Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1937 del 20 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1937/XVI - Interrogazioni: "Esito del sistema di penali e premi contenuto nel contratto di servizio tra Regione e Trenitalia basato sui parametri della puntualità, affidabilità e situazioni ricorrenti di affollamento" e "Informazioni in merito alla soppressione del numero delle carrozze del treno regionale del mattino che collega la Bassa Valle ad Aosta" e Interpellanza: "Invio di direttive a Trenitalia per il potenziamento del numero di carrozze al fine di far fronte al sovraffollamento dei treni nelle ore di punta".

Sammaritani (Presidente) - Passiamo al punto n. 42 all'ordine del giorno che viene trattato insieme ai punti 21 e 22. Per l'illustrazione, prima la parola al consigliere Marquis.

Marquis (FI) - Il tema che viene posto all'ordine del giorno è la funzionalità del servizio ferroviario sulla linea Aosta-Torino, quindi sul grado di soddisfazione di chi utilizza la struttura. Tenuto conto che il servizio soffre di una forte stagionalità, siamo in un momento in cui sono riaperte le scuole, sono aumentati i flussi di utilizzatori dei mezzi e quindi di questo bisogna tenere conto.

Abbiamo appurato che i treni in servizio sulla tratta Aosta-Torino in alcune fasce orarie sono sovraffollati, a tal punto che i viaggiatori sono accalcati anche lungo i corridoi in piedi. Questo riteniamo che, in una fase in cui c'è ancora l'emergenza Covid, imponga anche la necessità di avere delle condizioni di sicurezza nei viaggi, non solo sotto il profilo del comfort, che comunque è anche questa una considerazione di cui si deve tener conto, perché il viaggiare due ore in piedi da Aosta a Torino è già questo un lavoro, non è il trasferimento al posto del lavoro, è una cosa estremamente pesante.

Sotto questo profilo, la cosa è diventata nota sia attraverso i media che si sono occupati della vicenda, sia attraverso delle segnalazioni, sia poi attraverso dei sopralluoghi che ho fatto anche personalmente per toccare con mano la realtà, per rendermi conto, perché delle volte non si sa mai quando si legge sui giornali se le cose stanno effettivamente così o si esagera un po' nel raccontare la situazione e c'è una narrazione superficiale.

Sotto il profilo dei media, è noto che della questione è stata scomodata anche Striscia la notizia, che il 6 ottobre ha registrato una situazione dei treni stracolmi nella tratta Torino-Chivasso per arrivare ad Aosta e dove ventidue persone nella stazione di Chivasso, nonostante avessero prenotato il biglietto per salire in Valle, hanno dovuto stare a terra e non sono potute salire. Già il giorno prima il treno in partenza alle ore 16:30 per Aosta da Torino Porta Nuova ha avuto una sosta di venti minuti nella stazione di Porta Nuova, per fare il conteggio delle persone che c'erano sul treno e hanno fatto scendere tutte quelle che erano in esubero rispetto alla capienza possibile certificata; venti minuti in attesa e tanti sono dovuti scendere e aspettare il treno successivo.

Segnalazioni sono state fatte anche dalla gente valdostana che dice: "Tutte le domeniche gli studenti, per andare a Torino, si fanno tutto il viaggio in piedi". E allora domenica 16 ottobre ho voluto toccare con mano: il treno partiva alle ore 17:41 da Aosta, io sono salito alla stazione di Châtillon e ho fatto il tratto fino a Verrès. A Châtillon non c'era già più posto a sedere e c'erano già più di trenta persone in piedi. Siamo arrivati a Verrès, io sono sceso, sono salite altre persone e c'erano già sessanta persone in piedi. Allora si può capire da lì cosa sia successo per andare ancora fino a Torino. Ho parlato con il personale di servizio e gli ho detto: "Ma com'è questa situazione qui?" e mi hanno detto: "É sempre così su questo treno, purtroppo manca del materiale". Allora qui il problema, secondo me, è duplice: c'è un problema di materiale e c'è un problema forse anche di natura organizzativa.

È del tutto evidente che noi possiamo raccogliere delle proteste da parte della gente, però non abbiamo tutti gli strumenti e tutti i dati necessari per avere una visione complessiva della situazione, però dalle verifiche che sono state fatte sono tanti i treni sulla linea Aosta-Torino che danno queste problematiche. Posso fare un esempio: lungo la settimana nei feriali c'è il numero 2713 che parte da Torino alle ore 05:25 e arriva ad Aosta alle ore 07:20, tutti in piedi; treno regionale 11815, partenza Ivrea ore 06:28 e arrivo ad Aosta alle ore 07:38, tutti in piedi; treno regionale 11830, partenza da Aosta ore 13:40, arrivo a Ivrea alle ore 14:50, anche questo tutti in piedi. In particolare questo treno la situazione è peggiore il venerdì, perché ci sono anche tutti i convittori che stanno tutta la settimana ad Aosta che vivono nelle valli laterali, a Pont-Saint-Martin, Valle di Gressoney e Val d'Ayas, che scendono giù, c'è ancora un maggiore afflusso e quindi lì la situazione è veramente insostenibile. Il treno 2735 in partenza da Torino alle ore 16:25 e arrivo ad Aosta alle ore 18:20, è un bimodale, tutti in piedi. Treno regionale 2737, partenza da Torino alle ore 17:25, arrivo ad Aosta alle ore 19:20 - questi sono tutti dei bimodali - presentano le stesse situazioni. Sui festivi ci sono due situazioni che sono state evidenziate, quella che parte da Aosta alle ore 15:41 e quella che dicevo prima delle ore 17:41.

Facendo un semplice ragionamento, il problema secondo me è grosso. È vero che c'è già in partenza un problema di materiale: qual è il materiale che viene adoperato? Ci sono sulla linea cinque bimodali e cinque Minuetto che svolgono il servizio. I bimodali hanno una portata di 175 persone e i Minuetto di 145, questi sono i dati che mi sono stati forniti.

Noi in tutti gli strumenti di programmazione ci siamo dati l'obiettivo di portare il traffico dalla gomma al ferro, ma in contemporanea adesso andiamo a vedere cosa è successo negli ultimi dieci anni. Con l'introduzione dei bimodali per la rottura di carico, sono stati tolti i treni che c'erano prima e che avevano una capienza di 350 persone. Paradossalmente ci troviamo in una situazione per cui, da una parte bisogna utilizzare di più la ferrovia e dall'altra abbiamo tolto i posti sui treni rispetto a quelli che c'erano prima. Adesso c'è anche una situazione per cui si stanno aspettando dei nuovi bimodali che dovrebbero essere, dal contratto di servizio, forniti da Trenitalia e che potrebbero dare una mano.

Però, a mio avviso, c'è anche un problema di natura organizzativa, perché ci sono delle corse che effettivamente non c'è tanta gente che le frequenta. Allora, perché mettere in servizio cinque bimodali, quando forse bisognerebbe metterne in servizio quattro e tenerne uno di scorta da utilizzare nelle ore di massimo flusso per raddoppiare la capienza? Basterebbe fare questo, aggiungere un Minuetto nelle ore in cui c'è meno flusso e su quel Minuetto fare la rottura di carico a Chivasso. Quindi, per non rinunciare ad una rottura di carico a Chivasso, creiamo una condizione per cui i treni devono viaggiare con la gente tutta in piedi.

Questa è un po' la situazione di carattere generale, però chiediamo con quest'interpellanza se la situazione risulta anche a voi così delicata e quali siano eventualmente le misure che si intendono prendere, in accordo con Trenitalia, per cercare di superare questa situazione, che oggettivamente non può perdurare nel tempo. Diversamente, a fronte dei 16 milioni e mezzo di euro all'anno che si spendono per garantire questo servizio, non può esserci una percezione di disservizio così alta da parte dell'opinione pubblica. Effettivamente riteniamo che sia un problema pesante.

Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Giustamente, come dice il collega Marquis, il problema c'è, e non da oggi; lei ha parlato degli ultimi dieci anni delle scelte fatte, lei è stato su questi scranni in questi dieci anni, non esattamente più di me ma quasi, e il problema lo conosce bene.

Farei tre premesse di ordine generale e cercherò di rispondere in maniera organica sia all'interpellanza che lei ha illustrato, sia alle due interrogazioni che sono, a vario titolo, collegate a questo tema. In primo luogo - questo riguarda più le interrogazioni - non si può più oggi, e lei lo ha fatto in maniera corretta, parlare di aumento di carrozze, perché i treni sono a composizione bloccata, hanno una situazione fissa, oppure semplificando (la cosiddetta doppia composizione) dobbiamo metterne due collegati uno all'altro; quindi non si può immaginare di ridurre le carrozze come è stato detto nell'interrogazione.

Secondo: il numero dei passeggeri varia, come ha detto lei, in maniera stagionale da un lato, ma anche molto di giorno in giorno, a seconda delle situazioni eccezionali, anche e soprattutto nel caso in cui ci sia un treno che è in ritardo, questo comporta poi un probabile aumento dei passeggeri anche sul treno successivo. Ci sono tante variabili che si intrecciano in maniera assolutamente imprevedibile, perché poi sui ritardi ovviamente non possiamo incidere in maniera preventiva.

L'ultima questione, anche questa a titolo di premessa, e di questo abbiamo già parlato tante volte anche nel periodo Covid che lei ha richiamato rispetto alle capienze dei treni, ossia al fatto che i treni sono omologati per un tot di posti a sedere, i 175 che lei ha citato ad esempio per i bimodali, più un tot di posti in piedi che sono omologati. Non è che lo stare in piedi sia una questione fuori legge, è di tutta evidenza che non sia l'optimum e che non sia il miglior servizio che si possa dare, però mi sento di dire nelle premesse che comunque va sottolineato che il fatto che ci siano delle persone in piedi, non sia una questione fuori legge.

Parto dall'interrogazione della consigliera Foudraz, perché mi è più facile nell'ordine delle considerazioni da fare. L'interrogazione chiede informazioni in merito alla soppressione del numero di carrozze del treno regionale del mattino che collega la bassa Valle ad Aosta e se le segnalazioni ricevute siano veritiere. L'interrogazione riguarda quindi la direzione di marcia Ivrea-Aosta su cui in quegli orari ci sono due treni. Il treno regionale 11815 che parte da Ivrea alle ore 06:28 e arriva ad Aosta alle ore 07:38, un treno che ferma in tutte le stazioni valdostane e che è programmato ed effettuato con Minuetto in singola composizione. Si tratta di un treno avente un totale di 145 posti a sedere e una capienza totale di 286 passeggeri, contando i posti in piedi.

L'altro treno invece è il regionale veloce 2713 che parte da Torino alle ore 05:25 e ferma a Pont-Saint-Martin, Verrès e Châtillon e arriva ad Aosta alle ore 07:20. É programmato con i treni bimodali in singola composizione; sono tre casse, per un totale di 175 posti a sedere, come detto, e una capienza totale di 329 passeggeri, contando i posti in piedi. Quando i turni di manutenzione dei bimodali lo consentono, è in doppia composizione questo, quindi con il doppio dei posti: 350 posti a sedere e una capienza totale di 658 passeggeri. Agli uffici del dipartimento non risulta che sia stata diminuita la capacità del treno perché, come dicevo, è una questione fisicamente impossibile.

Si chiede poi se la problematica persista ancora attualmente. Ricordo che i dati di frequentazione dei treni sono analizzati mensilmente e sono forniti da Trenitalia. Partendo dal presupposto che non c'è stata una problematica legata a una soppressione del numero delle carrozze, sulla base dai dati disponibili a oggi, sul treno regionale 11815 che arriva ad Aosta alle ore 07:38 non sono stati registrati particolari problemi di sovraffollamento. Osservando i dati dal 19 al 30 settembre, successivi all'inizio dell'anno scolastico, quindi corrispondenti a circa dieci giorni di scuola, la massima affluenza verificatasi a bordo, rilevata il 29 settembre, è di 169 passeggeri (i posti a sedere ricordo sono 145), mentre in tutte le altre giornate il numero di passeggeri è stato sempre inferiore ai posti a sedere. In particolare, il 29 settembre c'erano 149 passeggeri tra Châtillon e Nus, teoricamente quattro in piedi, e 169 tra Nus e Aosta, quindi teoricamente - dico teoricamente perché si ipotizza che tutti i posti a sedere siano occupati - 24 persone in piedi per circa dieci minuti.

Sull'interpellanza illustrata dal collega Marquis, sulla base dei dati oggettivi disponibili si segnala che, lungo la dorsale della Valle d'Aosta tra Aosta e Pont-Saint-Martin, circolano 44 treni nei giorni feriali e 34 in quelli festivi. Ci sono due treni per i quali il numero dei passeggeri supera in alcune occasioni quello dei posti a sedere, quindi sono due su 44 nei giorni feriali o 2 su 34 nei giorni festivi. Si tratta, per la precisione, del regionale veloce 2713 che parte da Torino alle ore 05:25, ferma ad Ivrea alle ore 06:14 e arriva ad Aosta alle ore 07:20; il treno è programmato con i treni bimodali in singola composizione e in sei giornate di settembre, prendo questo dato a riferimento, il numero dei passeggeri tra Nus e Aosta è stato più alto rispetto ai posti a sedere. In tre di queste giornate il problema si è verificato già a Châtillon. Il regionale 11830 che parte da Aosta alle ore 13;40 e arriva ad Ivrea alle ore 14:50, questo invece è effettuato con Minuetto: in quattro giornate di settembre il numero dei passeggeri ha superato quello dei posti a sedere unicamente tra Aosta e Nus, quindi poco più di dieci minuti di viaggio. Dato il numero dei treni che circolano quotidianamente, il numero dei passeggeri che hanno viaggiato in piedi e la durata del viaggio, su questi casi ovviamente il disagio c'è ma oggettivamente è limitato.

Per quanto attiene invece il servizio Aosta-Torino e viceversa, che lei ha citato, che è articolato su 24 treni giornalieri effettuati con treni bimodali, la Regione è consapevole che su vari convogli ci siano frequentemente molti passeggeri costretti a viaggiare in piedi, ma soprattutto in territorio piemontese, salvo il caso che lei ha citato di cui verificherò i dati. Ciò riguarda principalmente i treni: regionale veloce 2712 che parte da Aosta alle ore 05:40 e arriva a Torino Porta Nuova alle ore 07:35, per il quale nel mese di settembre in ben diciassette giornate il numero massimo dei passeggeri a bordo è stato superiore a quello dei posti a sedere, però sempre nel tratto tra Chivasso e Torino; il regionale veloce 2735 che parte da Torino Porta Nuova alle ore 16:25 e arriva ad Aosta alle ore 18:20, per il quale nel mese di settembre in tredici giornate il numero massimo di passeggeri a bordo è stato superiore a quello dei posti a sedere, nel tratto anche qui tra Torino e Chivasso in particolare; il regionale veloce 2737 che parte da Torino Porta Nuova alle ore 17:25 e arriva ad Aosta alle ore 19:20, che è stato oggetto di un servizio di Striscia la Notizia che lei ha citato, nel quale nel mese di settembre in ben quattordici giornate il numero massimo di passeggeri è stato superiore a quello dei posti a sedere, di cui nove giornate su quattordici nel tratto tra Torino e Chivasso, mentre nelle altre cinque il problema si è protratto fino a Ivrea.

È evidente che in questi casi il disagio sia esteso e diffuso, ma è un disagio che riguarda in particolare la tratta tra Chivasso e Torino, quindi su queste situazioni per la Regione è difficile risolvere il problema, trattandosi peraltro di ore di punta in cui vengono assorbite le esigenze in particolare della comunità di Chivasso, la quale ha dei numeri importanti, con un flusso importante che va e viene da Torino; diventa difficile che la Regione risolva questi problemi che afferiscono alla mobilità piemontese e in particolare anche nello specifico all'hinterland di Torino. Molto spesso gli utenti di Chivasso preferiscono usare i nostri mezzi, perché poi vanno diretti a Porta Susa, invece i treni regionali piemontesi fanno ancora delle fermate intermedie, quindi c'è una preferenza da parte degli utenti di Chivasso nell'utilizzo di questi mezzi nostri.

Per quanto riguarda invece la seconda parte della domanda, come dicevo prima va considerato in qualche modo che il numero di passeggeri varia di giorno in giorno e in alcuni casi assume indubbiamente valori eccezionali come quelli che lei ha citato, in particolare dove ci sono ritardi. Adesso io non so nel caso della domenica pomeriggio, ma andrò a verificare perché effettivamente, tra l'altro ho visto il video che lei ha pubblicato, oggettivamente quella situazione già da Châtillon non mi è stata segnalata. Voglio effettivamente capire se è una problematica che si ripete tutte le domeniche o se nello specifico c'è stato un ritardo di qualche altro treno e quindi c'è stato un afflusso maggiore sul treno che lei ha frequentato. Oggettivamente, un conto è se si tratta di dover fare pochi minuti in piedi, un altro conto se già a Châtillon ci sono degli utenti in piedi in direzione Torino, la cosa non è sopportabile.

Come lei ha giustamente richiamato, al momento sono in servizio cinque treni bimodali, quindi per la maggior parte dei casi, salvo poche eccezioni, è difficile la doppia composizione, proprio per una questione di copertura di tutti i servizi.

La rottura di carico che lei ha citato è una cosa per la quale abbiamo lavorato tutti per tanti anni per evitarla, per evitare dei disagi, per evitare soprattutto a chi è carico di bagagli, eccetera, di dover innanzitutto cambiare treno, ma anche allungare la durata del viaggio, perché se c'è una rottura di carico è chiaro che si allunga anche la durata del viaggio stesso. Io non credo che la Regione debba in qualche modo intervenire in questo modo, reintroducendo una interruzione di carico per venire incontro a delle esigenze che sono del territorio piemontese. È chiaro che, nel momento in cui avremo gli ulteriori treni bimodali a disposizione, avremo la possibilità di aumentare le possibilità della doppia composizione e di fare dei ragionamenti diversi. Come è noto sono in arrivo i treni bimodali di Trenitalia ma soprattutto abbiamo, e ne stiamo discutendo proprio in questi giorni, fondi statali che dobbiamo impegnare da qua a fine anno per l'acquisto degli ulteriori treni. Lì si stanno facendo dei ragionamenti in prospettiva dell'elettrificazione ovviamente, quindi con la possibilità di avere dei treni più grandi e con la possibilità di avere una risposta sicuramente maggiore.

Quello che oggi possiamo fare con i nostri mezzi a disposizione attuali, per evitare comunque di reinserire la rottura di carico che, ripeto, credo sia una cosa da evitare in questo momento, è quello di garantire, almeno per i nostri utenti, di avere comunque il posto a sedere soprattutto sulle tratte lunghe. Poi credo che sia sopportabile il fatto di rimanere in piedi da Nus ad Aosta, non è sopportabile rimanere in piedi da Châtillon a Torino, questo è di tutta evidenza.

Per evitare questo, alcune iniziative sono già state messe in atto. Ad esempio, la Regione ha concordato con Trenitalia il raddoppio, quando possibile, del treno che mi sembra che lei abbia citato - o è un'altra interrogazione, adesso non ricordo - il treno 2713, che è quello che arriva ad Aosta alle ore 07:20 con gli studenti, in modo che si arrivi a 350 posti a sedere. Questo è stato fatto, ad esempio, nel mese di settembre nei giorni 1, 12, 13 e 15, quindi dove si poteva lo si è attuato. In prospettiva, con l'utilizzo dei bimodali che arriveranno e soprattutto degli ulteriori treni con la capienza più importante, che saranno in servizio con l'elettrificazione della tratta, le risposte che si potranno dare saranno ben diverse.

Sulla questione della tratta Chivasso-Torino se n'è parlato spesso anche con l'Amministrazione regionale piemontese, con l'assessore Gabusi, perché lì oggettivamente qualche sforzo lo devono fare anche loro, nel senso che è impensabile che ci sia una presa d'assalto dei nostri mezzi, perché sono dei mezzi diretti ma sono comunque mezzi piccoli, nel senso che sono dimensionati per l'utenza valdostana. Ho anche alcuni dati rispetto a quella tratta: sul primo treno del mattino, il 2712, in direzione Torino ci sono di norma tra i 40 e i 60 viaggiatori valdostani, cui se ne aggiungono altrettanti a Ivrea e tra 90 e 120 a Chivasso; parimenti sul treno pomeridiano in partenza da Torino alle ore 17:25, il 2737, a Chivasso scendono tra 80 e 100 passeggeri, a Ivrea ne scendono circa 60, quindi circa un centinaio vengono in Valle d'Aosta. Come dicevo prima, è chiaro che il servizio gestito e pagato dalla Valle d'Aosta, che quindi dovrebbe assolvere a un servizio regionale, ma che assume gioco forza un servizio anche suburbano di Torino, non può risolvere i problemi ferroviari di quel tipo.

Per venire alla conclusione, non avendo la possibilità di incrementare i posti a sedere con i mezzi che abbiamo, non volendo in qualche modo reintrodurre la rottura di carico, in questo momento diventa difficile imporre a Trenitalia direttive che rischierebbero di essere o non realizzabili o addirittura peggiorative per gli utenti valdostani, perché è chiaro che se reintroducessimo la rottura di carico, ci sarebbe la possibilità a Ivrea di utilizzare dei treni più grandi e di non avere il sovraffollamento a Chivasso, ma sicuramente andremmo a peggiorare il servizio per gli utenti valdostani.

C'è poi l'ultima interrogazione dei colleghi Brunod e Lavy, che chiede notizie in merito alle penali e premi che sono contenuti nel contratto di servizio tra Regione e Trenitalia, basato sui parametri della puntualità, affidabilità e situazioni ricorrenti di affollamento. Su questo posso dire che il conteggio dei premi e delle penali per il 2021 non è ancora stato perfezionato, si è in attesa della documentazione che Trenitalia deve fornire. Per questa ragione l'Amministrazione regionale non ha ancora proceduto alla determinazione del saldo e quindi tanto meno al pagamento. Riguardo ai parametri in oggetto, quello che si può anticipare, sulla base dell'istruttoria che a oggi è stata effettuata dall'Assessorato, è che non risultano raggiunti gli obiettivi di puntualità, mentre sarebbero raggiunti sempre per il 2021 gli obiettivi di affidabilità e gli obiettivi relativi ai coefficienti di riempimento. Rispetto a questi due ultimi parametri, il contratto prevede una penale nel caso in cui un treno presenti ricorrenti situazioni di affollamento. Il calcolo viene fatto dalla Regione calcolando la media annuale del rapporto tra i valori giornalieri del numero massimo di passeggeri rilevati a bordo, tipicamente tra Chivasso e Torino e tra Nus ed Aosta, che sono le due parti terminali e quindi più affollate dei viaggi, e del numero dei posti presenti sul treno. Su questo va evidenziato che il 2021 è stato comunque ancora un anno in cui la situazione pandemica ha comportato una riduzione del numero dei viaggiatori, quindi almeno in alcuni periodi dell'anno questo ha facilitato il raggiungimento di questi obiettivi annuali.

Con questo credo di aver risposto alle tante domande presenti nelle tre iniziative.

Presidente - Per la replica alla propria interrogazione, la parola al consigliere Brunod.

Brunod (LEGA VDA) - Il collega Marquis ha già fatto una grossa panoramica e anche l'Assessore competente ha illustrato un po' le problematiche e siamo anche soddisfatti che comunque sia consapevole che diversi disagi ci sono.

La mia interrogazione verteva soprattutto sul concetto di quel passaggio che già a fine 2021, grazie a una interrogazione fatta dai colleghi Perron e Ganis sempre su questi problemi di affollamento, voleva un po' capire qual era l'esito dei dati rispetto all'annualità 2021, premi e penali per quanto riguardava l'affidabilità, la puntualità e l'affollamento. Purtroppo abbiamo constatato dalla risposta che a oggi questi dati non sono ancora arrivati a disposizione della Regione. Da alcune rilevazioni fatte dalla Regione, come ha detto l'Assessore, non è stato raggiunto il discorso della puntualità, si dice ok per quello che è l'affidabilità e nell'insieme di tutti i dettagli tecnici forniti non abbiamo capito bene, ma sembrerebbe che anche per il discorso dei parametri sull'affollamento, dalle medie dei calcoli fatti, non ci sarebbero delle problematiche. Sicuramente questi metodi di calcolo danno alla fine questi risultati, ma da quanto già detto prima e dai diversi articoli di stampa a livello mediatico - ancora questa mattina abbiamo delle foto di amici che salendo con il treno, soprattutto nella parte Châtillon-Nus verso Aosta - è messa in risalto questa grande problematica. Magari noi che veniamo tutti i giorni qui in sede in macchina non percepiamo questo disagio, ma ovviamente, anche se è un tratto breve però ripetuto, viaggiare in quelle condizioni non è la migliore cosa.

È stato detto già allora, riprendendo la risposta data a fine 2021, e ripeto proprio cosa c'era scritto: "La Regione interloquisce regolarmente con Trenitalia per modificare il servizio nel rispetto dei criteri di riempimento e di stanziamento. L'aggiunta di vagoni però non è più praticabile sui treni moderni, che sono caratterizzati da una composizione bloccata", quello che è stato ripetuto anche prima.

Con questi articoli e sulla problematica evidenziata questa mattina, sempre sul treno 2713, la gente si chiede perché prima dell'inizio delle scuole c'erano due o tre vagoni e adesso si è passati a uno, con l'aumento delle persone che ne usufruiscono. È questo che ci chiediamo: se già alla fine del 2021 non era più possibile avere più vagoni insieme, perché invece poi durante l'estate, adesso non so esattamente i mesi, come dicono si è passati da tre a uno? Questo è il passaggio che non l'abbiamo tanto capito e che soprattutto ci fa notare la gente. Ovviamente non è una cosa semplice, come lei ha ribadito, però ci auguriamo che si agisca attraverso maggiori interlocuzioni o comunque cercando le possibili soluzioni, in attesa, come ha detto lei, che arrivino i nuovi treni che tutti ci auguriamo risolvano finalmente questo problema.

Presidente - Passiamo all'interrogazione al punto n. 22, la parola alla consigliera Foudraz.

Foudraz (LEGA VDA) - Grazie presidente Lavevaz per la risposta. Lei ha descritto, a parer mio, quasi una situazione idilliaca del trasporto ferroviario: praticamente sì, perché sostiene che comunque i numeri sono rispettati. Sicuramente sono rispettati i numeri degli utenti che viaggiano in piedi, ma probabilmente i viaggiatori hanno una percezione diversa della problematica.

L'interrogazione che avevo portato all'attenzione era proprio perché avevo ricevuto delle segnalazioni, mi parlavano di diminuzione del numero di carrozze. Lei giustamente ha fatto presente che adesso come adesso non si parla più di carrozze, se ne parlava prima dell'avvento dei bimodali e del Minuetto; è stato un errore della persona che ha fatto le segnalazioni. Sono le stesse segnalazioni che poi sono apparse su un quotidiano online il 5 ottobre, dove un pendolare della bassa Valle faceva appunto presente che a partire dalla data dell'inizio della scuola, quindi dal 19 di settembre, era diminuito il numero delle "carrozze", quindi probabilmente c'era solo un bimodale o un Minuetto. E lei giustamente ha fatto presente che Trenitalia le ha fornito il dato, dicendole che in realtà il raddoppio dei treni è avvenuto nelle giornate dell'1, 12, 13 e 15 settembre, se non ho preso male nota, ma il problema è che la scuola è iniziata il 19 di settembre. Forse il raddoppio avrebbe dovuto essere a partire da quella data. Io credo che si dovrebbe cercare veramente di fare i raddoppi nelle date che servono e non quando non sono necessarie.

Vorrei rimarcare che, anche se il numero degli utenti è rispettato viaggiando in piedi, spesso questi mezzi di trasporto, oltre che dai pendolari, sono utilizzati soprattutto dagli studenti che, a volte, utilizzano questo tempo di trasporto per ripassare le lezioni. Chiaro che diventa difficile poter effettuare dei ripassi o dei piccoli approfondimenti stando tutti in piedi e schiacciati.

Io spero di non dover tornare sulla questione, perché più volte abbiamo affrontato questa problematica e mi auguro che vengano rinforzati i mezzi di trasporto su rotaia nelle giornate che interessano.