Oggetto del Consiglio n. 1929 del 19 ottobre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1929/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito al prezzo della Fontina al fine di valorizzare la qualità del prodotto".
Marguerettaz (Presidente) - Punto 34 all'ordine del giorno. Per la presentazione, il collega Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Come anticipato, quest'iniziativa è diretta a valorizzare al massimo il prodotto, appena citato, Fontina.
Come abbiamo appena ascoltato nell'iniziativa del collega Rollandin, le problematiche riguardanti l'agricoltura non sono da sottovalutare e anche quest'iniziativa vuole andare a cercare di capire la scelta e il momento di certe scelte, ad esempio le scelte che sollecitava prima il collega d'intervenire tempestivamente su certi temi e quando intervenire.
Io mi soffermo a valutare il documento in base alla temporanea - e qui voglio che sia ben chiaro: temporanea! - modifica del disciplinare del prodotto Fontina avanzata dal Consorzio produttore latte e fontina.
Dico questo perché a seguito della pubblicazione di questo documento - e qui non me ne vogliano tutti gli organi di stampa - è passato un messaggio che non rappresenta il prodotto di cui si sta parlando, soprattutto quando si parla di Fontina divisa in tipologie - anche se la Fontina è una sola - e in momenti di produzione.
Vi faccio un esempio: negli scorsi giorni mi è caduto l'occhio su questo titolo: "La Fontina non è prodotta con foraggi valdostani". Peccato che sotto, nel bancone di questo negozio, ci sia la Fontina d'alpeggio che non necessita di altri foraggi, perché le mucche sono nutrite esclusivamente di foraggi ed erba locali.
Per arrivare al punto di questo documento: il momento in cui si fanno determinate scelte su temi così importanti, la valutazione che si deve fare e il momento in cui si fanno queste modifiche.
Arrivo al dunque: questa richiesta è stata convalidata il 21 settembre sì al Ministero ma con il parere favorevole del Dipartimento agricoltura Regione autonoma Valle d'Aosta. Per carità, ci sta che in un periodo di criticità come questo l'Assessorato giustamente si muove nella direzione per mettere al riparo un'eventuale produzione nel periodo invernale, però a mio avviso c'era da fare una valutazione diversa e dire: "Fino a quando abbiamo erba a sufficienza per la produzione di Fontina? Fino a quando abbiamo foraggio per la produzione della Fontina?" E magari da quest'analisi usciva un dato che poteva essere dicembre, gennaio, febbraio, marzo o magari anche un'altra data, ma, facendolo in questo modo, ci si poteva rivolgere a molti consumatori disposti a spendere qualcosa in più sapendo che un prodotto rispetta determinati requisiti.
Ora ci troviamo in un periodo in cui sul mercato c'è un prodotto che, al di là delle problematiche di quest'estate, è quasi al 100% - adesso non ho i dati sottomano - fatto con foraggi prodotti nella nostra regione e ci troviamo una pubblicità così che non va nella direzione giusta.
Non è per fare un rimprovero ma un'analisi, perché noi abbiamo appreso dagli organi di stampa quello che era accaduto e il nostro gruppo non vuole assumere una posizione né negativa né positiva, ma è solo per fare un'analisi.
Andiamo ai quesiti che ho presentato insieme alla collega Foudraz. Il primo quesito è "Se sulle variazioni al disciplinare della Fontina siano state fatte valutazioni specifiche necessarie per mantenere la qualità del prodotto, per non compromettere l'immagine alla Valle d'Aosta e per non creare danni al territorio regionale e alle categorie attrici di tutta la filiera interessata a questo prodotto".
Qui vorrei fare un passaggio per far capire la situazione che non ricade solo sul nostro territorio ma se andiamo a vedere fuori dalla nostra regione e parliamo sempre di montagna: "La crisi morde la zootecnia da latte della montagna".
Questo è un documento che è stato stilato assieme agli Assessorati dell'Agricoltura della Regione Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia autonoma di Trento.
In Trentino, ad esempio, "Si registra un calo della produzione che la scorsa estate ha toccato il 15%. Trenta aziende hanno chiuso i battenti".
Adesso se uno pensa a trenta aziende nel Trentino dice: "Un numero così irrilevante non è importante" però vede che questo documento vuole sottolineare l'importanza di ogni singola azienda, perché in un momento così tragico... e io nella mia esperienza lavorativa non ricordo di un'annata così sfavorevole a causa degli aumenti dei costi energetici e di tutto il reperimento delle materie prime ma non ricordo neanche una siccità come quella che persiste nella nostra regione.
Il documento tratta della raccolta del latte e delle problematiche collegate.
A me dispiace, Assessore, che lei non sia venuto a conoscenza, che era magari importante, o magari ha partecipato e ha saputo, indirettamente, a questo meeting che è stato incentrato sull'agricoltura di montagna perché si sono presentate le problematiche della montagna: dalla produzione del latte, al quantitativo del latte, ai costi di produzione, di trasporto per poi arrivare a un prezzo del latte che sostenga gli allevatori, perché prima abbiamo parlato di aiuti; lei, Assessore, ha elencato tutta una serie di aiuti, ma non dobbiamo dimenticare il prodotto, perché, se dimentichiamo il prodotto, se non facciamo il massimo, non riusciamo a intervenire con soldi pubblici.
Si deve promuovere l'immagine, fare pubblicità a questo prodotto... le azioni che intraprendiamo, e non sono tutte a carico suo, dell'Amministrazione, dell'Assessorato... ma anche in conseguenza dei cambiamenti climatici in corso, che ci fanno affrettare a dare certe risposte, magari in tempi brevi, perché le aziende ne necessitano per organizzare le loro attività nel breve futuro; ormai nella stagione invernale si ha la necessità di avere foraggi che, se non li abbiamo perché non siamo riusciti a reperirli a causa della siccità, bisogna intervenire e andarli a recuperare fuori dalla regione, ma anche qui non è che la problematica riguardi solo la nostra regione ma riguarda tutte le regioni, non è che diciamo "allarghiamo il raggio d'acquisto di questi prodotti", perché tanto non ce n'è da nessuna parte e, al di là del fatto economico, c'è anche il fatto materiale di avere la reperibilità del prodotto.
Il secondo quesito: "Quali siano gli intendimenti nel futuro del prezzo del latte Fontina.
Considerato il momento, io qui ho fatto una dichiarazione che può sembrare non esatta: "Questo formaggio è il più economico sul mercato". Sono andato ad analizzare una tabella del latte, del mercato del latte, prendendo una Regione a caso, come la Lombardia.
La Lombardia l'anno scorso, nel 2021, nel mese di settembre, pagava il latte alla stalla 37 centesimi e rotti al litro più Iva, che equivale a quasi 40 centesimi - qui dicono: "Noi qua lo paghiamo molto di più, per fortuna che c'è il disciplinare Fontina e quant'altro" - ma allo stesso mese di quest'anno, 2022, siamo a 55,29 con dei contratti ad arrivare alla fine dell'anno a 60 centesimi più Iva.
Questo fa sì che il prodotto per il quale noi abbiamo fatto queste modifiche deve garantire un'altra qualità innanzitutto del latte, ma anche al prezzo di questo latte, che poi è destinato alla produzione di questo prodotto che deve mantenere anche parte del reddito, non solo di tutte le aziende agricole, ma di tutto l'indotto che ci lavora, perché poi se c'è una diminuzione di latte e i costi di produzione aumentano - anche a fronte di questi costi energetici - anche tutto l'indotto - sia come trasporti, produzione e quant'altro - ne risente e ci sarà una ricaduta negativa sul prezzo del latte. Attendo una sua risposta.
Presidente - Per la risposta, l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie collega Planaz per quest'iniziativa. Non è un ringraziamento di forma... l'importante è affrontare questa tematica. Spero di rimanere nei tempi.
Parlo a lei della Fontina ma diciamo che parlo un po' a tutta l'assemblea e a tutti coloro che ci seguono, perché lei sa bene che ovviamente le peculiarità della Fontina, dipendono da molteplici fattori: la zona di produzione, stagionatura e porzionatura della Fontina DOP che coincide con l'intero territorio della nostra regione, le razze bovine autoctone valdostane, pezzata rossa e pezzata nera, l'alimentazione delle stesse, poi l'eventuale aggiunta di coltura di batteri lattici autoctoni denominati fermenti conservati sotto la responsabilità del Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina.
L'intero ciclo produttivo composto da produzione primaria, trasformazione, stagionatura e porzionatura, che si svolge direttamente in Valle d'Aosta, dove ogni fase è regolamentata dal disciplinare di produzione per mantenere le caratteristiche del prodotto che sono legate alle peculiarità uniche del nostro territorio e del nostro clima.
Questa modifica temporanea - ha fatto bene, dobbiamo ricordarlo, è una modifica temporanea, perché non sempre gli organi di stampa sono stati d'aiuto, anzi, hanno probabilmente anche fatto passare delle informazioni non corrette - è stata richiesta con l'intenzione di salvaguardare la filiera della Fontina DOP, la continuità imprenditoriale delle aziende, l'immagine del prodotto e la credibilità della DOP stessa. Ricordando che questa è una possibilità che è prevista dai regolamenti dell'Unione Europea in materia di prodotti IG, come citato nelle premesse dell'interpellanza, nel caso di situazioni estreme, non dipendenti dalla volontà dei produttori e per di più generalizzate, come è accaduto in Europa, con temperature elevate e siccità, nella scorsa estate, a intervenire sono i Governi centrali dei Paesi dell'Unione Europea che, analizzate le situazioni, dispongono aggiornamenti provvisori, modificando parzialmente e temporaneamente i disciplinari stessi.
Le motivazioni sono legate alla volontà di tutelare la filiera della DOP Fontina. Non era plausibile, infatti, che un Consorzio di tutela potesse non tener conto della situazione climatica avversa che ha colpito la nostra regione nel corso del 2022, una situazione documentata dalla relazione scientifica di ARPA Valle d'Aosta, inerente all'impatto della siccità 2022 sulla produttività delle superfici prato-pascolive della nostra Regione, per questo motivo si è deciso di agire con tempestività e anche con trasparenza.
La decisione del Consorzio DOP di richiedere al Ministero delle politiche agricole ambientali e forestali di valutare la possibilità di prevedere una modifica temporanea, ha ottenuto il parere favorevole dell'Assessorato prima di essere presentata al Ministero con comunque un'incognita legata alle tempistiche dell'iter.
La richiesta di modifica del disciplinare è stata tempestiva proprio per riuscire a dare agli allevatori valdostani, appartenenti alla filiera, la garanzia ministeriale di poter produrre latte idoneo alla Fontina DOP, in questa situazione di criticità climatica conclamata che ha causato - e lo avevamo detto - una riduzione del foraggio, con percentuali importanti, foraggio accantonato per l'inverno; viste le preoccupazioni degli allevatori, legate alle problematiche che si sarebbero potute manifestare nel corso dell'inverno, nel caso si fossero trovati nella situazione di non poter produrre latte idoneo alla DOP.
L'immediatezza di questa decisione, in prossimità delle monticazioni dagli alpeggi, ha permesso agli allevatori di organizzare con maggior tranquillità e chiarezza la propria attività imprenditoriale, senza appunto quest'incognita legata alla conformità o meno del latte prodotto.
Se questa è una modifica temporanea - intanto è iniziato il confronto presso i produttori attraverso un rigoroso percorso presso il Consorzio produttori e tutela della Fontina DOP in merito agli adeguamenti necessari al disciplinare che permetta al prodotto di essere valorizzato al meglio nel rispetto delle tradizioni - seguiremo certamente e condivideremo nel rispetto dei ruoli di ciascun ente questo percorso che potrà portare anche, come sosteneva lei, a un discorso anche di diversificazione.
Il Consorzio ha ritenuto opportuno richiedere la modifica temporanea del disciplinare per situazioni climatiche avverse proprio per tutelare l'immagine e la credibilità della filiera della Regione Valle d'Aosta e delle aziende produttrici. Questo strumento legislativo è stato inserito nei regolamenti dell'Unione Europea per permettere ai Governi centrali degli Stati membri di prevedere appunto queste modifiche temporanee.
In caso contrario, scenari futuri avrebbero potuto rivelarsi molto negativi per l'immagine della filiera, con una drastica riduzione della produzione che avrebbe messo sicuramente a repentaglio la sostenibilità economica delle nostre aziende.
Corretto il suo ragionamento sugli aiuti che ci sono in un momento difficile, ma lavorare assolutamente alla valorizzazione del prodotto e così come, di seguito alla seconda e terza domanda, il prezzo della Fontina e il giusto prezzo del latte, che sono temi direttamente collegati fra loro, sono probabilmente la sfida più grande e più difficile che ci troviamo ad affrontare come Assessorato e come Governo, soprattutto per tutta quella parte di produzione primaria che viene conferita alle cooperative, dove il prezzo del latte deriva direttamente dalla remunerazione ottenuta dalla vendita della Fontina DOP.
La problematica dell'aumento dei costi di produzione e della giusta remunerazione delle materie prime sta assumendo carattere di vera e propria emergenza, in special modo per la zootecnia da latte di montagna, dove viene riconosciuto un prezzo alla stalla non solo inferiore a quelli previsti nelle stalle di pianura, ma spesso anche inferiore ai costi di produzione, generando un'emergenza non più meramente congiunturale ma anche strutturale, territoriale e ambientale.
Come abbiamo già avuto modo di discutere, la tematica relativa alla corresponsione del giusto prezzo da tempo è all'attenzione anche dell'Unione Europea, al punto che la Commissione, come già ricordato in altre interpellanze simili, ha ritenuto opportuno legiferare in merito e potrebbe averci offerto uno strumento importante per la tutela dei nostri allevatori.
La direttiva dell'Unione Europea 633 del 2019, infatti, reca "Disposizioni in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola alimentare" e introduce dei principi doverosi, quale, ad esempio, quello riportato nel primo, considerando che sottolinea l'opportunità d'introdurre un livello minimo di tutela rispetto alle pratiche commerciali sleali, per ridurne la frequenza, in quanto possono avere un effetto negativo sul tenore di vita della comunità agricola.
Lo Stato italiano, prima con la legge delega 53 dell'aprile 2021 e successivamente con il Decreto legislativo del novembre 2021 n. 198, ha recepito i principi enunciati nella predetta direttiva, introducendo anche altri elementi di tutela che vanno a salvaguardare il lavoro delle aziende della filiera agricola alimentare, fissando i principi fondamentali che devono essere rispettati nella stesura dei contratti di cessione in considerazione della stipula dei contratti tra acquirenti e fornitori.
Il punto cruciale è quello di individuare i costi di produzione delle materie prime e dei prodotti trasformati da utilizzare quali prezzi di riferimento nei contratti di cessione.
Per la definizione di tale costo è stato individuato l'Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare, noto come ISMEA, che attualmente sta operando solo nella definizione dei costi di produzione delle materie prime, quali il latte.
Come Assessorato ci siamo attivati e, dopo aver contattato informalmente ISMEA per rappresentare la particolarità della zootecnia valdostana, abbiamo inviato una comunicazione in data 11 luglio 2022, con la quale abbiamo chiesto di procedere alla determinazione del prezzo di riferimento del latte destinato alla produzione di Fontina DOP. Secondo l'accordo verbale intercorso con gli uffici dell'Assessorato, la rilevazione, non effettuabile durante il periodo estivo della monticazione, potrebbe essere realizzata tra fine anno e inizio primavera.
L'individuazione del giusto prezzo costituisce un primo passaggio verso la definizione di un valore soglia, che possa consentire la giusta valorizzazione del latte dal punto di vista economico e che rappresenti un valore etico di giusta compensazione del lavoro delle aziende zootecniche.
Una maggiore remunerazione del latte porterebbe inevitabilmente a un aumento del prezzo di vendita della Fontina che troverebbe probabilmente una collocazione più consona sul mercato, obiettivo che potrà essere più facilmente ottenibile anche in relazione ai possibili adeguamenti del disciplinare precedentemente citato, al di là di quelli attuati in questa fase emergenziale, ci riferiamo ovviamente alla modifica del disciplinare che avverrà prossimamente.
Va peraltro rilevato che, eccettuato il mercato regionale della grande distribuzione, nell'ambito del quale effettivamente la Fontina talvolta viene utilizzata come cosiddetto "Prodotto Civetta" e proposta al consumatore finale ad una cifra di gran lunga inferiore al suo valore di mercato, e su questo si è lavorato durante l'anno e si lavora tutt'ora per evitare queste situazioni - sui banchi della grande distribuzione delle regioni limitrofe, che attualmente rappresentano l'80% delle vendite all'ingrosso della Fontina DOP, il prezzo risulta più confrontabile con altri prodotti similari, anche se sicuramente - lo diceva anche lei - non rispecchia ancora a pieno il giusto prezzo per un formaggio dalle peculiarità uniche, come la nostra Fontina.
Tale divario di prezzo non è purtroppo a vantaggio del produttore primario, ma esclusivamente della grande distribuzione che, rispetto al prezzo d'acquisto all'ingrosso, applica aumenti di costo che possono anche sfiorare il 100%.
Di pari passo l'Assessorato continua a portare avanti l'attività di promozione dei prodotti della nostra regione, tra i quali, ovviamente, la Fontina DOP rappresenta il prodotto principale della nostra filiera agricola alimentare.
L'attività di promozione ha da sempre l'obiettivo di far conoscere le caratteristiche del nostro prodotto.
In merito ai costi insostenibili citati nella domanda, ricordo ancora, come abbiamo detto prima, gli sforzi che il Governo sta facendo per portare avanti e proporre un disegno di legge con aiuti specifici al settore agricolo in generale e al settore zootecnico in particolare, misure di cui abbiamo parlato e di cui parleremo a breve.
Presidente - Grazie, Assessore, per l'ampia e dettagliata risposta. Per la replica il collega Planaz.
Planaz (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la risposta, forse ho formulato un quesito di troppo, perché i tempi poi non sono sufficienti.
Purtroppo, da quello che ha detto e da quello che si vede dall'andamento, non sarà questo documento a salvare aziende e anche animali: ci sarà una riduzione di animali e anche di alcune aziende che metterà in seria difficoltà anche tutto l'aspetto di commercializzazione e di produzione del formaggio, perché gli aumenti in corso e i cali di produzione che ci saranno da adesso in avanti porteranno delle conseguenze catastrofiche.
Quando lei parla di intervenire, parla sempre al futuro; sul futuro bisogna avere delle visioni ma, quando bisogna intervenire, bisogna intervenire al presente.
Mi scusi se la riprendo su questo.
Lei ha accennato alle pratiche sleali, noi avevamo presentato una risoluzione dove già un anno fa avevamo rappresentato queste problematiche sui costi di produzione, sugli aumenti energetici e sulla non sufficiente remunerazione sul prezzo del prodotto primario e lei ci aveva detto che aspettava le linee statali per capire come muoversi.
Dallo Stato è arrivata una risposta, seppur lieve, di un premio tot a uba per i rincari energetici, erogato lo scorso mese, i famosi 100 euro a capo che lei diceva.
Il problema è che è passato un anno e in quest'anno si è aggravata la situazione sia sui costi di produzione - perché se andiamo a confrontare i prezzi dell'energia, delle materie prime di un anno fa, sono quasi raddoppiati, sicuramente sono raddoppiati - sia sui costi energetici: lo sappiamo tutti che sono triplicati.
In più questa siccità metterà ancora più in difficoltà l'intero settore ma anche tutto l'indotto del settore, perché, se non si interviene con queste misure che lei ha citato tempestivamente, è difficile che le aziende riusciranno a superare questo momento, perché il momento più delicato sarà da adesso ad arrivare al mese di maggio, quando speriamo che il clima - non solo per l'agricoltura ma per tutti i settori - ci dia una mano ma veramente una mano per superare e per farci dimenticare questo periodo di cui non mi ricordo eguali - non sono molto avanti come età ma qualche primavera ce l'ho già - e i ricordi dei nostri anziani devono risalire ai tempi della guerra per rammentare periodi simili.
Adesso sembra quasi che dentro alla guerra ci ricadiamo dopo quasi 80-90 anni... queste problematiche devono essere risolte il prima possibile.
Si ricorda l'iniziativa che avevo fatto a inizio estate, quando mi ero innervosito un po' perché lei aveva detto "Non siamo ancora in fase di emergenza"? Però eravamo già in fase d'emergenza perché la situazione era già molto grave.
Presidente - Se i Consiglieri sono d'accordo, termineremmo i lavori per riprendere domani mattina alle ore 09:00.
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La seduta termina alle ore 20:15.