Oggetto del Consiglio n. 1923 del 19 ottobre 2022 - Resoconto
OGGETTO N. 1923/XVI - Interrogazione: "Informazioni sulla presenza del fenomeno dell'Hikikomori sul territorio regionale".
Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 28 all'ordine del giorno. La parola all'assessore Barmasse.
Barmasse (UV) - Penso che sia anche l'occasione di conoscere questa problematica che penso non sia così nota a tutti.
Faccio una premessa: la risposta è stata elaborata anche con l'apporto della Sovrintendenza agli studi in quanto il mondo della scuola è quello che per primo intercetta i casi di ritiro sociale e di Hikikomori. La prima domanda chiede "Se l'Assessorato sia a conoscenza del fenomeno denominato Hikikomori": il fenomeno del ritiro sociale e dell'Hikikomori in particolare sono oggetto di attenzione da parte dei servizi socio-sanitari, poiché è una condizione che sta coinvolgendo un sempre maggior numero di minori e loro famiglie, spesso in primis intercettati dalla scuola, e presi in carico dai servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile.
I dati in aumento raccolti dai suddetti servizi specialistici confermano quanto la pandemia e le restrizioni di mutamenti sociali a essa collegati abbiano rappresentato un fattore scatenante o peggiorativo di sintomi che afferiscono a disturbi internalizzanti come ansia e fobia, disturbi del tono dell'umore, depressione eccetera.
La seconda domanda: "Se esistono dei dati sul fenomeno relativo nella nostra regione": a oggi non si dispone di una raccolta sistematica di dati nello specifico sul fenomeno dell'Hikikomori, tuttavia nel corso dell'anno scolastico 2021/2022, in accordo con la Sovrintendenza agli studi e i servizi socio-sanitari, è stata realizzata un'attività di mappatura con l'obiettivo di mettere a confronto i dati sugli alunni in ritiro scolare provenienti dalle scuole e dai servizi socio-sanitari.
Nella mappatura è emerso che nell'anno scolastico 2021/2022 sono stati seguiti da uno o più servizi 57 minori di età tra i 12 e i 18 anni per disturbi che compromettevano il funzionamento e la frequenza scolastica.
I quadri clinici, seppur non tutti inquadrabili nel fenomeno di Hikikomori, evidenziano situazioni complesse dove si intrecciano difficoltà relazionali familiari con difficoltà emotive, comportamenti dei minori.
Per quanto riguarda, invece, la popolazione adulta, il fenomeno a oggi non assume una dimensione rilevante e i pochi casi conosciuti sono per lo più associati ad altre patologie psichiatriche.
La terza domanda chiede "Come l'Assessorato abbia affrontato gli eventuali casi rilevati sul territorio regionale": le situazioni di ritiro sociale di Hikikomori hanno richiesto interventi multidisciplinari flessibili con l'obiettivo ultimo di stabilire un riadattamento della relazione esistente tra i compiti evolutivi e il contesto di crescita del minore al fine di supportarlo nella ripresa del proprio percorso evolutivo, attualmente bloccato; indispensabile in tale senso il lavoro sinergico con la famiglia, la scuola e i servizi socio-sanitari, poiché le variabili da considerare sono molteplici, tra cui si annoverano ad esempio l'epoca e la modalità di esordio del ritiro, individuazione di eventi precipitanti, le relazioni intra familiari, nonché le tipologie di risposte ai bisogni del minore e della sua famiglia: psicoterapia familiare o individuale, attività laboratoriale in piccolo gruppo, farmacoterapia se presente comorbilità.
Con riferimento alla collaborazione con le istituzioni scolastiche, la recente DGR 898 del 29 agosto 2022 - concernente le prassi di collaborazione per i casi di disabilità, situazioni di disagio evolutivo e DSA in ambito scolastico - prevede nell'ambito dei bisogni educativi speciali e con riferimento agli alunni in ritiro scolare o ritiro sociale volontario, cioè l'Hikikomori, una particolare attenzione nella rimodulazione della progettazione curricolare in un'ottica personalizzata, anche mediante la compilazione di un piano didattico personalizzato, e la costituzione di un gruppo di lavoro integrato tra scuola, famiglia e professionisti.
Sempre con riferimento alla realtà scolastica, a partire dall'anno 2020-2021, grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza agli studi e con l'Ordine degli psicologi della Valle d'Aosta, sono stati previsti dei fondi specifici alle scuole, su richiesta delle stesse, per la realizzazione di progetti d'ampliamento dell'offerta formativa e di formazione per il personale docente, per strutturare in modo più efficace l'intervento psicologico nelle scuole, anche rispetto a situazioni di ritiro sociale.
Allo stesso modo sono state organizzate formazioni rivolte ai docenti in un'ottica di prevenzione del fenomeno della dispersione scolastica e del disagio giovanile e di individuazione precoce dei sintomi associati, disturbi internalizzanti.
Infine, vi è una collaborazione recente tra la Sovrintendenza agli studi, l'Università della Valle d'Aosta in relazione a un progetto di ricerca per la promozione dell'inclusione socio-educativa di adolescenti e giovani adulti valdostani con fragilità psico-emotive e situazioni di svantaggio.
Da segnalare come i servizi siano anche in collegamento con l'Associazione Hikikomori Italia e con la referente dell'Associazione della Regione Piemonte per un confronto e per l'attivazione di eventuali contatti di auto-mutuo aiuto tra le famiglie.
Presidente - Per la replica, il collega Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la sua risposta, che è assolutamente esaustiva e di cui la ringrazio. Purtroppo, come giustamente ha detto, è un fenomeno poco conosciuto e quindi era utile porre l'accento e illuminare la risposta da parte della nostra Regione rispetto a casi che sicuramente necessitano di una risposta. Credo che siano dei dati sicuramente preoccupanti, nel senso che ci ha detto che i 57 casi che lei ci ha citato non sono tutti riconducibili a questa fattispecie, ma che comunque, all'interno di questi 57 minori, fra i 12 e i 18 anni, vi sono dei casi che sicuramente sono riconducibili all'Hikikomori e non so se magari potenzialmente altre tipologie di questa patologia possono aver colpito degli altri minori che non sono stati intercettati; è difficile perché l'Hikikomori effettivamente impedisce poi di uscire dalla propria stanza e quindi effettivamente la prima rete di difesa è proprio la scuola che vede mancare il minore alle lezioni e quindi segnala la questione alla famiglia ed evidentemente anche ai servizi, però avere un percorso per poter affrontare al meglio questa patologia, soprattutto a fronte dell'impennata di casi; era un fenomeno - e credo che il nome lo sottolinei - che ha avuto origine in Giappone e che purtroppo si è diffuso a causa della pandemia, purtroppo tanti ragazzi hanno maturato questa sorta di psicosi nell'uscire dalla propria stanza, nel confrontarsi con il mondo e preferiscono confrontarsi o con il cellulare oppure rimanere a giocare con videogiochi all'interno della propria stanza, magari dormendo poco e male, magari mangiando o non mangiando.
Quindi un fenomeno importante su cui porre l'accento e magari su cui andare a fare degli approfondimenti per capire effettivamente quale percentuale di ragazzi rispetto a questi 57 minori è stata colpita, quali sono stati i percorsi e soprattutto quale efficacia hanno avuto i percorsi adottati su questi giovani.