrebbe la possibilità di ammortizzare un pochettino queste spese senza dover essere obbligato, così come ha fatto negli ultimi anni, a elevare al massimo il livello di tassazione per cercare di quadrare i conti della comunità locale, che, tra l'altro, è una delle più provate della Regione per le note difficoltà sotto il profilo turistico.

Detto questo, il ragionamento che viene fatto nella mozione nel merito di lavorare per la creazione di una comunità energetica... io credo che, sotto questo profilo, ci siano tante considerazioni da fare, questo è un argomento che sicuramente in senso lato può essere interessante, ma credo che al momento non ci sono ancora le condizioni per capire i reali benefici di un'operazione di questo genere, tant'è che le comunità energetiche, per quanto oggi è disciplinato dalla legge, che è sicuramente una legge che sarà oggetto di evoluzione nel tempo, sono limitate a degli impianti di 200 kilowatt, quindi significa 0,2 megawatt contro la potenzialità di quell'area di realizzare un impianto di 2 megawatt, quindi dieci volte superiore. Ad oggi, nell'indefinitezza della norma, l'unica cosa che è certa è che c'è un incentivo per la produzione di energia per le comunità energetiche di 0,11 centesimi a kilowatt/ora. Tradotto tutto questo in numeri, perché poi alla fine bisogna fare i conti con i numeri, un impianto da 200 kilowatt alle attuali condizioni è in grado di creare una plusvalenza di 15-18 mila euro all'anno tramite l'incentivazione. Sicuramente la comunità energetica è un istituto giuridico che dovrà essere anche gestito, quindi bisogna tenere anche quanto che tutto questo avrà dei costi di gestione sotto il profilo ingegneristico, sotto il profilo di contabilità e quindi bisogna poi vedere alla fine cosa rimane nel cassetto, se eventualmente rimane qualcosa. Io credo che in questa situazione, se si volesse perseguire quella via, bisognerebbe fare dieci comunità energetiche per sfruttare tutta la potenzialità dell'area, quindi significa anche dieci impianti, significa dieci situazioni di interferenza, la vedo difficile sotto il profilo di un razionale sfruttamento. Noi riteniamo che in quest'area sia molto più semplice e più utile per la comunità di un paese l'acquisizione dell'area, la predisposizione o in modo diretto, o così come fanno i consorzi attraverso delle partnership, i consorzi lo fanno con le centraline... che si faccia la realizzazione di un parco fotovoltaico per avere la possibilità di avere un'utilità annua per poter abbattere i costi di gestione dell'energia elettrica di tutta la comunità locale attraverso l'abbattimento del costo a carico della Pubblica Amministrazione.

Credo che alla fine bisogna andare nel pragmatismo e trovare delle soluzioni che possano dare anche dei riscontri sotto il profilo economico, perché mi rendo conto che, sotto il profilo culturale, può essere interessante il discorso delle comunità energetiche, però teniamo conto che, a mio avviso, questo è un istituto che nasce per regolamentare e disciplinare delle piccole casistiche, perché se su tutto il territorio nazionale per assurdo si creassero delle comunità energetiche, abbiamo presente cosa significherebbe questo in termini di fatturazione? Perché bisogna avere dei bilanci di tutti i partecipanti, di tutti gli aderenti alla comunità energetica, quindi di scambio dati con il GSE, quindi una cosa che è complessissima sotto il profilo gestionale, non è sicuramente semplice e in questo caso rischia di costare più la corda che il sacco. Io mi rendo conto che il ragionamento è un ragionamento sotto il profilo culturale e ci sta, un ragionamento per sensibilizzare la realizzazione di queste iniziative che ben vengano quando vengono fatte sui piccoli numeri nell'ambito di una comunità locale attraverso l'intervento di privati, ma in questo caso, secondo me, su quest'area ci sono delle formule che consentono a una comunità intera di avere maggiori benefici rispetto alla proposta che è stata avanzata.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione su questa mozione presentata dalle colleghe. Pensiamo, come gruppo, che sia positivo comunque che ci sia come sempre... penso che sia anche il ruolo dell'opposizione quello di fare da pungolo, da stimolo, quello di portare in quest'Assemblea dei percorsi potenziali da percorrere. Più volte in quest'aula sono intervenuto proprio per sollecitare il Governo, ma anche le comunità locali, per trovare una soluzione su di un'area che da tanti anni non viene valorizzata, oltretutto un'area di proprietà pubblica, di proprietà regionale.

Detto questo, io penso che rispettando anche le esigenze di un Consiglio comunale, di una comunità locale, l'obiettivo è sicuramente quello che sia una valorizzazione utile alla comunità di Saint-Vincent ma non solo visto e considerato che è una proprietà pubblica regionale. Il mio soucis quindi va nella direzione che il Governo regionale, le partecipate e la partecipata in questione oggi trovino la migliore soluzione per poter dare non solo delle risposte ma, a questo punto, la soluzione migliore che possa trovare il punto di atterraggio utile per la valorizzazione di quest'area e, se è utile per la comunità di Saint-Vincent, è utile sicuramente anche per la comunità intera, cioè quella regionale. Io quindi non mi fossilizzerei ma io penso che la palla a questo punto passi di più ai tecnici che non alla politica o alla buona politica, nel senso che se una piattaforma è migliore rispetto a un'altra come soluzione, io penso che il Consiglio comunale da una parte, il Consiglio regionale dall'altra utilizzino, nel senso bello del termine, le potenzialità e le possibilità migliori per addivenire a raggiungere l'obiettivo: il primo è quello di valorizzare l'area, il secondo che sia una valorizzazione che abbia una ricaduta di natura pubblica.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.

Aggravi (LEGA VDA) - Per fare qualche considerazione sui contenuti di questa mozione. Io penso che la questione legata al tiro a volo di Saint-Vincent sia simile ad altre situazioni di cui abbiamo già discusso, di quello che è l'insieme del patrimonio della Regione e soprattutto di quelle sue componenti che non sono oggi più considerate a uso strategico, funzionale dell'Amministrazione regionale e hanno un problema di base, cioè avevano tutte una destinazione che oggi è dubbia o comunque non è più attiva e quindi bisogna capire che cosa farne, al di là di quello che si vuole o si può realizzare su queste aree. Io sinceramente dalla valutazione della questione e dopo aver sentito anche lo streaming del Consiglio comunale di Saint-Vincent, la prima domanda che mi pongo è che cosa si possa fare su quell'area e soprattutto chi possa fare qualcosa. Ci sono due Enti che sul discorso del patrimonio hanno o possono avere rapporti, quindi l'Ente Regione e l'Ente Comune e ci possono essere delle altre realtà che possono essere ulteriormente pubbliche, private, di iniziativa oppure a controllo pubblico che possono liberamente proporre delle iniziative. Le colleghe citano, ad esempio, la possibilità di realizzare in quell'area una o più comunità energetiche, penso che forse possono essere più di una, bisogna poi vedere com'è fatto l'impianto.

È interessante un passaggio indiretto della mozione, questo sì, anche considerando quello che sta avvenendo a livello comunitario per quello che riguarda non solo le comunità energetiche ma l'evoluzione della normativa relativa all'individuazione e alla realizzazione delle aree di impianti; avete visto quello che è successo penso tutti nella Commissione ITRE, che sta valutando a livello comunitario l'evoluzione delle direttive RED, quindi quelle che si occupano di energia rinnovabile, c'è un problema di base in tutti i Paesi, che ognuno ha delle normative più o meno complicate e quindi si vuole cercare di risolvere il problema dicendo: "bene, ogni paese vada a individuare delle aree - lo semplifico come se fosse un piano regolatore - dove si possono fare gli impianti in maniera tale da velocizzare le procedure - e ieri ne abbiamo anche parlato lungamente - anche poi di realizzazione di questi impianti", chiunque li faccia, si facciano con comunità energetica o comunque altro. Ovviamente adesso vanno di moda le comunità energetiche, quindi è bello dire che sono la soluzione a tutti i problemi, ma il vero problema è capire se questa soluzione può stare in piedi, al di là dell'area del tiro a volo, cioè ogni realtà che vuole realizzare una comunità energetica deve fare un costo/opportunità e deve capire se sta in piedi, perché altrimenti, ripeto, rimane del blanc-manger rispetto ai problemi non soltanto del costo dell'energia e della produzione, ma della sostenibilità soprattutto dell'impianto.

Io penso che il vero problema di base sia capire su quell'area che cosa si possa fare e chi lo possa fare, su questo aspetto, al di là di quella specifica area, abbiamo sempre ritenuto come gruppo che la soluzione potesse essere quella intanto di capire se la Regione o il Comune che può essere interessato a gestire il dossier, poi successivamente a procedere con l'identificazione di che cosa si può fare, perché prima di tutto io penso che tecnicamente sia quello il vero problema, e poi capire soprattutto con quali partner poterlo fare, perché ci sono degli investimenti che non sono di poco conto. Se il Comune può ritenere che possa essere promotore di una comunità energetica che coinvolga poi necessariamente anche degli altri attori, ben venga. Quello che un pochettino vorrei però sottolineare, e mi spiace che non ci sia l'Assessore alle partecipate, è che si parla spesso e volentieri del fatto che la nostra società idroelettrica si sia liberata della Madia e poi comunque si voglia dire alla società che cosa deve fare. Purtroppo dobbiamo capire e dobbiamo vivere come Ente Regione, come l'azionista di una società che opera in libera concorrenza industriale in un mercato che non è libero, è regolamentato, quindi andare a dire alla nostra società che cosa deve fare non è proprio in linea con la liberazione della Madia: dico questo perché entriamo in un campo molto, molto minato e complicato, questo lo dico non solo su questa mozione ma spesso quando facciamo certe affermazioni. Sinceramente io penso che prima di tutto bisogna capire chi prende in mano il dossier dell'area e poi che cosa intenda fare, prima di dire a qualcun altro che cosa ci può fare sopra, perché non siamo più in grado di farlo, e non voglio entrare in discussioni di controllo analogo. di controllo societario, diretto e quant'altro, perché magari ci potrebbe essere una gara e ci potrebbero essere "N" operatori che possono essere interessati non soltanto a realizzare degli impianti di produzione elettrica perché l'area potrebbe prestarsi per altre tipologie e altri scopi.

Il mio gruppo quindi ha dei dubbi in questo momento a sostenere questa mozione. Penso che possa essere utile, ma non voglio dare delle scadenze ulteriori vista l'attuale situazione, approfondire quello che è stato anche lo scambio e le interlocuzioni tra il Comune e l'Amministrazione regionale, magari dai banchi del Governo una risposta arriverà e poi vedremo il da farsi.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort.

Distort (LEGA VDA) - Vorrei semplicemente aggiungere uno spunto di riflessione agli interventi proposti sinora, indipendentemente dal tema specifico dell'utilizzo dell'area del tiro a volo ma in genere su un approccio relativo alle scelte sul fotovoltaico.

Noi siamo l'Aula che è deputata a operare le scelte per il futuro, quindi tanto più si accresce la nostra conoscenza, tanto più si accresce la nostra consapevolezza, tanto più si accresce il nostro senso critico e tanto più le nostre scelte possono andare nella direzione giusta. Considerato che nessuno di noi ha le ali sulle spalle, siamo esseri umani, quindi soggetti anche a errori, cerchiamo di contenere quanto possibile questi errori. In riferimento al tema specifico invece del fotovoltaico, vorrei condividere con voi semplicemente alcuni spunti di riflessione. Io non voglio portare la discussione alla demonizzazione o alla beatificazione della tecnologia del fotovoltaico, vorrei comunque condividere con voi alcuni elementi importanti perché in una fase storica come questa, dove abbiamo difficoltà di reperimento dell'energia, dove l'energia assume un ruolo determinante nell'economia di un territorio, diventa estremamente facile e si apre la porta a quel meccanismo dell'euforia tecnologica secondo cui un certo tipo di tecnologia, se riesce a rispondere alle esigenze di produzione di energia, e se lo riesce a fare in termini di un processo di sostenibilità che ci permette di abbandonare le fonti fossili, automaticamente è beatificato, automaticamente è considerato come una soluzione, diventa una panacea.

Vorrei concludere e condividere semplicemente alcuni punti, prima di tutto sul parco fotovoltaico. Il parco fotovoltaico presuppone di utilizzare il suolo, quindi presuppone di consumare suolo. Il parco fotovoltaico va a incidere sugli equilibri biologici del suolo, è indubbio, ci sono processi di essicazione del suolo, ci sono processi di alterazione di tutti gli equilibri biologici del suolo, la permeabilità, l'irraggiamento solare, tanto che a detta di esperti e competenti, il suolo, dopo lo smantellamento di un parco fotovoltaico, può ancora essere utilizzato ma è estremamente importante con ampi costi. Questo è un altro elemento da tener presente, cioè si tratta semplicemente di rendersi conto che noi non trattiamo una tecnologia che supera tutti gli esami. Noi trattiamo una tecnologia che ha dei limiti, e allora la scelta e la capacità di scelta si opera nel rapporto tra i benefici e i costi, ma i costi anche in termini ambientali, i costi in termini paesaggistici, il disegno del paesaggio, l'aspetto, la percezione del paesaggio è importante. Inoltre noi teniamo conto - ne abbiamo parlato ieri ampiamente - che un pannello fotovoltaico di per sé, indipendentemente dalla sua collocazione, ha già nella sua storia un impatto ambientale dal punto di vista della produzione, tutte le operazioni di trasformazione legate alla produzione, dal punto di vista del viaggio, perché normalmente la stragrande maggioranza di queste apparecchiature provengono dalla Cina, quindi con una distanza enorme di percorrenza, arrivano al momento dell'applicazione e dell'installazione, hanno già nella loro storia un forte impatto ambientale. Ci sono quindi queste dinamiche di geoeconomia che vanno esattamente nella linea opposta del chilometro zero. Infine pensiamo al problema dello smaltimento futuro delle apparecchiature, sarà un problema che noi cediamo alla generazione che segue; noi sappiamo che la vita di un'apparecchiatura fotovoltaica è di circa 20-25 anni, in realtà l'efficienza energetica si stabilisce su 15 anni. Vuol dire comunque che noi rimandiamo a 15 anni, a 20 anni se vogliamo, il problema di smaltimento di rifiuti che diventano assolutamente ingombranti. Allora tutto questo, ripeto, non per demonizzare la tecnologia, non per demonizzare questa fase di gestione delle fonti energetiche, assolutamente, ma semplicemente per avere chiara la consapevolezza relativa alle scelte. Il fotovoltaico è un'ottima tecnologia, l'energia solare è qualcosa che di per sé ha un forte vantaggio, però ci sono degli elementi di svantaggio che vanno assolutamente presi in considerazione.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Ganis, ne ha facoltà.

Ganis (LEGA VDA) - Vorrei ricordare alla collega Minelli che già nei primi mesi di febbraio, esattamente il 9, anche il nostro gruppo si era interessato a questa problematica, al fine di trovare una nuova destinazione d'uso dell'immobile o, meglio, cercare di valorizzare l'area del tiro a volo. Ben venga quindi la volontà da parte dell'Amministrazione comunale di Saint-Vincent di trovare una soluzione per quell'area, ovviamente tenendo conto degli investimenti, dei costi e delle prospettive, proprio come hanno ben evidenziato i miei colleghi.

Presidente - Siamo in discussione generale della mozione, se qualcun altro vuole intervenire... ha chiesto la parola la consigliera Minelli per secondo intervento, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Alcune considerazioni sugli interventi che sono stati fatti che hanno portato degli elementi interessanti, comincio brevemente dall'ultimo del consigliere Ganis, che ha ricordato l'attenzione che era già stata posta nei confronti di quell'area. Sono considerazioni giuste, noi abbiamo fatto una proposta un po' diversa, nel senso che non è su come valorizzare l'area, ma è entrare un po' più nel dettaglio, visto che c'è stata da allora, da febbraio, un'evoluzione e, tra l'altro, è stato depositato un disegno di legge che riteniamo importante, quindi era su quello.

Il collega Marquis ha fatto un discorso in particolare dicendo che è più conveniente - mettiamola in questi termini -, è più utile realizzare un palco fotovoltaico considerata la potenza che dovrebbe essere impiegata per avere una resa anche economica. Ora, noi non abbiamo detto che le due cose devono essere distinte, cioè è possibile realizzare un parco fotovoltaico, se questa sarà la direzione in cui si vorrà andare, ma si è chiesto di prendere in considerazione anche la possibilità di realizzare una o più comunità energetiche in quell'area, che è molto ampia com'è stato ricordato. Tra l'altro, l'articolo 31 del decreto legislativo 199/2021 - quello a cui si fa riferimento in questo momento perché mancano ancora i decreti attuativi, ma è notizia di ieri che il ministro Pichetto ha detto che sono pronti e quindi dovrebbero essere licenziati a breve, o almeno si spera che sia così - prevede per una CER un megawatt, non sono esattamente dei piccoli numeri. Al di là di questo, comunque quello che noi vogliamo sottolineare è che occorre esplorare la possibilità che ci sia una comunità energetica realizzata, ovviamente sappiamo che questo è il modo con cui si realizzano tra cittadini ma anche con l'Ente pubblico, tant'è vero che il disegno di legge che è stato scaricato prevede un contributo in particolare ai Comuni per la parte di progettazione, si parla di 50 mila euro.

Penso che il collega Aggravi abbia fatto delle considerazioni che siano di tipo più generale e non riguardo a ciò che si deve dire o imporre o chiedere a CVA, perché, riguardo a questa mozione, noi non stiamo dicendo se CVA deve fare qualcosa, stiamo chiedendo di esplorare una possibilità, ma non solo di esplorarla, in qualche modo di chiedere alla Regione di interloquire con il Comune, perché, nel momento in cui la Regione propone una sua legge, un suo disegno di legge che va nella direzione di favorire la nascita di queste nuove realtà, io credo che non debba limitarsi a presentare un'opzione e a fare un testo di legge più o meno articolato in cui si dice: "nella Regione si promuovono le CER"; se si promuovono le CER, bisogna fare anche dei passi che sono conseguenti. È vero che il disegno di legge non è ancora approvato, è vero che mancano i decreti attuativi, ma, a mio avviso, molto si può fare a livello di pianificazione in questo caso, o comunque di sensibilizzazione, magari anche soltanto questo, nei confronti degli Enti locali, nei confronti del territorio. Questo è lo spirito.

Un'altra questione: il collega Distort ha parlato più in generale di fotovoltaico e di consumo di suolo; certo sappiamo che nella stragrande maggioranza dei casi queste realtà prevedono - perché ne sono già stati realizzati - che gli impianti si facciano sui tetti, questa è l'altra soluzione. Qui però stiamo parlando di un'area che è da lungo tempo dismessa e abbandonata e le sue caratteristiche, la sua esposizione, l'ubicazione, eccetera, permettono effettivamente la realizzazione di un impianto di questo tipo, che sia il parco fotovoltaico molto ampio e che sia anche la possibilità di inserire un altro tipo di realtà.

Ancora il collega Marquis diceva che si può parlare di 15 mila euro, di una resa di questo tipo e si dovrebbero fare tante comunità energetiche per avere un beneficio, io penso che si potrebbe addirittura avere una comunità energetica per comune, avrebbe un senso, perché io penso che nelle casse di un piccolo Comune, adesso Saint-Vincent è un po' più grande, ma in generale 15-20 mila euro non li butta via nessuno in questa situazione, nella situazione attuale che stiamo vivendo, quindi anche dei piccoli impianti hanno un significato, e questo credo che sia anche lo spirito che anima la legge che dovremo discutere e che è stata scaricata. Sulla questione del dibattito in Consiglio comunale, è sicuramente interessante andare a sentire - ha ragione il consigliere Marquis -, sono emerse delle visioni diversificate, sono state dette tante cose; tra l'altro, è stato detto che, rispetto a una decina di anni fa, quando i costi di realizzazione in confronto alla produzione rendevano non sostenibile l'operazione, oggi dei pannelli più performanti e a costi più contenuti rendono l'investimento giustificabile, quindi è stato detto anche questo, però questa non è un'affermazione del tutto corretta, perché già 12 anni fa si avevano delle informazioni sull'efficienza e l'efficacia di questi sistemi di produzione di energia elettrica. Io ho trovato, perché è ancora online sul sito della Regione, cercando delle informazioni, un articolo de "l'Informatore Agricolo" del febbraio 2010, quindi parliamo di quasi 13 anni fa, in cui a proposito del conto energia l'ingegner Yanez Dalle scriveva: "il fotovoltaico conviene, i benefici conseguiti dal risparmio di energia elettrica e dall'incentivazione alla produzione, promossa dal nuovo conto energia, consentono di ammortizzare i costi di investimento in pochi anni. Questi ulteriori benefici economici, aggiunti a quello più corposo dell'incentivo costo energia, consentono di ammortizzare l'investimento iniziale in 6-7 anni" e, a riprova di quello che nel 2010 si scriveva - il 2010 è lo stesso anno in cui poi venne discussa la petizione, perché era stata presentata nel 2009 e venne discussa nel 2010 - a luglio di quell'anno venne creato proprio da CVA l'impianto fotovoltaico ad Alessandria Sud della potenza di 7,3 megawatt. Già nel 2010, grazie al conto energia, la società riteneva conveniente creare un impianto fotovoltaico e lo fece fuori Valle, quando probabilmente, se ci fosse stata la volontà, avrebbe potuto farlo anche in Valle d'Aosta e non saremmo oggi qui a discuterne perché si sarebbe realizzato dodici anni fa. Al di là di questo, io credo davvero che la proposta che è stata fatta sia una proposta di apertura, non di chiusura. Si chiede alla Giunta di verificare con il Comune la possibilità di utilizzare, totalmente o in parte, l'area per degli impianti fotovoltaici a servizio di una o più comunità di energia rinnovabile. Io penso anche questo, che nel momento in cui un'Amministrazione, la nostra in questo caso, propone una legge che va nella direzione di offrire un sostegno a delle opzioni diverse nel campo appunto della produzione di energia elettrica, si debbano valutare tutte le possibilità e le opportunità.

Infine il collega Chatrian, che aveva sostenuto all'epoca proprio una cosa di questo tipo, dice che la soluzione migliore deve essere valutata dai tecnici, la parola non è più della politica ma passa ai tecnici. Io credo che sicuramente ci vuole l'interlocuzione con i tecnici e ci mancherebbe, perché le valutazioni sull'utilità, sulle varie caratteristiche, le devono fare i tecnici, però non credo che si possa dire che la parola passa dalla politica ai tecnici, semmai la parola la devono mantenere entrambi, perché ci vuole la parte tecnica ma poi le decisioni sono della parte politica. Anche dire: "se la vede il Comune di Saint-Vincent, è un discorso che riguarda l'Ente locale, l'Amministrazione di quel territorio", secondo me, è una valutazione un po' parziale, perché è vero, ognuno ha la sua autonomia, e credo che quel Consiglio sia in grado di decidere bene, però qui c'è una richiesta che viene invece da una società che è partecipata della Regione e quindi anche la Regione ha la sua voce in capitolo, altrimenti, se diciamo che devono fare i tecnici quando crediamo che sia meglio lasciare la patata bollente a qualcun altro, vuol dire in qualche maniera abdicare al proprio ruolo.

Una parola infine, perché quest'argomento è strettamente legato alla legge che stiamo discutendo... noi crediamo che quella legge, quando verrà approvata con le modifiche che penso ci saranno anche, dovrà essere fortemente sostenuta perché propone una visione un po' nuova delle possibilità alternative o complementari più che alternative, forse è più corretto, a sistemi che sono quelli tradizionali e che stiamo utilizzando da sempre.

Presidente - Ha chiesto la parola al consigliere Marquis per secondo intervento.

Marquis (FI) - Ancora due considerazioni per chiarire meglio la posizione sull'argomento. Condivido pienamente le ultime parole della collega Minelli, che è importante mettere a beneficio di una comunità l'opportunità da sfruttare, quindi creando una comunità energetica come lei l'ha definita, ma credo che la comunità energetica per eccellenza sia il Comune, è una comunità energetica senza burocrazia, perché diversamente, per sfruttare tutta la potenzialità di quell'area, devo costituire dieci comunità energetiche e comunque non darò la possibilità a tutti di partecipare perché la partecipazione dei cittadini deve essere commisurata alla produzione, non può essere una partecipazione superiore in termini di consumi rispetto alla parte che produco, ci deve essere questo bilanciamento. La migliore comunità energetica, che va a beneficio di tutti i cittadini, di tutti quelli che pagano le tasse è quindi che l'operazione la realizzi il Comune, perché tutti i proventi da quell'operazione servono per abbattere i costi energetici di cui deve farsi carico la comunità locale e quindi ne beneficiano tutti. Sarebbe la soluzione più semplice a burocrazia zero senza andarsi a fare delle complicazioni che non si sa dove ci possono andare a portare.

Su quest'argomento credo che vada infine chiarito, e aspettiamo poi nelle repliche... perché è vero che l'area oggi è di proprietà della Regione, quindi la Regione ha tutta la legittimità di decidere cosa farne, ma è anche vero che la Regione l'ha già offerta al Comune di Saint-Vincent, quindi quell'offerta lì è valida o si sta lavorando su un'altra direzione? Credo che questo sia importante da capire, è fondamentale per il prosieguo di quest'iniziativa, perché diversamente viviamo nella confusione! La Regione è ancora convinta di cederla al Comune di Saint-Vincent? Perché se è convinta, non capisco perché bisogna lavorare su un altro livello per fare un'operazione di natura diversa. Credo quindi che questa sia la questione da dirimere, perché diversamente si sprecano tante energie che poi non portano a finalizzare l'azione nel migliore dei modi a beneficio della comunità intera.

Presidente - Altri interventi in discussione generale? Non vedo richieste, la discussione generale è chiusa. Per replica del Governo, si è prenotato l'assessore Marzi a cui passo la parola.

Marzi (SA) - Proviamo a fare un po' di chiarezza rispetto sia alle valutazioni più politiche che alle valutazioni inerenti dei quadri di natura più prospettica, sia rispetto invece a una serie di interlocuzioni che ci sono state, tutte finalizzate a esprimere la medesima volontà di valorizzazione rispetto al tema richiamato dalla mozione delle colleghe Minelli e Guichardaz.

Richiamo quindi le risposte alle precedenti iniziative consiliari sul tema degli scorsi 9 febbraio e 5 ottobre, non ripercorrendone però i contenuti già noti, ma riferendo riguardo agli aggiornamenti intercorsi. In data 9 novembre 2022, con nostro protocollo 14698, è finalmente pervenuta agli atti la preannunciata lettera dell'Amministrazione comunale di Saint-Vincent a riscontro della nostra nota inviata l'11 febbraio 2022. Con questa nota chiedevamo al Comune di Saint-Vincent di comunicare l'eventuale interesse ad acquisire gratuitamente l'area e il fabbricato di proprietà regionale denominato "ex tiro a volo", ai sensi della legge regionale n. 68/1994. Nella comunicazione che ci è appena pervenuta il Comune informa di essere favorevole a qualsiasi intervento finalizzato a valorizzare l'area, come dichiarato anche dal Sindaco nel Consiglio comunale di Saint-Vincent, il quale ha giudicato positivamente ogni iniziativa di valorizzazione dell'area da tempo dismessa, sia essa di matrice regionale, comunale o a partecipazione privata, così dirimiamo anche alcune questioni sollevate dal collega Marquis durante il fruttuoso dibattito. Abbiamo incontrato naturalmente il Sindaco di Saint-Vincent per aggiornarlo sul tema, riferendo la presentazione in Regione ad agosto del 2022 - la nostra comunicazione era di febbraio - di una manifestazione di interesse, e qui intervengo a supporto di quanto portato in dibattito dal collega Aggravi, manifestazione di interesse non vincolante, finalizzata a costruire sull'area un impianto fotovoltaico previa valutazione dell'effettiva realizzabilità da parte della società interessata, cioè CVA. Pertanto, a supporto del fatto che noi dobbiamo essere azionisti quindi assolutamente di indirizzo e non vincolanti, come invece spesso richiamato nel momento in cui si continua a chiamare in causa la nostra attualmente principale partecipata, la proposta fatta o comunque arrivata agli atti della Pubblica Amministrazione di valorizzazione di quell'area da parte della Compagnia valdostana delle acque è una proposta che deve essere soggetta da parte della compagnia stessa a valutazione. In data 14 novembre 2022 è pervenuta da parte della struttura Sviluppo energetico sostenibile competente in materia, che ringrazio, l'informazione attestante l'interesse pubblico dell'intervento oggetto della manifestazione di interesse, che comunque resta non vincolante, presentata da CVA in data 17 agosto 2022, finalizzata a valutare la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Nello stesso giorno abbiamo comunicato al Comune di Saint-Vincent di aver ricevuto queste informazioni in merito all'interesse pubblico dell'iniziativa.

Considerato quindi l'interesse pubblico dell'iniziativa proposta, la struttura regionale competente del Patrimonio può avviare gli adempimenti - e li ha già avviati - necessari per procedere alla valorizzazione del bene che tutti noi auspichiamo, quindi noi Regione, noi Comune, noi partecipata. La struttura del Patrimonio sta provvedendo quindi a redigere la perizia di stima dei beni proponendola alla società richiedente per l'eventuale accettazione delle condizioni di perizia ai fini dell'acquisizione del bene stesso da parte della partecipata. Nel caso in cui la società accetti la proposta, la Regione potrà procedere all'alienazione mediante trattativa privata, visto appunto il recepimento dell'interesse pubblico, considerato che il Comune di Saint-Vincent ha espresso in più sedi il giudizio positivo su ogni iniziativa finalizzata alla valorizzazione dell'area anche attraverso parco fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile. Da una prima analisi tecnica, che, tra l'altro, è stata richiamata però nel dibattito soprattutto dal collega Marquis, rispetto a quelli che oggi sono i limiti di produzione da parte delle eventuali disposizioni di legge, si stima che sull'area in oggetto si potrebbe realizzare un impianto di potenza massima pari a circa 2 megawatt. Voi però richiamate nell'impegnativa comunità energetiche rinnovabili e le fonti di finanziamento a supporto della realizzazione delle stesse sono attualmente riconducibili a quelle previste dallo Stato nell'ambito del PNRR. Dalla prima informazione fornita dal MITE, si tratterebbe comunque di un finanziamento a tasso agevolato per l'installazione di impianti di energia rinnovabile di potenza fino a 200 kilowatt, quindi dieci volte in meno rispetto a quanto espresso poc'anzi.

La realizzazione dell'impianto da parte di un soggetto privato, come CVA, ad esempio, non è potenzialmente in contrasto con l'ipotesi della creazione di una comunità di energia rinnovabile da parte del Comune di Saint-Vincent, una o più come richiamato nella parte dispositiva degli impegni della mozione, ma considerando che le regole sono ancora in via di definizione a livello nazionale, dovranno essere effettuate le opportune valutazioni una volta che il quadro regolatorio sarà completato. Occorrerà infatti verificare la possibilità che una quota dell'energia prodotta in tale sito possa essere messa in disponibilità della CER considerando che, ai fini delle energie condivise e quindi incentivate da parte del GSE, rileva solo se derivata da impianti che risultino nella disponibilità e sotto il controllo della CER stessa.

Visto che a tutti gli effetti, nonostante tutte quante le esplicitazioni e i rituali del caso, noi stiamo discutendo una mozione, la mozione è un atto di indirizzo nelle disponibilità della minoranza rispetto a dare appunto un indirizzo alle forme di governo, e le mozioni si evidenziano in una serie di premesse che sono state oggetto di confronto ma anche in un'impegnativa: l'impegnativa risulta essere superata sia nell'evidenza delle interlocuzioni politiche amministrative che ci sono state con il Comune nella piena autonomia sia della Regione che del Comune stesso, sia soprattutto nella parte più tecnica, cioè quella di individuare come solo soggetto di riferimento la comunità energetica per il quadro normativo e tecnico che abbiamo appena finito di evidenziare. Resta assolutamente valida, proponendo l'astensione sull'iniziativa, sia la prosecuzione delle interlocuzioni del Comune per trovare tutte le soluzioni possibili che sono a portata di mano rispetto alla valorizzazione dell'area, sia l'eventuale possibilità da parte del Comune stesso, qualora non si finalizzino le proposte fatte da parte della Compagnia valdostana delle acque, per trovare ogni soluzione possibile, comprese non in maniera esclusiva quelle evidenziate dall'iniziativa.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Marquis per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Marquis (FI) - Ho ascoltato con interesse la ricostruzione fatta dall'assessore Marzi. Assessore, io non credo che lei voglia mistificare la realtà e credo nella sua buona fede, le mancano dei pezzi. Lei che gestisce questa materia probabilmente non ha tutti i pezzi a disposizione in funzione di quello che ci ha appena detto. Ci ha detto che ha ricevuto una manifestazione d'interesse nel mese di agosto a fare un impianto fotovoltaico, lei ha inoltrato la proposta al Comune di Saint-Vincent al mese di febbraio, nel mese di aprile il Comune di Saint-Vincent le ha risposto. Nell'audio che è disponibile online del Consiglio comunale viene detto che, quando è stata data la risposta al mese di aprile alla Regione, il Comune di Saint-Vincent sapeva ci fosse la volontà precisa della Regione già allora di investire in modo diretto sull'area per un impianto fotovoltaico, quindi c'è qualcosa di un po' strano e di stravagante nella gestione di questa pratica. La invito a ricostruirsela con attenzione per tutti i risvolti che ci possono essere nella gestione successiva. Pertanto sulla proposta, per quanto ci compete, ci asterremo.

Presidente - Si è prenotato l'assessore Marzi, ne ha facoltà.

Marzi (SA) - Per fatto amministrativo personale. Collega Marquis, io e lei ci conosciamo da 12 anni e quindi oggettivamente parlando sa che, nel momento in cui su un tema come una mozione io parto mettendo tutte quante le robine, i numerini, le datine, eccetera, lo faccio perché in una qualche maniera non voglio andare a pesca con la canna ma con le reti a strascico. Lei sa meglio di me, perché è stato oggetto di confronto, che, rispetto alla possibilità di recepire un protocollo da un punto di vista tecnico nelle comunicazioni che intercludono e intercorrono tra Regione e Comune, sarebbe una cosa che annoierebbe chiunque, poi oggi abbiamo anche del pubblico, quindi per non dare un'immagine assolutamente noiosissima del Consiglio regionale, cosa che magari già stanno valutando in questo momento, non entro nel merito. Sta di fatto però che nella parte iniziale della mia risposta ho chiaramente espresso con date e numeri, anche di protocollo, qual è il solo momento nel quale - il 9 di novembre - la Regione autonoma Valle d'Aosta ha ricevuto ufficialmente la lettera che lei richiama di aprile, questo però nei fatti non significa nulla, perché a febbraio noi non avevamo scritto al Comune rispetto a valutazioni inerenti l'oggetto dell'iniziativa delle colleghe Minelli e Guichardaz, che si stanno muovendo in un ambito - e lei lo sa benissimo -che non ha nulla a che vedere, tra l'altro, con le mie copiose e ciccionissime deleghe in fase dimagrante, perché io sarei il cicciottello Assessore del patrimonio e non della struttura Energia, per cui, da questo punto di vista, non me ne aggiunga un'altra perché poi mi tocca un mese in più di cura dimagrante, che, a quanto pare, non sarà neanche delicata.

Da un punto di vista oggettivo, l'oggetto del contendere qual è? Che noi a febbraio avevamo scritto al Comune, rispetto alla 68/1994, che è una legge di matrice patrimoniale, che ha come sola finalità quella di dare la possibilità al Comune di recepire un bene inserito all'interno del patrimonio disponibile della Regione, valorizzandolo come meglio crede.

Tra l'altro, quella comunicazione, quella di febbraio, che nulla aveva a che vedere con la lettera arrivata ad agosto da parte di CVA, non è stata una comunicazione che abbiamo inviato solo ed esclusivamente al Comune di Saint-Vincent ma che abbiamo inviato a uso di prassi quotidiana e comune a tanti Comuni perché per i beni inseriti all'interno del piano alienazione e valorizzazione della Regione, soprattutto quando sono beni rilevanti per una comunità locale o per un Comune, in una qualche maniera, prima di proseguire con l'azione di valorizzazione e alienazione, è d'uopo che si comunichi al Comune la valutazione e l'eventualità che il Comune stesso possa riacquisirlo per valorizzarlo in proprio, tra l'altro, a titolo gratuito; è normativa del 1994 e quindi, di conseguenza, è normativa che ha 28 anni.

Aggiungo un pezzo: naturalmente questa possibilità è una possibilità che viene data perché è facoltà del Comune quella in qualche maniera di recepire il dato. La prassi vuole anche che della normativa - perché la normativa poi lo richiama - venga data comunicazione al Consiglio regionale perché poi l'eventuale valorizzazione del caso passa naturalmente attraverso la riacquisizione per il tramite del Consiglio e naturalmente le scelte politiche di riferimento sono sempre in seno al Consiglio stesso.

Per cui la lettera di febbraio che è intercorsa tra Regione e Comune nulla aveva a che vedere con la proposta, io parlo a livello di Regione naturalmente, poi la palla sta a lei, però a quel punto non tiri in questa porta: io non parlo delle risposte che poi il Comune ha dato, ma le risposte che il Comune ha dato - e poi nel frattempo ha confermato anche nel Consiglio dedicato che c'è stato - sono delle risposte, che, tra l'altro, io ho inserito nella mia lettera di risposta che sono assolutamente ed esclusivamente finalizzate alla valorizzazione dell'area: per tramite regionale, quindi con iniziative come quelle che si stanno in questo momento evidenziando nei rapporti diretti previa valutazione con la CVA - valutazione da parte della CVA stessa -, piuttosto che attraverso un'acquisizione, qualora quest'iniziativa non dovesse andare in porto, da parte del Comune rispetto al bene stesso ai sensi della 68; piuttosto che da parte regionale aprendo all'evidenza pubblica la possibilità di intervenire con le finalità richiamate dalla collega, però finalità - lo dico per la collega Minelli prima che rientriamo nel merito - che possono essere anche più ampie da un punto di vista tecnico delle semplici CER di riferimento che vengono richiamate nella parte dell'iniziativa.

Presidente - -Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Ho ascoltato anch'io la ricostruzione effettuata dall'Assessore, a noi ovviamente mancavano diversi pezzi, perché dall'ultima iniziativa di ottobre poi abbiamo capito che c'è stato tutto un altro carteggio, quello che rilevo però, e mi pare che implicitamente - e nemmeno tanto implicitamente - lo abbia detto anche l'Assessore in chiusura di intervento, è che non è superata l'impegnativa della mozione, non lo è per il semplice fatto che c'è in atto un'istruttoria, è in atto tutto un procedimento che non è concluso, la manifestazione d'interesse non è vincolante, ci è stato ribadito in tre passaggi e anche in ultimo lei ha detto: "qualora non si addivenisse a una soluzione in questo senso, il Comune dovrà capire come destinare l'area e la stessa potrà essere eventualmente utilizzata anche per altri scopi che non sia soltanto il parco fotovoltaico o le CER". A maggior ragione l'impegnativa che chiede - e lo ripeto - alla Giunta di verificare con il Comune anche questa possibilità di utilizzare... voi avete verificato per ora la parte con il Comune per realizzare un parco fotovoltaico, manifestazione di interesse di CVA. Questo è un fatto. Ci sono altre possibilità non per utilizzare tutta l'area ma anche solo per una parte di essa, quindi il senso dell'impegnativa, a nostro avviso, non è assolutamente superato, resta completamente in piedi e pertanto chiediamo di mettere in votazione la mozione pur sapendo che non sarà approvata e crediamo che sia anche una scelta poco rispettosa dello spirito stesso di quella legge che state scrivendo.

Presidente - Si è prenotato il consigliere Baccega per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

Baccega (FI) - Intervengo proprio per dichiarazione di voto sostenendo appieno quello che il mio collega Marquis ha annunciato all'interno di questo Consiglio, soprattutto per quanto riguarda la questione che è all'oggetto della mozione. Quello che mi ha stupito però nell'intervento dell'assessore Marzi è questo concetto di mancata collegialità all'interno della Giunta e guardo Luigi Bertschy, che è l'unico con il quale ho condiviso dei percorsi di Giunta, nelle Giunte in cui ho fatto apparizione negli anni e mai avevo visto questo scollamento laddove la Giunta deve essere ovviamente un organo collegiale, un organo che, in sintonia tra di loro, consente di guardare gli obiettivi in questo modo, di questo siamo dispiaciuti ma probabilmente è quanto sta accadendo in questa Regione, quanto si sta verificando in questa maggioranza porta anche ad avere dichiarazioni di questo tipo. Noi ovviamente non tiriamo la palla in goal da una parte in una porta piuttosto che nell'altra, normalmente parliamo con la Giunta e la Giunta ci fa riferimento con l'Assessore competente, forse le deleghe che sono state attribuite 25 mesi fa e la composizione delle strutture vanno anche a generare queste problematiche. Buon lavoro.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy, ne ha facoltà.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Proprio in virtù dell'antica collaborazione, tra l'altro, in una fase molto delicata per la nostra Regione sotto la guida dell'allora presidente Renzo Testolin, sa bene come si lavora, come lavoriamo e come lavoro, collega Baccega, non solo c'è collegialità, ma c'è condivisione nella risposta, tra l'altro, è stato citato da parte dell'assessore Marzi il coinvolgimento sia della parte politica che di quella tecnica, perché, al di là della mozione, che dà delle indicazioni e che possono o meno essere recepite, ma quanto meno sono parte del lavoro che stiamo facendo, sono più di una le strutture coinvolte: c'è il patrimonio, c'è il tema della delega sulle partecipate, c'è il tema dello sviluppo delle politiche sull'energia.

Credo quindi che non abbia colto nella risposta dell'assessore Marzi quello che invece è stato detto e che è oggetto di un continuo confronto, perché è un argomento interessante, ma allo stesso tempo complesso, che deve portare a una soluzione definitiva che sia un buon compromesso tra un investimento molto impattante se si tratterà di un impianto fotovoltaico oppure di una valutazione per una parte residua di quest'investimento su un'eventuale comunità energetica. Tra l'altro, sapete bene che il testo di legge è depositato da luglio in Commissione, che la Commissione ha qualche difficoltà a portare avanti i lavori di valutazione del progetto perché mancano i decreti definitivi; è di ieri mi pare una sollecitazione di Legambiente nazionale al neo Ministro perché possa completare questo quadro regolatorio, tutti questi elementi portano a creare delle difficoltà di valutazioni. Ho visto che alcuni gruppi politici stanno incontrando il territorio e sarà importante spiegare bene che cosa sono le comunità energetiche, perché mi pare che ci sia ancora un po' troppa confusione. Una delle cose fondamentali è il momento dello scambio tra la produzione e il consumo di energia, sotto il profilo degli studi tecnici, ci deve essere quel momento importante per creare il risparmio economico necessario poi a garantire la sostenibilità degli impianti. Sollecitiamo, da un lato, il Governo nazionale a completare il quadro regolatorio, possiamo arrivare comunque in Consiglio a iniziare ad approvare una legge, noi abbiamo un paio di emendamenti che manderemo in Commissione nella prossima settimana in modo che ci sia sempre più un quadro legislativo di confronto che possa essere utile per questo progetto, come per gli altri, però tenendo bene a mente che ci sono delle valutazioni che sono di ordine politico, che sono gli indirizzi, di ordine tecnico, che sono la sostenibilità degli investimenti che si fanno sia con le risorse pubbliche che con le risorse che eventualmente possono provenire da altri soggetti pubblici o privati che siano.

Ribadisco, forse non è stato colto, ma la collegialità nel lavoro di Giunta, soprattutto su questo progetto c'è e stiamo affrontando insieme il dossier proprio perché comporta una trasversalità del lavoro.

Presidente - Vi sono altri interventi? Altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola il consigliere Grosjacques, ne ha facoltà.

Grosjacques (UV) - Era solo perché, come correttamente ha detto l'assessore Bertschy, in IV Commissione è stato scaricato il disegno di legge sulle comunità energetiche; io credo però che sia opportuno fare anche una valutazione di quello che sarebbe possibile fare su un'area come questa, perché noi stiamo forse utilizzando il termine "comunità energetiche rinnovabili" un po' a torto, perché rischiamo di creare tra i cittadini l'illusione che le comunità energetiche rinnovabili consentano di non pagare l'energia o pagarla a costi bassissimi. In realtà, per chi ha avuto modo di approfondire il tema la questione non è questa, la questione è che i contributi verranno dati alle comunità energetiche sulla base del differenziale tra quello che viene consumato e quello che viene prodotto in rete, con una valorizzazione dell'energia che oggi è economicamente quasi trascurabile. Diverso è l'utilizzo di un'area come quella di Saint-Vincent dove il nuovo decreto sulle fonti energetiche rinnovabili potrebbe dare la possibilità a un investitore privato, che noi ci auguriamo possa essere la nostra compagnia di bandiera in questo settore, di fare un investimento che possa riversare nelle casse della società, e, di conseguenza, sul nostro bilancio, delle risorse importanti per tutta la comunità, perché la comunità energetica rinnovabile è uno strumento da perseguire soprattutto per l'utilizzo di tetti di edifici pubblici, comunque di edifici che possano in qualche modo essere utilizzati per un'area più o meno ampia ma comunque con dei limiti molto forti, che peraltro oggi non sono ancora neanche definiti con precisione dalla mancanza dei decreti attuativi del decreto legislativo 199.

A nostro avviso, quindi abbiamo spostato un po' la discussione su una valorizzazione delle comunità energetiche che in una zona come questa sarebbe difficile, oltre che da applicare, anche da gestire. Il lavoro, che è stato peraltro annunciato dagli Assessori nel loro intervento, pertanto è quello di valutare quali siano le migliori soluzioni per valorizzare una zona che potrebbe produrre, dai dati che sinteticamente ci sono stati forniti, due mega di potenza installata, che significa una produzione media tra i 10 e i 15 milioni di kilowatt. Questa per la CVA e per la Regione potrebbe essere nel piano degli investimenti una di quelle attività che certamente potrebbe dare risalto e benefici a tutta la comunità. Credo che non sia corretto illudere la comunità locale con la possibilità che una comunità energetica rinnovabile su quel territorio possa dare i grandi benefici che in realtà non esistono e nella normativa sono molto chiari.

Detto questo, io personalmente, oltre che relatore della legge sulle Comunità energetiche rinnovabili, sono un sostenitore di queste nuove forme di autoconsumo, quindi di valorizzazione dell'energia, che, peraltro, ha lo scopo, come comunità energetica, di razionalizzare il consumo, quindi di portare a un consumo minore, che poi è uno degli obiettivi che la soluzione della crisi energetica ha. Distinguiamo: quella è un'area che può essere valorizzata in questa direzione a scopo regionale e mi auguro che ci sia anche un intervento per evitare che vada all'asta nel piano delle alienazioni un bene così importante e che questa operazione possa essere poi fatta da qualcuno esterno rispetto alla nostra Regione, come già è successo nel campo dell'idroelettrico.

Credo quindi che il Governo debba impegnarsi, da questo punto di vista, a interloquire e a sviluppare questo progetto in modo che la valorizzazione di quell'area possa essere fatta dalla nostra società. Per queste motivazioni, il nostro gruppo avrà un voto di astensione su questa mozione.

Presidente - Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non vedo richieste, passiamo dunque alla votazione della mozione, la metto in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 2

Favorevoli: 2

Astenuti: 33 (Aggravi, Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Brunod, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Distort, Foudraz, Ganis, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Lavy, Lucianaz, Malacrinò, Manfrin, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Perron, Planaz, Restano, Rollandin, Rosaire, Sammaritani, Sapinet, Testolin)

La mozione non è approvata.