Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1926 del 19 ottobre 2022 - Resoconto

OGGETTO N. 1926/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito agli organismi regionali che non hanno completato l'adeguamento al Codice del Terzo settore".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 31 all'ordine del giorno. Per la presentazione, il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Non è la prima volta che portiamo all'attenzione dell'Aula questo tema, in realtà era nella scorsa legislatura che con il collega Sammaritani avevamo chiesto quale fosse la situazione dell'adeguamento a una normativa che sappiamo ha portato tutta una serie di novità e di una messa in ordine di quelle che sono tutto un mondo molto complesso e anche molto importante per tutta la comunità, che è appunto il Terzo settore. Una misura di riforma che è datata ormai 2017 e che per l'appunto ha degli effetti non soltanto di forma ma anche di sostanza.

All'epoca l'Assessore Baccega rispose a quest'iniziativa e fece, nel 2019, il compte-rendu di quelli che erano gli effetti anche non soltanto sugli enti legati a una partecipazione da parte della Regione.

Quest'interpellanza invece vuole focalizzare la sua attenzione sugli enti. Io ho focalizzato l'attenzione sulle tre fondazioni: quella sulla ricerca del cancro, la Fondazione Ollignan e la Clément Fillietroz.

Chiediamo però, per evitare di perderci per strada delle realtà, "Quali siano gli enti o associazione a emanazione o partecipazione regionale interessati dagli effetti dell'entrata in vigore del Codice del Terzo settore.

Perché dico questo? Le fondazioni hanno un interesse particolare perché sono quelle che oggi hanno forse un poco più di problemi rispetto alle altre per l'adeguamento alla riforma, in particolare c'è una questione che poi è, se vogliamo, la vera arrière-pensée della riforma, ovvero mettere anche ordine non soltanto sulle tipologie ma sugli effetti di natura fiscale e anche di trasparenza che tutte queste realtà hanno nei confronti di terzi; di trasparenza perché sappiamo che la riforma prevede tutta una serie di incombenze a livello fiscale perché il vecchio mondo delle Onlus cambia pesantemente e quindi gli adeguamenti per mantenere le agevolazioni fiscali sono di un certo tipo.

A fronte di questo, vorremmo chiedere quali siano, con riferimento agli enti interessati da questa riforma, le azioni portate avanti per l'adeguamento alla già citata riforma e soprattutto quali siano gli intendimenti del Governo regionale con riferimento alle realtà che ancora oggi non hanno completato l'adeguamento, la trasformazione e l'evoluzione ai sensi di questa riforma, perché, se non erro, c'è una sostanziale... delle colonne d'Ercole che oggi sono a marzo 2023 - se non erro, o comunque nel primo trimestre del prossimo anno - e seppur alcune realtà si attendono una sorta di ulteriore deroga a fine anno, perché il problema non è che interessa soltanto la Valle d'Aosta, interessa tutta l'Italia, non si sa se, viste tutte le incombenze che ci sono prossimamente, questa possa esserci sulle leggi che il prossimo Governo dovrà prendere; quindi ci si chiede anche perché alcune di quelle soluzioni non sono di immediata attivazione, ci vogliono anche dei percorsi non del tutto semplici perché quando bisogna mettere insieme più attori bisogna trovare non soltanto il tempo ma anche la disponibilità di questi, anche perché, come tutti questi effetti, non soltanto in termini fiscali, ci sono anche degli effetti a volte di governance che hanno delle problematiche in più, perché quando poi si parla di identificare quanti posti toccano a chi fa parte di un determinato ente non è una cosa banale, perché quello determina anche l'impegno dei soggetti nei vari progetti e soprattutto evitare, anche io direi, di perdere la possibilità che alcune di queste importanti, perché le tre che ho citato hanno una finalità molto importante, anche forse non solo legata al discorso del terzo settore, perché la ricerca, sappiamo, può anche portare - e dovrebbe - del lavoro e soprattutto un valore aggiunto che può anche essere di altra natura, non soltanto intellettuale ma anche monetario, che fa sempre bene alla comunità, perché il denaro non è brutto e cattivo quando crea produzione, produttività e soprattutto ricerca, quindi capire qual è lo stato dell'arte e quali sono le intenzioni sul futuro di queste realtà.

Presidente - La parola al presidente della Regione Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Ringrazio fuori di retorica il collega Aggravi per quest'interpellanza che spero permetta di fare un po' di chiarezza su una tematica molto complessa.

La riforma del Terzo settore ha creato e sta creando tutta una serie di problematiche che sono in parte state già anticipate e che conosciamo: sono un intreccio di diverse normative, anche di diversa tipologia, che in qualche modo rendono difficile lo sbrogliare la matassa in maniera chiara.

Leggerò la risposta molto tecnica che mi è stata preparata che, secondo me, è molto chiara, sperando di fare chiarezza. L'articolo 4 del Decreto legislativo 117/2017, richiamato dal collega Aggravi, il cosiddetto Codice del Terzo settore, al comma 1 individua quali sono gli enti del Terzo settore. Il successivo comma 2, invece, individua espressamente gli enti che non sono del Terzo settore, tra questi - che, ripeto, non sono enti del Terzo settore - figurano le pubbliche amministrazioni, i partiti politici, i sindacati, le associazioni di categoria e dei direttori di lavoro nonché, per quanto qui ci interessa, gli enti sottoposti a direzione e coordinamento dei suddetti soggetti, quindi anche chi controlla.

Apparentemente tutto sembra molto chiaro, ma in realtà non è così perché da qui gli enti di qualunque natura giuridica controllati dalle pubbliche Amministrazioni non possono essere enti del Terzo settore, quindi non possono iscriversi al famoso ormai RUNTS.

Invece qui nasce il problema perché a causa dell'intreccio tra questa riforma e la normativa di natura fiscale in materia di organizzazioni non lucrative di utilità sociali, le ONLUS, ci sono delle questioni che diventano di difficile intreccio.

Nello specifico ci sono tre fondazioni ben note e importanti nel panorama regionale e nel proprio ambito di attività che sono la Fondazione Fillietroz, che lei ha citato, la Fondazione Sapegno e la Fondazione Ollignan. Tutte fondazioni che sono state istituite in epoche diverse, con apposite leggi regionali, che sono accomunate da una caratteristica: hanno acquisito per ragioni fiscali la qualifica di organizzazione non lucrativa di utilità sociale, sono ONLUS in sostanza, grazie al fatto che tra i settori di attività previsti per ottenere tale qualifica rientrano, tra gli altri, la tutela e la valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico, comprese le biblioteche, oppure la ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente dalla Fondazione.

Il problema è che la riforma del Terzo settore porta con sé l'abrogazione della normativa ONLUS. L'Unione Europea deve ancora autorizzare infatti il nuovo regime fiscale previsto dal Codice del Terzo settore a partire dal periodo d'imposta successivo a quest'autorizzazione, presumibilmente dal 2023, e quindi l'anagrafe ONLUS sarà presumibilmente soppressa.

Questo è perfetto, se vogliamo, dal punto di vista pratico; dal punto di vista teorico, perché le ONLUS nel frattempo nell'impostazione della nuova riforma saranno diventate tutte enti del Terzo settore, - come spesso avviene - non si tiene conto della pratica, e, nel caso specifico, delle tre Fondazioni che abbiamo ricordato e che sono oggetto della nostra discussione.

Alla fine del mese di luglio scorso abbiamo chiesto un parere al Ministero del lavoro e delle politiche sociali in merito alle conseguenze dell'abrogazione della normativa ONLUS, dato che Fillietroz, Sapegno e Ollignan sono istituite, finanziate controllate con forme e modalità diverse dalla Regione o comunque da enti pubblici e quindi, come previsto dal Codice, non sono e non possono essere enti del Terzo settore.

Il Ministero, a nostro avviso, non ha perfettamente centrato e compreso la situazione, nel parere che abbiamo ricevuto infatti il Ministero ritiene che l'abrogazione della normativa di riferimento comporterà per gli enti non iscritti al registro del Terzo settore la perdita della qualifica di ONLUS e che tale perdita, secondo la prassi del Ministero delle Finanze, equivale allo scioglimento dell'ente e comporta l'obbligo di devoluzione del relativo patrimonio. L'alternativa è la modifica degli assetti dei traenti, facendo venir meno il controllo pubblico e quindi consentendone l'iscrizione al RUNTS.

Ora, per rispondere anche al secondo e al terzo quesito, non vi è al momento l'intenzione della Regione di modificare il suo ruolo nelle tre fondazioni, vista anche la natura che le tre fondazioni hanno nel nostro panorama e l'importanza che hanno. Peraltro sono tre fondazioni che nei rispettivi settori rappresentano - e credo che su questo siamo tutti d'accordo - delle assolute eccellenze che vanno sostenute e sviluppate, quindi non crediamo che si debba procedere a degli adeguamenti per far sì che diventino enti del Terzo settore.

Resta da risolvere però il problema, a nostro avviso la lettera della norma esclude a priori dalla riforma le tre fondazioni che, pertanto, perderanno la qualifica di ONLUS, non per il venir meno dei requisiti statutari, che ne comporterebbero lo scioglimento, ma perché cesserà proprio l'esistenza delle ONLUS, tout court.

La nostra intenzione rimane quella d'interfacciarci con il nuovo Ministero delle Finanze, con il nuovo Ministro appena sarà insediato, per condividere in qualche modo quest'interpretazione, cosa che abbiamo sospeso nel momento in cui è caduto il Governo Draghi, e la riprenderemo anche con l'aiuto dei nostri due Parlamentari, perché crediamo che questo sia un problema da risolvere assolutamente, perché sono, come dicevo prima, delle realtà che hanno un'importanza di altissimo livello sul nostro territorio, quindi non sarebbe corretto fare dei ragionamenti di altro tipo per addivenire a delle normative che hanno un loro senso, ma hanno un loro senso in senso generale ma, nel caso specifico, sono difficilmente utilizzabili.

Cercheremo di risolvere questo problema insieme al nuovo Ministro e ai nostri Parlamentari per trovare una soluzione che sia definitiva a questa questione che ormai è quasi annosa perché se ne parla ormai da diversi mesi.

Presidente - Per la replica, il collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Vede, Presidente, sono contento che lei voglia cercare una soluzione con il prossimo Ministro all'economia e alle finanze che, se le cose vanno come devono andare, è una persona che sicuramente è disponibile a parlare con le persone di buon senso. Sulla geometria non lo so, su quello è più esperto lei, però su questo aspetto io penso che, se andrà come deve andare, la persona che potrebbe trovare è sicuramente una persona di buon senso.

Sono altrettanto d'accordo con lei - e penso che siamo tutti d'accordo - sull'importanza di queste realtà; non avevo citato la Sapegno perché nella vecchia interpellanza non l'avevo considerata - e me ne dispiaccio - ma è bene ricordare anche l'importante lavoro che viene fatto, e sicuramente bisogna fare qualsiasi cosa per evitare che questo patrimonio, che non è fatto solo di risorse, venga perso.

Sono soltanto un po' preoccupato, questo voglio dirglielo, perché comunque oggi siamo a ottobre ...le idi di marzo, perché il marzo del 23 è di là, è oltre l'anno.

o mi auguro che ci sia anche del buon senso a Roma, al di là delle persone e dei Ministeri, sappiamo che poi ci sono dei funzionari e degli apparati che hanno anche tutta una serie di obiettivi, e mi auguro altrettanto che ci sia anche chiarezza sul regime fiscale che poi deve essere attuato.

Sarà mia premura richiedere, con le dovute modalità, la possibilità di vedere questo parere, però su questo io chiedo e spero di trovare poi anche magari all'interno della discussione del DEFR un momento di approfondimento dove poter fare delle considerazioni sul futuro di queste realtà, al di là dell'adeguamento normativo.

Sicuramente il discorso del controllo pubblico è un po' la linea di demarcazione sul futuro di queste realtà, laddove non ci fosse la possibilità di derogare o di modificare la previsione che potrebbe mettere la parola "Fine" ad alcune di queste realtà, se l'interpretazione che è stata data è confermata; quello che mi auguro è che si possa, comunque al di là di tutto, mettere in campo dei piani B perché, ripeto, marzo è dietro l'angolo e sappiamo che il peso degli apparati della burocrazia, non soltanto regionale, - nazionale ma anche eventualmente di altri enti con i quali poter trovare una soluzione - è qualcosa che costa soprattutto del tempo e mi sembra che di tempo non ce ne sia davvero più.

Per il resto le auguro un buon viaggio a Roma quando sarà poi il momento.