Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2024 del 16 novembre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 2024/XVI - Approvazione di mozione: "Impegno a promuovere una mappatura di aree del territorio regionale funzionali alla realizzazione di nuovi invasi per lo stoccaggio di acqua da utilizzare nei periodi di siccità".

Bertin (Presidente) - Punto n. 12. Per l'illustrazione, consigliere Planaz.

Planaz (LEGA VDA) - Quest'impegnativa verso il Governo nasce successivamente a un'interrogazione presentata il 19 ottobre 2022, a seguito della grave siccità che sta causando non poche difficoltà, non solo nel nostro territorio ma, come andremo a vedere in seguito, anche in tutto il territorio nazionale. Era un'interrogazione presentata per capire se erano state fatte delle valutazioni sulla possibilità di creare sul nostro territorio regionale dei bacini o degli invasi naturali e seminaturali, necessari per l'approvvigionamento idrico in periodi, come quello che stiamo attraversando, di scarsa piovosità e, di conseguenza, di siccità e e di carenza idrica, che creano non poche difficoltà.

Tenuto conto della risposta ricevuta dall'assessore alle finanze e innovazione opere pubbliche Carlo Marzi,- mi scusi e me lo consenta, non la sto accusando - ma forse, in buona fede, non era stata percepita l'iniziativa per come era stata presentata, per capire se in questa regione - e qui tengo a precisare - sia stata svolta un'indagine e, non so neanche come indicarla, con quest'iniziativa, valutare se incaricare in questo caso i vari Comuni o dei dipendenti regionali per verificare se ci siano le possibilità per agire in un periodo d'emergenza senza creare degli invasi o dei bacini artificiali molto invasivi - che necessitano di autorizzazioni sia dal punto di vista amministrativo sia per tutte le regole ambientali e di quant'altro - ma di creare dei piccoli già seminaturali bacini o invasi, che possano essere utilizzati in periodo di secca com'è stato in quest'estate; ancora oggi ci troviamo in difficoltà, in una scarsità di risorsa idrica, ma per fortuna delle piccole piogge sono cadute in questi giorni e anche delle nevicate; in questa stagione sappiamo tutti che non è che attendiamo delle grandi nevicate, ma solo con un inverno con dei valori di nevicate normali si può risolvere queste criticità che si stanno presentando oggi.

Un po' l'avevo già accennato nell'iniziativa precedente, quest'iniziativa non è solo per l'uso agricolo dell'acqua, sappiamo tutti che dal momento che abbiamo dell'acqua a disposizione possiamo usarla per vari fini, dall'agricolo al civile all'industriale e all'idroelettrico; non pochi dati, non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, sono molto drastici: la produzione di energia elettrica ha cali superiori al 40%, proprio in un momento come questo, dove è importante avere un'"Energia verde", che possa dare delle risposte a tutti i cittadini e che, in più, è un'energia a costo zero dopo l'investimento iniziale.

Sappiamo tutti l'importanza di questa.

L'altro giorno ho partecipato a una conferenza sul clima, organizzata da Confederazione Italiana Agricoltura e dagli studi di Arpa Piemonte e di Arpa Valle d'Aosta si è manifestata questa criticità, importante per vari motivi.

Ne cito uno, sollecitato dal portavoce dei Vigili del Fuoco: in periodi di siccità come quest'anno cresce il pericolo di incendi - sappiamo tutti che quest'anno si è attuato due volte il divieto di abbruciamento sul nostro territorio - ed egli sottolineava il fatto che mai come in questo momento si erano dovuti porre la domanda "Dove prendiamo l'acqua in caso di incendi?".

Questo fa pensare molto a una richiesta di un Corpo così importante come quello dei Vigili del Fuoco che devono intervenire sempre in fase emergenziale perché è per questo che sono a disposizione della popolazione: la difficoltà di reperire dell'acqua per contenere questi piccoli o grandi incendi fortunatamente non si era mai posta prima nella nostra regione, ma oggi si presenta e non con poche difficoltà e con poche preoccupazioni. Fatto sta che poi dobbiamo andare, come Governo, a intervenire soprattutto in incendi di grandi dimensioni, fortunatamente non ce ne sono stati molti, però hanno creato ingenti danni per la carenza o l'impossibilità di avere degli accumuli dove si può pescare dell'acqua con gli elicotteri e quant'altro, o anche delle autobotti, di avere acqua a sufficienza per contenere questi incendi. Questo è uno dei tanti esempi che potremmo fare quando si ha a disposizione delle risorse idriche.

L'acqua è una cosa importante per tutti noi, per tutti i cittadini valdostani, ma non solo; ricordiamo in questa scorsa estate le richieste d'aiuto dai Presidenti delle Regioni vicine - nel nostro caso Piemonte, e nel caso di altre regioni il Trentino Alto Adige - che necessitavano di acqua per il fabbisogno minimo delle pianure per la produzione di riso, in particolare, che è una coltura che ahimè, piaccia o no, necessità di molta acqua anche se non per un lungo periodo, lasciamo il mais e altre colture e orticolture.

Infatti non solo tale preoccupazione è stata avanzata prima che ci fosse il cambio di Governo dall'attuale Ministro all'agricoltura, che insieme a molti altri firmatari aveva già presentato una mozione di questo tipo al governo nazionale, logicamente con molti più punti perché venivano riprese tutta una serie di problematiche che si manifestano di regione in regione; su quest'iniziativa, faccio cenno a qualche punto, tanto per far capirne l'importanza, in un periodo come questo dove lo scenario futuro - e io mi auguro che cambi velocemente - secondo i maggiori esperti si manifesterà con molte probabilità con scarse piovosità e lunghi periodi di siccità.

Cito qualche punto in particolare: L'85% della produzione agroalimentare deriva da colture irrigue, la risorsa idrica costituisce un presidio fondamentale di agricoltura nazionale: 60% destinato a uso agricolo, 25% settore energetico, 15% a uso civile. Questi sono dei dati a livello nazionale.

Perché cito alcuni dati che provengono... a livello nazionale? Perché io penso che ci troviamo in una situazione favorevole per progettare questa tipologia di accumuli di acqua, perché ci troviamo in una posizione naturale favorevole: rilasciando in un momento di bisogno l'acqua dei nostri bacini o degli invasi, si può servire non solo la nostra regione ma anche le regioni vicine.

Ho letto un articolo di ieri del Ministro e dei Ministri all'ambiente del Governo attuale: hanno concentrato e pensano di concentrare ulteriori risorse per incentivare la costruzione di invasi e di bacini per accumulare, come ho detto prima, l'acqua.

Altro dato importante, solo per citare una regione vicino a noi, sempre da dei dati che ho trovato nella mozione illustrata lo scorso luglio: proprio in un periodo di grande criticità, solo nel Piemonte il fiume Po ha raggiunto una portata d'acqua inferiore al 72% rispetto alla media, con forti ripercussioni sulle portate degli affluenti - e qui cita tutta una serie di affluenti: Trebbia, Secchia e Reno, ai minimi storici; cita anche la nostra Dora Baltea, l'Adda e il Ticino, che registrano una portata d'acqua inferiore al 75% della media storica registrata.

Questo è un altro dato che sottolinea l'importanza di avere acqua a disposizione nella nostra regione, potremmo dare le risposte a l'intero territorio nazionale e, di conseguenza, vado avanti con questa mozione che indicava anche alcune misure già in atto - sia da fondi del PNRR ma non solo - e che richiamava anche la volontà a livello europeo, perché ci troviamo sfortunatamente, dico così... e dall'altra parte forse quando tocca gli interi Paesi dell'Unione Europea forse è meglio per tutti, perché tutti conoscono bene le difficoltà; anche la Francia si è mossa su questa linea con una metodologia diversa dalla nostra, una linea meno ambientale, con degli invasi e con dei laghi artificiali enormi e più impattanti che necessitano di progetti anche dal punto di vista della sicurezza, e tutti sappiamo bene cosa vuol dire accumulare acqua a monte di paesi e città, dove esiste qualche problematica dal punto di vista ambientale e dove si sono avviate delle proteste contrarie alla costruzione di bacini enormi.

Ma la mia iniziativa si ferma alla richiesta - come si può vedere sull'impegnativa, senza andare a guardare più lontano della nostra Regione - di impegnare il Governo regionale a promuovere una mappatura della presenza di siti sul territorio regionale, funzionali alla realizzazione di nuovi invasi su aree naturali già geograficamente predisposte per il potenziale stoccaggio di scorte di acqua da utilizzare nei periodi di siccità; inoltre, sarebbero utili in caso di precipitazioni sostenute a rallentare le piene dei corsi d'acqua che logicamente si riversano a valle. Questo è un altro aspetto che ci aiuterebbe da una parte a far sì di avere delle grandi o medie scorte di acqua, anche perché da una breve ricerca che ho fatto, da molti studi che sono stati fatti, a livello nazionale riusciamo a recuperare solo il 13% dell'acqua piovana.

Sono stati fatti studi con l'obiettivo di arrivare nel 2050 a riuscire a recuperare almeno una percentuale più alta, che si avvicini forse a delle cifre molto importanti, come il 50-60%, per incrementare le risorse idriche, e tutti sappiamo l'importanza di questa cosa in caso di bisogno, ma anche se non c'è questa grossa necessità di avere più acqua per produzione di energia elettrica e per tutte le mansioni che ho specificato prima. Non vorrei essere ridondante.

Questo sarebbe efficace anche dal punto di vista della sicurezza, perché, dopo grandi periodi di siccità si è sempre visto che ci sono periodi piovosi, a volte caratterizzati da rovesci locali temporaleschi o meno, che creano danni ingenti perché non riusciamo a rallentare il flusso di quest'acqua.

Questo farebbe sì di avere da una parte degli accumuli naturali che non sono invasivi per il territorio, bisognerebbe prevedere un'azione che sia il meno impattante possibile - e speriamo che non accada - come nell'alluvione del 2000, ci troviamo in condizione di rallentare non dico di tanto ma di un poco se noi pensiamo che l'obiettivo che si prefiggono da adesso al 2050 è di rallentare e passare dal 13% degli accumuli dell'acqua piovana a un 50%, questo fa sì che in un periodo come l'attuale se dovesse esserci un cambiamento climatico brusco con delle temperature molto elevate e invece di precipitazioni nevose avessimo delle precipitazioni di pioggia, farebbero sì di trovare un'altra soluzione - come eravamo abituati finora coi ghiacciai - avremmo dei piccoli laghetti artificiali che farebbero d'accumulo. Questo farebbe sì che si potrebbe - e non si sa mai, perché si parla di cose che potrebbero accadere - limitare i danni che queste avversità atmosferiche anomale potrebbero causare.

Aspetto la risposta del Governo, sperando che s'intervenga il più presto possibile, perché io mi auguro che questo periodo di siccità passi in fretta.

Aggiungo ancora un dato: ho avuto modo di capire quanti siano indicativamente i danni causati in questi anni dalla carenza di piogge: si attestano attorno a un miliardo all'anno, solo per l'agricoltura in Italia. Questa sarebbe una piccola analisi da fare per dire: preveniamo i danni e investiamo sul territorio per dare risposte e limitare i danni.

Capisco anch'io che gli investimenti sono importanti ma oggi abbiamo misure, e dai bollettini e da quello che vedo pubblicato dal Governo nazionale, si va in quella direzione, anche su indicazione di molte associazioni di categoria, come Coldiretti, che avevano già predisposto un piano bacini che contempla la necessità di agire, e purtroppo questa volta bisogna farlo in fretta, per creare queste strutture per evitare danni causati dalla siccità, dalla carenza di produzione e dall'altra parte, in caso di eventi atmosferici anomali come alluvioni o quant'altro, per limitare anche il danno a fondovalle.

Presidente - Si è prenotato l'assessore Sapinet, siamo in discussione generale, ne ha facoltà.

Sapinet (UV) - Grazie, collega, per aver riportato in aula questa tematica. Un anno anomalo, ma che gli esperti ci dicono potrebbe essere anche la normalità da qui a poco.

Il tema della risorsa idrica investe diversi ambiti: l'irriguo, l'idropotabile, la tutela dell'acqua ma anche le ricadute industriali sull'idroelettrico e il turistico - come abbiamo detto poco fa nel corso di un'iniziativa - e sull'innevamento sono tutt'altro che trascurabili, così come il problema del reperimento della risorsa idrica in caso di emergenza, come citava lei poco fa; pochi eventi in questo 2022, pochi eventi - è vero - ma quelli che si sono verificati hanno avuto una portata importante, basti pensare all'incendio di Fontainemore, un incendio di importanti proporzioni.

Come già illustrato nel corso di altre iniziative - dai miei colleghi ma anche da me - la crisi idrica che abbiamo vissuto nei mesi scorsi non lascia dubbi sul fatto che i prossimi anni saranno caratterizzati da ancora maggiore condizione di siccità. Gli scenari descritti da Arpa Valle d'Aosta ci portano a ipotizzare che il clima della nostra regione nei prossimi decenni sarà caratterizzato da un ulteriore aumento delle temperature, da una variazione della redistribuzione stagionale delle piogge, che saranno maggiori in primavera e in autunno e più scarse in estate, e, soprattutto, avremo in inverno pioggia a quote più elevate con i ben noti risvolti anche sull'accumulo stagionale.

Considerato che le precipitazioni si distribuiscono in modo differente durante il corso dell'anno, emerge la necessità di trovare soluzioni per immagazzinare almeno una parte dell'acqua da poter poi redistribuire nei mesi di carenza idrica.

L'attuazione di quest'obiettivo, dai tempi di realizzazione non brevissimi, non è però semplice, come ha indicato anche il collega Marzi in un passato Consiglio.

Queste valutazioni presuppongono ad esempio per il mondo agricolo la definizione della politica agricola e dell'utilizzo dei suoli per il prossimo futuro, nonché delle modalità d' irrigazione agricole ottimali, ma anche altri dipartimenti sono coinvolti per gli aspetti potabili, idroelettrici, anche di innevamento, oltre che per la funzione potenziale di mitigazione di eventi alluvionali, e non sono solo le strutture regionali a essere coinvolte, il BIM e gli Enti locali sono attori principali di questi ragionamenti. É necessario innanzitutto partire dall'analisi del cosiddetto bilancio idrico per porzioni omogenee del territorio regionale, in genere i sottobacini, per definire la distribuzione delle precipitazioni in termini d'intensità nei diversi periodi temporali e dei deflussi dei corsi d'acqua delle esigenze idriche.

Importante ovviamente è lavorare al fine di reperire le opportunità che abbiamo in termini di finanziamenti e poi va considerato che qualche ente locale o qualche altro Consorzio di miglioramento fondiario si sta già adoperando per capire se e dove creare dei bacini, ma- e lo abbiamo già detto più volte - è necessaria sicuramente una regia regionale.

Come già emerso nelle varie discussioni sul tema, non è soltanto opportuno individuare dove è fattibile realizzare i bacini di accumulo ma anche quali opere di trasporto sono necessarie per portare l'acqua dove serve e di quali entità i bacini dovranno risultare per assicurare un adeguato approvvigionamento nei periodi di crisi.

Si possono ipotizzare aree potenzialmente trasformabili in bacini di accumulo nell'ordine di qualche centinaio di migliaia di metri cubi.

La scelta puntuale dipende da dove sono poste le aree di utilizzo dell'acqua e di come portarvi le acque. Una volta definita un'ipotesi di distribuzione dei bacini e una loro priorità di realizzazione in funzione dell'urgenza della criticità idrica da affrontare, sarà possibile definire il programma di costi e l'entità delle risorse finanziarie da rendere disponibili.

In merito all'iniziativa, dopo un confronto con le strutture del mio Assessorato e del collega Marzi, si propone di variare un po' l'ultima frase, di omettere quanto riportato, integrando: "Tenuto conto delle distribuzioni delle precipitazioni dei flussi dei torrenti e delle necessità idriche dei territori", fermo restando poi che sarà importante a breve termine concentrarsi sulle riorganizzazioni dei prelievi, sulle riduzioni delle perdite e sulle razionalizzazioni dell'uso della risorsa acqua in modo da avere il tempo di elaborare un programma di realizzazione degli invasi che sarà oneroso e lungo da attuare e che quindi dev'essere ben pensato e organizzato.

Quindi concludendo con la modifica appunto dell'ultima frase, si esprime la volontà di votare favorevolmente all'iniziativa.

Presidente - Si è prenotata la collega Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Io mi scuso, non volevo parlare dopo l'Assessore, però aspettavo di prenotarmi ma non era stato dato il via alla discussione generale, quindi ho schiacciato dopo l'Assessore.

Al di là di questo, interveniamo su questa mozione che, peraltro, è un argomento che avevamo in qualche modo affrontato a luglio, in sede di assestamento di bilancio quando avevamo presentato un ordine del giorno proprio sulla necessità di piccoli invasi; un ordine del giorno che peraltro non solo ha ricevuto - come spesso accade - soltanto due voti e tutte astensioni, ma su cui eravamo intervenuti soltanto io e l'assessore Sapinet, quindi l'interesse in quel momento evidentemente non c'era, o erano state fatte delle altre valutazioni, ed è venuto dopo.

Al di là di questo, io intervengo, invece, perché è un argomento che merita attenzione e su cui vogliamo fare alcune considerazioni.

Nel testo, parlo sia delle premesse che dell'impegno, comunque si invoca la creazione di nuovi invasi con un duplice scopo, se abbiamo capito bene, che è la conservazione delle acque per i momenti di siccità e anche la prevenzione di eventuali alluvioni.

Noi siamo d'accordo sulla possibilità di realizzare dei nuovi piccoli invasi a scopo agricolo, realizzati nelle vicinanze delle coltivazioni o delle attività che ne hanno necessità.

Questi invasi dovrebbero stoccare l'acqua piovana e l'acqua dei ruscelli o delle sorgenti, ben inteso laddove già esiste un reticolo irriguo, a servizio e in quantità adeguata alle attività agricole; però per raccogliere le acque durante le alluvioni - dagli approfondimenti che noi abbiamo cercato di fare, perché questa mozione vi è da un po' e quindi abbiamo cercato di capirne un po' di più - i piccoli invasi non sono utili perché, se servono a mantenere le acque da una stagione all'altra, quando arrivano le alluvioni, questi invasi teoricamente sono già pieni. Al massimo, invece, questa funzione la possono svolgere le grandi dighe che raccolgono le acque che già normalmente vi afferiscono e, se l'acqua è in quantità eccessiva, la trattengono nel tempo e, in caso di particolare siccità, possono turbinarla e rilasciarla in misura maggiore nel momento in cui serve.

Noi abbiamo visto che gli esperti di questo settore consigliano, invece, per prevenire i danni da inondazione, d'intervenire a titolo preventivo, ma di fare un altro tipo d'intervento, cioè di creare delle piccole aree di esondazione nelle zone pianeggianti, privilegiando quelle che meglio si prestano, a partire da quelle che normalmente già vengono invase naturalmente dalle acque quando c'è un'esondazione, allo scopo di rallentare il flusso e di deviarlo temporaneamente.

Sulla questione che è citata in premessa, laddove si parla d'impermeabilizzare gli invasi naturali esistenti e poi si parla di nuovi invasi generici... su quello non siamo tanto d'accordo e spiego anche il perché: se si fa un'impermeabilizzazione degli invasi naturali non c'è poi l'acqua che arriva nelle falde, questo può costituire un problema poi per gli approvvigionamenti idrici.

Gli interventi per evitare le perdite sulle condotte esistenti possono andare bene, però con delle cautele, con attenzione.

È stato notato che laddove sono state costruite delle nuove condotte, spesso si sono poi prosciugate delle sorgenti. Bisogna - secondo noi - partire dall'assunto che se l'acqua si diffonde nella natura ovviamente e arriva nel terreno e in falda non va persa, anche perché mantiene umidi i terreni circostanti. Poi, certo, le condotte servono a portare l'acqua dove serve ed è meglio se ci arriva tutta, però bisogna agire con attenzione nelle singole realtà.

In ogni caso, la miglior riserva possibile dell'acqua è quella sotterranea, dove l'acqua si mantiene pura, non evapora come può succedere invece negli invasi, quindi non si devono impermeabilizzare quei terreni, proprio perché possono far filtrare l'acqua, così come - a nostro avviso - bisogna canalizzare, ma non in modo eccessivo.

Quello su cui siamo d'accordo è che occorre programmare l'uso dell'acqua sulla base di studi preliminari approfonditi, che prendano in considerazione le diverse esigenze nelle varie situazioni.

Le soluzioni possono essere molteplici, ma di ognuna si devono valutare i pro e i contro, avendo presente il quadro complessivo.

L'impegno, così come è stato concepito, ma anche alcune parti delle premesse, non ci vedono d'accordo, in particolare laddove nell'impegno si va a dire che questi interventi sarebbero utili a rallentare le piene dei corsi d'acqua perché, come ho evidenziato, su questo l'idea è un po' diversa.

Presidente - Consigliere Rollandin.

Rollandin (PA) - Riguardo al tema sollevato in quest'occasione, come si ricorderà mesi fa avevamo rappresentato più o meno la stessa situazione, tenendo conto della situazione nella nostra regione.

Ora noi sappiamo benissimo che da quando c'è stata la grande innovazione delle dighe a scopo elettrico, da lì è nata una serie di osservazioni particolari nelle valli laterali per capire come si può intervenire nel modo giusto, tenendo conto sia dell'aspetto legato alla produzione di energia e, come si viene a riprendere oggi, tenendo conto di come distribuire nel modo giusto la possibilità di valorizzare la parte agricola, dando al momento giusto la disponibilità di acqua.

Credo che sia giusto e corretto riprendere questo tema, tenendo conto che poi, fatti i grandi impianti che conosciamo e che hanno fatto anche la ricchezza della nostra regione, non dimentichiamo che con questo noi abbiamo ancora oggi dei punti importanti per mantenere a livello regionale una serie di disponibilità finanziarie che conosciamo bene.

Quello che è da sottolineare è un aspetto molto importante, noi negli ultimi 2-3 anni abbiamo verificato che il nostro "tesoro neve" è diminuito; diminuendo la riserva di neve e di ghiaccio, durante il periodo primaverile ed estivo abbiamo una riduzione della disponibilità di acqua molto sostenuta. Questo è un punto che non possiamo giustificare, sappiamo benissimo qual è la causa, però non possiamo modificarlo se non a livelli di mantenimento delle situazioni che di volta in volta vengono prese in considerazione.

Quindi, come avevamo già sottolineato, questo è un aspetto delicatissimo, perché il fatto di avere delle riserve di acqua nelle valli laterali è sicuramente importante e lo è ancora di più dal momento in cui non ci sono le riserve nel punto più alto.

Noi riteniamo che questa possibilità debba essere valutata molto attentamente, tenendo conto delle zone che meglio possono essere portate a riferimento per l'attività agricola, non dimentichiamo che anche in questo periodo per lo sci si sta facendo una riserva di acqua in determinati punti.

Per non dimenticare la vicinanza di Pila, abbiamo i due laghi che oggi sono riempiti però sarà difficile di nuovo riempirli perché non c'è la base, non ci sono le possibilità di ritornare.

Oggi è tutto legato in questo caso all'esigenza durante la partita dell'inverno e quindi di quello che anche lì è un sostegno molto importante.

La parte più importante è legata all'aspetto agricolo, alle esigenze collegate e collegabili con le situazioni che meglio si prestano ad avere poi un ritorno molto importante, quindi di riuscire a mantenere - come sempre noi abbiamo voluto dire - nelle zone che, se non c'è questa disponibilità, sono morte.

Gli alpeggi non hanno più la possibilità di verificare e di ottenere quei risultati importanti che noi sappiamo e che tutti sanno benissimo di conoscere.

Noi riteniamo molto importante questa parte: trovare le modalità più giuste per trovare nel modo corretto i bacini dal più grosso al più piccolo che però sia collegato e collegabile alle esigenze dell'agricoltura, in primis e durante la primavera anche alle altre situazioni quando non c'è bisogno di utilizzare quella che è stata... (incomprensibile)

Non sto a farla più lunga, l'abbiamo già fatto quella volta, lo rifacciamo adesso e credo che sia il momento di non perdere più tempo e di partire soprattutto dalle zone dove gli stessi abitanti sanno benissimo come e dove prevedere questi invasi che sono alla base del risultato che, come lei ha ricordato, sono in questa Valle.

Presidente - Assessore Sapinet ha la parola per il secondo intervento.

Sapinet (UV) - Un secondo intervento - prima sono intervenuto prima della collega Minelli - ma solo per ribadire quanto già detto nel primo intervento, proprio collegandomi a quanto giustamente lei faceva notare, ovvero la richiesta che abbiamo fatto di cambiare appunto l'ultima frase, proprio lì dove si parlava di rallentare le piene dei corsi d'acqua che potrebbero eccetera eccetera, per poi sostituirla con "Tenuto conto della distribuzione delle precipitazioni dei deflussi dei torrenti e delle necessità idriche dei territori", che va un po' nella direzione che lei faceva notare.

Presidente - Consigliere Planaz ne ha facoltà.

Planaz (LEGA VDA) - Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato a integrare quest'impegno e vorrei sottolineare un fatto: mi sono soffermato, e non sono andato a cercare altri motivi, ma mi sono concentrato su un'emergenza che è in atto e su cui bisogna intervenire senza fare degli interventi molto invasivi tipo una diga o quant'altro, che necessiterebbero di più tempo per studi, sicurezza e sappiamo tutti la burocrazia quanto incida... ma mi sono limitato, e spiego anche il perché... e poi tutte le idee vengono riferite su questo argomento, perché a me e al mio gruppo pare importantissimo: mai come oggi forse abbiamo avuto necessità di affrontare questi problemi, se pensiamo ad anni indietro, dove le precipitazioni sia di neve che di pioggia erano molto frequenti e abbondanti... invece oggi ci troviamo in una situazione molto critica e, come ho detto prima, speriamo che non sia come dichiarato da molti esperti, ma è di quello che dobbiamo tener conto per il nostro futuro pertanto cerchiamo d'intervenire il più velocemente possibile per evitare molteplici danni.

Sono sempre in giro per il territorio e per la montagna e ho notato, non solo in determinati posti ma in molteplici posti, già degli invasi creati vuoti, per quello che avevo scritto "Impermeabilizzare" perché questi invasi - e ce ne sono molti - non contengono l'acqua né quando piove tanto ma neanche quando piove poco. Rimangono forse nel periodo primaverile quando sia le precipitazioni di pioggia sia lo scioglimento di nevai non riescono ad assorbire del tutto le acque che scendono a valle, ma che poi in breve tempo si svuotano.

Era per questo poi, come ho citato nelle premesse, di avviare uno studio, poi le modalità dello studio saranno in mano ai tecnici e agli esperti ma per far sì che si faccia qualcosa; penso che quando andiamo a vedere che su tutto il territorio nazionale, ma non solo, come citato prima, ma anche nella vicina Francia, ci si muove in quella direzione, per fare in modo di avere più acqua a disposizione e raccogliere più acqua piovana.

Poi, se in caso di alluvione serva diminuire il quantitativo di acqua e limitare i danni che l'inondazione possa arrecare a valle o non serva, quello lo vedremo dopo, e saranno delle persone più competenti e più tecniche di noi che andranno a fare delle valutazioni.

Accetto la modifica proposta dall'assessore Sapinet,

Senza obbligo perché vista la criticità del periodo... ma se volesse aggiungere una piccola data così per metterci un punto e dire: "Entro tale data mettiamo uno studio", tanto per dare una concretezza ai lavori, se è possibile. Se non è possibile l'accettiamo e la votiamo convintamente e invito tutti a fare la stessa cosa per portare avanti un'iniziativa che speriamo non sia d'urgenza, perché speriamo che cambi il panorama climatico, non solo nella nostra regione ma in generale, e che non necessiti d'intervenire così urgentemente, anche se un domani uno dei casi che non ho citato, anche per l'innevamento della neve artificiale, se abbiamo degli accumuli a valle agli impianti... io conosco delle situazioni dove l'acqua viene pompata a monte per creare della neve artificiale, se noi la fermiamo prima, è un costo in meno, sia come costo di energia elettrica e anche un miglior utilizzo così della materia prima come acqua per creare un innevamento e per dare risposte anche a questi cambiamenti climatici e a molti impianti che oggi rischiano di non avere la possibilità di aprire nei tempi prescritti perché i cambiamenti climatici lo impongono.

Accetto la modifica dell'Assessore, che ringrazio, e votiamo convintamente questa mozione.

Presidente - Consigliere Lucianaz.

Lucianaz (LEGA VDA) - À soutien de l'appel de mon collègue, j'invite à réfléchir même sur la question de la culture que les Valdôtains ont toujours eue vis-à-vis des eaux et donc, on sait bien que la gestion des eaux remonte au millénaire passé ; il suffit de penser à Pont d'Aël, mais même aux travaux cyclopéens qu'on a fait au 13ème, 14ème,, surtout au 15ème siècle, en Vallée d'Aoste, ça signifie qu'il y a eu un effort formidable de la part de la communauté valdôtaine et des notables, des forces économiques de l'époque, de maintenir la bonne exploitation des eaux.

C'est un des éléments prioritaires pour la Communauté valdôtaine, autant que l'autonomie. Si vous avez eu l'occasion de lire les rapports de l'Assemblée Constituante italienne en 47, la question des eaux a pris énormément de temps : le débat sur la question des eaux plus que la question de la répartition financière, plus que la question des compétences régionales, plus que la question de la zone franche. Vraiment, pour les Valdôtains, comment gérer les eaux est prioritaire. Voilà donc que ça fait partie de notre culture. Il faut absolument réfléchir sur ce qu'ont fait les vieux Valdôtains : qui a été à l'alpage il y a 40 ans, 50 ans comme moi, souvient que, dans tous les petits alpages, il y avait un réservoir d'eau. Il y avait toujours une petite piscine à disposition parce que c'était prioritaire avoir de l'eau à disposition pour les entretiens de la petite montagne. Et, comme ça, même l'énorme culture qu'il y a sur la distribution des eaux qui assurent l'entretien : par exemple, les consortiums d'amélioration. Il y a tout un monde que les Valdôtains n'ont pas envie de perdre, qui devrait être majoritairement soutenu financièrement par l'administration régionale, à mon avis, et qui va dans la direction de garder cette richesse. Nous, on est riches en eau, pas en gaz où pétrole. Nous, on est riches en eau, il faut essayer toutes les possibilités de garder et d'utiliser au mieux ces eaux ; et donc, pourquoi pas essayer même des études sur des nouveaux bassins, qui soient naturels ou artificiels mais qui aillent dans la direction de garder le plus possible leurs richesses ? Je vous invite, de ma part aussi, à soutenir cette initiative.

Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione la mozione così come emendata. Non vedo richieste d'intervento, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Astenuti: 2 (Guichardaz Erika e Minelli).

La mozione è approvata.

Sospendiamo brevemente i lavori del Consiglio per arieggiare i locali.

La seduta è sospesa dalle ore 17:30 alle ore 17:50.