Oggetto del Consiglio n. 2023 del 16 novembre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 2023/XVI - Reiezione di mozione: "Impegno del Presidente della I Commissione consiliare ad avviare un esame e una riflessione urgente sulla richiesta di archiviazione dell'inchiesta Egomnia".
Bertin (Presidente) - Punto n. 11 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione della mozione, si è prenotato la consigliera Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz Erika (PCP) - Anche questa mozione vuole impegnare il Presidente di una Commissione e, pur ritenendo e condividendo la totale autonomia delle Commissioni, riprendo quanto detto prima dal consigliere Aggravi, per sottolineare che alcune iniziative meritano comunque di essere discusse all'interno del Consiglio per decidere l'iter da portare.
Vi sono poi richieste, fatte dal Consiglio, di convocazioni di Commissione, ne ricordo una ad esempio di più di un anno fa rispetto a una mia interpellanza sulla Stella di Pila che sembrava avesse scaturito un grande dibattito all'interno del Consiglio la richiesta in Commissione, beh, quell'audizione la stiamo ancora aspettando oggi, quindi magari anche nel prossimo Consiglio porterò un'altra mozione in questo senso.
Questa mozione nasce dal dibattito dello scorso Consiglio dove diversi di noi sono intervenuti rispetto all'esito dell'indagine di Egomnia in attesa di leggere quello che sarebbe stato il decreto di archiviazione del fascicolo della Procura.
Quest'indagine, insieme a quella di Geenna, ha infatti avuto un impatto molto forte sulla società e sulla politica valdostana e ha chiesto implicitamente a tutti noi di non abbassare la guardia sulla vigilanza della contaminazione della Ndrangheta in Valle d'Aosta che, ancora una volta, si dimostra che c'è.
In uno stralcio di quelle motivazioni di quell'archiviazione, si legge che il sostegno elettorale promesso, accettato ed effettivamente assicurato dai componenti del locale di Aosta vi sia stato, anche in occasione delle elezioni del 2018 in Valle d'Aosta. Appare obiettivamente riscontrato dagli esiti dell'indagine, il che evidentemente non è sufficiente ai fini della dimostrazione della sussistenza dell'ipotesi di reato di cui si tratta. Non vi è stato dunque materialmente il tempo - non erano trascorsi che pochi mesi dalle elezioni del maggio 2018 al gennaio 2019, quando venivano eseguite le misure cautelari del processo - perché si manifestassero e potessero essere apprezzati quei comportamenti sintomatici - in termini di utilità procurate o di disponibilità manifesta - di un accordo preesistente alla competizione elettorale, con i candidati sostenuti ed eletti, così assurti a cariche elettive in seno alla Regione Valle d'Aosta.
Quanto accaduto nel gennaio 2019 per ovvie ragioni elideva alla radice la possibilità che tali comportamenti sintomatici potessero verificarsi in seguito.
Questo è quanto si legge in uno stralcio delle motivazioni dell'archiviazione.
Queste parole non possono che affidarci, come dicevo, un compito ancora più forte di lotta contro la mafia, dobbiamo nei luoghi deputati affrontare questo problema e non fare come gli struzzi.
Ci viene detto che la 'Ndrangheta è presente in Valle d'Aosta e nuovamente ci viene riproposta con forza la questione morale nell'esercizio della politica.
Per questo in questa mozione chiediamo un impegno al Presidente della I Commissione per affrontare questa tematica e fare un'attenta riflessione su quanto emerge e richiedere la collaborazione dell'Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata, affinché si possa affrontare questa situazione in modo ancora più approfondito.
Ricordiamo infatti che nell'Osservatorio è stato voluto un Comitato tecnico proprio a supporto e che l'Osservatorio, nelle sue finalità, ha un supporto anche nei confronti della I Commissione.
Su questo accogliamo anche con favore quanto è stato chiesto dall'associazione "Libera contro le mafie", dalla CGIL Valle d'Aosta che, in qualità di componenti dell'Osservatorio appena istituito, hanno chiesto una presa di posizione, anche loro, da parte di quest'organismo.
Presidente - La mozione è stata illustrata. La discussione generale è aperta. Chi vuole intervenire deve prenotarsi. Non vedo richieste... il consigliere Marguerettaz si è prenotato, ne ha facoltà.
Marguerettaz (UV) - Sicuramente da una parte l'invito a tenere la guardia alta rispetto a ogni forma di malaffare e rispetto a ogni situazione che va al di là dei rapporti e della correttezza, è un invito che ci sentiamo di accogliere, lo facciamo nostro.
Credo però che la collega Guichardaz faccia, nell'esporre la mozione, un manifesto politico dove sostanzialmente interpreta un ruolo e si mette al di sopra di tutti e dice "Io sono nella condizione di giudicare, quindi invito la I Commissione a dispensare giudizi sulla base della lettura di un documento in cui si chiede l'archiviazione".
Ora io non ho gli elementi per poter entrare nel merito di questi documenti; segnalo che sono dei documenti che vengono redatti dalla pubblica accusa. Se questi documenti fossero inseriti in un processo, ci sarebbe da un lato la pubblica accusa e dall'altra parte la difesa, cioè io faccio una dichiarazione, dopodiché c'è un processo e c'è la definizione di una verità processuale.
La collega Guichardaz prende come oro colato delle dichiarazioni che sono ovviamente fatte dalla pubblica accusa e la cosa interessante di un documento di questo genere è che chiedendo l'archiviazione non ho neanche la possibilità di difendermi; guardo dall'altra parte l'avvocato Sammaritani, che magari potrà dirci qualcosa rispetto a questo tema.
Ecco che la collega Guichardaz, nel presentare questo, si dimentica di dire che vi è stato un percorso dove l'atto finale è un'archiviazione. Ma tutta una serie di passaggi, collega Guichardaz, forse per pudore, non ha avuto modo di farli? Ovvero che quest'indagine ha indotto tutta una serie di persone a dimettersi? Non ha voluto ricordare che, in virtù di questo, noi abbiamo avuto una legislatura che si è interrotta? Non ha voluto ricordare che - in virtù di quest'interruzione, in virtù anche di queste dinamiche politiche - noi siamo andati in un esercizio provvisorio, quindi creando effettivamente dei grossi danni alla nostra comunità, perché avevamo, in virtù dell'esercizio provvisorio, una serie di blocchi.
Qualcuno potrebbe dirmi: "Ma le indagini ovviamente non è che hanno come conseguenza automatica quella delle elezioni anticipate, delle dimissioni in un Governo", capirà però - collega Guichardaz - che un'accusa di questo genere ha prodotto un danno, secondo me, importantissimo a questa nostra regione: siamo finiti su tutti i telegiornali, su tutti i giornali nazionali come se questa regione fosse il centro del malaffare.
Allora io credo che ci debba sempre essere un equilibrio, ma io questo equilibrio nella vostra mozione e nella vostra parte politica non lo vedo, perché non c'è la voglia di fare un'analisi complessiva dove sicuramente parte integrante di questo nostro ragionamento sarà la condanna del malaffare, ma l'ho detto già la volta scorsa, collega Guichardaz, ma a lei non le pare che voglia un po' speculare su questo ragionamento per portare acqua al suo mulino, mettendosi come interprete del giusto e del bene?
Questo è in un'ultima analisi l'obiettivo di questa vostra mozione, non è quello di mettere al centro un'analisi e una serie di contromisure, ma prendere quello che vi interessa per fare politica.
Io probabilmente ho utilizzato dei termini un po' forti, l'altra volta, dicendo che ci sono degli sciacalli, non lo dico. Però, coloro che vogliono approfittare di vicende personali che hanno prodotto grandi sofferenze e, mi verrebbe da dire, che hanno anche cambiato il corso della storia...
Collega Guichardaz, io personalmente ritengo che la I Commissione potrà organizzare come meglio crede i propri lavori, ma io proprio perché ritengo che sia meno cristallina, meno pulita la vostra mozione e la ritengo proprio una speculazione politica, credo che non potrò che astenermi da un'approvazione di questo genere.
Presidente - Altri? Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Come tutti ricorderanno, all'inizio dello scorso Consiglio regionale era già nota la decisione di archiviazione dell'indagine Egomnia, ma non ne conoscevamo ancora le motivazioni, almeno noi non le conoscevamo, cosa che comunque non aveva impedito in quell'occasione di fare un'interpretazione dell'archiviazione con quasi una negazione del pericolo mafioso in Valle d'Aosta e con una conferma, in qualche modo, della correttezza del comportamento di persone indagate.
Sarebbe stato opportuno in quell'occasione, e noi lo avevamo richiesto, fare un dibattito sulla vicenda e sulle sue interconnessioni con delle altre indagini che erano sfociate in processi sulla presenza mafiosa in Valle d'Aosta. Non si è voluto fare, il dibattito in realtà è stato strozzato, ci sono state delle considerazioni sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio, ma non siamo andati oltre.
In ogni caso in quell'occasione, quindici giorni fa, nel mio intervento io avevo affermato tre cose sostanzialmente: la prima è che era inaccettabile quella strozzatura del dibattito come era stata fatta perché la notizia dell'archiviazione non cancellava certo tutto quello che era emerso da quella lunga inchiesta e non consentiva di affermare che in Valle d'Aosta non fosse successo niente. A noi pareva che la gravità del contesto che veniva evidenziato dall'indagine sussistesse, e sussista, indipendentemente dall'archiviazione.
Avevo ancora affermato, senza conoscere quelle motivazioni, che non era pensabile che la locale mafiosa - di cui era stata appurata l'esistenza, con i processi di Geenna di primo e di secondo grado, e l'insistenza e l'operatività in Valle d'Aosta - non si fosse mossa in occasione delle elezioni regionali del 2018: era intervenuta nelle elezioni del 2015, era intervenuta a Saint-Pierre per sostenere alcuni candidati su cui puntava e quindi non era pensabile che non si fosse attivata in qualche maniera anche per le elezioni regionali.
In terzo luogo, avevo sostenuto che un sillogismo per cui un Consigliere indagato - dopo che l'indagine era stata archiviata e senza conoscere le motivazioni di quest'archiviazione - venisse in qualche modo premiato diventando oggetto quasi di una sorta di risarcimento, come in quei giorni ipotizzava l'Union Valdôtaine con il cambio di Presidenza.
Una volta letti alcuni stralci di quelle motivazioni di archiviazione, abbiamo poi sostanzialmente avuto conferma che le cose che avevo detto erano fondate.
Leggo: "I componenti del locale mafioso hanno ripetutamente e chiaramente orientato lo svolgimento della competizione elettorale del maggio '18 orientando il consenso verso una pluralità di candidati nella logica dell'attesa di un ritorno in termini di utilità successive garantite dagli eletti". Questo è ciò che aveva scritto, fin dal 18 agosto, il P.M. Valerio Longi nella sua richiesta di archiviazione dell'indagini Egomnia.
La strategia degli esponenti della 'Ndrangheta valdostana, già condannati in processi di primo e secondo grado, era quella dei multi-candidati, infatti avevano puntato su esponenti di vari movimenti.
Scriveva ancora ad agosto il P.M.: "che il sostegno elettorale promesso, accettato ed effettivamente assicurato dal locale di Aosta ci sia stato, in occasione delle elezioni del 2018 in Valle d'Aosta, appare obiettivamente riscontrato dagli esiti dell'indagine".
Quindi, secondo questo P.M., la locale mafiosa aveva agito in occasione delle elezioni regionali del 2018 come aveva fatto nelle elezioni del 2015 e, anche se quest'azione non era penalmente perseguibile, perché non è stata appurata la prova dello scambio politico-mafioso, quella che il P.M. definisce la prova sulle utilità effettivamente tratte dai procacciatori di voto per il loro sostegno, questa non c'è; ma anche se veniva meno l'aspetto penale, non veniva cancellato - questo lo hanno scritto loro - il sostegno dato dalla locale ad alcuni candidati e soprattutto non veniva meno la gravità dell'intera vicenda.
A noi è parso evidente, lette quelle parti di motivazione, che per nessuna delle persone indagate fosse opportuno - e parlo di opportunità - ricoprire ruoli di Presidenza o comunque ruoli apicali nel Governo.
Adesso abbiamo un quadro sufficientemente definito per poter riflettere e provare a fare una valutazione complessiva di una vicenda che ci parla di intreccio mafia-politica in Valle d'Aosta.
Qui non si tratta di ergersi a giudici e di fare il ruolo che spetta ad altri, quello che si chiede è di fare una riflessione negli organismi del Consiglio, perché stiamo parlando di una cosa che riguarda questa regione.
Abbiamo dei punti fermi con le due sentenze di Geenna e poi anche con le motivazioni dell'archiviazione di Egomnia su cui potere - e a mio avviso dovere - fare una riflessione politica. Questa riflessione dev'essere fatta avvalendosi di due organismi che hanno un ruolo in questi argomenti e che sono la I Commissione, che si occupa di legalità, e l'Osservatorio Antimafia.
Nelle premesse della mozione, noi affermiamo che l'archiviazione non sottrae al Consiglio il compito di analizzare i fatti emersi nel corso dell'inchiesta e che documentano un condizionamento del voto.
Quindi è opportuno, anzi, è necessario, come chiediamo nel dispositivo della mozione, che ci sia un impegno rivolto alla I Commissione consiliare a reperire la documentazione essenziale di quest'inchiesta - in particolare la parte con le motivazioni dell'archiviazione - e di farne oggetto di un'analisi in Commissione; questo è ciò che si chiede.
Inoltre è stata approvata la legge sull'Osservatorio, poi modificata perché c'era il problema dell'impugnazione dello Stato eccetera eccetera; successivamente si è proceduto alla formale costituzione di quest'Osservatorio. Nella legge si stabilisce che: "L'Osservatorio - e cito - è un organismo di supporto della Regione in materia di conoscenza e monitoraggio dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata, nonché di promozione della cultura della legalità".
Quindi a nostro avviso è più che opportuno che l'Osservatorio collabori con il Consiglio, attraverso la Commissione, nel suo compito di soggetto appunto a supporto per la conoscenza e il monitoraggio della situazione in Valle d'Aosta.
Un ultimo aspetto merita alcune considerazioni: io avevo appena accennato nel mio intervento - poi sono stata interrotta dal Presidente del Consiglio perché erano stati dati pochi minuti, non c'era un dibattito, c'erano le comunicazioni del Presidente e quindi avevo sforato - stavo a una questione politica che è importante, e che è il rapporto tra le indagini sulla presenza mafiosa nella nostra regione e lo scioglimento del Consiglio regionale all'inizio del 2020.
Se ne è parlato molto e ho sentito, dopo la notizia dell'archiviazione, delle affermazioni discutibili sulla ricostruzione dei fatti e delle vicende degli ultimi tre anni. Si è spesso insistito - anche poco fa - nell'attribuire all'inchiesta Egomnia il ruolo di affossatore della scorsa legislatura regionale, cioè il Consiglio si è sciolto perché c'è stata questa situazione, quasi a individuare un legame strettissimo, un filo diretto, tra l'inchiesta e lo scioglimento traumatico e anticipato del Consiglio, il primo scioglimento anticipato dal 1948, cioè da quando esiste l'autonomia.
Non c'è dubbio che lo sviluppo di un'indagine giudiziaria, che riguardava in quel momento un Presidente in carica e degli Assessori, abbia avuto un effetto destabilizzante, è normale, credo che sarebbe anormale se non lo avesse avuto un effetto destabilizzante. Ma da un'analisi attenta, e credo che nessuno possa negarlo, emerge che la fragilità del nostro sistema istituzionale valdostano era già evidente, non è nata da lì; le maggioranze e le Presidenze si succedevano ormai da vari anni a ritmi accelerati, era un dato di fatto che, dopo le elezioni del maggio 2018, si erano già succedute due maggioranze e due Presidenze. In questo contesto l'indagine ha avuto un ruolo, sì, di accelerare e direi di aggravare, significativamente, delle dinamiche che erano in atto, delle dinamiche disgregatrici, che però c'erano, che erano già presenti, dinamiche d'instabilità che hanno una radice strutturale in un sistema elettorale che è palesemente inadeguato, e mi sembra che tutti lo stiano ammettendo a vari livelli.
Poi abbiamo anche visto che le elezioni anticipate del settembre 2020 non hanno portato a quella stabilità che avrebbe dovuto esserci e la stabilità non è tornata a dominare nella nostra regione; in questi giorni ci dite che non c'è una crisi, però si parla addirittura di rischio di tornare a elezioni anticipate, allora qualche problema c'è!
A due anni da quelle elezioni - quelle sì anticipate, che ci sono state e che avrebbero dovuto rappresentare una svolta stabilizzante - ci ritroviamo con un Consiglio che - è sotto gli occhi di tutti - è molto frammentato, una maggioranza che è troppo esigua per poter operare efficacemente - e io credo durevolmente - ma, come ho già detto quindici giorni fa, invece di limitarsi ad agire affannosamente per mettere dei tacconi, e quali tacconi ancora non sappiamo perché nemmeno oggi l'abbiamo capito, credo che sarebbe un atteggiamento responsabile da parte di tutti quello d'interrogarsi profondamente su questa situazione e decidere anche che c'è una priorità di carattere istituzionale che va affrontata, una riforma che va fatta.
La necessità di delineare una prospettiva solida che va ben al di là degli equilibri di potere e dei bilancini - mi sembra di comprendere in questi giorni - fra gli Assessori.
Ci dev'essere una riforma profonda del nostro sistema, ma senza inventarsi nulla, perché si tratta semplicemente di assumere il sistema che già esiste in tutte le Regioni e in tutti i Comuni italiani.
Questa riforma credo che debba essere fatta nei prossimi mesi, nel 2023, perché una modifica di questa portata, che comporta un cambiamento nel modo di essere e di operare di tutti i partiti, non si può fare ad un anno dal rinnovo del Consiglio, si deve fare prima, perché poi ci sarà la scadenza per il successivo quinquennio. Io credo che bisogna trarre le conclusioni operative e pensare a questo.
Un'ultimissima considerazione su quanto detto dal collega Marguerettaz: l'impegno della mozione chiede una cosa precisa, chiede di operare una riflessione, non c'è nessuna volontà di ergersi a giudici, ma io ritengo che una riflessione della massima assise di questa Regione su una vicenda così grave e così importante che si è verificata e che ha portato, comunque, per una serie di persone, con due gradi di giudizio, a una condanna e alle motivazioni dell'archiviazione di un'altra, in cui però si evidenzia un contesto molto preciso... io ritengo che sia sconcertante se un Consiglio regionale non fa una riflessione in questo senso.
Non si prendono per oro colato le parole di nessuno, si sta a un documento e abbiamo anche chiesto di acquisire quella documentazione, perché noi, come tutti credo, abbiamo letto degli stralci.
Quindi non c'è volontà di strumentalizzazione - questa io l'ho vista in tante altre occasioni - ma c'è sicuramente una volontà, di fronte alla popolazione valdostana, di prendere del tempo e di parlare di una questione che non è assolutamente di poco conto, che non è archiviata come le motivazioni di quella sentenza, ma è qualche cosa su cui non solo bisogna mantenere alta l'attenzione, ma su cui non si può esimersi dal discutere. Io credo che questo non sia possibile.
Il nostro invito è a farla questa riflessione, attraverso gli strumenti e gli organismi del Consiglio.
Presidente - Consigliere Marguerettaz per il secondo intervento.
Marguerettaz (UV) - Questi sono sicuramente argomenti molto delicati, ma credo che sia anche giusto affrontarli in modo aperto, in modo tale che tutti possano farsi un'idea; quando io dico che quello è un documento della pubblica accusa non credo di dire delle cose particolarmente stravaganti, perché per dei Pubblici Ministeri, una Direzione antimafia, che indaga per tre anni, poteva dire delle cose diverse, quindi c'è da parte loro il convincimento che vi sia qualcosa che non funziona.
Io ho semplicemente detto che un'archiviazione non permette alla controparte di difendersi, quindi, quando esponete la vostra tesi, dovreste in qualche modo dare contezza di un documento che non è una verità processuale, è l'indicazione di una parte.
Però vede, collega Minelli, lei riesce sempre non a stupirmi ma, in qualche modo, a convincermi sempre di più del fatto che il mondo per lei è un mondo dove qualcuno è interprete del bene e gli altri sono una banda di farabutti.
Quando lei ricostruisce la precedente legislatura - non so se sia voluto o meno - lei ha omesso una serie di fatti, che sono dei fatti che hanno stravolto questo Consiglio regionale. Si ricorderà che un suo collega è stato arrestato - perché prima di Egomnia c'era Geenna - e su questo suo collega... io non ho sentito da parte vostra una parola nei confronti di una persona che si è fatta sette mesi di carcere e che è incappata, ovviamente, nei provvedimenti della Severino e che, in secondo grado, è stata totalmente assolta.
Vogliamo dire qualcosa su questo fatto, collega Minelli o collega Guichardaz, o è tutta acqua fresca?
Lei ha provato a immaginare sette mesi di galera per poi farsi dire "Il fatto non sussiste"?
Voi cavalcate quest'argomento, e io vi ho proprio detto: una speculazione politica, perché il messaggio subliminale è: "Votate noi che siamo dure e pure perché gli altri sono dei farabutti".
Questo è quello che leggo, magari faccio male, sicuramente faccio male, io vi vedo delle anime candide. Ma non è così, non è così!
Poi vi ricorderete che nella precedente legislatura anche degli altri Consiglieri sono finiti sotto la tagliola della Severino e poi sono stati assolti?
Questo particolare voi non lo toccate, allora è chiaro che io non sto facendo un remember dei referendum proposti dalla Lega, ma probabilmente il vostro ragionamento è un po' per lo meno strabico, perché sostanzialmente secondo il ragionamento che continuate a fare, di fatto, la politica è rappresentata da tutta una serie di persone che non sono meritevoli.
Dopodiché lei mi stupisce sempre, perché è riuscita anche a parlare di stabilità, dice: "Questo Consiglio, ma come fa a essere stabile?".
Ma, collega Minelli, ma lei era in maggioranza, lei è un soggetto che ha creato l'instabilità, perché dalla maggioranza è andata in minoranza. Noi eravamo in 21, voi vi siete sottratti. Voi siete i colpevoli e accusate gli altri di essere instabili.
È interessante questo. Da un certo punto di vista parlate di coerenza. Collega Minelli, lei ha un corso politico diciamo non esageratamente lungo, se noi andiamo a vedere il suo curriculum dal punto di vista dell'appartenenza ai gruppi, quanti gruppi ha frequentato dal punto di vista politico in Consiglio regionale? Tre, quattro, cinque? Lei è entrata... vuole che le ricordi...
(interruzione della consigliera Minelli, fuori microfono)
...no, però io lo ricordo a tutti.
Voi eravate in tre, dopodiché a un certo punto, cosa avete fatto? Avete costituito due gruppi - sto parlando della precedente legislatura - ed è uno stratagemma anche interessante, perché la collega Pulz ha detto: "Io mi tengo il nome, quindi anche se sono da sola, faccio gruppo" e lei con un altro collega ha detto: "Noi facciamo un altro gruppo" e così siamo in due, il minimo sindacale per fare un gruppo. Guarda un po' è un po' come parlare del supermercato: paghi due, prendi tre.
E voi parlate di stabilità e di coerenza? Io devo dire che affronto correttamente questo tipo di discussione, ma sono stufo di vedere delle persone che salgono in cattedra e che sono i portatori del verbo e gli altri invece no. Io ho buona memoria.
Dopodiché lei è entrata come PCP, lei si è tenuta PCP, però è passata in minoranza.
Lei, con il passaggio in minoranza... quindi, in democrazia, se siamo in sette e cinque la pensano in un modo e due nell'altro, generalmente si trova un accomodamento e ci si adegua ai ragionamenti della maggioranza. Invece no, voi siete interpreti del verbo, di quello che dev'essere, del vero, e gli altri no. Quindi che cosa avete fatto? "Siamo usciti".
Non è un problema di legge elettorale, è un problema anche di coerenza.
Lei mi riterrà poco degno della sua considerazione, ma io sono quattro legislature che sono qua e sono sempre dell'Union Valdôtaine, ha capito?! Sono sempre dell'Union Valdôtaine e chi mi ha eletto sa dove sono, mentre chi ha eletto lei ha una grande fiducia nei suoi confronti, ma poco dei gruppi e delle coerenze elettorali.
Anche lì, la legge elettorale che lei continua a sostenere è uno strumento, ma la vera stabilità è fatta dalle persone, che hanno una dignità e che hanno un percorso, e a volte in politica la ricerca del compromesso, la ricerca della soluzione è indispensabile, perché è troppo facile tenere delle posizioni e non scendere a nessun tipo di accordo.
Dopodiché io non lo so, lei chiede al Presidente della I Commissione di acquisire i documenti perché ritiene che sia bene fare un'analisi; io non lo so, ma a me sembra che lei i documenti ce li abbia, perché, tra lei e la collega Guichardaz, sostanzialmente ci avete letto buona parte dei documenti.
Quindi io non lo so se è una formula di rito quella che avete scritto, ma dalle sue parole, collega Minelli, mi sembra che lei li conosca molto bene quei documenti, anzi, mi verrebbe da dire che li ha studiati in modo approfondito, senza l'intervento del Presidente della I Commissione.
Presidente - Consigliere Padovani ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) -. Credo che l'invito a mantenere alta la guardia sulla lotta contro le organizzazioni mafiose sia scontato, tutti qui manteniamo alta la guardia su quest'aspetto. L'esistenza di un'organizzazione mafiosa in Valle d'Aosta è stata confermata dai Tribunali, è stata confermata da alcune sentenze, e su questo bisogna continuare a mantenere alta la guardia.
Noi, il Consiglio regionale, lo abbiamo fatto, anche istituendo uno strumento che è quello dell'Osservatorio, sul quale ricordo che le presentatrici di questa mozione sono state le uniche astenute.
Diverso è trasformare il Consiglio regionale - o un organo di questo Consiglio, come la Commissione -nel quarto grado del sistema giudiziario.
Nella mia idea di democrazia, la separazione dei poteri è un concetto fondamentale, esistono il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Guai mischiare questi poteri, perché si trasformerebbe in altro la democrazia. Qualcun altro invece, evidentemente, ha un'idea di democrazia che si traduce nell'uomo forte; io ho un po' paura di quest'idea sinceramente e non ho neanche capito come è stata inserita in questo dibattito, ma visto che è stata inserita ne parlo.
Detto ciò, io penso che mantenere alta la guardia sulla lotta contro le organizzazioni mafiose sia una questione fondamentale della politica, in qualsiasi parte d'Italia questa eserciti, perché è stato dimostrato che le organizzazioni mafiose si sono infiltrate in tutta Italia e anche in Valle d'Aosta.
Penso che sia irricevibile l'impegnativa così come scritta, perché trasformerebbe la I Commissione in un quarto grado di giudizio del sistema giudiziario, che è totalmente fuori dai compiti di quella Commissione che, tra l'altro, io mi chiedo se possa acquisire dei documenti come quelli di un dispositivo di archiviazione. Dubito che possa farlo, ma è questo è un mio dubbio che ancora non mi sono risolto.
Detto questo e per questi motivi su questa mozione non posso fare che astenermi.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, per il secondo intervento.
Guichardaz E. (PCP) - Rimango piuttosto sbalordita anche io, ma pur essendo molto vicini fisicamente io e il collega Marguerettaz siamo distanti anni luce nei nostri pensieri: proprio lui, che si vanta di essere il responsabile dell'allontanamento nostro dalla maggioranza, oggi viene a ergersi, lui, a paladino; sinceramente proprio chi ha vissuto quella maggioranza e chi ha vissuto con noi quelle cose molto probabilmente potrà confermare quanto è sotto gli occhi di tutti e quanto è stato sotto gli occhi di tutti in quei mesi.
Risulta poi sempre abbastanza sconcertante il fatto che, per non parlare di un tema, si mischi questo tema con tante altre cose. Si è parlato d'indagini di tutt'altro tipo, che nulla hanno a che vedere, secondo noi, con un problema invece grande e grave in Valle d'Aosta, che, a questo punto, io mi chiedo dove dev'essere affrontato, perché dalle dichiarazioni fatte fino ad adesso io non capisco questo Consiglio regionale dove deve affrontare uno dei più grossi problemi della Valle d'Aosta, cioè la presenza mafiosa in Valle d'Aosta.
Ne possono parlare giornali, ne può parlare chiunque, ma in Consiglio regionale non possiamo assolutamente parlarne, in I Commissione - ahimè - c'è una competenza che è politiche per la legalità e la sicurezza, ma non possiamo parlare di mafia, parliamo di altro, quindi sinceramente io non capisco dove. Allora uno si dice: "Beh, ci sarà l'Osservatorio, votato dai colleghi".
L'Osservatorio è completamente silente, tanto che le stesse persone all'interno di quell'Osservatorio - e direi che l'Associazione Libera non è proprio l'ultima associazione che in Valle d'Aosta ha posto il problema della mafia - proprio quelle associazioni chiedono che l'Osservatorio prenda una posizione, dica qualcosa e faccia qualcosa.
Io semplicemente mi chiedo questo: non se ne vuole parlare in I Commissione, non se ne vuole parlare nell'Osservatorio? Va bene, ne continueremo a parlare sui giornali, al bar e altrove, ma secondo me questo è molto poco rispettoso di questo luogo.
Poi comprendo, in questi giorni lo sto comprendendo bene, persone che ci dicevano che erano 21 persone a decidere, adesso diventano i movimenti l'idea centrale in cui discutere, quindi il dibattito dei 21 adesso si sposta altrove, quando fa comodo quel dibattito viene spostato altrove.
Io quello che chiedo semplicemente è: dove questo Consiglio regionale può parlare di mafia e dove può parlare di quello che sta accadendo in Valle d'Aosta, perché non possiamo dire che non c'è e non esiste più, perché ci sono delle assoluzioni ma ci sono ancora persone in carcere e tra quelle persone ci sono anche Consiglieri comunali non del mio partito, ma dei Consiglieri comunali.
Io ritengo che sotto questo punto di vista non si possa assolutamente abbassare la guardia, quindi, dal momento che mi è sembrato di capire che non è la Commissione e non è l'Osservatorio, a chi oggi non vota e si astiene su questa mozione io chiedo dov'è il luogo in cui i Consiglieri regionali possono parlare del problema della mafia in Valle d'Aosta.
Presidente - Consigliera Minelli per secondo intervento.
Minelli (PCP) - Non perderò troppo tempo a replicare al collega Marguerettaz, che ovviamente ha introdotto nel dibattito una questione che non c'entrava assolutamente nulla, cioè i percorsi politici di chi ha preso la parola.
Io non ho alcun problema a confermare, peraltro è agli atti, lo sa l'universo mondo, che io sono entrata in questa assise con un gruppo e poi - per vicende che forse non sono così note al collega Marguerettaz e neanche ad altri, a me molto bene, credo anche al collega Bertin - ci sono state delle trasformazioni.
Quello che posso dire è che, al di là delle sigle, io ho mantenuto un atteggiamento assolutamente coerente con gli impegni programmatici che erano stati presi con gli elettori e, successivamente, anche all'interno di quest'aula, e non accetto delle lezioni di dignità da nessuno in questo senso, da nessuno, perché io so perfettamente quello che ho fatto, quello che ho detto, le decisioni che ho preso e la coerenza che ho dimostrato anche nel momento in cui mi sono dimessa!
Se dobbiamo aprire un dibattito su questo, lo faremo, ma in un altro momento, prima o poi credo che sarà necessario.
Quello che voglio dire è che quando mi si viene a parlare di compromesso e di mediazioni, come è stato fatto più volte, da persone che nel momento in cui eravamo tutti riuniti, forze politiche e Consiglieri, per discutere di questioni che erano importanti, nessuno - tranne il presidente Lavevaz - ha preso la parola, quindi, per favore, non venite a fare adesso delle lezioni su come ci si comporta!
Chiudiamo questa parentesi e torno sull'argomento della mozione che è quello che mi interessa.
Il collega Padovani parla di strumentalizzazioni e di quarto grado di giudizio. Le strumentalizzazioni le fa chi dice che si vuole trasformare quest'Aula in un Tribunale, noi abbiamo chiesto una cosa molto precisa, che è una riflessione della I Commissione, con la collaborazione dell'Osservatorio antimafia, su un tema che è importantissimo e, se si vuole negare che questo è un tema importantissimo e grave per la nostra regione, io non so più dove siamo!
Seconda cosa: abbiamo detto che l'approfondimento si può fare in Commissione e si può fare un approfondimento a tutto tondo; nel momento in cui si discute di quest'argomento, certamente si discuterà - anzi si discuterebbe, perché non lo si farà - anche del perché, e si approfondirebbe perché ci sono persone che hanno subito alterne vicende nei gradi di giudizio.
Quando io ho parlato, e mi sono riferita alle due inchieste, ho detto che entrambe le inchieste, chiuse, Geenna 1 e Geenna 2, hanno appurato delle colpevolezze.
Io ho detto questo, non vado a fare la singola discussione su Tizio, Caio e Sempronio.
Ho detto anche, non oggi ma 15 giorni fa, che dal punto di vista delle vicende umane è fuori discussione che tutti sappiamo che questo è molto grave per chi lo ha vissuto e, ho sottolineato, per le famiglie, perché sono consapevole di questa cosa, ma questo è un altro piano. Noi qui abbiamo chiesto di fare un approfondimento su un argomento che è, come ripeto, grave e su cui ci è stato detto qualche cosa di molto importante: in Valle d'Aosta questo fenomeno c'è, non è solo una cosa che credevamo in senso generale, lo dice la Magistratura.
Si sbaglia la Magistratura? Prendiamo per oro colato quello che dice? Non lo so, ma questo è stato appurato!
Noi chiediamo di fare un approfondimento e di discutere. Non si vuole fare? Non si farà! Vuol dire che al Consiglio regionale della Valle d'Aosta questo è un argomento che non interessa.
I Valdostani ne prenderanno atto!
Presidente - Consigliere Padovani per secondo intervento.
Padovani (FP-PD) - Per fatto personale, il fatto personale sta nel fatto che io non ho mai parlato di strumentalizzazioni nel mio intervento, ho semplicemente detto che, per come lo leggo io, l'impegno di questa mozione trasforma la I Commissione nel quarto grado di giudizio di un Tribunale e io sono contrario a mischiare i poteri di uno Stato legislativo esecutivo e giudiziario.
Quindi per questo motivo io mi astengo.
In più non ho mai detto che parlare di ndrangheta e mantenere alta l'attenzione sulle infiltrazioni mafiose nella nostra società sia un fatto non importante; quando s'interviene però si ascolti anche quello che dicono gli altri perché poi sennò si dicono cose sbagliate.
Presidente - Ci sono altri interventi? Non vedo altre richieste d'interventi. La discussione generale è chiusa. Vi è una replica da parte del Governo? Non vedo richieste. Ci sono dichiarazioni di voto? Se non è un problema, vorrei fare una dichiarazione di voto da questa postazione, se non è un problema.
Molto brevemente, che la presenza della 'ndrangheta - lo dicevo tanto tempo fa - in Valle d'Aosta non sia un'opinione, ma un fatto, è evidente. Una presenza fin dagli anni '70 che si può immaginare più o meno articolata e organizzata, che ha avuto agli inizi degli anni '90 anche dei fatti di sangue clamorosi, con l'uccisione di alcuni personaggi legati a un regolamento di conti tra le cosche. A questo poi sono seguite una serie di indagini, e sono tante le indagini che riguardano la presenza dell''ndrangheta e che in qualche modo coinvolgono personaggi o il nostro territorio a vario titolo: da Minotauro, l'indagine partita dal Tribunale di Torino, a tutte le altre che hanno seguito, indagini che a volte hanno la loro origine in Calabria e che poi vedono anche, indirettamente, coinvolto il nostro territorio; che ci sia una presenza evidente, lo si può anche capire dal numero di interdittive antimafia emesse dal Questore in questi periodi, vado a memoria, sono circa una decina, che testimoniano la capacità di infiltrare nel tessuto economico e sociale di un territorio.
L'ndrangheta è presente in tutta Italia, soprattutto nel Nord Italia; in questo periodo non è sulle prima pagine dei giornali poiché vi sono altre emergenze ma - come lo si denota nelle pagine, forse non sulle prime, ma più avanti - è una situazione estremamente seria che coinvolge tutta Italia, in particolare il Nord Italia, anche in ragione dei finanziamenti e dei nuovi investimenti che si immagina possano scaturire dalla ripresa che tutti si augurano.
È essenziale che la politica tenga alta l'attenzione, ma in generale la società civile, perché queste infiltrazioni riguardano tutti; la politica deve saper prendere le distanze e isolare il malaffare in modo chiaro e senza titubanze.
Per questo, la presenza dell''ndrangheta e le sue conseguenze - come dicevo - sono anche una questione politica.
La I Commissione non è certamente lo strumento più idoneo, a mio avviso, per affrontare la questione in questo contesto. Si è archiviata una vicenda giudiziaria penale che, come sappiamo, riguarda delle responsabilità penali che sono personali e non collettive. La politica si occupa di questioni generali e deve intervenire su questioni generali. Pertanto, fare un'analisi soltanto su un aspetto, rischierebbe un po' - come diceva il consigliere Padovani - di avere poi delle derive non molto rassicuranti.
È perciò un argomento che deve rimanere nell'agenda politica di tutti noi, perché tutti noi abbiamo delle responsabilità su quest'aspetto e dobbiamo trovare gli strumenti più idonei per analizzare e fare le proprie valutazioni.
Rimanendo anche sugli aspetti istituzionali, ricordo che questo Consiglio, nella passata legislatura, ha introdotto la preferenza unica con 35 voti a favore e che, a mio avviso, da un certo punto di vista, responsabilizza i candidati, anche in rapporto a situazioni pericolose e che ritengo sia comunque un passo avanti.
Per queste ragioni mi asterrò.
Consigliera Minelli per dichiarazione di voto.
Minelli (PCP) - Dichiarazione di voto che sarà, ovviamente, un voto a sostegno della mozione che abbiamo presentato e anche per dire chiaramente una cosa, fare un'osservazione, riguardo al voto, proprio.
Nel momento in cui si propone una mozione di questo tipo e si chiede un impegno al Consiglio attraverso una discussione in uno dei suoi organismi, si ha ben presente quello che lei ha appena descritto, cioè l'importanza del coinvolgimento della responsabilità personale, dell'essere vigili a livello individuale, ma io credo che quando si è rappresentanti, a più livelli, nelle istituzioni - parlo dei consigli comunali, parlo dei consigli regionali, parlo di chi ha delle responsabilità a livello anche più alto - allora a quel punto non c'è soltanto più una questione, come dire, personale, di sensibilità, di etica, di limpidezza di quelli che possono essere i principi e gli atteggiamenti.
Io credo che, quando si occupa un ruolo istituzionale, si ha anche il dovere di affrontare delle questioni. In questo caso una questione che, come ho detto, è importantissima ed è grave e che riguarda la nostra regione, la regione di cui tutti quanti noi che siamo qui siamo dei rappresentanti, noi sediamo nella massima Assise di questa regione. Questa regione è appurato avere un problema di questo tipo e noi decidiamo che la I Commissione non è quella competente, l'Osservatorio dovrà fare altro perché poi anche le competenze sono cambiate, eccetera eccetera eccetera...
Quindi concludiamo questa cosa, ovviamente noi votando la mozione, sapendo che per voi tutto è ridotto a una questione di coscienza personale. Tutto!
Presidente - Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 17
Favorevoli: 17
Astenuti: 18 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Restano, Rosaire, Sapinet e Testolin).